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Programma geologico-perforazione (5024 KB)

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Academic year: 2022

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(1)

“Cascina Daga 1 dir”

Programma Geologico e di

Perforazione

(2)

Sommario

1. INFORMAZIONI GENERALI... 3

1.1.DATIGENERALI ... 3

1.1.1. Ubicazione del Permesso ... 4

1.2.SCOPODELSONDAGGIO... 7

1.3.UNITÀDIMISURA UTILIZZATE NEL RAPPORTO... 8

2. PROGRAMMA GEOLOGICO ... 9

2.1.INQUADRAMENTOGEOLOGICO ... 9

2.1.1. Schema strutturale regionale ... 9

2.1.2. Assetto strutturale ... 11

2.1.3. Schema tettonico - stratigrafico ... 14

2.1.4. Stratigrafia ... 16

2.1.5. Obiettivi della ricerca ... 18

2.2.INTERPRETAZIONESISMICA ... 19

2.3.OBIETTIVIDELPOZZO... 25

2.3.1 PROFONDITA’ TOTALE ... 26

2.4. SISTEMAPETROLIFERO ... 26

2.4.1. Reservoir ... 26

2.4.2. Rocce madri ... 26

2.4.3. Coperture ... 26

2.4.4. Trappole... 26

2.5.PROFILOLITOSTRATIGRAFICOPREVISTO ... 27

2.6. RISCHIINFASEDIPERFORAZIONE... 28

2.7.POZZIDIRIFERIMENTO... 29

2.7.1. Dati Raccolti Da Pozzi Limitrofi... 30

2.8. GEOLOGIAOPERATIVA... 32

2.8.1. Obiettivi... 32

2.8.2. Servizi di Monitoraggio Geologico ... 32

2.8.3. Log ... 33

2.8.3.1. LWD – Logging While Drilling ...33

2.8.3.2. WLL – Wireline Logging...33

2.8.4. Mud Logging... 37

2.8.4.1. Campionamento geologico...37

2.8.4.2. Rilevamento in continuo di sostanze nocive ...37

2.8.4.3. Rilevamento e monitoraggio di gas nel flusso di ritorno del fango...38

2.8.5. Carotaggi di Fondo... 41

2.8.6. Carotaggi di Parete ... 41

2.8.7. Prove di Produzione... 41

2.8.8. Previsione e Programmi ... 42

2.8.9. Acquisition Master Plan... 43

2.9.INGEGNERIADIPOZZO ... 44

2.9.1. Riassunto del Progetto del Casing ... 44

2.9.2. Gradienti di densità dei fanghi ... 48

2.9.3. Programma Fanghi e Fluidi di Perforazione... 49

2.9.4. Temperature... 51

2.9.5. Anidride Carbonica... 52

2.9.6. Solfuro di Idrogeno. ... 53

2.9.7. Problemi di Perforazione Attesi... 53

2.9.8. Attrezzature dei BOP e Test. ... 53

2.9.9. Calcoli Di Resistenza Del Pozzo e Tolleranza ad un Kick... 55

(3)

3.2.VELOCITÀ DI AVANZAMENTO... 58

3.3. COMMENTI GENERALI... 59

3.4.VERIFICHE PRIMA DELLA PERFORAZIONE... 60

3.5.TUBO GUIDA 20”(PRE-POSIZIONATO)... 61

3.5.1. Descrizione Schematica ... 61

3.6.SEZIONE FORO 16” ... 61

3.6.1. Descrizione Schematica ... 61

3.6.2. Preparazione... 62

3.6.3. Esecuzione Foro 16" ... 63

3.6.4. Discesa Casing 13 ⅜" ... 64

3.6.5. Cementazione Casing 13-⅜"... 66

3.6.6. Installazione Testa Pozzo e BOP ... 67

3.7. SEZIONE FORO 12¼” ... 68

3.7.1. Descrizione Schematica ... 68

3.7.2. Preparazione... 68

3.7.3. Esecuzione Foro 12-¼"... 69

3.7.4. Discesa Casing 9-⅝"... 71

3.7.5. Cementazione Casing 9 ⅝" ... 73

3.7.6. Installazione del Casing Hanger e Montaggio BOP... 74

3.8.SEZIONE FORO 8-½” ... 75

3.8.1. Descrizione Schematica. ... 75

3.8.2. Preparazione... 75

3.8.3. Esecuzione Foro 8-½"... 76

3.8.4. Log Elettrici nel Foro 8 ½” ... 77

3.8.5. Esecuzione dei Log... 77

3.8.6. Discesa Liner 7” ... 77

3.8.6.1. Posa Liner 7”...77

3.8.6.2. Cementazione Liner 7" ...79

3.8.7. Esecuzione dei Log... 81

3.9. COMPLETAMENTO... 81

3.10. PROVE DI PRODUZIONE... 83

3.11. CHIUSURA MINERARIA... 83

ELENCO DELLE FIGURE ... 91

ELENCO DEGLI ALLEGATI ... 91

(4)

1. INFORMAZIONI GENERALI

1.1.DATI GENERALI

Permesso: CARITÀ

Titolarità: Apennine Energy S.p.A. (50% RU)

