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Considerato oggi tra i fondatori della neurologia infantile, era uno studente

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Academic year: 2022

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Cesare T. Lombroso

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Considerato oggi tra i fondatori della neurologia infantile, era uno studente quando nel 1939, subito dopo le leggi razziali, da solo, partì per gli Stati Uniti come sua sorella e i suoi cugini. Vi trascorse anni decisivi per la sua formazione: negli studi, alla Johns Hopkins Medical School, nella politica tra gli esuli antifascisti e nel movimento giovanile americano. Non appena suo padre rientrò professore all’università di Genova nel 1946, tornò anche lui, portando in Italia la giovane moglie e la loro prima bambina.

Dopo cinque anni riattraversarono l’oceano. E così lui fece molte volte, tra due paesi e due carriere non parallele: in Italia l’abilitazione di libero docente in una disciplina che non era ormai la sua, in Massachusetts professore alla Harvard Medical School e direttore di un prestigioso centro internazionale sull’epilessia al Boston Children’s Hospital.

Una famiglia antifascista

Era nato il 9 ottobre 1917 a Roma, dove il padre Ugo stava facendo la sua carriera universitaria all’Istituto di fisiologia, e gli fu dato il nome importante del nonno paterno, l’antropologo criminale Cesare Lombroso (1835-1909), medico e psichiatra. Aveva trascorso l’infanzia e l’adolescenza in Sicilia, dove sua madre Silvia con i bambini – Nora di 5 anni e Cesare di 2 – nel 1919 aveva seguito il marito nei suoi trasferimenti universitari: a Messina fino al ’23 e a Palermo dal ’23 al ‘35. Cesare aveva frequentato il liceo classico Garibaldi e nel 1933 era già precocemente iscritto alla Facoltà di Medicina, prima ancora di compiere 16 anni. La permanenza in Sicilia era intramezzata da periodi in Toscana, per i legami con zii e cugini che vivevano a Firenze e d’estate nel Chianti, dove si radunava tutta la famiglia: Villa Ulivello sarebbe rimasta per

Link alle connesse Vite in movimento:

Roberto Bolaffio Giuseppe Borgese Guglielmo Ferrero Leo Ferrero

Nina Ferrero Raditsa Nino Levi

Gina Lombroso Ferrero

Nora Lombroso Rossi Ugo Lombroso Renato Poggioli Bogdan Raditsa Renzo Ravà Bruno Benedetto Rossi

Gaetano Salvemini

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tutti loro un rifugio, anche quando la zia Gina e lo zio Guglielmo la lasciarono per esiliarsi in Svizzera1.

Dall’ottobre 1935 Cesare aveva proseguito gli studi a Genova. Era brillante studente nella stessa Facoltà dove Ugo Lombroso era stato chiamato, per i suoi alti meriti scientifici, ad occupare la cattedra vacante di Fisiologia e chimica biologica2. La reputazione del padre certamente lo accompagnava, sia per il suo valore di scienziato sia per le idee antifasciste che accomunavano tutta la famiglia, le zie Gina e Paola, i loro rispettivi consorti Guglielmo Ferrero, in esilio, e Mario Carrara che nel 1931 aveva perso il posto all’Università di Torino per essersi rifiutato, tra i pochi, di giurare fedeltà al fascismo. Ugo Lombroso era sorvegliato dalla Questura di Genova, e il suo arrivo all’Università ligure nell’ottobre 1935 aveva provocato imbarazzi e malumori perché non era iscritto al PNF. Quando il ministro Cesare Maria De Vecchi, conte di Val Cismon, aveva lamentato che prima di chiamarlo avrebbero dovuto accertarsi che il professore avesse la tessera, il rettore si era giustificato che persino il preside di Medicina e il collega senatore Nicola Pende non lo sapevano. L’interessato aveva mancato di informarli3.

1 Vedi le foto nella gallery qui e in quella di Gina Lombroso Ferrero.

2 ASUGe, f. «Lombroso Ugo»; il DM del 25 aprile 1935 («Ministero dell’Educazione Nazionale.

Bollettino ufficiale», 37, 12 ottobre 1935) prevede il trasferimento del professor Lombroso con suo consenso dall’Università di Palermo a quella di Genova dal 29 ottobre 1935.

3 ASUGe, f. «Lombroso Ugo», lettera del rettore Mattia Moresco a Giuseppe Giustini, MEN, DGIS, 13 aprile 1935. Da notare la considerazione da parte del rettore, senatore e professore di diritto ecclesiastico, nei confronti dello «scienziato del regime» Pende che stava ormai per trasferirsi da Genova a Roma. Si veda Emmanuel Betta, Pende Nicola, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 82, Roma, Istituto dell’Enciclopedia italiana, 2015 <https://www.treccani.it>

(accesso 20 gennaio 2021).

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La vita interrotta

Con l’espulsione di suo padre Ugo dall’ateneo di Genova per via delle leggi razziali i professori allontanati furono sei, di cui due da Medicina4. Quanti erano gli studenti di «razza ebraica», non sappiamo. Fra questi, Cesare.

Nella sua agenda, dal mese di settembre 1938 «non c’è scritto più nulla. La vita interrotta, la bufera si è scatenata, tutto è stroncato: gioia, lavoro, progetti, speranze. Pagine bianche, pagine bianche…»5. In bianco anche la scheda personale dove appare dattiloscritto il suo cognome e nome, distribuita per il censimento degli ebrei nelle Università. Curioso che lui o qualcuno l’avrebbe compilata, solo nella parte iniziale, molti anni dopo, sicuramente dopo il gennaio 19466.

Decisero che Cesare dovesse partire subito. A suo padre e al marito di sua sorella la sospensione dal servizio non era ancora arrivata. Ma si sapeva;

inutile star fermi ad aspettare. Sarebbe andato in Francia, per qualche tempo, dove suo padre aveva molti contatti tra colleghi e fuoriusciti.

Sua madre il 2 ottobre 1938 annotò:

Ecco partito anche lui. Siamo soli: soli il papà e la mamma […]. È sceso per le scale, così, semplicemente come sempre; sono scesa anch’io fino in fondo, per vederlo qualche minuto di più, per vederlo salire in macchina e sparire all’angolo della strada. […] Volevamo salvarlo: – ecco, è fatto, il prezzo non importa […]. Ora è partito coraggioso, stingendo i denti, non guardandosi indietro. Giro per la stanza, tocco i suoi libri;

domani comincerò a disfar tutto. Anche materialmente la casa sparisce.

La casa era una delle cose che gli eran più care; strano attaccamento in un ragazzo di venti anni; ho atteso a disfarla per non ferire lui. Adesso vorrei lasciare tutto così; non toccar nulla e che la stanza restasse in questo disordine vivo e caldo di attesa7.

4 Maria Stella Rollandi, Le leggi razziali e l’Università di Genova: prime ricerche sui docenti, «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., 42, 2, 2002, pp. 477-493. L’autrice si sofferma solo sui professori ordinari e straordinari espulsi da Genova, lamentando che il tema sia stato appena sfiorato. Vedi inoltre Clara Rossetti (a cura di), L’Università si racconta. Interviste sull’ateneo genovese, Genova, Marietti, 1992.

5 Silvia Lombroso, Si può stampare, con prefazione di Alberto Cavaglion, Venezia, Fondazione CDEC, 2019, p. 22, ristampa dell’ed. Roma, Dalmatia editrice, 1945; un’edizione inglese in poche copie, No Time for Silence, New York, Roy Publisher, 1945, fu fatta dalla casa editrice dei consuoceri.

6 ASUGe, f. «Lombroso Cesare», scheda personale, s.d. ma prestampata nel 1938. Vi è annotata la nascita della primogenita Claudia, che risale appunto al 31 gennaio 1946.

7 S. Lombroso, Si può stampare, cit., p. 21.

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In questo suo diario, iniziato dopo la separazione dall’amatissimo figlio, Silvia Forti raccontava di lui e dall’altra figlia che partivano – Nora sposa da poco con Bruno Rossi, espulso dall’Università di Padova. In lotta contro il dolore e il silenzio, narrava anche di altre partenze, altre separazioni, di suicidi, della vita interrotta.

La prima volta a New York

Nella primavera del 1939, tutta la famiglia si ritrovò a Ginevra, dove gli zii Ferrero si erano trasferiti da anni, per salutare Nora e Bruno che dall’Inghilterra partivano per gli Stati Uniti8.

