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Relazione Tecnica. Committente: Confartigianato Vicenza. Località: Via Schio, n Malo (VI) Data: Novembre 2020

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(1)

ECOCHEM S.p.A. 

Relazione Tecnica

Committente:

Confartigianato Vicenza

    Progetto:

Aumento quantitativi e tipologie di rifiuti  Attività Recupero Rifiuti Speciali Non Pericolosi  Ditta DI.S.E.G. S.r.l.

    Località:

Via Schio, n. 84 – 36034 Malo (VI) 

    Data:

Novembre 2020

   

Legale rappresentante azienda  

Sig. Grotto Sergio    

Consulente Azienda  

dott. Rudi Cestonaro – Confartigianato   

Autore Relazione Tecnica 

ing. Chiara Meneghini – Ecochem S.p.A. 

(2)

INDICE

1 PREMESSA... 3

1.1 QUADRO AUTORIZZATIVO ... 4

1.2 DATI AZIENDALI ... 5

1.3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE ... 6

1.4 INQUADRAMENTO RISPETTO PGRUS ... 7

1.5 ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAIZONE di IMPATTO AMBIENTALE ... 8

2 DESCRIZIONE ATTIVITÀ ... 11

2.1 PROCEDURA ACCETTAZIONE RIFIUTI IN IMPIANTO ... 13

2.2 ATTIVITÀ 1: RECUPERO INERTI ... 14

2.2.1 Piattaforma Rifiuti Inerti ... 15

2.3 ATTIVITÀ 2: RECUPERO TERRE ... 16

2.4 IMPIANTI ... 17

3 RICHIESTE ATTIVITA’ RECUPERO RIFIUTI ... 19

3.1 ATTIVITÀ DI RECUPERO RICHIESTE ... 20

3.2 NUOVA TABELLA RIFIUTI ... 35

3.3 MESSA IN RISERVA ... 40

4 GESTIONE AMBIENTALE ... 42

4.1 EMISSIONI IN ATMOSFERA – EMISSIONI DIFFUSE ... 42

4.2 GESTIONE DELLE ACQUE ... 42

4.2.1 Descrizione dello stato di fatto - autorizzato ... 43

4.2.2 Progetto acque meteoriche ... 46

4.3 INQUINAMENTO ACUSTICO ... 52

4.3.1 Identificazione delle principali sorgenti di rumore ... 52

4.3.2 Identificazione dei ricettori maggiormente esposti ... 52

4.3.3 Risultati previsione ... 53

4.4 TRAFFICO ... 54

4.5 CONSUMI e PRODUZIONE DI RIFIUTI ... 56

ALLEGATI:

ALLEGATO 1 – Autorizzazioni/Iscrizioni/Certificati

1.1 Decreto N° Registro: 67/Suolo Rifiuti/2010 del 28 aprile 2010, Prot. n° 30672/AMB – autorizzazione all’esercizio impianto di messa in riserva [R13] e recupero [R5] di rifiuti speciali, non pericolosi (inerti da scavi e demolizioni);

1.2 Proroghe all’esercizio dell’attività;

1.3 Iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali n. VE/002434, per trasporto conto proprio;

1.4 Certificato Prevenzione Incendi;

1.5 Certificati di Destinazione Urbanistica;

1.6 Estratto catastale;

ALLEGATO 2 – Elaborati Grafici

2.1 - Planimetria in scala 1:100 o 1:200 illustrativa delle destinazioni funzionali delle diverse aree e/o manufatti di progetto (lay – out dell’impianto)

2.2 Gestione acque meteoriche: rete di progetto.

ALLEGATO 3 –Gestione Acque Meteoriche

3.1 Relazione di Compatibilità idraulica-Dimensionamento della rete di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche;

(3)

1 PREMESSA

La DI.S.E.G. S.r.l., con sede legale e operativa nel Comune di Malo (VI), Via Schio, n. 84, effettua il recupero di rifiuti classificati speciali non pericolosi, in particolare inerti, ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs. 156/06 e s.m.i., regime ordinario, autorizzata dal provvedimento N° Registro 67/Suolo Rifiuti/ 2010 del 28 aprile 2010, avente validità sino al 30 aprile 2020. L’attività è stata prorogata sino al 30 aprile 2021, con Determina n° 1309 del 30 ottobre 2020.

Le operazioni di recupero autorizzate nel sito sono la messa in riserva funzionale al recupero (R13) e il recupero (R5), per un quantitativo massimo di rifiuti in stoccaggio di 1540 tonnellate e per una capacità massima di trattamento rifiuti (intesa come produzione di MPS) pari a 50 ton/giorno.

La Proprietà ha presentato uno Studio Preliminare Ambientale, finalizzato alla Verifica di assoggettabilità alla V.I.A., per aumentare il quantitativo di rifiuti, classificati speciali non pericolosi, avviati ad operazioni di recupero, sino ad un massimo di 80.000 tonnellate/anno, per aumentare le tipologie dei rifiuti ricevuti, da avviare a recupero, e per aumentare la quantità stoccata in messa in riserva di rifiuti entranti, per un massimo di 2210 tonnellate.

Lo Studio si è concluso con Determina n. 1070 del 11/09/2020 di non assoggettabilità alla Valutazione di Impatto ambientale, con prescrizioni, riportate nel parere n. 16/2020.

La presente relazione è allegata alla domanda di autorizzazione in regime ordinario ai sensi dell’art. 208 del D. Lgs. 152/06 e s.m.i.

CONTATTI AZIENDA DI.S.E.G. S.R.L. DI MALO (VI)

Telefono e Fax 0445.519014

e-mail info@diseg.it

Referente aziendale Grotto Sergio

CONTATTI CONSULENTE

Consulente Azienda dott. Rudi Cestonaro

Telefono 0444168367

Indirizzo e-mail r.cestonaro@confartigianatovicenza.it

CONTATTI AUTORE RELAZIONE TECNICA

Autore relazione tecnica Ing. Chiara Meneghini

Telefono 0444911888

Indirizzo e-mail chiara.meneghini@ecochem-lab.com

(4)

1.1 QUADRO AUTORIZZATIVO

La ditta è titolare delle seguenti autorizzazioni/iscrizioni ambientali (Allegato 1):

 Provvedimento di autorizzazione N° Registro 67/Suolo Rifiuti/2010 del 28 aprile 2010, Prot. n° 30672/AMB, prorogato, sino al 30 aprile 2021;

 Iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali n. VE/002434, categoria 2-bis con scadenza al 26/12/2030.

L’azienda ha presentato domanda di rinnovo dell’autorizzazione in essere, senza modifiche, il 4 dicembre 2019, e la Provincia ha dato l’avvio del procedimento di rinnovo con Prot. 64963 del 12 dicembre 2019, con richiesta di documentazione integrativa, nel dettaglio: planimetria e lay-out, relazione tecnica descrittiva e comunicazione delle tempistiche per la presentazione dello screening VIA (ai sensi dell’art. 13 L.R. 4/2016).

Il 6 febbraio 2020 l’azienda comunicava alla Provincia che lo studio preliminare ambientale sarebbe stato consegnato alla fine di marzo, e, contestualmente sono state inviate una planimetria/lay - out e una relazione tecnica.

Con prot. N. 6419 dell’11 febbraio 2020 la Provincia comunica all’azienda la sospensione del procedimento di rinnovo in atto e chiede la presentazione dell’istanza di verifica di assoggettabilità a VIA entro 30 giorni.

