ARCHIVIO ITALIANO
DI OTOLOGIA
RINO LOGIA E LARINGOLOGIA
FONDATO
DAIPROFESSORI
E. DE ROSSI G. GRADENIGO
in
Roma
in TorinoE PUBBLICATO DAL
Professore G.
GRADENIGO
Redattore Capo
F*rof.OldERAllDO SnERRERI
Direttore nella Clinica Oto-Rino-Laringologica di Roma
Principali Collaboratori:
PfOf. ARSLAN - Prof.
AVOLEOO
- Dott. BIAGGI - Dott.BONOMO
- Doti. BRUNETTI- Prof. GALAMIDA - Prof.
CANÉPELE
- Dott. GASSaNELLO - Prof. CITELLI - t Prof. CORRADI - Prof. COZZOLINO - D )tt. DECARLI • Prof. DELLAVEDO
VA -Prof. FARACI -Dott GALETTI- Prof. GARBINI - Prof. GAVELLO- Prof. GERONZI
- Prof. LABUS - f Dott.
MARCHIAFAVA
- Prof. MARTUSCELLI - Prof. MASINI- Dott MELZI - Dott.
MORPURGO
- Prof.MONO
ARDI - Prof. NICOLAI - Dott.NIEDDU - Prof.
NOVARO
- Prof. NUVOLI - Prof. OSTINO - Prof. POLI - Prof.PUSATERI - Dott. RICCI - Dott. RONCALLI - Prof. ROSATI - Dott. STUFFLER
Prof. STRAZZA - Dott. VILLA.
Contributo clinico alla cura delle stenosi croniche
laringo-tracheaìi colla laringostomia
f
per i
Dott.
URBANO MELZI
eAMEDEO GAGNOLA.
4
Contributo clinico alla cura delle stenosi croniche
laringo-tracheaìi colla laringostomia
(i)a) -
Stenosi
sottoglottica post-tifosacomplicata a
fistolaesofago-tracheale. Laringostomia
-Cruentazione
e su-tura
della fistola esofagea.Guarigione.
b) -
Atresia laringea completa
post-difterica -Laringo- stomia
-Guarigione.
per i
Dott.
URBANO MBLZI
eAMEDEO GAGNOLA.
Due
casi eli stenosicroniche
laringo-tracheali,una
inun uomo
(li 28 anni, e haìtra inun bambino
di sei anni,da
noi seguiti pjer circa tre anni'
nell’Ambuianza Rino-Jaringo-
iatrica di
Santa Corona, perchè
ilprimo
era ricoverato nel riparto cronicidelhOspedale Maggiore,
i!secondo
è figlio diun lavandaio
dell’Ospedale stesso, e nei rpialiper
tuttoquesto lungo periodo
ditempo
si è visto ilcanale
laringo-tracheale
rimanere pressoché impermeabile
all'ariamal- grado
tutti imezzi
adottatiper
dilatarlo, ci'hanno
spinto a(/)
Comunicazione
[alta Uinnìone (lolla Società Laringo- logica llaliana nelVOllobre 1907.no MHLZI
cGAGNOLA
2leu(are c(3n
un melodo
operativodairesterno
di liberareper
sempre
dallacannula tracheolomica due
infelici eridonare
loro ila respirazione ])er le vie naturali; le nostrecure
cihanno permesso
di ottenereun
brillante risultato, consta- tatoanche
dai colleghi del Circolo oto-rino-laringoiatrico, ai quali indue sedule presentammo
ilprimo
dei nostriam-
malati.
NeH’adottare d nuovo metodo che
ciaccingiamo ad
il-lustrare, noi
fummo mossi
dalleseguenti considerazioni;
Se
noiprendiamo
inesame
i varimetodi
dicura
dellestenosi
croniche
laringo-trache;ili,astraendo
daimetodi
di- latatori che, oltre esseresoverchiameute lunghi
e richiederepazienza somma da
parte delmedico
e del malato,servono
solo in
pochissimi
casi, eche appunto
nei nostridue
casidiedero
risultato negativo, noicrediamo che
fra i varime-
todi operativi ideali dai vari autori, lutti
molto lunghi
e complicati,non havvene uno che
cigarantisca un
risultatocerto,
che
cimetta
al sicuro da.lle recidive.Infatti il
metodo
divon Mangoldt, che
del resto sipuò im- piegare
solo nellegrandi
perdite disostanza
especialmente
inquei
casi nei quali nella inspirazione UGpelle, aldisopra
della perdita della cartilagine,viene
attrattadentro
allatrachea
aguisa
di valvola,dove quindi manca un
validosostegno che
opponga una
resislenza sufTìciente allacorrente
respiratoria,non
garantisce dalle recidive delle stenosi,ed obbliga spesso ad una cura
dilatatoria consecutiva.Come
più razionale di tuttiappare
aprima vistala
rese- zione circolare della trachea,con sutura immediata
deidue monconi
laringeo e tracheale;ma
se noiconsideriamo de
diUìcollà deir operazione, e i casi
non
l'ari (vonHacker, Schede)
nei quali lasutura immediata non
terme,per
cui sidovette ricorrere in
secondo
teiiq)oad mia operazione
di]ilastica, se
consideriamo che per
la resezione circolare vi ò la necessità diuna
assoluta asepsi,perchè
il risultato di-]3ende
unicamente da una guarigione per prima
intenzione,condizione questa
dillicilissiniaad
otlenereper
il fattoche
gli individui
che hanno
portatoper lungo tempo una
can-nula
tracheale, 0sono
stati intubati di frequente, 0hanno
Contributo clinico alla cura delle stenosi croniche ecc.
