UCLA
Carte Italiane
Title
Il Realismo Poetico di Pier Paolo Pasolini: Ragazzi di vita
Permalink
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Journal
Carte Italiane, 1(4)
ISSN 0737-9412
Author
Swennen, Myriam
Publication Date 1983
DOI
10.5070/C914011209
Copyright Information
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University of California
PAOLO PASOLINI: RAGAZZI DI VITA MYRIAM SWENNEN
Nei romanzi Ragazzi
diz^z'/^(1955)eUna
vitaviolenta{\9'^S)), PierPaolo
Pasolini penetra nell' inferno del sottoproletariatoromano, usando un
linguaggio tutto particolareche
vuole essere quello delle creatureche popolano
quelmondo. Crea
cosìun legame
tralinguag- gioe società.Di
chesocietàsitrattaequalisono
lecaratteristiche salienti diquesto
linguaggio?Ipersonaggi pasoliniani
fanno
parte del jo^oproletariato.Vivono
aimarginidella società e assomiglianoaiVinti verghiani. Pasolini, parlan-
do
di loro,adopera
laparola "casta":"Un borghese non immagina nemmeno
lachiusuraelasufficienza ase stessa diquestacasta. . .."*
suggerendo dunque che
isuoipersonaggisono condannati
arimanere
imprigionati nel loro isolamento. Nellepagine
seguenti cercherò di dimostrarecome
questa visione sociale si configura nella struttura linguistico-narrativa diRagazzi
di vita.Ragazzi
di vita viene pubblicato nel 1955, inpieno
dibattito neorealista,quando
loscrittoresente1'impegno
dicercare,anche
attra- versolasperimentazionelinguistica,nuovi mezzi
dicomunicazione
chesi
oppongano
al "bello scrivere" delperiodo
fascista.La
prosa"vestita", cioè eloquenteeretoricadi tipo
dannunziano,
cedeilposto allaprosa"nuda"
che inRagazzi
divita riflette lapovertà, lacom-
plicatasemplicitàdei protagonisti. Selasocietàpasolinianaèilsotto- proletariato,
r
autoredeve
scrivere nellinguaggiodel sottoproletariato.37
38
CARTE
ITALIANEMa come
sifa,quando
siènato borghese
e settentrionale, ascrivere nellalinguadel sottoproletariato diRoma?
Ilvaloreinnovatoredeidue romanzi romani
sta alloranon
soltanto nel fattoche
Pasoliniha adoperato
ilromanesco,
omeglio UN romanesco, come mezzo
espressivo,
ma anche
nel fattoche
questidue romanzi sono
precedutida un
intenso studiofilologico eantropologico.Quindi, più che
averRiprodotto
ilparlatodelle borgateromane,
Pasoliniha PROdotto un
linguaggio
nuovo, che
infatti èuna
illusione linguistica.Come
usaPasolini illinguaggiopopolare
e quali effetti ottiene? Ilrepertoriolinguistico dialettaleè piuttostoristretto
come
delrestoquello diun
cetopopolare che
è quasio
del tutto analfabeta.Abbondano
le espressioni forticome
"fijode na mignotta" o
"limortacci tua", che attraverso laripetizione in contestidiversi,perdono ogni
valoreseman-
tico. L'espressioneforteè il
momento
di libertà, di anarchia.M.
Jacq-main ha
cercato di definireivari valori affettividi un'espressionecome
"li
mortacci" ed ha
constatatoche può
significareindifferentemente soddisfazione,imbarazzo,
sdegno, vergogna,impazienza,
colleraecc.Interessante è l'osservazione dellastessa
Jacqmain secondo
cuil'autoresisente costretto a chiarireilvalore espressivo
da
lui usato, ilche sotto- linealapovertàdel repertoriolinguistico dialettale. Citogliesempi
dellaJacqmain:
... IlCiccionepartì, escivolandosull'orlo dell'asse, mentrecadevain acqua, urlòcon
una
risataferoce: ''Limortaccisua\",eRemo
sulla riva,scuotendoilcapo,allegroborbottò: ''Limortacci, chefforzachesei!".
PureilBassottolìaccanto, lungosulmarciapiede, ghignava,
quando
gliarrivò tra i ricci
un
malloppetto di fanga. "Limortacci vostra\" urlò voltandosifurente (. . .).'Il carattere
popolare
delromanzo
staanche
nellasintassi: frasi brevi, interruzioni, esitazioni, spuntispontaneicaratterizzanolo stileindiretto liberochetratteròin seguito. Gliavvenimenti vengono
raccontaticome
passano perla
mente
dei parlanti.Le tendenze
popolaririsultano chiare peresempio
nell'usodell'onomatopea:
... eAlduccio,
fumando, nemmeno
avevadato quattro pedalate, che crac, scric, scrac, laruotadeltriciclos'incastrònella rotaiadel tramesiridusse a
un
colabrodo. {^^g- P- 135)''. . .
