• Non ci sono risultati.

Capitolo 6 UTILIZZAZIONE DI SISTEMI ELIO-ASSISTITI PER LA CLIMATIZZAZIONE DI EDIFICI UNIVERSITARI

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Capitolo 6 UTILIZZAZIONE DI SISTEMI ELIO-ASSISTITI PER LA CLIMATIZZAZIONE DI EDIFICI UNIVERSITARI"

Copied!
15
0
0

Testo completo

(1)

Capitolo 6

UTILIZZAZIONE DI SISTEMI ELIO-ASSISTITI PER LA

CLIMATIZZAZIONE DI EDIFICI UNIVERSITARI

Nei precedenti capitoli sono stati descritti separatamente i vari componenti dell’intero sistema edificio – impianto. A questo punto è necessario creare della connessioni tra di loro e fornire un modello di progettazione di un impianto elio – assistito che possa soddisfare le esigenze di tale sistema in base alla sua collocazione, esposizione e destinazione d’uso.

L’utilizzo di tale edificio è puramente esemplificativo, quindi non si tratta di un riferimento reale, ma serve solo per indicare la procedura da seguire per una corretta progettazione di sistemi che prevedano edifici climatizzati con impianti elio – assistiti.

6.1 Descrizione dell’edificio

La struttura tipo in questione è il Polo didattico indicato in Fig. 6.1, facente parte della Facoltà di Ingegneria di Pisa.

Figura 6.1 Foto dal satellite del Polo didattico

Facoltà di Ingegneria

Polo didattico

(2)

35 m

55 m 24°

S N

È un edificio che può essere adibito ad aula studio, quindi costantemente frequentato nell’arco dell’intera giornata, ovvero durante l’intero periodo di apertura della Facoltà stessa.

Volendolo descrivere, se ne possono fornire i dati in maniera approssimativa, infatti, in questo lavoro, l’edificio non è stato misurato in maniera corretta. (Fig. 6.2)

Seguendo le norme, per tale tipologia di edilizia universitaria, il coefficiente che rappresenta l’indice di affollamento vale:

2 / 6 , 0 pers m ns = NORMA UNI 10339 Appendice A [22a].

L’intera superficie dell’edificio è stata minorata di un 40 % per tenere conto di pareti, corridoi, ed altre aree comunque non utilizzate come aule, tuttavia l’affollamento che si ottiene dalla

normativa risulta alto.

Infatti il numero delle persone risultante sarebbe:

persone n

Np = s×55×35×0,6=693 (6.1)

Tale cifra sembrerebbe molto elevata, anche rispetto agli standard di altri edifici comunque adibiti a polo didattico appartenenti alla Facoltà di Ingegneria (Polo Porta Nuova) per cui si ipotizza che l’edificio venga occupato mediamente e costantemente da 150 persone circa.

Descritto l’edificio si passa al bilancio di energia su di esso:

Φ = + + + i v o a Q Q Q Q (6.2) dove: a

Q = calore latente relativo all’umidità dell’aria esterna immessa per i ricambi d’aria i

Q = calore relativo agli apporti interni v

Q = calore sensibile disperso attraverso le superfici vetrate

(3)

o

Q = calore sensibile disperso attraverso le superfici opache Φ = energia che deve fornire l’impianto

quindi al calcolo dei carichi termici presenti, per praticità si è diviso tale quantità in calore latente e sensibile per mettere in evidenza i loro contributi. Il calore latente è rappresentato per la maggior parte dall’umidità relativa dell’aria proveniente dall’esterno che regolarmente viene immessa per il necessario ricambio dell’aria, inoltre c’è un contributo minimo fornito dalle persone che sono all’interno della struttura. Al contrario il calore sensibile è composto soprattutto dall’energia dispersa attraverso le superfici vetrate.

6.2 Calcolo del calore latente da sottrarre

Come anticipato il calore latente da sottrarre è formato soprattutto da due contributi: • umidità dell’aria esterna

• apporti interni dovuti alle persone all’interno della struttura

Per ogni persona si richiede il ricambio di una quantità di aria necessaria, che secondo la NORMA UNI 10339 [22] risulta pari a:

pers s m

Qp =0,007 3/ (6.3)

La stessa norma inoltre stabilisce un valore minimo di aria che deve provenire dall’esterno, mentre la restante parte può essere ripresa dal locale e miscelata.

Il valore minimo corrispondente è:

pers s m Qp 0,0055 3/ min , = (6.4)

che corrisponde all’80 % della portata in Equazione (5.3), per questo motivo il calcolo presentato di seguito è stato eseguito con tale valore trascurando il miscelamento che ha effetti non rilevanti.