È dal porto di Le Havre, il 10 agosto 1939, che Cesare si imbarcò da solo sulla Champlain: studente di 22 anni, «North Italian», con un visto temporaneo rilasciato a Genova il 9 agosto 1939. Sui documenti l’indirizzo di riferimento in Italia era: «parents Mr e Mrs Forti [via] Lagrange 26, Turin», la strada del Museo egizio e dell’Accademia delle scienze. In realtà ci stavano gli zii materni; i suoi genitori erano a Parigi in quel periodo; sua sorella e il cognato erano già a Chicago, sbarcati a New York due mesi prima di lui, che indicò come destinazione negli Stati Uniti proprio il nome e l’indirizzo professionale di Bruno Rossi, «Physical Laboratory, Chicago, Illinois». Aggiunto a penna, accanto al suo nome nella lista dei passeggeri, un altro riferimento: una banca di Baltimore.

Cesare mirava a riprendere gli studi universitari, interrotti a Genova, alla Johns Hopkins School of Medicine a Baltimore, appunto, nel Maryland.

Sbarcò a New York il 17 agosto 1939. Non era mai stato prima negli Stati Uniti e dichiarò che non aveva intenzione di diventare cittadino statunitense (al contrario di quanto avevano dichiarato Nora e Bruno), e che sarebbe rientrato al suo paese dopo sei mesi.

Le cose andarono diversamente.

8 Nora Lombroso, Quanto a me, in Bruno Rossi, Momenti nella vita di uno scienziato, Bologna, Zanichelli, 1987, p. 129.

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A talented medical student e l’Emergency Committee

Venne ammesso alla Johns Hopkins Medical School, che per la formazione medica era già allora un’istituzione modello, con il suo teaching hospital; e vi rimase fino all’estate 1942. Oltre ai corsi e ai tirocini, Cesare apprese le tecniche dell’elettroencefalografia e partecipò alle attività laboratoriali della Henry Phipps Psychiatric Clinic diretta dal professor Adolf Meyer fino al 19419. Era un eminente psichiatra di origine svizzera, emigrato negli Stati Uniti nel 1892, a Chicago, e approdato alla Johns Hopkins nel 1909; per formazione ed età, Meyer (1866-1950), conosceva lo psichiatra e antropologo Cesare Lombroso, defunto nel 1909 eppure ancora noto in certi ambienti nordamericani (l’aveva accertato di persona, qualche anno prima, anche Leo, il cugino di Cesare): ora aveva l’omonimo nipote tra i propri studenti.

Cercando nella corrispondenza di Meyer, vien fuori che questi era in contatto anche con Gina Lombroso, particolarmente impegnata nel far conoscere in America le idee del padre, e in contatto epistolare persino con la figlia di lei, Nina Ferrero Raditsa che con suo marito si stabilì negli Stati Uniti nel 1940:10 erano rispettivamente la zia e la cugina di Cesare, il quale cominciò ad aggiungersi l’iniziale T del suo secondo nome.

Per rimanere in America le sue referenze familiari potevano aiutarlo. Proprio alla vigilia di Natale 1940, Cesare si presentò senza appuntamento al 2W 46th Street di Manhattan, negli uffici dell’Emergency Committee for the Aid of Displaced Foreign Scholars. Sapeva evidentemente che l’organizzazione aiutava studiosi di tutt’Europa in fuga dal nazismo e dal fascismo. Ma

9 Queste informazioni provengono da un c.v. dattiloscritto di Cesare Lombroso, s.d. ma Genova 1950, conservato nelle carte private della figlia Anna Lombroso, che ringrazio.

Secondo quanto lei ha sentito dire in famiglia, Cesare aveva vinto un premio letterario alla Johns Hopkins, ma non ne ho trovato riscontri documentari.

10 Medical Archives of the Johns Hopkins Medical Institutions, Adolf Meyer Collection, [Series I]

Correspondence with individuals and related material, ff. «Ferrero, Gina Lombroso», e «Raditsa, Nina Ferrero»; incluso un dattiloscritto «The Spread of Lombrosian Ideas Since the Death of Lombroso». Si veda Criminal Man According to the Classification of Cesar Lombroso Briefly Summarized by His Daughter Gina Lombroso Ferrero, New York, Putnam and Sons, 1911; e Patrizia Guarnieri, Caesar or Cesare? American and Italian images of Lombroso, in P. Knepper, P.

Ystehede (eds.), The Cesare Lombroso Handbook, New York-Oxford, Routledge, Taylor & Francis Group, 2013, pp. 113-130.

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all’ECADFS non lo conoscevano, ovviamente; e con chi gli aprì la porta non si spiegò molto bene: «Is this man one of yours?», chiese E.M.K. a non si sa chi in un foglietto a uso interno. Il 24 dicembre un certo Lombroso della Johns Hopkins era venuto in ufficio; aveva detto che era nipote di Ferrera [sic] e voleva parlare con Stephen Duggan. Chi era? Troppo giovane; non poteva essere lo stesso Lombroso di cui avevano un fascicolo nel loro archivio11. Cesare faceva il nome di suo zio Guglielmo Ferrero che era uno storico, ricevuto anche alla White House, più che nominare gli scienziati di famiglia:

suo cognato il fisico Rossi, o suo padre professore di fisiologia. In effetti all’Emergency Committee avevano aperto un fascicolo sia per l’uno che per l’altro, dopo che era arrivata notizia, alla fine del 1938, dei quasi cento professori ebrei cacciati da Mussolini. Dalla Rockefeller Foundation, Robert Lambert glieli aveva segnalati entrambi tra gli undici scienziati italiani più importanti: «their loss will be a serious blow to the biological sciences»12. È nel fascicolo intestato a Ugo Lombroso che finì l’appunto su quel non meglio identificato giovane della Johns Hopkins.

Dopo quel fugace tentativo Cesare non ricontattò l’ECADFS di New York, dove infatti non gli venne mai intestato un fascicolo. Da studente non aveva i requisiti per ricevere la loro assistenza. Lui se la cavò comunque.

Durante l’estate 1941 svolse un tirocinio all’Harvard Medical Service, al Boston City Hospital13. L’anno dopo, con una sua ricerca su «The internal secretion of the pancreas concerning fat metabolism» ricevette il secondo premio dello Schering Award per gli studenti di medicina più dotati, legato al

11 NYPL, MAD, ECADFS, I.B. Non Grantees, b. 90, f. 57, «Lombroso Ugo», 1938-40, nota di E.M.K., 24 dicembre 1940. Nel fascicolo anche copia dell’articolo di «Vita Universitaria», 5 ottobre 1938, che dava l’elenco degli espulsi dagli atenei italiani, e che si ritrova anche in altri fascicoli intestati agli scienziati che Robert Lambert della Rockefeller Foundation nominava come imperdibili, allegando l’articolo in questione.

12 Ivi, copia della lettera di Robert Lambert a Betty Drury, 28 novembre 1938, in vari ECADFS records (per es. b. 55, f. 25, «Enriquez Federico»).

13 Si veda Maxwell Finland, The Harvard Medical Unit at Boston City Hospital: History of the Thorndike Memorial Laboratory and the Harvard Medical Services from their founding until 1974, Cambridge (MS), Harvard Medical School,1983.

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«Journal of the Association of Medical Students». Questo gli consentì di pagarsi la retta alla Medical school a Baltimora14.

L’impegno politico

In quegli anni si dedicò molto all’attività politica. Arrivato a New York prese contatti da subito con il gruppo degli esuli antifascisti, alcuni dei quali erano amici di famiglia, specie degli zii Ferrero, come lo storico Gaetano Salvemini e lo statista Carlo Sforza che aveva scritto anche la prefazione alle Meditazioni sull’Italia di Leo Ferrero, libro postumo di suo cugino, pubblicato in Svizzera proprio nel 193915. Con loro ed altri, Cesare partecipava alla Mazzini Society, sorta nell’autunno 1939 per iniziativa di un gruppo di fuoriusciti di Giustizia e libertà, cui aderirono esponenti dell’antifascismo da tempo negli Stati Uniti, ed esuli provenienti dalla Francia invasa dai tedeschi. Secondo lui era (o avrebbe dovuto essere) un «fronte unico antifascista che poteva far sentire in qualche modo la voce del popolo italiano agli alleati»16: così la definì qualche anno dopo, in un curriculum per un concorso accademico in Italia, dove vantava di esserne stato tra i soci fondatori, e addirittura suo condirettore, nonché l’editor di «Nazioni unite».

Quali conferme abbiamo? Il nome di Cesare Lombroso non c’è tra quelli di solito ricordati dalla storiografia, personaggi assai noti – Salvemini, Michele Cantarella, Lionello Venturi, Sforza – di una o due generazioni precedenti alla sua, che allora era uno studente di 22 anni17. Nei recenti profili biografici

14 Cfr. il c.v. di C. Lombroso, s.d. ma allegato alla lettera di Giovanni De Toni, con timbro 30 settembre 1950, cit. La notizia, con data diversa rispetto al premio, è anche in Stephen Ashwal (ed.), The Founders of Child Neurology, San Francisco, Norman Pub. in association with the Child Neurology Society, 1990, pp. 767-774. Data la tematica del premio annuale, dovrebbe trattarsi dello Shering Award 1941, cfr. <http://www.healthcommentary.org> (accesso 20 gennaio 2021).

