• Non ci sono risultati.

In questo numero di ESTAR 3 minuti

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "In questo numero di ESTAR 3 minuti"

Copied!
8
0
0

Testo completo

(1)

ESTAR 3 Minuti

Numero 20 – 15 Dicembre 2017

1

In questo numero di ESTAR 3 minuti…

-Farmaci biosimilari: equivalenza terapeutica basata sui trial clinici registrativo…….……….. 2 -Farmaci biosimilari: equivalenza “total evidence” calcolata tramite metanalisi a rete……...3 -Dati di consumo e di spesa dei farmaci biosimilari nella Regione Toscana……….……… 5 -News dal mondo dei farmaci e dei d ispositivi m edici……….…. 7

Introduzione

I farmaci biologici hanno rivoluzionato il trattamento e la prevenzione di molte malattie appartenenti a varie aree terapeutiche quali l’oncologia, la reumatologia, la gastroentero- logia e il diabete. Tuttavia, i biologici sono farmaci molto costosi e il loro impatto sulla spesa farmaceutica è aumentato nel corso de- gli anni.

I farmaci biosimilari sono farmaci biolo- gici con sicurezza ed efficacia comparabile a quella del prodotto biologico di riferimento (originator) già approvato (1). Il vantaggio dei biosimilari è rappresentato dal costo che è più basso rispetto a quello del corrispondente originator. Di conseguenza, l’utilizzo dei far- maci biosimilari può liberare risorse e contri- buire alla sostenibilità economica dei sistemi sanitari.

In Italia, seppure con notevoli differenze interregionali, i dati di consumo del 2016, de- rivanti dal rapporto Osmed, hanno riportato un incremento del consumo dei biosimilari. In

particolare, la quota-parte del consumo dei biosimilari rispetto al totale della rispettiva molecola (biosimilare+originator) ha raggiun- to il 90% per i fattori della crescita e quasi il 60% per le epoetine (2). Inoltre, da un report più recente, basato sui dati forniti da IMS, emerge che, nel primo semestre del 2017, il consumo dei farmaci biosimilari è aumentato del 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (3).

Nonostante ciò, i farmaci biosimilari con- tinuano ad essere sottoutilizzati in quanto lo switch terapeutico verso questi farmaci è poco praticato.

I maggiori risparmi sono attesi dall’utilizzo dei biosimilari degli anticorpi monoclonali dal momento che questi farmaci rappresentano le prime voci di spesa (1). I farmaci biosimilari di anticorpi monoclonali già in commercio sono:

-I farmaci biosimilari sono farmaci biologici aventi sicurezza ed efficacia comparabili a quella del prodotto biologico di riferimento (originator). Il vantaggio dei biosimilari è rappresentato dal costo che è più basso rispetto all’originator.

-La dimostrazione dell’equivalenza tra il farmaco biosimilare e il corrispondente originator è obbligatoria ai fini dell’approvazione del biosimilare da parte di EMA.

-La “total evidence” calcolata mediante metanalisi a rete include non solo il confronto tra il biosimilare verso l’originator (studio registrativo di equivalenza), ma anche il confronto tra l’originator e il prece- dente standard of care. L’analisi “total evidence” può essere considerata come un contributo per raffor- zare da un punto di vista scientifico la quantità di evidenze cliniche a supporto dell’utilizzo dei biosimila- ri.

-Nella Regione Toscana, nei primi 10 mesi del 2017, il consumo dei farmaci biosimilari è aumentato del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

-I biosimilari che hanno maggiormente incrementato il loro consumo sono l’infliximab, l’eritropoietina e il filgrastim.

(2)

ESTAR 3 Minuti

Numero 20 – 15 Dicembre 2017

2 1) i biosimilari dell’infliximab (Inflectra® e

Remsina®) autorizzati alla commercializ- zazione nel Febbraio 2015;

2) il biosimilare dell’insulina glargine (Aba- saglar®) autorizzato alla commercializza- zione nel Gennaio 2016;

3) il biosimilare dell’etanercept (Benepali®) autorizzato alla commercializzazione nel Gennaio 2017;

4) il biosimilare del rituximab (Truxima®) autorizzato alla commercializzazione nel Settembre 2017.

Inoltre, lo scorso Novembre, EMA ha espres- so parere favorevole per due biosimilari di adalimumab (Amgevita® e Imraldi®) e per il biosimilare del bevacizumab (Mvasi®). Questi due biosimilari entreranno perciò in commer- cio alla scadenza del brevetto del rispettivi o- riginator.

