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HABEMUS PAPAM FRANCISCUM

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Academic year: 2022

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(1)

Il portavoce vaticano emozionato per l'elezione di un "confratello"

gesuita e colpi- to dalla scelta d e l n o m e

"espressivo di uno stile di semplicità e testimonianza evangelica"

“Non so cosa di- re, sono ancora

sotto shock e partecipo di questo mo- mento di gioia della Chiesa”. Ha esor- dito così padre Federico Lombardi nel briefing con la stampa realizzato mezz’ora dopo dal saluto del nuovo Pontefice Francesco.

Il nuovo Pontefice romano è l'argentino Cardinale Jorge Ma-

rio Bergoglio. Un sant'uomo, umile, buono, caritatevole, che ha invitato il popolo festante a pre-

gare per lui e che ha chiesto di andare subi- to a rendere omaggio alla Vergine a Santa Maria Maggiore.

E’ Jorge Mario Bergo- glio, un argentino di origini italiane, primo papa della Compagnia di Gesù, primo papa non europeo, primo papa dell’America lati- na, unico gesuita al conclave.

Nato nel 1936 compirà 77 anni il 17 dicembre di quest’anno. Una vocazione adulta. Tec-

nico chimico. Sacerdote a 33 anni, dopo aver conseguito la laurea in Filosofia ed

in Teologia.

Ha deciso di chiamar- si France- sco, chi lo conosce sa perché. Cardinale e arcivescovo di Bue- nos Aires, è una persona dotato di una

umiltà disarmante. Testi- mone di carità e della mi- sericordia ha dedicato gran parte della sua vita e del suo apostolato alla cura dei poveri e dei mala- ti. Ha destato scalpore la sua decisione di lavare i piedi ai malati di AIDS. La scelta del nome riflette esattamente la sua natura.

Persona semplicissima, non ha l’autista, non ha il segretario, si muove in bicicletta, in metrò o in autobus.

Ti offre il caffè e lo prepa- ra lui. Ha costruito par- rocchie e centri di aiuto nei quartieri più po-

veri di Buenos Aires.

HABEMUS PAPAM FRANCISCUM

Continua a Pag. 5

voce vaticano si è dichiarato “colpito”

dal fatto che il nuovo Papa sia latino americano. “Sappiamo quante attese c’erano da parte dei cattolici dell’A- merica Latina" – ha det- to – e questa scelta del Collegio cardinalizio è stata una “bella risposta"

a tali aspettative.

Soprattutto è stata la scelta del nome ad aver stupito il direttore della Sala Stampa vaticana. Un nome “coraggioso, note- vole, espressivo di semplicità e di te- stimonianza evangelica” ha affermato.

Il richiamo al Poverello di Assisi iden- tifica un preciso “stile di spiritualità”,

P. Lombardi: "Abbiamo un Papa che vuole servire"

A N N O X I I I 1 A P R I L E 2 0 1 3

NUMERO 4

MENSILE DI INFORMAZIONE - PARROCCHIA “NOSTRA SIGNORA DEL CEDRO” - S. MARIA DEL CEDRO (CS) E-Mail: definogaetano@libero.it - info@nostrasignoradelcedro.it - http://www.nostrasignoradelcedro.it

Appello ai lettori

Ricordiamo ai nostri affezionati lettori che abbiamo sempre biso- gno delle contribuzio- ni volontarie.

Chiunque vuole può lasciare una modesta offerta al momento del ritiro della propria co- pia. Per offerte consi- stenti ci si può rivolge- re al Parroco o al Di- rettore.

Teniamo a precisare che si tratta di contri- buzioni volontarie, che nessuno deve sen- tirsi minimamente ob- bligato, “Il Dialogo”

resta gratuito per tut- ti.

Da ricordare:

• 8-12: Settimana della Fede

• Domenica 14: Offertorio per i bisognosi

• Domenica 21: Giornata Mon- diale di Preghiera per le Voca- zioni

• Mercoledì 24: Convocazione Ecclesiale per l’Anno della Fe- de

S O M M A R I O S O M M A R I O S O M M A R I O S O M M A R I O

La prima Riconciliazione p. 2 ...Chiamarsi Francesco p. 3 L’eterna giovinezza... p. 4 Consigli per la salute p. 5

Pane per il cuore p. 10 Un po’ di magistero p. 8 Programma Settimana s. p. 6

(2)

Noi ragazzi: Mariachiara Belmonte , Debora Pia Fara- ce , Nadia Pascale, Syria Mi- raglia , Angelo Miraglia, An- gelo Ritondale, Gino Paolo e Gregory Bellusci, Biagio Au- licino, Pietro Antonio Celia e Silvestar Mandato, ci sia- mo accostati per la prima volta, domenica 17 marzo, al

sacramento della riconciliazione. Per questo impor- tante appuntamento nel cammino della nostra fede, ci siamo preparati già da tempo. Le nostre catechi- ste: Maria Antonietta Coppola e Anna Maria Arieta ci hanno spiegato il significato della confessione;

che consiste nel perdono dei peccati e nel riavvici- namento a Gesù. Do-

menica 17 marzo con molta emozione e feli- cità noi ragazzi ci sia- mo trovati in chiesa la mattina per la messa;

abbiamo iniziato con il togliere l’ultimo pez- zo del puzzle in cui c’era scritta la parola

“fede”. Con fede infat- ti abbiamo ricevuto la preghiera del “Padre Nostro” dal nostro parroco don Gaetano e tutti insieme abbia- mo fatto l’offertorio per i bisognosi della nostra parrocchia e ognuno di noi ha letto una intenzione di pre-

ghiera. Il pomeriggio alle ore 17,30 accompagnati dai nostri genitori ci siamo invece ritrovati per rice- vere il sacramento della Riconciliazione; in quel momento l’emozione era fortissima, qualcuno era molto teso , gli tremavano le gambe e qualcuno ave- va addirittura un po’ di timore ma quando Angela Ferraguto ha iniziato a suonare” Te al

centro del mio cuore” la nostra è suben- trata una gioia immensa. Quando è entra- to il sacerdote abbiamo subito notato il vestito: era molto bello, molto decorato, e di colore viola, il colore penitenziale. Ed è iniziato così il rito vero e proprio. Dopo il saluto del celebrante, noi ragazzi abbiamo portato alcuni segni ai piedi dell’altare: le candele segno della luce di Cristo con l’in- vito a seguire sempre la luce di Cristo;

una bacinella e una brocca con l’acqua benedetta segno della vita; un velo bianco segno della purezza dell’anima, invito a noi ragazzi a stare sempre attenti ad ave- re l’animo sempre puro; 11 sassi simbolo del peso dei peccati; 11 batuffoli di cotone

segno della leggerezza dell’a- nima; i fiori in omaggio a Ma- ria Madre di Gesù. Noi ragaz- zi ci siamo avvicinati ai piedi dell’altare, don Gaetano ci ha consegnato le candele accese dal cero Pasquale e cantando