In base a quanto detto la portata di aria in ingresso al locale per il ricambio vale:

s m

Q=0,007×150=1.05 3/ (6.5)

(4)

h V V

Q=1.05×3600/ =0,39 / (6.6)

A questo punto è necessario conoscere le caratteristiche della’aria all’esterno ed all’interno dell’edificio.

Le condizioni interne sono fissate dai limiti di benessere termo igrometrico definiti dall’ASHRAE 55 – 1992, che per la stagione estiva corrispondono a 24 – 26°C con umidità relativa 50 % ( = 0,5), mentre per quanto riguarda le condizioni esterne, si può far riferimento alla curva di temperatura stabilita dalla NORMA UNI EN ISO 13791 [7] con umidità relativa dell’80 % ( = 0,8).

Nelle condizioni sopra descritte si calcola la quantità di calore latente che l’impianto deve asportare a causa dei ricambi d’aria.

Si presenta a titolo di esempio il calcolo soltanto per un’ora della giornata, mentre è stato fatto per l’intera giornata tramite l’ausilio di un foglio di calcolo del programma Excel del pacchetto Office 2003 Microsoft.

Figura 6.3 Diagramma psicrometrico dell’aria atmosferica

La Figura (6.3) è relativa ai seguenti dati.

Si è scelto l’ora più calda della giornata, quindi i dati in ingresso sono:

1

(5)

8 , 0 ; 34 1 1 = °C

ϕ

= T e quelli in uscita: 5 , 0 ; 26 3 3 = °C

ϕ

= T

Dapprima si può calcolare l'umidità assoluta dell’aria in ingresso ( 1):

(

)

(

)

aria ca vap sat sat kg kg C p C p sec 1 1 1 1 0,8 0,05324 0,02767 05324 , 0 8 , 0 622 , 0 34 1 34 622 , 0 = ⋅ − ⋅ = ° − ° =

ϕ

ϕ

χ

(6.7)

e analogamente per il titolo dell’aria in uscita

(

)

(

)

aria ca vap sat sat kg kg C p C p sec 3 3 3 2 0,01064 03363 , 0 5 , 0 1 03363 , 0 5 , 0 622 , 0 26 1 26 622 , 0 = ⋅ − ⋅ = ° − ° = =

ϕ

ϕ

χ

χ

(6.8)

D’altra parte l’aria secca è un gas perfetto, quindi

3 3 1V m R T pa = a a (6.9)

(

26

)

1 0,5 0,03363 0,98319 3 1 1 = pp = p − ⋅p °C = − ⋅ =

pa tot v tot

χ

s bar (6.10)

Quindi s kg T R V p m a a a 1,20 299 287 05 , 1 10 98319 , 0 5 3 1 3 = ⋅ ⋅ = = (6.11)

che rappresenta la portata in massa di aria secca in uscita (che equivale a quella di ingresso m ). Possiamo quindi facilmente trovare la portata in massa dell’acqua a1 condensata, come

(

)

(

)

s kg m m m mcond = a1

χ

1a1

χ

3 = a3

χ

1

χ

3 =1,20⋅ 0,02767−0,01064 =0,02049 (6.12)

A questo punto facciamo il bilancio energetico ottenendo:

L Q h m h m h ma1 1− a2 2 − cond l = a (6.13)

(6)

dove hl rappresenta l’entalpia specifica dell’acqua liquida in fase di condensazione.

La temperatura di quest’ultima può essere estrapolata dal diagramma psicrometrico oppure dalle tabelle dell’aria satura, ottenendo

C T2 ≈ 15°

A questo punto calcoliamo le entalpie specifiche dell’aria in 1, 2 e 3, ottenendo

ca aria g kg kJ h t h sec 1 1 1 1 = +

ω

⋅ =104,93 (6.14) ca aria g kg kJ h t h sec 2 2 2 2 = +

ω

⋅ =41,90 (6.15) ca aria g kg kJ h t h sec 3 3 3 3 = +

ω

⋅ =53,11 (6.16)

mentre l’entalpia specifica dell’acqua liquida condensata

kg kJ t

hl =4,187⋅ 2 =4,187⋅15=62,81 (6.17)

di conseguenza sostituendo nell’equazione di bilancio energetico otteniamo

kW h m h m h m Qa = a1 1− a2 2 − cond l =74,53 (6.18)

L’eventuale lavoro L delle ventole viene trascurato.