Lo scopo di questo lavoro è quello di ap- profondire la metodologia statistica della di- mostrazione della similarità tra biosimilare e farmaco biologico di riferimento. La dimo- strazione della biosimilarità (compresa nel co- sidetto “comparability exercise”) è obbligato- ria ai fini dell’approvazione del biosimilare da parte di EMA. Inoltre, viene qui presentata un’analisi aggiuntiva “total evidence” che in- clude non solo il confronto tra biosimilare e originator (studio registrativo di equivalenza), ma anche il confronto tra l’originator e il pre- cedente standard of care.

Infine, saranno esaminati i dati di consu- mo regionali dei biosimilari e dei farmaci bio- logici di riferimento (confronto tra i primi 10 mesi del 2017 verso lo stesso periodo del 2016).

Equivalenza basata sui trial clinici registra- tivi

Le tipiche condizioni di svolgimento degli studi di equivalenza sono le seguenti: a) pazienti con indicazione clinica primaria; b) studio controllato randomizzato a due bracci (biosimilare e originator); c) medesimo end-

point primario; d) definizione dei margini di equivalenza; e) dimostrazione di equivalenza basata su un solo studio controllato randomizzato. In particolare, l’analisi delle evidenze si propone come una vera e propria dimostrazione dell’equivalenza (altrimenti detta “proof of no difference”) e viene ottenuta secondo le tecniche statistiche classiche che prevedono la definizione del margine superiore e del margine inferiore dell’intervallo di confidenza. In breve, una volta stimata statisticamente la differenza di efficacia tra i due trattamenti, si procede a verificare se tale differenza (corredata da intervallo di confidenza) ricade oppure no entro i limiti di variabilità predefiniti in base all’intervallo di equivalenza. Per quanto riguarda la notazione tecnica, avendo predefinito su base clinica un valore ∆ che identifica la più piccola variazione clinicamente rilevante nell’end-point prescelto, l’intervallo di equivalenza viene rappresentato come il range di valori ricompreso tra -∆ e +∆ (4,5); la linea di identità corrisponde al valore 0 se l’analisi è impostata sulla base della “risk difference”

oppure corrisponde al valore 1 se l’analisi è impostata sulla base del “risk ratio”. Il valore di ∆ viene espresso in riferimento all’end- point dello studio e ne riflette perciò le unità di misura (Figura 1).

Figura 1. Grafico con margini di equivalenza e con i tre possibili risultati di una analisi di e- quivalenza (A, B, C di cui solo A soddisfa il cri- terio di equivalenza).

(3)

ESTAR 3 Minuti

Numero 20 – 15 Dicembre 2017

3 Dal punto di vista statistico, la dimostra- zione di equivalenza corrisponde al soddisfa- cimento del criterio per cui l’intervallo di con- fidenza al 95% di tale differenza è interamen- te compreso tra i due margini di -∆ e +∆ (con alfa=2.5%). Dimostrare l’equivalenza corri- sponde a dimostrare la prova di non differen- za (“proof of no difference”) (6-8). General- mente si ricorre all’utilizzo di un grafico (Fo- rest plot) che presenta l’intervallo di confi- denza del parametro oggetto di studio assieme ai due relativi margini (vedi Figura 1).

Equivalenza “total evidence” calcolata tramite metanalisi a rete

Questo approccio prende in considerazione non solo il trial registrativo che confronta il biosimilare verso l’originator, ma anche tutte le evidenze disponibili che hanno confrontato l’originator con lo standard of care. Si utilizza la tecnica della metanalisi a rete per superare il principale limite della metanalisi tradizionale che riesce a confrontare due trattamenti l’uno contro l’altro, ma non analizza i casi in cui i trattamenti in esame sono tre o più di tre. Più in dettaglio, considerando da un lato due trattamenti innovativi I1 e I2 e d’altro lato il corrispondente trattamento standard S, è frequente il caso in cui esistono studi controllati di confronto I1 vs S ed anche I2 vs S, ma mancano studi controllati testa a testa di confronto tra i due farmaci innovativi, cioè basati sul confronto I1 vs I2. La metanalisi a rete è in grado di superare questo limite,

“pesando” gli effetti diretti e indiretti derivanti da una stima globale dell’efficacia dei molteplici trattamenti (I1, I2, ed S). Nella metanalisi a rete la variabilità viene spesso espressa tramite l’intervallo di credibilità (CrI) anziché tramite il ben più noto intervallo di confidenza (CI). L’analisi “total evidence”

può essere considerata come un contributo per rafforzare da un punto di vista scientifico la

quantità di evidenze cliniche a supporto dell’utilizzo dei biosimilari.