Apennine Oil & Gas Spa (50%)

Pozzo: Cascina Daga 1 Dir

Classificazione: Appraisal (APS)

Provincia: Treviso

Regione: Veneto

Comune: Nervesa della Battaglia

Coordinate geografiche di superficie:

(Sferoide: Int. 1924; Datum: Roma 1940)

LONG. -0°12'04,72"

LAT. 45°47'58,98"

Coordinate geografiche di superficie:

(Gauss-Boaga; Datum: Roma 1940)

X 1752652 mE Y 5076958 mN Coordinate geografiche di fondo pozzo:

(Sferoide: Int. 1924; Datum: Roma 1940)

LONG. -0°12'17,31"

LAT. 45°48'06,31"

Coordinate geografiche di fondo pozzo:

(Gauss-Boaga; Datum: Roma 1940)

X 1752371 mE Y 5077173 mN

Quota Piano Campagna: 61 m slm

Quota Tavola Rotary: 68.71 m slm

Obiettivo: Miocene (Tortoniano)

Profondità finale: 1931,15 mTVDSS /1999,86 mTVD / 2053,74

mMD

Impianto: Drillmec HH220

(5)

Figura 1

(6)

SPRESIANO

TREVISO

Figura 2: Mappa stradale dell’area del permesso

(7)

Figura 3: Ubicazione geografica del sondaggio

Il cantiere è ubicato nella zona agricola del Comune di Nervesa della Battaglia pertinente alle zone dedicate all’attività estrattiva, circa 3,8 Km dal centro urbano, con accesso dalla S.S. N. 13 poi in via Busco e successivamente via Santi, fino al cancello di accesso delle cave; la viabilità è strutturata per il traffico pesante dato

(8)

1.2.SCOPO DEL SONDAGGIO

Il sondaggio Cascina Daga 1 Dir ha lo scopo di investigare una struttura (denominata Nervesa) ubicata all’estremità settentrionale della pianura Veneta, ad una ventina di km a Nord di Treviso. In particolare il sondaggio attraverserà una serie di livelli di arenarie della Formazione delle Marne di San Donà (Tortoniano) già evidenziate mineralizzate a gas nei pozzi Nervesa 1 e Nervesa 1 Dir A.

Gli obiettivi a gas mappati presenti nelle Marne di San Donà, evidenziano una struttura profonda a partire dai 1400 m costituita da un’anticlinale allungata in direzione NNW-SSE, limitata sul fianco orientale da una faglia inversa e sul fianco occidentale dalla sua back, a Nord un’altra faglia inversa la separa dalla culminazione denominata S.Andrea. L’insieme di strutture delinea un sistema compressivo/transpressivo, innalzato rispetto all’area circostante.

Il sondaggio si fermerà alla profondità di 1931,15mTVDSS / 1999,86mTVD / 2053,74 mMD.

(9)

Le unità di misura utilizzate per la compilazione del programma, qualora non specificato diversamente sono le seguenti:

GRANDEZZA UNITÁ DI MISURA

Profondità m

Pressioni bar oppure psi

Gradienti di pressione kg/cm2/10m

Temperature °C

Pesi specifici kg/l oppure g/l

Lunghezze m

Pesi tons oppure ql

Volumi m3 oppure l

Diametri bit & casing Inches

Peso materiale tubolare lb/ft oppure Kg/m

Volume di gas Smc

Plastic viscosity Centipoise

Yeld & gel g/100cm2

Salinità ppm oppure g/l di NaCl Equivalente

Profondità misurata (Measured Depth)

da Tavola Rotary mMD

Profondità Verticale Vera (True Vertical

Depth) da Tavola Rotary mTVD

(10)

2.PROGRAMMA GEOLOGICO

2.1.INQUADRAMENTO GEOLOGICO 2.1.1.Schema strutturale regionale

L’area in esame (figure 1 e 2) è una porzione della pianura veneto - friulana che rappresenta la superficie di riempimento di età terziaria e quaternaria di un bacino deposizionale situato all’estremità nord-orientale della microplacca adriatica. Si tratta dell’avampaese condiviso fra il settore orientale delle Alpi meridionali e quello degli Appennini settentrionali. Il primo corrisponde ad una catena a thrust con vergenza meridionale, sviluppatosi a partire dal Paleogene, mentre il secondo è una catena a thrust con vergenza nord - orientale formatasi dal Neogene (Massari, 1990; Doglioni, 1993). Il fronte alpino più meridionale è sepolto sotto la piana alluvionale pedealpina. Il settore più meridionale della pianura veneta, invece, è stato influenzato fin dal Miocene superiore dall’attività di espansione verso nord dell’avampaese appenninico, i cui thrust più esterni si trovano sepolti al di sotto dell’attuale corso del fiume Po.

In posizione inferiore rispetto ai sovrascorrimenti che hanno generato la cosiddetta

“flessura frontale”, che costituisce la prima fascia del rilievo prealpino, si trova la prima linea di thrust sepolti al disotto della pianura, cui appartiene la struttura di Nervesa; questo allineamento di strutture sepolte è frazionato e complicato da componenti trascorrenti lungo le faglie di svincolo (tear fault) che frazionano il fronte del sovrascorrimento.