15 Cfr Leo Ferrero, Meditazioni sull’Italia: letteratura e politica, con prefazione di Carlo Sforza, Lugano, Nuove edizioni Capolago, 1939.

16 La citazione è dal c.v. di C. Lombroso, cit.

17 Maddalena Tirabassi, Enemy Aliens or Loyal Americans? The Mazzini Society and the Italian- American Communities, «Rivista di studi anglo-americani», 4-5, 1984-85; Ead., La Mazzini Society (1940-46): un’associazione di antifascisti italiani negli Stati Uniti, in Giorgio Spini, Gian Giacomo Migone, Massimo Teodori (a cura di), Italia e America dalla grande guerra ad oggi, Venezia, Marsilio, 1976, pp. 141-58; Ead., Nazioni Unite (1942-1946): l’organo ufficiale della Mazzini Society,

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americani su di lui, invece, la sua attività politica giovanile risulta esaltata con dettagli (e vari errori) di cui non viene fornito alcun riscontro documentario:

si sottolinea il suo antifascismo professato con coraggio, ma si tacciono tipicamente, nel suo caso come in altri, le discriminazioni subite per l’origine ebraica della famiglia a causa delle leggi razziali, che neppure vengono menzionate18.

Un giovane della Mazzini Society

Dalle carte della Mazzini Society risulta indubbio che Cesare ne fece parte. Fu esplicitamente invitato a aderirvi, tramite una lettera circolare firmata da Renato Poggioli, e inviata il 1° ottobre 1939 a nome anche di Salvemini, Michele Cantarella, Lionello Venturi e Roberto Bolaffio. In calce alla lettera, c’era un elenco di 23 destinatari, inclusi i suddetti promotori che avevano fatto un primo incontro a Northampton il 24 settembre19. Cesare era approdato negli Stati Uniti dall’Italia soltanto il mese prima, ad agosto, e benché fosse uno studente era evidentemente conosciuto e apprezzato da qualcuno degli autorevoli promotori dell’iniziativa. La gravità degli avvenimenti in Europa imponeva agli intellettuali italiani antifascisti di costituirsi in un’associazione «il cui primo compito sia quello di contribuire all’orientamento dell’opinione pubblica americana, e possibilmente degli

in Antonio Varsori (a cura di), L’antifascismo italiano negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, Roma, Archivio trimestrale, 1984, pp. 295-313; «Mazzini news»: organo della Mazzini Society, a cura di Lamberto Mercuri, Foggia, Bastogi editrice italiana, 1990. Non è stato possibile consultare la tesi di laurea sulla Mazzini Society della stessa Tirabassi, che comunque ringrazio. Le carte della Mazzini Society (gennaio 1940 - giugno 1943) costituiscono un sub- fondo, donato da Alberto Tarchiani, del Fondo Giustizia e libertà organizzato da Ernesto Rossi, e affidato all’ISRT, Firenze <https://siusa.archivi.beniculturali.it> (accesso 20 gennaio 2021).

18 Si veda per es. nel website della Child Neurologist Society il celebrativo profilo pubblicato da Robert S. Rust, Cesare Lombroso MD, PhD (1917-2013), s.d. ma 2014

<https://www.childneurologysociety.org> (accesso 20 gennaio 2021): dove è erroneamente affermato che «his father’s refusal to declare support for Mussolini resulted in the loss of his University Chair in 1937». Il giuramento di fedeltà al fascismo fu chiesto ai cattedratici nel 1931 e Ugo Lombroso aveva giurato, come quasi tutti eccetto suo cognato Carrara; perse la cattedra in seguito alle leggi razziali nel 1938 con altre centinaia di docenti di varia qualifica, in quanto

«di razza ebraica».

19 ISRT, Fondo Michele Cantarella, b. 2, f. 9, lettera di Renato Poggioli per la Mazzini Society, Providence, 1 ottobre 1939. Ringrazio Mirco Bianchi dell’ISRT per averla individuata.

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elementi che dirigono la politica estera degli Stati Uniti […sulla] “questione italiana”»20. Nella riunione costitutiva della Society il 28 dicembre 1939, in casa di Lionello Venturi a New York dove Cesare non mancò di recarsi, sottoscrissero un documento in diciotto: tra loro il giurista Nino Levi (collega all’università di Genova del padre di Cesare, Ugo Lombroso, come lui espulso) e Max Ascoli, entrambi della New School di New York, l’ingegnere Roberto Bolaffio, Giuseppe Borgese della Chicago University, Lionello Venturi e, appunto, Cesare Lombroso per entrambi i quali si indicava l’affiliazione alla Johns Hopkins University. Segretario provvisorio della Mazzini Society era lo slavista Renato Poggioli; la sede indicata era 1775 Broadway, New York, il grattacielo di 26 piani della General Motor Building completato nel 192821. Il nome della Society lo scelse Salvemini; probabilmente era lui la principale figura di riferimento per Cesare, il quale divenne sempre più politicamente impegnato anche in altri ambiti.

Nell’agosto 1942 fu invitato dall’International Student Service a far parte di una delegazione italiana per rappresentare la Free Italy ad un congresso internazionale a Washington: lui voleva utilizzare in quella sede un articolo di Salvemini su How to deal with Italy. Era stato Roberto Bolaffio a parlargliene e lui lo aveva trovato «stupendo. Lì dentro ci sono tutte le cose più importanti da dirsi»22. Chiedeva perciò al caro professor Salvemini il permesso di leggerlo tale e quale, oppure riadattandolo per l’evento, e intanto lo aggiornava: era stato soprattutto Alvin Johnson, il direttore della New School, a coinvolgerlo per quella delegazione di giovani: tra gli altri probabilmente sarebbero stati Sforzino Sforza, figlio del senatore Carlo in esilio ormai dal

20 Ibid., p. 1.

21 ISRT, Fondo Giustizia e libertà, sez. VI, La Mazzini Society, b. 13, f. 1, verbale della riunione del 28 dicembre 1939. Una foto del General Motor Building, già Promenade Building, prima del suo rinnovo nel 2011, si trova in <https://www.skyscrapercenter.com> (accesso 20 gennaio 2021).

22 ISRT, Archivio Gaetano Salvemini, Corrispondenza, b. 120, lettera di C.T. Lombroso a Salvemini, New York, 20 agosto 1942. Ringrazio il professor Luigi Pepe del Comitato per la pubblicazione delle opere di G. Salvemini per l’autorizzazione a consultare e citare queste carte. L’anno dopo sarebbe stato pubblicato Gaetano Salvemini, George La Piana, What to Do with Italy, London, V.

Gollancz, 1943.

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1927, il fiorentino Renzo Ravà, avvocato, trentasei anni, il non ancora trentenne Paolo Contini che aveva trovato un posto alla New School. Cesare era probabilmente il più giovane, tuttavia attivissimo: prese contatto con altre delegazioni europee al fine di presentarsi come un fronte compatto davanti ai responsabili dello State Department; credeva che l’occasione sarebbe stata la «più adatt[a] per una presa di posizione netta e combattiva»23. Pochi mesi dopo sottopose al giudizio di Salvemini un

«panfletto “Italy versus Fascism”» che avevano preparato alcuni giovani e di cui la Common Fight for Freedom aveva acquistato già cinquemila copie. Se lo approvava, poteva il professore intercedere con la Thompson affinché se ne interessasse? Alludeva alla giornalista americana del «New York Post», vicina al presidente Roosevelt, con la quale il professore era in buoni rapporti e a cui il giovane Lombroso si sarebbe volentieri presentato. Il War Information continuava a chiedere che scrivessero altri booklets su argomenti del genere, ma prima volevano verificare se quanto già fatto riusciva a circolare sulla stampa americana. Cosa ne pensava Salvemini? Poteva aiutarli? 24

Purtroppo le risposte del professore ci mancano.

L’incontro della sua vita

Cesare frequentava le organizzazioni giovanili americane antitotalitarie e fu in un evento legato al World Youth Congress, forse durante un ricevimento organizzato da Eleanor Roosevelt alla White House, che conobbe una ragazza polacca:25 si chiamava Irene ma la chiamavano Rysia, parlava il francese e

23 Ibid. Per le lettere si veda Archivio Gaetano Salvemini. Inventario della corrispondenza, a cura di Andrea Becherucci, Bologna, Clueb, 2007, p. 258 e p. 425; C.T. Lombroso non appare invece nella raccolta di Gaetano Salvemini, Lettere americane 1927-1949, a cura di Renato Camurri, Roma, Donzelli, 2015.