)
1 1 1
subito
una cura
dilatatoria,sono
affettida
catarri cronici del /laringe e della traclieache disturbano
il })roccsso di guarigione,dobbiamo
conciludereche
([iiestometodo non
costituisce hideale dei
metodi
dicura
delle stenosi croni-che
laringo-tracheali.Riguardo
almetodo
di eteroplastica di Witzel,Soppe,
esso dà, è vero, deibuoni
risultati,ma ha
in sè tutti gli in-convenienti
inerenti alla trasplantazione dimateriale
ete-rogeneo, per
cuinon può
trovare favorepresso
i chirurghi.Infine, i
metodi
di trapiantazione cutaneo-osteo-periostei di Potlìiades,Lardy,
Navratil,hanno rinconveniente che
nella
massima
parte dei casifosso
è colpitoda
necrosi, oviene
riassorbito, e ilmetodo
di trapiantazione cartilagineodi
Kònig, che prende
ilsuo materiale
dalla cartilagine ti-roide,
non può
trovarenumerose
applicazioni,perchè
lamassa
della tiroidenon
bastacome materiale per
copriregrandi
perdite di sostanza,perchè
sipossono
staccare dalla tiroide solo delle lamelle sottili e piccole, c^uindiservono
solo
per
le lesioni laringee, e soloquando
fa parteda
co- prire èmolto
piccola.Vediamo quindi che
di tutti imetodi
ideati dai vari au-tori
nessuno
offre legaranzie per
ottenerecon
certezzauna buona guarigione.
Per
tali ragionivenimmo
nel concetto di attuareper
i nostridue ammalati un metodo
dicura che
cipermettesse
la
messa
in luce del tratto laringo-tracheale stenosato, e ildominio
delcampo
operativo fino a,l ristabilimento diun lume
-laringeo diampiezza normale. La
razionalità dique-
sta
concezione non ha d’uopo
di essere dimostrata, è anzicagione
dimeraviglia
che,dopo
i molteplici insuccessi della tirotomia,non
si siapensato mai per tempo ad
ovviare agliinconvenienti che
le siaddebitano
colmantenere beante
ilcampo
operativo,per
leopportune manovre
dilatatorio, ri-mandando ad un’epoca
ulteriore lasutura
della breccia e-sterna.
In verità, tutti i
metodi
chirurgici dicura
delle stenosi del canale laringo-tracheale,hanno questo
dicomune,
la preoc-cupazione
cioè di ristabilire subito, aoperazione
finita, laII2
MELZI
eGAGNOLA
4coniimiilà di detto canale.
Un
solo tentativo di dilatazione la-ringea
attraverso la breccia tirotornica ciconsta
essere stato fatto dalJabulay
nel 18D9 (vedisuo
trattato: Cliiruvfjiedes Centres nerveux
et des Viscéres, 1902)sopra un malato
di stenosi sifilitica, ina fn seguitoda
insuccesso, e si dovette ul-teriormente laringectomizzare
il paziente.Nessun accenno
a ipiestotrattamento
ci fndato
di riscontrare nelleopere
clas- siche e nei trattati dichinirgia
speciale,anche
ipiù
recenti,come
quelli diLaurens
e di Pieniaezeck. Affatto recente-mente,
cioè nell’agosto del 1907,venne pubblicato
sullaBe-
vile
Ilehdomadaire de
Laì‘yn(jolo(jie, d'Otologie etde Rhino-
ìogie,
un
lavoro dei DottoriSargnon
e Barlatier, di Lione, so-pra
iltrattamento
delle stenosi della laringe, nelquale
(aparte la differenza di
modalilà
nella tecnica delmetodo da
noi escogitato)vedemmo
ridessequasi per
intiero le nostre idee. A!nuovo trattamento
delle stenosi laringee fudato
il
nome
diLaringostomia.
È superduo
dichiarareche non
vipoteva
essereda
partenostra
senon
lapiena ignoranza
delmedesimo, quando
ciaccingemmo
allacura
dei nostri pazienti,uno
dei quali subìla
prima operazione
nelnovembre
1906.'Giova ancora
ricor-dare che
i Dott.Sargnon
e Barlatier attribuiscono ilmerito
dellalaringostomia
al prof. Killian, ilquale
l’avrebbe appli- catacon successo
allacura
di alcuni gravi restringimenti della laringe, tra cuiuna
stenosi postdifterica inun bam-
bino, e
una grave
stenosi cicatriziale postitosa inun
adulto:i colleglli francesi
non hanno
fatto altroche
applicare ilmetodo
di Killian,quale uno
di essiebbe ropportunità
divedere
altuatopresso
la Clinica delProfessore
diFreiburg.
Niun dubbio quindi che
a questi spetti la priorità delme-
todo; se è debito
elementare
di giustiziariconoscere
ciò,si presterà fede tuttavia alla
nostra
dichiarazioneche
an-che
i casi di Ivillian,aU’epoca
delle nostre prove, cierano
affatto sconoscili! i; si troverà la
spiegazione
diquesto
fatto inun
particolare ricordato dagli stessi autori francesi,che
cioè: «
Les
oliservationsde
cesmalades
(quelli di Killian) n’ont }>as été publiées ».D'a’tro lato, il
metodo
dilaringo-tracheostomia da
,noi5 Contributo clinico alla cura delle stenosi croniche ecc.
praticato,
pur avendo, come vedremo,
nellesue
lineegene-
rali
4ei
punti di contatto col])rocedimcido
di Killiaii, sene
scosta nei particolari di cseciizione, cosida assumere mia
fisionomia
propria.Per
coloroche non avessero
letto il citato lavoro, ricor-deremo che
lalaringostomia
alla Killiaocomiirende
(piat-irò
tempi
distinti :P
l.alaringostomia propriamenle
detta.2'^
La
dilatazione e lemedicazioni.
3" L’autoplastica.
4°
La sorveglianza
e ilmantenimento
di 1111 orifìcio tra-cheale di sicurezza.
]^a
laringostomia propriamente
detta sisuddivide
asua
volta neiseguenti momenti:
P Sezione
delle parti molli della laringe.2°
Sezione mediana
delle cicatrici.3°
Sutura
della laringe alla pelle.4®
Messa
in posto deltubo-drenaggio
emedicazione.
Aperta
la laringe, Killian consigliaaduncpie
di fare lasezione
mediana completa
del tessuto di cicatricesenza
e-sciderlo : così
preparata
la cavità, viintroduce un tubo
dre-naggio
digomma,
a paretialquanto
spesse, diconveniente
caliliro e
lunghezza, cosicché
in altonon
oltrepassi- Lestre-mità superiore
delle aritenoidi, e inbasso
siadagi
sullacon-
vessità dellacannula
tracheale,previamente
collocata in posto;un
filo attraversante ildrenaggio
serve a fissarlo allacannula
tracheale. Killian asserisceche
il’ tessuto di cica- trice /onr/c, ossia sidilegua gradatamente
a contatto delcautchouc; sarebbe questo
ilvero punto
essenziale della pratica di Killian.Le medicazioni
successivedevono
esserefatte in
maniera metodica
econ molta accuratezza:
èque-
sta
una condizione
essenzialeper
il successo.Durante
ilprimo mese
lemedicazioni devono
esserequo-
tidiane e taloraanche
biquotidiane; la dilatazione si ottieneaumentando gradatamente
il calibro del tubo; inogni caso
si
deve usare molta
lentezza eprudenza, mai trascurando
leprecauzioni
asettiche.Per dare un’idea
della lentezza della dilatazione,ricorderemo che
neiprimi due
casi operatida
114
MlìLZI eGAGNOLA
6Sarg-non
e Baiia(ier siebbe
laguarigione rispeUivamenle dopo
8 edopo
14mesi
di cura.La
fase post-operatoria sipuò
dividere in tre stadi ; 1° di sfacelo; 2° digranulazione;
3® diepidermizzazione.
Lo
sfacelo èdovuto
allacompressione
esercitata dal dre-naggio
sui tessuti traumatizzatidurante
Latto operativo: sirivela col cattivo
odore
dellamedicazione, colLaumento
dellatemperatura durante
iprimi
giorni consecutivi alLopera- zione, epuò durare da
8 a 15 giorni; è ilperiodo
pericoloso,il solo d’altronde
quoad
vitam.Sorvoleremo
sui particolaririguardanti
gli altridue
stadi e
su
quelli inerentialLultima
fase del trattamento, os- sia lachiusura
della breccia tiro-tracheotomica,una
voltaraggiunta
la stabile dilatazione dellume
laringeo, e ilsuo completo rivestimento
epiteliare; di ciòavremo campo
di 'parlare nella
esposizione
dei nostridue
casi.Caso
1®— GianoUi
Luigi, d’anni 28, falegname, coniugato, domi-ciliato a Bovisio
MombePo, ammalò
di ileolifo sulla fine del 1901- e stette degente per questa malattia alLOspedaleMaggiore
di Mi- lano, fino al Febbraio 1005; dopo 4 giorni dacché ne fudimesso malgrado una
certa difficoltà di respiro, si dovette riportarvelo d'urgenza perchè il difetto di respirazione si era andalo rapida-mente
aggravando, fino a produrre grave cianosi. NelLAstanteria dell’Ospedale fu praticata la tracheotomia inferiore dalmedico
di guardia Dr.Meda
dal cui bollettino stralciamo i seguenti dati:(( Il lobo
medio
della tiroide coprecompletamente
la trachea; siscolla dalla base, si porla in allo in
modo
da scoprire il canale tra-cheale, che trovasi collocalo profondamente; sutura
muscolare
ri coprente la tiroide, e sutura cutanea ».Il giorno 13
Marzo
fu visto laprima
voltanelLAmbulanza
Larin- goiatrica (1). Mclzi) e si riscontrò resistenza diuna
lai'ingile ipo- glottica con grave stenosi, diagnosi che fu conrermala in succes- sivi esami. Ilprimo
tentai ivo di dilatazione laringea fu praticatoil 2G Aprile coH’appareccbio di intubazione ueH’.\mbulanza larin- goialrica di Santa Corona.
E
fuvano
ogni sforzo di far penetrareil tubo in laringe ; le sedute si moltiplicarono successivamente sostituendo all’intubazione le cannule dilatatrici di SchroeUrr,
ma
la laringe rimase
sempre
impermeabile. Il giorno 12Novembre
fu praticata la laringoscopia diretta; con questomozzo
fu possibile constatare resistenza diuna
grave stenosi cicatriziale al di sopradella fistola tracheale. Si tentò allora la dilatazione retrograda, mediante l’apparecchio di Egidi,
ma
la soverchia resistenza della7 Contributo clinico alla cura delle stenosi croniche ecc.
stenosi frustrò ogni fatica, c tolse ogni speranza eli ripristinare la respirazione per le vie naturali.
Congedato
il paziente il giorno 2Gennaio
1000 daH'ospedale vi rientrò Tll Ottobre dello stesso anno.Le
condizioni deH’infermo apparvero iinniutale, Tesarne hiringoscopico rivelòsempre
la ste- nosi cicatriziale ipoglottica, e la paresi degli adduttori delle corde vocali, chedeterminava ima
afonia quasi completa.Un
particolarenon
trascurabile, del qualevedremo
in seguito Timportanza. si è che il pazientequando mangiava
era preso talora da accessi di tosse, eduna
volta duranteuno
di questi accessi, notò la fuoru- scita diun grano
di riso dallacannula
tracheale. Riprese a fre- quentareTAinbulanza
Laringoiatrica di SantaCorona
lino a che fu possibile accoglierlo nel Pio Istituto Ototerapico per praticargliun
opportuno trattamento chirurgico. (12Novembre
190Gj.Esaminando
allora la partemalata
conun
potente fascio lu-minoso
gettato attraverso il foro tracheotomico, si rilevò contro la parete tracheale posteriore, poco al di sopra dal piano dell’ aper- tura tracheale, resistenza diun ammasso
di tessuto che nei tenta- tivi di dilatazione forzata dall'altopareva
subisseuno spostamento
in basso. In
una
di queste sedute preliminari alToperazione si riuscì, conuna
sottilesonda
laringea metallica, a larga curvatura, a passare dolcemente attraverso ogni ostacolo, cosicché la punta metallica dellasonda apparve
in trachea, e fu chiaramente visi-bile attraverso al foro tracheotomico. Fatte costruire altre sond3 metalliche di calibro maggiore,
ma
colla identica curvatura della prima, fuvano
ogni sforzo di introduzione ; inmezzo
a tutte questemanovre
il paziente accusòun
fatto che fucome una
rivelazione ; durante Tingestione dei cibi, insorgeva spesso la tosse e contem-poraneamente
qualche goccia di liquido fuorusciva dallacannula
tracheale. Il sospetto di essere passati colla' sottile
sonda
metal-lica attraverso
una
fistola esofago-tracheale, si era fatto certezza.L’ammasso
di tessuto appiccicalo contro la parete posteriore della tracheanon
era verosimilmente senon
lo sbocco fungosodella fìstola. Si deicise allora di praticare l’apertura del canale tra- cheolaringeo, e di
mantenerlo
beante così da rendere possibile il trattamento chirurgico della fìstola esofago-tracheale,nonché
della stenosi laringea : in ultimo si sarebbe provveduto alla chiusuradel canale respiratorio per ripristinare la respirazione orale.
Trattandosi di
un ammalato
eccezionalmente resistentead
ognimanovra
operatoria,facemmo
esclusivoassegnamento
sulla ane- stesia locale alla Schleich pernon
'diminuire colla cloronarcosidiffìcilissima in questo caso, le chances delToperazione ; soggiun-
giamo
che questa fuottimamente
sopportata.Erano
presenti i doti. Bonfanli e Lotteri (18novembre
19O(‘0; fattaun’ampia
incisionemediana
delle parli molli del collo dalla fìstola tiacheale al bordo superiore della cartilagine tiroide si dovette inMIÌLZI c
CA(}XOLA
81 1 6
sognilo nllravorsare in
luMa
lasua
lutiglio//,a il lobo rriodio flclla lii’oide, uMoiioiidoiie ikjiì senza [alica reninslasi; ]U'i' nllirno si r('-
ciscro i i)rimi eiiKjue anelli Iracheali. la crieoide, o la tiroide ; lo oarlilagini lan'ngoe apparvci'o al laglio ispessile e irrigidilc a
mu-
livo dei })recedenli [ìroeossi di ])orieondriio, e si dovelle osorei- lare
una
viva liazione sullo valve dilalalrici per ollenorc rallonla-nanicnlo dello labl)fa della l'erila. Per essere brevi nella descri- zione del caso riproduciamo la qui unila ligiira eseguila sul reperto operaiorio.
Dando
un’occhiaia alla slcssa sarà facile adognuno
render-si conto della gravila delle lesioiìi risconh'ale
; apirn've anzi lutto
evidente lo sbocco della lisloUi ('sofago-Iracheale, nella quale si
potè facilinenle ininiellere
uno
specillo. Il se])imenU)mediano
Irai (lue canali rc'spiraloi'io e alimenlarc', risulbi nolevolmenle in- sp(\ssilo, nia. S(ìpra tulio allrasse fai b'nzi(Uìe ima viva salienza
(lui fondo (lolla docciaI iii'a jn cori'ispondenza al casloiu' d('lla car- lilagiiK' cricoid(', (Uinrnu'nuMrie acciu'sciula di xoliime. In (pieslo pillilo il
lume
laring('o era ridollo ad un sollilissinio canale, idei9 Contributo clinico alla cura delle stenosi croniche ecc.
II7
diametro di pochi nìillimelri; la
mucosa aveva
in pifi punii aspetto cicatriziale. Falla rancsicsia dellamucosa
con pcnnellature di so- luzione adr('nalino-(‘oeainiea, si escise e si asi)urlù (pianto fu l>os- sibile di tessuto luilolog'ieo, e si rimand(') ad altra seduta il se- guito deiroperazione.La
medicazione del jiazienle fu fatta nel seguentemodo;
siriapplicò la cannula tracheale, e al di sopra
un lampone
cilindricoopportunamente
pì'cparalo con garzci iodoformii^a, e assicurato airesternomediante un
filo da annodarsi attorno al collo ;restremo
superiore deltampone
fu colUi pinza fidto penetrare nel vestibolo laringeo: si completò illamponameido
della cavità con felluccicdi garza iodoformica, e si applicò inlìne il liendaggio.
Il decorso fu
buono:
uii soloaumento
di leniperalura (38) siebbe in seconda giornata, duraide la, (piale si rinnovò la predetta medicazione. In (piarla gioi'iiala, previa anestesia locale con pen- nellature di soluzione adrenalino-cocainica, si procedette alla cru- entazione, excisione, e sutura della tìslola esofago-tracheale, b'u un’operazione laboriosissima, a motivo delta ubicazione profonda
e deiranguslia del
campo
operativo.Introdotta neiresofago
una sonda
di balena,munila
di oliva per far sporgere il trailo di parete esofagea fistoloso, e proteggerela parete opposta contro possibili lesioni operatorie, si aperse il
tragitto fistoloso in tutta la sua lunghezza, circa cent. 2 1/2), si
asportarono colle forbici le vegetazioni fungose dei bordi, e coll’a- iuto di aghi piccoli e a fortissima curva, si potè mollo
malage- volmente
applicare cpiattro punii di sutura alle labbra della feritaesofagea: cauterizzazione col cloruro di zinco (1:5);
tampona- mento come
sopra della cavità tracheo-laringea.Da
cjuestomo- mento
e per circaun mese
il nostro infermo fu alimentato collasonda
gastrica.La prima
suturanon
attecchì completamente; si dovettedopo
5 giorni ripetere la stessa operazione per poter otte-nere la completa separazione del canale respii'atorio da quello ali- mentare.
Un
ultimo sottile pertugio di comunicazione finì coll’oc- cludersimediante
quotidiane cauterizzazioni con cloruro di zinco(1:5). Il paziente si prestò a tutte queste cure con vero stoicismo,
ma
le sue forze furono stremale al punto che era collo da accessidi deliquio
appena
tentava di mettersi in posizione semiseduta; lo
si sostenne con iniezioni di lecitina alternata con arseniato di ferro e
non
tardò a rimettersi.Non
si ebbe fortunatamente alcunacom-
plicanza da parte dell’apparecchio bronco-polmonare.Le
medicazionivennero
rinnovate quotidianamente con tuttele cautele asetliche possibili,
moderando
gli accessi di tosse con toccature di cocaina, e detergendo accuratamente ilcampo
dalmuco
bronchiale e dalla saliva che nei
movimenti
di deglutizione colava daU’alto. In capo adun mese
dallaprima
operazione lamedicazione era perfettamente tollerata, quasi con indifferenza;
ii8 MELZI
eGAGNOLA
IOe intanto si assisteva ad
un
profondomutamento
nelle con-dizioni delle parli operate ; si sarebbe dello che esse si
andavano plasmando
sulla sirultura del tam])one ; il fondo della docciaturadapprima
così irregolare alla superlicie, a poco a poco si spianò,mentre
illume
laringeoandava guadagnando
inampiezza:
le exci- sioni dei punti più salienti alTrettarono l'opera dellampone;
le isole ulcerate tendevano sotto lo stimolo delle cauterizzazioni a ricoprirsi di epitelio ; l'esito in guarigione si delineava
come
qual-cosa di
prossimo
e di raggiungibile. E’ supertluo dire ctie iltampone
di garza iodoforniica, parte essenziale della medicazione, veniva
man mano
adattato almaggiore
sviluppo della cavità, foggiato e applicalo inmodo
che favorisse conuna modica
compressionela restaurazione del
lume
laringeo. E’una
pratica questa chenon ha norme
fisse,ma
che Eosservaziorie rende facilmente disciplina- bile.Intanto i poli estremi della ferita, per un naturale proces.so di cicatrizzazione,
venivano
avvicinandosi e restringendo larima
laringo-tracheale,
mentre
i bordi laterali, ricoprendosi di epitelio,venivano
gradatarnenle eliminando la soluzione di continuo frail rivestimento interno ed esterno della laringe.
Quando
il condotto laringo-tracheale parve suflìcientementeampio
(e fudopo
circa tre mesi emezzo
dall'inizio della cura), e lacavità
ben
tappezzata di epitelio, si decise di suturare la breccia operatoria,ormai
ridotta ametà
circa dell'ampiezza primitiva. Sicominciò il giorno IG febbraio 1907 col cruentare fortemente i bordi dei due terzi inferiori della ferita, ossia della parte corrispondente
agli anelli tracheali, e farne la sutura, applicando
una
cannula tra- cheale, di diametro alquanto inferiore a ({uella fin qui usata,appena
al di sopra della cricoide ; a sutura lìnila. rimase
una
fessura cri- cotiroidea di tre cenlinìetri circa, la quale, a motivo della rigidità della impalcatura laringea, restava beante conuna
divaricazionemassima
dei bordi, nel puido mediano, dimezzo
centimetro.E"u pertanto soppressa la cannula, c si lasciò respirare
l'amma-
lato per qualche ora del giorno attraverso la bocca sovrappo-
nendo una
pezzuola sull'aperlura laringea e fasciando il collo con parecchi giri di benda. Per talmodo
si potè avere ripetutamentela
prova
che ilnuovo lume
laringeo era sullìcienle aduna buona
respirazione e die era conseguibile la completa guarigione del nostro infermo.
Dobbiamo
soggiungere che iieH'applicai'e gli ul-timi tamponi si ebl>e ciu'a di confezionarli in
modo,
che il loro calibro fosse alquanto superiore a quello diun lume
laringeo normale, corrispondcniemenle all'elà del soggetto.Parve
questauna misura
diprudenza
per il caso che, procedendosi consecutiva-mente
alla sutura,non
si avesse con questa a pei'dere dello spa- zio guadagnato.In questo turno di
tempo presentammo rammalato
ai soci delContributo clinico alln cura delle stenosi croniche ecc. 119
1 1
Circolo Oto-rino-laringologico Milanese, e tulli conslalarono i te-
lici risultali da noi conseguili,
nonché
lebuone
condi/ioiii di strut- tura e di funzionalità dellume
laringeo. Subitodopo
(15marzo
1907)
eseguimmo
sul nostro paziente rultima operazione, ossia la plastica della breccia cricotiroidea.1 metoili classici di plastica (Herger, Gli'ick, nardenlìeurcri a grandi lembi, ci parvero spro[)orzionati al bisogno;
decidemmo
difare
una
incisione delle parli molli raseide i bordi deiraperliira laringea, scollare la cute tutto aU’ingiro e quindi mobilizzare laido dei tessuti sottoslaidi che ci permettesse di fareun primo
pianodi sutura connettivo-muscolare, al di sopra dei quali
avremmo
poi uniti i lembi cutanei. Così
praticammo, sempre
colla sola a- nestesia locale; ci fuun
po' di reazione infiammatoria, qualche puntonon
tenne, restòuna
sutura discontinua, la cui continuitàsi ottenne tosto con qualche cauterizzazione dei punti beanti.
Ma un
accidente temuto, p(Tquanto
inaspettato,venne
proprio airultima fase deirultimo trattamento, a farci trepidare delle sortidel nostro malato; egli ebbe un attacco di bronco-polmonite destra,
fortunatamente risultasi in quinta giornata; le condizioni del re- spiro apparvero
un
po’ gravi durante questi giorni,ma non
lar- darono a divenire sufficientiappena
risollevalo lo stato generale.Congedammo
il pazientedopo
averlo lenutouna
quindicina di giorni sotto la nostra osservazione; egli riprese tosto il suome-
stiere di
falegname
e vi attende tuttora in condizioni di respira- zione assolutamente buona;anche
la voceha
fatto ritorno, ben- ché conun
timbroun
po' aspro; persiste lo stato di paresi delle ccrde vocali.Caso
2°—
Cassa Giuseppina^ d'anni 5 1/2, tìglio diun
lavandaio deirOspedaleMaggiore
di Milano, or sono circa 4 anni fu colpitoda
difterite e ricoverato aH’Ospedale dei contagiosi di Dergano, dove fu tracheotomizzalo; ne uscìdopo
10 giorni di degenza. L’ot-tavo giorno dacché
aveva
cessalo di portare la cannula tracheale,fu incolto da
una
grave minaccia di asfissia; fu portatoaH’Ambu-
lanza Laringoiatrica di Santa Corona, dove si tentò
invano
di in-tubarlo, cosicché si dovette portarlo d’urgenza in Guardia, dove per la seconda volta
venne
tracheotomizzalo dal doti. Nulli. Ripro-duciamo
dal registro della Guardia; «Fitte aderenze pel tessuto cicatriziale formatosi; incidendo la trachea più in basso dellaprima
operazione siimmette una
cannula N. 3 ».Dopo
breve degenza all’Ospedale Maggiore, ritornò a domici-lio e frequentò in seguilo
l’Ambulanza
I.aringoiatrica diSanta
Co- rona per parecchi mesi, durante i quali si fecero ripetuti,nonché
vani tentativi di dilatazione laringea.La
stenosi era di tale entità che ilbambino non
poteva stare senza cannulanemmeno
pochi minuti; ogni volta che si riunovava120 MELZI
cCAGXOLA
12la cannula per la necessaria pulizia, bisognava iinrnedialaincnie,
all allo (Iella rimozione, lar seguire il collocamenlo di
ima
seconda cannida per evitare mica crisi di solTocazione. Mollo verosirnilmenleritenemmo
di avere a clic fare conuna
airesia laringea, u giudi-cammo
inopportuno ogni ulteriore traltamento per le vie naiurali, per cui il 1°maggio
1907venne
accollo nel Pio Istituto Oloterapico per essere sottoposto alla laringoslomia. Il giorno segiienle, previa narcosi cloroformica (resa necessaria dalla tenera eia c dalla e-strerna irrequietudine del soggetto),
praticammo
la scoperturame-
diana del canale laringo-lraclieale :denudata
a stento la cartila-gine tiroide essa si rivelò
profondamente
alterata nella sua strut- tura. In luogo della sporgenza o rostromediano
della tiroide, ci sipresentò
un
infossamenlo calloso clic si lateralizzava sullo scudo destro della cartilagine, la quale ne risultavagravemente
defor-mata.
Era
questo certamente il residuo cicatriziale delprimo
foro tracheotomico.A
stento si riesciad
aprireuna
tale laringe illume
era quasi totalmente sostituito
da uno
stipato tessuto di cicatrice:si escise questo tessuto in vario senso, e
fummo anche
obbligati aefesportare dei tratti gibbosi della cartilagine per tentare di rico- struire
un
condotto che permettesse il collocamento dellampone
ci-lindrico di garza.
Questo
caso, il cui reperto operatorio ciaveva
sinistramente impressionati, ebbeun
decorso regolarissimo edun
esito rapido e superioread
ogni nostra aspettativa;non
vi funessun movimento
febbrile, o
almeno
rialzi insigniricanti di temperatura i primi due 0 tre giorni consecutivi aH’operazione. 11 piccino, che nelle pre- cedentimanovre
dilalatorie per le vie naturali si era comportatoda
ribelle impenitente, fu prestoguadagnato
allanuova
causa, e vi si prestò con docilità inaspellala.Le
medicazioni si succedet- tero regolarmente eben
presto ilnuovo lume
laringeo si delineò e crebbe inampiezza man mano'
che siaumentava
ilvolume
deltampone; due
volte si credette opportuno di fare delle parziali a- sportazioni di tessulo dal lato destro per rendere rettilineo illume
laringeo : questo lato, che alFinizio era difforme e convesso inter- namente, finì coH’assumere la struttura
concava
naturale, dimodo
che, consolidato il
nuovo lume
laringeo, e rimarginate le perdile disostanze della
mucosa,
si potè in capo adue mesi
attuare con pieno successo la plastica.A
differenza del caso precedente, aveiido per più giorni consta- tato le perfette condizioni di respiro colla completa e duratura oc- clusione dellarima
tracheo-liroidea, si deliberò la telale chiusuradi essa
rima
inun
sol lempo.Fu
falla la sutura a due piani, iiìu- scolo-coimettivale il pi’imo, cutaneo il secondo:nessun
accidenle disgustoso seguì alla sulura.Di lì a i)ochi gioj'iii, (10 luglio 1907) il l)anibino lasciò il letto
completamenle
guarito.Conservò
sollanlo porun
po' ditempo
laContributo clinico alla cura ilellc stenosi croniche tee. 12 I
voce boccale,
avendo
in ceriomodo
perdalo dnranle la malatiial'abililà di l'ar rmi/.ionare Ui propria lariiifte; con
un
j)o' di [)a-/.ienza e di esercilazione ricuperò anclie l'iiso della voce.