“perdonami Mio Signore” sia- mo andati in processione ver- so il fonte battesimale accom- pagnati dai nostri genitori. Abbiamo rinnovato quin- di le promesse del nostro battesimo, il sacerdote ci ha benedetti e ci ha segnati con il segno della croce, do- po di lui i genitori e le catechiste, e siamo tornati al posto. E’ stato proclamato il Vangelo di Luca, la pagi- na della parabola del figlio prodigo. Questa parabola

racchiude il vero signi- ficato della confessione e ci rivela che Gesù è sempre pronto a perdo- narci. Nell’omelia don Gaetano ci ha detto che questo sacramento è il più importante dopo il battesimo, e non dob- biamo avere paura ma dobbiamo affrontarlo con umiltà, coraggio e gioia. Terminata l’ome- lia noi ragazzi ci siamo preparati alla confessio- ne facendo l’esame di coscienza mentre i no- stri genitori recitavano il rosario. Questo è sta- to il momento più im- portante ed emozionan- te; sarebbe bello se tutte le volte che noi ci andiamo a confessare i nostri genitori recitassero il rosario. Ci ha raggiunti anche don Miguel e insieme a don Gae- tano hanno confessato noi ragazzi. Al termine di ogni confessione ciascuno di noi ha consegnato al confes- sore la pietra e lui ci ha dato il batuffolo di cotone.

Don Gaetano ha concluso la celebrazio- ne con la benedizione e noi ragazzi ab- biamo intonato” canta e cammina”.

Oggi abbiamo ricevuto il tuo perdono GRAZIE GESU’.

Alla fine i ragazzi, le catechiste e i geni- tori, purtroppo senza don Gaetano e don Miguel (perché erano impegnati e questo ci è molto dispiaciuto) abbiamo festeggiato con pizze, torte e foto.

Un caloroso ringraziamento alle nostre catechiste che con amore e pazienza ci hanno seguito in questo cammino, ai parroci per la loro guida e ad Angela Ferraguto per la sua disponibilità.

Con affetto i vostri ragazzi.

Eccomi La prima Riconciliazione

(Debora Pia Farace, Mariachiara Belmonte e Nadia Pascale)

(3)

creato, compreso l’islam e l’ebraismo. Affascinante.

La scelta di papa Bergoglio farà bene anche a san Francesco, a volte ridotto ad ambientali- sta ante litteram?

San Francesco non è solo lupi e uccellini: è un uomo che si è identificato con

la vita di Gesù in modo radicale, senza compro- messi. Basta pensare alle stigmate. È poi un uomo che ha amato i poveri conducendo una vita semplice, anche nelle relazioni, sempre però incentrate su Gesù e aperte a tutto il mondo.

Francesco è dunque un bellissimo nome, ma an- che molto impegnativo.

Benedetto XVI ha avuto un occhio di

riguardo per il Medio Oriente durante il suo pontificato.

Lo avrà anche papa Francesco. La Terra Santa è molto importante per la vita della Chiesa; e il Papa, che già ci conosce, sicuramente ci sarà vicino. Noi abbiamo bisogno della sua vicinanza. Come dice il patriarca Twal, la Terra Santa è la chiesa del calva- rio, che significa dolore e sofferenza, sicuramente, ma è anche la misura dell’amore di Dio. Gesù è mor- to in croce e questo aspetto è fondamentale per im- parare ad accogliere e amare il mondo come Lui.

Intervista a Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa dell’ordine dei francescani:

«Quando incontri una persona, non ti aspetti mai che diventerà Papa» scherza padre Pierbattista Pizzabal- la, custode francescano di Terra Santa, ricordando i viaggi in Argentina a Buenos Aires dove ha avuto mo- do di incontrare più volte Jorge Mario Bergoglio. Il nuovo Papa è il primo ad avere scelto come nome Francesco, in onore del “poverello di Assisi”. «Per tutti noi dell’Ordine dei Frati minori è una grande gioia», dichiara a tempi.it.

Durante le sue visite a Buenos Aires, che idea si è fatto di papa Francesco?

Ho sempre avuto un riscontro positivo: è una perso- na chiara, ferma e dignitosa, molto autorevole sotto ogni punto di vista, semplice nel modo di porsi, non ti mette mai a disagio. Mi ha colpito la sua grande capacità di ascoltare e la ricchezza della vita religiosa che si vedeva nella sua diocesi.

Per la prima volta un papa si chiama France- sco, in onore del fondatore del vostro ordine.

È una grande gioia per tutti noi. Francesco è un nome molto impegnativo: direi che è tutto un programma.

Francesco significa uno stile di vita improntato alla semplicità, un’esistenza legata in maniera diretta al Vangelo, amore ai poveri e dialogo con tutto il mondo

L'importanza di chiamarsi Francesco

(Leone Grotti)

Il nuovo Sommo Ponte- fice, Francesco, si è af- facciato dopo l’elezione alle ore 20.22 alla Log- gia esterna della Basili- ca Vaticana per salutare il popolo e impartire la sua prima Benedizione Aposto- lica "Urbi et Orbi".

Prima della Benedizione il nuovo Vescovo di Roma ha rivolto ai fedeli le seguenti parole.

Fratelli e sorelle, buonasera!

Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Ve- scovo a Roma. Sembra che i

miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo … ma siamo qui … Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo Vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Bene- detto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca.

[Il Papa recita insieme ai fedeli presenti in Piazza San Pietro il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Gloria]

E adesso, incominciamo questo cam- mino: Vescovo e popolo. Questo cam- mino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghia- mo sempre per noi: l’uno per l’altro.

Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi augu- ro che questo cammino di Chiesa, che oggi incominciamo e nel quale mi aiu- terà il mio Cardinale Vicario, qui pre- sente, sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa città tanto bella!

E adesso vorrei dare la Benedizione, ma prima – pri- ma, vi chiedo un favore: prima che il vescovo bene- dica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chie- dendo la Benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me.

Adesso darò la Benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà.

"Pregate perché il Signore mi benedica"

La prima benedizione di papa Francesco

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La Chiesa non cessa di sor- prendere: co- me diceva uno dei grandi Pa-

dri della fede dei primi secoli, San Giovanni Crisosto- mo, “essa è più alta del cielo e più grande della terra, e non invecchia mai: la sua giovinezza è eterna”. Così ha dimostrato di essere ancora una volta, in questo sorprendente Conclave: la pluralità delle ipotesi fatte, i diversi giochi mediatici del “toto-Papa”, facevano pensare a un Collegio cardinalizio piuttosto disorien- tato, perfino diviso. E invece, in appena una giornata, ecco il nuovo Papa. Un segno forte di unità, un mes- saggio lanciato al

“villaggio globale”

dall’unica realtà che lo abita dappertutto, sapendo coniugare universalità e identità locali, globalizzazione e presenza fedele fra la gente di tutte le la- titudini e di tutte le lingue e culture: la Chiesa cattolica. Pe- raltro, l’attesa del mondo intero, rap- presentato dalle mi- gliaia di operatori dei

“media” accreditati in Vaticano, che hanno fatto partecipi in tem- po reale donne e uo- mini di ogni angolo della terra di ciò che accadeva nella Cap- pella Sistina e sulla Loggia delle benedi- zioni, e le immagini eloquenti più di ogni parola della folla in attesa in Piazza San Pietro e del nuovo Papa affacciato con semplicit� e stupore su Roma e sul mondo, fanno comprendere come ciò che è avve- nuto ha un significato che va al di là della comunità cattolica e dello stesso popolo dei credenti. Proverò allora a guardare al nuovo Successore di Pietro muovendo da diversi angoli visuali, lasciando che la pro-

fondità del cuo- re di chi è stato chiamato si ri- veli con i giorni che verranno.

