REGIONE SICILIANA
PROVINCIA DI SIRACUSA – PROVINCIA DI CATANIA COMUNE DI LENTINI – COMUNE DI CATANIA
DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI
Autorizzata con D.D.G. n. 37 del 31/01/2018
AMPLIAMENTO: REALIZZAZIONE BACINI “D”, “E” ED “F”
(modifica sostanziale)
PROGETTO DEFINITIVO
RELAZIONE TECNICA
RT 01
OW19009PD02RT010 50 A4 GIU 201900 13/06/19 PRIMA EMISSIONE L. ARDIZZONE C. BUTTICE’ R. MARTELLO
Via A. Longo, 34 – 95135 Catania (CT) Dott. Ing. Rocco Martello Dott. Ing. Carlo Butticè
Dott. Ing. Liborio Ardizzone Geom. Luca Porcaro
Dott. Geol. Carmelo Ferla Dott. Arch. Damiano Bonanno Dott. Ing. Giovanni Bongiorno Dott. Ing. Giacomo Criscenti
Via Resuttana 360 – 90146 Palermo – Tel. 091 303243 Fax 091 7219247
II 00 L. ARDIZZONE 12/06/19 C. BUTTICE’ 13/06/19 R. MARTELLO 13/06/19
REV EMESSO DATA VERIFICATO DATA APPROVATO DATA
Via Resuttana 360 – 90146 Palermo – Tel. 091 303243 Fax 091 7219247
III
S
OMMARIO1 PREMESSA ... 5
2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO ... 7
2.1 Rifiuti ... 7
3 L’IMPIANTO AUTORIZZATO ... 8
3.1 Inquadramento territoriale ... 8
3.2 Stato di fatto dei lavori delle lavorazioni e delle operazioni svolte ... 10
4 DESCRIZIONE DEL PROGETTO PROPOSTO ... 11
4.1 Inquadramento territoriale e vincolistico ... 11
4.2 Realizzazione della nuova discarica (bacini D1 e D2, E ed F) ... 14
4.2.1 Impermeabilizzazioni del fondo e delle pareti ... 16
4.2.1.1Verifica dell’impermeabilità equivalente ... 17
4.2.2 Regimazione idraulica ... 20
4.2.3 Sistema di drenaggio e raccolta del percolato ... 23
4.2.3.1Stima dei quantitativi prodotti ... 23
4.2.3.2Rete di drenaggio e raccolta percolato ... 25
4.2.4 Produzione e trattamento del biogas ... 28
4.2.4.1Produzione del biogas ... 28
4.2.4.2Lay-out del sistema di captazione ed aspirazione ... 29
4.3 Capping finale ... 32
5 IMPIANTO ELETTRICO ... 34
5.1 Impianto elettrico in BT ... 34
Via Resuttana 360 – 90146 Palermo – Tel. 091 303243 Fax 091 7219247
IV
5.2 Impianto di illuminazione ... 34
5.3 Impianto di messa a terra ... 35
6 IMPIANTO ANTINCENDIO ... 35
ALLEGATO 01ELENCO CODICI C.E.R. AUTORIZZATI ... 37
1 Premessa
1 P
REMESSALa presente relazione è stata elaborata al fine di esplicitare tutti gli accorgimenti tecnici da adottare in merito alla realizzazione di una discarica per rifiuti non pericolosi da realizzarsi in contrada Grotte San Giorgio nel Comune di Lentini (SR).
L’impianto suddetto viene progettato per lo svolgimento delle seguenti operazioni:
Smaltimento D1 Deposito sul o nel suolo, per una volumetria totale pari a 4.551.050 m3, così suddivisi:
o 1.497.143 m3, bacini D (separato in due sottobacini D1 e D2) o 1.273.660 m3, bacino E
o 1.780.248 m3, bacino F
Smaltimento D15 Deposito preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D14, per stoccaggio del percolato prodotto per una volumetria totale di 900 m3 (valore riferito ai soli serbatoi di stoccaggio a servizio della nuova discarica) cosi distinti:
o 300 m3 per il bacino D;
o 300 m3 per il bacino E;
o 300 m3 per il bacino F;
oltre ai 360 m3 dei serbatoi di stoccaggio già autorizzati ed a servizio dell’impianto di trattamento;
Smaltimento D9 Trattamento fisico-chimico non specificato altrove nel presente allegato, che dia origine a composti o a miscugli eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12, per il trattamento del percolato, con potenzialità pari a 99 m3/giorno.
1 Premessa
Le motivazioni che hanno condotto il committente Sicula Trasporti s.r.l. a richiedere la progettazione di una nuova discarica, incrementando la capacità di conferimento del comprensorio di c/da Grotte San Giorgio di cui ne è proprietario, sono da ricercarsi nello stato di criticità nel settore dello smaltimento dei rifiuti urbani, legato all’insufficienza di impiantistica regionale per il pretrattamento dei rifiuti prima dello smaltimento in discarica. Infatti, la carenza di impianti per il trattamento dei rifiuti suddetti ha comportato negli ultimi anni l’attivazione, da parte del Presidente della Regione Siciliana, di misure straordinarie e di emergenza (ordinanze contingibili e urgenti ai sensi dell’art. 191 del D.Lgs.152/2006 e ss.mm.ii.) per l’utilizzo dell’impiantistica regionale esistente, con particolare riferimento agli impianti gestiti dalla Sicula Trasporti S.r.l., che ha dovuto fronteggiare il conferimento presso i propri impianti, dei rifiuti urbani provenienti dai comuni della provincia di Messina, Siracusa, Ragusa e Catania, in via continuativa, nonché, saltuariamente, dai comuni delle province di Enna, Caltanissetta, Palermo, Agrigento e Trapani.
Il perdurare di tale situazione ha comportato la saturazione delle volumetrie di abbancamento nelle discariche appartenenti al comprensorio di c/da Grotte San Giorgio precedentemente autorizzate con D.D.G. n. 76 del 03/03/2010 (integrato con D.D.G. n. 1244 del 26/07/2013 e Ord. 8/Rif del 03/03/2015) nonché di quelle autorizzate con D.D.G. n. 697 del 27/09/2011 e con D.D.G. n. 649 del 20/11/2012. Inoltre, nonostante l’impianto vedrà a breve l’entrata in funzione del bacino C e la riprofilatura di tutti i bacini (progetto autorizzato con D.D.G. n. 37 del 31/01/2018) che permetterà di conseguire un ulteriore incremento della potenzialità, la valutazione previsionale contestualizzata all’attuale situazione emergenziale da evidenza del fatto che tale intervento argina solo temporaneamente lo stato di criticità e nel breve termine si assisterà nuovamente alla saturazione dell’intero impianto.
In definitiva dunque, al fine di garantire continuità temporale ai conferimenti ed ovviare allo stato emergenziale che periodicamente si ripresenta in merito alla gestione dei rifiuti in Sicilia, il committente intende richiedere una modifica sostanziale dell’autorizzazione attualmente esercita ai fini della realizzazione di tre bacini (D, E ed F), i quali andranno realizzati in una nuova area adiacente a quella attualmente autorizzata.