24 ISRT, Archivio Gaetano Salvemini, Corrispondenza, b. 101, lettera di C.T. Lombroso a Salvemini, New York, 1 ottobre [s.d. ma 1942].

25 Secondo S. Ashwal (ed.), The Founders of Child Neurology, cit., l’incontro fu al First World Youth Congress, ma questo fu tenuto il mese prima che Rysia arrivasse negli Stati Uniti. Nonostante l’appoggio di Eleanor Roosevelt l’organizzazione si sciolse nel 1941; vedi

<https://www.encyclopedia.com> (accesso 20 gennaio 2021) e Patricia S. Nolfi, Peace, Freedom, and Progress: the American Youth Congress Movement, 1934-1940, PhD thesis, New Brunswick (NJ), Rutgers, The State University of New Jersey, 2014. Per l’inventario, Syracuse University

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l’inglese, di famiglia colta, di origine ebraica, impegnata nella Resistenza. Era arrivata negli Stati Uniti nella primavera del 1941, a diciotto anni, con i propri genitori Hanna e Marian Kister, la sorellina minore e una zia artista, imbarcatisi dal Portogallo26. Nel 1942 i Kister aprirono a New York la Roy Publishers, una casa editrice che mirava soprattutto a far conoscere la cultura e la letteratura polacca negli Stati Uniti, continuando l’esperienza della «Rój», attiva dal 1924 al ’40 a Varsavia, che Marian Kister (1897-1958) aveva gestito finché erano fuggiti negli Stati Uniti27.

Il 2 settembre 1943 Cesare e Rysia si sposarono a New York: lei aveva vent’anni, lui ventisei e sembrava ancora più giovane28. Nelle foto del matrimonio appaiono i genitori della sposa; per lo sposo ci sono sua sorella Nora, sua cugina Nina e il cugino Corrado Cavalieri che tutti abitavano già negli US. I genitori di Cesare non potevano proprio esserci. Senza sue notizie per quasi un anno, sua madre l’aveva saputo qualche mese prima: «le lettere non arrivano più, ma la notizia è arrivata lo stesso, sfidando la guerra, la censura i siluri […] perché portava la gioia»29.

Libraries, Special Collections Research Center, «American Youth Congress Collection, 1937-44»

<https://library.syr.edu> (accesso 10 gennaio 2021).

26 Cfr. Ellis Island Foundation, Passenger Search, ad nomen <https://heritage.statueofliberty.org>

(accesso su registrazione 20 gennaio 2021). Erano partiti il 22 marzo 1941 e arrivati il 1° aprile, parlavano tutti 2 o 3 lingue. Il padre Marian di 43 anni risultava un editore, la madre Hanna di 38 e la sorella Elzbieta di 9, tutti di Varsavia, tutti con un permesso di 6 mesi, raggiungevano la zia di Hanna, Helena Zimet, 2246 Grand Concourse, Bronx. Sulle complicatissime vicende dei membri della famiglia Kister e soprattutto delle quattro sorelle e del fratello Silbert, ho avuto varie informazioni dal figlio di quest’ultimo, Mark Silber, che ringrazio molto.

27 Cfr. Roy Publishers Complete Decade of Publishing in this Country, «Publishers Weekly», 27 dicembre 1952, vol. 162, pp. 2433-2434; Stanford University Libraries, Stanford (CA), Dept. of Special Collections and University Archives, M2074, Roy Publishers Records.

<https://searchworks.stanford.edu> (accesso 10 gennaio 2021). Si veda Barbara Krupa, Działalność Roy Publishers w Nowym Jorku w latach 1941-1960 jako kontynuacja tradycji przedwojennego Towarzystwa Wydawniczego «Rój», «Z Badań nad Książką i Księgozbiorami Historycznymi», vol. 13, 2019, pp. 291-309.

28 La data delle nozze risulta da ASUGe, f. «Lombroso Cesare», scheda personale s.d. Per le foto del matrimonio, si veda qui la gallery.

29 S. Lombroso, Si può stampare cit., p. 139; la citazione risale a pagine del suo diario scritte da Ivrea, 4 aprile 1943.

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Nel gennaio 1946 nacque Claudia, a New York. La guerra era finita. I nonni paterni ardevano dal desiderio di vederla, e di rivedere il figlio, e di conoscere la «ragazza moderna» che lui si era scelto per moglie.

E dopo la politica?

Sul piano professionale, Cesare doveva ancora sistemarsi. Non è chiaro cosa avesse concluso, dopo la Johns Hopkins Medical School e il tirocinio a Boston, oltre che impegnarsi politicamente; aveva collaborato a «Nazioni Unite», il giornale della Mazzini Society, e all’Office of War Information da volontario in contatto con «la lotta di liberazione italiana», scrisse nel suo curriculum.

Forse ebbe a che fare anche con l’Office of Strategic Services30.

La Foreign Nationalities Branch (FNB) dell’Office of Strategic Services era sorta nell’autunno del 1941 per raccogliere informazioni sugli esuli politici negli States e anche per favorire, tramite i contatti con i fuoriusciti, le attività di Resistenza nei vari Paesi europei. Oltre alla sede di Washington, ne aveva a New York, a Boston e in altre città con comunità di emigrati numerose;

contava su circa 45 funzionari e un ben più ampio gruppo di volontari reclutati soprattutto fra i docenti universitari. Tra i fuoriusciti, la FNB ebbe contatti piuttosto stretti con Luigi Sturzo, per esempio, che abitava a Brooklyn e con cui sicuramente Cesare era in buoni rapporti, anche dopo lo scioglimento della Mazzini Society. Accanto agli autori polacchi, nel catalogo della Roy Publisher dei suoceri di Cesare compaiono anche due volumi di Sturzo pubblicati nel ’45 e nel ’46: il primo era intitolato Italy and the Coming World31.

30 S. Ashwal (ed.), The Founders of Child Neurology, cit., p. 768. E C. Lombroso, c.v., cit., s.d. ma 1950; anche nei necrologi sono menzionate notizie del genere, ma riferite dai familiari per sentito dire in famiglia, come mi conferma la figlia Anna Lombroso (testimonianza scritta all’a., 16 gennaio 2021).

31 Luigi Sturzo, Italy and the Coming World, New York, Roy Publishers, 1945, e Id., Nationalism and Internationalism, New York, Roy Publishers, 1946. James E. Miller, La politica dei

«prominenti» italo-americani nei rapporti dell’Oss, «Italia contemporanea», 139, 1980, pp. 51-70, riproduce alcuni documenti sulle organizzazioni italo-americane del Foreign Nationalities Branch dell’Office of Strategic Services. Tali rapporti FNB (maggio 1943 - gennaio 1945) sono conservati in National Archives of Washington, Records of the Office of Strategie Services, Record

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Nell’ottobre 1945 anche la FNB chiuse. Roosevelt era morto a maggio e gli era succeduto Harry S. Truman. In quanto alla Mazzini Society, com’è noto ebbe vita breve e lacerata da forti polemiche interne; i principali suoi esponenti rientrarono in Italia, taluni al seguito degli alleati unendosi alla Resistenza, altri dopo la Liberazione.

E dunque? Cesare si trovò ad accantonare le attività politiche. Decise di andare in Italia, non per una semplice visita, con Rysia e la piccola Claudia che per secondo nome era Gina, come la zia Lombroso. La data esatta del rientro dipendeva da quando i suoi genitori sarebbero potuti tornare a Genova.

Ricominciare in Italia: padre e figlio

Suo padre aveva ricevuto una lettera datata ottobre 1944 e firmata dal ministro De Ruggero che lo riammetteva nel ruolo di professore ordinario a Genova in base al decreto-legge del 6 gennaio 1944. Naturalmente sarebbe passato del tempo. La città era occupata dai tedeschi. Finalmente il 23 aprile 1945 ebbe inizio l’insurrezione di Genova, che riportò circa trecento morti e tre migliaia di feriti. Con i partigiani che avevano bloccato le vie di ritirata al Nord delle forze armate tedesche, il 25 aprile il generale Günther Meinhold si arrese al Comitato di liberazione nazionale dopo una trattativa a casa del cardinale Siri; le forze alleate cominciarono ad arrivare solo la sera successiva32. La città liberata era distrutta da anni di bombardamenti aerei e via mare; e anche i Lombroso si proclamavano «sinistrati di guerra»: avevano perso tutto, inclusa la biblioteca, salvo un appartamento che però era

Group 165, lntelligence Division of the War Department General and Special Staffs. Le maggiori simpatie del FNB, secondo Miller (che non cita Lombroso), andarono a Randolfo Pacciardi e Carlo Sforza, antifascisti di idee liberali e tendenze moderate; il FNB collaborò attivamente con Luigi Antonini, George Baldanzi, Girolamo Valenti e numerosi altri dirigenti socialisti e sindacali (J.E. Miller, La politica dei «prominenti» italo-americani, cit., pp. 53- 54).