Il primo sguardo non può che essere quello della fede: Francesco, Jorge Mario Bergoglio, è il prescel- to da Dio! Il nome stesso che ha voluto - lui, gesuita, ha scelto il nome del Poverello di Assisi - è un pro- gramma, quello che ha ispirato lo stile di vita dell’ar- civescovo di Buenos Aires eletto Papa. Un uomo dal- lo stile di vita povero, austero, vicino ai poveri, ama- to dalla sua gente e comunque rispettato anche da chi ne temeva la libertà evangelica. Un Pastore che parla con semplicità e immediatezza, e chiede che il popolo preghi su di lui, prima di dare lui, il Vescovo di Roma, la benedizione “urbi et or- bi”. Nella fede, Papa Bergoglio si presenta per quello che dal punto di vista teologicamente più corretto è anzitutto di- ventato: il pastore della Chiesa di Roma, che per disegno divino presiede nella carità a tutte le Chiese del mondo. Bel- lissimo e perfino toccan- te questo suo insistere sul rapporto con la con- creta Chiesa locale di cui Dio lo ha voluto vesco- vo! Non di meno e inse- parabile da questo è lo sguardo che viene su di lui dal mondo: è il primo Successore di Pietro che viene dall’America Lati- na, il continente col più alto numero di cattolici, ma anche con situazioni drammatiche di povertà e di disuguaglianza. Se, come ha detto, “i fratelli Cardinali sono andati a prendere il nuovo Vesco- vo di Roma alla fine del mondo”, non c’è dubbio che questo fatto lancia un messaggio di luce e di speranza a tutti i poveri della terra, a tutte le si- tuazioni che attendono svolte di giustizia e at- tenzione nuova. France- sco

sarà il Continua a Pag. 9

L'eterna giovinezza della Chiesa

Editoriale di monsignor Bruno Forte pubblicato su

"Il Sole 24 Ore" di giovedì 14 marzo

DALL’OMELIA DELLA S.MESSA DI INIZIO PONTIFICATO

“… Oggi, insieme con la festa di san Giuseppe, cele- briamo l'inizio del ministero del nuovo Vescovo di Roma, Successore di Pietro, che comporta anche un potere. Certo, Gesù Cristo ha dato un potere a Pie- tro, ma di quale potere si tratta? Alla triplice do- manda di Gesù a Pietro sull'amore, segue il triplice invito: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle.

Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servi- zio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce; deve guardare al ser- vizio umile, concreto, ricco di fede, di san Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il Po- polo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l'in- tera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, chi è straniero, nudo, malato, in carcere (cfr Mt 25,31-46). Solo chi serve con amore sa custodire!

Nella seconda Lettura, san Paolo parla di Abramo, il quale «credette, saldo nella speranza contro ogni speranza» (Rm 4,18). Saldo nella speranza, contro ogni speranza! Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi la speranza. Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguar- do di tenerezza e amore, è aprire l'orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza! E per il credente, per noi cristiani, come Abramo, come san Giuseppe, la speranza che portiamo ha l'oriz- zonte di Dio che ci è stato aperto in Cristo, è fondata sulla roccia che è Dio.

Custodire Gesù con Maria, custodire l'intera crea- zione, custodire ogni persona, specie la più povera, custodire noi stessi: ecco un servizio che il Vescovo di Roma è chiamato a compiere, ma a cui tutti siamo chiamati per far risplendere la stella della speranza:

Custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato!

Chiedo l'intercessione della Vergine Maria, di san Giuseppe, dei santi Pietro e Paolo, di san Francesco, affinché lo Spirito Santo accompagni il mio ministe- ro, e a voi tutti dico: pregate per me! Amen.”

(5)

L’Artrite Reumatoide rap- presenta un importante problema clinico per la medicina occidentale data la disabilità sociale che

comporta e la tossicità dei farmi utilizzati.

L’Artrite Reumatoide (AR) è una malattie autoim- mune che si sviluppa a carico delle articolazioni diartrodiali, ossia giunzioni tra capi ossei non conti- gui, rivestiti da cartilagine con un certo grado di mo- bilità e caratterizzate dalla presenza di membrana sinoviale. Clinicamente l’AR è caratterizzata da ar- trite simmetrica erosiva associata talora a coinvolgi- mento extra-articolare. Colpisce più frequentemente individui di sesso femminile tra i 40 e i 60 anni. So- litamente le articolazioni più colpite sono le piccole articolazioni di mani e piedi, in particolar modo le metacarpofalangee ed interfalangee prossimali; se- guono polsi, caviglie, ginocchia, gomiti e spalle.

La causa dell’AR a tutt’oggi non è ancora chiarita ma è nota una predisposizio- ne genetica, su tale predisposizione genetica fattori ambientali di varia natura possono fungere da agente sca- tenante.

Le caratteristiche di esordio e di evolu-

zione dell'Artrite Reumatoide sono assai di- verse tra soggetti colpiti. Ogni malato, si può dire, ha la sua malattia. Tuttavia, a prescindere dalle par- ticolarità di ogni singolo individuo, si possono de- scrivere sintomi e segni comuni.

Nella fase precoce (esordio, early disease):

a. tumefazione e dolore bilaterale e simmetrico delle piccole articolazioni;

b. coinvolgimento prevalente delle mani, polsi, go- miti, ginocchia, piedi;

c. il coinvolgimento delle spalle, caviglie, anche e collo si può osservare generalmente negli stadi più avanzati della malattia;

d. rigidità (± dolore) al risveglio mattutino, di dura- ta prolungata (oltre 1 ora) che si riduce

con il movi- mento e riscal- damento delle articolazioni;

e. febbricola, malessere e astenia non sono infrequenti.

Nelle fasi più avanzate dell'AR, oltre ai sintomi e se- gni già descritti, possono comparire:

a. contratture in flessione e deformità articolari b. coinvolgimento di organi e apparati extra- articolari: noduli reumatoidi cutanei; interessamento nodulare polmonare; secchezza oculare ed episcleri- te; sindromi da compressione di nervi periferici (frequente la Sindrome del tunnel carpale); pleuriti o pericarditi; vasculite sistemica; amiloidosi generaliz- zata; anemia da infiammazione cronica; Arterioscle- rosi.