2 Normativa di riferimento
2 N
ORMATIVA DI RIFERIMENTO 2.1 Rifiuti D.D.G. Regione Siciliana n. 649 del 20/11/2012 “Autorizzazione Integrata Ambientale” ai sensi dell’art. 29sexies del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i.
modificato con il D.D.G. n. 37 del 31/01/2018: “Ditta Sicula Trasporti Srl – Autorizzazione Integrata Ambientale – Progetto di ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi ubicata in C.da Grotte San Giorgio nei comuni di Lentini (SR) e Catania, tramite realizzazione del bacino C e succ.va riprofilatura di tutti i bacini – Modifica sostanziale dell’impianto IPPC di discarica per rifiuti non pericolosi, già autorizzato con D.D.G. n. 649 del 20 Novembre 2012, da realizzarsi in C.da Grotte San Giorgio nel Comune di Lentini (SR), riguardante anche le particelle nn. 762, 789, 790 foglio di mappa n. 20, e nel Comune di Catania Particelle nn. 952-235-1028 foglio di mappa n. 66”
D.M. 27 Settembre 2010 “Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica, in sostituzione di quelli contenuti nel decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio 3 agosto 2005”
Coordinato con il Decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 24 Giugno 2015 “Modifica del decreto 27 settembre 2010, relativo alla definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica”
Circolare del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione Generale per i rifiuti e l’inquinamento prot. n. 17669 del 14/12/2017
“Circolare Ministeriale per l’applicazione del Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 27/09/2010”
Linee Guida ISPRA n. 145/2016 “Criteri tecnici per stabilire quando il trattamento non è necessario ai fini dello smaltimento dei rifiuti in discarica ai sensi dell’art. 48 della L. 28 Dicembre 2015 n.221”
D.Lgs. 3 Aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”
coordinato con il D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4: “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale”;
modificato ed integrato con il D.Lgs. 29 Giugno 2010, n. 128: “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell’articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n.
69”
3 L’impianto autorizzato
e con il D.Lgs. 3 Dicembre 2010, n. 205: “Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive”).
Circolare di coordinamento del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare prot. n. 0022295 GAB del 27/10/2014 “Linee di indirizzo sulle modalità applicative della disciplina in materia di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento, recata dal Titolo III-bis alla parte seconda del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, alla luce delle modifiche introdotte dal Decreto Legislativo 4 marzo 2014, n. 46”
D.Lgs. 13 Gennaio 2003, n. 36 “Attuazione della direttiva 1999/31/Ce relativa alle discariche di rifiuti”
Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti in Sicilia approvato con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare dell’11 luglio 2012, pubblicato nella G.U. n. 179 del 02/08/2012.
Proposta di Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti in Sicilia presentato nota del 17/12/2018.
3 L’
IMPIANTO AUTORIZZATO 3.1 Inquadramento territorialeLa discarica autorizzata con D.D.G n 649 del 20/11/2012 e modificato con D.D.G. n. 37 del 31/01/2018, per la quale si intende realizzare la “modifica sostanziale” (ai sensi degli artt. 29 nonies comma 1, 5 comma 1 lett Lbis.) illustrata nel seguito della presente relazione. La medesima si trova in contrada Grotte San Giorgio, nel territorio del Comune di Lentini (SR) e, solo in parte, in quello del Comune di Catania. La sua area ricade all’interno della tavoletta
“Villaggio Delfino” del foglio n. 270 III S.O. della Carta d’Italia in scala 1:25.000 edita dall’I.G.M., nonché all’interno della sezione n. 641010 della C.T.R. in scala 1:10.000.
3 L’impianto autorizzato
Figura 3.1:Vista aerea dell’area della discarica già autorizzata (bacini A, B e C)
Figura 3.2: Stralcio C.T.R. con individuazione dell’area della discarica già autorizzata (bacini A, B e C)
3 L’impianto autorizzato
In dettaglio, il lotto autorizzato all’interno del quale insiste la discarica autorizzata, di circa 186.000 m2, è costituito dalle seguenti particelle catastali:
Foglio di mappa n. 20 – NCT del Comune di Lentini:
149, 168, 169, 170, 171, 172, 173, 174, 175, 180, 181, 182, 183, 184, 185, 186, 187, 188, 189, 190, 191, 192, 193, 194, 195, 196, 197, 407, 408, 409, 457, 458, 459, 460, 461, 462, 463, 465, 466, 467, 468, 469, 470, 532, 662, 663, 673, 674, 675, 688, 689, 747, 787, 788, 791, 792, 793, 818, 819, 820, 821, 822, 823, 824, 825, 826, 827, 828, 829, 830, 831, 832, 833, 834, 835, 836, 837, 838, 839, 840, 841, 882, 888, 889, 890, 891, 892, 893, 894, 895, 902, 903, 904, 905
A cui sono state aggiunte a seguito dell’autorizzazione con DDG 31/2018 le seguenti:
762, 789, 790 (Foglio di mappa n. 20 – NCT del Comune di Lentini) 235, 952, 1028 (Foglio di mappa n. 66 – NCT del Comune di Catania).
3.2 Stato di fatto dei lavori delle lavorazioni e delle operazioni svolte
Lo stato di fatto delle lavorazioni e delle operazioni dell’impianto in questione, autorizzato con D.D.G. n. 649/2012 e modificato con D.D.G. n. 37/2018 è il seguente:
E’ terminato l’abbancamento dei bacini A-B secondo quanto disposto dalla prima autorizzazione. In forza della seconda e’ quasi completata la prima fase che prevede il riempimento tra i suddetti bacini e la relativa riprofilatura. Nel frattempo, sono stati completati i lavori di scavo ed impermeabilizzazione del bacino C e si stanno completando le opere necessarie per il collaudo della seconda fase che ne consente l’utilizzo. Si completa il quadro delle attività evidenziando che sono in fase di realizzazione sul bacino A i pozzi di estrazione del biogas attrezzati in modo duale.
4 Descrizione del progetto proposto
4 D
ESCRIZIONE DEL PROGETTO PROPOSTO4.1 Inquadramento territoriale e vincolistico
L’area su cui si intende avviare i lavori di ampliamento “Bacini D1 e D2 – E - F”, si trova in contrada Grotte San Giorgio nel territorio del Comune di Lentini (SR) in adiacenza delle vasche A, B e C già autorizzate con D.D.G. n. 649 del 20/11/2012 e con D.D.G. n 37 del 31/01/2018. Tale porzione di territorio ricade all’interno della tavoletta “Villaggio Delfino” del foglio n. 270 III S.O. della Carta d’Italia in scala 1:25.000 edita dall’I.G.M., nonché all’interno della sezione n. 641010 della Carta Tecnica regionale in scala 1:10.000. In dettaglio, l’area ha una superficie lorda di circa 262.597 m2 ed è costituito dalle seguenti particelle catastali:
Foglio di mappa n. 20 – NTC del comune di Lentini (SR):
198 - 199 - 200 - 201 - 202 - 203 - 204 - 205 - 206 - 207 - 208 - 209 - 210 - 211 - 212 - 213 - 214 - 215 - 216 - 217 - 218 - 220 - 222 - 410 - 411 - 412 - 413 - 471 - 472 - 473 - 474 - 475 - 476 - 477 - 478 - 479 - 480 - 481 - 482 - 483 - 484 - 485 - 487 - 488 - 489 - 490 - 491 - 492 - 493 - 494 - 495 -496 - 582 - 583 - 591 - 592 - 593 - 594 - 595 - 610 - 611 - 617 - 618 - 619 - 620 - 623 - 624 - 657 - 672 - 676 - 677 - 678 - 679 - 680 - 706 - 707 - 708 - 709 - 710 - 711 - 712 - 713 - 714 - 715 - 716 - 717 - 718 - 719 - 722 - 723 - 724 - 725 - 726 - 727 - 728 - 729 -748 – 932 - 933 - 964 - 966 - 967 - 968 - 969 – 970 - 971 - 972 - 973 - 974 - 975 - 977 - 978 - 982 - 983 - 1018 - 1019 - 1068 - 1069 – 1162 .
La stessa ricade in zona classificata dal PRG del Comune di Lentini (approvato con Decreto ARTA n. 1267 del 07/10/1989) come zona agricola “E”.
