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LA IX SINDACALE GIULIANA

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Academic year: 2022

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LA IX SINDACALE GIULIANA

Anzi.tntto r1·<:>do do,·etoso dkhht1·1.u·r tlPg-ni d'ogni più ampia lode p1·opositi e L1zion1• della- giuria, di questa mostra. I propositi ,tppaiono chiari e qnasi lapidariamente <.~sposti nel suo verbale.

<1

I

La giuria J non s.i è lasciata i11fttH"Hiare nè da piacevolezze este-

riori. rni da abilit.ù di mestiere, ma h,1 ('on:-:ide1·nto invecP l'opera fisolta eon fre~chezza e profondità cli visione)).

Prog:ramma chial'o. diritto e nobilissimo. l'l'ogramma - e questo è il più - saputo concretare poi con illuminato criterio ed abile mano nell'ammii::sione. nrlfa eernit,t e nello sea1·to: operazioni eom- pinte tntte con garbo cortese ma con intransigPntc fermezza.. E ne Yediarno i risultatj che non rsitiamo a thimua1·e su~rbi nel eomplesso della bella ras.s-egrn.t odierna. Più che rivelazioni ((Sell~:tr.ionali)) - the non sono nè facili nè numerose in nes.snna mostra rli questo mondo - abbiawo questa rnlta un insieme di opere che cosi impegnative e e-ostruite e pesa te e d'una media tanto elevata nelle Sindacali triestine non ;1bbiamo visto 1nai.

Xr sia1110 subito convinti appenn rnr:-:so il piecle nella grande ~ala centrale.

Nel eentro della quale troneggia, la più vasta tela della mostra:

"Dopo il bagno». Sono tre figure di donne nella libera toeletta che il

titolo giustifica. E' - bisogna convenire - opera. d'alto merito. di oculata distribuzione e d'intenso impegno. Forse anche troppo, vor- remmo dire: perchè _le teste e i torsi sapientemente modellati, i panni e i lini studiati con amore (ottimo quel verde pastoso del velluto del primo piano) e il dilatarsi dell'aria nell'ambi,,nte cbinso non tolgono ai tanti brani d'ottima, pittura, che ognuno può rirono~c:•l'l'C, nna certa gravezza d'insieme, l'assenza d'un lirico spirito che li possa far lievitare.

Discorso che potremmo ripetere per il secondo q uadi·o dello stesso pittore: «Attesa», .lievemente inferiore al primo forse per certi ac- cordi tonali non del tutto gradevoli.

~1:a nessuno, secondo noi, che non sia malato di pregiudizi acca:.

clemici, potrà negare l'attributo di piena bellezza ai due ritratti di Adolfo Levier. E' un'arte questa che ha raggiunto la sua completa

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foi-ma e acni non sapresti desidera.re - una volta penetrato nella sua sfem - correzioni o aggiunte. Poderosa, scavata nel bronzo, su in- tonazioni verdi brune la maschia effige del «Pittore Lucas». Ma ancora più bello, d'un lirismo pittorico ardente, impostato su una vivacissima gamma, di mobili gialli - oro ocra. a,rancione - il c(Ritratto d'ella Sig.& PospisilovaH.

E' un'opera questa che ognuno può salutare come una delle non moltissime cose clegm, di rappresentare l'arte nostra. cli (]nesto primo ter1.0 di secolo.

Altro nobile artista è il gor-iziano Gino de Finetti che la Germania ebbe il gentile pensiero poco tempo addietro di restituirci. Anch'egli si presenta qui con una coppia di qnadri: ((Santa. Gorizia)) e ((Ritratto del Sig. '.l'onet». TJue quadri e due tecniche differentissime: sintetico d'un decorativo espressionista il primo, e d'un impressionismo quasi ottocentista, il secondo. F,' quest'ultimo ch'io preferirei per la felice intuizione clel soggetto, per la resa solida di costruzione e colore, per l'unitaria ntmosfera che l'investe.

Pittore d'audacie è anche il giovane Posar che qui l'affianca e la cui «Composizionen dardeggia i suoi gialli rossi arancioni per tutta la sala. Rappresenta una «veuderigolan sotto la sua rutilante tenda inondata, <li sole. Non potremmo però assicurare che l'economia del colore e della luce si bilanci - pur nelle sue oltrairne - su tntta la larga superfice del quadro. Equilibrio tonale, architettura aerea,

«fren dell'arte» : mi sembra questo il secreto per fare. di questa pit- tura ricca, d'ingegno, pittura compiuta.