I test più utili per la diagnosi di artrite reu- matoide sono: anticorpi anti citrullina

(CCP), Fattore reumatoide, Ves, PCR. La ricerca degli anticorpi anticitrullina ha una elevatissima specificità e sensibilità

diagnostica.

A lungo termine dell’AR è caratterizzata da danno progressivo della anatomia articolare con conseguente disabilità e riduzione della aspettativa di vita.

Il trattamento è a base farmacologica soprattutto nel- lo stadio iniziale. Vengono somministrati farmaci ad azione sistemica e farmaci ad azione locale. I primi vengono ulteriormente distinti in farmaci sintomati- ci, cioè FANS e corticosteroidi, e Farmaci Antireuma- tici Modificanti la Malattia (DMARDs) questi ultimi molto costosi e non privi di effetti collaterali. In ogni caso, il trattamento ottimale di un paziente affetto da Artrite Reumatoide necessita di un intervento farma- cologico multiplo, che si avvalga di più medicinali, spesso alternati nel tempo. La chirurgia, nei casi peg- giori, è necessaria per correggere gravi alterazioni articolari e ridurre il dolore; a volte si ricorre all'im- pianto di protesi articolari.

Co ntr ibu to o ffer to dal la D ott ore ssa

Mo ren a G uar agn a

Beve il mate, un infuso di foglie dell’erba mate molto popolare in Ar- gentina. Ha messo piede nei posti dove la situazione è più disperata. La tonaca non è mai stata per lui un im- pedimento, al contrario simbolo della Chiesa di Cristo, pastore che cerca le pecorelle smarrite.

Un parroco ha raccontato che nella sua parrocchia sta- vano aspettando l’arcivescovo per impartire le cresime.

Hanno visto un prete arrivare in bicicletta. Tutto avrebbero immaginato meno che fosse l’arcivescovo.

Insieme alla preghiera ha dedicato gran parte del suo apostolato alla cura dei bisognosi e dei deboli.

Appassionato di calcio, ha gli avi piemontesi e tifa Ju- ventus per l’Italia. In Argentina è tifoso del San Loren- zo, una squadra argentina che è stata fondata da un sacerdote.

Un sacerdote normale, preparato e rigoroso come un gesuita, buono e fraterno come un francescano, co-

sciente delle debolezze umane e della misericordia di Dio, umile chiede e offre sempre preghiere a chiunque incontra.

Nella sua prima uscita ha chiesto alla gente di pregare per lui offrendo le sue preghiere per ognuno dei fedeli.

Un padre spirituale che conosce la povertà e la sofferen- za, è vicino alla gente.

Nel conclave del 2005 è stato il più votato dopo Joseph Ratzinger. Poteva bloccarne l’elezione. Umilmente ha chiesto di votare il futuro Benedetto XVI.

Ha sempre rifiutato ogni possibile privilegio. Ha sempre cercato la fraternità e la condivisione dei poveri e dei deboli.

In Argentina sono in molti a credere che sia un santo.

Interessante anche notare che è stato eletto un pontefi- ce di un Paese cattolicissimo che sta in mezzo ai due oceani, tra l’Atlantico e il Pacifico.

Segue da Pag. 1: Habemus Papam….

CONSIGLI PER LA SALUTE…..

ARTRITE REUMATOIDE

(6)

DOMENICA DELLE PALME

Ore 08,30: Celebrazione Eucaristica (Chiesa Spirito Santo)

Ore 10,45: Benedizione dei rami di ulivo sulla gradinata della Chiesa

"Spirito Santo" e Processione

Ore 11,00: Celebrazione Eucaristica (Chiesa Nostra Signora del Cedro) Ore 18,00: Passione vivente per le strade della città

VENERDI' SANTO

Ore 09,00-12,00: Confessioni

Ore 09,00: Confessione e comunione agli ammalati

Ore 14,30: Processione dalla Chiesa "Spirito Santo". Liturgia della Croce

“In Passione Domini” in Parrocchia. Riflessione sulla Passione. Adorazio- ne della S. Croce. Ritorno della processione alla Chiesa "Spirito Santo".

LUNEDI' SANTO

Ore 09,00-12,00; 16,00-18,00:

Confessioni

Ore 18,00: Celebrazione S. Messa Ore 18,30-20,00: Confessioni

Ore 21,00: Via Crucis con fiaccola-

ta animata dai Giovani (dalla Chiesa Nostra Si- gnora del Cedro alla Chiesa Spirito Santo)

DOMENICA DI PASQUA

Ore 09,00: Celebrazione della Pasqua del Signore (Chiesa Spirito Santo)

Ore 11,00: Celebrazione della Pasqua del Signore (Chiesa Nostra Si- gnora del Cedro)

MARTEDI' SANTO

Ore 08,30: Celebrazione Eucaristica per il popolo

Ore 09,00-12,00: Confessioni Ore 16,00-20,00: Confessione degli uomini.

Ore 20,00: Precetto Pasquale degli uomini

MERCOLEDI' SANTO

Ore 08,30: Celebrazione Eucaristica per il popolo

Ore 09,00-12,00; 16,00-18,00:

Confessioni

Ore 18,00: Celebrazione e Comunio- ne Eucaristica per i ragazzi della scuo- la media e della 5 elementare.

Ore 18,30-20,00: Confessioni

GIOVEDI' SANTO

Ore 07,30: Partenza con Pulman per partecipare alla S. Messa Crismale (nella chiesa Cattedrale di S. Marco Argentano)

Ore 16,00-18-00: Confessioni

Ore 18,00: Santa Messa solenne “In Coena Domini”, ricordo dell’istituzio- ne dell'Eucaristia e Lavanda dei Piedi. Reposizione del SS. Sacramento

Ore 22,00: Adorazione al Santo Sepolcro proposta e guidata del Consiglio Pastorale Parrocchiale

SABATO SANTO

Ore 9,00-10,00: Preghiera alla Vergine Addolorata proposta e guida- ta dal RnS (Chiesa Spirito Santo)

Ore 09,00-12,00: Confessioni (sia nella Chiesa Parrocchiale che nella Chie- sa Spirito Santo)

Ore 16,00-20,00: Confessioni

Ore 23,00: CELEBRAZIONE DELLA SOLENNE VEGLIA PASQUA- LE

(7)

Prima di costituirlo pa- store del suo gregge Ge- sù domandò a Pietro:

"Simone, figlio di Gio- vanni, mi ami tu più degli altri?". Poi gli do-

mandò una seconda volta: "Mi ami tu?", e una terza volta ripeté la stessa domanda: "Mi ami tu?". Anche noi dobbiamo porre questa domanda al centro del no- stro ministero cristiano, per-

ché è proprio essa che ci per- mette di essere da un lato inutili, e dall'altro veramente fiduciosi in noi stessi.