L’accesso alla discarica avviene attraverso un ingresso esistente che si apre direttamente sulla S.S. 194 e che è a servizio dell’intero comprensorio di discariche di Contrada Grotte San Giorgio. La viabilità perimetrale e di servizio dovrà essere realizzata in fresato fino alla realizzazione del capping definitivo.
4 Descrizione del progetto proposto
Figura 4.1: Vista aerea del nuovo lotto da autorizzare
Figura 4.2: Stralcio C.T.R. con individuazione del lotto autorizzato e del nuovo lotto da autorizzare
4 Descrizione del progetto proposto
Figura 4.3: Comprensorio delle discariche Sicula Trasporti s.r.l. e individuazione della nuova area in progetto
4 Descrizione del progetto proposto
A seguito dell’analisi dell’inquadramento urbanistico si evince che le aree su cui insistono i bacini D, E ed F della nuova discarica, analogamente alla discarica già autorizzata, non risultano essere sottoposte a vincoli di elevata criticità. In ogni caso, per la consultazione dei dettagli inerenti ai vincoli si rimanda all’elaborato tecnico AI01 – Allegato 1 – relazione Tecnica AIA.
4.2 Realizzazione della nuova discarica (bacini D1 e D2, E ed F)
Come anticipato in premessa, il progetto riguarda la realizzazione di una nuova discarica costituita dai bacini D1 e D2, E ed F, così come meglio dettagliato nella planimetria DT04 – Planimetria e sezioni di progetto”.
Lo scavo verrà eseguito mantenendo un’inclinazione delle scarpate di 60°, naturalmente vista l’eterogeneità da un punto di vista dei litotipi affioranti, ci si riserva la possibilità di variare l’angolo di scarpa a seconda del litotipo presente; le berme saranno realizzata con un ampiezza di 4 m al fine di garantire le operazioni di ammorsamento dei teli di impermeabilizzazione durante le fasi di abbancamento. Per quanto concerne le attività di scarico è stata prevista la realizzazione di una strada di accesso con una pendenza non eccedente il 20% impiegabile dalle macchine movimento terra e dai mezzi necessari per il trasporto delle terre.
Come già detto nei precedenti capitoli della presente relazione, la nuova discarica è progettata per poter abbancare un volume di rifiuti pari a 4.551.050 m3 e sarà compartimentata in n. 3 bacini suddivisi come di seguito riportato:
4 Descrizione del progetto proposto
BACINO SUPERFICIE
ABBANCAMENTO [m2]
VOLUME SCAVO [m3]
VOLUME
ABBANCAMENTO [m3]
D1 + D2 64.843 1.190.540 1.497.143
E 47.359 1.089.120 1.273.660
F 56.055 1.690.865 1.780.248
TOT 168.257 3.970.525 4.551.050
Tabella 4.1: Dati progettuali della nuova discarica dettagliati per ciascun bacino
Nella successiva tabella 4.2 vengono invece riepilogati i valori sopra esposti relativi all’insieme dei tre bacini, insieme ai i parametri significativi dei principali elementi di dimensionamento della nuova discarica (bacini D, E ed F).
DESCRIZIONE NUOVA DISCARICA
(BACINI D, E ED F) Superficie totale del lotto
autorizzato 262.597 m2
Superficie totale dell’impianto 162.231 m2 Volume totale abbancabile 4.551.050 m2 Quantità massima di rifiuti non
pericolosi in ingresso all’impianto
700.000 ÷ 900.000 t/anno
(potenzialità soggetta a variazione in base alle emergenze a livello regionale)
Tipologia di rifiuti non pericolosi in ingresso
Allegato 1 alla presente relazione
Anni di conferimento
6
(durata soggetta a variazione, in aumento ed in diminuizione, in
base alle emergenze a livello regionale)
Giorni di conferimento all’anno 320
Tabella 4.2: Dati progettuali della nuova discarica (bacini D, E ed F)
4 Descrizione del progetto proposto
Per quanto concerne le restanti dotazioni impiantistiche, femo restando l’analogia con gli altri bacini approvati, si riportano di seguito maggiori dettagli.
4.2.1 Impermeabilizzazioni del fondo e delle pareti
Il fondo e le pareti dei bacini D, E ed F della nuova discarica verranno realizzati in analogia a quanto previsto nel progetto esecutivo per i bacini A, B e C in conformità con le prescrizioni del D.Lgs. 36/03; in particolare, nel fondo verranno posti in opera i seguenti strati:
Regolarizzazione del fondo scavo;
Strato di argilla compattata di spessore 100 cm con permeabilità k = 10-9 m/sec;
Strato di geocomposito bentonitico tipo A (cfr. DT16), con massa areica pari a 4.500 g/m2, spessore 6,5 mm e permeabilità pari a 1x10-11 m/s;
Geomembrana in HDPE liscia, con spessore di 2,5 mm;
Geotessile tessuto non tessuto, con peso unitario non inferiore a 500 g/m2;
Strato di ghiaia a basso contenuto di calcare con pezzatura variabile da 16 a 60 mm dello spessore di 50 cm, all’interno del quale si sviluppa la rete di guardia di captazione del percolato;
Strato di geocomposito bentonitico tipo A (cfr. DT16), con massa areica pari a 4.500 g/m2, spessore 6,5 mm e permeabilità pari a 1x10-11 m/s;
Geomembrana in HDPE liscia, con spessore di 2,5 mm;
Geocomposito drenante di protezione con peso unitario pari a 1.580 g/m2;
Strato di ghiaia a basso contenuto di calcare con pezzatura variabile da 16 a 60 mm dello spessore di 50 cm, all’interno del quale si sviluppa la rete di captazione del percolato.
L’impermeabilizzazione delle pareti sarà realizzata secondo lo schema seguente (dal terreno naturale verso l’interno del bacino di discarica):
Impermeabilizzazione fino al primo ancoraggio intermedio:
- Strato di geocomposito bentonitico tipo A (cfr. DT16), con massa areica pari a 4.500 g/m2, spessore 6,5 mm e permeabilità pari a 1x10-11 m/s;
- Geomembrana in HDPE ruvida, tipo R/R, con spessore di 2,5 mm;
4 Descrizione del progetto proposto
- Strato di geocomposito bentonitico tipo A (cfr. DT16), con massa areica pari a 4.500 g/m2, spessore 6,5 mm e permeabilità pari a 1x10-11 m/s;
- Geomembrana in HDPE liscia, con spessore di 2,5 mm;
- Geocomposito drenante di protezione con peso unitario pari a 1.580 g/m2;
Impermeabilizzazione dal primo ancoraggio intermedio fino al ciglio superiore:
- Strato di geocomposito bentonitico tipo A (cfr. DT16), con massa areica pari a 4.500 g/m2, spessore 6,5 mm e permeabilità pari a 1x10-11 m/s;
- Geomembrana in HDPE mono ruvida, tipo R/L, con spessore di 2,5 mm ; - Geocomposito drenante di protezione con peso unitario pari a 1.580 g/m2.
Ulteriori dettagli relativi ai sistemi di impermeabilizzazione possono in ogni caso essere desunti dalla tavola grafica di progetto “DT16 – Fase A – Particolari delle barriere di impermeabilizzazione”.
Tutti i materiali (geocomposito bentonitico, geomembrana in HDPE, geocomposito drenante di protezione) rispetteranno i requisiti minimi di qualità già previsti nel progetto esecutivo.
