Resoconti Parlamentari — 869 —
Assemblea Regionale Siciliana
Vili Legislatura CCX SEDUTA
20 Giugno 1978
C C X S E D U T A
(Pomeridiana)
m a r t e d ì 20 G I U G N O 1978
Presidenza del Presidente DE PASQUALE indi
del Vice Presidente D ’ALIA indi
del Vice Presidente PINO
I N D I C E
Pag.
...
Decreti assessoriali concernenti variazioni di bilancio:
( C o m u n i c a z i o n e ) ... 3gg
Disegni dì legge:
(Annunzio di presentazione) . . . . 870
(Annunzio di presentazione e comunicazione di invio alla Commissione legislativa com pe-
... 870 (Richiesta di Commissione speciale) :
f f f f l S I D E N T E ... 875
lo GIUDICE . . . ! ! ! ! ! 875
(Richiesta di procedura d’urgenza con rela-
^one orale);
p r e s i d e n t e... 875 R a c q u is t o. A ssessore al Mlancio ed alle fi-
... 875
“Nonne per la programmazione regionale » (282/a) (Seguito della discussione):
... 885
ORSIMa n o . . 885
Rkde ... 903...
‘“‘ wpellanze:
( A n n u n z i o ) ... 872 (Svolgimento) :
...
DWWUISTO *, Assessore al bilancio e alle fi»ttt ...
■ ... 881
Resoconti, f.
Interrogazioni :
( A n n u n z i o ) ...
Mozioni :
( A n n u n z i o ) ...
(Determinazione delia data di discussione);
P R E S I D E N T E ...
L A U D A N I ... 875
875
La seduta è aperta alle ore 16,45.
TRICOLI, segretario ff., dà lettura del pro
cesso verbale della seduta precedente che, non sorgendo osservazioni, si intende ap
provato.
Comunicazione di decreti assessoriali concer
nenti variazioni di bilancio.
PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti decreti assessoriali con
cernenti variazioni di bilancio derivanti dalla utilizzazione di somme versate dallo Stato:
numero 25050 del 6 aprle 1978: « Varia
zioni al bilancio della Regione per l’anno fi
nanziario 1978, susseguenti a versamento da parte del Ministero della sanità delle som
me di lire 1.555.232.655, di lire 174.201.990 e di lire 34.897.600, per complessive lire
(500)
Resoconti Parlamentari 870 Assemblea Regionale SiciUaTm
V i l i Legislatura CCX SE D U T A 20 Giugno
1.764.332.245 quali contributi per il finan
ziamento del piano per gli asili nido (Legge numero 1044 del 1971 - Legge regionale numero 39 del 1972 - Legge regionale nu
mero 17 del 1974 - Legge regionale numero 86 del 1977 - Legge 891. del 1977-»;
mmiero 25051 del 6 aprile 19‘78; « Va
riazioni al bilancio della Regione per l ’anno finanziario 1978, susseguenti a versamento da parte del Ministero del lavoro e della previdenza sociale della somma di lire 132 milioni 17.090 a titolo di acconto sul con
tributo di lire 177.550.979 per il finanzia
mento di attività di formazione professio
nale (Legge regionale 6 marzo 1976, nu
mero 24) »;
numero 25055 del 6 aprile 1978: « Va
riazioni al bilancio della Regione per l’anno finanziario 1978 susseguenti a versamento di lire 53.886.400 per recuperi e rimborsi vari relativi al Fondo regionale per l’assistenza ospedaliera (Legge regionale 3 giugno 1975, numero 27) »;
numero 25058 dell’8 aprile 1978: « Va
riazioni al bilancio della Regione per l’anno finanziario 1978 susseguenti a versamento di lire 1.115.000.000 da parte del Ministero deir agricoltura e delle foreste, quali contri
buti per il ripristino delle strutture delle aziende agricole danneggiate da eccezionali avversità atmosferiche o da eccezionali cala
mità naturali (Legge 25 maggio 1970, nu
mero 364, articolo 4, primo comma e arti
colo 5) ».
Annunzio di presentazione di disegni di legge.
PRESIDENTE. Comunico che, nelle date a fianco di ciascuno segnate, sono stati pre
sentati i seguenti disegni di legge:
— « Assegnazione di fondi all’Ente di svi
luppo agricolo » (433), d’iniziativa governa
tiva, in data 14 giugno 1978;
— « Interventi straordinari per il soste
gno e lo sviluppo della economia e per il potenziamento delle strutture civili » (434), d’iniziativa governativa, in data 17 giugno 1978;
— « Contributo annuale dell’Assessorato regionale ai beni culturali e alla pubblica istruzione per la Storia patria di Palermo
e per l’attuazione dei suoi fini istituzionali » (435), dall’onorevole Avola, in data odierna.
Annunzio di presentazione ed invio di disegno di legge alla Commissione legislativa.
. PRESIDENTE. Comunico che è stato pre
sentato ed inviato alla competente Commis
sione legislativa il seguente disegno di legge:
« Norme di interpretazione e di applica
zione della legge statale 1 giugno 1977, nu
mero 285, che reca provvedimenti per fa
vorire l ’occupazione giovanile » (432), dagli onorevoli Lo Giudice, La Russa, Nicolosi, Avola, Cadili, Cangiatasi, Capitummino, Cu- licchia, Germanà, Incoiano, Leanza, Lo Cur
zio, Mantione, Mazzara, Muratore, Ojeni, Parisi, Piccione, Plumari, Ravidà, Rosane, Rosso, Russo Giuseppe, Sardo Modesto, Sciangula, Traina e Zappata, in data 8 giu
gno 1978; trasmesso alla Commissione legi
slativa « Pubblica istruzione, beni culturali, ecologia, lavoro e cooperazione » in data 14 giugno 1978.
Congedi.
PRESIDENTE. Comunico che gli onore
voli Nigro, Ordita, Piacenti e Stornello han
no chiesto congedo per la presente seduta, che l’onorevole Avola ha chiesto due giorni di congedo, che gli onorevoli Ammavuta e Monteleone hanno chiesto quattro giorni di
congedo. • .
Non sorgendo osservazioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di interrogazioni.
PRESIDENTE. Invito il deputato segre
tario a dare lettura delle interrogazioni pre
sentate.
TRICOLI, segretario ff.:
«
« A ll’Assessore alta sanità per conoscere se risulti veritiera la notizia, apparsa stampa quotidiana locale, che TInail be posto in vendita, al miglior offerente, ^
complesso immobiliare ” San Ciro”
località Rocca di Palermo già adibito a tro traumatologico ortopedico e di recupe*
Resoconti Parlamentari — 871 Assemblea Regionale Siciliana
Vili Legislatura CCX SEDUTA 20 Giugno 1978
Per conoscere, altresì, se e quali inizia
tive ha intrapreso o intende intraprendere per evitare che una struttura sanitaria, di rilevante interesse pubblico, venga conse
gnata alla speculazione privata e sottratta alla fruizione delle popolazioni del territo
rio » (551) {Gli interroganti chiedono lo svolgimento con urgenza).