Ad oggi tali analisi, elaborate dal gruppo HTA di Estar, sono state condotte per i biosi- milari degli anticorpi monoclonali, ossia In- flectra/Remsina, Benepali, Abasaglar e Tru- xima nel confronto con i corrispondenti far- maci biologici di riferimento e con i prece- denti “standard of care” (9-11,13). I risultati di queste analisi (disponibili all’indirizzo:

http://portale-mav.estav-

centro.toscana.it/schedeestav.htm, sezione

“schede sui farmaci biosimilari”) sono stati incorporati all’interno di una scheda-prodotto elaborata per ciascun farmaco biosimilare.

In generale, il principale risultato derivante da una metanalisi a rete applicata al confronto biosimilare vs originator vs

“standard of care” è rappresentato dal confronto indiretto basato sulla “total evidence”. Per quanto riguarda questo specifico confronto, si possono verificare tre diverse tipologie di risultati:

a) Il 95% CrI stimato dalla metanalisi è molto vicino (o addirittura sovrapposto) al 95%CI ottenuto nel trial registrativo di equivalenza del biosimilare; in questo caso, i risultati dell’analisi “total evidence” semplicemente confermano quelli ottenuti dal trial registrativo del biosimilare (vedi infliximab, etanercept e rituximab per il trattamento del linfoma follicolare);

b) Il 95% CrI stimato dalla metanalisi è più stretto rispetto al 95%CI ottenuto nel trial registrativo di equivalenza del biosimilare; ciò indica che la disponibilità, nell’analisi “total evidence”, di una più ampia popolazione di pazienti ha ridotto la variabilità statistica del risultato di equivalenza (vedi insulina glargine in combinazione con gli antidiabetici orali e rituximab per l’artrite reumatoide limitatamente all’end-point dell’ACR50 a 24 settimane);

(4)

ESTAR 3 Minuti

Numero 20 – 15 Dicembre 2017

4 c) Il 95% CrI stimato dalla metanalisi è più ampio rispetto al 95%CI ottenuto nel trial registrativo di equivalenza del biosimilare; ciò indica che, nell’analisi “total evidence”, la disponibilità di una più ampia popolazione di pazienti ha incrementato l’eterogeneità del materiale clinico aumentando perciò la variabilità statistica dei risultati.

La Tabella 1 riporta i risultati dell’equivalenza basata sul trial registrativo e dell’equivalenza “total evidence” per i biosimilari di infliximab, etanercept e rituximab usato sia in reumatologia che in oncoematologia. I risultati di equivalenza sono relativi al confronto tra biosimilare verso

originator e sono espressi in termini di risk difference (RD). Dai dati riportati nella Tabella 1 emerge che, per tutti i farmaci, i risultati della total evidence confermano quelli prodotti nel trial registrativo; pertanto, tale analisi può essere considerata come un contributo che rafforza la quantità di evidenze cliniche a supporto dell’utilizzo dei biosimilari. Infatti, si sottolinea che questo approccio prende in considerazione non solo il trial registrativo che confronta il biosimilare verso l’originator, ma anche tutte le evidenze disponibili che hanno confrontato l’originator con lo standard of care; tutto ciò aumenta notevolmente la casistica dei pazienti studiati (Tabella 1, colonna 3 e 4).

Tabella 1. Equivalenza basata sul trial registrativo e equivalenza “total evidence” per i biosimilari di infliximab, etanercept e rituximab.