(11)

Figura 4: Schema regionale

(12)

2.1.2.Assetto strutturale

La struttura di Nervesa si presenta come una anticlinale allungata in senso N-S, con l’asse principale coniugato a basso angolo con la tear fault principale che costituisce lo svincolo tra le strutture avanzate di Arcade / Nervesa orientata NNW- SSE. All’interno della struttura si evidenziano faglie inverse di minore entità parallele all’asse principale ed immergenti verso lo stesso, a delineare una flower structure non pienamente espressa che potrebbe rappresentare l’evoluzione di una drag fold (figure 5 e 6).

Figura 5: Assetto strutturale. A tratteggio si evidenzia il margine della Piattaforma Friulana

(13)

Figura 6: Assetto strutturale

In una struttura di questo tipo l’orientamento del vettore di stress principale (sigma1) appare perpendicolare alla direzione di massimo allungamento della

(14)

Figura 7: Linea sismica 303-77

Figura 8: Schema interpretativo

Cascina Daga 1 Dir

(15)

La storia geologica dell’area del permesso è stata caratterizzata e condizionata da diversi cicli tettonici legati alle fasi distensive del Mesozoico e a quelle compressive del Terziario e del Pleistocene:

1. L’area poggia su un basamento metamorfico di età Ercinica correlabile all’episodio metamorfico Panafricano del Cambriano superiore.

2. Durante il Permiano, l’inizio della tettonica distensiva provoca la fuoriuscita di magma con la messa in posto del cosiddetto ”Piastrone Porfirico Atesino”.

3. Il Permiano superiore fu caratterizzato da una grande trasgressione marina durante la quale si depositarono sabbie, argille e calcari di mare basso (sedimenti di piattaforma carbonatica). Questa fase durò fino al Carnico inferiore.

4. Nel Norico superiore e nel Retico nella zona bellunese, inizia ad instaurarsi un bacino a direzione N-S.

5. Il Giurassico risente fortemente dell’apertura del Bacino Ligure- Piemontese”

che, grazie agli effetti distensivi, porta anche nelle successioni bacinali regionali alla differenziazione di alti strutturali con permanenza di condizioni di piattaforma (Piattaforma Friulana e Piattaforma Veneta) e bassi strutturali con deposizione di facies bacinali (Bacino di Belluno).

6. Il Cretacico vede la ricomparsa delle piattaforme carbonatiche ma denuncia i prodromi dell’orogenesi alpina con le prime facies di flysch mesozoici che avranno la loro massima espressione nel Cenozoico. Con il Toarciano la Piattaforma Veneta passa a piattaforma profonda ed infine a bacino. Quella Friulana invece rimane in condizioni di mare basso.

7. La sedimentazione continua fino all’Aptiano superiore quando iniziò il ciclo compressivo alpino. Sulla piattaforma Friulana proseguiva la

(16)

8. Con il Paleocene anche la piattaforma Friulana annegò e su tutta l’area si depositarono dei sedimenti prevalentemente marnosi.

9. Nell’Eocene medio si depositarono, nella zona orientale, il Flysch di Belluno mentre nell’area occidentale si hanno le effusioni vulcaniche dei Colli Euganei.

10. Nell’Oligocene la successione fin qui descritta, era ormai emersa o in fase di emersione a seguito delle spinte orogenetiche delle fasi eo-mesoalpine.

In questa fase si depositarono le Glauconie di età cattiana.

11. La sedimentazione riprendeva nell’Aquitaniano (Miocene inferiore) con sedimenti terrigeni di mare basso.

12. La riduzione del livello del mare fino al suo ritiro definitivo è documentata da una potente sequenza di marne siltose del Serravalliano e delle successive alternanze di areniti e siltiti del Tortoniano.

13. Oltre alle deformazioni tettoniche, l’evoluzione plio - quaternaria è stata fortemente influenzata dall’evento Messiniano (circa 5 milioni di anni fa) che, in risposta all’abbassamento del livello del Mediterraneo, causò l’emersione dell’area e l’azione di notevoli processi erosivi fluviali. Questi portarono alla riorganizzazione del reticolo fluviale e diedero origine a molte delle principali valli alpine e delle maggiori depressioni esistenti nel substrato della pianura.

Tali elementi hanno poi guidato la sedimentazione marina pliocenica e quella marina e alluvionale quaternaria (Fig. 3).

14. Prevalenti conglomerati poligenici ed eterometrici a clasti di natura carbonatica e subordinate siltiti ed arenarie chiudono, nel Messiniano, la successione colmando l’avanfossa e testimoniando l’emersione definitiva dell’intera catena.

(17)

La successione stratigrafica nell’area del permesso è costituita dai carbonati mesozoici di piattaforma (Cretaceo), dalla Formazione Gallare (Oligocene), dalle Glauconie di Cavanella (Miocene inferiore), dalla Formazione delle Marne di San Donà (Tortoniano), dai Conglomerati del Montello (Messiniano) e dalle sequenze conglomeratiche di piana deltizia (Plio-Pleistocene).