Pittura, d'ingegno, pittura sottile e sapiente è sempre quella di Cesare Sofianopulo. Uomo, come ognun sa. di larga e varia cultura.

La, quale però, come altre volte, anche qui lo danneggia nella sua ((Laura)). Laura qui è la gran Laura: la più fortunata, dellf> donne francesi e di tutte le donne d'ogni secolo. Ma perchè, o Cesare geniale, me l'hai ridotta a, quella, zuccherosa statuina di biscnit dipinto, e perchè poi quel suo Francesco me Fhai voluto addirittura consolidare nel bronzo e - con tanto poco encomfabilP spreco - inondare com- pletamente d'oro?

Ma il ritratto dello scrittore Cosimo è, pur nelJe tipiche rifiniture del nostro italo-g-reco pittore, opera di nobile peso. Fondata su tona- lità supe, quanto l'altra su chiare, dimostra nel suo autore una sicura penetrazione di caratteri e un virtuosismo della, tecnica di sia, pure att.arrl·ato ma sempre eletto stile ..

Se il Sofianopnlo è pittore di consumata letteratura, pittore di metafisica, tendenza è il Nathan. Metafisica non astrusa, a dire il vero: ma è certo che le sue vedute irreali non tanto intendono signifi-

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care aspetti cli questo mondo quanto quelli d'nn sno sopramondo.

Mondo di sconsolata malinconia h1 cui vediamo aggirarsi la pensosa e un po' mesta figura del suo autore.

Pittura suggestiva quasi sempre: ma il color·e non ~olo molto spesso è astratto e meramente decorativo, ma a volte ::uwhe ~tesura puramente meccanica: come in nno dei due paesaµ:µ;i qui espm~ti che sembra e~sere stato - a lavoro compinto - immerso in nn generoso bagno di zafferano.

l\Ia- la Yic1 <' lunga e i nomi son tanti in qneste ~nle: hi~ogn-r.r:-ì, per forza aft'rett.are il passo.

Due noYelle cose presenta lo 8bisà: ((Nlnfa costi{~J'H)) e ((Fancinlht, al ruolo». Il sno stile, il sno lirismo tranquillo, il suo moclnlai·e clas- sico restano i suoi meriti pH"'<' lari.

Il Bicloli che conosciamo tutti per eccellente creatore cli nette e vivaci nnture morte, og:gi nella sua. ({Sirenetta)) presenta nna bimba.

che troppo ce le ricorda. Così reciso è il segno, cosi stagliato è il bruno denso cli e-ami e costume snl bianco ~bbagliante dPl lenwolo che questa fignretta par proprio un ninnolo: elf'gantissimo ninnolo da aòopera .. r volentieri come inclm;inato soprammobile.

L'Orlando ci regala un pannello per affresco: «Atleti al mare».

Non mi ronvinee molto: più rarino inveC'e il i,,no fluitlo e ciua~i divi- sionista ritratto muliebre.

Sapore di corposa, realtà ha la- verchia br1.11nast1·a ((Abbazia. di S. Gregorio>) del Bastianntto; arioso e gradevole nPl suo pa~~ngµ;io il Girmnnski: dichiaratamente ma delicatamente clrcorativi i «Ghiacci.»

del Moro.

Notiamo inoltre la c-0mposizione della Lupieri e il ritratto del Trevisan e. in modo sprc·iale, l'ottima fignra della polese .Tolanila Ballarin.

Mi sembra che nelle pitture della seconda sala non ce ne sia al- cuna che domini ostentatamente sulle consorelle. Sono tutte buone amiche animate da. uno spiccato spirito egualitario.

Quella «M:adonninan del Gnacci d'un rapido lampeg·giare g-uarde- sco e perfino magnaschiano non fa troppo la. ~ehizzinosa con la 11Figu- retta» della Serravalli. E quella coserellina ch'è il «Fanale verdeu clell' Aversano è volonterosamente disposta, a far nn po' cli luce al

«Meriggio autunnaleu del Geic, vuoi all'ordinato «Cantiere» della Liebmann. vuoi perfino a quelle facce carine ma bituminose assai dei

«Negretti» del Massi.

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Insiste il Cernigoi in questa sa]a a far pittnra di tre linee e quattr-o spatolate (non nna linea nè nna spatolata cli più, nemmeno se lo pregaste con le canùelette) e insisti, la Bolcli a trasportarci nei suoi argentei flutti e nei snoi :.wgent-ei paradisi.