Biosimilare End-point Equivalenza basata sul trial registrativo –EPAR- (numero di pazienti)

Equivalenza “total evidence”

calcolata con metanalisi a rete (numero di pazienti)*

Infliximab ACR50 a 30 settimane

RD = +1.7% (95%CI: da -6.9% a +10.3%)a

(n=499)

RD = +1.5% (95%CrI: da -5,7% a +9,9%)b

(n=1724) Etanercept ACR50 a 24

settimane RD = +3,84% (95%CI: da -3,91% a +11,6%)c

(n=596)

RD = +3,8% (95%CrI: da -4,3% a +11,8%)c

(n=1003) Rituximab in

reumatologia ACR50 a 24

settimane RD = +5,7% (95%CI: da -10,4% a +21,9%)d

(n=154)

RD = +6,2% (95%CrI: da -4,3% a +16,8%)e

(n=480) Rituximab in

oncoematologia ORR RD = +4.3% (95%CI: da -3,1% a +11.8%)f

(n=140)

RD = +6.29% (95%CrI: da -8.3%

a +9.9%)g (n=942)

Abbreviazioni: ACR50, American College of Rheumatology; DAS28, Disease activity score; ORR, Overall response rate; RD, risk difference.

*In questa colonna, N indica il numero complessivo dei pazienti arruolati nei trial facenti parte dell’analisi total evidence.

aI dati sono tratti dalla Referenza 9 (Tabella 1); la RD con 95%CI è stata ricalcolata dalle incidenze “crude” rilevate nel trial registrativo.

bI valori di RD sono direttamente tratti dalla Referenza 9 (Tabella 1).

cI valori di RD sono direttamente tratti dalla Referenza 10 (Tabella 1).

dI dati sono tratti dalla Referenza 11 (Tabella 1); la RD con 95%CI del trial registrativo è stata ricalcolata dalle incidenze “crude”

rilevate nel trial stesso.

eLa RD con 95%CrI della network metanalisi è stata calcolata per conversione del corrispondente valore metanalitico di odds-ratio (Referenza 11); la conversione è stata eseguita secondo le equazioni di Grant(12).

fI dati sono tratti dalla Referenza 13 (Tabella 1); la RD con 95%CI del trial registrativo è stata ricalcolata dalle incidenze “crude”

riportate nella Referenza 12 (Tabella 1).

gLa RD con 95%CrI della network metanalisi è stata calcolata per conversione del corrispondente valore metanalitico di odds-ratio (Referenza 12); la conversione è stata eseguita secondo le equazioni di Grant (12).

(5)

ESTAR 3 Minuti

Numero 20 – 15 Dicembre 2017

5

Tabella 2. Consumo e spesa dei biosmilari nel periodo Gennaio-Ottobre 2017 vs Gennaio-Ottobre 2016 nella Regione Toscana.

Molecola Qta biosimilari

Qta originator

% biosimilare/

Totale Qta

Importo biosimilari (euro)

Importo originator (euro)

% biosimilare/

Totale importo Gennaio-Ottobre 2017:

Eritropoietina 309.508 73.520 80,81% 4.379.486 2.717.154 61,71%

Follitropina alfa 1.350 6.190 17,90% 137.938 1.369.029 9,15%

Somatropina 9.320 66.736 12,25% 1.614.759 6.389.752 20,17%

Filgrastim 52.346 1.619 97,00% 383.435 138.073 73,52%

Infliximab 10.298 3.816 72,96% 2.699.959 1.859.229 59,22%

Totale 382.822 151.881 56,19% 9.215.577 12.473.236 44,76%

Gennaio-Ottobre 2016:

Eritropoietina 301.697 86.116 77,79% 4.017.441 3.667.316 52,28%

Follitropina alfa 468 8.349 5,31% 31.508 2.220.016 1,40%

Somatropina 8.060 66.473 10,81% 1.328.983 6.936.738 16,08%

Filgrastim 47.062 1.985 95,95% 347.861 169.278 67,27%

Infliximab 8.706 5.228 62,48% 2.700.601 2.547.202 51,46%

Totale 365.993 168.151 50,47% 8.426.393 15.540.551 37,70%

NOTA: la quantità è espressa in unità posologiche.

Dati di consumo e spesa per farmaci biosi- milari nelle aziende della Regione Toscana Nei primi 10 mesi del 2017, a parità di molecole prese in considerazione, il consumo

complessivo dei farmaci biosimilari (Tabella 2) è stato di 382.822 unità posologiche rispet- to ad un totale di 365.993 unità posologiche nello stesso periodo del 2016 (+4,6%). Da no- tare che questi prodotti, anche se con brevetto

Tabella 3. Consumo complessivo ( biosimilare+originator) nella Regione Toscana espresso in unità posologiche:

confronto 2016 vs 2017.

