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Ettore Schmitz nasce a Trieste, allora in territorio austro-ungarico, nel 1861 da un agiata famiglia di origini ebraiche, la madre è italiana ed il

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Academic year: 2022

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• Ettore Schmitz nasce a Trieste, allora in territorio austro-ungarico, nel 1861 da un’ agiata famiglia di origini ebraiche, la madre è italiana ed il padre tedesco

• Vive la duplicità culturale e multietnica della sua città che in quel periodo è crocevia tra cultura italiana e cultura mitteleuropea, per questo scriverà col nome : Italo Svevo

• Frequenta studi commerciali per essere avviato alla attività di famiglia (il padre ha una fabbrica) ma li interrompe ed lavora in banca per il fallimento dell’azienda

• 1896: sposa Livia Veneziani, sua cugina e figlia di un industriale (matrimonio conveniente che presto non lo soddisfa più)

• Tra il 1892 ed il 1898 scrive i romanzi «Una vita» e «Senilità» che pubblica a sue spese ma non hanno successo

• 1906: incontro con lo scrittore irlandese James Joyce

• 1908-1910: lettura/incontro con Sigmund Freud

• 1919: romanzo «La coscienza di Zeno», pubblicato nel 1923 in Francia, grande successo grazie a Joyce ma anche recensione di Montale in Italia

• Settembre 1928: muore in un incidente stradale in provincia di Treviso

• Avrebbe voluto scrivere anche il romanzo «Il vecchione» o «Confessioni di un vegliardo»

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• nell’essere umano sono presenti tensioni, desideri, paure, sentimenti di cui non siamo consapevoli. La realtà esterne ci colpisce senza che noi ce ne rendiamo conto, perciò

inconsapevolmente la rimuoviamo. Ma essa non sparisce, rimane nel subconscio e riaffiora quando meno celo aspettiamo sottoforma di nevrosi, ansia, fobia.

• l’Io è pluralità (vedi anche

Pirandello) e la società va disprezzata perché fredda e calcolatrice

• la società industriale porta all’

alienazione dell’individuo che no sa più chi è

• l’essere umano deve lottare

per la vita. Sopravvivono solo i più forti, gli esser più deboli falliscono

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L’inetto diventa protagonista di tutti i suoi romanzi, egli è l’uomo irrealizzato e frustrato da una realtà sociale che non può cambiare; ma è anche l’uomo dalla lucida consapevolezza di essere «malato»

Zeno Cosini: vuole raggiungere il successo nel suo ambiente borghese (ricchezza, salute, felicità), vuole migliorare la sua vita e «migliorarsi»

Coscienza di Zeno: Zeno è conscio di essere

irrimediabilmente malato e dice: «la malattia è una convinzione ed io sono nato con in questa

convinzione»

Da ciò la CRISI dell’uomo moderno e dell’intellettuale che vivono l’impotenza sociale e l’indolenza interiore, non sono cioè capaci di reagire alle situazioni. LG

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La lettura e lo studio delle opere di Freud lo convincono che la psicanalisi non è uno strumento curativo, infatti colui che narra di sé allo psicanalista è inattendibile proprio perché parla di sé ed è influenzato da una visione soggettiva.

Inoltre: tutti siamo malati e chi si accorge di essere malato è il vero sano consapevole dei propri limiti.

«chi si dice sano in realtà non si accorge di essere malato, invece chi si dice malato è colui che ha capito e si è accorto dei propri limiti»

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ORDIGNO : è ciò che rompe per un attimo il fluire della quotidianità e permette uno scarto, un

cambiamento. Ma gli ordigni sono solitamente cosa negativa: la guerra (1° guerra mondiale), il fallimento finanziario, la speculazione finanziaria.

Il romanzo termina con l'affermazione del protagonista-narratore di aver finalmente conquistato la

“salute” e insieme con la previsione catastrofica dell'estinzione dell'umanità a causa della follia dell'umanità stessa.

Ma il successo di Zeno è dovuto alla violenza che egli esercita sugli altri ( la speculazione di guerra, che affama i più deboli, è una violenza tra le più ripugnanti); infatti anche il successo individuale dell'eroe del romanzo è azione che inevitabilmente porta alla catastrofe dell'umanità.

Zeno afferma che a guarirlo è stato il commercio, e cioè la decisione di comperare, durante la guerra, qualunque cosa fosse in vendita. II successo commerciale gli ha dato la fiducia e la convinzione della salute che prima gli mancava («Nel momento in cui incassai quei denari mi si allargò il petto al sentimento della mia forza e della mia salute»). Ma per l'appunto si tratta di una mera convinzione (soggettiva e illusoria, come soggettiva e illusoria era la convinzione della salute di Augusta), e Zeno ormai ne è conscio: «Da lungo tempo io sapevo che la mia salute non poteva essere altro che la mia convinzione e ch'era una sciocchezza degna di un sognatore ipnagogico [che nel sogno si rende conto di sognare] di volerla curare anziché persuadere».

È la vita stessa ad essere "malattia". La malattia di Zeno s'identifica con la malattia della civiltà e guarire significa adeguarsi a una società che è radicalmente malata, tanto da trasformare la tragedia della

guerra, lo sterminio di milioni di uomini in un'occasione di arricchimento per pochi (e cinici) privilegiati.

Quando dice «La vita attuale è inquinata alle radici» Svevo anticipa di decenni, i più drammatici problemi contemporanei: la questione ambientale, quella demografica, la situazione nucleare venutasi a creare con l'invenzione della bomba atomica.

LG

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• Monologo interiore: il personaggio parla con se stesso

• Alternanza dei piani temporali cioè i fatti sono narrati in disordine e seguono il flusso della

memoria (il modo di ricordare) di chi racconta

• Il narratore è inattendibile: perciò anche il lettore non è sicuro di ciò che è accaduto e di come sia accaduto, tutto è messo in

discussione dalla interpretazione parziale e soggettiva di chi racconta

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• Romanzi:

- Una vita - Senilità

- La coscienza di Zeno

• Saggi

• Favole

• Novelle e Racconti

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