Quindi, eseguendo tale calcolo con gli altri valori della temperatura giornaliera, si ottiene ora per ora la potenza Qa da sottrarre nel locale. Inoltre va aggiunto l’apporto arrecato dalle persone presenti Qi, dalla NORMA UNI EN ISO 13791 [7] si acquisisce il valore del calore emesso per attività di ufficio:

pers W Qi,p =100 /

Ipotizzando che di questo totale il 40 % sia calore latente, data la temperatura, si ottiene un altro contributo non trascurabile:

(7)

kW Qi,l =0,04⋅150=6 (6.19) Ore T esterna [°C] UNI EN ISO 13791 Qa [kWh] Qil [kWh] 0 24,2 0,00 0,00 1 23,6 0,00 0,00 2 23,0 0,00 0,00 3 22,5 0,00 0,00 4 22,1 0,00 0,00 5 22,0 0,00 0,00 6 22,2 0,00 0,00 7 22,8 0,00 0,00 8 23,9 24,31 6,00 9 25,8 32,23 6,00 10 27,3 38,94 6,00 11 29,3 48,53 6,00 12 31,2 58,43 6,00 13 32,7 66,81 6,00 14 33,6 72,12 6,00 15 34,0 74,53 6,00 16 33,6 72,12 6,00 17 32,8 67,39 6,00 18 31,5 60,06 6,00 19 29,9 51,58 6,00 20 28,4 0,00 0,00 21 27,0 0,00 0,00 22 25,8 0,00 0,00 23 24,9 0,00 0,00 24 24,2 0,00 0,00 TOTALE 667,06 72,00

Tabella 6.1 Calore latente da sottrarre all’edificio

Sia Qa che Qil sono espressi in kW , però dato che entrambi i valori sono riferiti all’intervallo di tempo di un’ora, possono essere considerati orari, per cui si misureranno in kWh .

(8)

Dato ciò facendo la somma dei contributi orari è possibile ottenere l’energia giornaliera che l’impianto destinato alla climatizzazione del locale deve fornire per sottrarre il calore latente.

6.3 Calcolo del calore sensibile da sottrarre

Il calore sensibile è composto principalmente da diverse componenti: • radiazione solare entrante attraverso le superfici vetrate

• calore acquistato per conduzione attraverso le superfici opache • apporti interni dovuti alle persone all’interno della struttura

Tramite il foglio di calcolo, già illustrato nel Cap. 2, è stato possibile conoscere i valori della radiazione incidente sulle superfici vetrate nell’arco della giornata, variando il valore dell’ angolo di inclinazione e l’angolo di apertura azimutale . Nell’esempio si è ipotizzato che le superfici vetrate siano il 30% di ogni superficie laterale dell’edificio, inoltre la parete rivolta a Nord non è stata considerata.

Una volta noti i valori della radiazione incidente, si ipotizza che questa non riesca a passare interamente all’interno della struttura, ma che venga ridotta da un coefficiente di trasmissione v pari a 0,5 che corrisponde a vetri chiari schermati esternamente (NORMA UNI EN ISO 13791 [7]). Nel caso particolare si è scelto di rappresentare il 21 giugno, cioè il giorno dell’anno in cui si ha la maggiore potenza incidente per unità di superficie.

Data l’inclinazione dell’edificio in esame il massimo irraggiamento si ha alle ore 16 (ora solare), che nell’ora estiva (legale) corrispondono alle 17.

(

)

(

)

[

I I

]

kW

Qv17 =

τ

S16⋅ 35⋅5⋅0,7 + W16⋅ 55⋅5⋅0,7 =28,03 (6.20)

dove IS16 e IW16 sono i valori della potenza incidente per unità di superficie alle ore

16 (ora solare) rispettivamente sulla parete Sud e sulla parete Ovest.

Per quanto riguarda il calore acquisito per conduzione attraverso le pareti opache, bisogna specificare che, in funzione dei risultati ottenuti nel Cap. 3, era stata suggerita una combinazione ipotetica di strati di materiali da costruzione che potesse garantire una buona inerzia termica, una discreta attenuazione della temperatura esterna ed uno sfasamento dei picchi di temperatura significativo. Infatti potendo contare su determinate caratteristiche termiche, si riesce a rendere la temperatura interna

(9)

dell’edificio abbastanza costante e soprattutto vicina ai 26°C previsti per il soddisfacimento delle condizioni di benessere termico (Fig. 6.4).