La Formazione Gallare è, a causa di una fase erosiva, assente sugli alti strutturali, come nell’alto di Nervesa e nella parte settentrionale del permesso.

Le sequenze mesozoiche nella parte settentrionale del permesso sono riconducibili agli affioramenti dei settori Perialpini, mentre per la parte meridionale si deve far riferimento alle vicine serie appenniniche terziarie.

Le sequenze prevalentemente carbonatiche mesozoiche e paleoceniche appartengono al Dominio della Piattaforma Friulana mentre i cicli clastici terziari che si sovrappongono, sono dovuti alla formazione di bacini e avanfosse creatisi con le orogenesi dinarica ed alpina.

Dal Pliocene, con fasi alterne, gli innalzamenti dell’area alpina hanno determinato una blanda monoclinale con immersione verso il mare Adriatico e con la deposizione di sequenze tipiche del margine padano orientale.

I livelli mineralizzati dell’ area sono costituiti da livelli arenacei (doloareniti) presenti all’interno della Formazione delle Marne di San Donà. Questa serie rappresenta, dal punto di vista evolutivo, la colmatazione delle aree depresse che si formarono nel Tortoniano in seguito all’avanzamento verso sud del fronte alpino.

(18)

Figura 9: Profilo litostratigrafico

(19)

smantellamento dei rilievi alpini. Infatti, salendo nella serie dal basso verso l’alto, i sedimenti tendono a diventare sempre meno distali per passare a deltizi nel Messiniano con i Conglomerati del Montello. Dal punto di vista litologico le Marne di San Donà sono costituite da marne ed argille più o meno siltose con livelli di sabbie passanti ad arenarie (doloareniti).

2.1.5. Obiettivi della ricerca

La ricerca petrolifera nell’ area del permesso si è sviluppata perseguendo i temi strutturali nelle serie carbonatico – clastiche. Dal 1970 al 1988 sono stati acquisiti circa 800 km di linee sismiche 2D e sono stati eseguiti cinque pozzi per un totale di 13.170 m perforati L’esplorazione condotta da ENI ha portato alla scoperta dei giacimenti a gas di Nervesa e Arcade nelle sequenze arenaceo-marnose del Miocene.

La struttura di Nervesa era stata perforata dall’ENI nel 1985 con due pozzi (Nervesa 1 e Nervesa 1 Dir A) e si è dimostrata mineralizzata a gas in alcuni intervalli di sabbie del Tortoniano (Miocene medio-superiore).

La culminazione nord della struttura è stata invece perforata da Apennine Energy nel 2013, modificando e precisando, grazie alle nuove misure di velocità, l’interpretazione geofisica e la comprensione della struttura.

Rilievi Sismici Acquisiti (km)

Anno Esplosivo Vibroseis Hydropulse Totale

1970 5.322 5.322

1971 6.308 6.308

1976 8.621 8.621

1977 6.254 5.405 11.659

1983 26.257 26.257

(20)

2.2. INTERPRETAZIONE SISMICA

Sono state interpretate alcune linee sismiche (Figura 5). I dati sono di scarsa qualità, ma la presenza di una serie conglomeratica a circa 1200 m al di sopra della Formazione delle Marne di San Donà tende a mascherare il segnale per la notevole variabilità areale sia in termini di spessori che di litologia.

Gli orizzonti sismici interpretati corrispondono, dal basso verso l’alto:

1. Top carbonati.

2. Top livello 5 3. Top livello 8 4. Top livello 9a 5. Top livello 12 6. Top livello 14a 7. Top livello 15

8. Base dei Conglomerati Del Montello (Messiniano).

L’ultimo orizzonte corrisponde alla Unconformity principale dell’area che culmina nell’alto di Nervesa.

Con le nuove misure di velocità in foro sono state aggiornate le mappe in profondità (figure 11-15) confermando una interpretazione leggermente differente del rilievo.

(21)

TRV-76-06-V

TRV-76-06-V

36 1

370

38 0

39 0

400

41 0

42 0

430

44 0

45 0

460

47 0

480

49 0

500

51 0

52 0

52 5

TV -303

-83-V TV

-303 -83

-V

580 590 600 610 620 630 640 650 660 670 680 690 699

TV-363-86-H

TV -36 3-8 6-H 1000 1010 1020 1030 1040 1050 1060 1070 1080 1090 1100 1110 1120 1130 1140 1150 1160 1170 1180 1190 1200 1210 1220 1230 1240 1250 1260 1270 1280 1290 1300 1310 1320 1330 1340 1350 1360 1370 1380 1390 1400 1410 1420 1430 1440 1450 1460 1470 1480 1490 1500 1510 1520 1530 1540 1550 1560 1570 1580 1590 1600 1610 1620 1630 1640 1650 1660 1670 1680 1690 1700 TV-303-77

TV-303-77

102 1 10 30

10 40

10 50

10

60 10

70 10 80

109

0 110

0 111

0 11 20 11 30 11 40

11 50

116

0 117

0 118

0 119

0 12

00 12 10 12 20

12 30

12 40

12 50

12

60 127

0 128

0 129

0 130

0 131

0 13 20

13 30

13

40 13 50 136

0 137

0 138

0 13 90 14 00 141

0 142

0 143

0 14 40

14

50 14 60

147 0

148 0 14 90 15 00 15 10 15 20 15 24

TV-330-86-V

TV-330-86-V

1520 15 30

154

0 15 50

156

0 15

70

158 0

15 90

160

0 161

0 162

0 163

0 164

0 16

50 16

60 16

70 168

0 169

0 17

00 17

10

17 20

17

30

17 40 17

50 176

0 17

70

17 80

1790

18

00 18

10 182

0 18

30 18

40 1

85 0 186

0 187

0 18

80 189

0 1900

TV-332-86-V

TV-332-86-V

17 41

175 0 176 0 177 0 178

0 179

0 180 0 181 0 182 0 183 0 184 0 185 0 186 0 187 0 188

0 189 0 190

0 191 0 192

0 193 0

1940 1950

1960

197 0

1980 1990

200

0 201

0 20 20

2030

2040

205

0 206

0 207

0 20

80 20

90 21 00

210

1

TV-351-86-V

TV-351-86-V

1901 1910

1920 1930

1940 1950

1960 1970

1980 1990

2000 2010

2020 2030

2040 2050

2060 2070

208 0 2090

210 0 211 0 212 0 213 0 2140

2150 2160

2170 2180

2190 2200

221 0 222 0 223 0 224 0 225 0 226 0 227 0 228 0 229 0 230 0

TR V-7

6-03 -V TR

V-7 6-03

-V

450 460 470 480 490 500 510 520 530 540 550 560 570 570

POR-20 scan 13

0 140

150

160

17

0 180

190

200

21

0 22

0 230

240

250

260

270

TV

-30 4-83

-V sca n 529

519

509

499

489

479

469

459

449

439

429

419

409

399

389

379

369

Nervesa 01Nervesa 01 Dir A Nervesa 02 Dir

0 500 1000 1500 2000 2500 m Scale = 1:40000

285000 290000

5073500 5078500

285000 290000

X/Y:

Meters

5073500 5078500

Figura 10: Volume sismico interpretato

(22)

Figura 11: Limite Plio-pleistiocenico

Sant’Andrea 1 Dir ST 1

Cascina Daga 1 Dir Nervesa 1

Sant’Andrea 1 Dir ST 1

Cascina Daga 1 Dir Nervesa 1

Figura 12: Base del Conglomerato del Montello – top Marne di S. Donà

(23)

Sant’Andrea 1 Dir ST 1

Cascina Daga 1 Dir Nervesa 1

Sant’Andrea 1 Dir ST 1

Cascina Daga 1 Dir Nervesa 1

Figura 13: Top Livello 15

(24)

Sant’Andrea 1 Dir ST 1

Cascina Daga 1 Dir Nervesa 1

Sant’Andrea 1 Dir ST 1

Cascina Daga 1 Dir Nervesa 1

Figura 14: Base Top Livello 9a

(25)

Sant’Andrea 1 Dir ST 1

Cascina Daga 1 Dir Nervesa 1

Sant’Andrea 1 Dir ST 1

Cascina Daga 1 Dir Nervesa 1

Figura 15: Top Livello 5

(26)

2.3. OBIETTIVI DEL POZZO

Il sondaggio Cascina Daga 1 Dir ha lo scopo di investigare la parte nord occidentale della struttura di Nervesa. In particolare il sondaggio attraverserà una serie di livelli di arenarie della Formazione delle Marne di San Donà (Tortoniano) già evidenziate mineralizzate a gas nei pozzi Nervesa 1 e Nervesa 1 Dir. In particolare:

1. Verificare l’estensione della scoperta a gas, livello 9a, di Nervesa 1 dir entro la formazione miocenica delle Marne di San Donà in una posizione situata a 300 m a NNW del pozzo Nervesa 1 e 800 m a Sud del pozzo Sant’Andrea 1Dir. Il Top del livello 9a è previsto a 1818,82mSS

2. Confermare il potenziale minerario dei livelli 12-5, dove si sono avuti notevoli manifestazioni di gas durante la perforazione del pozzo Nervesa 1 dir; il top del livello 12 è previsto a 1628mTVDSS la base del livello 5 è prevista a 1698 mTVDSS.

3. Valutare il potenziale minerario dei soprastanti livelli sabbiosi 15-13 delle Marne di San Donà. Il top del livello 15 è previsto a 1551,38 -1432 mTVDSS.

4. Acquisire dati geologici e di log per determinare le caratteristiche litologiche e petrofisiche delle unità del reservoir.

5. Acquisire dati di pressione dai singoli livelli di sabbia mineralizzata a idrocarburi e determinare il gradiente di pressione per ogni intervallo mineralizzato; misurare il gradiente di pressione nelle sabbie con acquifero dove appropriato e determinare ogni contatto di fluidi nel pozzo.

(27)

6. Identificare le zone mineralizzate a idrocarburi sfruttabili per l’eventuale completamento in pozzo.

2.3.1 PROFONDITA’ TOTALE

Il sondaggio si fermerà alla profondità di 2054 mMD ossia alla profondità di 2000mTVD – 1931 m TVDSS.

