ELISABETTA
REGINA D'INGHILTERRA
PER ANTONIO FONTANA
M.DCCC.XXVII
ELISABETTA
REGINA D'INGHILTERRA MELODRAMMA
DA
RAPPRESENTARSINELL'I.
R.TEATRO ALLA SCALA;
IL
CARNEVALE
1827-28
MILANO
PER ANTONIO FONTANA
M.DCCC.XXVII
PERSONAGGI
ELISABETTA, Regina
d'InghilterraSignora Enrichetta Meric-Lalande
Accademica filarmonica di Bologna.
LEICESTER
5Generale
dellearmi Signor Giovanni
David.MATILDE
5 di luimoglie
segreta 1Signora Carolina Ungher.
f pj^^-ENRICO
, fratello di Matilde k Maria'stuardaSignora Marietta
Sacchi.j
NORFOLC
5Grande
delregno Signor
LuigiRavaglia
Accademico filarmonico di Bologna.
GUGLIELMO, Capitano
delleGuardie
realiSignor Lorenzo Lombardi.
Cavalieri -
Dame
Nobili scozzesi
, ostaggi di Elisabetta Uffiziali del seguito di Leicester
Paggi
-Guardie
reali - Soldati - Guastatori Popolo.La
Scena è in Londra.LA
MUSICA ÈDEL
SIG.MAESTRO
ROSSINILA
POESIADEL
SIG. GIOVANNI SCHMIDTLe
Scene sono nuovedisegnale e dipinte dalsìg.Alessandro Sanquirico
BALLERINI
Inuentoìe e Compositore de'Balli Signor Taglioni Salvatore
PrimiBalleriniserii Sifi^nor Taglioni Salvatore
Signore Taglioni Adele - Conti Maria - Ramacini Giuditta Primi Ballerini
Signor MarchesiNicola - Signora Sicliera Laura Primi Balleriniperle partiserie
Signori Costa Luigi Trigambi Pietro-Piamacini Antonio Signora Bocci Maria
Primi Balleriniper leparti giocose Signor Aleva Antonio-Signora Vigano Celestina
AltriPrimi Ballerini
Signori Tra1)attoni Angelo-MathieuEnrico SigMore Ramacini Annunciata-Novellau Luigia-Ramacini Giov
Primi Ballerini dimezzo carattere Signori Coppini Antonio-Baranzoni Giovanni
Coppini Gioachimo-Masini Luigi Altri Ballej'iniper leparli
Sìgg. Bianciardi Carlo-Silei Ant.-Trabattoni Giac.-Sevesi Gaet.
AltriBallerini
Signori VillaFrancesco - Caldi Fedele - Fontana Giuseppe Signore Terzani Catterina -Velasrlii Eicola
Ardemagni Luigia-Braschi Eugenia.
Imperiale Regia Accademia
diBallo
Maestri di Pefjezionamento
Signor Guillet Claudio-Signora Guillet Anna Giuseppina Maestro dì Ballo - sig. Villeneuve Carlo
, Maestro dimimica edaggiunto - signora Monticini Teresa Allieui dell'Imperiale Regia Accademia
Signore Besozzi Angela, Terzani Fiaucesca, Portaluppi Giulia, Vaghi Angiola, Pizzi Amalia, Polastri Enriclietta
,
Ardemagni Teresa
, Vignola Margherita, Taiizi Maddalena,
Dubioi Giuseppa, Cazzaniga Rachele, Braghieri Rosalba,RomaniGius., Turpini Virginia, Viganoiii Teresa, Ravina Luigia
j
j\'ualumiG:i:olina,Trabattoni Anna,Carcano Gaetana, Opizzi Rosa, Braschi Amalia, Mazza Giuseppa, Filippini Carolina.
Signori Appiani Antonio, Casati
Tommaso
, Vago Carlo, Della CroceCario.Ballerini di concerto N.*^ dodici Coppie.
Maestro al Cembalo Slg.
Lavigna
Vincenzo.Primo Violino, Capo Orchestra Sig. Rolla. Alessandro.
Altro primo Violino in sostituzione al sig. Rolla Slg. Cavinati Giovanni.
Primo Violino de*^Secondi Sig.Bertuzzi Pietro.
Primo Violino per i Balli Sig.
PONTELIBERO FERDINANDO.
Altroprimo Violino in sostituzione al Sig. Pontelibero Sig.
De Bayllou
Francesco,Primo Violoncello al Cembalo Sig.
Merighi
Vincenzo.Altro primo Violoncello in sostituzione al sig. Merighi Sig.
Trevani
Giuseppe.Primo Contrabbassoal Cembalo Sig.
Andreoli
Giuseppe.Altro primo Contrabbasso in sostituzioneal sig. Andreoli Sig.
Hurt
Francesco.Prima Viola -'^^
Sig.
Majno Carlo.
Primi Clarinetti a perfetta vicenda
Sig. Tassistro
Pietro —
Sig.Corrado
Felice.Primi Oboe a perfettavicenda
Sig. IvON
Carlo —
Sig. Beccali Giuseppe.Primo Fagotto Primo Flauto Sig.
La
VARIAGaudenzio —
Sig.Baroni
Giuseppe.Primo Corno da Caccia Prima Tromba Slg.
Belloli Agostino —
Sig.Thomas
Giuseppe.Professore d^Arpa Sig. Reichlin Giuseppe.