In questo modo il calore che l’impianto deve fornire è una quota piuttosto piccola dato che la differenza tra le due temperature raggiunge al massimo 2,17°C.

Quindi noti tali dati, tramite l’Eq. (6.20) si calcolano i valori del calore acquistato dalle pareti opache. Si riporta soltanto il caso in cui t sia pari proprio a 2,17°C, che corrisponde alla condizione che si verifica alle ore 5 del mattino.

( ) (

t

)

kW d k S Qo 2,17 1,46 1000 2 , 0 2130 , 0 5 2 35 55 5 = ⋅ ⋅ ∆ = + ⋅ ⋅ ⋅ ⋅ = (6.21) dove:

S = superficie opaca (muri esterni – finestre) [m2] k = conducibilità termica del muro esterno [W/mK] d = spessore del muro [m]

Temperatura interna all'edificio

21 23 25 27 29 31 33 35 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 tempo [ore] T em pe ra tu ra C ]

Temperatura interna ASHRAE 55 - 1992 Norma UNI EN ISO 13791

Figura 6.4 Temperatura interna all’edificio

Infine restano da considerare gli apporti interni alla struttura, come già anticipato la NORMA UNI EN ISO 13791 [7] fornisce il valore del calore prodotto da ogni persona che svolga un’attività moderata all’interno della struttura in esame. In particolare:

pers W Qip =100 /

(10)

perciò, se il calore latente costituiva il 40 % di tale valore, la rimanente parte sarà calore sensibile:

kW Qis =0,06⋅150=9 Ore Parete Est

[kWh] Parete Sud [kWh] Parete Ovest [kWh] Qv [kWh] Qo [kWh] Qis [kWh] 0 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 2 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 3 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 4 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 5 3,80 0,00 0,00 1,90 1,46 0,00 6 22,56 0,00 0,00 11,28 1,45 0,00 7 37,23 0,00 0,00 18,61 1,43 0,00 8 44,15 0,00 0,00 22,08 1,41 9,00 9 43,74 0,00 0,00 21,87 1,39 9,00 10 37,02 2,31 0,00 19,66 1,36 9,00 11 25,33 9,21 0,00 17,27 1,33 9,00 12 10,30 14,73 0,00 12,52 1,30 9,00 13 0,00 18,14 6,19 12,17 1,27 9,00 14 0,00 19,05 22,07 20,56 1,25 9,00 15 0,00 17,35 35,09 26,22 1,23 9,00 16 0,00 13,31 42,75 28,03 1,23 9,00 17 0,00 7,71 42,17 24,94 1,23 9,00 18 0,00 2,19 29,88 16,04 1,23 9,00 19 0,00 0,00 6,04 3,02 1,25 9,00 20 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 21 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 22 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 23 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 24 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 TOTALE 256,17 19,81 108,00

(11)

Anche in questo caso vale il fatto che i valori presentati in precedenza rappresentano potenze, ma se si considera come intervallo di tempo un’ora, si possono considerare come energia e quindi si possono esprimere in kWh.

In Tab. 6.2 sono riassunti i valori delle quantità di calore sensibile trovati ora per ora nell’arco della giornata al fine di chiarire ulteriormente la situazione.

6.4 Definizione dei parametri dell’impianto

Una volta definiti i carichi a cui è sottoposto l’edificio ora per ora, potendo parlare di energia giornaliera, l’impianto deve fornire:

kWh 04 , 1123 00 , 108 81 , 19 17 , 256 00 , 72 06 , 667 + + + + = = Φ (6.22)

Per raccogliere una tale quantità di energia sono necessarie superfici di pannellatura decisamente grandi, in particolare per trovare l’area in questione bisogna tenere in considerazione sia il rendimento del sistema di collettori solari, sia del gruppo di refrigerazione.

In base alle considerazioni esposte nel Cap. 5, Par. 2, a riguardo del rendimento dei collettori, è possibile calcolare un coefficiente medio

η

msu tutto l’arco di tempo di funzionamento, prendendo il caso peggiore, ovvero che la Tin sia 40°C, si ottiene:

554 , 0 = m

η

Per quanto riguarda il COP dell’impianto si fa riferimento alla Fig. 6.5: 6

, 0 = ad

COP per il ciclo ad adsorbimento 65

, 0 = as

COP per il ciclo ad assorbimento Per cui si ottiene nei due casi:

kWh COPad m 58 , 3378 = ⋅ Φ

η

(6.23) kWh COPas m 69 , 3119 = ⋅ Φ

η

(6.24)

A questo punto nota la quantità di energia incidente giornaliera per unità di superficie è possibile conoscere l’area da ricoprire necessaria, a titolo di esempio si prende il 21 giugno, che è il giorno finora usato per fare tutti i calcoli.