Molecola Consumo Gennaio-

Ottobre 2016

Consumo Gennaio- Ottobre 2017

% Δ

Eritropoietina 387.813 383.028 - 1,25%

Follitropina alfa 8.817 7.540 - 14,48%

Somatropina 74.533 76.056 + 2,04%

Filgrastim 49.047 53.965 + 10,03%

Infliximab 13.934 14.114 + 1,29%

Darboepoetina* 77.298 82.502 + 6,73%

* Il consumo di questa molecola è stato inserito per vedere se c’è stato uno shift da eritropoietina a darboepoetina, essendo quest’ultima una molecola ancora coperta da brevetto. Non è stato possibile eseguire un analogo confronto per le altre 4 molecole (soprattutto. infliximab e filgrastim), poiché non era possibile identificare un unico farmaco coperto da brevetto assunto come destinatario dello shift prescrittivo.

(6)

ESTAR 3 Minuti

Numero 20 – 15 Dicembre 2017

6 scaduto mantengono ancora tutto il loro valo- re terapeutico dato che i Clinici non li hanno abbandonati ma continuano a utilizzarli con continuità (Tabella 3).

Per quanto riguarda la spesa, l’importo do- vuto ai biosimilari nei primi 10 mesi del 2017 è stato pari a euro 9.215.577, mentre nello stesso periodo del 2016 è stato pari a euro 8.426.393 (+ 9,37%).

L’aumento del consumo si è verificato per tutti i biosimilari. Se consideriamo i primi 10 mesi del 2017, la quota parte del biosimilare mostra i valori più alti per le seguenti tre mo- lecole:

1. infliximab: 10.298 unità posologiche di biosimilare verso 3.816 unità poso- logiche di originator (73%);

2. eritropoietina: 309.508 unità posologi- che di biosimilare verso 73.520 di ori- ginator (81%);

3. filgrastim: 52.346 unità posologiche di biosimilare verso 1.619 di originator (97%);

Diversa è invece la situazione per la folli- tropina alfa e per la somatropina i cui biosimi- lari mostrano una percentuale di utilizzo anco- ra molto bassa rispetto all’originator (1.350 unità posologiche di biosimilare verso 6.190 unità posologiche di originator per la follitro- pina alfa e 9.320 unità posologiche di biosi- milare verso 66.736 unità posologiche di ori- ginator per la somatropina).

Nella Tabella 2 non sono riportati né i dati dell’etanercept né quelli del rituximab poichè i rispettivi biosimilari sono entrati in com- mercio nel 2017, e neppure quelli dell’insulina glargine in quanto la gara è stata vinta dall’originator. Tuttavia, se per l’etanercept consideriamo i consumi relativi al solo anno 2017 (periodo Gennaio – Ottobre), osserviamo che l’utilizzo di etanercept biosi- milare è ancora molto basso; le unità posolo- giche di etanercept biosimilare (Benepali) e quelle di etanercept originator (Enbrel) sono difatti 6.740 e 67.648, rispettivamente. Il tra-

sferimento del consumo da Enbrel a Benapali avrebbe determinato in risparmio di circa 2,8 milioni di euro.

Infine, si può osservare che il numero di farmaci biosimilari è aumentato passando da 5 molecole nel 2016 a 7 molecole nel 2017.

Questo numero è destinato ad aumentare ulte- riormente nel 2018 alla luce della imminente scadenza brevettuale di numerosi altri farmaci biologici.

Bibliografia

1. European Medicines Agency (EMA).

Biosimilar medicines. Inidirizzo web:

http://www.ema.europa.eu/ema/index.

jsp?curl=pages/special_topics/docume nt_listing/document_listing_000318.js p&mid=WC0b01ac0580281bf0.

Ultimo accesso: 14 Novembre 2017.

2. Osservatorio nazionale dell’impiego dei biosimilari (OSMED). L’uso dei farmaci in Italia. Rapporto nazionale anno 2016. Indirizzo web:

http://www.aifa.gov.it/content/luso- dei-farmaci-italia-rapporto-osmed- 2016. Ultimo accesso: 14 Novembre 2017.

3. Aboutpharma online. Biosimilari, cresce il consumo in Italia. 18 Settembre 2017. Indirizzo web:

https://www.aboutpharma.com/blog/2 017/09/18/468872/. Ultimo accesso:

14 Dicembre 2017.

4. Ahn S, Park SH, Lee KH. How to demonstrate similarity by using noninferiority and equivalence statistical testing in radiology research. Radiology. 2013 May;267(2):328-38. 8.