Basta guardare Gesù. Il mon- do non si curò minimamente di Lui, e Gesù fu crocifisso e sepolto. Il suo messaggio di amore fu rigettato da un mondo assetato di potere, efficienza e dominio. Ma ecco che Gesù risuscito, con le feri- te nel suo corpo glorificato, appare ad alcuni amici che hanno occhi per vedere, orec- chie per udire e cuore per comprendere. Questo Gesù

rigettato, sconosciuto, ferito, chiede semplicemente:

"Mi ami tu? Mi ami davvero?". Lui che si era preoccu- pato solo di annunciare l'amore incondizionato di Dio ha una sola domanda da fare: "Mi ami tu?".

Gesù non chiede: "C'è molta gente che ti prende sul serio? Hai intenzione di compiere grandi cose? Hai già qualche risultato da farmi vedere?". Chiede invece:

"Sei innamorato di Gesù?". Forse potremmo formula- re la domanda anche in altro modo: "Conosci il Dio incarnato?". E' un cuore che non conosce sospetti, vendette, risentimenti, né tanto meno odi. E' un cuore che vuole solo dare amore ed essere ricambiato con amore. E' un cuore che soffre immensamente perché vede la grandezza del dolore

umano e l'ostinazione a non fidarsi del cuore di un Dio che vuole offrire consolazione e speranza.

Il leader cristiano del futuro è uno che conosce intimamente il cuore di Dio, diventato

"cuore di carne" in Gesù. Co- noscere il cuore di Dio signifi- ca annunciare e rivelare in modo coerente, radicale e quantomai concreto che Dio è amore, e solo amore, e che la paura, l'isolamento o la dispe- razione che possono tormenta- re l'anima umana sono prove che certamente non vengono da Dio. Tutto questo può sem-

brare molte evidente e forse banale, ma ben po- chi sanno che Dio li ama senza condizioni e senza limiti. Questo amore in- condizionato e illimitato è quello che l'evangelista Giovanni chiama il "primo"

amore di Dio. "Amiamo Dio", egli dice, "perché Dio ci ha amati per primo"(1 Gv 4,19). L'amore che spesso ci lascia dubbiosi, de- lusi, arrabbiati e offesi è il

"secondo" amore: e cioè ac- cettazione, affetto, simpatia, incoraggiamento e sostegno dei genitori, insegnanti, co- niugi, amici. E sappiamo tut- ti che è un amore quanto- mai, limitato, violato e fragi- le. Sotto le numerose espres- sioni di questo secondo amo- re si nasconde sempre la possibilità di rigetto, ritiro, castigo, ricatto, violenza e perfino odio. Molti film e drammi contemporanei ri- traggono le ambiguità e am- bivalenze delle relazioni umane, e non esistono amicizie, matrimoni, comu- nità in cui le tensioni e gli sforzi del secondo amore non si rivelino in tutta la loro gravità. Si direbbe anzi che gli aspetti piacevoli della vita di ogni gior- no nascondano molte ferite aperte che si chiamano abbandono, tradimento, rigetto, rottura, perdita.

Tutto questo è, per così dire, l'ombra inseparabile del secondo amore e rivela l'oscurità che non ab- bandona mai completamente il cuore umano.

L'essenza della buona novella sta proprio qui:

nell'annuncio che il secondo amore è solo un palli- do riflesso del primo amore, e che il primo amore ci viene offerto da un Dio in cui non ci sono ombre.

MI AMI TU?

(Henry J.M. Nouwen, Nel nome di Gesù)

(8)

« Iuxta dominicam viventes

» – Vivere secondo la domenica

72. Questa radicale novità che l'Eucaristia introduce nella vita dell'uomo si è rivelata alla coscienza cristiana fin dall'inizio. I fedeli hanno subito percepito il profondo influsso che la Celebrazione eucaristica eserci- tava sullo stile della loro vita.

Sant'Ignazio di Antiochia espri- meva questa verità qualificando i cristiani come « coloro che sono giunti alla nuova speranza », e li presentava come coloro che vi- vono « secondo la domenica

» (iuxta dominicam viventes).

Questa formula del grande mar- tire antiocheno mette chiara- mente in luce il nesso tra la real- tà eucaristica e l'esistenza cri- stiana nella sua quoti-

dianità. La consuetudine caratteristica dei cristiani di riunirsi nel pri- mo giorno dopo il sabato per celebra- re la risurrezione di Cristo – secondo il

racconto di san Giustino martire – è anche il dato che definisce la forma dell'esistenza rinnovata dall'incontro con Cristo. La for- mula di sant'Ignazio – « Vivere secondo la domenica » – sottoli- nea pure il valore paradigmatico che questo giorno santo possiede per ogni altro giorno della setti- mana. Esso, infatti, non si di- stingue in base alla semplice so- spensione delle attività solite, come una sorta di parentesi all'interno del ritmo usuale dei giorni. I cristiani hanno sempre sentito questo giorno come il primo della settimana, perché in esso si fa memoria della radicale novità portata da Cristo. Pertan- to, la domenica è il giorno in cui il cristiano ritrova quella forma eucaristica della sua esistenza secondo la quale è chiamato a vivere costantemente. « Vivere secondo la domenica » vuol dire vivere nella consapevolezza della liberazione portata da Cristo e svolgere la propria esistenza co-

domenica per i cristiani: essa è Dies Domini, in riferimento all'opera della creazio-

ne; Dies Christi in quanto giorno della nuova creazione e del dono che il Signore Ri- sorto fa dello Spirito Santo; Dies Eccle- siae come giorno in cui la comunità cristiana si ritro- va per la celebrazione; Dies homi- nis come giorno di gioia, riposo e carità fraterna. Un tale giorno, pertanto, si manifesta come festa primordiale, nella quale ogni fedele, nell'ambiente in cui vive, può farsi annunziatore e custode del senso del tempo. Da questo giorno, in effetti, scaturisce il senso cristiano dell'esistenza ed un nuovo modo di vi- vere il tempo, le relazioni, il lavoro, la vita e la morte. È bene, dunque, che nel giorno del Signore le realtà ecclesiali organizzino, intorno alla Celebrazione eucaristica domenicale, manifestazioni proprie della comunità cristiana: incon- tri amichevoli, iniziative per la forma- zione nella fede di bambini, giovani e adulti, pellegrinaggi, opere di carità e momenti diversi di preghiera. A motivo di questi valori così importanti – per quanto giustamente il sabato sera sin dai Primi Vespri appartenga già alla Domenica e sia permesso adempiere in esso al precetto domenicale – è neces- sario rammentare che è la domenica in

se stessa che merita di essere santificata, perché non finisca per risultare un giorno « vuoto di Dio ».