4.2.1.1 Verifica dell’impermeabilità equivalente
Si riporta nel seguito la verifica, già effettuata in fase di redazione del progetto esecutivo della discarica autorizzata, sulla equivalenza idraulica, in termini di impermeabilità, degli strati di geocomposito bentonitico (GCL) in sostituzione dello strato minerale compattato (CCL) previsto dalla normativa.
Nel caso in esame, per il fondo e le pareti dei bacini della discarica si è scelta la barriera geocomposita bentonitica tipo Macline GCL N10 con spessore di 6,5 mm e coefficiente di permeabilità pari a 1x10-11 m/s. Lo strato di argilla compattata ha spessore di 1 m (per il fondo) e di 2 m (per le pareti) e coefficiente di permeabilità ≤ 1x10-9 m/s (come richiesto dal D.Lgs. n.
36/03 per le discariche per rifiuti non pericolosi). Si riporta di seguito la verifica effettuata per il fondo e per le pareti dei bacini.
4 Descrizione del progetto proposto
TGCL = Spessore [m] (UNI EN ISO 9863-1)
kGCL = Coefficiente di permeabilità [m/s]
TCCL = Spessore [m]
kCCL = Coefficiente di permeabilità [m/s]
H = Carico idraulico [m]
A = Sezione di attraversamento [m2]
V = Volume dell'Argilla [m3]
JGCL = Flusso Geocomposito bentonitico [m3/m2/s]
JCCL = Flusso Argilla [m3/m2/s]
JGCL <= JCCL Condizione di equivalenza soddisfatta
(kGCL )richiesto = Coefficiente di permeabilità richiesto al GCL [m/s] (fissato il TGCL)
(TGCL )richiesto = Spessore richiesto al GCL [m] (fissato il KGCL)
(tper )GCL = Tempo di percolazione del Geocomposito bentonitico [anni]
(tper )CCL = Tempo di percolazione dell'Argilla [anni]
(tper )GCL >= (tper )CCLCondizione di equivalenza soddisfatta
(kGCL )richiesto = Coefficiente di permeabilità richiesto al GCL [m/s] (fissato il TGCL)
(TGCL )richiesto = Spessore richiesto al GCL [m] (fissato il KGCL)
(kGCL )richiesto = Coefficiente di permeabilità richiesto al GCL [m/s] (fissato il TGCL)
(TGCL )richiesto = 0.005025126 Spessore richiesto al GCL [m] (fissato il KGCL) 1.55E-09
2.00E-09
1.2916E-11 0.005025126
Verifica in termini di tempo di percolazione 20.47825612
15.85489599
1.2916E-11 0.005025126
Verifica finale 1.2916E-11
Verifica in termini di permeabilità
EQUIVALENZA DI SPESSORE - IMPERMEABILIZZAZIONE DEL FONDO Caratteristiche Geocomposito Bentonitico (GCL)
0.0065 1.00E-11
Caratteristiche Argilla (CCL) 1
1.00E-09
Condizioni idrauliche 1.00
1 1
4 Descrizione del progetto proposto
TGCL = Spessore [m] (UNI EN ISO 9863-1)
kGCL = Coefficiente di permeabilità [m/s]
TCCL = Spessore [m]
kCCL = Coefficiente di permeabilità [m/s]
H = Carico idraulico [m]
A = Sezione di attraversamento [m2]
V = Volume dell'Argilla [m3]
JGCL = Flusso Geocomposito bentonitico [m3/m2/s]
JCCL = Flusso Argilla [m3/m2/s]
JGCL > JCCL Condizione di equivalenza non soddisfatta
(kGCL )richiesto = Coefficiente di permeabilità richiesto al GCL [m/s] (fissato il TGCL)
(TGCL )richiesto = Spessore richiesto al GCL [m] (fissato il KGCL)
(tper )GCL = Tempo di percolazione del Geocomposito bentonitico [anni]
(tper )CCL = Tempo di percolazione dell'Argilla [anni]
(tper )GCL < (tper )CCLCondizione di equivalenza non soddisfatta
(kGCL )richiesto = Coefficiente di permeabilità richiesto al GCL [m/s] (fissato il TGCL)
(TGCL )richiesto = Spessore richiesto al GCL [m] (fissato il KGCL)
(kGCL )richiesto = Coefficiente di permeabilità richiesto al GCL [m/s] (fissato il TGCL)
(TGCL )richiesto = Spessore richiesto al GCL [m] (fissato il KGCL)
Verifica in termini di permeabilità
EQUIVALENZA DI SPESSORE - IMPERMEABILIZZAZIONE DELLE PARETI Caratteristiche Geocomposito Bentonitico (GCL)
0.0065 1.00E-11
Caratteristiche Argilla (CCL)
2 1.00E-09
Condizioni idrauliche
1.00 1 2
0.006711409 1.54846E-09 1.5000E-09
9.68703E-12 0.006711409
Verifica in termini di tempo di percolazione
40.95651225 42.27972265
9.68703E-12 0.006711409
Verifica finale
9.68703E-12
4 Descrizione del progetto proposto
4.2.2 Regimazione idraulica
Come già elaborato in precedenza per la discarica autorizzata, al fine di ridurre il contatto tra le acque meteoriche ed i rifiuti abbancati nella nuova discarica, riducendo quindi di conseguenza anche la produzione di percolato, sono state predisposte una serie di opere di regimazione idraulica delle aree limitrofe ai bacini in progetto, costituite da canalette opportunamente dimensionate sulla base dei quantitativi medi di precipitazione della località in questione e della grandezza del bacino imbrifero intercettato.
A partire dai dati pluviometrici registrati presso le stazioni dell’Osservatorio delle Acque della Regione Siciliana denominate Lentini Bonifica (cod. 2590) e Lentini Città (cod. 2580) ed in particolare dall’analisi delle serie storiche delle altezze massime di pioggia registrate per le durate di 1, 3, 6, 12 e 24 ore è stato possibile, attraverso l’elaborazione statistica di Gumbel, ricavare la relazione tra altezza di pioggia e durata in corrispondenza di diversi tempi di ritorno (fissati nel caso specifico in T = 5, 10, 20, 50, 100 e 200 anni). Le relazioni ottenute, al variare dei tempi di ritorno scelti, sono risultate le seguenti:
ℎ𝑡,5 = 43,77 𝑡0,43604 ℎ𝑡,10= 51,53 𝑡0,46940 ℎ𝑡,20= 59,01 𝑡0,49124 ℎ𝑡,50= 68,71 𝑡0,51118 ℎ𝑡,100 = 76,00 𝑡0,52226 ℎ𝑡,200 = 83,26 𝑡0,53112
e sono rappresentate nelle curve di probabilità pluviometrica riportate in figura 4.3.
4 Descrizione del progetto proposto
Figura 4.4: Curve di probabilità pluviometrica – Lentini, località Grotte San Giorgio
Durante la fase di realizzazione ed esercizio della nuova discarica in progetto le opere di regimazione idraulica che si rende necessario mettere in opera sono le canalette di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche della strada perimetrale e di quelle di monte del bacino stesso.
Dopo la chiusura dei conferimenti dei rifiuti nel bacino in progetto, invece, si procederà a raccolgliere e smaltire adeguatamente anche le acque meteoriche ricadenti sulla copertura (provvisoria e/o finale). Verrà dunque prevista la posa in opera di una canaletta perimetrale il cui dimensionamento è stato condotto a partire dalla portata massima (calcolata tramite la formula razionale) defluente sulla copertura dei bacini e sulle restanti aree del lotto per un tempo di ritorno di 50 anni.