Non
sortìfuorinessuno,ma
dilàdallaparetesisentiva faresci sci scicome
fanno ledonne quando
stannoin tre o quattro assieme.{Rag. p. 148) ... e cantando ironicamente la marcia dei bersaglieri,
papparappa pappa
para,ppapappa pappa
paaara, venivano avanti al passo.{Rag. p. 266)
. . . Giàsivedevanoin giroleprimeservecon leborsevuote, esisen- tivanosemprepiù frequentiigniiiiiu,gnieeeeeudei tranvaialle svoltate {Rag. pp. 166-167)
Anche
lemolte
iperboliappartengono
al linguaggio delpopolo:
Intantoperò quelle due,
come
imboccaronol'altrolungotevere, arriva-rono davanti a
una
macchina lungadiecimetri, visalirono. . .{Rag. p. 223)
. . . entrò
un
ragazzoconun
giubbettoinglese,un
biondino conuna
facciada morto
difame
disettegenerazioni, e simiseinmezzo
alcor-ridoio; voltato verso lagente. {Ri^g- P- 247)
Lo strumento
stilistico dicuiPasolini sièservito di piùrimane però
ildiscorso indiretto libero.^ Il discorso indiretto liberogli
permette
di farecheggiare tantolapropriavocequanto
quella dei suoi protagonisti:adopera
perlapropriavocel'italiano, cioèlalinguafranca, eperquella dei ragazzi di vita il dialetto o il gergo. Per forza, direi,perché
se Pasolini si fosse limitato all' uso diun
codice gergale-dialettale,ne
sarebbevenuto
fuoriun
pasticcioincomprensibile e linguisticamente povero.D'
altraparte,mancherebbero
ilcoloree ilsensodel realismo se lo scrittore si fosseunicamente
servito della lingua franca.La mescolanza
distiliin Pasolinisembra
indispensabile.Thomas O'
Neill lo spiega nei termini seguenti:In short; anindiscriminate use ofdialect
would
notopen up
thefield ofliterature toan evengreaterreadingpublic, but, ifanything,would
merelytransferitfrom anaristocratic éliteto . . . asubproletarian élite,but an élite nevertheless.^
Nellostileindiretto libero
possono dunque
confluiretuttigli elementi linguisticicheappartengono
al linguaggio parlato: italiano, dialettoo gergo.Esaminiamo
alcuni episodi in discorso indiretto liberoun
po' piùda
vicino:IlLenzettase n' eraandato di casaperpauradelfratellopiù grosso: e
non
e' avevamicatorto d' averla, perchéne avevacombinatouna
che apensarcinon
cisicapacitavanemmeno
luie sisarebbe sputato inun
occhio. Micas' eracomportato male, secondolui, insenso morale. Sì!
morale!
Che
e . . . gliene fregava alui e al fratello dellamorale! Era statauna
quistione d' onore, e, per dire la sincera verità, mica na stupidaggine daniente.Che
cavolo s' era messonellacapoccia quella notteilLenzetta . . . Boh,sivede eh' erarimastoun pò
sonato perle botte che gli avevano dato primain cameradi sicurezza epoi a bot-tega. . . . {Rag. pp. 124-125)
Macché, niente!
Na
cosettasenzanessuna importanza! Tanto dalìalla Marinellachecivoleva?E
poi, ne avevanofattapocadi strada,ilRiccettoe il Lenzetta, quel giorno! (R^g- P- 135)
C
avevalemadonne,
perchés' erastufata di restarelìin quellacaciara di fanatici, tanto lei, il bagno, nel mare,non
lo facevamanco
per niente: 1' avevafatto lamattina, ilbagno,al Mattonato, nellabagnaroladi sorAnita. . . . (R^g- P- 44)
Negli esempi
citatidomina
il linguaggio gergale. Glielementi
linguisticiprevalentisono: illessico
"romanesco",
leripetizioni interne(il
bagno, non
lo faceva), le interiezioni (macché), ipleonasmi
(la sincera verità), ilritmo
interrotto.Neil'
esempio
chesegue sono
presenti tuttiquesti elementi,però
illinguaggio
che domina
è la linguafranca. Sitrattaqui dell' episodio incuiAlduccio dà un
rapporto dettagliato dell' arresto e del suicidio diAmerigo.