Direttore del Coro
Signor Bruschetti Antonio
Editore della Musica
Signor
RicordiGiovanni
Macchinista
Signor
PavesiGervaso
Attrezzisti
Signori
FoRNARi Giuseppe
e FiginiCarlo
DirettricedellaSartoria
Signora Cervi Rosa
Capi Sarti
Da Uomo Da
Donnag.
Rossetti Antonio —
Sig.Majoli Antonio
Berrettonaro
Signor
ParraviciniGiosuè
Parrucchiere
Signor BoNAciNA Innocente
Capi Illuminatori
Sig.
Axba Tommaso —
Sig. AbbiatiAntonio
ATTO PRIMO
SCENA PRIMA
Sala regiaj
con
trono.NoRFOLC
,Guglielmo
, e Cavalieri, situati in ordine,
attendendo 1'arrivo della Regina. Guardie.
Coro Più
lieta, più bellaApparve
P aurora5
Malefica stella
Dal
cielosgombrò.
Del
raggio dipace
Il soie s'indora
^
Di Marte
la face Estinta restò.N07JI
(Oh
voci funesteChe abborre
quest'alma!La
rabbia m''investe:Più calma
-non ho
!)
( Il suono di militari strumenti in distanza, che si avvi- cina di grado in grado, annunzia Vingresse^ in città delle armi vittoriose, condotte da Leicester)
Coro
L'invitto
campione
De con
speranza^
Delizia d'
Albione D'
Elisa sostegnoDel regno
- splendor.Norf,
(Che smania
!che
affanno!Destino tiranno !
Avvampo
disdegno
^
M'
uccide il furor.)
8 ATTO
GugL Nel
giubilocomun
, signor, tu solo
(tirando Norfolc in disparte)
Parte non prendi
in si felice giorno?Perchè
?Rimira
intorno:Vedi qual
gioia aognun
siede sul ciglio.JYojfl (
Importuno
!)
Guglielmo
,
io
godo
alcomun bene
,
Lo
sa il ciel, tu lo sai^che appien
conosci Il sensibilmio
cor.Gugh
(Così
potessiIgnorar
qual tu sei.)
iVb/j^
Ma
in vederche
a'trofei Dell' anglico valoreParte io
non ho
,mi
reca affanno al core.Nelle
anime ben
nate.Di
generosa invidiaNasce
talorP
affetto.Oh
! qualcontento Per
Norfolc or sariaSe
di Leicester altemuto brando Questo brando
si fosseaccompagnato
!Ma
privo di talben mi
volle il fato.(Dissimular conviene.)
GugL Osserva
^ a noi sen viene Ilare la Piegina.A
lei timostra
Lieto5 se il puoi.
Vinci
te stessoj e spera.Forse un
di della gloriaAperto
a te il sentier, potrai delregno
.. .Nojf. Non più
y
Guglielmo.
GugL
(Io ticonosco
5indegno!
SCENA n
Elisabetta, con segnilo dì
Dame,
Cavalieri, Paggi e Guardie. I precedenti.Coro
Esulta, Elisa,omai
In
giorno si beato.PRIMO 9
Cangiò sembianza
il fato^Tutto
cangiò per te.L'invitto eroe vedrai
Deporti
i lauri al piè.Elis.
Quanto
è grato alPalma mia
Il
ccmun
dolce contento!Giunse
alfine il belmoment(
Che
e' invita a respirar.Coro Oh
beata!un Dio
pietoso^
Rese pago
il tuo bel cor,
Che
gioisce nelPamor.
Elis.
Oh
tu cheV anima
Potrai
bearmi, Perchè
si rapidoTi
ascondi ame?
Deh
! vieni, affrettati,
Più non
lasciarmi:Non
posso viverejT Deh!
torna ame.
Coro Quanto
è piacevoleDel
cor la calmaiOgnor
neiralma
Trionfaamor.
Elis.
Grandi
delregno
, è questoIl più bel giorno di
mia
vita. AlfineCoronò
la vittoria agliAngli
il crine.Del
forteDuce,
a cuiDeve
la patria ogni suoben
, risuonaOvunque
ilnome,
e tantafama
eigode, Che
al suomerto
èminor
qualsiasi lode.Pur da
noinon
si lasciD'onorar
la presenzaDi
si nobilcampion. Qui
Io scortate.Gugl.
Ei
s'affretta al tuo-piè.Elis.
(Qual
gloja!)Andate.
( I Grandi vanno sulP ingrosso a ricevere il vin( ilorc5
Norfolc con qualche amarezza li seguej Elisabetta,
assistita da Guglielmo, vasul trono) i^
IO ATTO SCENA
IIII precedenti; Leicester accompagnato da'primarii u(Fi- zlali, e seguito da diversi Nobili scozzesi, tra i quali
Matilde
sotto spoglie virili, ed Enrico.Coro
Vieni,o prode,
e qui tergi i sudori^Con
gli olivi di pace gli alloriVieni
il crineonorato
a fregiar.Tutto
cede - altuo
braccio possente^Per
te riede - ogni volto,ridente:Per
te cessa ognilungo
penar.Leic, 'Alta Regii?a,
invano
Lo Scoto
altero al nostro ardir s' oppose.Col nome tuo
sul labbroGli
Angli pugnaro
, e,alrimbombar
dell'armi
,
Dal
vincitorV
udiaIl
nemico
guerriermentre
peria.Di
rea discordia ornai spenta è la face.Al tuo
poter soggiaceChi
sprezzarlo tentò.D' uopo non
haiPiù
del nostro valore^onde
altuo
piedeDel comando
dell'armi
,
Che
degnasti affidarmi, eccoti il segno.Q
Esulti Elisa, e seco esulti il regno.