L’azienda il 10 marzo 2020 chiede una proroga per la consegna dello screening che la Provincia concede parzialmente, con prot. N. 12834 del 19 marzo 2020, sino al 27 aprile 2020.

Il 24 aprile 2020 è stata consegnata la documentazione per la verifica di assoggettabilità alla V.I.A. dove si chiede l’aumento dei quantitativi trattabili, l’aumento dei codici CER ricevibili e l’aumento della messa in riserva.

Il 29 aprile 2020 con protocollo n. 18113 la Provincia di Vicenza ha trasmesso la determina dirigenziale n. 491 del 28/04/2020 con cui proroga la scadenza della validità dell’autorizzazione all’esercizio N. 67/Suolo Rifiuti/2010 del 28/04/2010, prot. 30672, sino al 31 ottobre 2020.

Con Determinazione n. 1070 dell’11 settembre 2020 il progetto presentato è stato escluso dalla procedura di VIA con prescrizioni.

Con PEC dell’11 settembre 2020 la Provincia invita la ditta a fornire espressa indicazione circa il fatto che l’istanza presentata debba essere integrata anche in relazione ad una nuova procedura di approvazione progetto.

Il 12 ottobre 2020, l’azienda ha chiesto un’ulteriore proroga all’attività tramite PEC.

(5)

Il 28 ottobre 2020 la Provincia, con PEC N° prot. GE2020/0045214, chiede all’azienda di presentare la domanda di autorizzazione, ai sensi dell’art 208, entro 30 giorni.

Il 30 ottobre 2020 la Provincia, tramite PEC Prot.N. GE 2020/0045779, rilascia un’ulteriore proroga dell’attività sino al 30 aprile 2021, con Determina n. 1309 del 30 ottobre 2020.

1.2 DATI AZIENDALI

DATI AZIENDALI

Ragione sociale DI.S.E.G. S.r.l.

C. F. e P. IVA 02801160249

Indirizzo sede legale e produttivo Via Schio 84 – 36034 Malo (VI)

Telefono e Fax 0445.519014

e-mail info@diseg.it

e-mail PEC disegsrl@legalmail.it

Legale rappresentante: Sig. Grotto Sergio

C.F.: GRTSRG50T10I531B nato il 10.12.1950 a Schio residente a Malo (VI) Via Schio n. 86

Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti Grotto Sergio Referenti per eventuali comunicazioni o

sopralluoghi di verifica Grotto Sergio ATTIVITA’ LAVORATIVA

Giorni lavorativi anno 220

Ore lavorative giorno 8

Numero addetti attività 4

AREA

Titolarità dell’area Proprietà della Diseg e di Grotto Sergio Superficie totale

di cui

15˙963 m2

Superficie coperta 1˙412 m2

Superficie scoperta di cui:

14˙551 m2 Superficie drenante 11˙688 m2 Superficie impermeabile 2˙863 m2 Tabella 1: Dati aziendali – Attività lavorativa - Area

(6)

1.3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE

L’azienda svolge la propria attività nel Comune di Malo, nelle vicinanze del confine con San Vito di Leguzzano, nello specifico con la Zona Artigianale Industriale di San Vito di Leguzzano.

L'area dell'impianto, con un'estensione di oltre 15.000 m2, si trova all'estremità settentrionale del territorio comunale, lungo la Strada Provinciale n. 46, in una zona pianeggiante, ad una quota di circa 142 m s.l.m.m.

Figura 1: Inquadramento del sito in studio

Figura 2: Inquadramento del territorio comunale, con un cerchio si indica la dislocazione del sito in studio

Il sito in studio confina ad Ovest con area del demanio e la Strada Provinciale SP 49, a Nord con la residenza del titolare, Sig. Grotto Sergio, e, sempre a Nord e a Nord-Est con l'impianto di produzione calcestruzzi della ditta Grotto Calcestruzzi S.r.l., ad Est e a Sud con aree agricole in parte di proprietà, in parte della Grotto Calcestruzzi S.r.l.

L’attività insiste nel foglio n. 8 Mappale n. 360, 342 e parte del 340, come riportato in Allegato 1 censuario di Malo.

(7)

1.4 INQUADRAMENTO RISPETTO PGRUS

Ai sensi del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali, Allegato A alla DCR n.

30/2015, Elaborato D, Programmi e linee guida, punto 1 “Criteri per la definizione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti”, paragrafo 1.3.7.2

“Distanza minima dalle abitazioni ed edifici pubblici”

“Allo scopo di prevenire situazioni di compromissione della sicurezza delle abitazioni o di grave disagio degli abitanti – sia in fase di esercizio regolare che in caso di incidenti e di cantiere - è definita una distanza di sicurezza minima tra:

l’area ove vengono effettivamente svolte le operazioni di recupero o smaltimento, intesa come il luogo fisico ove avvengono le suddette operazioni, indipendentemente dalla presenza di eventuali opere di

mascheratura e/o mitigazione previsti in progetto;

gli edifici pubblici e le abitazioni, anche singole, purché stabilmente occupate (esclusa l’eventuale abitazione del custode dell’impianto stesso).

Le suddette distanze si computano indipendentemente dalla distanza fra la recinzione perimetrale dell’attività e le abitazioni o gli edifici pubblici di cui sopra.

In funzione della tipologia impiantistica valgono le seguenti distanze:

Con la figura 3 si vuole evidenziare il rispetto dei 100 metri dalle attività di recupero alle abitazioni.

Figura 3: Rispetto dei 100 metri

.

Tipologia impiantistica di recupero Distanza di sicurezza

Impianti di recupero aerobico e anaerobico di matrici organiche 500 m

Impianti di produzione CDR 100 m

Impianti di selezione e recupero 100 m

(8)

1.5 ASSOGGETTABILITA’ ALLA VALUTAZIONE di IMPATTO AMBIENTALE

Come già premesso, il progetto dell’azienda è stato sottoposto a verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale e si è concluso con parere favorevole di non assoggettamento alla V.I.A., parere n. 16/2020 allegato alla Determinazione N. 1070 dell’11 settembre 2020, con prescrizioni, riportate di seguito:

1) L’azienda è impegnata ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per l’esercizio dell’attività, in particolare per quanto riguarda la gestione/recupero dei rifiuti, le emissioni in atmosfera e lo scarico dei reflui.

Ne segue la domanda ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.

2) Successivamente al rilascio del provvedimento autorizzativo, in fase di collaudo, l’azienda dovrà:

- effettuare una mirata ed accurata indagine acustica di verifica del rispetto del criterio differenziale e del limite di emissione, da ripetersi poi con frequenza triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto con modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), comunicate con congruo preavviso ad Arpav;

- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i risultati delle analisi; - l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previsionale di Impatto Acustico.

Si darà atto a questa prescrizione nella fase di esercizio provvisorio.

3) Si chiede di realizzare idoneo impianto lavaggio pneumatici, poiché risulta presente materiale inerte proveniente dall'attività che interessa anche la S.P., creando pregiudizio alla sicurezza stradale.

Prendendo atto della richiesta, di seguito si propone un’alternativa all’installazione di un idoneo impianto lavaggio penumatici, in considerazione di un’analisi sulla localizzazione dell’azienda e sulla fattibilità dello stesso.

Come già descritto nell’inquadramento territoriale, la DI.S.E.G S.r.l. si trova nel Comune di Malo presso il confine con la Zona Artigianale Industriale di San Vito di Leguzzano.