Il discorsoindiretto liberoinquesto
casos'impone,
per- chéaltrimenti ildiscorso direttocon
cui inizialasequenza
successiva, secontinuatotroppo
a lungo,genererebbe pesantezza
narrativa:"È
morto, èmorto"
ripetèAlduccio, contento di dare quella notizia inaspettata;"E
mortoieriseraarPoriclinico" aggiunse.Quel
cavolodi seracheilRiccettoavevatagliato dallacasa di FileniilCaciottaegli altri s' eranofattibeccare,ma non
avevanofattoresistenza. Amerigo,invece,s' era lasciatoportarfuori tenuto perle bracciada
due
carabinieri,ma
appenasulterrazzinoli avevasbattuticontrola pareteeavevafatto
uno zompo
didue
o tremetrisul cortile; s' era acciaccatoun
ginocchio,ma
era riuscito lo stesso a trascinarsi avanti lungo il
muro
del lotto: icarabinieri avevano sparato e 1' avevano colto a
una
spalla, e lui,ugualmente
ce1' avevafattaaarrivarefinsullasponda
dell' Aniene; lìStavano quasi per acchiapparlo,
ma
lui sanguinantecom' era, erazom-
patoinacquaperattraversareil fiumeenascondersinegliortidell' altra riva, scappareverso PonteMammolo
o TorSapienza.Ma
inmezzo
alcorrentinos' erasturbatoei carubba1' avevano acchiappato eportato
alcommissariato
zuppo
disangueedifangacome una
spugna:cosìche dovetterotrasportarlo all' ospedale epiantonarlo.Dopo una
settimana glierapassatoilfebbrone, eluitentòd' ammazzarsitagliandosiipolsi coi vetridiun
bicchiere,ma
anchestavoltalo avevanosalvato; allorauna
decina di giorni appresso, primache il Riccetto e Alduccio s' incon- trassero all'Acqua
Santa, s' eragettato giùdalla finestra del secondo piano: peruna
settimana aveva agonizzato, e finalmente sen'era an-dato all' alberi pizzuti. {Rag. pp. 114-115)
Neanche
inquesto
episodio ritroviamo ilromanesco
allo stato puro, unica eccezione forse 1' espressione"annà
all' alberi pizzuti" che ritroviamo nel glossario allegato alromanzo Ragazzi
di vita e che significa"morire". La
ragionefondamentale
per cui Pasolininon adopera con
lastessafrequenza
ilgergo
è cheilpersonaggio Alduccio
stesso si stacca dalla situazione che descrive. Eglinon
si sente per-sonalmente
coinvolto nella sorte diAmerigo.
Cioè, seAmerigo
avessepotuto
dare luiun
rapporto dettagliato dell' accaduto, il linguaggio sarebbestatoquello diAmerigo.
L' autoreavrebbe
parlato attraversoil
personaggio
stesso.L'importanza
del discorso indiretto libero nella strutturadelromanzo,
stanel fattoche
essoapporta
valoresemantico
alla narrazione in
quanto
caratterizza i personaggi tramite il loro linguaggio, evitando siail tediosoinserimento naturalistadel discorso direttotravirgolette,sial'intrusione troppo aperta onon
"filtrata" delpunto
divistaideologicodell' autore.E
ladescrizionechecifaconoscere lo spazio entro cui ipersonaggiadoperano questo
linguaggio.Ledescrizioni
marcano
ilrecinto, ilconfinedelghettodentro ilqualei protagonisti
vivono
la loro vitamonotona. "Le
détail inutil" di R.Barthes,
che
poinon
è tanto "inutil",ha
lafunzione
di creare l'at-mosfera
di povertà, noia, inerziache pervade
ilmondo
dei ragazzi di vita. Ledescrizionisicomportano come
ilcomplemento
linguisticodel discorso indiretto libero e del discorsodiretto. Il loroscopoèdi evocare inmodo
indiretto1'"effettodel reale","^mentre
idue primi elemen-
ti costituisconoil
metodo
direttoper rendereilmessaggio
pasolinianopiù immediato. Tra
di loro sisvolgeun
processo di interazione. Isin-tagmi
descrittivicostituisconoilpunto
d'incrociodelrealismo edella poeticità pasoliniana.^ Pasolini"nomina"
lecose tramite ladescrizione.Perchiarire questoprocesso,
ho
cercato di dividereladescrizione intre tipi.Questi
tre tipipossono
avereuna
vitaindipendente o possono
coesistere,
come
risulteràdagliesempi. Intutti etre icasimantengono però
la lorofunzione
di inquadratura.TIPO
A:Da una
parte ilcielo era tutto schiarito, e vi brillavano certe stellucce umide, sperdutenellasua grandezza;come
inuna
sconfinata paretedi metallo,da
dove, sullaterra, venisse acadere qualchemiserosoffio di vento. Dall'altra parte,come
ci si voltava, versoRoma,
c'era ancora bruttotempo, con deinuvoligrevi dipioggiaefulmini,cheperos'an- davanosbrillentandoall'orizzontecosparsodi lumi.Da
un'altraparte ancorailcielosistendeva, propriolìsopra Tiburtino,come
sopral'im- butod'un
cortile, e lalunas'appoggiava,spaurita, sugliorlilucenti di qualche macchiadi vapore vagante.Giù
per le strade tutte uguali di Tiburtinonon
c'eraormai nessuno, e solo dalla strada centralesisen- tiva qualche rumore. . .(Rag. p. 99)
Infondoa viadell'ArcodiTravertino, c'erano
qua
elàdue
grandiam- mucchiamenti
dibicocchedicui,camminando
perlastrada,sigodeva magnificamente la vista. Erano tante casupole rosao bianche; con inmezzo
baracche, catapecchie, carrozzonidi zingarisenzaruote, magaz-zini, tuttimescolatiinsiemeesparsisopraiprati, inparte, in parte
am-
mucchiati contro imuraglionidell'Acquedotto, neldisordine più pit-toresco. (Rag. p. 139)
È da
notarecheladescrizione del tipoA
èquasidel tutto priva di gergo.Stavolta Pasolini
non "dipinge"
la società in crisima
si stacca dalmondo come
esso viene visto dai suoi personaggi. Il linguaggio "in- tatto"viene applicatoad un mondo apparentemente
intatto. Il lin-guaggio
èlimpido, leggeroeassume
valore poetico.La
sintassi è carat- terizzatada
frasilunghe,
scorrevolied
ondeggianti. Illessicoè quello dell' autore,o meglio
dell' artista,che
descrivepoeticamente
quelloche
osservaassumendosi
1' esclusiva responsabilità della visione.TIPO
B:La luce della luna lo investiva tutto, grande com' era, che
non
ci sivedevano irecinti dell' altraparte.La lunaormaieraaltaaltanelcielo, s' era rimpicciolitae pareva
non
volesse più aver' che fare colmondo,
tutta assorta nella contemplazione di quello che ci stava al di là. Al
mondo,
pareva cheormai mostrassesolo ilsedere; e da quel sederino d' argento, pioveva giùuna
lucegrandiosa, che invadevatutto. Brilluc- cicava, in fondo all' orto, sulle persiche, i salci, i petti d' angelo, le cerase,isambuchi,chespuntavanoqua
e là in ciuffiduricome
ilferro battuto, contortie leggerinelpolveronebianco. Poiscendevano radendoa far sprizzare di luce, o apatinarlo di lucore, ilpianodell' orto: con
lefacciatenecurve dibietaocappuccina
metà
in luceemetà
inombra
egliappezzamentigialli dellalattughellae quelli verdiorodei porri e dellariccetta.