C) Deponesuigradini del tronoil bastone delcomando) Elis.
Giovane
eroe,quanto
perme
facesti,
Qaanto
aprò
della patriausò
finora.
Del tuo gran
cor la fede,
D'
ognidono
èmaggior
, d' ogni meixiede.Obbliarlo
non
so.T'
appressa. Intanto Abbiti questopegno
Della grata
alma
mia. (Leicester si prostra; Elisa- betta togliendosi dal petto un Ordine ca- valleresco,nefregia di suamano
il Duce)Leic.
Oh
generosa!..PRIMO
11
Noif. (
Oh
rabbia!..)Mal. (Oh
gelosia!)Leic.
Ah
sì! . .per
voi già sento^
Nuovo
valor nel petto :Per
voi dinuovo
affettoSento
infiammarsi il cor.Premio maggior
di questo^
Da me
sperarnon
lice^(
Ma
... allor sarò felice,
Quando
il coroniamor.) Nojf,
(Nel
di della vendetta,
Lieto sarà il
mio
cor.)
Leic,
Amor
dirada ilnembo
^
Cagion
di tanti affanni:Comincia
co'tuoivanni
^
La speme
a ravvivar.Coro Tu
sapesti alla tua patriaLa
sua gloria ridonar.(Al cenno di Leicester, si avanzano gli Scozzesi, e si prostranoallaRegina, presentandole i preziosi tributi che recano sopra de"*bacili copertidaunbianco velo) Leic, Questi,
Sovrana
eccelsa,
Germi
di chiara stirpe illustri ostaggi,
Proni
altuo sogUo
vedi.Que'
preziosi arrediCh'
oggi t' invia la sottomessa Scozia. . .(sospende il discorso nel riconoscere tra gli ostaggi la consorte ed il cognato)
(
Oh
ciel!..che m
ai vegg'io!. .Stelle!..Matilde...
Enrico
!..E un sogno
ilmio?)
Elis, Sorgete.
Entro
la reggia (agli ostaggi)Avrete
asilo.AlPonorevol grado
De'
paggi miei vi eleggo. (scende dal trono)Londra
festeggi in cosi lieto giorno Delle nostr'armi
il fortunatoevento
^
Sia partecipe
ognun
delmio
contento.(Elisabetta nel ritirarsi guarda benignamente Leicester,
12
ATTO
daiKlogli la mano da baciare. Norfolc, e Matilde fre-
mono
5 Enrico, clic sr ne accorile, cennoalla sorellad"*esser cauta.
Ognuno
ritirasifuorrlièLeicester, ilqualeva suir ingresso ed ivi trattieneMatilde, eh''èTultima ad entrare, e fa che ella retroceda.)
SCENA IV
Leicester e Matilde.
jte/c. Incauta! elie festi?
Seguirmi perchè?
Gli effetti son questi
D' amore
e eli fò?Mat. La
fede ^V amore
Guiclaro ilmio
piè^Di
sposa altimore Ritegno non
v'è.Leic.
Ma
in tanto periglio...Mat. Non
basta consiglio.Leic,
Ah
!trema
MaL
Soltremo
^*a
2Che
palpito io sento!Che crudo tormento!
Perpless^ .
me
stess^^
a ' aNon
trovopiù
inme.
Leic» Sconsigliata ! e
non
sai che del tuosangue La nemica maggior
qui si ritrova?Chi mai
ti trasse a questo Passo orribi^ funesto?Mat. Ahi
!.. sposo...appena
Fosti
da me
diviso,
Fama suonò che amore,
E l'amor
più 'tenace, ElisabettaPer
Leicester natria.Qual
fosse,oh Dio!
Allor r affanno
mio
,Chi
spiegarmai potrebbe?.. Oh!
vieni, Enrico.PRMO
SCENA V
Enrico, i precedenti.
Leic,
Tu
5mio congiunto
eamico
^
Di
cotantaimprudenza
Potestimai complice
farti?Eiii\
Ah!
taci.Ella tei dica^ usai
Ogni opra
5 ogni consiglio
Per
distorla,ma
invan.Vedendo troppo
Ostinato quel cor, volli seguirla
,
Sperando
in questemura,
Colla presenza m-ia farla sicura.Leic,
Vana
speranza!E non
pensaste, incauti,
Che
diMaria Stuarda Qui
proscritta è la prole?Ch'
Elisabetta vuoleDel
vostrosangue
ilgerme appien
distrutto?..MaU Oh Dio
!. .Enr.
Diletta suora,L' avvenir
men
funesto io speroancora!
Leic, Separarci convien.
Destar
sospettoIl favellar qui a
lungo
ora potria.Sieguila,
Enrico ad ambo La prudenza
or sia guida,E
poi di nostra sorte il ciel decida.(Vadasi
in traccia eh Norfolc, del caro,
Verace amico
, in cuipongo
ognispeme*
Ei
solpuò
invigorireun
corche geme.