Marconi - Barcellona - Am- MAVUTA - CaRERI - MOTTA.
« Al Presidente della Regione per sapere se risponde a verità che il signor Giuseppe Ruggirello, Presidente della Banca industria
le di Trapani, sia stato indiziato di reato dalla magistratura per:
— numero 1 delitto di truffa continuata e pluriaggravata, numero 3 delitti di truffa continuata e aggravata, numero 14 delitti di falso ideologico aggravato e continuato, nu
mero 8 delitti di falso ideologico aggravato, numero 1 delitto di interesse privato con
tinuato ed aggravato in atti di ufficio, nu
mero 1 delitto di interesse privato in atti di ufficio e numero 2 delitti di frode aggra
vata in pubbliche forniture, che avrebbero comportato un danno di diverse decine di milioni alla pubblica amministrazione per la realizzazione di lavori sulla strada pro
vinciale "Ballotta - Fugatore - Bosco Sco- race” ;
— numero 3 delitti di truffa continuata ed aggravata, numero 1 delitto di truffa ag
gravata, numero 25 delitti di falso ideologico aggravato, numero 3 delitti di falso ideolo
gico continuato ed aggravato, numero 1 de
litto di interesse privato continuato in atto di ufficio, numero 5 delitti di interesse pri
vato continuato in atti di ufficio, che avreb
bero causato un danno per centinaia di mi
lioni alla pubblica amministrazione in rela
zione alla realizzazione di lavori sulla strada provinciale "Marsala - Petrosino" e sulle trazzere di "Molinazzo", del "Busecchio" e sulla strada provinciale "Trapani - Salemi"
nonché sulla provinciale "Campobello - Gra
nitola” ;
il delitto di false comunicazioni sociali Continuate ed aggravate compiute dal signor Ruggirello nella sua qualità di azionista ed
®®fliinistratore delegato della Banca indu
striale di Trapani;
■ violazione dell’articolo 38 della legge nucarìa, truffa pluriaggravata, truffa plu
riaggravata e continuata, soppressione ag
gravata di documenti e falso in scrittura privata ai danni dell’A. S. Trapani.
Per conoscere se TAmministratore regio
nale ha provveduto ad esercitare sulla Ban
ca industriale di Trapani i controlli che le sono demandati dalle norme di attuazione dello Statuto, in materia di credito e rispar
mio, al fine di salvaguardare gli interessi dei cittadini, della pubblica amministrazione e degli operatori economici.
Per conoscere, infine, quante aperture di nuovi sportelli sono state autorizzate in fa
vore della Banca industriale di Trapani a partire dal 1972 » (552) {Gli interroganti chiedono lo svolgimento con urgenza).
Che ssa r i - R usso Michelan gelo - VizziNi - Me ssa n a.
« Al Presidente della Regione, all’Asses
sore agli enti locali e all’Assessore ai lavori pubblici per sapere quali urgenti provvedi
menti il Governo della Regione intenda as
sumere in relazione alla gravissima e scan
dalosa omissione di atti tendenti a realizzare l’insediamento delle commissioni provinciali di cui all’articolo 14 della legge 28 gennaio 1977, numero 10 (o "legge Bucalossi”), tutto ciò con obiettivo pregiudizio degli interessi di migliaia di cittadini soggetti ad espropria- zone per pubblica utilità.
In particolare per sapere:
—• dall’Assessore agli enti locali se in
tenda o meno nominare "commissari ad acta” presso quelle amministrazioni provin
ciali che ad oltre due mesi dalla avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dei de
creti di nomina delle commissioni stesse, non hanno provveduto ad insediarlo e ad ini
ziarne l’attività;
—■ dall’Assessore ai lavori pubblici se in
tenda o meno intervenire presso gli Istituti autonomi per le case popolari, ed in parti
colare presso quello di Palermo, per far sf che, in attesa deH’ìnsediamento delle com
missioni provinciali di cui al medesimo arti
colo 14 della legge "Bucalossi” , sospendano ogni atto che fìssi improrogabili termini per l’accettazione di indennizzi che, conmiisurati sui valori determinati a norma della legge numero 865, risultano iniqui, spoliativi, con
trari ad ogni misura di buon diritto e di
Resoconti Parlamentari 872 Assemblea Regionale Siciliana
V i l i Legislatura CCX SE D U T A 20 Giugno 1975
procedura espropriativa intesa in modo co
stituzionalmente corretta.
Per conoscere quali urgenti provvedimenti si intendano assumere per garantire in ogni caso l’inalienabile diritto dei cittadini, espro
priati per ragioni di pubblica utilità, e dei piccoli coltivatori, in particolare, ad otte
nere dalle amministrazioni dipendenti dalla Regione stessa indennizzi equi, corrisposti con tempestività e determinati a norma dell’
articolo 14 della legge 28 gennaio 1977, nu
mero 10 » (553).
Ravidà. PRESIDENTE. Le interrogazioni testé let
te saranno iscritte all’ordine del giorno per essere svolte al loro turno.
Annunzio di interpellanze.
PRESIDENTE. Invito il deputato segre
tario a dare lettura delle interpellanze pre
sentate.
TRI COLI, segretario ff.:
« Al Presidente della Regione e all’Asses
sore agli enti locali per sapere se sono a loro conoscenza le reazioni negative neU’opinione pubblica e le conseguenze gravissime nella vita degli Enti locali, che sta provocando la circolare interpretativa, diramata il 22 mag
gio 1978, dall’Assessore agli enti locali, dell’
articolo 6 del disegno di legge numero 946 del 29 dicembre 1977, convertito con la legge numero 48 del 27 febbraio 1978, specie per la parte riguardante i miglioramenti econo
mici del personale degli enti locali e le com
petenze amministrative degli organi di con
trollo nella Regione siciliana;
— per conoscere, in premessa, se non è da considerarsi, statutariamente, illegittima una circolare che, nella sostanza, è surroga
toria di un provvedimento regionale (pur
troppo non assunto) di recepimento di una legge statale, riguardante non solamente norme finanziarie eccezionali, ma, soprat
tutto, Lordinamento degli enti locali, del loro personale, stante il fatto che tale materia è di esclusiva competenza della Regione (arti
colo 15 dello Statuto);
— per conoscere, in particolare, i motivi politici e finanziari per i quali la suddetta
circolare, estremizzando l’interpretazione di alcune deroghe di ordine particolare previ
ste dall’articolo 6 della suddetta legge sta
tale, in ordine al trattamento economico del personale degli enti locali, ha, di fatto, auto
rizzato un radicale e generale sovvertimento delle norme contrattuali del 1975 riguardanti il personale degli enti locali, penalizzando i Comuni rispettosi del contratto, creando infinite situazioni di disparità retributiva ne
gli enti locali, dando la stura alla più fan
tastica giungla retributiva, in Sicilia;
Per sapere in virtù di quali eccezionali poteri e di quale legislazione regionale con
feriti, si è considerato possibile sospendere, con circolare, prerogative e competenze de
gli organi di controllo nella Regione sici
liana, anche se limitatamente alle materie di cui in premessa per cui, secondo la di
rettiva assessoriale, i pareri degli organi di controllo sono da considerarsi "irrilevanti”
(non validi, se dati; non necessari, se non dati) in ordine alle delibere assunte dagli enti locali in tema di miglioramenti eco
nomici, conseguenti all’accordo contrattuale nazionale e regionale del 1975, pubbliciz
zato con circolare ministeriale (la numero 15700 IX 30/6) e con circolare assessoriale (numero 35 del 10 aprile 1975), e per cui le deliberazioni degli enti locali, assunte in difformità — qualunque fosse il loro con
tenuto — si tradurrebbero in atti immedia- i tamente esecutivi e non solo per provve- 1 dimenti di ordine particolare, ma anche per j quelli di ordine generale. j Naturalmente sia la legge statale numero j 48 (provvedimento anche di contenimento j della spesa pubblica) sia l’articolo 6, né nello | spirito, né nella forma, si sono posti obiet-1 tivi di rottura di argini retributivi e tanto | meno di travolgimento dei limiti degli so- ; cordi contrattuali nazionali, né tanto meno |
— ancora — della messa in mora delle co®" s petenze degli organi di controllo.
Per sapere, infine, se non si ritiene ne- 1 cessario revocare e modificare la suddetto | circolare per le parti, ove è evidente 1 ®0' |
•male | cesso di potere, al fine di rendere nor dii la vita e la credibilità delle istituzioni;
evitare il pericoloso dirompere di nuovi ® razionali corporativismi contrattuali e di P' gravi ingiustizie retributive » (332).
Ca g n e s - Ch e s s a b i-
Resoconti Parlamentari — 873 Assemblea Regionale Siciliana
V ili Leg islatur a CCX SEDUTA 20 Giugno 1978
« Al Presidente della Regione per sapere:
— se il Consiglio di amministrazione della Cassa di risparmio V. E. per le province si
ciliane ha provveduto a dichiarare la deca
denza da consigliere del dottor Antonio Ni- cosia in quanto la sua permanenza in tale carica è in netto contrasto con l’articolo 8 dello statuto della Cassa, il quale stabilisce che non possono fare parte del Consiglio di amministrazione le persone dichiarate in
compatibili con l’ufficio di amministratore, e con l’articolo 12 dello stesso statuto, che fa divieto agli amministratori di contrarre obbligazioni passive, di c^ualunque natura, dirette o indirette con la Cassa;
— se il Governo della Regione ha ricevuto comunicazione da parte degli organi di am
ministrazione della Cassa dell’atto di dichia
razione della decadenza;
— se l’amministrazione regionale ha pre
disposto gli adempimenti necessari per la nomina del nuovo componente del Consiglio di amministrazione della Cassa di risparmio;
— quali iniziative intende adottare per imporre il rispetto dello Statuto della Cassa e della legge bancaria » (333) {Gli interpel
lanti chiedono lo svolgimento con urgenza).
Ch e ssa r i GELO.
R usso Michelan-
« Al Presidente della Regione — premes
so che a fronte dei danni causati dall’allu
vione del 1976 in provincia di Messina, la Regione ha stanziato, a suo tempo, fondi da elargire quali contributo agii aventi diritto;
constatato che tale contributo è stato già concesso ai primi 1.000 richiedenti, mentre sgli altri numerosi, aventi eguale diritto, nulla è stato ancora elargito; evidenziato ehe il diritto ad usufruire del contributo per
<lanni alluvionali non può essere oggetto di
<liscriminazioni né clientelari né tanto meno Pdopritario, quale ad esempio la celerità dell’avente diritto di farne richiesta — per conoscere quali opportuni provvedimenti i competenti organi intendano prendere affin
ché tutti gli aventi diritto al contributo per Panni alluvionali possano fruire di quella
^he, finora, sembra essere rimasta preroga- ava di una parte evidentemente "privile- g'ata” » (334).
Martino.
PRESIDENTE. Trascorsi tre giorni dall’
odierno annunzio senza che il Governo ab
bia respinto le interpellanze o abbia fatto conoscere il giorno in cui intende trattarle, le interpellanze stesse saranno iscritte all’
ordine del giorno per essere svolte al loro turno.
Annunzio di mozioni.
PRESIDENTE. Invito il deputato segreta
rio a dare lettura delle mozioni presentate.
TRICOLI, segretario //. :
« L’Assemblea regionale siciliana constatato che le autorità provinciali hanno precettato ottantadue infermieri dell’
Ente ospedaliero Piemonte - Margherita di Messina, dopo solo alcuni giorni di scio
pero con il quale, dopo inutili tentativi di bonario componimento, intendevano riven
dicare i loro diritti sindacali ed economici, da anni disattesi daH’amministrazione dell’
Ente;
rilevato che la precettazione, riferendosi a norme emanate nel 1931 nel contesto di una legislazione del lavoro fondata sulla proibizione dello sciopero, appare ora di as
sai dubbia legittimità costituzionale;
■
— visto che le autorità regionali, a se
guito alla suddetta interpellanza, avevano sentito la necessità di disporre un’ispezione che non sembra però abbia approfondito i motivi della grave situazione determinatasi in quell’ambiente ospedaliero,
impegna il Governo della Regione ad intervenire urgentemente per consentire la corresponsione di almeno un’anticipazione sulle somme pregresse che l’amministrazio
ne del Piemonte - Margherita deve ai lavo
ratori, in modo che la sensibilità sociale e democratica della Regione siciliana faccia cessare ogni atteggiamento antisindacale, basato sulla discriminazione.
Ad indagare altresì ed a riferire all’As- semblea sui motivi che hanno indotto gli ispettori a non visitare i reparti, ove sono evidenti le gravi lacune denunciate nella predetta interpellanza, ed a non prendere contatto con i rappresentanti sindacali non-
Resoconti Parlamentari 874 — Assemblea Regionale Siciliana
V i l i Legislatura CCX SE D U T A 20 Giugno 1975
ché con i giovani medici ospedalieri che, recentemente, hanno lanciato un appello al
larmato attraverso la stampa » (77).
Fede - Cusumano - Tricoli Paolone - Marino - Virga.