La Zeriali si diletta con i suoi alberi frondosi, con intrichi cli rami e foglie sinteticamente intesi ma fortemente segnati; e l'Ostrogovicb vi Rfila innn nzi nna 11Processione)>, mentre la Lupieri preferisce gui- darci al «Veechio tempio del Ghetto». In generale buoni studi tutti questi, senza -- a mio vedere - intenzioni esageratamente bellicose.

Ai quali potremmo aggiungere altri nomi d'antori e di opere, ma per-non tediare il lettore con un arido elenco, lo pregheremo questa volta, di voler gentilmente passare al catalogo.

· Il livello, non molto alto in qnesta sala, si rialza. snbito e <li pa- recchi cubiti nella sala seguente.

A dominare la quale ben giustamente fu posta quella. mag;nifica freRchissima figura, rutilante :,.:,infonia cli. bianchi, eh'è la ((Ricama- trice» di Eligio Finazzer Flori. Quanto la saa arte sa dare di intimità 1·accolta nell'espressione come nel colore, nel panneggio come nel pacato vibrare atmosferico, ha in questo quadro la sua più chiara e compiuta espressione. Un po' affollata di segno e di tono la natura- morta accanto; ma fresca e jmmediata ]a terza. opera: una gustosa marina.

Quanto è chiaro e sereno il Finazzer Fiori, altrettanto è cupo e drammatico il Brits. Non è ancora, mi sembra, padrone di tutti i suoi mezzi, ma ha forza superba di intensità espressiva, di movimenti e di scorci : è una promessa certa.

Ricche possibilità tecniche ha invece l'Argenti. Quel disegno suo è di una sicurezza e d'un vigore come di pochi. I suoi impasti e i suoi accordi tonali saranno magari elementari ma schietti e saporosissimi.

Di figura in questa sala c'è ancora il {{Pugile}} del Righi e la• uBam- bina in rosa» del Cocever. Delle quali mi sembra qualche maggior sostanza nella prima.

Ma del Cocever c'è di meglio: una delle sue giustamente ammi- rate naturemorte. Bei toni cari ai palati dei buongustai: soltanto mi sembra che l'ampiezza della tela questa volta tolga qualche po' alla concentrata finezza solita nei minori quadri di questo egregio pittore.

Numerosi qui poi i paesaggi: non pochi di valore eletto.

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Fra quest'ultimi metterei senz'altro i due del l.lrumatti: di cui l'uno difetta, se Yoglia.rno, di compiutezza per nn primo piano inerte e vuoto. Ma l'altro ("l'ontovello») è lJelln, e succosa pittura nel taglio nella costrnzione Hel tono e nel fondo aereo.

Non inferiore certo un alti-o ottimo paesista nost1·0 : Vittorio Hergag11a. Clii,1ro brillante e vh·o il suo uPorto di Triesten: ma squi- sito davver·o il «Giorno di pioggia)) per il grigio piovorno di quella, fondei valle e per quel suggestivo raweggi,ue dei t:netns e dei sempre- verdi sul davanzale che forma il suo primopiano.

Ricorderemo ancora le vedute del Rossini, uu po' iuferiore del solito in questa mostra, le piacevoli cose del Pieni e il sintetico ma, sentito e succoso paese del Meng.

Italico llrass, Gino Parin, Ugo Flumiani fra gli anziani, Dyalma Stultus, Maddalena Springer, Antonio Quaiatti, Gianni Roma, Ro- tlolfo )ielins fra i più gioYani mi ~embrano i nomi meglio rappres{~l1- tati nella quarta sala.

L'arioso gual'Clesco animatissimo «Caffè Floriann e la ((Proces- sione sul Canal grande» del primo son troppo belle e note cose perchè qui si ritorni à parlarne. Il Parin si p1·esenta magnificamente con il sno ((Autoritratto)). Estroso, elegante, d'nna facilità. felicissima, basta cambiare il suo bastone in una lancia e il telaio in uno scudo perchè questa brillante figrn·a si trasformi in quella d'un autentico cavaliere medievale. Constatazione che climost1·a il rnei-ito e insieme i limiti del merito di questo ritratto.

Con i clne paesaggi di Ugo Flumiani finalmente respiriamo: toc- chiamo terra. Quante e quante marine abbiamo dovuto vedere di questo strafeconclo artista con quegli eterni azzurri pieni, con quelle eterne coppie cli vele - unu gialla e una rossa - perchè potessimo infine riposare con un po' cli ten-afcrma e due spatolate cli verde. Non ci comprometteremo dicendo che questi due quadri siano nuovissimi e profondissimi. Ma in ogni modo - e spece la veduta del «Carso» - sono cose notevoli lodevoli gradevoli.

Lo Stultus fa, come sempre, onore alla sua firma. Angelica ado- lescente è quella del suo «Angelo custode»; ma il candore spirituale che, se non erro, è il tema cli questa composizione, è più schematica- mente che artisticamente espr·esso.

Sana costruita pittura è la «Figura femminile» della Spr-inger.

Procede da un'attenta severa preparazione quale non molte sue col-

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leghe possono vantare e dimostra aucora come si possa essere ad Uli tempo fedeli discepoli e -<:r•,eatori origina.J i.

Infine ai nomi già citati di questa sala aggiungeremo quelli dei paesisti Cesare Cuccoli e Attilio Fonda e del decoratore Guido Marussig.

La sala quinta ci offre opere di artisti nati o immigrati a Firenze.

Fio1·entino d'adozione è, fra altri, il nostro concittadino Marchig. E' un po' il padrone cli questa sezione: tauto sull'altre dominano le sue opere. Tlne ritratti cli ben. diversa ispirazione. Idca,listico allegoriz- zante H primo, «Donna d'oltremare», presenta superbi brani pittorici come l'espressiva scolpita testa della figura che dà il nome al quadro.

Ma ancor più compiuto e sostanzioso mi sembra il ritratto di Roberto Papini per la maschia adesione al modello e per l'incisiva penetrazione del suo carattere.

Moderato e gustoso novecentista si conferma qui un altro giu- lhèno anche vivente nella Città del fiore, Giorgio Settala, mentre :Memo Vagagg·ini con i <(Pagliai a Quercianella)i - minuto, stringato, di toni pieni e volumi armonicamente conchiusi - , Roberto Pucci nel- la «Campagna toscana», Francesco Chiappelli nella sua fragrante naturamorta e alcuni fra i loro migliori compagni con il loro probo e sapiente mestiere, con la sobrietà di toni e d'impasti, con la loro

~celta essenziale e la loro inimicizia del mero esornativo si dimostrano v-rri e no11 indegni figli clella migliore tradizione ottocentista toscana.

Come al solito, anche questa volta la scultura nei nostri appunti resterà un po' sacrificata. Lo spazio, purtroppo, ce lo impone.

Fra le opere di più alto peso dobbiamo segnare quelle del Masche- rini. Qnel suo «Putto,, carponi dalla linea rigorosamente chiusa, di quella verità piena ch'è pienamente trasformata in stile, rinnova in linguaggio moderno il miracolo di certo saporoso primitivismo quat- trooentesco.

All'ultima maniera mascberiniana appartiene ancora il nudo classico e realistr\ insieme di «Donna, pagana». Ma in perfezione la vince «Estasi,, ch'è uno cli quei preziosi bronzetti in cui il lirico slancio dello scultore triestino trova l'espressione più fresca e viva.

Nobile artefice è sempre Alfonso Cancia,ni. Ma la. concisione volumetrica del suo «Duce" somiglia più a. povertà di ling·uaggio che a visione di sintesi. E quella sua «Bagnante)) di larghe proporzioni è più opera di accademica perfezione che di plastica vità.

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488 RIOMIGIO )IAR E'i I

Che spirito animatore invece circola pe1· i muscoli e le vene del- l'altra grande statua di questa mostra : il «Frombolic1·e» di Mario Sartori. Che amorosa, mano ha accarezzato gli armonici piani e l'a- sciutto squisito modellato di questo magnifico adolescente. Andreot- tiano e toscano, se vogliamo ricondurlo a una-famigli,1 nota: e tuttavia d'una nervosa grazia spont,1nea e originale.

Ottime Fnna e l'altra testa di Ugo Carà: quella d'uomo ha scel- tezza e perspicuità di stile; ma l'altra, la muliebre, spirn d'una più vera vita, di un'adesione attenta e cordiale all'umm1a realtà.

Ho già premesso che non potevo diffondermi molto su q nesta parte della mostra. Chiuderò pertanto le mie rapide note citando frn g·li c1.ltri artisti degni di più attenta considerazione i nomi di due giovani di sicure promesse: Ferruccio Patuna e Al<>ssandro Psachuropnlo.

Rlll\llUIO MARINI

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