Considerando una superficie scolante totale pari a 168.257 m2 ed un coefficiente di deflusso unitario (a vantaggio di sicurezza), si ottiene una portata da smaltire pari a:
4 Descrizione del progetto proposto
𝑄50= 18,76 𝑚3 𝑠
Per il sistema di drenaggio dei deflussi intercettati è stata prevista la realizzazione dei seguenti canali in c.a.:
Canaletta trapezoidale in c.a. – tipo A per lo smaltimento delle acque meteoriche avente base superiore pari a 95 cm, base inferiore pari a 75 cm e altezza pari a 75 cm;
Canaletta rettangolare in c.a. – tipo B per la raccolta delle acque delle strade asfaltate da convogliare nella vasca di prima pioggia avente dimensioni pari a 100 x 75 cm.
Mediante l’applicazione della formula di Chezy per canali a pelo libero in moto uniforme, considerando la pendenza minima del canale dell’1% ed un coefficiente di Gauckler- Strickler pari a 60 m1/3/s (corrispondente ad una condizione di tubazione o canaletta con incrostazioni e depositi), ed essendo note le caratteristiche geometriche dei canali è stata condotta la verifica di sufficienza idraulica di tali opere di regimazione. Il sistema di collettamento appena descritto, consentirà l’allontanamento dei deflussi intercettati e la restituzione per mezzo di vasche di dissipazine al corpo idrico ricettore costituito dal canale Benante. Nel caso dei deflussi prodotti dalle precipitazioni ricadenti su strade/piazzali e sulle restanti aree non facenti parti del corpo discarica, il sistema di smaltimento delle acque è altresì dotato di una vasca di prima pioggia. La rappresentazione dettagliata delle reti di collettamento, delle opere costituenti il sitema di dranaggio delle acque meteoriche, e dei punti di restituzione dei deflussi intercettati dall’area di discarcia al corpo idrico ricettore, viene esposta nell’elaborato grafico DT12.
4 Descrizione del progetto proposto
4.2.3 Sistema di drenaggio e raccolta del percolato 4.2.3.1 Stima dei quantitativi prodotti
Nell’ambito dell’esercizio delle discariche, la produzione di percolato rappresenta di certo la principale fonte di impatto ambientale. Infatti, la sua notevole carica inquinante è dovuta proprio alla presenza dei composti organici e inorganici in esso presenti, a causa dei processi di natura fisico-chimica che hanno luogo nelle discariche. In generale, la produzione di percolato si ha a causa dell’infiltrazione di acqua nel corpo discarica, oltre che per decomposizione dei composti organici in esso presenti. Pertanto, i fattori più importanti che ne governano la formazione sono i seguenti:
disponibilità idrica (piovosità, presenza o assenza di falda, ecc.);
caratteristiche della superficie di copertura (tipo di terreno e di vegetazione, presenza o meno di uno strato impermeabile di sigillatura dei rifiuti, pendenza o configurazione topografica, ecc.);
caratteristiche dei rifiuti (maggiore o minore densità in relazione al grado di compattazione, pezzatura, contenuto d’acqua, ecc.);
modalità di impermeabilizzazione del fondo e delle pareti della discarica.
La valutazione quantitativa del percolato prodotto in discarica è stata condotta attraverso l’applicazione del bilancio idrologico al sistema (figura 4.4), espresso dalla seguente relazione:
𝑳 = 𝑷 − 𝑹 − 𝑬𝑻 + (∆𝑼𝒔+ ∆𝑼𝒘) dove i singoli termini hanno il seguente significato:
L è il percolato prodotto
P è la precipitazione meteorica
R rappresenta il deflusso superficiale
ET è l’evapotraspirazione
ΔUs è la variazione di umidità nel suolo (copertura finale)
ΔUw è la variazione di umidità all’interno dei rifiuti.
4 Descrizione del progetto proposto
Figura 4.5: Rappresentazione del bilancio idrologico di una discarica
Sono trascurabili, ai fini del calcolo delle quantità di percolato prodotto, gli apporti esterni dovuti al ruscellamento delle acque meteoriche dalle aree esterne alla discarica (intercettate lungo il perimetro dell’impianto) ed agli afflussi dalla falda (superifciale e/o profonda), in quanto sia le pareti che il fondo dei bacini sono impermeabilizzati. Risulta infine trascurabile anche la variazione di umidità all’interno del corpo della discarica dovuta alle reazioni biochimiche a carico dei miscrorganismi presenti. Analogamente a quanto fatto per i bacini già autorizzati con DDG n. 649/2012 e DDG n. 37/2018, è stato possibile stimare il quantitativo di percolato prodotto nella nuova discarica a partire dall’applicazione della formula sopra riportata. Pertanto, si riportano di seguito i quantitativi di percolato prodotto nei tre nuovi bacini di discarica D, E ed F:
BACINO D
BACINO E
BACINO F Produzione
giornaliera
Fase di esercizio L [m3/giorno] 28,19 20,19 24,61 Fase post-operativa L [m3/giorno] 12,02 8,61 10,50
4 Descrizione del progetto proposto
Per quanto riguarda la produzione giornaliera, dovuta alla somma dei singoli contributi di produzione del percolato, si evidenzia che, essendo i bacini di discarica messi in esercizio singolarmente uno dopo l’altro, il quantitativo massimo giornaliero che si prevede venga prodotto risulta il seguente:
𝐿 = 24,61 + 12,02 + 8,61 = 45.24 𝑚3/𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑜
Il percolato prodotto secondo quanto sopra descritto viene opportunamente allontanato dal corpo discarica in quanto un ristagno sul fondo comporta i seguenti aspetti svantaggiosi:
aumento del carico idrostatico sulla copertura di fondo, con conseguente incremento della probabilità di fuoriuscita del percolato dal corpo discarica ed infiltrazione nel sottosuolo,
aumento della probabilità di formazione di superfici di scivolamento a causa della perdita di stabilità del corpo discarica,
peggioramento delle caratteristiche qualitative del percolato prodotto.
La captazione del percolato viene effettuata attraverso un’apposita rete di intercettazione, collettamento ed estrazione che viene di seguito descritta.
4.2.3.2 Rete di drenaggio e raccolta percolato
Come precedentemente esplicitato, la discarica in progetto è caratterizzata dalla parzializzazione in n. 3 bacini, denominati D (suddiviso in sottobacini D1 e D2), E ed F, ciascuna delle quali, analogamente ai bacini A, B e C, sarà asservita da reti di drenaggio del percolato appositamente dedicate (rete superiore e rete di guardia) di seguito descritte. Inoltre, ciascuna sotto area è a sua volta dotata dei relativi presidi terminali delle reti (pozzi di estrazione).
Verrà realizzata una rete di raccolta principale formata da un doppio collettore principale in HDPE fessurato DN315 e da rami secondari in HDPE fessurati DN200 che affluiscono nel collettore principale; il sistema verrà completato da una rete inferiore (anch’essa costituita da collettore primario DN200 e rami secondari DN160), posta a “guardia” della rete superiore, in
4 Descrizione del progetto proposto
modo da intercettare anche eventuali perdite di percolato, qualora si creino delle lacerazioni o dei perforamenti nella geomembrana in HDPE per ciascuno dei tre sottobacini.
A maggiore garanzia di un adeguato intercettamento del percolato prodotto, sia in fase di esercizio che in fase post-chiusura, il passo di posa tra le tubazioni nella rete superiore è di circa 9 m. I collettori secondari della rete di guardia, invece, avendo la funzione prevalente di controllo su eventuali perdite della rete superiore, sono previsti con un passo di circa 15 m.