32 Per un resoconto puntuale, Paolo Emilio Taviani, Breve storia dell’insurrezione di Genova, Genova, Ed. Comitato liberazione nazionale, 1956.

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occupato. Comunque fosse, il professor Ugo Lombroso lasciò Roma e riprese effettivo servizio in Medicina, almeno da gennaio33.

All’inizio del 1946, dunque, anche Cesare arrivò, con la moglie e la bambina. E le portò a vivere dai suoi genitori. Si iscrisse di nuovo alla Facoltà di Medicina di Genova e si laureò il 25 maggio 1946 con 110 e lode discutendo una tesi su

«Diabete florizinico e ghiandole endocrine»34. Dopo due mesi venne nominato assistente volontario da Giovanni De Toni (1895-1973), direttore della Clinica pediatrica presso l’Istituto Gaslini inaugurato nel 1938, il quale a Genova era arrivato su trasferimento deciso dal ministro Bottai nel ’42, e che proprio il 25 aprile ‘45 aveva visto suo figlio Tonino cadere, ferito a morte dai tedeschi durante un’azione partigiana35.

Nella Facoltà e nella stessa Clinica pediatrica c’erano perdite dovute alla guerra e alle leggi razziali: nell’elenco delle conferme, cessazioni e nomine del personale non compare Semah Frida, allieva del pediatra Dante Pacchioni, che era stata assistente volontaria per anni fino al 193836. Cesare era invece una nuova acquisizione, con una formazione presso prestigiosi centri di ricerca medica negli Stati Uniti, che sicuramente il luminare De Toni apprezzava. Su richiesta di quest’ultimo al rettore, il dottor Lombroso venne

33 Sintetizzo qui di molto la corrispondenza conservata in ASUGe, f. «Lombroso Ugo», tra il 1944 e il 1946, che mostra difficoltà e malintesi. La prima lettera di Ugo Lombroso da Genova, anziché da Roma, dopo la Liberazione, è datata 30 gennaio 1946.

34 Carte private eredi Lombroso, certificato Università di Genova, Settore segreterie studenti, rilasciato il 18 marzo 2015. Risulta purtroppo ora mancante, per magazzino recentemente alluvionato, il fascicolo di Cesare Lombroso come studente, come mi ha comunicato la segreteria della Scuola di Medicina e farmacia dell’Università di Genova, che ringrazio per la verifica.

35 Vedi Roberto Burgio, Giovanni De Toni, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 39, Roma, Istituto dell’Enciclopedia italiana, 1991 <https://www.treccani.it> (accesso 20 gennaio 2021);

per la chiamata di De Toni su richiesta di Gaslini a Bottai, vedi Paride Rugafiori, Rockefeller d’Italia: Gerolamo Gaslini imprenditore e filantropo, Roma, Donzelli, 2009, p. 84n, che cita fonti primarie al riguardo.

36 Il suo nome è segnalato tra gli espulsi da Angelo Ventura, Il fascismo e gli ebrei, Roma, Donzelli, 2013 (il saggio è del 1997), p. 174. Nata a Salonicco il 17 aprile 1908 da Yomtov e Ada Cuzzeri, trentenne quando fu allontanata perché ebrea, sicuramente aveva qualche pubblicazione, tra cui Recherches sur la toxicité de quelques organes dans I’intoxication diphtérique expérimentale, «Acta Paediatrica», 27, 2, 1939, pp. 219-232. Non si hanno sue notizie; cfr. la menzione Semah Frida, in Scienza a due voci. Le donne nella scienza italiana, 2004- 2010 <http://scienzaa2voci.unibo.it> (accesso 20 gennaio 2021).

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nominato «assistente volontario retribuito» nella Clinica pediatrica dal 1°

gennaio 1948, e venne confermato per l’a.a. 1948-49 con clausola di tacita conferma di anno in anno fino a contraria disposizione37.

Fare carriera universitaria in Italia

Cominciò a presentarsi a dei concorsi universitari, a quanto sembra dalla documentazione che raccolse fin dall’inizio del 1948: il certificato di cittadinanza italiana, rilasciato dal Comune di Genova il 12 gennaio 1948 su richiesta dell’interessato per uso «lavoro», dove risultava studente, coniugato e residente in via Montallegro;38 il certificato in bollo del casellario giudiziario della procura di Roma, anch’esso richiesto ad uso «concorso»; il certificato medico di sana e robusta costituzione fisica rilasciato in data 1° febbraio 1948, dal dottor Ugo Dachà, assistente chirurgo agli Ospedali civili, e allievo di suo padre.

Nell’autunno 1950 preparò la domanda per una borsa al Centro nazionale delle ricerche, con un progetto di ricerca sugli isotopi radioattivi riguardo ai problemi del ricambio nell’infanzia e dell’accrescimento. Faceva presente che l’avrebbe svolta nei laboratori del Gaslini, diretto da De Toni, e anche che contava di avere gratuitamente del materiale da non meglio precisati laboratori americani. Proponeva di occuparsi inoltre di ricambio dell’azoto in alcune patologie, «problema a cui si dà attualmente molto importanza in America anche a scopi pratici», nonché di obesità infantile dal punto di vista metabolico ma anche psicosomatico ed endocrino39.

37 ASUGe, f. «Lombroso Cesare», lettera del rettore Carlo Cereti, Università di Genova, a Cesare Lombroso, 5 febbraio 1948, con nomina; richiesta di G. De Toni al rettore, 16 gennaio 1948, che la proponeva retroattiva dal 1° novembre 1947. La conferma del rettore per l’a.a. 1948-49 è datata 21 gennaio 1949; la richiesta del direttore G. De Toni, 23 dicembre 1948, riguardava la conferma di nove collaboratori di vario livello per la Clinica pediatrica: tra gli assistenti retribuiti oltre a Lombroso c’erano Maria Crisalli e Paolo Tolentino, più due assistenti incaricati, tre assistenti volontari non retribuiti e un aiuto volontario.

38 Ivi, Comune di Genova, Divisione servizi anagrafici, certificato di cittadinanza italiana, n.

35607; certificato in bollo del Casellario giudiziale, 28 febbraio 1948.

39 Carte private di Anna Lombroso; si tratta di un dattiloscritto, direi una bozza di progetto con la lettera di G. De Toni, s.d. ma autenticata il 30 settembre 1950.

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Aveva pronta una lettera di raccomandazione di De Toni che ne elogiava le attitudini alla ricerca già dimostrate dal 1935 al ’39 con 11 pubblicazioni scientifiche su periodici italiani e stranieri, e ricordava che il candidato, costretto ad espatriare al V anno di Medicina, aveva trascorso anni di studio a Baltimora e a Boston, aveva vinto un premio e un concorso internazionale a New York. Oltre a esperienze e capacità didattiche in insegnamenti sia teorici sia clinici svolti con «passione e diligenza», nella Clinica pediatrica del Gaslini aveva esercitato tutte le mansioni di «capo reparto», e si era dimostrato

«capace ed originale nell’impostazione di ricerche scientifiche, accurato nel lavoro, di aiuto ai più giovani». Il professore dichiarava di averlo lui stesso indirizzato in particolare ai problemi di nutrizione, di fisiopatologia umana, di biochimica, e concludeva: «Auguro al dott. Lombroso di ottenere tutti quei riconoscimenti di cui lo ritengo degno»40.

Cesare Lombroso non ebbe però la borsa CNR. Le cose non stavano andando nel verso giusto.

Tre bambini e pochissime prospettive Nel frattempo la famiglia era cresciuta.

Il 29 settembre 1948 era nata Anna Cristina, battezzata il 10 ottobre nella parrocchia del quartiere a San Francesco d’Albaro, con padrino Enrico Carrara, cugino di Cesare e figlio di Mario e di Paola, e con madrina Maria Pacchioni, coetanea di Cesare e detta Marilli, che era l’unica figlia dell’ex direttore della Clinica pediatrica di Genova, l’ormai anziano Dante Pacchioni nel ‘42 sostituito da De Toni41.

40 ASUGe, f. «Lombroso Cesare», Università di Genova, lettera dattiloscritta di G. De Toni, s.d.

ma con autentica da parte del rettore C. Cereti della firma di De Toni, 30 settembre 1950.