Una forma eucaristica dell'esistenza cristiana, l'appartenenza ecclesiale 76. L'importanza della domeni- ca come Dies Ecclesiae ci ri- chiama alla relazione intrinseca tra la vittoria di Gesù sul male e sulla morte e la nostra apparte- nenza al suo Corpo ecclesiale.

Ogni cristiano, infatti, nel Gior- no del Signore ritrova anche la dimensione comunitaria della propria esistenza redenta. Par- tecipare all'azione liturgica, co- municare al Corpo e al Sangue di Cristo vuol dire nello stesso tempo rendere sempre più intima e profonda la propria appartenenza a Colui che è morto per noi (cfr 1 Cor 6,19s; 7,23).

Veramente chi mangia di Cristo vive per Lui. In relazione al Mistero eucari- stico si comprende

me offerta di se stessi a Dio, perché la sua vittoria si manifesti piena- mente a tutti gli uomini attraverso una condotta intimamente rinnova- ta.

Vivere il precetto festivo 73. I Padri sinodali, consapevoli di questo principio nuovo di vita che l'Eucaristia pone nel cristiano, han- no ribadito l'importanza per tutti i fedeli del precetto domeni-

cale come fonte di libertà auten-

tica, per poter vivere ogni altro giorno

secondo quanto han-

no celebra- to nel « giorno del Signore ». La vita di fede, infatti, è in pericolo quan- do non si avverte più il desiderio di partecipare alla Celebrazione euca- ristica in cui si fa memoria della vittoria pasquale.

Partecipare all'as- semblea liturgica domenicale, insie- me a tutti i fratelli e le sorelle con i quali si forma un solo corpo in Cristo Ge- sù, è richiesto dalla coscienza cristiana e al tempo stesso forma la coscienza cristiana. Smarrire il senso della dome- nica come giorno del Signore da san- tificare è sintomo di una perdita del sen- so autentico della

libertà cristiana, la libertà dei figli di Dio (206). Rimangono preziose, a questo riguardo, le osservazioni fatte dal mio venerato predecesso- re, Giovanni Paolo II, nella Lettera apostolica Dies Domini , a proposi- to delle diverse dimensioni della

Con tinu a la nost ra ru bric a, cura ta d a Fa tima Re zzut i,

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Continua a Pag. 9

Un pò di Magistero

“Eucaristia, mistero da vivere”

(II parte)

(9)

La vostra collaborazione è sem- La vostra collaborazione è sem- La vostra collaborazione è sem- La vostra collaborazione è sem-

pre gradita pre gradita pre gradita pre gradita

Ribadiamo quanto detto in precedenza, Ribadiamo quanto detto in precedenza, Ribadiamo quanto detto in precedenza, Ribadiamo quanto detto in precedenza, aspettiamo i vostri scritti, i vostri suggeri- aspettiamo i vostri scritti, i vostri suggeri- aspettiamo i vostri scritti, i vostri suggeri- aspettiamo i vostri scritti, i vostri suggeri- menti e, perché no, le vostre eventuali menti e, perché no, le vostre eventuali menti e, perché no, le vostre eventuali menti e, perché no, le vostre eventuali critiche.

critiche.

critiche.

critiche.

Per ogni comunicazione potete rivolgervi Per ogni comunicazione potete rivolgervi Per ogni comunicazione potete rivolgervi Per ogni comunicazione potete rivolgervi al parroco, anche in e

al parroco, anche in e al parroco, anche in e

al parroco, anche in e----mail: definogaeta-mail: definogaeta-mail: definogaeta-mail: definogaeta- no@libero.it Vi preghiamo di far perve- no@libero.it Vi preghiamo di far perve- no@libero.it Vi preghiamo di far perve- no@libero.it Vi preghiamo di far perve- nire i vostri articoli entro il giorno 20 di nire i vostri articoli entro il giorno 20 di nire i vostri articoli entro il giorno 20 di nire i vostri articoli entro il giorno 20 di ogni mese

ogni mese ogni mese ogni mese

La Direzione La Direzione La Direzione La Direzione

il senso profon-

do del-

la communio sanctorum. La comunione ha sempre ed inseparabilmente una connotazione verticale ed una orizzontale: comunione con Dio e comunione con i fra- telli e le sorelle. Le due dimensioni si incontrano miste- riosamente nel dono eucaristico. « Dove si distrugge la comunione con Dio, che è comunione col Padre, col Fi- glio e con lo Spirito Santo, si distrugge anche la radice e la sorgente della comunione fra di noi. E dove non viene vissuta la comunione fra di noi, anche la comunione col Dio Trinitario non è viva e vera ». Chiamati, pertanto, ad essere membra di Cristo e dunque membra gli uni degli altri (cfr 1 Cor 12,27), noi costituiamo una realtà ontologicamente fondata nel Battesimo e alimentata dall'Eucaristia, una realtà che chiede di trovare riscon- tro sensibile nella vita delle nostre comunità. La forma eucaristica dell'esistenza cristiana è indubbiamente una forma ecclesiale e comunitaria. Attraverso la Diocesi e le parrocchie, quali strutture portanti della Chiesa in un particolare territorio, ogni fedele può fare esperienza concreta della sua appartenenza al Corpo di Cristo. As- sociazioni, movimenti ecclesiali e nuove comunità – con la vivacità dei loro carismi donati dallo Spirito Santo per il nostro tempo – come pure gli Istituti di vita consacra- ta, hanno il compito di offrire un loro specifico contri- buto per favorire nei fedeli la percezione di questo loro essere del Signore (cfr Rm 14,8). Il fenomeno della seco- larizzazione, che contiene non a caso caratteri fortemen-

Segue da Pag. 8: Un po’ di Magistero ... te individualistici, ottiene i suoi effetti deleteri soprat- tutto nelle persone che si isolano e per scarso senso di appartenenza. Il cristianesimo, fin dal suo inizio, im- plica sempre una compagnia, una trama di rapporti vivificati continuamente dall'ascolto della Parola, dalla Celebrazione eucaristica e animati dallo Spirito Santo.

Tratto da: SACRAMENTUM CARITATIS, esor- tazione apostolica postsinodale del santo padre Benedetto XVI sull'Eucaristia, fonte e culmine della vita e della missione della chiesa

Vescovo della povera gente, il servitore degli umili, l’amico dei piccoli, che pro- prio così saprà contagiare pace e speranza vera a tut- ti. È il Papa che aiuterà la Chiesa a dare risposta alle domande decisive che un teologo latino americano, di grande profondità spirituale e a

lui ben noto, così poneva: “In che modo parlare di un Dio che si rivela come amore in una realtà marcata dalla povertà e dall’oppressione? co- me annunciare il Dio della vita a persone che soffrono una morte pre- matura e ingiusta? come riconoscere il dono gratuito del suo amore e del- la sua giustizia a partire dalla soffe- renza dell’innocente? con quale lin- guaggio dire a quanti non sono con- siderati persone che essi sono figli e figlie di Dio?” (Gustavo Gutierrez).