E qua
e làimucchidipaglia, gliattrezziabbandonatidai burini nel piùpittoresco disordine,chetantola terrafacevadasola, sen- za doversi rompere il e ... a lavorarla.(Rag.p. 145)
. . . allorasiscorgevatuttoilcielo: copertodamigliaiadinuvolettepic- cole
come
pustole,come
bollicine che scendevano giù verso le cime svanite edentellatedeigrattacieliinfondo, in tutteleformeein tuttiicolori. Conchigliettenere,cozzegiallognole, baffiturchini,sputi color rossod' uovo; e in fondo,
dopo una
striscia d'azzurro, limpido e in- vertitocome un
fiume della terra polare,un
nuvolone color bianco, tutto riccio, frescoeimmenso
che pareva ilmonte
del Purgatorio.{Rag. p. 163) Ladescrizione del tipo
B
èuna mescolanza
delleimpressionidell' autore ediquelledeipersonaggi. Il linguaggioèancora quello delloscrittore,benché ogni
tantosembri "contaminato" da
un' espressioneo una
parolapresa inprestito dalmondo
popolare.Potremmo
dire cheegli prestaaisuoipersonaggiuna contemplazione
esteticadel loromondo.
Però,
mentre
ladescrizione del tipoB
assomigliamolto
a quella del tipoA,
ogni tanto 1' intrusione diuno spunto popolare
fa sospettare lapresenzafìsicae
mentale
diuno
dei protagonisti.È
in questo tipo di descrizioneche
1' incrocio "effetto del reale"/ poesia risulta più evidente. In altre parole, Pasolini"poetizza"
il gergo.TIPO
C:LaNadiastava distesalìin
mezzo
conun
costumenero, econtanti peli, nericome
quelli del diavolo, che gli s'intorcinavano sudati sotto le ascelle e, neri, di carbone, aveva pure i capelli e quegli occhi che ardevano inveleniti.{Rag. pp. 43-44)
IlRiccetto
non
rispose niente;guardòilCacciotta,che, perlagiannetta, aveva lafaccia biancae violacome una
cipolla.{Rag. p. 100)
Uno
sdentato,conlabarbaneracome
ilcarbonesullemascellebianche per lagiacchetta, edue
occhida povero cristo, che luccicavanocome
quellid'uncane,daubriaco,contuttoch'eranolequattrodelmattino,
gli fece:
"Dàje."
{Rag. p. 166)
IlRiccetto ... sitolse il pettininodalla tasca di dietrodei calzoni, lo
bagnò
sottolafontanellaecominciòa pettinarsi, bellocome
Cleopatra.{Rag. p. 188) Ci s'accostò, facendomoina, easpettando cheilpadronefosseassorbito dalla discussionecon
una
cliente,grassacome un
vescovo. . .{Rag. p. 169)
Con
lasua facciacattiva, tondacome un
uovo, il Ciccionepartì. . .{^ag. p. 19)
La
descrizionedel tipoC
èquella riservata allepersone. Pasolinisegue
lo stesso
modello
del tipoA
eB ma paragona
ipersonaggi
popolari a degli oggetti o a dellepersone che fanno
parte della loro vita quoti- diana, servendosi diimmagini,
similitudini emetafore che
nellessico popolaresono
giàcatacresi (poverocristo),ma
cheinserite nelcontesto poetico delle descrizioni riacquistanoun' inattesa freschezzaed
evidenza figurativa.Quando
Pasolini descriveuna
persona, specielasuaespres- sione facciale, si serve diimmagini
fisiche prese dalmondo
degli animali:Cistava
una donna
grassa . . . conunz
facciada
pescelesso,e accanto aleiun
cosetto brutto, forseil marito, con\xm
facciada pescefritto,povero cristo, che smaltiva latropea.