41 Ivi, certificato di battesimo «rilasciato per uso S. Cresima», dal parroco di S. Francesco d’Albaro, 9 marzo 1957, e Comune di Genova, Servizi civici, Stato civile, estratto dell’atto di nascita, rilasciato 1 dicembre 2004. Alcune notizie su Marilli Pacchioni (Genova 27 gennaio 1916 - Genova 12 marzo 2011) e sul padre Dante Pacchioni (Reggio Emilia 26 agosto 1872 - Genova 24 luglio 1953), che si era formato a Firenze con il grande pediatra Giuseppe Mya, sono nell’introduzione a Le Carte Pacchioni-Vitelli. Inventario a cura di Davide Debernardi, «Atti della Società ligure di storia patria», n.s. 53, 2, 2013, pp. 247-252.

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A meno di due anni di distanza, arrivò il terzo bambino: Paolo nacque il 22 luglio 1950 a Rutland, nel Vermont, dove i genitori di Rysia avevano comprato una fattoria. Rysia era tornata negli Stati Uniti con le bambine i primi di giugno; e quando partorì, Cesare pare non fosse con lei42. Erano partiti dall’Italia separati anche nel precedente viaggio per New York, nel 1947: la moglie con Claudia in volo da Roma il 7 maggio, lui in nave da Genova il 6 marzo. Ormai aveva il permesso permanente per gli Stati Uniti, ma ancora una volta nel ’47 aveva dichiarato sua intenzione tornare nel suo paese, come abbiamo visto che fece. Ma poi le prospettive per il suo futuro in Italia erano oggettivamente cambiate; non in meglio.

Atterrò a New York con un volo preso da Londra l’8 aprile 1951.

Una buona notizia c’era. Il rettore si felicitò in una nota a lui indirizzata presso l’Università di Genova: con decreto ministeriale del 12 giugno 1951 il dottor Lombroso era «abilitato alla libera docenza in Scienza dell’alimentazione presso le Università e gli Istituti Superiori per un quinquennio a decorrere dalla data del decreto stesso»43. Lui si trovava negli Stati Uniti, ma venne certo a saperlo, dai colleghi o da suo padre che per l’appunto, oltre a insegnare fisiologia a Medicina, teneva l’insegnamento di Scienza dell’alimentazione a Farmacia con incarico retribuito, dal 1946-47 rinnovatogli fino ad allora di anno in anno44.

42 Così risulta dal database che consente di vedere gli arrivi al porto di New York fino al 1957, salvo errori e omissioni, che non mancano, nella registrazione di nomi e cognomi. Non è da escludere perciò che ci siano stati altri viaggi intermedi fra quelli indicati qui; si veda Ellis Island Foundation, Passenger Search, ad nomen <https://heritage.statueofliberty.org> (accesso su registrazione 10 gennaio 2021), rispettivamente Irena Lombroso (o Irene o I.), che viaggiava con Claudia e Anna, e Cesare Lombroso che viaggiava solo, come cittadino americano. Nella precedente traversata, lui il 6 marzo sulla Marine Perch, con un permesso di rientro rilasciato a Philadelphia nel dicembre 1945, i riferimenti erano suo padre in via Montallegro 7, Genova, e la sorella Nora al 25 West 45 Street di New York, NY (ivi); la moglie e Claudia invece presero un volo TWA il 7 maggio (ivi); l’indirizzo era 44 Washington Square, New York.

43 ASUGe, f. «Lombroso Cesare, nota del rettore C. Cereti a Lombroso, 20 giugno 1951, copia del DM inviata all’Università di Genova il 13 giugno 1951 («Ministero della Pubblica istruzione.

Bollettino Ufficiale. Parte 2a. Atti di amministrazione», 48, 29 novembre 1951).

44 ASUGe, f. «Lombroso Ugo», tutte le annuali conferme di incarico alla Facoltà di Farmacia dal 1946-47 al 1951-52 (l’ultimo rinnovo del rettore è datato 1 febbraio 1952).

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Titoli e non lavoro

Vincere un concorso per la libera docenza non significava però, in Italia, ottenere un posto di lavoro universitario e neppure una posizione temporanea. Era soltanto un’abilitazione, un titolo accademico necessario ma non sufficiente per essere chiamato da una specifica Università. È chiaro che il giovane studioso sperasse di esserlo, altrimenti non si sarebbe candidato al concorso, e che avesse maggiori possibilità di venir chiamato a Genova dove aveva fatto la gavetta con merito, e dove aveva innegabilmente delle conoscenze. Invece no.

Il 31 ottobre 1950 si era concluso persino il suo servizio come assistente volontario retribuito presso la cattedra di Clinica pediatrica della Facoltà di Medicina di Genova, a quanto attesta un recente certificato45. Secondo quanto stabilito dalla Facoltà all’epoca, avrebbe dovuto ricevere una formale disdetta del contratto, che altrimenti si rinnovava automaticamente. Tale disdetta però manca nel suo fascicolo personale all’università di Genova. Fu lui ad andarsene o il direttore a non tenerlo? Dalle carte non è possibile ricostruire se e come fossero eventualmente mutati i vari rapporti.

Nel fascicolo personale di suo padre c’è però un altro atto emesso nella stessa data dell’atto di fine rapporto lavorativo relativo a Cesare Lombroso, e dalla medesima Facoltà di Medicina. Con decreto ministeriale del 31 ottobre 1950 il professor Ugo Lombroso, ordinario di fisiologia, era assegnato in soprannumero alla Facoltà di Medicina dal 1° novembre 1947. La decisione con valenza retroattiva venne comunicata al rettore il 7 maggio, e da lui al diretto interessato il 16 maggio 1951, ossia oltre cinque anni dopo il suo effettivo rientro in servizio46. Non era giunta inaspettata, tuttavia la qualifica di «soprannumerario» gli procurò una grande amarezza, non l’unica.

45 Ivi, f. «Lombroso Cesare», certificato Università di Genova, Ripartizione personale, 9 luglio 1990, su richiesta dell’interessato.

46 Sull’assegnazione in grado 3° sovrannumerario, si veda ivi, f. «Lombroso Ugo», lettera del MPI, DGIS, al rettore di Genova, 7 maggio 1951, e lettera del rettore a Ugo Lombroso, 16 maggio 1951, che trascriveva la lettera ministeriale.

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Probabilmente la notizia influì anche sulle decisioni di Cesare, che doveva urgentemente trovarsi un posto.

Nel giro di pochi anni: un bilancio

L’influenza accademica del padre era ormai drasticamente ridotta, da quando era rientrato nella Facoltà di Medicina, otto anni dopo le leggi razziali. Non era soltanto perché stava per andare in pensione; tutto il clima del Paese era cambiato e le grandi speranze dell’immediato dopoguerra, quando Cesare era tornato, erano venute meno. Nel loro ambiente, all’Università di Genova, il rettore che aveva applicato le leggi razziali dall’agosto 1944 era stato deferito, e nel ’45 decaduto da senatore per giudizio dell’Alta corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo47. Il nuovo rettore aveva proceduto a riassumere gli ordinari espulsi, e in verità lo stesso ministro della Pubblica istruzione l’aveva fatto in taluni casi, come nel caso di Ugo Lombroso. Tuttavia con il tempo la restituzione di posti tolti ingiustamente per motivi politici e razziali veniva ridefinita, e molto pesavano i rapporti di potere nell’ambiente accademico, che determinavano soluzioni non omogenee. Il caso di Medicina a Genova ne è un esempio. Gli ordinari espulsi e riassunti erano stati due – Ugo Lombroso e Amedeo Della Volta –:

quasi opposto l’andamento delle loro rispettive vicende. Al reintegro del professore di medicina legale in cattedra, il primo rettore della Liberazione, nel ’45, era contrarissimo perché la Facoltà non gli aveva mai dato una cattedra; Della Volta l’aveva avuta solo per imperio del ministro dell’Educazione nazionale, avendo poi sempre goduto di privilegi speciali in quanto fascista tesserato fin dal 1921. Nel ’48 tuttavia, con un altro rettore, Della Volta venne riassunto, e non in sovrannumero o con lo sdoppiamento della cattedra da altri occupata: per lui si creò una cattedra apposta, di psicologia, secondo quanto raccomandava il potente padre Agostino Gemelli,

47 Cfr. Senato della Repubblica, Senatori del Regno, Moresco Mattia (1877-1946), deferito il 7 agosto 1944, decaduto il 30 agosto 1945 in quanto «ritenuto responsabile di aver mantenuto il fascismo [...]», deceduto il 26 luglio 1946 <https://notes9.senato.it> (accesso 20 gennaio 2021).