) (parte )
ATTO
SCENA VI
Matilde
ed Enrico.Enr, Andiam. Vuole
il destino,
Che
teco io resti al fianco di colei^
Che
degli affanni nostriE
primiera cagion.Mat,
^Questo
5o germano,
È
il dolorche m-
uccide.Em\ D' uopo abbiam
di coraggio.Forse
dispeme un
rr^ggio - il ciel pietosoFia che
vibriper
noi.Mat, Sperar ben T
oso.Secondò
miei voti il cielo^
Ed
èpago P amor mio
:Or contenta appien son
io,E
ringrazio ilDio
d'amorJ Vidi
alfinr
oggettoamato
,
Il conforto
mio
primiero^ Il
mio
caro e sol pensieroChe
fa lieto oppresso il cor.Già
vinta è quest'anima Dal
dolce diletto,
Che
assortaed
estaticaDal
tenero affetto^
I sensi
più
esprimereDi
grazienon
sa.(partono)
SCENA vn
1"
Appartamenti.
NoRFOLc
solo.Norf, Già
tutto appresi!..Di Matilde
spaso^
Leicester tu^
chiedermi invano
aita.PRIMO i5
Perfido5 ame
potesti: - almar
frement?eMeglio
chiestaV
avresti,
Alle voraci belve
,
Alle forie
averno,
E non ad un nemico Qual
ti fui5
qual ti son...
M'offre
vendettaLa
total tua rovina.C^) vedendo giungere Elisabetta)
SCENA vili
Elisabetta e Norfolc.
Norf. Colmo
di duol ,Regina
,
D' un
cosi lieto dison
io costrettoLa
gioja a funestarti.Elis.
Come
!Noif.
'Oh Dio
!Favellar
mai
poss' io?..No
: forza tantaIn me non
è.Elis, Spiegati.
Norf, Orrendo arcano
5
Misera
! . . udrai. . .Deh
! lascia . . .Si5 lasciami tacer.
Elis, Parla:
P impongo.
Norf, T'
ubbidirò. Leicester ...Elis,
Che
! .. Leicester.,.
iVo/7\
Avvinto
innodo
conjugal...Elis,
Che
parli !..
ISorf, Il ver.
Elis. Possibil
mai
!..Ah
!. .t'ingannasti.Norf, Ah
no!.,non
m'ingannai.Di un
degli ostaggi sotto finte spoglieLa
sua sposa s'asconde
,
L'
accompagna
ilgermano... Ambo son
figli.,
Elis, Prosiegui.. .
Oimè
!i6 ATTO
Norf, Mi manca
al dir la voce.Elis, Figli eli chi ?
Norf, Ti nuoce
Il
mio
parlar.Elis.
Tutto
saper io voglio.Norf,
Figli a colei, che sìf
offese il soglio.(Elisabettaaqueste \iUimc parole ca^ìe sopra unasedia, ed ivi rimane immobile, e come fuori di sè. Norfolc con volto ipocrito le si avvicina)
Perchè mai
, destiti crudele^
Costringesti il labbro
mio
!..
Ma
fedele-a teson
io,Mentre
accusoun
traditor.Elis,
Con
qual fulmine iuiprò
v visoMi
percosse irato il Cielo !Qual
s'addensaorrendo
velo^Che mi colma
di terror!Norf, Deh
!rammenta
.. .Elis. Taci...
Oh
dio!JSorf,
Pensa
alRegno
.,.
Elis,
Oh
dio!..Mi
lascia.Norf, Sventurata
!Elis. Fiera
ambascia
!^
(Lacerar mi
sento il^' \
Per
tegeme
questoa
2Elis.
I
Misera!.. a cfuale stato
Mi
riserbò la sorte!Stato peggior di
morte:
Più
fieronon
si dà.Norf,
\Reggimi:
in tale stato.Deh! non
tradirmi^o
sorte.Vada
il rivale amorte
:Pago
ilmio
cor sarà.Nojf. Regina
,omai
decidi.Elis, Sì
5 perirà
Y
indx^gno.PRIMO
(Sorte5 a'miei voti arricli, )
Sgombri da me
pietà.Queir alma
perfidaNon vada
altera^Del
fallo orribileLa pena
avrà.Tra
cento spasimi L' iniquo pera^A
eternoesempio
D'
infedeltà. (partono da lati opposti)SCENA IX
Guglielmo
solo.Gu^L Che
fia?Smarrita
in voltoLa Regina
incontrai...Ma non
è quegliIl
superbo
Norfolc?Veloce
il passoEi
diqua move
...Forse
Qualche
affanno crudel recò costui D'Elisabetta al cor.Chi
saper prova Quanta
doppiezzacova
Il perfido nel seno . ..
Ma
, dolente^
La Regina
ritorna a questa volta...Oh
cieli..chemai sarà?..
SCENA X
Elisabetta e detto.
EUs,
Guglielmo
, ascolta.Pronte ad
ognimio cenno,
sulPingresso Sien le reali guardie.— Ma
priaQui
Leicesterm'
invia..Trattienti..(Oh
affanno!Norf.
'Elis.
i8 ATTO
Dove
iomi
sianon
so. )Di
Scozia iPaggi
Tuttiraduna
in questo loco.Gugl, Il
cenno
Vado
a compir. (parte )SCENA XI
Elisabetta sola.