5. Christensen E. Methodology of superiority vs. equivalence trials and non-inferiority trials. J Hepatol. 2007 May;46(5):947-54.

6. Messori A, Fadda V, Maratea D, Trippoli S. Outcomes with short-term

(7)

ESTAR 3 Minuti

Numero 20 – 15 Dicembre 2017

7 versus long-term antiplatelet dual therapy after drug-eluting stenting:

quantifying the equivalence margins.

Int J Cardiol, 2014;172:469-70. 11.

7. Messori A, Maratea D, Fadda V, Trippoli S. Risk of intracranial haemorrhage in patients with atrial fibrillation treated with novel oral anticoagulants: testing the equivalence margins between dabigratran, rivaroxaban and apixaban. Eur J Clin Pharmacol 2014;70:505-6. 12.

8. Messori A, Fadda V, Gatto R, Maratea D, Trippoli S. Differentiating between

"no proof of difference" and "proof of no difference" for new oral anticoagulants. BMJ 2014;348:g1955 9. Messori A, Trippoli S, Marinai C.

Network meta-analysis as a tool for improving the effectiveness assessment of biosimilars based on both direct and indirect evidence:

application to infliximab in rheumatoid arthritis. Eur J Clin Pharmacol. 2017 Apr;73(4):513-514.

doi: 10.1007/s00228-016-2177-z.

10. Messori A, Trippoli S, Marinai C.

"Total evidence" network meta-

analysis as a tool for improving the assessment of biosimilars: application to etanercept in rheumatoid arthritis.

Int J Clin Pharmacol Ther. 2017

Jun;55(6):517-520. doi:

10.5414/CP202877.

11. Chiumente M, Messori A.

Rituximab biosimilar in rheumatoid arthritis: an enhanced-evidence assessment to evaluate equivalence with the originator based on network meta-analysis. Ther Adv Musculoskelet Dis. 2017

Oct;9(10):271-273. doi:

10.1177/1759720X17721151.

12. Grant RL. Converting an odds ratio to a range of plausible relative risks for better communication of research findings. BMJ 2014;348:f7450 (Erratum in BMJ 2014;348:g2124).

13. Chiumente M, Mengato D, Messori A.

Rituximab biosimilar evaluated by

network meta-analysis.

Haematologica. 2017 Sep 21. pii:

haematol.2017.175042. doi:

10.3324/haematol.2017.175042.

(8)

ESTAR 3 Minuti

Numero 20 – 15 Dicembre 2017

8

NEWS DAL MONDO DEI FARMACI E DEI DISPOSITIVI MEDICI

News dal mondo dei farmaci

Un recente studio multicentrico pubblicato su Lancet Oncology ha dimostrato che l’aggiunta di bevacizumab alla chemioterapia adiuvante non produce alcun beneficio incrementale di sopravvivenza nei pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC) in stadio iniziale sottoposto a resezione (1).

Lo studio in aperto, randomizzato, di fase III, ha coinvolto 1501 pazienti con NSCLC in stadio da IB a IIIA completamente resecato assegnati in rapporto 1:1 al trattamento con la chemioterapia con o senza bevacizumab. Nel trial sono stati utilizzati 4 diversi regimi di chemioterapia in percentuali sostanzialmente simili (cisplatino più vinorelbina o docetaxel o gemcitabina o pemetraxed). Il trial è stato interrotto dopo un’analisi ad interim. A quel punto il follow-up mediano per i pazienti ancora in vita era di 50,3 mesi. La sopravvivenza globale mediana non era stata ancora raggiunta nel gruppo trattato con la sola chemioterapia, mentre è risultata di 85,8 mesi nel gruppo trattato con bevacizumab (HR di sopravvivenza: 0,99; 95%CI: 0,82-1,19; P=0.90).

Anche la sopravvivenza mediana libera da progressione è risultata simile nei 2 gruppi: 42,9 mesi senza bevacizumab e 40,6 mesi con bevacizumab (HR: 0,99; 95%CI: 0,86-1,15;

P=0,95). Le tossicità di grado 3, che sono risultate più frequenti con bevacizumab che senza, sono state l’ipertensione (30% contro 8%) e la neutropenia (37% contro 33%). Inoltre, ci sono stati 15 morti in corso di trattamento nel gruppo trattato con la sola chemio e 19 nel gruppo trattato anche con bevacizumab. Lo studio dimostra, pertanto, che il bevacizumab non ha un ruolo in questo setting e non dovrebbe essere considerato come una terapia adiuvante nei pazienti con NSCLC resecato in stadio iniziale.