L’Assemblea regionale siciliana constatata la grave recrudescenza del fe
nomeno mafioso, che si esplica, in modo preoccupante in varie città della Sicilia oc
cidentale ed in modo particolare a Palermo, con un moltiplicarsi di omicidi e di atten
tati alle persone, che richiamano la dram
matica situazione degli anni 1962-63;
considerato che la portata di tali atti cri
minali non può essere spiegata come un sem-- plice regolamento di conti tra cosche ma- fìose ma va valutata nel contesto di una pericolosa ripresa di manifestazioni delit
tuose tipiche della mafia in Sicilia;
ritenuto che per poter effettuare tali at
tività criminali le organizzazioni mafiose ri
cevono o ricercano complicità ed appoggi da persone, da gruppi o da forze, che in taluni casi, esercitano funzioni pubbliche;
ritenuto che tali attività criminali eserci
tano diretta e deleteria influenza sulla vita economica e sociale dell’Isola;
considerato che le forze politiche demo
cratiche che hanno dato vita ad una nuova maggioranza di Governo in Sicilia hanno concordato, come si evince dalle dichiara
zioni programmatiche del Presidente della Regione, sulla necessità ” di provvedimenti che abbiano di mira la eliminazione di zone di parassitismo purtroppo ancora assai dif
fuse, di sprechi e di favoritismi e che ren
dano la pubblica amministrazione impermea
bile ad infiltrazioni di stampo mafioso o clientelare e che puntino invece su un sano
sviluppo produttivo” ;
impegna il Governo della Regione a considerare la lotta contro la mafia come uno degli obiettivi politici e sociali centrali della sua attività;
a dare attuazione, nel proprio ambito, alle indicazioni conclusive della Commissione di inchiesta antimafia;
— con la eliminazione di ogni forma di clientelismo nella pratica amministrativa;
con lo smantellamento della centralizzazione burocratica e il più ampio decentramento ; di poteri, di funzioni, di mezzi finanziari alle comunità locali;
— con l ’approvazione di una nuova legge ; sugli appalti che garantisca la tempestività ; della spesa pubblica e la piena regolarità e ; cristallinità dei concorsi;
— con la revisione dell’albo degli appai- j
latori; |
— con ima politica di intervento e di se- | vero controllo in tutto il settore della com- i mercializzazione per eliminare la sempre più grave piaga deU’intermediazione parassitaria e mafiosa;
•— con un rigoroso controllo sulle assun
zioni pubbliche, per evitare, come nel caso Di Cristina, che appartenenti a cosche ma- fiose, possano inserirsi in Enti pubblici;
— con la politica di programmazione eco
nomica che poggi sulla partecipazione e sul controllo di un ricco ed articolato tessuto democratico;
— con una politica scolastica che, utiliz
zando tutte le risorse della scuola opponga, alla tradizione della mafia basata sulla pre
potenza e sul crimine, la richiesta di parte
cipazione, di progresso, di giustizia sociale delle nuove generazioni;
—• ad intervenire presso i Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Re
pubblica perché si provveda al più presto al dibattito parlamentare sulle conclusioni della Commissione d’inchiesta antimafia, e presso il Governo nazionale perché metta in atto le proposte che la Commissione anti
mafia ha suggerito, che si riferiscono alle responsabilità amministrative degli organi centrali dello Stato, in modo che possa per
venire alla attuazione di tutte quelle misure di prevenzione e di repressione del delitto mafioso come richiede la coscienza civile e democratica del popolo siciliano » (78).
Motta - R u sso Michelangelo - VizziN i - Am a t a - Am m a- vuTA - Barcellona - Bua - . Cagnes - Careri - Ca r f i’ - Che ssa r i - Gentile - Grande - Laudani - Lucenti - Ma r c o ni - Me ssa n a - Messin a - Monteleone - Rindone - To
scano - Tu s a.
PRESIDENTE. Avverto che le mozioP
Resoconti Parlamentari — 875
Assemblea Regionale Siciliana
V ili Legislatuha CCX SEDUTA 20 Giugno 1978
testé lette saranno poste all’ordine del giorno della prossima seduta perché se ne deter
mini la data ■ di discussione.
Richiesta di Commissione speciale.
LO GIUDICE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LO GIUDICE. Signor Presidente, è stata annunziata la presentazione del disegno di legge di iniziativa governativa numero 434, intitolato: « Interventi straordinari per il so
stegno e lo sviluppo dell’economia e per il potenziamento delle strutture civili ». Or
bene, esso interessa diversi settori dell’eco- nomia siciliana, oltre a prevedere — come è detto nel titolo •— interventi per le strut
ture civili. Si tratta, quindi, di un disegno di legge abbastanza complesso, la cui appro
vazione da parte dell’Assemblea peraltro è urgente, poiché gli interventi ivi previsti sono diretti al sostegno della economia sici
liana soprattutto nell’attuale fase di crisi economica e di emergenza. Per questa ra.- gione chiedo la istituzione di una Commis
sione speciale ai sensi dell’articolo 29 bis del Regolamento di questa Assemblea, fermo re
stando che la sua composizione venga affi
data alla Presidenza dell’Assemblea al fine di sollecitarne l ’iter formativo.
PRESIDENTE. La richiesta sarà posta all’
ordine del giorno della prossima seduta.
Richiesta di procedura d’urgenza con relazione orale per l’esame di disegno di legge.
D’a c q u i s t o, Assessore al bilancio ed
“Re finanze. Chiedo di parlare.
Pr e s i d e n t e. Ne ha facoltà.
D ACQUISTO, Assessore al bilancio ed
®‘e finanze. Signor Presidente, chiedo la procedura d’urgenza con relazione orale per
* '^rsegno di legge numero 434 testé annun
ciato.
0 ^^^®^d3DNTE. La richiesta sarà posta all’
dine del giorno della prossima seduta.
Determinazione della data di discussione di mozione.
PRESIDENTE. Si passa al punto secondo dell’ordine del giorno: « Lettura, ai sensi e per gli effetti degli articoli 83, lettera d) e 153 del Regolamento interno, della mozione numero 76 ».
Invito il deputato segretario a darne let
tura.
TRICOLI, segretario ff.:
« L’Assemblea regionale siciliana vista la legge regionale numero 115 del 30 dicembre 1977, concernente la fusione di alcuni enti ospedalieri dell’Isola;
considerato che essa nonostante le sue precise prescrizioni è, a sei mesi dalla sua pubblicazione, del tutto inapplicata in ogni sua parte;
considerato che non si è proceduto come previsto dalla suddetta legge alla emanazione del decreto di fusione degli Enti ospedalieri e quindi alla nomina dei Commissari;
considerato che tali inadempienze hanno provocato gravi conseguenze di ordine va
rio nella gestione degli Enti ospedalieri in
teressati,
impegna il Presidente della Regione ad emettere entro dieci giorni i decreti di fusione degli enti ospedalieri e, contestual
mente i decreti di nomina dei commissari previsti per la gestione prownsoria degli enti » (76).
Lucenti - Gentile - Marconi - Motta - Cagne s - Che s sari - Monteleone - Laudani - Me s- sana.
LAUDANI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LAUDANI. Desidero che per la discus
sione di questa mozione sia fissata la data del 5 luglio.
PRESIDENTE. Non sorgendo osservazioni, rimane cosi stabilito.
Resoconti Parlamentari — 876 — Assemblea Regionale Siciliana
V ili Leg islatur a CCX SEDUTA 20 Giugno 1978
Svolgimento dì interpellanza.
PRESIDENTE. Si passa al punto terzo deU’ordine del giorno: Svolgimento delPin- terpellanza numero 316.