Elis»
Che penso
^
Desolata
Regina? — A che mai
serveAver doma
la Scozia, e saldo il trono^
Se
un'infelice iosono
?Sconoscente
!Ei pur
vide L'amor
d' Elisabetta^
E
in laccio conjugal stringer piu' volle Dellamaggior nemica
sua la figlia! .. -Oh
delitto !..Ma
tremiL' iniqua coppia.
Son Regina
eamante
:Doppia
vendetta...Ecco V indegno
...Oh
istante!SCENA XII
Leicester da
un
lato,Matilde, Enrico
co'giovani Scozzesi dall' altro, Elisabetta.(Leicester, che si sarà presentato con premura,nel veder la moglie, si ferma ad un tratto5 Matilde ed Enrico vedendo Leicesterfannolo stesso5 Elisabettariconosceda'*motie dalla confusione del volto la sua rivale ed il fratello)
Leic\
(Matilde!)
MaL (Oh
cielo!)Enr,
(Oh
incontro!)
Elis. (
È
dessa..Oh
rabbia!)T'
avanza^ oDuce
...A che f
arresti?..IovoglioMcn sommesso
vederti.PRIMO J9 Ben
ti ènoto che
ilprimo
De'
miei fiditu
sei^che
tal ti estimo.Lek. Regina
.. .(che
dii^ò?)Regina
...(oh
dio! )umìi
tuo servo...a tantaMagnanima bontà
...(mi perdo
... )Mat,
(facendo vedere la propria agitazione) (
Oh
pencl!)Enr, Germana
^ah
!.. ti raffrena. (piano a Matilde )Elis.
Non
prosiegui?(dopoaverguardato aun tempoLeic., Mat. ed Enr.)
Eh
! lascia ornai quelPimportun
ritegno. .. (Geme
,trema V
indegno.Oh
piacer di vendetta!. . )Ma
coraggioOr
ti darà la stessa tua Regina.Vieni
j giovane eroe.
Mat, Ah
! ..
Elis, ( al sospiro di Matilde, benché sommesso, si voltaagxiar- darla5 poi dice a Leicester) avvicina.
Se mi
serbasti il soglioAl campo
dell'onor
,
Darti
mercede
io voglioDegna
del tuo valor.(al cenno di Elisabetta si avanza una guardia5laRegina le parla in segreto) Leic,
Donna
real^deh
! frenaSi generosi accenti...
[ (
Oh
dio! resistoappena a
3A'
palpiti frequentif
Del mio dubbioso
cor.)
Elis, (
Benché
fra suoi tormenti.Avrà
vendettaamor.
(ritornalaguardia, recando un bacile coperto da un drappo)
Leic. (
Di
qualmercè
favella^
Io
non comprendo
ancor.)
Mat,y Enr,
(La mia
perversa stellaSempre
divien peggior.)
Elis, ( che avrà fiirtivamente osservato i moti di Leicester, di Matildeed"*Enrico, ed ilorosguardidMutelligenza, freme
ia ATTO
in segreto, si alza
, poi, forzando sè stessa, dice:
)
Eccoti^ eroe niagnaiilmo
,
un
grato core ilpegno
:Te
5 riconosca ilregno
,
Per mio
consorte e re.(scopre il bacile indicato, che contiene Io scettro e la corona. Leicesteredi suoi congiuntirimangonoa talvista oltremodo confusi ed abbattuti. Elisabetta gode del loro turbamento)
a 4
jE&V. , (
Al
colpo inaspettatoChe
lor serbava il fatoj Il gelo
deUa morte
r
) Impallidir li fe\
)
a
3 1 ( Qtial colpo inaspettatoA
noi serbava il fato!. .Il gelo della
morte Tutto
s'aduna
inme.
)Elis, (dopo qualchepausa )
Duce
, in tal guisa accogliuna Regina
ildono
1Lede.
(Oh
ciel!..)Deh
!.,scusa..Al
trono(trenKinte )Vassallo
umil non
osa...Elis. (
Empio
! .. )Leic» Sì generosa (più risoluto)
Non merito
mercè.Elis. (
Anima
rea!)
Mal.
(Che
affanno !)
Enf\
Resisti!(piano a Matilde )
Mat
(Fiermomento
! )a 4
{ Spiegare ilduol
eh'io sentoPossibile
non
è. ) (dopo breve scena muta,
in cui andrà crescendo Vagitazione de"*due con- giunti ed"*Enrico, Ehsabetta, non potendo più raffrenarsi, proromperà come segue)
Ah
!che più
tollerarnon
poss' ioUn
vassallo fellon^menzognero.
PRIMO
21Or
labenda
dileguisi al vero:Eeeo
Vempio
che infido ti fa.(nel dire queste ultime parole, corre a Matilde, la prende per un braccio, strascinandola nel mezzo della scena)
Leìc. (
Che mai vedo
!.. )Mat.
(Dehro
!)
Enr\
(Son
desto!. .)
a ò
( Disvelato eV arcano
fmiesto .. .Ah
!Regina
^
perdono
^
pietà.
(s''inginocchiano) Elis. Guai'dlej olà! . •
SCENA XIII
Guglielmo
, Guardie, Cavalieri eDame.
I precedenti.Elis,
Quegli
Iniqui cingete5
Sien serbati al
mio
giusto furore.( Sol di rabbia si pasce il
mio
core:Sol vendetta conforto gli dà.
)
Gu.
Cor.Come
!.. ilDuce
!..P
eroevincitore! . .Oh
stupor!..Giusto
elei!..che
sarà? Leic, /Mat. Scherno
slam d'un
perverso destino.^nr,
[Elis, Traditori, fremete a'miei
sdegni...
a !