Tale Zona Artigianale Industriale ha due ingressi, uno a Nord della zona stessa percorrendo Via Leogra, e uno a Sud della zona stessa, in comune di Malo, da Via Schio, precisamente davanti all’ingresso della DI.S.E.G stessa, come si evince dall’indicazione stradale in ingresso a Via Schio dalla S.P. 46.

Il tratto di strada davanti all’ingresso della DISEG vede il passaggio degli automezzi delle seguenti aziende, che svolgono attività del tutto similari:

1) Grotto Calcestruzzi (lavorazione inerti e produzione calcestruzzi),

(9)

2) Dal Maistro srl (impianto trattamento rifiuti inerti) presente nella Zona Artigianale Industriale di San Vito di Leguzzano

3) Transito di autocarri diretti in Zona Artigianale Industriale di San Vito di Leguzzano;

L’analisi di fattibilità dell’impianto stesso impone di considerare gli spazi interni dell’azienda a ridosso del cancello di ingresso/uscita dei mezzi, che si andrebbero a ridurre notevolmente, limitando lo spazio di manovra pregiudicando la sicurezza della viabilità interna, infatti gli spazi sono angusti per installare un impianto che dia risultati soddisfacenti.

Tutto ciò considerato, non avendo mai subito sanzioni di alcun genere per aver sporcato le strade, sia quella secondaria di fronte alla ns. sede sia la S.P. 46, ma ponendo attenzione a quanto richiesto dalla Provincia, l’azienda formula una proposta alternativa, proponendo la pavimentazione in conglomerato dell'area in prossimità dell'ingresso, includendo l'area di pesatura ed il tratto che separa la pesa fino all'ingresso stesso; impegnandosi a mantenerla pulita da residui di lavorazioni mediante l'uso di una spazzatrice e dotandola di impianti dedicati di abbattimento polveri. Tale pavimentazione fungerà da “zerbino” per le ruote dei mezzi, eviterà la gravosa gestione dell’impianto di lavaggio pneumatici e lo spreco d’acqua da acquedotto.

Sarà previsto un dissabbiatore ed un disoleatore nel sistema di raccolta acqua, con successivo scarico in fognatura.

Se sarà necessario, si estenderà periodicamente la pulizia anche al tratto di viabilità adiacente al passo carraio di DI.S.E.G. SRL.

Nella figura sottostante l’area che si propone di pulire.

Nella figura si intende in rosso l’area da pavimentare, in verde l’area fronte carraio. Entrambe le aree saranno soggette a pulizia con attrezzatura omologata e idonea a tale uso.

Figura 4: Area proposta per la pulizia

(10)

4) Dovranno essere rispettate le prescrizioni del parere del Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta (prot.8165/2020).

1. ove si preveda lo scarico del sistema scolante in rete fognaria, qualora il recapito finale della rete medesima avvenga su canali di competenza dello scrivente consorzio, la portata, in relazione alla morfologia locale dovrà essere inferiore a 5 l/s per ettaro; l’immissione della rete fognaria è comunque subordinata all'approvazione da parte dell’ente gestore della rete;

2. nel computo dei volumi da destinare all'accumulo provvisorio delle acque meteoriche, non potranno essere considerate le eventuali “vasche di prima pioggia”; queste infatti svolgono la funzione di trattenere acqua nella fase iniziale dell’onda (anticipatamente al colmo di piena) e si troveranno quindi già invasate nella fase di massima portata della piena;

3. stante l’esigenza di garantire l’operatività degli enti preposti per gli interventi manutentori con mezzi d’opera, in fregio ai corsi d’acqua pubblici non potranno essere eseguiti lavori, o collocate essenze arbustive per una distanza di 10 m dal ciglio del canale demaniale; per tutte le opere da realizzarsi allʹinterno della fascia di rispetto idraulico di 10 m, dovrà pervenire allo scrivente (Ufficio Concessioni) domanda di “autorizzazione per deroga alle distanze”, ai sensi del R.D. 368/1904 e R.D. 523/1904.

Queste tre prescrizioni sono ottemperate, in riferimento all’Allegato 3 – Gestione Acque Meteoriche.

5) L’azienda dovrà procedere ad individuare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale addetto al ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/rischio segnalati (chimico e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presentazione del certificato di collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio

Come richiesto, la procedura di formazione sarà definita alla presentazione del collaudo.

(11)

2 DESCRIZIONE ATTIVITÀ

La ditta è autorizzata in regime ordinario a recuperare rifiuti inerti tramite operazioni di selezione e frantumazione, deferrizzazione e vagliatura, e a ricevere terre e rocce da scavo per sottoporle ad operazioni di recupero, quali vagliatura.

L’attività è svolta in un’area che ospita un capannone, un piazzale con uffici, una “piattaforma rifiuti” rialzata rispetto al piano campagna, a cui si accede attraverso una rampa, due impianti di frantumazione e selezione fissi, un impianto mobile, aree di stoccaggio del materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto e aree di stoccaggio di materiali inerti.

Attualmente tutti i piazzali sono in stabilizzato, tranne la “piattaforma rifiuti” che ha un sistema di raccolta delle acque meteoriche di prima pioggia. Il sito risulta recintato sul lato Nord da un muro perimetrale di confine con la Grotto Calcestruzzi S.r.l.

La struttura è costituita da due impianti fissi di frantumazione e selezione inerti (impianto A e impianto B) e da un vaglio mobile, utilizzato principalmente per le terre. L’impianto A è utilizzato per la macinazione, deferrizzazione e vagliatura dei detriti da demolizione, mentre l’impianto B è utilizzato esclusivamente per il materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto (nelle pratiche precedenti depositate in provincia la denominazione degli impianti è invertita).

I rifiuti entranti sono sottoposti alla procedura di accettazione rifiuti in impianto, poi, a seconda della tipologia stoccati nell’area designata e lavorati secondo le attività descritte in seguito. Le tabelle seguenti riportano i dati dei rifiuti entranti (tabella 2) e prodotti (tabella 3) negli anni 2016

÷ 2019. I dati sono desunti dalle relazioni inviate alla provincia entro il 30 aprile di ogni anno.

Tipologia Descrizione Quantità entranti (kg)

2016 2017 2018 2019

01 04 08 scarti di ghiaia e pietrisco, diversi da quelli di cui alla

voce 01 04 07 / / / /

01 04 13 rifiuti prodotti dal taglio e dalla segagione della pietra,

diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07 / / / /

10 13 11 rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci 10 13 09 e 10 13 10

67.100 / / /

17 01 07 miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche,

diversi da quelli di cui alla voce 17 01 06 6.617.715 7.913.610 7.643.690 8.022.545 17 05 04 terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03 1.034.270 1.828.420 2.491.960 6.181.740 17 09 04 rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione,

diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17

09 03 4.585.440 2.282.680 5.029.890 3.182.200

Totale in kg 12.304.525 12.024.710 15.165.540 17.386.485

Totale in tonnellate 12.304 12.025 15.165 17.386

Tabella 2: Rifiuti entranti, prodotti da propri cantieri e da terzi, anni 2016, 2017, 2018 e 2019

Tipologia Descrizione Quantità prodotta nel (kg)

2016 2017 2018 2019

19 12 02 Metalli Ferrosi 89480 38150 66310 44340

Tabella 3: Rifiuti prodotti

(12)

Il ciclo di recupero degli inerti, più sotto decritto come Attività 1, può essere così schematizzato:

 Ingresso nell’impianto dei materiali di demolizione su camion, con relativa procedura di accettazione materiale;