(12)

2 / 96 , 6753 Wh m Ig = 2 24 , 500 96 , 6753 1000 58 , 3378 ⋅ = m

per quanto riguarda il sistema ad adsorbimento (6.25)

2 91 , 461 96 , 6753 1000 33 , 3096 ⋅ = m

per il sistema ad assorbimento (6.26)

Come era già prevedibile una volta trovati i COP il sistema ad assorbimento necessita, anche se di poco, di una superficie pannellata minore.

Per questo motivo, perché questa tecnologia sembra essere meglio conosciuta ed a livello attuale sembra fornire maggiori garanzie, perché comunque a livello commerciale esiste maggiore possibilità di scelta, nonché una maggiore disponibilità di gruppi in grado di coprire una vasta gamma di necessità anche per quanto riguarda la taglia dell’impianto, la scelta del sistema di refrigerazione ricade sul sistema che adotta il ciclo ad assorbimento.

I sistemi che adottano il ciclo ad assorbimento hanno un funzionamento continuo, al contrario di quelli che sfruttano il ciclo ad adsorbimento, tale discontinuità sembra costituire un aspetto positivo per quanto riguarda i sistemi alimentati ad energia solare in quanto riescono a sfasare il carico e in quanto forniscono l’ energia necessaria al momento del maggiore bisogno, che in pratica non coincide con il periodo in cui si ha il picco della raccolta sul collettore. Infatti la massima radiazione incidente si ha alle ore 12, cioè le 13 ora estiva, mentre il maggiore fabbisogno di tutta la giornata avviene alle ore 15, cioè le 16 ora estiva, quindi si ha uno sfasamento di tre ore, per ovviare a questo inconveniente, nel sistema ad assorbimento viene previsto un accumulo, in parallelo al generatore, che garantisca lo sfasamento necessario.

Per quanto riguarda la distribuzione dell’aria fredda, che scambia calore con la sorgente refrigerata ottenuta dall’evaporazione dell’acqua, può essere immessa nell’ambiente tramite un sistema a fan – coil o pavimenti o soffitti radianti.

Disponendo di tale sistema e conoscendo la superficie totale necessaria che sarebbe circa 460 m2, è possibile calcolare la portata d’acqua che circola nei tubi dei collettori grazie all’Eq. (6.27)

(

out in

)

p T T C m I = ⋅ ⋅ − ⋅ η (6.27)

(13)

Continuando ad usare i dati precedenti, ovvero che Tin sia 40°C, si trova che la portata no è costante, ma varia fino ad un massimo di 1,615 kg/s.

Andamento della portata d'acqua dei collettori al variare dell'ora della giornata

0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 1.2 1.4 1.6 1.8 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 tempo [ore] [k g/ s]

Figura 6.5 Andamento della portata d’acqua dei collettori al variare dell’ora del giorno

Per avere un’idea della potenza che serve per la climatizzazione, occorre calcolare il picco del carico giornaliero e in funzione di esso dimensionare l’impianto.

Come prevedibile la massima potenza richiesta è alle ore 15 ora legale (16 ora solare), infatti a quell’ora l’impianto deve fornire 116,99 kW.

In commercio esistono gruppi ad assorbimento di taglia pari o superiore a quella che sarebbe necessaria per la climatizzazione di questo edificio, ma il problema che si pone non è questo.

Il vincolo di questo sistema di climatizzazione non è dato dalla potenza necessaria per il raffrescamento dell’edificio, ma dalla superficie dei collettori necessaria per raccogliere l’energia per soddisfare questa richiesta, anche in seguito ad una ottimizzazione dei collettori solari, emerge chiaramente la difficile sostenibilità di interventi come quello proposto, servono infatti per ogni 10 kW di potenza refrigerante circa 40 m2 di pannellatura.

In questo calcolo si è ipotizzato che la temperatura massima fosse 34°C [7], ma non è raro che nella città di Pisa, nella stagione estiva si tocchino i 36 – 38°C, per cui in tale eventualità i carichi a cui è sottoposto l’edificio aumenterebbero, in particolare ciò che pesa di più è il calore latente causato dalla necessità che la normativa impone dei

(14)

ricambi d’aria. La stessa situazione si avrebbe aumentando il numero delle persone nella struttura.