Leic,
Mat, Spas
^
jGugL Coro
SposiIEnr. Germana
... (abbracciando^)
Eiis.
GY
indegniSiazi divelti
Y un V
altro dal seno.ZjCÌC, f
Mat,
I
Ah! Regina
j
perdono
^ pietà.
Eìi^,
ATTO PRIMO t
(Sol si pasce il
mio
cor di veleno:Sol vendetta conforto gli dà.
)
Tutti
Fatai giorno!
Impensata mina
!Surse
il sole sereno, ridente^
Or
declina - turbato, languente
5
E
di luttocoprendo
si va.(Leguardieconduconoaforzaicongiuntidapartiopposte, ed ognuno confusamente ritirasi )
FirfE
dell'atto
primoATTO SECONDO
SCENA PRIMA
Appartamenti come
ilprimo
Atto.NoRFOLC
solo.Norf. Perchè
tremi, omio
cor?Forse presago
Sei diqualche
sventura^o
di rimorsi Sarestimai
capace?A
te finor lapace
Invidia tolse^ or
che soccombe
aun
trattoL'
idolo delTamigi
^
Or che
diCorte puoi
Ambire
a'primi onori^ed
orche
apertoTi
èr
adito a quel soglio,
Che
forseun
dì calcar potresti^ e in cuiDa ben lunga
stagion nutri speranza,
Mancherai
di coraggio e di costanza ?SCENA n
Guglielmo
eNorfolc.
Gugl,
La Regina
, signor , la tua richiesta Ricusa d**
appagar
.. .^orf. Come
!Gu^l
AgitataDa
molesti pensieri,
Sdegna
ascoltarti.24 ATTO
Norf, Sdegna
!Gu^L Troppo
Norfolc intesi,
Disse.
Da
ciòcompresi
,Che
grati a leinon sono
i detti tuoi.Norf.
(Oimè
!)Gii^L Dunque tu puoi Lungi da
queste soglieVolger per
ora il pie.Norf. Ma
tal divieto...
GugL
Udisti ilsuo
voler.ISorf,
Ma
ilmio
consiglio,
Nello stato affannoso in cui si trova...
Gugh
II consiglio talornuoce
^non
giova. (parte )SCENA iir
JNORFOLC.
Norf, Temerario
! Si vada. Iltempo
eP
arteCompir potran P impresa
^
E
sulle altrui ruineFarmi
afferrar della fortuna il crine, (parte)SCENA IV
Elisabetta,
Guglielmo.
EUs. Dov'
èMatilde
?GugL Attende
Colà
i tuoi cenni. (accennandounodegli ingressi )Elis.
A me
si guidi^ e poiVenga
Leicester.GugL Di
pietà potresti?.. .Ah
! sìj pietade è in te . . .
Elis.
Vanne:
intendesti?(Guglielmo entra dov^ è Matilde)
SECONDO SCENA V
Elisabetta,
Matilde
, Guardie.(Al cenno Elisabetta le guardie si i-iti iano)
Elis.
T'
inoltra.In me
tu vediIl tuo giudice5
o donna.
Mat, Ho un
cor bastantePer
ascoltare5 intrepida^ il
mio
fato.Elis.
Vuole
ragion di Stato^
Che
tu5nemica mia
,che
il tuogermano
^
Che un
vassallo sleale^
Sovi^a palco ferale
D'
un' odiosatrama
La pena
abbiale.Ma
pietà favella Elisabetta in sen. Sciùvi.Rinunzia
Ad
ogni drittotuo
Di
Leicester sul cor. Cosìda morte
Vi
potretesottrar... (Mat. freme)Cedi
alla sorte.Mat. Ah
!più
d' ogni supplizioE
questa tua pietade.Elis.
Non cimentar
la tolleranza mia.Siedi5 scrivi j rinunzia.
MaL Jnvan
...Elis.
Custodi
...
Mat. Ah
! senti. . .l^li^' Scrivi.
Mat, Sfoga
Sol
contro m
* tuttigU
sdegni tuoi^
Ma
il consorte^ ilgerman
.. .Scriver
non
vuoi.^Pensa che
solper poco Sospendo F
iramia
^
Quanto più
tarda fìa,
PIÙ
fiera scoppierà.3
ftfi
ATTO
MaL
Salva il geiinan^ lo sposo5
e ver
che
giusta sei^
Poi
tronca i giorni mieijTel
chiedoper
pietà.Elis. Resisti
ancora
?Mai, Oh Dio
!Ti mova
il piantomio...
Elis, i (
Non
bastan quelle lagrime1
A
impietosirmi il cor.)Mat.
) (VoiTci
stemprarti in lagrime,
(
Mio
desolato cor.)
(Elisabotta con cenno imperioso accenna a Matilde di se- dere al tavolino e di scrivere. Matilde Irenjaìite si ac- costa, siede
,pensa e si alza per retrocedere5 Elisabetta è in atto di chiamare le guardie5 Matilde la trattiene, e si pone a scrivere5in questo conìj>aiiscesulPini^rc*so Leicester non veduto dalle due donne )
SCENA VI
Leicester, Guardie.
Le
precedenti.(Le guardie si allontanano)
Leie. (
Misero me
!.. la sposaDolente ed
atìannosa!..