2.4. SISTEMA PETROLIFERO 2.4.1. Reservoir

I reservoir dell’area del permesso sono:

• Le sequenze sabbiose della Formazione delle Marne Di San Donà (Tortoniano) che sono già state individuate nei pozzi Nervesa 1, Nervesa 1 Dir A, Arcade 1 e Sant’Andrea 1 dir.

2.4.2. Rocce madri

Il gas rinvenuto nei pozzi Nervesa 1, Nervesa 1 Dir A, Arcade 1 e Sant’Andrea 1 dir è di origine biogenica generato nei livelli argillosi delle formazioni mioceniche, mentre l’olio, che puo essere trovato nei calcari, è di origine più profonda ed è generato nelle formazioni mesozoiche dei Bacini Friulano e Bellunese.

2.4.3. Coperture

La copertura dei reservoir è costituita dall’ ampia presenza di argilla nella sezione miocenica.

2.4.4.Trappole

Le trappole previste nell’area sono prevalentemente strutturali ma non è esclusa la presenza di trappole stratigrafiche. Infatti i pozzi Nervesa1, Nervesa1 Dir e Sant’Andrea 1dir hanno evidenziato la buona correlabilità dei livelli calcarenitici con

(28)

Cusignana 1 hanno evidenziato una buona correlabilità di tutti i livelli calcarenitici che, seppure con spessori variabili, hanno indicato una estesa e continua deposizione su tutta l’area in esame.

2.5. PROFILO LITOSTRATIGRAFICO PREVISTO

Il profilo litostratigrafico previsto per il pozzo Cascina Daga 1dir e gli spessori delle diverse formazioni (Fig. 8) sono stati desunti sulla base dell’interpretazione sismica, integrata con dati dei pozzi presenti nell'area ed in particolare il pozzo Nervesa 1.

Le profondità verticali espresse in metri sono riferite al livello P.C. = + 61,0 m slm.

Le profondità dei top formazionali hanno una tolleranza verticale di ± 10 m.

PC (m)

MD (m)

TVD (m)

TVDSS (m)

Formazione (Età) Descrizione Litologica

0,0

312,3

7,71

320,0

7,71

320,0

68,71

251,3

ALLUVIONE (Pleistocene-Olocene).

Ghiaie grossolane, ghiaie grossolane a matrice sabbiosa, ghiaie grossolane a matrice argillosa, argille, livelli conglomeratici. Conoidi alluvionali (megafan) legati al Piave.

312,3

1243,2

320,0

1250,91

320,0

1209,3

251,3

1140,6

CONGLOMERATI DEL MONTELLO (Messiniano).

Banchi di ghiaie poligeniche e conglomerati varicolori, con intercalazioni di sabbie da fini a grossolane e argille grigiastre e marroncine; ambiente di conoide e lacustre.

1243,2

2046,0

1250,91

2053,7

1209,3

1999,8

1140,6

1931,0

MARNE DI SAN DONÀ (Tortoniano).

Marna grigio chiaro-verdastra e bruno scura talora leggermente siltosa con intercalazioni di calcare arenaceo, grigio – chiaro e brunastro. Calcare “chalky”

biancastro e rari livelletti di conglomerato poligenico, di arenarie e di silt.

(29)

La traiettoria del pozzo non interseca faglie. I rischi di perforazione sono quindi legati alla presenza dei livelli conglomeratici della formazione del Conglomerato del Montello, che all’interfaccia con le intercalazioni marnose risultano poco cementati.

Il profilo di deviazione è stato appositamente disegnato al fine di ridurre al minimo tali rischi di instabilità del foro durante l’attraversamento della serie conglomeratica e sulla base dell’esperienza maturata durante la perforazione del pozzo Sant’Andrea 1Dir. Si ritiene pertanto che il profilo di deviazione e le tecniche di perforazione che verranno utilizzate consentano di mitigare in maniera efficace i rischi.

mMD mTVD mTVDSS

Tavola Rotary 0,0 0,0 + 68,7

Piano Campagna 7,7 7,7 + 61,0

20" Tubo Guida 35 35 + 33,7

Livello Mare 68,7 68,7 0,0

Colonna 13-3/8" 320,0 320,0 251,3

Fase 16" 330,0 330,0 261,3

KOP 400,0 400,0 331,3

EOC 1 894,9 881,5 812,8

DOP 1194,9 1157,3 1088,6

TOL 1195,5 1158,9 1090,2

Colonna 9-5/8" 1346,5 1300,0 1231,3

Fase 12-1/4" 1356,5 1309.6 1240,9

EOC 2 1550,0 1499,8 1431,1

Liner 7" 2043,74 1990,8 1921,1

Profondità Finale 2053,74 1999,8 1931,1

MD: Measured Depth: profondità misurata da tavola rotary TVD True Vertical Depth: profondità verticalizzata da tavola rotary

TVDSS True Vertical Depth Subsea: profondità verticalizzata da livello mare

(30)

2.7. POZZI DI RIFERIMENTO

Nell’area sono stati perforati alcuni pozzi con stratigrafia confrontabile, ma come principale riferimento sono stati utilizzati i pozzi Nervesa 1 e Nervesa 1 Dir A ubicati a circa un centinaio di metri a sud del sondaggio.