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rettore dell’Università Cattolica, e con l’aiuto di De Toni, tant’è che l’Istituto di psicologia sarebbe stato inaugurato con Gemelli proprio dentro il Gaslini48. Ugo Lombroso invece, Accademico d’Italia, fisiologo di reputazione internazionale, antifascista, era stato richiamato in servizio sulla sua cattedra fin dal 1944, ancor prima che Genova fosse liberata, e poi, qualche anno dopo, aveva ricevuto il trattamento retroattivo che si è detto.

Eppure il suo valore di maestro era indiscusso, quando venne segnalato dalla Rockefeller Foundation tra gli italiani imperdibili alle scienze biologiche.

Moltissime furono le lettere di cordoglio che l’ateneo ricevette per la grave perdita quando se ne andò per sempre, il 10 aprile 1952, prima ancora di arrivare alla pensione.

Cesare volò a Genova, da solo. Il 2 maggio da Milano riprese un volo TWA per Boston49.

Notizie dall’Italia a Boston

Dal ministero, nel febbraio 1957, la Direzione generale dell’istruzione superiore chiese al rettore di Genova chiarimenti sul libero docente dottor Cesare Lombroso: i cinque anni di durata della sua libera docenza erano scaduti il 12 giugno 1956, ma agli uffici non era pervenuta alcuna richiesta di conferma. Si attendeva risposta e che il caso fosse eventualmente esaminato dalla competente Facoltà. Quasi immediata la replica del rettore: Lombroso da alcuni anni si era trasferito negli Stati Uniti e il suo ultimo indirizzo a loro risultava fosse 22 Allerton Village, Massachusetts50.

Fu contattato, non si sa da chi, perché nel suo fascicolo universitario mancano lettere al riguardo. E riapparve. Il libero docente abilitato ma scaduto propose un suo programma di corso libero; nel dicembre 1957 esso fu trasmesso al preside della Facoltà. Non la Facoltà di Medicina, bensì quella

48 Ne parla M.S. Rollandi, Le leggi razziali e l’Università di Genova, cit., pp. 487-488.

49 Ellis Island Foundation, Passenger Search, ad nomen <https://heritage.statueofliberty.org>

(accesso su registrazione 10 gennaio 2021).

50 ASUGe, f. «Lombroso Cesare», MPI, DGIS lettera al rettore sulla mancata conferma della libera docenza, 23 febbraio 1957, e risposta del rettore al MPI, DGIS, Genova 27 febbraio 1957.

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di Farmacia approvò il suo corso, come il rettore comunicò all’interessato il 31 gennaio 195851. Non solo; nella seduta del giugno successivo – presumibilmente dopo che il docente aveva svolto le sue lezioni –, la Facoltà di Farmacia all’unanimità propose che al professor Lombroso fosse concessa la proroga di tre anni da lui stesso richiesta per la presentazione dei titoli didattici e scientifici necessari alla conferma della libera docenza in Scienze dell’alimentazione, preso atto che nel quinquennio passato, dal 1952 al ‘57, il richiedente non aveva potuto svolgere una regolare attività didattica presso la Facoltà a Genova, essendo aggregato alla Harvard University52.

Tale delibera venne in tre giorni trasmessa al ministero dal rettore, che il 6 agosto 1958 si prese la premura di inviare un avviso a Lombroso (ma senza indirizzo) e alla Facoltà di Farmacia: il ministero aveva autorizzato la proroga fino al 12 giugno 1959. Dopo tale data spettava alla Facoltà decidere se confermargli o no la libera docenza53.

Pendolare tra Boston e Genova

Da otto anni Cesare Lombroso viveva negli Stati Uniti con la sua famiglia;

persino sua madre da vedova prevalentemente abitava là, vicino a lui o a sua sorella Nora. Si era professionalmente ben inserito, come vedremo, nell’attività scientifica e clinica che più gli interessava. Tuttavia, evidentemente, ci teneva ancora ad avere la sua abilitazione valida a insegnare in tutte le Università d’Italia. Nel rischio di perderla, si era dato da fare: era riuscito a ottenere l’autorizzazione dal suo direttore a Boston di

51 Ivi, pratica del direttore amministrativo al preside di Farmacia, 17 dicembre 1957, e lettera del rettore sull’approvazione del corso libero, 31 gennaio 1958.

52 Ivi, Università di Genova, Facoltà di Farmacia, estratto dal verbale dell’adunanza del Consiglio di Facoltà, 12 giugno 1958, sottoscritto dal preside Andrea Gandini e dal professor Ferdinando Petrilli come segretario, 16 giugno 1958; lettera del rettore al MPI, DGIS, 19 giugno 1958.

All’adunanza di Facoltà risultano presenti anche G. Orestano, G. Zanoni, L. Mazza, E. Sanero, F.

Rossi De Rubeis. C. Zummo, G. Scortecci, A. Bonsignore.

53 Ivi, rettore a Cesare Lombroso e per c.c. al preside di Farmacia, 6 agosto 1958, con quasi completa trascrizione della lettera del ministero.

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insegnare in Italia per una parte dell’anno, e a trovare un accordo con l’ateneo di Genova.

Dall’anno accademico 1956-57, ogni anno il docente doveva presentare regolare proposta del corso; la Facoltà lo approvava; il rettore glielo comunicava; e lui teneva lezione due volte la settimana, in un’aula dell’Istituto di fisiologia umana su autorizzazione firmata dal direttore professor Cataldo Zummo54. Il quale era un allievo di Ugo Lombroso55. E allievi dell’insigne maestro erano stati almeno altri due professori del consiglio di Facoltà di Farmacia, dieci in tutto. L’insegnamento di Scienze dell’alimentazione che veniva offerto dal libero docente Cesare T. Lombroso dal 1946 era stato tenuto in effetti proprio da suo padre; in aggiunta ai corsi di fisiologia di cui era ordinario a Medicina, questi aveva accettato e svolto l’incarico annuale di tale corso a Farmacia, fino al 1951, anno in cui Cesare aveva ottenuto, previo concorso pubblico, la libera docenza in quella disciplina che gli consentiva di insegnare in qualsiasi ateneo e Facoltà lo richiedesse.

Nel settembre 1959 il rettore dell’Università di Genova trasmise al preside di Farmacia la documentazione per la conferma della libera docenza in scienza dell’alimentazione a Cesare Lombroso; allegò undici pubblicazioni, precisò che il professore aveva tenuto regolari corsi liberi nel biennio 1957-59, e che la proroga di tre anni concessa dal ministero il 6 agosto 1958 decorreva dal 12 giugno 1956 (dunque era di nuovo scaduta)56. La Facoltà approvò all’unanimità la conferma, e sottolineò che le pubblicazioni derivavano da indagini svolte in istituti di ricerca esteri, spesso presentate in congressi scientifici internazionali; perciò «pur notando che alcuni argomenti di studio

54 Ivi, estratto dal verbale del Consiglio di Facoltà di Farmacia, adunanza 22 gennaio 1959, firmata ancora dal preside Gandini e da Ferdinando Ferrilli; programma del corso per l’a.a.

1958-59 con autorizzazione del professor Cataldo Zummo, s.d., ma firmato da Cesare Lombroso.

55 Si vedano i necrologi di Ugo Lombroso, pubblicati ne «Il Corriere del popolo», 11 aprile 1952;

«Il Secolo XIX», 11 aprile 1952; il secondo è da parte degli allievi, un elenco di 15 nomi, tra cui Zummo e, sempre della Facoltà di Farmacia, Gerolamo Orestano. Si veda inoltre C. Zummo, Profilo di un maestro, «Gazzetta del lunedì», 14 aprile 1952.

56 ASUGe, f. «Lombroso Cesare», raccomandata del rettore al preside della Facoltà di Farmacia, settembre 1959.

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svolti dal dott. Lombroso non sono in riferimento alla disciplina in oggetto, reputa dimostrata la sua attività scientifica e considera sufficiente l’attività didattica»57.

Competenze e occasioni sprecate

Il rilievo era giustissimo, anche se non sappiamo precisamente quali fossero gli articoli scientifici presentati, di cui mancano l’elenco nel fascicolo e qualsiasi estratto o copia. Basti però vedere che in quegli anni Lombroso pubblicava su riviste prestigiose quali «Electroencephalography and Clinical Neurophysiology», «Epilepsia», «Pediatrics», e che già nel 1955 aveva firmato, con il grande William Lennox, uno studio magistrale su una forma di epilessia nei bambini58.