{Rag. p. 129)
(Remo)
. . . stava aun
tavolino tralato, rossocome
un'aragostasotto dueditadibarba biancae nera,egonfiocome
seinvece disangue, sotto la pelle avessedelgas. Chiacchieravaconun
vecchietto seccocome uno
stoccafisso, che aveva ancora lacalataburina
dopo
cento anni cheabitava aRoma.
{Rag. p. 130)
Il Lenzettaarrossì
come un
tacchino, . . .{Rag. p. 136)
Le
due
bellezzenon
s'erano mosse,come
senon
avesseromanco
rifiatato:
camminando
stretti,come due
cagnacci chedopo
esser stato cacciati abastonate rallentano . . .(Rag. p. 218)
"Molto
lieto di fa' la sua conoscenza," ciancicarono il Riccetto e ilLenzetta, rossi
come due
gallinacci.{Rag. p. 152) S'asciugòlafacciabagnatadipioggia, giovanee tutterugosa,coilab- broni chegli
pendevano
aculo digallina.{Rag. p. 29)
Galline, tacchini, cani, pesci:
sono
gli animali chevivono
accantoall'uomo dentro
ilrecinto del loro territorio.L'uomo
e l'animale, in- sieme.L'uomo
è l'animale.Dice Georges
Piroué:L'Homme
estune
sale bète, voilà tout, et la terre estun
infect marécage.9Ilcapitoloches'intitola
"Ragazzi
diVita" iniziasignificativamentecon una
frase di Tolstoi:Ilpopolo è
un
grande selvaggio nelseno dellasocietà.{Rag. p. 91)
Forse questa osservazione giustifica il dialogo tra
due
cani (pp.188-189), incuiicaniparlanotradiloro,
come
i padronisottoproletari, cioè ingergo
e in dialetto. Pasolini, in queste pagine,mette
animali euomini
allo stesso livello.Icolorisvolgono
un
ruoloimportante
nei sintagmidescrittivi, parti-colarmente
il grigio e il biancoche
già dall' inizio delromanzo sono
presenti:. . .
ma
mentrescendevagiììperviaDonna
Olimpiacoicalzonilunghi grigie lacamicetta bianca, piuttostocheun comunicando
oun
soldato diGesù
parevaun
pischelloquando
seneva achittatopeilungoteveri arimorchiare, conuna compagnia
dimaschi uguali a lui, tuttivestiti di bianco, scesegiù allachiesa dellaDivina Provvidenza,dove allenoveDon
Pizzutoglifecelacomunione
e alle undiciilVescovolocresimò.{Rag. p. 1)
Il grigio e il
nero
liincontriamo
spesso in contesti in cui Pasolini"dipinge"
ilgrigiore dell' esistenza e la sporciziadell'ambiente
del sottoproletariato.IlRiccetto eMarcellosisedetterosottoilsolesu
un
pratolìpresso, nero e spelato, a guardaregli Apai che fregavano lagente.{Rag. p. 7)
IlRiccetto eMarcello si fecero suU' orlodel fiume nero d'olio.
{Rag.
p.U)
Quanto
la rivadel Ciriola era investita dalsole, altrettantoquesta era piena diun
'ombra
grigia e fiacca: sopragli scoglietti neri, coperti didue
dita di grasso, crescevano sterpaglie e piccoli rovi verdi, . . .{^ag. p. 23)
Una
macchiadivaporegrigio e sporco,come
inchiostroannacquato,in- tantos' andava allargando per le strisciedi cielo ches' intravedevano in cimaai palazzoni nei vuoti dellapiazza.{Rag. p. 166)
Colore
altrettantoimportante
è ilbianco che assume una funzione
negativainrelazioneallafisionomia,ad esempio
perevocareladebolez- zafisica(es."bianchi
per lafame"
p. 82),ma
positivacome simbolo
di innocenza, purezza, tenerezza. Soprattutto inquesto
casoassume
valore poetico.
La frequente
ricorrenza del colorebianco
in contesti evocantisentimentidi tenerezza,ne determina
lafunzionediLeitmotiv cromatico.Prendiamo
inesame
alcuni contesti:Roma
eraancoraimmersa
nelsonno, chegiàil sole battevasuipratieiboschetti di VillaBorghese, con
una
lucebianca biancaches'incollava sui muri esui piccoli busti lungo 1' aiuole.{Rag. p. 81)
Nadia
s' accostò conun
sorriso . . . tenendosiuna mano
contro la scollaturadella vestaglia e1' altraallungataverso di loro,concertiditini stretti, tenerie bianchicome
ilburro . . .{Rag. p. 149) ...
un
po' se n' andava piano piano verso il suo letto lì vicino, alBorghetto Prenestino,con tantecasepiccole
come
dadi ocome
pollai, bianchecome
quelle degliarabi. . . .{Rag. p. 104) L'
ambiente
descritto ciappare non contaminato,
innocente. Ilcolore bianco rafforzaquella impressione. Cosìnell'ultimo esempio
lecasesono bianche come
quelle degliarabi ^tiché, perPasolini, ilmondo
arabo rappresenta il terzo
mondo
ancorapuro
enon
corrotto dal capitalismo.Abbiamo
vistocome
nel discorso indiretto libero è inprimo luogo
il linguaggio gergale (talvolta dialettale)
che
serve a dare alromanzo
r "effetto del reale", ecome
nelladescrizionesono
soprattuttolesimi- litudini e lemetafore che
in termini "visivi"mirano
aquesto
effet- to.Esaminiamo
oracome anche
1'elemento
ritmos' inserisceinquesto discorso.Il ritmo narrativo
segue
lo stesso passo lento e ripetitivo del sotto- proletariatoromano. Non
cisono
deigrandiavvenimenti
chesegnano uno svolgimento
della fabula inuna
direzione particolare.Le
unità narrative^^sipresentanopiuttostoad ondate
ascendentiediscendenti,con
gli apici collocatineimomenti
dicrisieconomica: questapuò
esseredovuta
oad
un' esasperazione dellapovertà cherende
necessariauna qualche
iniziativa (furto) perpromuovere
il processo diacquisizioneeconomica da
parte deipersonaggiepermetterne
lasopravvivenza(crisi 1);o ad un
colpo di sfortuna, peresempio un
furtoda
partedi altri sottoproletari(crisi 2), che faripiombare
iprotagonisti inuno
stato didegenza
pressochéassoluta, ecomunque
precludelapossibilitàdiuna
qualsiasi
"accumulazione
dicapitale."La
fabulasipuò
rappresentareschematicamente come
segue:CRISI 2 CRISI 2
/
CRISI1 CRISI1 CRISI1
L' esistenza dei rappresentanti della malavitaè un' esistenza di noia e
monotonia,
di inerzia, diindifferenzaneiconfronti della lorosorte.I ragazzi di vita, per la loro natura stessa,
sembrano condannati
avagabondare perennemente
aimargini
dellasocietà, al di fuori della logica capitalistabasatasull'accumulazione. La
lorovitaèuna
catena dimomenti
di felicità edi infelicità,però
è "la grana,che
è lafonte diogni
piacere e ogni soddisfazione in questozozzo mondo."
{Kag.p. 85) Ifurti
segnano anche
imomenti
di liberazione,benché
spessola
conseguenza
siauna
perditatemporanea
della libertà. Infatti, "legioie diquesto
mondo sono
brevi elafortunagira." [Rag. p. 71)e"La
vita è
amara
pe' chiha
lì piedi dorci." {Rag. p. 140)A
sottolinearelamonotonia
e' è1' assenzadiun
singolo protagonista, ciòche criticispesso ritengonoun
lato negativodelromanzo. Thomas O'
Neillrimprovera
a Pasoliniil tentativo di attribuireil ruolodipro- tagonista al Riccetto,ma
dinon
esserci riuscito:What we
have, inshort, inRagazzidivita, is theobviousstruggle be- tweentheidealist (politicai)Pasoliniwithhisbeliefinthemassqua massand
notqua
individuai,and
thewriter Pasoliniwho
realizesthat fot structural unity the novelmust
have a protagonist—
that ifthe massdominates as protagonist, the structural weakness will
become
overwhelming."Però, se
vogliamo
essereconseguenti
e sevogliamo
rispettare ilmovimento
dimonotonia,
la coralità delromanzo,
cioè il fattoche
i ragazzi di vitasono
tuttiquanti
protagonisti, questa assenzanon
va necessariamente vistacome un
aspetto negativo: il carattere corale diRagazzi
di vita si inseriscecomunque benissimo
inuna
struttura"ondeggiante" come
quellache ho
delineato.Perfinoleripetizionirispettanoilritmodel "récit".
La
funzionedella ripetizione è triplice:1) laripetizioneappartieneal linguaggioparlato. Pasolini sièavvicinato alla naturale
tendenza
a ripetersi del parlante semplice:si dovevan esserfatti
almeno almeno
quattro chilometri . . .{Rag. p. 127)
Isuoifratellinil'avevanosvagato, ... equalchevolta ... sipermet- tevanopure di prenderlo
appena appena
in giroun
pochetto.{Rag. p. 256) L' altro si fecesubito
bono bono
ecominciò agiocare leale, . . .{Rag. p. 124)
2)
con
la ripetizione Pasoliniraggiunge un
effetto poetico:... sivedevano, giù, quattro strade ... e in alto, ilcielo senza
una
nuvoletta conuna
lunettachetocca tocca tramontava.{Rag. p. 207)
E
di dietro, s'una
specie di altopiano ... si profilavaimmenso
ilsemicerchiodi Monteverdi
Nuovo,
punticchiatodilumi, sottostriscioni dinubi . . . nel cieloliscio liscio.{Rag. p. 237)
Eratuttospiovente; spioventi\tbraccia distese sul copriletto,spiovente la bocca semiaperta, spioventi le ganascie e le fessure degli occhi, spioventiicapelliancoranerie lucididisudoreche parevadibrillantina.
{Rag. p. 207)
3)ilcarattereripetitivodellequalificazioni (avverbieaggettivi)
assume
inoltreun
valoreimportantissimo
inquanto
lamaggior
parte delle ripetizioni rispettano, per il loro significato stesso, il ritmo, il passo lento:Non
ci misero molto;appena
cherisortirono andarono calmi calmia lavarsiun
pochetto auna
fontanella. . . .{Rag.p. Ili) Le
OK
pianopiano passarono, . . . {R<^è- P- 168)Il Lenzettoperò fecetranquillo tranquillo . . . {R/^g- P- 146)
IlRiccetto e Alducciose ne venivano piano piano, perchése 1' erano fatte a fette da Pietralata ... 11 Lenzettaloccolocco obbedì . . .
{Rag. p. 126)
Gli
esempi sono
innumerevoli. Gliavverbi ripetutiesprimono
lentezza, pigrizia, inerzia,insomma
tuttiivizi diuna
società indifferente.Nel
ritmolento dellanarrazionequesteripetizionihanno
senzadubbio una
funzionedirafforzamento semantico.Non
riportiamo allostesso livello le espressioni ripetute, tipo "limortacci",che sono
significantiormai
privati del loro significato specifico.La
stessafunzione
dirafforzamento semantico possiamo
attribuire ai vezzeggiativi e agli accrescitiviche risuonano con
insistenza nelromanzo, spiegando
1' atteggiamentodell' autoreneiconfronti dei suoi personaggied
il loroambiente,
eillustrando1'atteggiamento
dei per- sonaggistessidifronte allarealtàcrudeledella loro esistenza. Ivezzeg- giativiabbondano
neiframmenti
in cuii protagonistisono
deibam-
bini, degli innocenti
che non
sirendono
ancoraconto
delmondo
violentoe brutalechelicirconda.
Lo
stessomondo, quando non
vienemesso
in rapporto direttocon
ilpopolo,
ècomposto
di praticelli, alberelli, cisoffianoventicelli, ci corronocagnolini.Quasi
echeggia ilmito
del fanciullinopascoliano:. . .
andò
incontroadun
altromaschiettocome
lui, che venivaavanticome un
rondinino . . .{Rag. p. 123)
E
ilventicellofresco,chefaceva diventarebianchie celestiinfacciacome
finocchi,
dava ogni
tantouno
scossone alledue
filedi alberelli2.pptn- nicati e tuberculosiche
salivano . . . verso il cielo diSan Giovanni.
{Rag. p. 164)
E
infattierapoco
più cheuna
ragazzinapure
lei,con
lavesta2.fiorellini,come
quella dei frati,che
e' aveva, e sotto ledue gambette
secche e nodose.{Rag. p. 153)
Invece
quando veniamo
aconfronto con
ilmondo nemico,
cioè quello dellanuova
società industrializzata e alienante, il "piccolomondo
antico"cede
ilpostoaicartelloni, aipalazzoni, ai muraglioni.. . . indietro, giàlontano, Tiburtino, coicasoninuoviinfilacontro il
cielo nero.
{Rag. p. 103) La BorgatadegliAngelieradesertaaquell' ora etraigrandi scatoloni delle case popolari costmite in tante file regolari, si vedevano. . . .
{Rag. p. 148)
È
questo1'ambiente
in cuiformicolano
ipersonaggi pasoliniani, eda
cuiessi
non
riescono asvincolarsi,almeno secondo
lateoriadi Pasolini.All' inizio
sono
presentidegli indiziche
suscitanolasperanzadiun miglioramento
della situazione culturale,economica
e sociale della"canaille"
romana
che viene rappresentatacomunque come fondamen-
talmente"buona". Ma
questa impressioneinizialevienebruscamente
cancellata:A
Pietralata,per
educazione,non
e' eranessunoche provassepietàperivivi, figurarsi cosae . . . provavano per imorti.
{Rag.^^. 119)
Quel
''pereducazione'' porta tutto ilpeso drammatico
dellafrase. Inun
altro episodio siha
1'impressione che
il Riccettoed
il Lenzettasisiano convertiti
ad una
vitapiù seria, in cui cortesiaerispetto esistono:quando vengono
introdotti alla famiglia del Vecchio,insieme
a cuihanno appena rubato
dei cavolida un
orto, per laprima
voltafanno
conoscere lalorovera identità."Claudio Mastracca"
e"De Marzi
Ar-fredo" conoscono
le regole dellabuona
educazione!Seinquesto
romanzo
e' èun momento
culminante, èilfidanzamen-
todel Riccettoed
ilfattochepoco dopo
eglitrovaun
lavoroda
''drittofijo
de na mignotta"
{Rag. p. 159)Ma una
falsa accusa di furto equalche anno
di prigione bastanoperché
ricada nelle abitudini di prima.Dopo
l'esperienza dellaprigione "eraingrassato enon
e' avevapiù
il pallino di farsempre
il dritto." {Rag. p.231) Nuova speranza emana
dallatrasformazione linguistica di"Ferrobedò"
nella versione più "civilizzata" di "Ferro-Beton"come denominazione
dellafabbrica cheha
datoiltitoloalprimo
capitolo.Anche
1'ambiente
diuna
voltaha
subitouna metamorfosi:
La Ferrobedò, o per dir meglio, la Ferro-Beton, si stendeva alla sua destranellozuccherofilatodellaluna,
un
polverone biancoefragrante, tuttaben
ordinatae così silenziosachesisentivaun
guardiano, dentro qualchemagazzino, che cantavaamezza
voce.E
di dietro, s'una
specie dialtopiano, controluce, incimaa dellegrandigobbe
nere,siprofilavaimmenso
il semicerchio di MonteverdeNuovo.
{Rag. p. 237)
Ma questo
ordinegeometrico non
viene risentitocome
positivo:C
eratroppapulizia, troppoordine, ilRiccettonon
cisicapacitavapiù.{Rag. p. 237) Sololagente
non
ècambiata.E
diventatadiqualcheanno
piùvecchia,come
ilGenesio,
che èormai
cresciuto. In lui si rispecchia lanuova generazione condannata:
'
'Ma
limortaccisua'',mormorò
Genesio, accigliatoamezza
voce,come
tradisé, standosene accocolatopocopiù soprasuU' orloslabbratodella scesa. Mariuccio eBorgo Anticologuardaronofissi. Era laprimavolta che diceva tuttaperintero quella parolaccia.
{Rag. p. 258)
Stranamente
laparolaccia dinuovo
cisorprende,come
ci avevasorpresoquando
era statapronunciata
per laprima
volta.Da
questopunto
Pasolini
potrebbe
ricominciare ascrivere lo stessoromanzo con
altriper- sonaggi. Infatti,mentre
all' inizio diRagazzi
divitaèuna rondine ad
annegare, alla fineannega Genesio, un
essereumano. Ma uomo o
bestia, che differenzafa, in questo
mondo condannato
cheè laborgataromana?
Lastruttura, il linguaggio
ed
imezzi
stilisticiadoperati,fanno
quindi diRagazzi
di Vitaun grande poema
del sottoproletariatopiù
cheun
romanzo
mimetico-naturalistico.52
CARTE
ITALIANENotes:
1. P. P. Pasolini, Appunti per un
poema
popolare, inWalter PeduUà, Lalet- teraturadelbenessere, Roma, Bulzoni; 1968, pp. 550-551.2. Un'esperienzaparallela è l'uso del dialetto inC.E.Gadda. Pasolinisirendeva contodelcontributolinguisticogaddiano. Cfr.lasuaanalisidellinguaggiodel "Pastic- ciaccio" in Passionee ideologia, Milano, Garzanti; I960, pp. 318-324.
3. MoniqueJacqmain, Appuntisui glossaripasoliniani, in "LinguisticaAntver- piensia" n. 4, 1970, p. 154.
4. Ragazzidivita,daorainpoiabbreviatoRag. CitodallaedizionedelGarzanti, aprile 1955.
5. Perilconcettodidiscorso indiretto libero, cfr.LeoSpitzer,
V
originalitàdella narrazione nei 'Malavoglia , in "Belfagor", n.l, 1965, pp. 37-53.6. ThomasO'Neill,Ilfilologocomepolitico: LinguisticTheory
and
itsSourcesin PierPaoloPasolini, in "ItalianStudies", n.25, 1976, p. 78.7. RolandBarthes, L'EffetdeRéel, in "Communications",n.ll, 1968, "Lanota- tion 'réelle',parcellaire, interstitielle,pourrait-ondire, . . . s'estdébarasséedetoute arrière-pensée postulative qu'elle prendplacedans letissustructural. Parlà-méme,
ily arupture entrelevraisemblable ancienetleréalismemoderne; maisparlà-méme
aussi,unnouveauvraisemblable naìt, quiestprécisémentleréalisme . . . Sémioti- quement ... lesignifiéestexpulsédusigne. . . . C'est làcequel'onpourrait ap- pelerl'illusion référentielle. Lavéritédecette illusionest celle-ci: supprimé del'énon- ciation àtitredesignifiédedenotation,le 'réel' y revient àtitrede signifiédecon- notation; cardansle
moment méme
oùces detailssont réputésdénoterdirectement leréel, ilsnefontriend'autre, sansledire,quelesignifier. ... La carenceméme
dusignifiéau profitduseul référentdevient lesignifiant
méme
du réalisme: ilsepro- duitun 'effetderéel',fondement decevraisemblable inavouéquiformel'esthéti-quede toutes lesoeuvres courantesdelamodernité." p. 88.
8 Perilconcettodipoeticitàvedi
Roman
Jakobson,Saggi dilinguisticagenerale Milano, Feltrinelli: 1966: "Lamessa a punto{Einstellung)rispetto al messaggio in quantotale, cioèl'accentopostosulmessaggioper sestesso, costituiscela funzione poeticadel linguaggio." p. 189.9. GeorgesPiroué,PierPaoloPasolini, Pasolini
Romane
ier, in"LaNouvelleRevue Frangaise", n.l7, aprile 1976, p. 555.10. Perilconcettodiunitànarrativa nella linea di Propp,cfr.Roland Barthes,In- troduzioneall'analisistrutturaledeiracconti, inLAnalisidelracconto, Milano,
Bom-
piani, 1969, pp. 15-22.
11. ThomasO'Neill,