POZZI PERFORATI NELL’AREA

Pozzo Anno Profondità Classe Esito

Cusignana 1 1987 2306 m NFW Dry

Merlengo 1 1987 2754 m NFW Dry

Arcade 1 1986 2300 m NFW Gas

Nervesa 1 1985 3754 m NFW Gas

Nervesa 1 Dir A 1985 2056 m NFW Gas

Sant’Andrea 1 dir 2013 2178 m NFW Gas

(31)

Sono stati raccolti i dati dal pozzo Nervesa 1 perforato nel 1985 dall’Agip. Le informazioni ricavate non hanno fornito i dati relativi al test di integrità della formazione ed il pozzo è stato perforato con una densità massima di fango pari a 1,23 sg non vi sono indicazioni che lascino presagire regimi di pressione anormali.

Gradiente IDRAULICO Liv. 9A (Report Studio Reservoir 1990 pag 13/26):

= 0,113 Kg/cm2 a/m

Pressione di fratturazione

Datum SSL Pressure

Roccia impermeabile

Roccia permeabile

kg/cm2 kg/cm2 a

Congl.del Montello 100,0 11,3 12,3 15,6 14,7

200,0 22,6 23,6 32,4 30,2

300,0 33,9 34,9 49,8 46,1

400,0 45,2 46,2 67,5 62,2

500,0 56,5 57,5 85,6 78,6

600,0 67,8 68,8 103,9 95,1

700,0 79,1 80,1 122,3 111,8

800,0 90,4 91,4 140,9 128,6

900,0 101,7 102,7 159,7 145,5

1.000,0 113,0 114,0 178,6 162,4

1.100,0 124,3 125,3 197,6 179,5

Base Congl.del Montello 1.200,0 135,7 136,7 216,7 196,7 Marne di San Donà Liv. 15 1.390,0 157,1 158,1 253,2 229,4 Marne di San Donà Liv. 9A 1.610,0 182,0 183,0 295,9 267,7 Marne di San Donà Liv. 9B 1.616,7 182,8 183,8 297,2 268,9 Marne di San Donà Liv. 5 1.840,0 208,0 209,0 340,9 307,9

TDSS 1.924,0 217,5 218,5 357,4 322,7

(32)

Figura 16: Pressione

Prima di cominciare la perforazione saranno confezionati 25 m³ di fango a base di acqua e a densità 1400 g/l. Essi saranno tenuti come sicurezza del pozzo in fase di perforazione per eventuali manifestazioni.

(33)

2.8.1. Obiettivi

Gli obiettivi del programma di Geologia Operativa sono:

1. assicurare che tutte le operazioni inerenti alla Geologia Operativa contemplino e rispettino le norme di sicurezza stabilite dalla Committente;

2. supportare l’Unità di Perforazione durante tutte le operazioni di perforazione del pozzo;

3. controllare l’efficienza dei servizi che saranno resi alla Geologia Operativa:

Surface Logging, Logging While Drilling e Wireline Logging.

4. controllare la qualità (QC) dei dati prodotti sia digitali che cartacei resi alla Geologia Operativa;

5. validare la presenza di idrocarburi e la saturazione negli intervalli di reservoir;

6. determinare la natura e l’età della sezione perforata;

7. monitorare i parametri essenziali per il funzionamento in sicurezza del pozzo, specificamente le pressioni della formazione (pressione dei pori);

8. determinare il legame tra i dati sismici e i dati del pozzo.

2.8.2. Servizi di Monitoraggio Geologico

Un geologo della Committente sarà presente in loco nei punti critici del pozzo, quali:

1. definire il settaggio delle scarpe delle colonne;

2. monitorare la fase obiettivo con controllo costante del campionamento, delle manifestazioni a gas e della spedizione puntuale della rapportistica di pozzo via posta elettronica.

3. decidere la profondità finale;

4. assistere alla registrazione dei log wireline finali, con particolare attenzione

(34)

distribuzione validata dalla Committente. Sarà anche responsabile della raccolta, validazione e distribuzione di tutti i dati di surface logging, deviazione e quant’altro venga prodotto in cantiere e non distribuito dall’Unità di Perforazione. Vedere anche figura 17 (Acquisition Master Plan).

2.8.3. Log

2.8.3.1. LWD – Logging While Drilling

Il servizio sarà espletato durante la perforazione della sezione di foro da 8-½” con l’acquisizione in real-time del gamma ray. Raggiunta la profondità finale ed estratta la batteria di perforazione, i dati memory dovranno essere recuperati e messi a disposizione della Committente nel più breve tempo possibile.

Lo scopo del servizio è quello di un monitoraggio while drilling dell’intera sezione obiettivo ed in particolare della sequenza dei livelli calcarenitici tortoniani.

Il sensore gamma ray sarà inserito nell’attrezzo MWD della deviazione ed avrà un offset di circa 17m dallo scalpello. La temperatura statica prevista è di 24°C ad inizio fase e di 50°C a fine fase (vedere figura 20).

2.8.3.2. WLL – Wireline Logging

Il servizio sarà ragionevolmente espletato da Weatherford ed eseguito a conclusone della fase da 8-½”.