A proposito di questo si deve mettere in evidenza anche il fatto che secondo la normativa [22a] il numero delle persone all’interno dell’edificio in esame, date le sue dimensioni potrebbero essere 693, Eq. (6.1), mentre per effettuare il calcolo si è stimato che ce ne siano 150 (continuamente presenti). Questa differenza fa risaltare il fatto che seguendo la normativa sarebbero necessarie ben altre superfici. Infatti nelle stesse condizioni di progetto per soddisfare il fabbisogno energetico legato alla climatizzazione, occorrerebbe una superficie coperta di collettori solari pari a:

S = 1455 m2

che rispetto a 1925 m2 di superficie totale del tetto sembra un’area eccessiva.

A titolo di esempio fissando un limite massimo per la superficie ricoperta dai collettori solari:

2 max 500 m

S =

a parità di condizioni esterne (temperatura come da UNI EN ISO 13791 [7] e radiazione incidente del giorno 21 giugno), l’impianto sarebbe in grado di fornire energia per effettuare i ricambi d’aria per un totale di 171 persone.

Con questa limitazione sul numero dei presenti all’interno della struttura, utilizzando una superficie pannellata di circa 500 m2, che corrisponde a circa un quarto dell’area totale del tetto, l’impianto riesce a soddisfare la richiesta di energia per la climatizzazione estiva. Infatti per il calcolo presentato è stata adottata la temperatura dell’aria fornita dalla normativa [6] per una località posta a 40° di latitudine Nord che quindi rispecchia la condizione media della stagione estiva anche nella città di Pisa, mentre per quanto riguarda la radiazione incidente si è fatto riferimento al giorno 21 giugno che è il giorno in cui la potenza per unità di superficie raggiunge il suo massimo. Questa condizione se da un lato ha un effetto positivo, perché è il giorno in cui si riesce a raccogliere la quantità massima di energia, dall’altro lo ha negativo perché si ha la maggiore potenza trasmessa all’interno della struttura attraverso le superfici opache e soprattutto vetrate.

Certamente nel caso in cui si presentino giornate particolarmente calde o l’edificio risulti essere eccessivamente affollato, il sistema studiato non è in grado di soddisfare le esigenze legate alla climatizzazione per cui è necessario prevedere l’affiancamento di un gruppo frigorifero in parallelo alimentato ad energia elettrica. (Fig. 6.6)

(15)

In particolare per non rendere di scarso significato l’intervento sulla struttura, volto al risparmio energetico e alla riduzione del carico estivo sulla rete di distribuzione dell’energia elettrica, è necessario che l’entrata in funzione del gruppo frigorifero sia assistita da un sistema di regolazione che lo metta in azione solamente quando l’impianto elio- assistito non è in grado di soddisfare la richiesta di energia per il raffrescamento dell’edificio.

Figura 6.6 Ciclo di refrigerazione ad assorbimento affiancato da un ciclo a compressione di vapore

H2O+LiBr LiBr H2O Assorbitore Generatore Condensatore Evaporatore Gruppo

Frigorifero Laminazione Valvola di

Figura

Figura 6.1 Foto dal satellite del Polo didattico
Figura 6.2 Dati relativi al Polo didattico
Figura 6.3 Diagramma psicrometrico dell’aria atmosferica
Tabella 6.1 Calore latente da sottrarre all’edificio
+5

Riferimenti

Documenti correlati

Available Open Access on Cadmus, European University Institute Research Repository.... Mais face à l'inertie du noble, quand les autres moyens de persua­ sion ont

Per quanto riguarda la gradevolezza, o amicalità, ossia quel tratto della personalità che induce un individuo ad essere cortese e altruista con gli altri e a

Perhaps in an effort to draw attention to the human rights dimension of science, on 2 January 2020 the Committee on Economic, Social, and Cultural Rights published the Draft

The strength of deliberative approaches is that they provide normative guidance to integration studies, open up a new research agenda for the analysis of interaction and

Inoltre, il fatto che le concentrazioni di Sr misurate rientrino nel intervallo di valori riportati per otoliti Dicentrarchus labrax provenienti dal Mare del

Molte aziende, anche di altri settori, oggi stanno ridisegnando il proprio business verso la sostenibilità complessiva, è quindi possibile trovare sponsor per realtà che

Per il Comune di Susegana quest’opportunità di rilevazione del grado di soddisfazione dell’utenza rappresenta l’unica via percorribile nel lungo percorso di

Thus, considering the important role played by music not only in the Cambridge collection, but also in the Middle Ages, my digital edition focuses in particular on notated texts