Il sistema di drenaggio del percolato sarà completato con pozzi di raccolta e rilancio, realizzati con tubi in HDPE, inglobati in un monoblocco di cls gettato in opera al fine di proteggerli dagli urti accidentali dei mezzi d’opera e dalle spinte differenziali dell’ammasso dei rifiuti che potrebbero comprometterne la funzionalità; nel dettaglio, verranno realizzati:
N. 2 pozzi DN 1000 a servizio di ciascun bacino, posti a valle dei collettori principali della rete superiore così suddivisi:
o Pozzi di raccolta del percolato per il bacino D:
D1.1 - D1.2 - D2.1 - D2.2;
o Pozzi di raccolta del percolato per il bacino E:
E1 - E2;
o Pozzi di raccolta del percolato per il bacino E:
F1 - F2;
N. 2 pozzi DN 1000 a servizio di ciascun bacino, posti a valle dei collettori principali della rete di guardia così suddivisi:
o Pozzi di raccolta del percolato per il bacino D:
D1.3 - D1.4 - D2.3 - D2.4;
o Pozzi di raccolta del percolato per il bacino E:
E3 – E4;
o Pozzi di raccolta del percolato per il bacino E:
F3 – F4;
Viene in ogni caso garantita la continuità idraulica fra i due pozzi di raccolta della rete superiore al fine di mantenere l’efficienza del sistema anche in caso di malfunzionamento e/o danneggiamento di uno dei due pozzi di estrazione.
4 Descrizione del progetto proposto
Inoltre, per agevolare e migliorare il drenaggio di percolato alla fine dei conferimenti i pozzi di captazione del biogas verranno attrezzati in modo duale per poter drenare, oltre al biogas estratto, anche eventuali sacche sospese di percolato che possono crearsi all’interno della massa dei rifiuti conferiti; tale accorgimento deriva dall’esperienza che il gestore della discarica ha sviluppato negli ultimi anni, durante i quali sono mutate le caratteristiche del rifiuto da abbancare, precedentemente pretrattato in impianti di tritovagliatura e biostabilizzazione con conseguente riduzione di porosità e, quindi, di facilità di migrazione del percolato all’interno della stessa massa dei rifiuti, potendo così dar luogo ad una diffusione di sacche sospese di percolato, difficilmente intercettabili con i sistemi usuali di drenaggio del fondo.
All’interno dei pozzi di raccolta del percolato viene mantenuto un funzionamento a battente nullo di percolato all’interno dei bacini di abbancamento, utilizzando un volume
“volano” per il corretto funzionamento delle pompe di rilancio ai serbatoi di stoccaggio; sono inoltre installati opportuni dispositivi per la misurazione dei livelli entro i pozzi di rilancio e dei serbatoi di stoccaggio percolato.
Il percolato drenato dai sistemi di raccolta precedentemente illustrati, sia in fase di esercizio che in quella di post-chiusura di ciascun settore/bacino, sarà rilanciato da ciascun pozzo di raccolta dei tre bacini di discarica attraverso una rete costituita da tubazioni in PEAD DN90 verso i pozzetti a bocca di flauto realizzati a bordo settore; da ciascun pozzetto, la tubazione in PEAD DN90 è posta all’interno di un tubo camicia in PEAD con diametro esterno da 800 mm, fino all’interno di n. 3 unità di stoccaggio così costituite:
• ST01: composta da n. 6 serbatoi in acciaio AISI316 del volume di 50 m3 ciascuno (utilizzati per l’accumulo temporaneo del percolato estratto dal bacino D1 e D2);
• ST02: composta da n. 6 serbatoi in acciaio AISI316 del volume di 50 m3 ciascuno (utilizzati per l’accumulo temporaneo del percolato estratto dal bacino E);
• ST03: composta da n. 6 serbatoi in acciaio AISI316 del volume di 50 m3 ciascuno (per l’accumulo temporaneo del percolato estratto dal bacino F).
I n. 6 serbatoi in acciaio AISI di ciascuno dei n. 3 gruppi relativi ai sottobacini D, E ed F sono installati all’interno di bacini di contenimento realizzati in c.a. gettato in opera di
4 Descrizione del progetto proposto
dimensioni tali da garantire il contenimento dei reflui in caso di rottura accidentale dei serbatoi, come previsto dalle vigenti normative in materia.
Dai suddetti serbatoi di stoccaggio, il percolato verrà infine trasferito mediante rilancio con tubazioni in HDPE poste in tubazioni camicia DN 315, al costruendo impianto di trattamento. Lo stesso risulta essere autorizzato per 99 mc./die è a seguito del collaudo si provvederà a richiedere un ulteriore ampliamento.
L’impianto di trattamento autorizzato (all’interno del quale il percolato viene sottoposto a ultrafiltrazione ed osmosi inversa a tre stadi, accoppiato ad un quarto stadio di osmosi inversa ad alta pressione per il trattamento del concentrato) funziona in continuo (garantendo un tempo minimo di permanenza del percolato all’interno delle vasche di rilancio e dei serbatoi di stoccaggio) ed in maniera del tutto automatica; un sistema di controllo in remoto consente la gestione del trattamento da parte di un operatore debitamente formato ed addestrato; i collegamenti tra le varie sezioni sono tutti a tenuta e non sono quindi prevedibili emissioni maleodoranti in atmosfera, in condizioni di normale funzionamento dell’impianto. L’impianto è inoltre dotato di tutti i dispositivi di sicurezza necessari e di misurazione e controllo.
Il corretto funzionamento del sistema di trattamento ed il controllo dell'efficienza di tutto l'impianto costituiscono oggetto di verifica quotidiana e manutenzione programmata e straordinaria a cura ed onere del personale (operaio specializzato) all'uopo formato.
Il concentrato finale prodotto nella sezione di trattamento in situ verrà re-infiltrato all’interno di settori chiusi della discarica al fine di riattivare lentamente le reazioni microbiologiche di formazione del biogas (cfr. relazione tecnica).
4.2.4 Produzione e trattamento del biogas 4.2.4.1 Produzione del biogas
La presenza di sostanza organica biodegradabile nei rifiuti porta alla formazione del biogas, miscela di gas composta prevalentemente da metano e anidride carbonica, in percentuali variabili tra il 50 ed il 70 % (per il primo) e tra il 20 ed il 40 % per la seconda; altre sostanze,
4 Descrizione del progetto proposto
infine, quali idrogeno solforato (acido solfidrico) e COV, sono presenti in concentrazioni molto basse.
La gestione del biogas deve essere mirata ai seguenti obiettivi:
ridurre al minimo le emissioni odorose, moleste e potenzialmente nocive;
garantire la sicurezza all’interno della discarica e nelle immediate vicinanze;
ove possibile, consentire il recupero di una fonte di energia rinnovabile.
La produzione di biogas può essere stimata utilizzando l’espressione seguente:
G = Gmax(1 − e−k1t ) e−k2t
dove:
G è la produzione di biogas al tempo t (Nm3/t RSU all’anno)
Gmax è la produzione massima biogas (10÷30 Nm3/t all’anno, in base alla tipologia di rifiuti abbancati)
k1 e k2 sono due coefficienti temporali di riferimento per l’inizio e la fine del periodo di produzione del biogas e dipendono dal tempo di dimezzamento della frazione biodegradabile dei rifiuti (1 e 30 anni)
t è il tempo (anni)
Analogamente a valutato in fase di elaborazione del progetto esecutivo per i bacini già autorizzati, inoltre, si ipotizza, una efficienza del sistema di captazione pari al 76% ed un contenuto di metano, all’interno del biogas, pari al 50%.
4.2.4.2 Lay-out del sistema di captazione ed aspirazione
La gestione del biogas prodotto nel tempo dalla massa dei rifiuti abbancati in discarica avverrà in fasi distinte temporalmente, proprio in relazione alla variazione nella produzione del gas stesso. Il sistema di captazione e aspirazione del biogas sarà quindi unico per tutto l’impianto autorizzato, ma articolato in fasi successive, una volta trascorso il periodo di assestamento della massa dei rifiuti nei singoli bacini.