Che mai
sarà quel foglio?..S' accresce il
mio
timor.) fM^,(Tra
varii opposti affettiQuesf alma
si divide.)
Mrèi. (
QuaP
è il dolorche
uccide, ioreggo
almio
dolor?)
a
3(L' avverso
mio
destinò Si fiero ionon
credei.Quanto
crudel tu sei !Quanto mi
costi,amor!)
SECONDO ^7
(Elisabetta vede Leicester)
Dcbitor
le sei di vita^
Leggi
, oDuce,
e poi P imita.Deir
eiTor, deltradimento Pentimento
- io voglio in te.Tremo.
(mentreLeicestervaaltavolino e legge )Oh
ciel!Che
lessimai
!Sconsigliata,
che
facesti ì (a Matilde )Ah
!..comprendo
: in leisapesti (ad ElisaViolentar
P amor
, la fè. betta )Ma
t'inganni...
Odi
.. .Rifletti.. .
A
tal prezzonon
poss^ioConservar
il vivermio
^
Serbo nn
corche
viinon
è.(lacera ilfolio)Empio
!..trema
.. .Oimè
!. .Costanza. (a Mat.
)
E perduta
ogni speranza!..Serbo un
corche
viinon
è.a
3/Ah
! frapoco
, in faccia amorte
^ / Cesserà cotanto orgoglio
^ I
Ed
allor quelPalma
forteI
Fia
costretta a vacillar.1
Queir
ardirche
in faccia amorte
!
Ti
difese e vita e soglio^
Serberà quesf alma
forte,
Non
avvezza a vacillar.Ah
! s'affrettipur
lamorte
,
Affrontarla io deggio e voglio^
Non
saràguesf alma
forte\
Più
ridotta a vacillar.(Leicester e Matilde partono scortati dalle guardie)
28 ATTO SCENA VII
Guglielmo,
Elisabetta.(iu^L Chiede
Norfolc a teV
accesso.Elis.
Oh
incitano !..
Va
: digliche
al suo labbroDebbo
gli affanni miei^ digli
che
inpremio Di
sua fintaamistade
Verso
d'un
infelice^ancorché
infido,Disgombri
alnuovo
Solda questo
lido. (parie)
SCENA Vili
^Guglielmo
solo,Gu^l.
Oh
giusto cielo ! Alfine Il vernon
trovainciampo
Onde
giungere altrono
^ è alfin paleseQuel doppio
cor, d^ iniquità ricetto...
U
regiocenno ad
eseguirm'
aifretto. (parte)
SCENA IX
Atrio
contiguo
alle carceri.Coro
di popolo e di soldati.Qui soffemiiamo
il pie . . .Il tetro asil quest' è,
Dove un barbaro
fato -condannò Chi
la patria salvò -da
fiera sorte.Miseri noi ! chi sa.
Se
involarsipotrà
Il nostro
duce amato
- a tajit'orror?
Forse
colpa d'amor
- lo spingea morte.C lutti si avviciiiano alP in^i t'a^ tltllt tmxAiìi)
SECONDO SCENA X
NoRFOLC,
i precedenti.Norf, (
Che
intesi!. .Oh annunzio
!. .Questa
E
lamercè
eh'iomerto
?..Anche
fra lacciMi nuocerà
costui?.. Norfolc,che
pensi;L'ingiusto esilio
sopportar
potrai ?Come
a tanto rossor resisterai?)Coro Oh
nostroduce amato
!Nojf,
(Duce
I..Ah
!comprendo appien
...)Coro Barbaro
fatNorf,
(Qui
sicompiange
ilmio nemico... Tutto Congiura
adanni
miei . . .Che
risolvo?..Oh
vendettaICol manto
di pietà ti copri.AlP
arte.)
Amici
5 iovengo
a parteD' un
cosi giusto affanno.E
sarà verdie
ilprode
Salvator della patria Pei-a cosi ?..Lo
soffrirem ?Coro
jVon mai.Norf, Ebben, mi
udite. AssaiPuò
giovarci Norfolc.Già
cade il sole:Al
prigionermen
vo.Se non possMo
Sottrai'lo a' ceppi suoi fra brevi istanti,
Del
carcereV
accessoVi
schiuderete, amici^
Colla forza e il valor.
Coro
Signor,che
dici!Mancar
di fede al trono Saria cotanto ardir.^orf.
Ah
!troppo
ignoraDel duce
sventuratoElisabetta il cor: lo crede reo
atto
Di
lesamaestà
^mentre
quel coreColpevole non
è: lo scusaamore.
Deh
! troncate - i ceppi suoi^
Deh
! serbate - a Elisa, alregno
Il più grande.' fra ^,11 eroi
^
Il più
degno
- di pietà.Coro Or
ci guida. -O^ni alma
fidaPronta
aita a lui darà.Norf, Air amor che
ili >ciannida Fausto
arrida - il ciel clemente.Norf, Coro Non ha
core chinon
sente^
La
possanza d'amistà.Norf, (Vendicar
saprò PoiresalDi
furor quest'alma
accesa^
Queir
ingrata punirà).Coro Or
ci guida, ec.Noif, Non ha
co3'e chi noi salvaDal
poter d'ingiusta sorte.(
Queir indegno
a certamorte
'Da me
tratto alfin sarà.Questo
core-il suo furoreIn
quegliempi
estinguerà.)Coro Or
QÌ guida.-Ogni alma
fidaPronta
aita a lui darà, (il popolo ed i sol- dati seguono Norfolc)SCENA XI
Interno
d'un ampio
carcere a volte, rischiarato in parteda un
lampione:, scala a sinistra dello spet- tatore,^che conduce ad una
chiusa portanell'alto^altra piccola porta
murata
infondo, che
a suotempo
vien diroccata^ ingressocomune da un
lato.LEICESTER solo.