La Facoltà di Farmacia era venuta incontro ad un desiderio di un collega stimato, figlio di un maestro insigne, nel consentirgli di tener dei corsi e confermare la libera docenza, ma sarebbe stato certamente più sensato e conveniente che l’ateneo lo utilizzasse per le specifiche sue competenze che erano ragguardevoli. A Genova faceva lezione sulle proteine, le vitamine, gli aminoacidi, il ricambio energetico e altri argomenti della scienza dell’alimentazione; a livello internazionale era tra i primi neurologi specializzati in epilessia infantile presso il Boston Children’s Hospital, centro all’avanguardia negli studi e nelle cure. Da lui avrebbero potuto avere un contributo innovativo in quell’ambito, e questo sarebbe andato a favore degli studenti e dei colleghi, a vantaggio della scienza e della medicina per l’infanzia, nell’interesse dei pazienti-bambini e delle loro famiglie. La Facoltà

57 Ivi, estratto del verbale del Consiglio di Facoltà, seduta del 27 ottobre 1959, sottoscritto sempre da Gaddini e Petrilli; ivi, rettore al ministero, DGIS, 6 novembre 1959, e risposta del ministero al rettore, 23 novembre 1959.

58 Non risultano pubblicazioni di Cesare Lombroso (1917-2013) nel catalogo della Biblioteca di Genova, e su PubMed compaiono 90 risultati a partire dal 1955. Vari riferimenti a precedenti sue pubblicazioni, incluse quelle premiate e quelle presentate per la libera docenza nel 1951, sono nella documentazione raccolta sia archivistica sia di fonti secondarie, ma senza referenze bibliografiche; non ne è emersa una lista neppure tra le carte private degli eredi, che ringrazio molto, in particolare Anna C. Lombroso.

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più interessata avrebbe dovuto essere quella medica, in particolare la Clinica pediatrica al Gaslini, che naturalmente si occupava anche di disturbi neurologici e dal 1950 aveva voluto uno psicologo infantile chiamando Della Volta. Era proprio al Gaslini, del resto, che Cesare T. Lombroso era rimasto in servizio fino all’ottobre 1950.

In un’occasione celebrativa del defunto Giovanni De Toni, un professore di puericultura e suo successore raccontava, nel 1995, che il maestro aveva inviato in America al prof. Lennox, padre dell’encefalografia, un «Suo allievo, Cesare Lombroso […] che però annusando la prospettiva di una carriera più rapida aveva già segnalato di aver deciso di non ritornare a Genova […] e riuscì dopo molti anni a diventare un secondo Lennox»59. I ricordi del docente su eventi di circa 40 anni prima erano quanto meno parziali e inesatti. Eppure il suo atteggiamento era emblematico. Trattando Lombroso quasi da ingrato, o da avido carrierista, per essersi sistemato all’estero, non considerava né che l’università del fascismo con le leggi razziali aveva comunque ingiustamente allontanato lui, i suoi familiari e tanti altri docenti e studenti, né che l’università del dopoguerra continuava a far perdere al paese risorse importanti, che altri paesi sapevano attrarre. Come per l’appunto il neurologo Cesare T. Lombroso, o suo cognato il fisico Bruno Rossi, i loro cugini e zii, tanto per dire di una famiglia importante e dotata i cui componenti se ne andarono quasi tutti dall’Italia.

Carriere non parallele

All’inizio del 1960, con DM dell’11 gennaio, il ministero della Pubblica istruzione decretò la conferma della libera docenza al dottor Cesare

59 Tra gli interventi celebrativi In ricordo del professor Giovanni De Toni nel centenario della nascita, «Gaslini. Rivista di pediatria e di specialità pediatriche», 27, 1995, n. 3, p. 333-351, alludo a quello di Rolando Bulgarelli, Il maestro inesauribile precursore e innovatore, pp. 347- 351. Questi confermava che De Toni volle Della Volta come psicologo infantile al Gaslini proprio nel 1950.

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Lombroso in Scienza dell’alimentazione, che il rettore di Genova gli trasmise60.

A questo punto, nessuno poteva più togliergliela. Era definitiva. Tuttavia lui non si limitò a prendersi il titolo per sua personale soddisfazione, e a tornarsene a Boston. Presentò un ulteriore programma didattico per l’a.a.

1960-61 che la Facoltà approvò, controfirmato da Cataldo Zummo quale garante; e così anche negli anni successivi, almeno fino al 1963-64, con lezioni da tenersi nell’aula dell’Istituto di fisiologia umana, due volte la settimana. Una nota del rettore ogni anno ricordava che, per la convalida del corso, il registro delle lezioni andava consegnato a corso concluso, entro il 31 ottobre61.

Nel frattempo, il libero docente confermato di Scienza dell’alimentazione presso le Università italiane, succedeva a William G. Lennox (1884-1960) nella Seizure Unit del Children’s Hospital a Boston, e ne venne poi nominato direttore (chief). Era una posizione di grande prestigio e responsabilità, che Lombroso mantenne fino al pensionamento dalla Faculty of Harvard Medical School. Come c’era arrivato?

Quando aveva raggiunto la moglie nel 1951, si erano trasferiti a Boston dove lui aveva già lavorato al Boston City Hospital e dove da decenni lavorava Stanley Cobb che con William Lennox nel 1928 aveva fatto lavori pionieristici sul trattamento dell’epilessia. Cesare già allora conosceva le tecniche dell’ECG (elettrocardiogramma) che aveva appreso alla clinica psichiatrica a Baltimore con Adolf Meyer. E sapeva che ad Harvard c’erano studi pionieristici di elettrofisiologia; si presentò alla Epilepsy Fellowship nella Seizure Unit

60 ASUGe, f. «Lombroso Cesare», cfr. DM 11 gennaio 1960 per la conferma definitiva e la relativa corrispondenza.

61 Ivi, dal programma del corso per l’a.a. 1960-61, presentato il 18 novembre 1960 fino a quello per l’a.a. 1963-64, nonché le relative approvazioni: estratto del verbale dell’adunanza di Facoltà del 12 dicembre 1961; nell’estratto del verbale dell’adunanza del 2 marzo 1964, l’ultima nel fascicolo, per Scienza dell’alimentazione sono approvati addirittura tre corsi, rispettivamente dei dottori M. Lodi, C. Lombroso e A. Missale Colajacono. Inoltre, il f. conserva le consuete note rettorali sugli obblighi del registro a Cesare Lombroso, 5 gennaio 1962, 30 novembre 1962 e 25 marzo 1964.

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impiantata nel Carnegie Building a Harvard da Lennox, che lo accolse.

Divenne suo allievo e stretto collaboratore62.

Se sia stata una eventuale raccomandazione di De Toni a farlo prendere da Lennox nel 1951 è da dimostrare. Il pediatra italiano godeva di una buona reputazione scientifica quasi quanto il fisiologo Ugo Lombroso, che aveva indirizzato suo figlio, già nel 1941 quando Cesare stava tra Baltimore e Boston, all’amico James Lawder Gamble (1883-1959), nato a Parigi e amante dell’Italia, il quale era professore di pediatria alla Harvard Medical School e al Boston Children Hospital, poi presidente dell’American Pediatric Society63. Di sicuro, il giovane dimostrava di avere un talento clinico non comune e una preparazione scientifica solida su filoni diversi di ricerca che si rivelavano molto utili per affrontare la complessità delle malattie di cui con Lennox voleva occuparsi. Ecco come sarebbe divenuto un «secondo Lennox»;

secondo alcuni una «figura leggendaria» dell’epilettologia.

Clinico e scienziato

Gli anni cruciali per Cesare Lombroso furono quelli tra il 1952 e il ’56; ottenne la Board Certification in Neurology and Psychiatry, alternando da un lato regolari periodi di training in neurologia con Raymond Adams e colleghi al Massachusetts General Hospital (MGH), dove si occupava soprattutto di bambini, e dall’altro l’attività di ricerca e la clinica alla Seizure Unit, producendo pubblicazioni pionieristiche insieme a Lennox o altri per il trattamento dell’epilessia. Comprensibile, perciò, che non gli riuscisse, in quel periodo, venire anche in Italia a insegnare scienza dell’alimentazione; ma dal 1956-57 riprese persino a tenere i corsi a Genova. Con il pensionamento di

62 Cfr. Robert S. Rust, Cesare Lombroso MD, PhD (1917-2013), «Pediatric Neurology», 51, 1, 2014, pp. 5-9, che contiene molte notizie ma non referenze bibliografiche; vedi inoltre Cesare T.

Lombroso, William G. Lennox: a remembrance, «Epilepsia», 29, Supplement 2, 1988, pp. 5-14.

Non è risultato purtroppo disponibile Children’s Hospital Boston Archives, Oral History of Cesare Lombroso, M.D., August 1993.

63 L’informazione sul rapporto tra Gamble e Lombroso per via di Ugo Lombroso è in R.S. Rust, Cesare Lombroso, cit., ma si veda Obituary of James Lawder Gamble, «The Boston Globe», 29 maggio 1959, p. 20.

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