Bibliografia

1. Wakelee HA, et al. Adjuvant chemotherapy with or without bevacizumab in patients with resected non- small-cell lung cancer (E1505): an open-label, multicentre, randomised, phase 3 trial. Lancet Oncology 2017. doi: http://dx.doi.org/10.1016/S1470- 2045(17)30691-5.

News dal mondo dei dispositivi medici

La sindrome post-trombotica rappresenta una complicanza cronica della trombosi venosa profonda (TVP) degli arti inferiori che si sviluppa nel 20-50 % dei pazienti e si manifesta con sintomi di insufficienza venosa cronica con un impatto negativo sulla qualità della vita (1). Nel New England Journal of Medicine del 7 Dicembre 2017, Vedantham et al (2) hanno valutato lo sviluppo della sindrome post- trombotica, con un follow-up tra 6 e 24 mesi, in 692 pazienti con TVP che hanno ricevuto a random solo anticoagulante (gruppo di controllo) o anticoagulante più trombolisi farmaco-meccanica (mediante catetere o mediante un dispositivo che rilascia nel trombo un attivatore tissutale del plasminogeno ricombinante o mediante macerazione, con o senza stent).

Lo studio ha dimostrato che l’assenza di una differenza statisticamente significativa nella percentuale di pazienti con sindrome post- trombotica verso i controlli (47% nel gruppo trombolisi farmaco-meccanica e 48% nel gruppo di controllo; risk ratio: 0,96; 95%CI: 0,82 - 1,11;

P=0,56. La trombolisi farmaco-meccanica ha portato ad un maggior numero di emorragie maggiori entro 10 giorni (1.7% vs. 0.3% dei pz, P=0.049) ma non è stata osservata una significativa differenza tra i due gruppi nel tromboembolismo venoso ricorrente (P=0.09). La sindrome post- trombotica da moderata a severa si è verificata nel 18% dei pazienti del gruppo della trombolisi farmaco-meccanica e nel 24% nel gruppo di controllo (risk ratio, 0.73; 95% CI: 0.54 - 0.98;

P=0.04) senza una differenza significativa tra i due gruppi per quanto riguarda il miglioramento della qualità della vita dal baseline a 24 mesi. Pertanto, l’aggiunta di trombolisi farmaco-meccanica con catetere ed anticoagulante non solo non riduce il rischio di sindrome post-trombotica ma aumenta il rischio di emorragie maggiori.

Bibliografia

1. Rabinovich A, Khan SR. The postthrombotic syndrome:

current evidence and future challenges, Journal of Thrombosis and Haemostasis, 2016, 15;230-241

2. Vedantham S et al. Pharmacomechanical Catheter- Directed Thrombolysis for Deep-Vein Thrombosis. N Engl J Med 2017;377:2240-52.

Riferimenti

Documenti correlati

Le tabelle riportano la distribuzione per tipo di tumore della frequenza assoluta dei casi, età media, tasso grezzo (TG), tasso standardizzato diretto Eu2013* (TSD) errore

Anzitutto, nonostante la quasi totalità dei collegamenti che costituiscono la rete dor- sale e la maggior parte di quelli posati nelle reti metropolitane sia realizzato con tecno-

revisione sistematica ha senso proprio anche quando combinare dati da studi diversi può essere discutibile o fuorviante.. (si veda: O'Rourke et al. J Clin Epidemiol 1989; 42:

• Coniugare la posizione Società Italiana di Farmacologia (SIF) sui mAb con quella delle altre Società Scientifiche: Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), Società

La terapia con insulina viene di solito riservata ai casi di malattia di più lunga durata, non più control- labile con farmaci per via orale (o per via iniettiva, come gli analoghi

Questo non significa che lo svol- gimento ordinario di tale compito (nel corso di un esame scritto) debba essere altrettanto lungo... Che sia anche normale segue direttamente dal

Determinare il voto medio delle ragazze. 14) Si lancino contemporaneamente 3 monete, le prime due perfettamente bilanciate e la terza truccata in modo che la

ISTITUZIONI DI MATEMATICHE Cognome e Nome Matricola Appello del 10 giugno 20101. Procedo per 40 minuti a una velocit` a media di 80 km/h e successivamente per 10 minuti a una velocit`