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Questo lavoro si pone l’obiettivo di ricostruire la rete portuale ligure - tirrenica e le sue trasformazioni in un arco cronologico che va dal V al XIV secolo.

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Academic year: 2021

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I. INTRODUZIONE

Questo lavoro si pone l’obiettivo di ricostruire la rete portuale ligure - tirrenica e le sue trasformazioni in un arco cronologico che va dal V al XIV secolo.

L’area geografica presa in esame corrisponde a un unico grande bacino, formato dall’incontro tra il Mar Ligure e il Mar Tirreno, compreso tra la Corsica, la Sardegna, la Sicilia e le coste occidentali della penisola italiana.

Si tratta di uno spazio marittimo il cui ruolo come via di commercio è documentato fin dalla Preistoria. In epoca arcaica fu diviso, fra Etruschi, Greci e Cartaginesi, fino all’avvenuto predominio romano. Con la fine della dominazione romana tornò a essere un mare “conteso”, al cui controllo si alternarono Vandali, Bizantini, Arabi, Normanni e Angioini, sebbene nessuno riuscì più a imporre una supremazia durevole.

In questo bacino i punti nevralgici della navigazione erano i porti, dove partivano o arrivavano le imbarcazioni. La loro principale funzione era di garantire l’accesso e la sosta delle navi con sicurezza.

Il tema della “portualità medievale” è stato spesso affrontato da più punti di vista e con tagli cronologici sempre differenti. Nonostante gli studi abbiano approfondito in modi diversi e con diversa efficacia l’argomento, mancano tuttavia ad oggi delle sintesi che ci consentano di avere una visione d’insieme delle trasformazioni avvenute nel sistema delle reti portuali nel periodo di tempo che va dal V al XIV secolo.

La ricerca ha avuto inizio con lo studio dell’edito: nel primo capitolo si è cercato di fare il punto sulle conoscenze riguardanti i porti realizzando una storia degli studi.

In seguito sono state analizzate le fonti utili per tentare la ricostruzione del panorama dei porti e degli scali. In particolare, per i secoli altomedievali, sono state prese in esame le fonti itinerarie tardo antiche (Tabula Peutingeriana, Itinerarium maritimum), il poema scritto da Rutilio Namaziano (De Reditu suo) e la Cosmographia dell'Anonimo Ravennate.

Per il periodo bassomedievale, invece, sono stati utilizzati l’opera geografica di Idrisi (Il

libro di Ruggero), particolarmente utile per i porti del Meridione, e i portolani medievali

(Liber de existencia riveriarum et forma mari nostri Mediterranei, Compasso da Navigare,

Portolano di Grazia Pauli), questi ultimi tecnicamente e topograficamente più attendibili.

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Il terzo capitolo riguarda gli studi archeologici: sono analizzate le potenzialità offerte dagli scavi delle aree portuali e i loro limiti. È poi messo in evidenza il carattere di interdisciplinarietà che dovrebbero avere le indagini di questi contesti. Infatti, i porti, trovandosi in aree caratterizzate da particolari condizioni ambientali, determinate da fenomeni naturali e antropici, hanno subito, sia in antico sia in seguito, profonde trasformazioni che ne hanno condizionato l’attuale stato di conservazione. Il loro studio non può quindi prescindere dall’analisi e dalla conoscenza dell’ambiente in cui questa realtà è inserita. Sono quindi presentati i risultati di scavi eseguiti negli ultimi decenni che hanno permesso l’acquisizione di importanti dati sulle fasi di vita medievali di alcuni porti.

Per l’organizzazione dei dati raccolti, vista la loro grande quantità, è stato realizzato un database in grado di gestirli facilmente e con immediatezza: nel quarto capitolo ne viene

descritta la struttura.

Negli ultimi capitoli, infine, vengono fatte alcune considerazioni di carattere generale su come l’archeologia ha contribuito alla conoscenza dei porti e sono poi discussi in modo diacronico i risultati della ricerca utilizzando le informazioni raccolte nelle fonti scritte, integrandole, dove possibile, con i dati archeologici purtroppo non numerosi.

Nell’esposizione i fattori storico-economici, di cui è risaputa l’importanza come causa dei

processi di modificazione della rete portuale, sono trattati soltanto come elementi

esplicativi dei periodi esaminati.

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