Invito il deputato segretario a darne let
tura.
TRI COLI, segretario jf.\
« Al Presidente della Regione, all’Assesso
re al bilancio e alle finanze e all’Assessore alla cooperazione, al commercio, alTartigia- nato e alla pesca, per sapere quali accerta
menti sono stati compiuti dall’Amministra
zione regionale in relazione alla scandalosa ed illegale gestione che la Crias ha fatto del credito a medio termine e a tasso agevolato erogato, con finanziamento regionale, a fa
vore delle imprese artigiane.
Com’è noto, infatti, la magistratura di Ca
tania su denuncia del presidente della Crias ha spiccato mandato di cattura nei confronti dell’ avvocato Pasquale Addia, funzionario preposto al credito a medio termine, e del
l’avvocato Stefano Barone per avere _ sot
tratto circa due miliardi alla Crias mediante Terogazione di credito agevolato, al tasso del 2 per cento, a favore di centinaia di falsi artigiani che, quasi sempre, facevano da pre
stanome a professionisti ed imprenditori.
E’ di questi ultimi giorni, inoltre, la noti
zia che la magistratura, proseguendo nelle sue indagini e dopo aver denunciato oltre duecento persone coinvolte nell’incredibile giro di attività truffaldino collegate alla Crias, ha emesso comunicazioni giudiziarie, perché indiziati di interesse privato in atti di ufficio e truffa aggravata, nei confronti del dottore Nicolò Nicoletti, presidente della Crias, del signor Mario Renna, vice presidente, e dell’
avvocato Ermanno Laudani, direttore gene
rale, anche nella sua qualità di presidente dell’istituto all’epoca nella quale si sono ve
rificati i gravissimi illeciti.
Per sapere:
— se risulta aU’Amministrazione regionale che la Crias già nel passato si era segna
lata, all’attenzione della pubblica opinione, per le gravi irregolarità della sua attività interna in particolare per quanto attiene ad assunzioni, concorsi, trattamento economico e normativo dei suoi dirigenti;
— se, in particolare risulta a verità che
un presidente dell’istituto è riuscito a vin
cere il concorso a direttore generale e se, su questo singolare e tipico episodio, siano stati condotti accertamenti;
— per quali motivi TAmministrazione re
gionale, in presenza di fatti cosi gravi, ha consentito che il consiglio di amministrazione della Crias, sciolto soltanto nei giorni scorsi dopo le dimissioni del presidente restasse in carica, invece di tre anni, come per legge, circa dieci anni;
— se non ritengano che la legge regionale numero 31 del 1977, che dota la Crias di notevoli mezzi finanziari per sviluppare una indispensabile attività di sostegno delle im
prese artigiane siciliane gravemente colpite dalla crisi, non sia stata applicata per la parte relativa alla nomina del nuovo con
siglio di amministrazione.
In relazione a quanto sopra gli interpel
lanti chiedono se non ritengono di dover promuovere il più completo e rigoroso accer
tamento in via amministrativa delle irrego
larità verificatesi alla Crias in questi ultimi anni;
— adottare tutte le opportune iniziative legali a tutela degli interessi della Regione e degli artigiani siciliani;
— sospendere dalla loro delicata funzione quei dirigenti della Crias indiziati di gravi reati commessi a danno dell’istituto;
— procedere rapidamente alla nomina del nuovo Consiglio di amministrazione della Crias previsto dalla legge numero 31 del 1977 » (316).
VIZZINI - R u sso Michelangelo - Motta - Laudani - Careri - Carpì - Grande.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’ono
revole Vizzini, per illustrare l’interpellanza.
VIZZINI. Signor Presidente, onorevoli col
leghi, da mesi la stampa, non solo siciliana, riporta notizie sugli sviluppi del gravissimo scandalo, che ha investito la Crias. Si trata di uno degli episodi più gravi ed inquiet^*
avvenuti negli ultimi anni nella nostra BO' gione. Dalle indagini fino ad ora svolte dai ^ magistratura risulta, infatti, in modo incP pugnabile che l’attività, pur cosi importan ; esplicata dalla Crias, era avvolta da ^ nelle maglie di una organizzazione trufio'
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Assemblea Regionale Siciliana
Vili Legislatura CCX SEDUTA 20 Giugno 1978
dina caratterizzata da ampie articolazioni e coperture anche esterne all’Istituto e da rap
porti con diversi professionisti ed impren
ditori catanesi.
Centinaia di pratiche riguardanti il credito a medio termine, erogato dalla Crias con finanziamenti della Regione al tasso agevo
lato del 2 per cento, sono risultate del tutto false, intestate cioè a persone che non hanno mai esercitato il mestiere di artigiamo o addirittura a dei prestanomi di imprenditori edili e di professionisti catanesi. Probabil
mente la maggior parte delle non molte pratiche di credito a medio termine esitate dalla Crias negli ultimi anni è risultata viziata da queste vicende, cosi che diversi miliardi della Regione sono stati utilizzati non per i fini che la legge assegna alla Crias (tra cui riveste molta importanza quel
lo concernente il sostegno delle attività svolte dalle imprese artigiane della Sicilia) ma sono serviti per operazioni speculative e losche.
Ciò accadeva — è bene ricordarlo — mentre si negava il credito agevolato alle migliaia di artigiani che ne avevano fatta richiesta e verso cui la Crias è sempre stata fiscale e ostile. Molto pochi sono, in
fatti, gli artigiani autentici che in questi anni sono riusciti a usufruire delle prov
videnze regionali per il credito agevolato.
Al momento in cui è scoppiato lo scandalo a la magistratura su denuncia del Presi
dente della Crias, dottore Nicoletti, da poco insediato (ricordo che il dottore Nicoletti è stato insediato con decreto del 20 maggio 1976), ha iniziato le indagini, risultano sot- Ivatti alla Crias circa 2 miliardi e mezzo, attraverso più di 200 pratiche false, regolar
mente finanziate.
Voglio ricordare che gran parte di questo denaro è servito ad impinguare i patrimoni
‘^miliari degli ideatori e dei registi della muffa, come risulta da atti pubblici, se è
^®ro che la famiglia Addia, la famiglia, cioè, funzionario responsabile del credito a medio termine, e quella deH’awocato Baro- di Catania, presso il cui studio venivano
^'uriate la maggior parte delle pratiche, han- potuto rilasciare ipoteca sui propri beni favore della Crias per molte centinaia di
^^lioni. A confermare l’ampiezza della re- Ponsabilità e l’eccezionale gravità dello scan- sta il fatto che i mandati di cattura,
R e s o co n ti, f , 125
spiccati dalla magistratura e in gran parte eseguiti, sono poco meno di venti.
Essi riguardano il Presidente della Crias Nicoletti, l’avvocato Laudani (ricordo che egli è stato presidente nel 1964 e dal 1968 fino al 1976) nominato direttore, mentre svolgeva le funzioni di presidente pur aven
do rassegnato le dunissioni da questa carica, responsabile del credito a medio termine dottore Addia, il vice presidente signor Ren
na, oltre a noti professionisti catanesi come l’avvocato Barone, eccetera.