 Durante lo scarico del mezzo avviene la cernita/selezione dei materiali estranei riciclabili quali legno, materiali plastici e ferrosi, vetro, accumulati in prima battuta in contenitori in prossimità delle tramogge, quindi nelle vasche di raccolta poste sotto il capannone;

 Messa in riserva dei rifiuti in un'area impermeabilizzata di 1.170 m2 sopraelevata su un terrapieno, la piattaforma rifiuti, nella quale saranno ricavate aree separate da pannelli (new jersey) in cemento utilizzabili a rotazione, secondo la necessità, con i diversi materiali, correttamente identificate ed etichettate;

 Se il cumulo di materiale è costituito da materiale fino (mattonelle, calcinacci) è avviato all’impianto A;

 Se nel cumulo sono presenti elementi con dimensioni tali da compromettere la funzionalità dell’impianto (come travi o colonne), tali elementi vengono ridotti a misure compatibili con il frantoio, tramite attrezzature da demolizione quali pinze o martelli demolitori idraulici collegati agli escavatori;

 Avvio dei rifiuti in impianto A: frantumazione dei rifiuti, loro deferrizzazione, separazione e accumulo;

 Il materiale esce dall’impianto A da due nastri trasportatori, uno dedicato al materiale più fine

“sabbia da recupero” e uno dedicato al materiale più grossolano “materiale lavorato”.

 Rispetto circolare 5205 del luglio 2005 per il materiale in uscita;

 In caso di necessità rilavorazione e selezione dei materiali grossolani, in impianto B, ed eventuale marcatura CE;

 partenza dell'inerte riciclato, su camion.

Il ciclo di recupero delle terre, più sotto decritto come Attività 2, può essere così schematizzato:

 Ingresso nell’impianto delle terre di scavo, con relativa procedura di accettazione materiale;

 Messa in riserva dei rifiuti in un'area di 120 m2 sopraelevata su un terrapieno, le terre sono protette dal dilavamento con teli impermeabili;

 Avvio dei rifiuti in impianto mobile: vagliatura terre;

 Rispetto circolare 5205 del luglio 2005 (test di cessione);

 Terra vagliata stoccata al riparo di agenti meteorici;

 Il sopravaglio va all’attività 1;

Di seguito si descrivono:

 Procedura accettazione rifiuti in impianto

 Attività 1: recupero inerti

(13)

o Piattaforma rifiuti

 Attività 2: recupero terre

 Impianti

2.1 PROCEDURA ACCETTAZIONE RIFIUTI IN IMPIANTO Arrivo rifiuti in impianto:

Previ accordi economico/commerciali i rifiuti arrivano in impianto tramite mezzi propri o mezzi di trasportatori terzi, iscritti all’Albo Gestori Ambientali.

La DI.S.E.G. S.r.l. è iscritta al numero VE/002434, iscrizione categoria 2-bis.

I rifiuti identificati con codice a specchio, devono essere accompagnati da una classificazione di non pericolosità.

Verifica documentale

All’arrivo del mezzo all’impianto l’autista deposita, presso l’ufficio accettazione, il formulario che accompagna il carico trasportato; i dati contenuti nel FIR e la corrispondenza codice CER/rifiuto trasportato vengono tempestivamente controllati. In tale sede si verifica che il trasportatore sia iscritto all’Albo Nazionale Gestori Ambientali.

Ove si riscontrassero delle irregolarità nel FIR, il carico viene trattenuto fino alla risoluzione (chiarimento) delle non conformità rilevate; qualora le “non conformità” non fossero risolte, il carico viene respinto.

Pesatura (peso lordo)

Per la determinazione del peso dei rifiuti in entrata, l’azienda si avvale sempre della propria pesa.

Dopo l’operazione di pesatura il mezzo va a scaricare i rifiuti inerti nella “Piattaforma Rifiuti”, le terre e rocce da scavo nell’area designata.

Ispezione visiva

Durante lo scarico dei rifiuti l’operatore controlla visivamente:

 La qualità dei materiali.

 L’assenza di rifiuti liquidi e/o gocciolanti.

 La non contaminazione evidente da sostanze pericolose.

 L’assenza di odori anomali (pungenti e fastidiosi).

Se non dovesse superare positivamente l’ispezione visiva, il carico viene ricaricato nel mezzo e respinto.

Pesatura (peso tara)

Per la determinazione del peso netto dei rifiuti in entrata, l’azienda fa ripassare il mezzo vuoto (tara) sopra la propria pesa.

(14)

Accettazione del carico

Dopo la seconda pesatura il rifiuto è considerato accettato e il trasportatore può abbandonare l’impianto soltanto ad esito favorevole di tutti i controlli previsti in fase di accettazione e dopo che il trasportatore abbia ricevuto le due copie del Formulario completate in tutte le sue parti.

Si provvede quindi all’archiviazione del Formulario e all’annotazione, nel registro di carico/scarico.

2.2 ATTIVITÀ 1: RECUPERO INERTI

I rifiuti inerti entranti sono stoccati per tipologia, come autorizzato, nell’apposita area sopraelevata, dotata di raccolta delle acque meteoriche.

L’attività di recupero inerti si attua sui seguenti rifiuti, identificati dai codici CER sottoelencati:

Tipologia Descrizione in elenco EER

01 04 08 scarti di ghiaia e pietrisco, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07

01 04 13 rifiuti prodotti dal taglio e dalla segagione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07

10 13 11 rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci 10 13 09 e 10 13 10 17 01 07 miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diversi da quelli di cui alla voce 17 01 06

17 09 04 rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03

Per una necessità di mercato i rifiuti, anche identificati dallo stesso CER, sono divisi per tipologia di materiale: rifiuti contenenti principalmente cemento e sasso e rifiuti contenenti cemento, sasso e laterizio, dove per laterizio si intendono i materiali da costruzione realizzati con argilla cotta in fornaci, come mattoni e tegole. Sostanzialmente sono divisi i materiali derivanti da demolizioni di edifici in calcestruzzo, dai materiali derivanti da demolizioni di costruzioni edili residenziali, in quanto hanno proprietà di resistenza e compattezza fisica diverse.

Le fasi di recupero sono:

Messa in riserva funzionale al recupero

I rifiuti vengono scaricati nella “piattaforma rifiuti”, più sotto descritta.

Caricamento materiali

I rifiuti, tramite pala, vengono caricati nella tramoggia dell’impianto A.

Aspetti ambientali

- Consumo di energia - Polveri

- Utilizzo acqua per abbattere le polveri

Vagliatura

Vagliatura degli inerti tramite vaglio sgrossatore Aspetti ambientali

- Consumo di energia - Polveri

- Utilizzo acqua per abbattere le polveri

Macinazione

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Macinazione degli inerti tramite frantoio Aspetti ambientali

- Consumo di energia - Polveri

- Utilizzo acqua per abbattere le polveri

Deferrizzazione

La deferrizzazione avviene tramite magnete.

Controllo cessazione qualifica di rifiuto

Dall’impianto A escono due nastri trasportatori, uno con materiale fine e uno con materiale più grossolano. Dalle estremità dei nastri trasportatori dell’impianto A, il materiale si riversa in cumuli.

Il materiale, per uscire dalla qualifica di rifiuto, deve avere caratteristiche conformi all’allegato C della Circolare del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio 15 luglio 2005, n.

UL/2005/5205.

Nell’impianto B viene trattato materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto.

Si fa presente che l’azienda, per l’abbattimento delle polveri, utilizza l’acqua meteorica raccolta dal sistema illustrato nel capitolo dedicato e che tutti i nastri trasportatori dell’impianto A sono coperti.