4 Descrizione del progetto proposto
In dettaglio, al termine degli abbancamenti nel bacino D e, successivamente negli altri bacini a termine dei conferimenti, verranno installati una serie di pozzi con raggio di influenza di circa 20 m, con il compito di captare, le ridotte quantità di biogas che inizialmente si generano prima della chiusura totale dei tre bacini. In questa fase iniziale, dunque, il sistema di captazione del biogas sarà così costituito:
Ultimazione conferimenti nel bacino D (D1 e D2): chiuso con capping provvisorio; sono previsti:
o N. 50 pozzi di captazione con raggio di influenza al massimo 20 m o N. 50 linee secondarie di trasporto del biogas
o N. 3 sottostazioni di regolazione, alle quali afferiscono le 18+19 linee di aspirazione
o N. 3 linee principali di collegamento delle stazioni di regolazione
o N. 1 stazione di regolazione per l’aspirazione del biogas dal corpo della discarica
o Torce (n. 1 torcia per massimo 6 pozzi) per la termodistruzione del biogas preliminarmente alla realizzazione del sistema di cogenerazione autorizzato
Ultimazione conferimenti nel bacino E: chiuso con capping provvisorio; sono previsti:
o N. 36 pozzi di captazione con raggio di influenza al massimo 20 m o N. 36 linee secondarie di trasporto del biogas
o N. 2 sottostazioni di regolazione, alle quali afferiscono le 18+19 linee di aspirazione
o N. 2 linee principali di collegamento delle stazioni di regolazione
o N. 1 stazione di regolazione per l’aspirazione del biogas dal corpo della discarica
o Torce (n. 1 torcia per massimo 6 pozzi) per la termodistruzione del biogas preliminarmente alla realizzazione del sistema di cogenerazione autorizzato
Ultimazione conferimenti nel bacino F: chiuso con capping provvisorio; sono previsti:
4 Descrizione del progetto proposto
o N. 37 pozzi di captazione con raggio di influenza al massimo 20 m o N. 37 linee secondarie di trasporto del biogas
o N. 2 sottostazioni di regolazione, alle quali afferiscono le 18+19 linee di aspirazione
o N. 2 linee principali di collegamento delle stazioni di regolazione
o N. 1 stazione di regolazione per l’aspirazione del biogas dal corpo della discarica
o Torce (n. 1 torcia per massimo 6 pozzi) per la termodistruzione del biogas preliminarmente alla realizzazione del sistema di cogenerazione autorizzato
I pozzi, di tipo verticale, avranno un raggio di influenza e captazione non superiore, come detto, a 20 m ed avranno diametro della camicia non inferiore a 600/800 mm e, comunque, adeguati alla possibilità di inserimento di pompe per lo spurgo di percolato eventualmente drenato. La tubazione forata, in HDPE, avrà classe di resistenza PN10 e DN 250 e sarà finestrata lungo tutta la lunghezza ad eccezione degli ultimi 2 m del tratto terminale; le fessurazioni si svilupperanno su tre direttrici a 120°. Il riempimento del pozzo all’esterno del tubo sarà effettuato con materiale drenante di natura compatibile con le sostanze stoccate e di pezzatura media 16÷32 mm; la sigillatura sommitale sarà realizzata con argilla o bentonite. Ogni pozzo avrà la possibilità di essere attrezzato con testa pozzo con funzionamento tradizionale o duale, per la captazione anche di eventuali sacche sospese di percolato. I pozzi di captazione saranno collegati tramite le condotte secondarie (una per ciascun pozzo) alle sottostazioni già previste in fase di progettazione esecutiva, ove saranno installati i sistemi di regolazione; dalle sottostazioni (una per ciascun bacino) partono le condotte principali verso la centrale di estrazione.
La rete di convogliamento, in PEAD, dimensionata in modo tale da garantire una velocità del gas minore di 5 m/sec per trasporto in controcorrente con il flusso della condensa e minore di 10 m/sec per trasporto del gas in equi-corrente con la condensa, avrà i seguenti diametri:
tratti secondari, di collegamento pozzi – stazione di regolazione:
diametri variabili in funzione della lunghezza del tratto (DN 90);
tratti principali, di collegamento stazione di regolazione – centrale di aspirazione:
diametri variabili in funzione della lunghezza del tratto (da DN 280 a 360).
4 Descrizione del progetto proposto
Nella tubazione di convogliamento saranno installati, in opportune posizioni, degli scaricatori, completi di separatore e di pompa di rilancio; lo scaricatore ha lo scopo di evitare eventuali sacche di condensato all’interno delle tubazioni, che possono creare problemi di intasamento, interrompendo l’aspirazione del biogas.
4.3 Capping finale
La copertura finale della discarica, avente lo scopo di separare i rifiuti dall’ambiente superficiale, limitare l’infiltrazione di acqua e quindi la formazione di percolato, controllare il rilascio di biogas in atmosfera, minimizzare i fenomeni di erosione ed offrire la migliore resistenza agli assestamenti ed ai fenomeni di subsidenza localizzata, verrà eseguita in due fasi, conformemente a quanto previsto nel D.Lgs. 36/2003 ed in particolare:
una copertura provvisoria realizzata a completamento della fase di coltivazione;
una copertura finale definitiva realizzata mediante una struttura multistrato di seguito descritta.
A seguito del completamento degli abbancamenti, verrà messa in opera, come suggerito dal D. Lgs. 36/03 una copertura provvisoria tramite la posa in opera di uno strato di geotessile tessuto non tessuto, con peso unitario non inferiore a 500 g/m2 e teli in polietilene a bassa densità di spessore 1 mm; tale copertura provvisoria avrà lo scopo di impedire l’infiltrazione delle acque meteoriche all’interno della massa dei rifiuti (evitando così l’ulteriore formazione di percolato) durante la fase di assestamento della stessa. La copertura provvisoria, infine, verrà posta in opera anche al termine dei conferimenti in attesa di valutare l’andamento degli assestamenti della massa di rifiuti e di verificare che siano completati i cedimenti di entità significativa.
La realizzazione della copertura finale, dunque, sarà preceduta da una attenta valutazione degli assestamenti, tramite l’esecuzione di rilievi planoaltimetrici, in modo da metterla in opera solo quando i cedimenti di entità significativa siano cessati.
4 Descrizione del progetto proposto
La copertura superficiale finale del corpo della discarica sarà realizzata conformemente a quanto descritto nel progetto esecutivo della discarica ed in particolare (dall’interno verso l’esterno):
Regolarizzazione dello strato finale dei rifiuti;
Strato drenante del biogas e di rottura capillare di 50 cm di spessore, formato da ghiaia pulita (granulometria 16÷32 mm) con una percentuale di fine (passante al vaglio 200 ASTM) < 5%;
Strato impermeabile di geocomposito bentonitico, tipo B (cfr. DT16), con massa areica pari a 3.300 g/m2, spessore 5,0 mm e permeabilità pari a 5x10-11 m/s;
Strato drenante con spessore 50 cm per impedire la formazione di un battente idraulico sullo strato impermeabile;
Geogriglia protettiva al fine di dare maggiore stabilità al pacchetto di copertura (per le caratteristiche tecniche si rimanda relazione geotecnica ES02);
Strato finale di terreno vegetale, di spessore 100 cm, che favorisca lo sviluppo delle specie vegetali di copertura al fine del ripristino ambientale e fornisca una protezione adeguata contro l’erosione.