E’ nostra convinzione che lo scandalo sia destinato ad allargarsi ed a coinvolgere ben più ampie responsabilità. Ci domandiamo, infatti, quali colpe ricadano sui consigli di amministrazione della Crias che hanno igno
rato rilevanti e palesi violazioni di legge e che comunque non hanno saputo garantire il corretto uso delle risorse della Regione;
ma io mi domando inoltre che cosa acca
drebbe se il magistrato che conduce le inda
gini decidesse di indagare anche sulle mi
gliaia di pratiche di credito d’esercizio finan
ziate dalla Crias con i soldi della Regione sulla base della legge numero 22 del 1974. Probabilmente risulterebbe fondata 1’
opinione, che circola nella nostra Regione, secondo cui molte centinaia di persone hanno potuto usufruire del credito agevolato ille
gittimamente, con la complicità di dirigenti della Crias e di diversi istituti di credito.
Veniamo dunque al punto centrale della questione: siamo in presenza di un fatto scandaloso, che oltre a mettere in luce re
sponsabilità penali (chiediamo che vengano colpite severamente) evidenzia varie respon
sabilità politiche a carico del Governo re
gionale. Una struttura della Regione, finan
ziata con risorse regionali, è stata utilizzata apertamente a fini truffaldini e clientelari;
la qual cosa è possibile solo se si consente come pratica corrente la possibilità di vio
lare le leggi, di non tenerne conto, di pie
garle comunque a fini di parte; è possibile solo in assenza di quel rigore che sarebbe necessario garantire nell’ amministrazione della cosa pubblica. Chi ha diretto la Crias in questi anni — ricordiamolo — ha goduto di un aperto sostegno da parte del Governo della Regione, il quale ha consentito che la legge venisse sfacciatamente e ripetuta- mente violata. Parlo di violazioni sfacciate
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ed aperte perché solo cosi si può capire la rueccanica dello scandalo Crias.
Vorrei soffermarmi rapidamente su qual
che particolare non secondario: esisteva, in sostanza, uno studio legale che addirittura pubblicava degli annunci pubblicitari su uno dei giornali più diffusi della nostra Regione, lo studio, appunto, dell’avvocato Barone, presso il quale si impostavano le pratiche successivamente approvate dalla Crias, la quale non svolgeva alcun accertamento circa resistenza dei requisiti previsti dalla legge per godere del credito agevolato.
Vorrei, inoltre, che fosse chiaro questo aspetto: le persone coinvolte nello scandalo non hanno inventato niente di particolare, mettendo in opera una truffa, la cui tec
nica non è assolutamente raffinata, ma, in
vece, molto rozza. Essa ha avuto successo perché la struttura e l ’attività dell’istituto sono state profondamente inquinate e utiliz
zate a fini personali e di clientela; ha avuto successo soltanto perché sono mancate nell’
attività della Crias criteri e linee di con
dotta oggettivi, capaci, cioè, di garantire la corretta applicazione della legge a favore degli artigiani ed a vantaggio di tutta la nostra Regione.
Il terreno sul quale sono scivolati gli am
ministratori della Crias è quello dell’arro
ganza del potere, della eccessiva sicurezza, della certezza di poter farla franca. Essi, infatti, per anni, agendo alla luce del sole ed in violazione delle leggi, non avevano mai pagato alcun prezzo; anzi erano stati protetti ed aiutati.
Ma vorrei spendere due parole per chia
rire ancora un particolare: chi sono questi amministratori? Su tale argomento è bene soffermarsi un miomento. Essi sono i rap
presentanti tipici di un certo modo di essere dei partiti di governo della nostra Regione.
Gli amministratori della Crias fanno parte innanzitutto dei quadri dirigenti della Demo
crazia cristiana e del Partito socialista; non sono degli estranei alla vita politica siciliana e non sono neanche persone di terz’ordine;
sono persone di una certa forza politica e di una certa consistenza elettorale.
I giornali hanno ricordato più volte — tra
lascio di insistere su questo tasto per un senso di misura — che sia il dottor Nico- letti sia l’avvocato Laudani sono stati en
trambi segretari, rispettivamente della De
mocrazia cristiana di Catania e di Enna, ed entrambi amministratori comunali, presidenti della provincia di Catania, sindaci di Cen- turipe, capilista alle elezioni del maggio di . quest’anno. L’avvocato Laudani è entrato a far parte della Crias nel 1964 come pre- : sidente; viene riconfermato nel 1968 e ri
mane in carica fino al 1976; nel frattempo : diventa direttore della Crias, vincendo, con ; straordinaria abilità, il relativo concorso. : Orbene, sono stupito — e debbo dire : anche dispiaciuto di dovere insistere su que- • sti elementi — dal fatto che tanto il dottor ; Nicoletti c[uanto l’avvocato Laudani siano ; stati arrestati proprio aU’indomani della con- | clusione di una campagna elettorale, che li ! aveva visti protagonisti, rappresentanti, capi- j lista della Democrazia cristiana in centri | come Palagonia e Centuripe, benché lo scan- j dalo fosse già esploso da mesi e tutto la- | sciava pensare a sviluppi abbastanza gravi | delle indagini, in quanto sin dai primi atti i si scorgevano già tutti gli elementi dei sue- |
cessivi sviluppi. ;
Debbo precisare di non aver mai letto che | i partiti abbiano adottato misure disciplinari j nei confronti degli arrestati, e ciò mi pare un S fatto politicamente abbastanza grave. Forse j per un caso non sono stati arrestati due sin
dici della nostra Regione; bastava infatti ri
tardare di qualche giorno remissione del mandato di cattura perché ciò avvenisse.
Pertanto solo il ricorso a questa insoppor
tabile concezione dell’uso della cosa pubbli
ca, cui si è ispirata la vita della nostra Re
gione, può spiegare perché il Consiglio i amministrazione (definibile come un insieme di complicità e di responsabilità politiche da imputare al Governo della Regione) nomi
nato nel dicembre del 1968 e scaduto nel 1971, sia rimasto in carica non tre annt come prevede la legge, ma dieci. A tal pre' posilo desidero sottolineare, onorevole Asses
sore che (ironia della sorte!) avete sciolte il Consiglio di amministrazione, non perche esso era scaduto, ma perché il suo Presi
dènte si è dimesso; in altri termini lo scio
glimento del suddetto Consiglio non è stao il risultato di una decisione legittima de^
Governo a tutela degli interessi della Re gione, ma ha rappresentato invece un ver^
e proprio atto dimissionario, in quanto ^ Presidente, ricevuta la comunicazione giu ' ziaria, ha ritenuto opportuno dimettersi.
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Vili Legislatura CCX SEDUTA 20 Giugno 1978
Le responsabilità penali, credo, debbano essere accertate dalla Magistratura, alla cui azione coraggiosa va il nostro appoggio; ci au
guriamo che essa possa andare fino in fondo e rendere giustizia alla Sicilia e agli arti
giani.
Vi sono, però, pesanti responsabilità poli
tiche della Regione, che, anche quando è scoppiato lo scandalo, ha omesso di inter
venire. Mi domando — si tratta di una sem
plice domanda, alla quale, spero, qualcuno possa rispondermi *— se anche nella strana condotta, tenuta dal Governo della Regione, non si possa ravvisare un reato, poiché, tutto sommato, si è omesso di compiere un atto dovuto. La legge stabilisce che il Consiglio di amministrazione dopo ti"e anni scade; esso, invece, è durato dieci anni e non è stato rinnovato neanche in presenza di eventi pe
nalmente molto gravi e seri, compiuti a damro del patrimonio della Regione. Nasce legittimo il dubbio che nello scegliere tale comportamento sia prevalsa la preoccupa
zione di parte a danno della ferma difesa degli interessi della nostra Regione.
Sono deH’awiso, onorevole Assessore, che bisogna porre fine a cpuesta vicenda con mol
ta chiarezza restituendo la Crias agli arti
giani ed agii scopi importanti per cui essa è stata creata. Mi permetto di ricordare al Governo che con la legge numero 31 del 1977 abbiamo dato alla Crias oltre 50 mi
liardi e di conseguenza abbiamo il dovere di difendere questo Istituto e di tutelare le ri
sorse della Regione, destinandole al soste
gno dell’attività produttiva degli artigiani.
Bisogna, inoltre, a mio parere, finirla con la lottizzazione, che costituisce una logica che decide la vita democratica, che impedisce alla legione di avere una dialettica politica cor-
‘’rita, che introduce nel tessuto della nostra ''da pubblica elementi assai pericolosi.
Perché non si nomina, finalmente, il Con- di amministrazione previsto dalla legge
|>umero 31 del 1977? Debbo affermare che rovo assolutamente inconsistenti le argo
mentazioni pseudo-giuridiche formulate da l'^alciino dei dirigenti dei partiti di governo, impegnati addirittura a dimostrare che di 'onte ad una situazione eccezionale occorre n amministrazione speciale. Sono afferma- loiii prive di significato e — credetemi — P °®unziate soltanto per ingannare se stessi, l'ché, a mio giudizio, non si può neppure
pensare seriamente di riuscire ad ingannare gli altri; forse in qualche modo si cerca di rendere nobile un’azione di pura coper
tura.
Sono però preoccupato (ho riletto tutti i decreti riguardanti la Crias), che la vita di questo organismo risulti viziata, come quella di molti altri organismi pubblici regionali, da una logica strana.
Si tratta di un ente, dato « in appalto » ad una « certa parte » della Democrazia cristia
na, la cui vita è stata caratterizzata dalla presenza per lunghi periodi di gestioni com
missariali e dalla mancata nomina per anni del Consiglio di Amministrazione, nonostan
te la Crias fosse stata istituita nel 1954.
Una esistenza, dunque, molto particolare, mai regolata da una normalità democratica che potesse, in qualche modo, intervenire effica
cemente.
Temo quindi che la scelta della gestione commissariale, motivata dalla improvvisa ed inaspettata (per il Governo, che in cuor suo non pensava di dovere affrontare questa
« grana ») dimissione del Presidente della Crias, sia considerata una questione da ri
solvere come le tante altre verificatesi in precedenza (ho sentito parlare in questi gior
ni di mutamenti della legge, di cambiamenti da fare e cosi via, quasi a lasciare intendere che non c ’è nulla di più permanente del provvisorio). Evidentemente tutto ciò desta in noi vivissime preoccupazioni ed è su questo che noi vorremmo una risposta molto chiara e ferma.
Mi domando se il Governo della nostra Regione è in grado di impegnarsi su tale problema ovvero se effettivamente la lo
gica delle lottizzazioni non lo inchioda ad una condizione di incapacità e di impotenza, (sarebbe grave per tutti accorgersi che l’in
terlocutore non è il Governo, ma qualcun altro, magari un importante capocorrente);
in ogni caso bisognerebbe avere il coraggio di muoversi con un impegno diverso da quello del passato.
Desidero rispondere a qualcuna delle in
sinuazioni fatte in questi giorni. Si è detto:
«Ma perché i comunisti vogliono il Consiglio di amministrazione? », e qualcuno ha repli
cato: « E’ perché finalmente ci siete anche voi ». Questo non è vero; nel Consiglio di amministrazione, che è stato già designato ed il cui decreto di nomina si trovava sul
R esocon ti P arlam entari 880 Assemblea Regionale Siciliana
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tavolo del Presidente Bonfiglio fin dal 13 di
cembre del 1977, manca un rappresentante del Partito comimista, mentre è presente (si abbandona cosi una discriminazione vergo
gnosa) una delle più forti organizzazioni artigiane operanti in Italia, ossia la Cna.
Credo che ciò non sia assolutamente una concessione al Partito comunista, al nuovo clima politico, 0 alla lottizzazione, ma costi
tuisca invece...
TRICOLI. Ma che ci state a fare nella maggioranza allora?
VIZZINI. ...un lento progresso verso un clima di maggiore rispetto delle funzioni e del ruolo degli organismi dei lavoratori e de
gli artigiani.
Vorrei inoltre ricordare ai rappresentanti del Governo che la Cna, essendo stata capace di radunare a Palermo nei mesi scorsi 6-7 mila artigiani sulla base di una piattaforma di lotta di un certo impegno, ha un peso rappresentativo diverso da quello di altre organizzazioni sindacali presenti in questi anni nel Consiglio di Aministrazione della Crias. Pertanto non ci muove affatto il desi
derio di far parte di questi famosi consigli di amministrazione, bensì quello di ristabi
lire un clima di rispetto della legge, che è indispensabile per applicare nel miglior modo possibile le leggi regionali, tra cui va anno
verata questa sul credito artigiano.
Desidero ancora precisare di aver letto sull’Espresso che addirittura la nostra inter
pellanza (attribuibile secondo alcuni al ner
vosismo serpeggiante in Sicilia e, in partico- lar modo, nella maggioranza dopo il voto del 14 maggio), si deve inquadrare in una serie di iniziative da noi messe in atto per dare
« colpi di spillo » al Partito socialista che, dopo le elezioni amministrative di primavera, si è trovato con un po’ più di voti. Certa
mente, dice l'Espresso, l ’aver scoperto l’ar
resto del Vice Presidente socialista è stato quasi un atto malizioso da parte dei comu
nisti. Ma l’arresto del Vice Presidente socia
lista esiste o l’ho inventato io? Invero, se questo signore ha rappresentato la Crias uf
ficialmente, sostituendo il Presidente dimis
sionario impegnato a sostenere il concorso per Direttore, e si è assunto delle responsa
bilità, non credo che debba condannarlo o assolverlo il Partito comunista; le sue re
sponsabilità saranno valutate seriamente e serenamente dal Magistrato. Personalmente non intendo certamente andare al di là dell intervento sul fatto politico, perché non toc
ca a me esprùnere una opinione circa le responsabilità penali che il magistrato sta accertando.