Papa Francesco risponde col suo sorriso e la sempli- cità dei suoi gesti a queste domande, ricordandoci che Dio raggiunge tutti i cuori e parla tutte le lingue ed è vicino a ogni dolore perché la Sua è la lingua dell’amore!

Lo sguardo che su questo Papa verrà dagli altri cri- stiani, poi, non potrà che essere di grande fiducia:

come è stato chiaro sin dalle sue prime parole, egli non si vuol presentare che come un fratello, il vesco- vo della Chiesa che presiede nell’amore, deciso a

evangelizzare con nuovo slancio anzitutto il popolo della città di Roma, e proprio così a offrire un servi- zio di testimonianza e di carità a tutte le Chiese. Era quanto da anni il dialogo ecumenico e l’ecclesiologia del Vaticano II erano andati chiedendo nel pensare a un ministero universale di unità per tutti i disce-

poli di Cristo: pro- prio così, un’alba di luce e di speran- za per chi vive la passione dell’unità fra i cristiani. An- che i credenti di altre religioni po- tranno guardare a Papa Francesco con fiducia: egli - lo ha detto dalla loggia delle bene- dizioni - vuole ser- vire la “fiducia fra noi”, la “fratellanza” fra tutti. La Sua franchezza, il suo profondo senso di Dio tocche- rà tanti cuori e aprirà la strada a dialoghi e incontri veramente inediti. Anche chi non crede potrà trova- re nei gesti e nelle parole di questo testimone di Ge- sù amico degli uomini, di questo Vescovo di Roma servo dei servi di Dio, un messaggio per la propria vita: sono certo che da lui tutti si sentiranno rispet- tati e accolti, capiti e amati. La Chiesa e il mondo avevano bisogno di un uomo così!

Segue da Pag. 4: L’Eterna giovinezza ...

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PANE... PER IL CUORE

Un maestro spirituale, che teneva le sue lezioni nel tempio, si slogò un giorno una caviglia e, non volendo interrompere il suo corso, invitò gli allie- vi nella propria casa, sul fiume Xiang.

Pregò moglie e figli di starsene in disparte e nel massimo silenzio, perché gli allievi potessero tro- varsi a loro agio nella sua dimora; e potesse tro- varsi a proprio agio soprattutto lui, che era giunto a un punto fondamentale dell’argomentazione: la fede.

La lezione si tenne nel massimo silenzio e racco- glimento, proprio come se la casa fosse un piccolo tempio. E il maestro ottenne un grande successo, toccando il cuore dell’uditorio specialmente quan- do insisté sulle illimitate possibilità della fede.

Concluse il suo insegnamento dicendo :

" Ho saputo che Gesù il Nazareno ha detto che se ciascuno avesse anche solo un briciolo di fede, potrebbe trasportare le montagne. Sono d’accordò con lui. Se non trasportare le montagne, potrem- mo almeno, con un grammo di fede, attraversare il nostro fiume camminando sull’acqua "

Quando gli allievi se ne furono andati, il maestro sospirò: erano anni che terminava la lezione sulla fede sempre nello stesso modo. Forse avrebbe do- vuto cambiarlo, pensò : " Il trasportare le monta- gne o il camminare sul fiume , sono esagerazioni che toccano la fantasia, ma non convincono certo la mente ".

Stava così pensando, quando vide sua moglie che

camminava sul pelo dell’acqua con un figliolet- to in braccio e una cesta in capo e gridò con vo- ce strozzata : " Che stai facendo, pazza ? "

Rispose lei : " Sto andando al mercato per la via più breve, secondo il tuo suggerimento " e rag- giunse l’altra sponda.

A quel punto, il maestro capì che nulla è esage- rato nella fede. Ma, soprattutto, prese coscien- za della propria incredulità.

Piero Gribaudi

LA FEDE

E’ PASQUA

E' Pasqua, Gesù è risorto, svegliatevi tutti nel mondo, le campane suonano perchè Gesù è risorto ed è sempre è con noi, specialmente con noi ammalati e lo dobbiamo ringraziare per questo conforto che lui ci dà. E' allegria per tutto il mondo! Unitevi tutti buoni e cattivi di animo e di cuore, perchè Dio è grande. Vedendo il sole la mattina diciamogli:" Grazie o Signore perché ci dai questo giorno bellissimo!" E' lui, il nostro Signore che illumina la terra e tutto il mondo intero! Perciò diamogli lode, come fanno gli uccelli, che cantano e lodano il Signore con il loro cinguettio per l'arrivo di Pa- squa e della primavera. La mattina svolazzano qua e là per trovare cibo e da bere e sembra dicano:

" grazie Signore di tutto quello che ci dai in primavera". Con l'arrivo della Santa Pasqua viviamo felici come le rondini, che volano e lodano il Signore. Suonate campane a festa che Gesù è risorto ed è festa d'amore e di perdono. Innalziamo gli occhi al cielo pe dire il nostro grazie a Dio mentre le campane suonano a festa perché Gesù è risorto!

Svegliamoci amici tutti come si svegliano gli uccellini a primavera! E’ Pasqua !

Marino Maria Teresa

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INTENZIONE GENERALE AFFIDATA DAL PAPA Perchè la celebrazione pubblica e orante della fede sia sorgente di vita per i fedeli.

Alla domanda di offrire un segno per poter crede- re, Gesù Cristo propose alla folla se stesso come pane vero che sazia l'uo- mo, il Pane che discende dal cielo per dare la vita al mondo. Anche il mon- do attuale ha bisogno di tale pane per avere la vi- ta. Preghiamo Gesù di darci ogni giorno questo pane perchè cresca in noi la gioia e la forza di testi- moniare la presenza di Dio nel mondo.

INTENZIONE DEI VESCOVI

Perchè i giovani sappiano rico- noscere, tra le mille voci che li sollecitano e li confondono, il fascino della chiamata del Si- gnore a una vita piena.

Il Signore non manca di chiama- re, in tutte le stagioni della vita, a condividere la sua missione e a servire la Chiesa nel ministero or- dinato e nella vita consacrata e la Chiesa è chiamata a custodire questo dono, a stimarlo e ad amarlo. Preghiamo per coloro che sentono la chiamata alla vita sa- cerdotale e alla consacrazione re- ligiosa, perché sentano il calore e il sostegno dell'intera comunità.

INTENZIONE MISSIONARIA Perchè le Chiese particola- ri dei territori di missione siano segno e strumento di speranza e di resurrezio- ne.

Questo anno è stato dedica- to alla fede per permettere ai fedeli di riscoprire e ap- profondire la loro fede nella persona del Salvatore degli uomini. Noi possiamo vive- re l'incontro personale e co- munitario con Cristo, la- sciandoci guidare dal suo volto crocifisso e glorioso così da testimoniare il suo amore per l'umanità tutta.