2.2.1 Piattaforma Rifiuti Inerti

La piattaforma prevista per la messa in riserva dei rifiuti è situata nell’area sopraelevata, in modo da facilitare l’alimentazione all’impianto A, utilizzato per il recupero dei rifiuti.

La zona dedicata ha una forma rettangolare di 26 x 45 m, per un’area di 1.170 m2.

Sotto alla zona individuata è stato realizzato un "vassoio impermeabile": una vasca ottenuta con una geomembrana in HDPE (polietilene ad alta densità), posto in opera a fasce saldate, risvoltata sui bordi dello scavo e sostenuta da un cordolo in calcestruzzo armato.

Tale vasca è stata riempita con un sottofondo in ghiaia e stabilizzato di 40 cm di spessore. che costituisce la base d'appoggio dei materiali, sulla quale transitano i mezzi d'opera, e rappresenta un'adeguata protezione alla membrana stessa. La membrana in HDPE è normalmente utilizzata per l'impermeabilizzazione dei fondi delle discariche, e fornisce adeguate garanzie di resistenza al taglio, alla punzonatura, all'usura, garantendo la tenuta delle acque meteoriche.

In seguito a controllo visivo, si provvede ad integrare la massicciata del materiale (stabilizzato o ghiaione) che viene asportato nel corso delle lavorazioni.

Le acque meteoriche raccolte dalla piattaforma rifiuti sono trattate come indicato nel capitolo dedicato alla gestione delle acque.

(16)

2.3 ATTIVITÀ 2: RECUPERO TERRE

La terra che entra come rifiuto, identificata dal CER 17 05 04, deriva da scavi poco importanti, caratterizzati da bassa volumetria, come ad esempio uno scavo per depositare le cisterne di gas liquido nelle zone dove non arriva il gas metano.

Chi opera questi scavi, non intende procedere con le dichiarazioni ai sensi dell'art. 21 del DPR n.

120/2017, circolari regionali n. 353596 del 21/08/2017 e n. 127310 del 25/03/2014, e sceglie di conferire il cumulo di terra classificandolo come rifiuto.

Le terre arrivano accompagnate dalle analisi che individuano le concentrazioni soglia di contaminazione nel suolo, riferendosi alla “Tabella 1: Concentrazione soglia di contaminazione nel suolo e nel sottosuolo riferiti alla specifica destinazione d'uso dei siti da bonificare”, dell’ALLEGATO 5 – “Concentrazione soglia di contaminazione nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee in relazione alla specifica destinazione d'uso dei siti”, della Parte IV - Titolo V Allegato 5.

Le terre entranti sono generalmente di “qualità”, rispondendo ai requisiti della colonna A “Siti ad uso Verde pubblico, privato e residenziale”, vengono vagliate, stoccate al riparo dagli agenti atmosferici e riutilizzate, previo test di cessione, da privati ed aziende per il ripristino di aree verdi.

Il materiale è interessante in quanto soffice per la semina e asciutto per la stesa.

Caratteristica fondamentale di queste terre per essere appetibili al mercato è di avere un basso tasso di umidità.

Quando sono accumulate nell’area dedicata, prima della vagliatura, vengono coperte da teli, per ottemperare alla normativa sul deposito preliminare dei rifiuti, e per ottenere un prodotto conforme alle necessità di mercato.

Appena possibile le terre sono velocemente vagliate: si separa la frazione più grossolana (sassi) dalla frazione fine, che viene mantenuta al riparo dalla pioggia, in attesa del test di cessione. La conformità al superamento della cessazione della qualifica di rifiuto è ottenuta tramite test di cessione.

La terra vagliata è stoccata sotto ad una struttura coperta da teli mobili.

Il recupero, quindi, avviene solo quando le condizioni meteo lo permettono, in assenza di precipitazioni, e il recupero consiste in una vagliatura della terra, tramite impianto mobile. Il vaglio mobile, che solitamente viene tenuto sotto al capannone, è posizionato vicino all’impianto A. La terra vagliata cade in cumulo e rimane in attesa di conformità alla Circolare 5205 del luglio 2005, come da autorizzazione.

Il sopravaglio, in sostanza il materiale lapideo di dimensione superiore a 6/8 mm, viene accumulato nella piattaforma rifiuti, per essere successivamente inviato all’attività 1.

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Le fasi di recupero sono:

Messa in riserva funzionale al recupero

I rifiuti, terre e rocce da scavo, vengono stoccati in un’area da 120 m2, per impedire il dilavamento meteorico, tali rifiuti sono coperti da teli mobili.

Caricamento materiali

I rifiuti, tramite pala, vengono caricati nella tramoggia dell’impianto mobile.

Aspetti ambientali

- Consumo di energia - Polveri

- Utilizzo acqua per abbattere le polveri

Vagliatura

Vagliatura degli inerti tramite vaglio vibrante Aspetti ambientali

- Consumo di energia - Polveri

Controllo cessazione qualifica di rifiuto

Come autorizzato dal Decreto in essere, le terre sottoposte ad operazioni di recupero, cessano la qualifica di rifiuto se hanno caratteristiche conformi all’allegato C della Circolare del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio 15 luglio 2005, n. UL/2005/5205

2.4 IMPIANTI

Impianto dove vengono recuperati i rifiuti – Impianto A

L’impianto è un gruppo primario di frantumazione, fornito dalla Officine Meccaniche Tonon S.r.l.

di Povegliano (TV), completo di dichiarazione del fabbricante ai sensi della Direttiva 98/392/CEE.

Il gruppo di frantumazione primaria è costituito da:

 5 nastri trasportatori di varie dimensioni;

 Un alimentatore a piastre mod. APS 850 x 4500;

 Un vaglio sgrossatore mod. VVS 200;

 Un frantoio primario mod. F 1050 x 750.

Per dichiarazione della ditta costruttrice il gruppo primario di frantumazione ha una potenzialità da 100 a 200 ton/h in funzione della dimensione del materiale in alimentazione (pezzatura max 600 mm).

Impianto dove vengono vagliate le terre e rocce da scavo – Vaglio mobile

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Il vaglio è un gruppo mobile di selezione, costruito negli stabilimenti della Finlay Hydrascreens (Omagh) LTD, N. Ireland, modello 595 HYDRATRAK, matricola FQA 580411, anno di costruzione 2008.

Impianto dove viene lavorato il materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto – Impianto B.

L’impianto è un gruppo secondario di frantumazione, fornito dalla Loro & Parisini di Assago (MI).

Il gruppo di frantumazione secondaria è costituito da nastri trasportatori, vaglio e frantoio.

La produzione varia, a seconda della regolazione delle mascelle (da 30 a 70 mm) da 32 a 80 ton/h, considerando materiali di media durezza aventi peso specifico in cumulo di 1600 kg/m3.

Gli impianti fissi sono azionati da un generatore elettrico funzionante a gasolio, posto in prossimità dell’impianto B. Il vaglio funziona a gasolio.

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3 RICHIESTE ATTIVITA’ RECUPERO RIFIUTI

Le richieste progettuali, sottoposte a verifica di assoggettabilità alla V.I.A., sono:

1. L’aumento quantitativo di rifiuti sottoposti ad operazioni di recupero, sino ad un massimo di 80.000 tonnellate/anno;

2. L’aumento della messa in riserva per un massimo di 2210 tonnellate

3. L’inserimento di nuovi codici CER da sottoporre a recupero inerti (attività 1), riportati nella seguente tabella:

C.E.R. Descrizione Operazione di

recupero

17 01 01 Cemento R13 – R12 – R5

17 01 02 Mattoni R13 – R12 – R5

17 01 03 Mattonelle e ceramiche R13 – R12 – R5

Tabella 4: Rifiuti inerti richiesti per attività recupero inerti

4. L’inserimento di nuovi codici CER e, formalmente, nuove attività di recupero, più sotto illustrate: attività n. 3 - Recupero Asfalto e attività n. 4 - Recupero pietrisco tolto d’opera.

C.E.R. Descrizione Operazione di recupero Attività di recupero 17 03 02 Miscele bituminose diverse da quelle di cui

alla voce 17 03 01 R13 – R12 – R5 Recupero asfalto

17 05 08 Pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso

da quello di cui alla voce 17 05 07 R13 – R12 – R5 Recupero pietrisco tolto d’opera Tabella 5: Rifiuti, costituiti da asfalto e pietrisco tolto d’opera

5. L’inserimento di nuovi CER da sottoporre ad eventuale selezione e messa in riserva.

C.E.R. Descrizione Operazione

di recupero

17 02 01 Legno R13 – R12

17 06 04 Materiali isolanti, diversi da quelli di cui alle voci 17 06 01 e 17 06 03 R13 – R12 17 08 02 Materiali da costruzione a base di gesso, diversi da quelli di cui alla voce 17 08 01 R13– R12 20 02 01 Rifiuti biodegradabili - – in particolare ceppaie e ramaglie derivanti dalla

preparazione di cantieri R13– R12

Tabella 6: Rifiuti da sottoporre ad eventuale selezione e messa in riserva

6. Per la futura gestione delle acque sarà necessario un nuovo impianto di raccolta e gestione acque meteo, così come presentato durante lo screening VIA e allegato alla presente relazione.

La proprietà non prevede l’installazione di nuovi macchinari. La planimetria di progetto è in Allegato 2, si precisa che, a parte i cassoni posizionati sotto al capannone, i nuovi dispositivi di raccolta e trattamento acque, la disposizione di impianti e stoccaggi rimane pressoché identica.

Di seguito la descrizione delle attività di recupero richieste.

(20)

3.1 ATTIVITÀ DI RECUPERO RICHIESTE

Attività (trasversale) di messa in riserva

Per tutti i rifiuti entranti, quelli già autorizzati e quelli futuri, elencati in tabella 22, l’azienda chiede la possibilità di operare l’attività di sola messa in riserva, in modo tale che, se dovessero presentarsi delle problematiche agli impianti o gestionali, l’azienda abbia la possibilità di inviare i rifiuti ad un altro impianto di recupero.

L’azienda, per andare incontro alle necessità dei propri clienti che le conferiscono rifiuti derivanti da lavorazioni edili, avrebbe l’intenzione di inserire i codici 17 02 01 (Legno), 17 06 04 (Materiali isolanti), 17 08 02 (Cartongesso), per avviarli alla messa in riserva (nella planimetria sono indicati gli spazi dove saranno posizionati questi nuovi rifiuti).

In particolare l’azienda richiede la possibilità di mettere in riserva il rifiuto, identificato dal codice 20 02 01 “rifiuti biodegradabili”, proveniente dai propri cantieri e da terzi.

Ad esempio, questo rifiuto è generato quando si deve demolire una struttura: durante le operazioni di preparazione del cantiere è necessario rimuovere ceppaie e siepi. Il rifiuto non contempla sfalci di erba.

L’albo Nazionale dei Gestori Ambientali ha rilasciato l’iscrizione in Categoria 2-bis, comprendente questo specifico CER per le necessità dell’azienda. Ad oggi la ditta dal cantiere lo porta ai centri autorizzati al recupero.

Tale rifiuto andrebbe stoccato in un cassone coperto sotto al capannone e ritirato con una tempistica frequente, mediamente di tre settimane.

Tale tempistica non consente ai rifiuti, come sopra descritti, di iniziare i processi di decomposizione, e quindi di innescare problematiche di odori o di generazione del percolato, dovuto all’innescarsi di processi di biodegradabilità.

Attività (trasversale) di selezione

Per tutti i rifiuti entranti, quelli già autorizzati e quelli futuri, elencati in tabella 22, l’azienda chiede la possibilità di operare l’attività di selezione e cernita, in modo tale che, se dovessero presentarsi dei materiali diversi all’interno di un rifiuto, identificato da un tal codice, l’azienda abbia la possibilità di rendere omogeno il rifiuto (esempio un pezzo di plastica dentro ad un cassone di legno).

Attività 1: Recupero inerti (precedentemente illustrata, l’attività non cambia)

Si chiede di poter ricevere i rifiuti, identificati dai seguenti codici 17 01 01, 17 01 02 e 17 01 03.

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Tali rifiuti saranno avviati all’attività 1, precedentemente descritta, di recupero inerti.

Tali codici rientrano nella tipologia 7.1 del D.M. 5/02/98 e s.m.i., e possono essere stoccati in messa in riserva insieme ai rifiuti identificati dal 17 01 07 e dal 17 09 04 già autorizzati.

Attività 2: Recupero terre (precedentemente illustrata, non cambia)

Attività 3: Recupero Asfalto

Si chiede di poter ricevere il rifiuto, identificato dal codice 17 03 02, che sarà avviato a recupero nell’impianto A.

Il recupero dell’asfalto segue le regole del D.M. 69/2018.

1. Verifiche del rifiuto in ingresso, denominato conglomerato bituminoso, (DM 69/18, Allegato 1, parte b) punto b.1). Vedi Procedura di accettazione del rifiuto.

2. Messa in riserva dedicata (con identificazione nella piattaforma rifiuti)

3. Operazioni di recupero: fasi interconnesse di macinazione e vagliatura, ottenibili con l’impianto A.

4. Verifiche sul materiale in uscita, denominato granulato di conglomerato bituminoso.

Per completezza di trattazione si riportano di seguito le verifiche da effettuare sul granulato di conglomerato bituminoso DM 69/18, Allegato 1, parte b) punto b.2):

Test sul campione di granulato di conglomerato bituminoso mediante il prelievo di campioni secondo le metodiche definite dalla norma UNI 10802:

Specifiche: frequenza campionamento 1 campione ogni 3000 m³;

analisi eseguite da un laboratorio certificato;

parametri da ricercare: Amianto e IPA (sommatoria parametri da 25 a 34 di Tabella 1 dell’allegato 5 alla parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152);

limiti riportati nella tabella b.2.1.

Parametro U.M. Limite massimo di concentrazione ammissibile 1 Sommatoria IPA mg/kg 100

2 Amianto mg/kg 1000 (*)

(*) Corrispondente al limite di rilevabilità della tecnica analitica (diffrattometria a raggi X oppure I.R. – trasformata di Fourier). In ogni caso dovrà utilizzarsi la metodologia ufficialmente riconosciuta per tutto il territorio nazionale che consenta di rilevare valori di concentrazione inferiori.