Congediilo il 15 luglio 11)07
dopo
due mesi emezzo
di degenzaal Pio Islilulo niolerapi('o, conserva Inllora (sellendare 1007)
nn
perielio sialo di salale e di respiraziomc
\yd laringosloiiiia (.luiuiiie lui
dato
nei nostridue
casiim
risultatoveraniente
Insiligli itu'o, taleda
indiirre nellaconvinzione che
esso èun metodo
dicura
digrande
elTi-cacia
che permette
allaringologo
diavere ragione anche
delle più inveterate e pili gravi stenosi laringo-Iracheali. Ala,
come
giàvedemmo
nel nostropiamo ammalato,
ilsuo campo
di
applicazione
si allarga oltre i contini dellacura
delle ste-nosi respiratorie : noi
potemmo
attuaremercè
la laringotra-cheotomia Poperazione
della listola esofago-tracheale, e gui-darne
ilprocesso
di cicatrizzazione;parimenti
ciproponiamo
di applicarla in casi di
tumori
intrinseci della laringe, nei quali (siaper
lafrequente
recidiva, siaper
la impossibilità diottenerne Tablazione
com|.)leta) rinterventoper
te vie na- turali si è rivelato insunìcieiite alta bisogna.Nel confronto
colla
laringectomia
totale e parziale, lalaringostomia ha rimmenso vantaggio
di essereun metodo
dicura conserva-
tore, oltrechò quello di far correre
alPoperando un
assaimi- nore
pericolo di vita.È quindi da augurare che
essapossa
sostituirsi,
almeno
ingran
parte, agli atti operatividemoli-
tori.
Noi abbiamo attualmente
incura due ammalati,
dei qualiuno
affettoda epitelioma
intrinseco dellacorda
vocale sinistra, e Taltroda papillomi
multipli recidivanti del vesti- bolo laringeo e dellecorde
vocalicon processo
diencondrite
e
grave
difficoltà di respiro;per
ragioni facili acompren-
dersi
non possiamo ancora pronunciarci
suiresito definitivodi questi
due
casi.Contenuta
econsiderata per
ora entro i confini della te-rapia delle stenosi laringee croniche, la
laringostomia
ha.acf(Liistato, a
nostro
giudizio, il dirittoad occupare
il pri-missimo posto
neltrattamento
delleforme
cicatrizialicon satdamento
dellamucosa,
abolizione totale o parziale dellume
lariugeo,deformazione
della struttura dello scheletro cartilagineo [ler reliipiali di atti operativi pregressi.Se due
122
MELZI
eGAGNOLA H
casi,
per quanto
seguiti dal niigìiore successo,possono
pa- rere insuflicienti a creareun convincimento,
noiriteniamo
tuttaviache chiunque avesse
seguito ildecorso
dellacura
dei nostri
ammalati, non avrebbe
tardato acedere
alla sug- gestività dei risultati.La
.laringostomia è, d’altronde,un metodo
dicura
affatto razionale,che poggia sopra
postulali terapeutici diprimo
ordine, quali il riposo dell’organodu-
rante il trattamento, ildominio
delcampo
operativo, linoal
momento che
la restaurata cavità laringo-tracheale per-mette
diattendere serenamente
l’esitodeH’ultimo
atto ope- rativo, quello pelquale
sirentegra
ilnormale funzionamento
dell’organo.
Al suo confronto appaiono
a lucemeridiana
i difetti ca- pitali della tirotomia, cioè quello di farfunzionare un
or-gano
in via di riparazione, e quelloben maggiore
dinon
poter esercitare
nessun
diretto controllo enessuna
direttaiiiQuenza sul
processo
di cicatrizzazione.Noi consigliamo pertanto
i nostri Golleghi a voler fare l’applicazione dellalaringostomia.
Le norme
generali dell’operazione risultanoda quanto abbiamo
dettonarrando
le storie cliniche dei nostri ope-rati, e del resto
non
si scostano,per
ilprimo tempo, da
quello dellasemplice
tirotomia ;ma dove questa
finisce,quella
incomincia;
la novità, la essenzialità dellacura con-
siste nei particolari della
prima medicazione
e di tutte quelle successive, fino ache
,riplasmato Linterno
della laringe,si
possa ricolmare
la perdita disostanza
della parete ante- riore.La cannula
diTrendelenbiirg
è statada
noi abolita per-chè non rispondente
allo scopo; insua vece applichiamo una cannula comune, oi>portunamente
fasciatacon una
striscia digarza
sterile,cosicché una
volta introdotta, essariempie
il
lume
tracheale; èuna
praticache adottiamo anche du-
rante il
trattamento
eche raccomandiamo per
lasua sem-
plicità e