Al
suotramonto
è ild\.-Misero
! iogemo
Della sciagura
mia
!SECONDO
MatìlJe
Oh
sposa! acriirlamorte
forse Ali! no...empia
si tantoElisabetta
non
sarà.-Soave
Tu mi
scendi nellalma,
Dolce
pensiero, apportator eli calma.Per
te, per te soltantoTermine
avràun
infelice il pianto.Sommi
clementiDei
IDa
voi consiglioimploro:
Di
tanti affanni miei Sentitealmen
pietà.Per
voimi scenda
in senoCalma,
felicità.SCENA XII
NoRFOLC,
due Guastatori, e dello.Norf.
Amico
....Lvic, Ciel!. .. ti scosta.
Norf.
Cosìm^
accogli?Lek.
PriaDi
venire almio
sen,dimmi, non
deggioIl presente
mio
statoAl tradimento tuo?
Norf, Che
parli? Ingrato!Mi
conosci sìpoco?
Eccoti il ferro:Vibralo in
me,
sevuoi, ma F onor mio
Cosìnon
oltrasffi^iar.Leic,
Ma
Elisabetta. ..Norf.
Scoperse il ver,ne
so dircome. A
leiDiressi i prieghi miei^
Che non
feci enon
dissionde
quel core Impietosirper
te?Vana
speranza!Tuo
complicemi
crede, e la tirannaA veigognoso
esilio ormi condamja»
ATTO
Leic. Gli e sento...
(E
sarà ver!)Tu
solo a parie Fosti delmio
segreto .. .Noìf.
Illustrenodo
Potea
restarsiognor
eelato?Ah! troppo
,
Per
giovanil talento, ti rendestiImprudente
inamor
...Ma
si tralasciL* in util favellar.
Voglio
salvarti^
Felice io voglio farti
^
E ad
ogni eosto.Leic,
Come
lNorf, Odi
. ..Ma
priamira
colà.Matilde
E
ilsuo german
divideDa
te quél chiuso vaixo.Leic,
Oh
eie)!Noif, Quanto
vi dissi^ (a"*Guastatori clie si acriu-
gono adatterrareilm;u*odellapiccolaportainfondo )
Si eseguisca.-
Fra poco
Stringerli al sen potrai.Leic.
Oh
generoso!oh degno...
Norf. Del tradimento mio
sia questoun
segno.(s**ode qualche romore
)
L^ic.
Alcun
s'appressa.Norf, Oh
cieliLcic, fùtrattl^ in
breve
A me
verraiNorf, (Che mai
sai^à!)Leic.
Che vedo!
SCENA xni
Elisabetta,
Matilde,
Eniuco. i detti.(IdueGuastatori avendo diroccato il muro della porta, s**inol- trano nella medesima, indi escono e si ritirano in dove soii venuti. Neiratto che Norfoìc vuol far nuove premure a LH- ces^er, si sentono stridere i cardini delPaltra partenellasom- mità della scala, da cui discende Elisal.cUa iiì succinte vesti, preceduta da imaguardiache recaunaface.Korfolc, scorgendo
SECONDO 33
laRrgina, tìmoro30 a talvista, è in atto di partire*, ma.can- giandòpcnsioro, si cela dietro ad un pilastro in certadistanza dell'ingresso aperto poco prima, snl cui limitare si mostrano Enrico e Matilde.
V
oscurità del luogo nel fondo non fa di- stinguerli da Norfolc, né dagli altri. Leicester, maravigliato in veder la Sovrana, rimar: e confuso mentre ella scende. La guardia^ dopo aver posato la face, si ritira al cenno d**Elisa- betta")Lete,
Tu,
regina!.. .Deh
!come
... (prostrandosi )E/fs. Taci.
JVojf, (Io
tremo
...
Che mai
vorrà.)3TaL
(pianofraloro) Cielo! ..Ella stessa?Enr.
Il piedeNon
inoltrar.Mat.
Costuiperchè
celato? (vedendoNorfolc)Enr. Udiam^
t'accheta ornai.Elis, (discesa al basso
)
MiscrO
, ascolta^
Ecco r
ultima voltaChe
ti è dato il vedermi.-A donni
tuoi Favellaron le leggi, e iGrandi
amorte Ti condannaron
già.La
tua reginaApprova
la sentenza:Elisabetta far
non
la potrìa.Per
quella ignota via (accennando la scala )Ella t'offre
uno scampo
; va, t'affretta:La
l'cgina ornon
v'è;ma
Elisabetta .. .Leic.
Oh
eccelsadonna
!...Amore
Mi
fece reo,ma non
ribelle al trono.S'io m'involassi alla
mia pena,
ilmondo Tale mi
crederia. Lascia ch'io pera.Mostrati generosa
A
Enrico, allamia
sposa^
Li
salva: altronon bramo.
Elis.
Un
impoF.^Ibil chiedi.L'
empio
Norfolc,che
ti accusò . . .Lcic.
Che
dici?Norfolc!