Pio voluto fare queste considerazioni — è bene dirlo, per chiarezza ed anche per cor
rettezza — al fine di spiegare che abbiamo adottato questa iniziativa non per nervosi
smo o per « dare delle gomitate » a partiti, come quello Socialista, a cui siamo legati da antichi rapporti di solidarietà 0 per gettare filino negli occhi della gente, bensì per svol
gere un’azione molto seria, che non si ferma all’interpellanza di oggi, ma che proseguirà, affinché venga affrontata in modo nuovo la questione della Crias, venga fatta chiarezza sulle responsabilità e venga cambiata la lo
gica insopportabile ed antidemocratica di lot
tizzare il potere pubblico.
Non credo però sia necessario ricordare che il nostro impegno per una Sicilia e per un’Italia pulita è di antica data e costituisce tanta parte del nostro modo di essere nel Paese.
Concludo affermando di ritenere che la maggioranza su cui poggia l’attuale Governo deve anche decidere se vuole sottolineare maggiormente l’elemento di continuità col passato 0 se vuole mettere l ’accento sugli ele
menti di novità. Io, certo, non dico che tutto il passato è da buttar via e che il fu
turo è roseo: il passato è fatto di cose po;
sitive e di altre meno positive, contro cui abbiamo lottato tenacemente e duramente, mentre il futuro si presenta molto difficile’
Tuttavia agli episodi indegni di malcostume avvenuti in Sicilia e nel nostro Paese si ac
compagna una reazione di massa (rileva a anche in occasione del voto sul referendum) che ripropone il problema del rapporto par' titi-masse e quello della fiducia, alle voK^
molto solida, accordata dai cittadini ai par titi ed ai loro dirigenti.
‘ Credo, allora, che l’attuale maggioranza debba avere il coraggio di affrontare iri ino nuovo e con più decisione i problemi d®,.
Sicilia (primo fra tutti quello del modo governare). Orbene, non propongo a nessu di arruolarsi nel campo dei rivoluzionari P^, ricolosi; si tratta, invece, a mio giudizio>,^^
onorare gli impegni assunti, di far sega
Resoconti Parlamentari 881 Assemblea Regionale Siciliana
V ili Legislatura CCX SEDUTA 20 Giugno 1978
alle parole i fatti e di fare in modo che raffermarsi di questa politica diversa possa generare nei siciliani nuova fiducia circa la possibilità di cambiare strada (e nessuno pensi ■—■ sia chiaro ■— di poter agire, come ha fatto sino ad ora, con l’avallo e col si
lenzio dei comunisti).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare F onorevole Assessore, per rispondere all’in
terpellanza.
D’ACQUISTO, Assessore al bilancio ed alle finanze. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, apprezzo grandemente la cautela e il senso di equilibrio con cui l’onorevole Vizzini ha affrontato questa difficile e spino
sa materia, che certamente pone a disagio il Governo e le forze politiche, come sempre accade tutte le volte in cui l’amministra
zione di un ente ragionale si trova inve
stita da una bufera giudiziaria. Tuttavia le prudenti parole dell’onorevole Vizzini non hanno potuto nascondere una triste realtà.
Numerosi esponenti politici che facevano parte del Consiglio di amministrazione della Crias, alcuni dirigenti dell’ente ed altri noti professionisti della città di Catania, sono stati non soltanto raggiunti da una comuni
cazione giudiziaria, ma successivamente, ad
dirittura, dal mandato di cattura.
E’ ben chiaro che il Governo non è in grado di esprimere un giudizio circa l’azio
ne cosi incisiva che il magistrato sta condu
cendo. Manca, infatti, quel complesso di ri
ferimenti che potrebbero portare ad espri
mere questo giudizio, ed in ogni caso sa
rebbe estremamente inopportuno se in una fase cosi delicata e cosi complessa della vi
cenda giudiziaria, in una fase tipicamente di passaggio verso una prima serie di con
clusioni, il Governo facesse pesare un suo parere personale e parziale.
Il Governo si augura naturalmente che il prosieguo dell’azione giudiziaria possa di
mostrare che alcune accuse non sono fon- 'iate e auspica che successivamente possa ri
dimensionarsi una materia cosi grave, come quella che viene questa sera al nostro esame.
Vorrei, tuttavia, nel manifestare questo do
veroso ossequio all’azione che sta svolgendo ja magistratura, fare un passo indietro e par
lare, sia pure brevemente, di quello che la Cassa regionale per il credito alle imprese
artigiane ha fatto dalla sua istituzione sino ad oggi. E ciò per affermare che le disfun
zioni, gli errori di comportamento, i fatti dolosi, che si sono verificati o che comunque formano oggetto deH’indagine giudiziaria, non possono cancellare un’attività ampia e spesso solerte che ha raggiunto risultati im
portanti per la economia siciliana e soprat
tutto per il sostegno di una cosi vasta cate
goria come quella degli artigiani.
Ricorderò che la Crias è stata istituita con legge regionale del 27 dicembre 1954;
ha quindi circa ventiquattro anni di vita e fu creata proprio per favorire lo sviluppo delle imprese artigiane siciliane mediante il finanziamento degli istituti e delle aziende di credito operanti in Sicilia, al fine di in
tegrarne le disponibilità finanziarie destinate alle operazioni di credito di esercizio. Inol
tre la Crias, sempre a norma della stessa legge, la numero 50, era autorizzata a con
cedere rm concorso nel pagamento degli in
teressi a carico delle imprese artigiane be
neficiarie, in una misura che nel corso degli anni è andata da un minimo del 3 ad un massimo del 9,50 per cento.
In questi lunghi anni di operatività non si sono mai verificati inconvenienti e non si sono mai riscontrati fatti, non dico della stessa natura di quelli che adesso stiamo esa
minando, ma che comunque potessero in qualche maniera determinare il suono di un campanello d’allarme. La Crias, dal 1954 ad oggi, ha portato avanti 264.942 operazioni di credito artigiano di esercizio per un am
montare complessivo di 344 miliardi 387 mi
lioni 763 mila lire, liquidando un corrispon
dente concorso agli interessi per complessivi 34 miliardi e 78 milioni. Ciò indica l’am
piezza dell’azione svolta, il numero delle operazioni portate a termine e l’entità del sostegno dato agli artigiani nel corso del più che ventennale sforzo compiuto dalla Regione attraverso questo suo strumento.
A fronte dei dati suddetti, l’ente ha li
quidato, sempre nei suoi anni di attività, perdite per un importo complessivo di 142 milioni, cioè contenute in un limite mode
stissimo rispetto all’entità delle risorse fi
nanziarie messe in gioco. Ma più recente
mente, con la legge regionale del 7 mag
gio 1977, numero 31, la Crias è stata auto
rizzata a concedere direttamente i finanzia
menti di credito artigiano di esercizio ed