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PRENOTARSI :

Don Gaetano De Fino Tel. E Fax 0985 5752 Cell. 338 7500904

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Supplemento camera singola : € 350

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Trasporto aereo per Tel Aviv e viceversa; Siste- mazione nelle case Francescane “Casa Nova” o in hotel 4 stelle, in camera doppia con servizi privati; Pensione completa come da programma;

Tour in pullman G.T. con guida tecnico- spirituale di lingua italiana per tutto il tour; Visi- te ed ingressi ove previsti come da programma;

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19 - 26 ottobre 2013

Polizza assicurativa medico no-stop e bagaglio;

Corredo da viaggio (borsa, libretto, distintivo, cappellino.)

La quota non comprende:

• Spese gestione pratica € 20,00

• Travel card € 40,00

• Le bevande ai pasti, le mance e i facchinaggi, gli extra di carattere personale; Tutto quanto non espressamente menzionato alla voce “la quota comprende”.

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di pastoralità semplice. Lo ha dimostrato il fatto che il Pontefice neo eletto abbia chiesto “la benedizione del popo- lo su di lui, inchinandosi per prendersela, prima di dare la sua” ha osservato padre Lombardi.

È un aspetto questo – ha proseguito - che pone Papa Borgoglio in “perfetta continuità con lo spi- rito di Benedetto XVI” che ha sempre manifestato

“la sua gratitudine verso il popolo”. Il Santo Pa- dre, durante il suo saluto alle migliaia di fedeli in piazza San Pietro, ha infatti rivolto un pensiero al suo predecessore, affermando di pregare per lui e

“manifestando una profonda comunione spiritua- le” con il Pontefice emerito.

Tanto che, ha informato Padre Lombardi, ha su- bito manifestato il desiderio di mettersi in contat- to con Papa Benedetto: “Il nuovo Papa ha parlato per telefono con Benedetto XVI e vedrà di poterlo incontrare nei prossimi giorni” ha detto.

C’è poi un aspetto del nuovo Papa che ha solleti- cato la curiosità della stampa: come Padre Lom- bardi, il Pontefice appartiene alla Compagnia di Gesù. Più di un giornalista ha chiesto al portavoce vaticano se conoscesse personalmente il Santo Padre e cosa provasse “da gesuita”.

Il direttore della Sala Stampa ha dichiarato di non conoscere personalmente Borgoglio, ma di aver avuto modo di incontrarlo durante le Congrega- zioni della Compagnia di Gesù e di quelle recenti prima del Conclave.

“Non me lo aspettavo vestito di bianco” ha confi- dato, con un sincero sorriso che lasciava traspari- re la forte emozione per l’elezione di un confratel- lo. Tanto da confidare ai giornalisti di essere sor- preso dal “coraggio dei cardinali” di “passare l’o- ceano e allargare gli orizzonti, eleggendo per la prima volta un Papa di un altro continente”.

In particolare, padre Lombardi ha sottolineato lo

“spirito dei gesuiti” che sarà sicuramente una ca- ratteristica del Pontificato di Papa Francesco. Ov- vero uno “spirito di servizio” sulla scia di Sant’I- gnazio che ha formato i suoi seguaci a servire “con uno sguardo efficace ai bisogni della Chiesa uni- versale contemporanea”.

I gesuiti, ha precisato Lombardi, “cercano di esse- re servitori della Chiesa non in condizioni di auto- rità, ma di servizio”. Per questo - ha aggiunto -

“cercano solitamente di desistere dall’essere no- minati vescovi e cardinali e sembra strano che uno di noi sia addirittura eletto Papa”.

Ma questo, ha rimarcato il portavoce, è la dimo- strazione che il neo Papa “si sia sentito chiamato a compire questo dovere per la Chiesa universale”

al di là delle sue aspettative. Quella di Bergoglio è stata dunque “una chiamata forte e non una ricer- ca di potere”, che quindi – ha concluso Lombardi - dà una “risposta radicale” a tutti coloro che han- no ritratto in questi giorni le votazioni del Concla- ve come una continua lotta di potere.

Segue da pag. 1: Padre Lombardi...

CALENDARIO APRILE 2013

1 Lunedì Lunedì dell’Angelo – S.Messa ore 8,30 2 Martedì Incontro di formazione per gli Adul 3 Mercoledì Incontro di formazione biblica 4 Giovedì Incontro di formazione per i giovani 5 Venerdì Primo Venerdì del Mese

6 Sabato

7 DOMENICA Consegna dei risparmi raccol durante la quaresima di carità – Festa Giovani (Tortora) 8 Lunedì SETTIMANA DELLA FEDE (CATECHESI ORE

21,00)

9 Martedì SETTIMANA DELLA FEDE (CATECHESI ORE 21,00) - Incontro di formazione al Ba%esimo per genitori e padrini – Incontro Genitori del Gruppo Accoglienza (ore 17,00)

10 Mercoledì SETTIMANA DELLA FEDE (CATECHESI ORE 21,00) – Incontro Genitori del Gruppo Eucari- s a (ore 17,00)

11 Giovedì SETTIMANA DELLA FEDE (CATECHESI ORE 21,00) - Incontro di formazione per i giovani – Incontro Genitori del Gruppo Confermazione (ore 17,00)

12 Venerdì SETTIMANA DELLA FEDE (LITURGIA PENITEN- ZIALE PER CHIEDERE PERDONO DEI PECCATI CONTRO LA FEDE)

13 Sabato

14 DOMENICA OFFERTORIO per i BISOGNOSI – Incontro di formazione per gli animatori dei giovani degli adul (Scalea SS. Trinità ore 16,30) 15 Lunedì Preghiera del Rinnovamento nello Spirito -–

Ora di Preghiera mensile animata a turno dai gruppi (Ore 20,30)

16 Martedì 17 Mercoledì

18 Giovedì Incontro di formazione per i giovani 19 Venerdì ROVETO ARDENTE PROPOSTO DAL RnS 20 Sabato

21 DOMENICA Giornata Mondiale di Preghiera per le Voca- zioni (1° Confermazione) – Incontro diocesa- no per Coppie di sposi (Grisolia Scalo) 22 Lunedì Preghiera del Rinnovamento nello Spirito 23 Martedì Incontro di formazione al Ba%esimo per geni-

tori e padrini

24 Mercoledì CONVOCAZIONE ECCLESIALE PER LA CONSE- GNA DEL CREDO NELL’ANNO DELLA FEDE (Ca7edrale di San Marco Argentano) 25 Giovedì Uscita di tu8 i gruppi per il pellegrinaggio

sulla tomba di San Pietro a Roma 26 Venerdì Proge%o Tabor (Grisolia Paese) - Incontro

mensile dell’AdP

27 Sabato Celebrazione comunitaria del Santo Ba%esi- mo - Week-End di Formazione per Animatori dei Giovani (Cetraro)

28 DOMENICA Ri ro spirituale dei comunicandi 29 Lunedì Preghiera del Rinnovamento nello Spirito 30 Martedì

Riferimenti

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