Test di cessione sul granulato di conglomerato bituminoso mediante il prelievo di campioni secondo le metodiche definite dalla norma UNI 10802:

Specifiche: frequenza campionamento 1 campione ogni 3000 m³;

analisi eseguite da un laboratorio certificato;

preparazione del campione ai fini della esecuzione del test di cessione secondo il metodo riportato nell’allegato 3 al decreto del Ministero dell’ambiente 5 febbraio 1998 (appendice A alla norma UNI 10802, secondo la metodica prevista dalla norma UNI EN 12457-2);

L’azienda non è in possesso di un Sistema di Gestione Ambientale ISO 14001, quindi, in sede di iter autorizzativo, ai sensi del DM 69/2018 art. 4 comma 3, individuerà un’area all’interno del capannone dove conserverà per cinque anni i campioni di conglomerato bituminoso prelevati, al

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termine del processo di recupero di ciascun lotto in conformità alla norma UNI 10802:2013, ai fini della verifica di sussistenza dei requisiti sopradescritti.

Attività 4: Recupero pietrisco tolto d’opera

Si chiede di poter ricevere il rifiuto, identificato dal codice 17 05 08, che sarà avviato a recupero nell’impianto A. Il recupero del pietrisco tolto d’opera, individuato dal codice 17 05 08, segue le regole del D.M. 05/02/1998, tipologia 7.11. sino alla caratterizzazione delle MPS.

1. Verifiche del rifiuto in ingresso, in particolare la provenienza: manutenzione delle strutture ferroviarie, e le caratteristiche del rifiuto: pietrisco tolto d’opera costituito da roccia silicea e cristallina o calcare per circa il 70%, con sabbia e argilla per circa il 30%. Vedi Procedura di accettazione del rifiuto.

2. Messa in riserva dedicata (con identificazione nella piattaforma rifiuti) 3. Operazioni di recupero:

a. Fasi interconnesse di macinazione e vagliatura, ottenibili con l’impianto A.

b. Omogeneizzazione e integrazione con materia prima inerte c. Formazione di rilevati, sottofondi stradali e piazzali industriali

4. Verifiche sul materiale: prima di procedere alle fasi b e c, il materiale deve avere caratteristiche conformi all’allegato C della Circolare del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio 15 luglio 2005, n. UL/2005/5205. (si veda successivo capitolo su conformità LG SNPA 23/2020)

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3.2 RISPETTO DELLE DISPOSIZIONI DELLE LINEE GUIDA SNPA 23/2020

3.2.1 Attività 1: Recupero Inerti

L’attività di recupero inerti prevede il recupero dei rifiuti identificati dai seguenti CER:

Tipologia Descrizione A/R

01 04 08 scarti di ghiaia e pietrisco, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07 A 01 04 13 rifiuti prodotti dal taglio e dalla segagione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07 A 10 13 11 rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci 10 13 09 e 10 13 10 A

17 01 01 Cemento R

17 01 02 Mattoni R

17 01 03 Mattonelle e ceramiche R

17 01 07 miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diversi da quelli di cui alla voce 17 01 06 A 17 09 04 rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03 A

Tabella 7: Codici CER Autorizzati (A) e Richiesti (R) per Attività Recupero Inerti (numero 1)

Recupero 01 04 08 – 01 04 13 (autorizzati)

L’azienda è partita nel 2010 con un’autorizzazione in regime ordinario, due dei codici presenti in autorizzazione si possono ricondurre alla tipologia 7.2 del DM 5 febbraio 1998, a cui corrispondono come provenienza, come attività, ma non come specifiche tecniche richieste per identificarli come End of Waste/M.P.S./ materiale che cessato la qualifica di rifiuto, infatti al punto 7.2.3 lettera d) non corrisponde un “punto 7.2.4 lettera d)”.

Come codifica del materiale in uscita l’autorizzazione attuale riporta:

C.E.R. Descrizione Operazioni DI RECUPERO Codifica e gestione materiale

in uscita 01 04 08 scarti di ghiaia e pietrisco, diversi da quelli

di cui alla voce 01 04 07

Messa in riserva per tipologia, selezione e cernita ed effettivo recupero

Punto 7.2 all 1, suball 1 D M 5 2 98

“M.P.S. con caratteristiche dell’Allegato “C” alla Circ. Min.

Amb. UL/2005/5205 del 15.07.2005

Altri rifiuti – CER 19 12 XX (1) 01 04 13

rifiuti prodotti dal taglio e dalla segagione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce 01 04 07i

Tabella 8: Descrizione del codice CER, operazioni di recupero e codifica materiale in uscita

Verifica rispondenze con specifiche D.M. 5/02/98.

7.2 Tipologia: rifiuti di rocce da cave autorizzate 01 04 08

01 04 13

Provenienza DM 5/2/98:

attività di lavorazione dei materiali lapidei Caratteristiche del rifiuto DM 5/2/98:

materiale inerte in pezzatura e forma varia, comprese le polveri

L’azienda ritira questi codici con analisi di classificazione, essendo due codici a specchio.

Attività di recupero:

a) cementifici [R5];

b) utilizzo del granulato per produzione di conglomerati cementizi e bituminosi [R5];

L’azienda è autorizzata a recuperare questi codici come gli inerti: medianti fasi interconnesse di macinazione e vagliatura.

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c) utilizzo per isolamenti e impermeabilizzazioni e ardesia espansa [R5];

d) ove necessario, frantumazione, macinazione, vagliatura;

eventuale omogeneizzazione e integrazione con materia prima inerte, anche nell’industria lapidea [R5];

e) utilizzo per recuperi ambientali (il recupero è subordinato all’esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto) [R10];

f) utilizzo per realizzazione di rilevati e sottofondi stradali e ferroviari e aeroportuali, piazzali industriali previo eventuale trattamento di cui al punto d) (il recupero è subordinato all’esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto) [R5].

Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti:

a) cemento nelle forme usualmente commercializzate;

b) e c) conglomerati cementizi e bituminosi e malte ardesiache.

L’azienda ha in autorizzazione la cessazione della qualifica di rifiuto ai sensi della Circolare Ministeriale UL/2005/5205 del 15.07.2005.

Questo per poter poi utilizzare il materiale nell’edilizia.

Tabella 9: Verifica delle rispondenze specifiche del DM 5.02.98

Per i rifiuti e le relative operazioni di recupero descritte nella tabella 9 si configura il punto 6 della Tabella 4.3 “Diverse tipologie di cessazione della qualifica di rifiuto negli atti autorizzativi per il caso per caso” delle Linee Guida di SNPA

Tipologia di Cessazione della qualifica di rifiuto caso per caso

Modalità di valutazione in fase istruttoria

6 Il processo di recupero è già previsto dalle norme tecniche dei DM 05/02/98 o DM 161/02 o DM 269/05 per quanto concerne tipologia/provenienza/car atteristiche del rifiuto e attività di recupero.

Vengono proposte materie prime e/o prodotti con nuove specifiche tecniche e/o ambientali

I criteri devono essere riportati nell’Istruttoria tecnica.