Lo strato finale di terreno vegetale avrà lo scopo di facilitare l’attecchimento delle specie vegetali scelte per il ripristino ambientale dei due bacini di discarica; si procederà quindi con un iniziale inerbimento con specie erbacee pioniere annuali e perenni, allo scopo di favorire una rapida stabilizzazione della massa movimentata ed i processi di rivitalizzazione (ricolonizzazione microbiologica) del suolo. Successivamente si procederà alla piantumazione di specie arboree ed arbustive autoctone o comunque tipiche dell’area da ricostruire ed adatte alle caratteristiche chimico-fisiche del suolo. Maggiori dettagli possono essere desunti dal Piano di ripristino ambientale (RT05).
5 Impianto elettrico
5 I
MPIANTO ELETTRICOL’impianto elettrico della discarica segue gli stessi principi utilizzati durante la realizzazione dei precedenti bacini. La fornitura viene effettuata in M.T. (cabina di consegna ENEL) dalla quale attraverso cavi interrati verrà portata e trasformata, all’interno di una seconda cabina, tramite n. 1 trasformatore da 500 kVA.
5.1 Impianto elettrico in BT
In uscita dal trasformatore, all’interno della stessa cabina, è ubicato il quadro generale di bassa tensione (Q.BT.1 – Quadro Generale BT), il quale comanda alcuni sottoquadri di seguito riportati:
- Q.BT.2 - D – Quadro Rilancio percolati (in adiacenza alla sezione di stoccaggio provvisorio del bacino D
- Q.BT.2 - E – Quadro Rilancio percolati (in adiacenza alla sezione di stoccaggio provvisorio del bacino E
- Q.BT.2 - F – Quadro Rilancio percolati (in adiacenza alla sezione di stoccaggio provvisorio del bacino F
Ulteriori nuove utenze saranno comandate direttamente dal Q.BT1 o da altro quadro in ogni caso alimentato dal precedente.
5.2 Impianto di illuminazione
L’illuminazione sarà effettuata lungo tutto il perimetro dei singoli bacini di discarica partendo dall’area in cui sarà realizzato il primo e poi ampliando via via la rete.
Verranno dunque realizzati, per l’illuminazione delle piste/carreggiate perimetrali di ciascun bacino, pali a singola armatura stradale alti 8 metri e distanziati indicativamente tra i 15
6 Impianto antincendio
e i 17 metri l’uno dall’altro, con corpi illuminanti muniti di lampade a led da 80 W, in classe 2 idonei a garantire un adeguato livello di illuminamento.
5.3 Impianto di messa a terra
Sarà estesa la treccia metallica (treccia interrata in rame nudo di sezione 35 mmq) lungo il perimetro della cabina elettrica per garantire il la dispersione a terra.
Per maggiori dettagli grafici si rimanda in ogni caso alla planimetria DT15.
6 I
MPIANTO ANTINCENDIOLe cause degli incendi all’interno delle discariche possono essere di provenienza esterna (punti di fuoco nelle aree limitrofe o ceneri incandescenti provenienti dall’esterno) o di origine interna (connessa al biogas o a fenomeni di autocombustione che possono provocare focolai di superficie o all’interno della massa dei rifiuti).
I principali presidi di sicurezza contro il rischio di incendio sono il divieto di bruciare rifiuti in discarica, la copertura a fine giornata lavorativa con materiali inerti e una corretta gestione del biogas.
L’eventuale presenza di esalazioni di biogas sarà segnalata con cartelli di attenzione e di divieto. Sarà ben indicato e segnalato che il biogas è infiammabile, asfissiante e velenoso.
Pertanto devono essere prese tutte le precauzioni necessarie. Sarà quindi vietato l’uso di fiamme libere e di fumare nelle vicinanze di possibili punti di accumulo di biogas e nelle vicinanze dei punti di captazione, nonché in corrispondenza dei pozzi di raccolta del percolato.
I locali dove può determinarsi la presenza, anche accidentale, di biogas, devono essere adeguatamente ventilati.
Gli interventi sulle apparecchiature e sulla rete di captazione saranno eseguiti
6 Impianto antincendio
esclusivamente da personale autorizzato e specializzato.
Sarà inoltre previsto uno sbarramento nel pozzetto di manovra e le pompe sommerse di rilancio del percolato saranno del tipo antideflagrante e qualunque ispezione deve essere effettuata da non meno di due operatori forniti di autorespiratori e collegati con fune e cintura di sicurezza. L’operatore che scende nel pozzetto deve accertarsi dell’eventuale presenza di gas a mezzo di rilevatori portatili e deve essere facilmente tirato fuori dal compagno rimasto all’esterno, in quanto fornito di cinture e funi.
I mezzi che operano all’interno della discarica saranno muniti di estintore appropriato. Ai fini della prevenzione e protezione dal rischio di esplosioni ed incendi, inoltre, il personale sarà adeguatamente informato, addestrato ed equipaggiato. La formazione deve essere sviluppata su basi teoriche e pratiche e periodicamente aggiornata.
In caso di incendio di impianti elettrici, infine, dovranno essere utilizzati estintori a polvere dielettrica ed anidride carbonica.
A
LLEGATO01
E
LENCO CODICIC.E.R.
AUTORIZZATIAllegato 01 Elenco codici C.E.R. autorizzati
01
RIFIUTI DERIVANTI DA PROSPEZIONE, ESTRAZIONE DA MINIERA O CAVA, NONCHE' DAL TRATTAMENTO FISICO O CHIMICO DI
MINERALI 0101 Rifiuti prodotti dall'estrazione di minerali 010101 rifiuti da estrazione di minerali metalliferi 010102 rifiuti da estrazione di minerali non metalliferi
0103 Rifiuti prodotti da trattamenti chimici e fisici di minerali metalliferi 010306 sterili diversi da quelli di cui alle voci 010304 e 010305
010308 polveri e residui affini diversi da quelli di cui alla voce 030107
010309 fanghi rossi derivanti dalla produzione di allumina, diversi da quelli di cui alla voce 030107
010399 rifiuti non specificati altrimenti
0104 Rifiuti prodotti da trattamenti chimici e fisici di minerali non metalliferi 010408 scarti di ghiaia e pietrisco, diversi da quelli di cui alla voce 010407
010409 scarti di sabbia e argilla
010410 polveri e residui affini, diversi da quelli di cui alla voce 010407
010411 rifiuti della lavorazione di potassa e salgemma, diversi da quelli di cui alla voce 010407
010412 sterili ed altri residui del lavaggio e della pulitura di minerali, diversi da quelli di cui alle voci 010407 e 010411
010413 rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce 010407
010499 rifiuti non specificati altrimenti
0105 Fanghi di perforazione e altri rifiuti di perforazione 010504 fanghi e rifiuti di perforazione di pozzi per acque dolci
010507 fanghi e rifiuti di perforazione contenenti barite, diversi da quelli di cui alle voci 010505 e 010506
010508 fanghi e rifiuti di perforazione contenenti cloruri, diversi da quelli di cui alle voci 010505 e 010506
010599 rifiuti non specificati altrimenti 02
RIFIUTI PRODOTTI DA AGRICOLTURA, ORTICOLTURA, ACQUACOLTURA, SELVICOLTURA, CACCIA E PESCA,
TRATTAMENTO E PREPARAZIONE DI ALIMENTI
0201 Rifiuti prodotti da agricoltura, orticoltura, selvicoltura, acquacoltura, caccia e pesca
020101 fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia 020104 rifiuti plastici (ad esclusione degli imballaggi) 020110 rifiuti metallici
020199 rifiuti non specificati altrimenti
0202 Rifiuti della preparazione e del trattamento di carne, pesce ed altri alimenti di origine animale
020201 fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia
020204 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti