BIBLIOTECA SEMINARIO V.
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PEL SOLENNE INGRESSO
DEL MOLTO REVERENDO SIGNORE
D. PIETRO DOTT. FABRICJ
ALLA CHIESA PARROCCHIALE DI VALERIANO
UDINE
PER LIBERALE VENDRAME
M. DOGO. XXXIII.
Quid videbis in Sulamite
rist choros castrorum?
Nel Lib. dei Re.
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MOLTO REVERENDO SIGNORE.
I 1 Salmo quarantesimoquarto -- Zructavit cor meum verbum bonum -- è quell’Inno E- pitalamico, che sull’ Arpa Davidica intuonava uno degl'Inspirati da Dio quando Salomone impalmò Sulamitide la Figlia del Re di Egit- to, la Sposa del Cantico dei Cantici.
Di quel Salmo sublime io vi presento la mia traduzione. Essa viene a Voi nel giorno, in cui fra il manifesto giubilo di chi vi ac- quista, e fra la celata amarezza di chi, o vi perde, o vi sospirò inutilmente, conducete a
Sposa, auspice Dio, la Chiesa Parrocchiale di Valeriano,
Nè sen risenta la vostra somma mode-
stia, se alle mistiche odierne nozze e fra le svariate melodie che per Voi le festeggiano, io ripeto nell’ italiano idioma i Carmi canta- ti per le Sponsalizie dello scettrato nepote di Jesse. Siete di lui ben più grande e più au- gusto allorchè, da Voi chiamato, quaggiù scen- de obbediente dalle Sfere più alte del Cielo
il Re dei Re.
Di Vor
Spilimbergo li 10. Novembre 1833.Disotiss. Affezion. servo ed amico Gio: Dar Corte.
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PSALMUS ALIV.
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Li ructavit cor meu
verbum bonum: dico cgO opera mea Regi. Lingua mea
Calamus scribae velociter
scribentis.
Speciosus forma.
prae filtis hominum, diffusa est gratia in labiis tuis:
propterea benedixit te Deus in aeternum.
Accingere gladio
super femur tuum, polentissime,
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INNO EPITALAMICO
(ri scoppiami dal seno
Alto concetto, e d’estro acceso io canto Miei sensi al Re. Della mia lingua il Canto TE cclere non meno
Di penna, che il pensier quasi previene,
E nel rapido scritto cterno il tiene.
O tu dell’ uom tra i Figli
Il più leggiadro, oh qual da’ labbri tuoi Grazia e dolcezza piove! I doni suoi A. te che lui somigli
Perpetui Dio largì. Del non mai stanco Tuo non domabil brando ornati il fianco.
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Specie tua et. pulchritudine tua incede,
prospere procede,
el regna.
Propter veritatem, ct mansuetudinem, ct justitiam : et deducet te mirabiliter dexiera iva.
Sagiltae tuae acutae, populi sub te cadent, in corda
inimicorum. Regis,
Sedes ina, Deuss în saeculum, sacculi:
virga direclionis, virga regni iui,
Dilexisti Justitiam,
ct odisti iniquitatem : Propierea unzit te Deus, Deus tuus oleo letitiae
prac consortibus tuis. (1)
o( 9 )o
Vanne... Bcelià si asside
E Maestà sovra il tuo cocchio altero:
Movi contro il nemico, Eroe guerriero, Regna, chè il Ciel t' arride.
Pietà, Giustizia, e Verità Ic scorte Son di tua destra portentosa e forte.
Oh come son pungenti
Gli strali tuoi! Allo scoccar di quelli Vedrai caderti i popoli rubelli
E le nemiche genti
Trafitte al piè. Sarà tuo Soglio eterno, Chè Scettro di Equitade è il luo governo.
Poichè t' arse nel petto
Amor del giusto e della colpa orrore, La onnipotente Man del tuo Signore Unse te d'olio eletto,
Olio, che odor di paradiso spanile,
E fra' grandi ti addita il Re più grande, (1)
o( 10 )o
Myrra, et guita ct casta
a vestimentis tuis, a domibus eburneis:
cx quibus delectaverunt
te Filiae regum in lhonore iuo,
Astitit regina a dextris ’ tuis in vestitu deaurato,
circundata varietaie.
Audi, Tilia,
ei vide, et inclina aurem tuam:
et obliviscere populum tuum, ci domum patris tui.
Et concupiscet Rex decorem tuum.
o( II )o
Di lagrime odorose,
E di mirra, e di balsamo, levato Da eburnei vasi, olezza 11 tuo gemmato Pallio, cui le vezzose |
Figlie dei Re di essenze alme e fragranti
Ad onor iuo cospersero esultanti.
Alla tua destra die
Col serto augusto che le fulge in testa La Regal Donna, e la dorata vesta Le scende fino al piede
Di preziosi fregi intorno cinta, E di mirabil varietà dipinta.
Odi, sublime Figlia,
Piega l'orecchio, ed un tuo sguardo accorda!
I tuoi popoli obblia, l'amato scorda Soggiorno, ove le ciglia
Schiudesti al dì. Dcl tuo bel volto a' rai,
Sospirar divampare il Re vedrai.o( 12 )o
Quoniam ipse est Dominus Deus tuus, ct adorabunt eum.
Et filiac Tyri in muneribus, (2) vultum tuum
deprecabuntur omnes divites plebis.
Omnis gloria ejus
Filiac regis ab intus, in fimbriis aureis
circumamicta varictatibus.
Adducentur Regi Virgines post eam;
proximae ejus afferentur tibi.
Affcrentur in lactitia ct caultatione:
adducentur
in templum Regis. ‘((3)
o( 13 )o
È desso il tuo Signore
Che adoreranno queste genti e quelle:
Coi doni a te verran Tirie donzelle, (2) E tinti di pallore
I più potenti del tuo Soglio al piede
Vedrai prostrati a supplicar mercede.
Ma tutto il di lei vanto
Questa Figlia Regal nell’ alma stringe n Cede al divo splendor quel che la cinge Vario-dorato manto,
Cui soffulgon le vergini, che vanno A. Lei seconde, e al Sire omaggio fanno.
"Te scorteran, 0 Sposa,
Del Re le Suore, e ti faran corteggio, Mentre fra il gaudio, ed il comun festeggio Saran nella pomposa
Sacra Chiostra regal le Principesse
AI fianco tuo, bella Reina, ammesse. (3)
o( 1/4 )o
Pro patribus tuis nati sunt tibi filit: (4)
constitues cos principes ‘super omnent terran:.
Memores erunt nominis tui
in omni gencralione ct generationen.
Propterea populi tui confitebuntur tibi in acternum, et in sacculum saeculi.
DAG
2o( 15 )o
Ma chi ti diè la vita,
Sposa, se tu lasciasti, or figli avrai; (4) Che in tutto Vl’ orbe dominar farai;
Figli, che a te infimta
Gloria daranno: e batterà perenne - Fama per te, pe’ nati tuoi le penne.
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o( 16 )o
(1) H greco di S. Paolo dice letteralmente così -- propte»
rea unxit te, o Dee, Deus tuus,
Prac consortibus ete. La soprabbondanza della Grazia in lui come Re sopra tuiti gli altri Re.
(2) Filiae Tyri. Con questa frase nella Scrittura vengono indicate le Nazioni delle genti.
(3) Ibunt cum lacetitia.
(4) Erunt tibi Fili. S. Girolamo.
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