Le valutazioni devono concentrarsi su:

1. verifica delle le nuove specifiche tecniche e/ ambientali delle materie prime e/o prodotti da ottenere utilizzando le indicazioni previste nella tabella 4.1;

2. criteri dettagliati d) ed e);

3. verifica della condizione a) ossia la sussistenza degli utilizzi previsti in funzione delle nuove specifiche tecniche e ambientali proposte;

4. verifica della condizione b) ossia la sussistenza di un mercato per gli utilizzi previsti in funzione delle nuove specifiche tecniche e ambientali proposte;

5. verifica della condizione d) sulle norme tecniche e ambientali di riferimento 6. verifica delle nuove specifiche tecniche e ambientali, tenuto conto che i rifiuti in ingresso e l’attività di recupero dovrebbero rimanere invariati, siano tali per cui gli impatti complessivi sull’ambiente e sulla salute umana legati all’utilizzo della nuova materia prima/prodotto siano diversi rispetto a quelli contemplati con le norme tecniche di cui ai DM 05/02/98 o DM 161/02 o DM 269/05. A tal proposito utilizzare indicazioni previste nella tabella 4.1;

Tabella 10: Estratto tabella 4.3 LG SNPA 23/2020

Per quel che riguarda il recupero operato su questi rifiuti si precisa che:

1. La conformità alla cessazione della qualifica di rifiuto, attraverso la Circolare Ministeriale UL/2005/5205 del 15.07.2005, fornisce delle condizioni maggiormente cautelative rispetto a quanto richiesto dallo stesso D.M. 5/02/98 nella tipologia suesposta;

2. I rifiuti derivano dall’attività di estrazione.

Considerando queste precisazioni e avendo descritto sia la tipologia di recupero che le implicazioni ambientali dell’intera attività attraverso lo Studio Preliminare Ambientale, si ritiene che la verifica di conformità degli EoW rispetto alle Linee Guida emanate da ISPRA per queste due tipologie di rifiuti possa essere ottemperata con la rispondenza dei criteri dettagliati d) ed e), nell’adozione quindi, in fase di istruttoria, di un sistema di gestione ambientale e nella l’elaborazione di una dichiarazione di conformità da allegare al materiale uscente per attestarne la cessazione della qualifica di rifiuto.

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Recupero 10 13 11, 17 01 07, 17 09 04 (autorizzati) – 17 01 01, 17 01 02, 17 01 03 (richiesti)

7.1 Tipologia: rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento armato e non, comprese le traverse e traversoni ferroviari e i pali in calcestruzzo armato provenienti da linee ferroviarie, telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali, purché privi di amianto

17 01 01 17 01 02 17 01 03 17 01 07 17 09 04 10 13 11

Provenienza DM 5/2/98:

attività di demolizione, frantumazione e costruzione;

selezione da RSU e/o RAU: manutenzione reti; attività di produzione di lastre e manufatti in fibrocemento

Provenienza rifiuti individuati dai codici della 7.1 per la Diseg: i rifiuti derivano dalle attività di demolizione di cantieri della ditta stessa e di ditte terze.

Caratteristiche del rifiuto DM 5/2/98:

materiale inerte, laterizio e ceramica cotta anche con eventuale presenza di frazioni metalliche, legno, plastica, carta e isolanti escluso amianto

L’azienda negli ultimi anni ha ritirato il 10 13 11 con analisi di classificazione, il 17 01 07 con modulo ai sensi della DGRV 1773 sulla demolizione selettiva e il 17 09 04 con analisi di classificazione.

Attività di recupero:

a) messa in riserva di rifiuti inerti [R13] per la produzione di materie prime secondarie per l’edilizia mediante fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e separazione della frazione metallica e delle frazioni indesiderate per l’ottenimento di frazioni inerti di natura lapidea a granulometria idonea e selezionata, con eluato del test di cessione conforme a quanto previsto in allegato 3 al presente decreto [R5];

b) utilizzo per recuperi ambientali previo trattamento di cui al punto a) (il recupero è subordinato all’esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto [R10];

c) utilizzo per la realizzazione di rilevati e sottofondi stradali e ferroviari e aeroportuali, piazzali industriali previo trattamento di cui al punto a) (il recupero è subordinato all’esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto [R5].

L’attività di recupero operata dalla Diseg, consiste nel raggruppamento dei codici in conformità all’appartenenza alla stessa tipologia.

Successivamente i rifiuti sono sottoposti a fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e separazione della frazione metallica.

Il risultato sono frazioni inerti di natura lapidea a granulometria idonea e selezionata, con eluato del test di cessione conforme a quanto previsto in allegato 3.

Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti:

materie prime secondarie per l’edilizia con caratteristiche conformi all’allegato C della Circolare del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio 15 luglio 2005, n.

UL/2005/5205

Circolare del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio 15 luglio 2005, n. UL/2005/5205

Tabella 11: Attività recupero inerti – tipologia 7.1 DM 5/2/98

Per i rifiuti e le relative operazioni di recupero descritte nella tabella 4, si configura il punto 1 della Tabella 4.3 “Diverse tipologie di cessazione della qualifica di rifiuto negli atti autorizzativi per il caso per caso” delle Linee Guida di SNPA 23/2020.

Tipologia di Cessazione della qualifica di rifiuto caso per caso

Modalità di valutazione in fase istruttoria 1 Il processo di recupero è già previsto dalle norme

tecniche dei DM 05/02/98 o DM 161/02 o DM

269/05 per quanto concerne

tipologia/provenienza/caratteristiche del rifiuto, attività di recupero, caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti

I criteri previsti dai citati decreti devono essere riportati nell’Istruttoria tecnica.

Le valutazioni devono concentrarsi sui criteri dettagliati d) ed e). Si ritiene che la valutazione delle condizioni di cui alle lettere da a) a c) siano da ritenersi come già verificate

Tabella 12: Estratto tabella 4.3 LG SNPA 23/2020

(26)

Dalla tabella 12 si evince che l’attività di recupero inerti debba adeguarsi ai criteri d) ed e) della tabella 4.1 delle LG SNPA 23/2020, di seguito si riportati.

d) Requisiti affinché i sistemi di gestione dimostrino il rispetto dei criteri relativi alla cessazione della qualifica di rifiuto, compresi il controllo della qualità,

l’automonitoraggio e l’accreditamento, se del caso

Deve essere descritto il sistema di gestione che deve contenere tutti gli elementi atti a certificare la cessazione della qualifica di rifiuto, ovverosia le condizioni e i criteri sopra riportati e deve essere descritta la documentazione del suddetto sistema (ad esempio check list, report periodici ecc.) che evidenzi che per ogni lotto siano rispettate le condizioni e i criteri di cessazione della qualifica di rifiuto

Il sistema di gestione può essere certificato oppure interno all’Azienda; in tal caso deve essere codificato e le procedure acquisite in sede di istruttoria

Sezione “Criteri dettagliati” – lett d)

Indicare i contenuti minimi del sistema di gestione, ivi inclusa la documentazione di monitoraggio delle caratteristiche dei rifiuti in ingresso, di controllo del processo (se previste) e delle

caratteristiche della sostanza o oggetto che cessa la qualifica di rifiuto

e)

Un requisito relativo alla Dichiarazione di conformità

Deve essere presentato il modello della dichiarazione di conformità, ai sensi degli articoli 47 e 38 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, che deve contenere tutte le informazioni tali che per ogni lotto sia attestato il rispetto delle condizioni e dei criteri sopra riporta ti per la cessazione della qualifica di rifiuto.

La scheda di conformità allegata dovrà contenere le seguenti sezioni minime:

1. Ragione sociale del produttore

2. Caratteristiche della sostanza/oggetto che cessa la qualifica di rifiuto

3. La quantificazione del lotto di riferimento

4. Rapporti analitici di prova per il rispetto degli standard tecnici, ambientali e sanitari, ove previsti

Sezione “Criteri dettagliati” – lett e)

Deve essere allegato il modello di dichiarazione di conformità.

Tabella 13: Estratto tabella 4.1 LG SNPA 23/2020

In sintesi si evince che i criteri dettagliati da esperire per il recupero degli inerti sono:

 l’implementazione di un sistema di gestione, anche non certificato

 l’elaborazione di una dichiarazione di conformità da allegare al materiale uscente per attestarne la cessazione della qualifica di rifiuto.

Riferimenti

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