Fase 8-½in da 1356,5mMD/1309,6mTVD a 2053,7mMD/1999,8mTVD (Profondità Finale)

Suite 1 – Run 1 – Discesa 1 Combinazione dell’attrezzatura con relative lunghezze e distanza dei sensori dallo zero della combinazione

Quad Combo Array MAI/MFE/MSS/MPD/MDN/MCG

Max OD: 62mm

HFS:

MAI:

MFE:

MSS:

SKJ:

MPD:

MDN:

MCG:

SHA:

MTA:

MCC:

Compact Hole Finder Compact Induction Compact Focussed Electric Compact Sonic

Compact Knuckle Joint Compact Density/Caliper Compact Neutron Compact Comms Gamma Compact Swivel Head Adaptor Compact Tool Adaptor Tension Cablehead

0,24m 3,83m 5,68m 9,50m 10,16m 13,08m 14,61m 17,26m 17,96m 18,43m 19,16m

RILD:

RILM:

VEC0:

FEFC:

DT35:

PDPE:

DEN:

CLDC:

NPRL:

CGXT:

GRGC:

Deep Induction Medium Induction Shallow Induction Shallow FE Compensated Sonic PE

Compensated Density Density Caliper Neutron Porosity External Temperature Gamma Ray

0,79m 0,79m 0,79m 4,18m 5,79m 10,33m 10,35m 10,94m 13,15m 14,23m 15,12m MAI è l’attrezzo array induction che produce cinque profondità di investigazione a 20in, 30in, 40in, 60in e 85in.

MFE è l’attrezzo shallow-focused electric che fornisce misure di resistività ad alta risoluzione verticale e bassa profondità di investigazione.

MSS è l’attrezzo Sonic che misura il ritardo compressionale della formazione a cinque spaziature con 1ft e 2ft di risoluzione verticale.

MDP è l’attrezzo photodensity che fornisce massa volumetrica, diametro del foro e fattore fotoelettrico (Pe) per determinare la litologia e la porosità.

MDN è l’attrezzo dual neutron che fornisce la porosità.

MCG è l’attrezzo gamma ray che combina gamma ray, temperatura e casing-collar locator (CCL).

(35)

CMI/GR (Max OD: 104mm)

MIM:

MIS:

MCG:

SHA:

MTA:

MCC:

Compact Memory Section Compact Inline Bowspring sub Compact Comms Gamma Compact Swivel Head Adaptor Compact Tool Adaptor Tension Cablehead

5,95m 7,69m 10,34m 11,04m 11,51m 12,24m

CMI è l’attrezzo micro imager che acquisisce l’immagine elettrica della formazione. L’attrezzo dispone di 8 pattini: 4 superiori e 4 inferiori indipendenti.

GR è l’attrezzo gamma ray ed è usato per correlazione.

Nota: la discesa di questo attrezzo è contingente all’esito minerario del pozzo e all’esigenza di un’analisi dipmeter e/o livelli sottili (TLA).

Suite 1 – Run 1 – Discesa 3 Combinazione dell’attrezzatura con relative lunghezze e distanza dei sensori dallo zero della combinazione

MFT/GR (Max OD: 89mm)

HFS:

MFT:

MCG:

SHA:

MTA:

MCC:

Compact Hole Finder

Compact Repeat Formation Tester Compact Comms Gamma Compact Swivel Head Adaptor Compact Tool Adaptor Tension Cablehead

0,24m 4,41m 7,06m 7,76m 8,23m 8,96m

GR:

CGXT:

Gamma Ray External Temperature

2,48m 2,48m

MFT è l’attrezzo formation pressure tester che acquisisce misure di pressione della formazione.

GR è l’attrezzo gamma ray ed è usato per correlazione.

L’acquisizione delle misure di pressione avverrà in discesa. Il numero e la profondità delle stazioni sarà fornita subito dopo l’acquisizione e la valutazione mineraria del log Quad Combo Array.

Nota: anche questa discesa è contingente all’esito minerario del pozzo ed alla valutazione della permeabilità dei livelli obiettivo.

Suite 1 – Run 1 – Discesa 4 Combinazione dell’attrezzatura con relative lunghezze e distanza dei sensori dallo zero della combinazione

HBC-UGR-CCL (Max OD: 86mm)

BUL:

CEN:

HBB:

CEN:

FTP:

UGR:

WCC:

CCL:

SWH:

XOV:

CBH:

Bul Plug Roller Centralizer Compensated Sonic Roller Centralizer Flexible Joint Gamma Ray

Communication Cartridge Casing Collar Locator Swivel Head Crossover Cablehead

0,05m 1,42m 6,04m 7,41m 8,46m 9,86m 11,26m 12,18m 13,01m 13,32m 14,05m

AM3F:

TM3:

XY5:

GR:

CCL:

Amplitude 3ft Travel Time 3ft XY Signature 5ft Gamma Ray Collar Locator

2,49m 2,49m 2,79m 9,46m 11,93m

HBC è l’attrezzo high-resolution borehole compensated sonic che misura la velocità acustica del cemento per una valutazione della cementazione.

UGR è l’attrezzo universal gamma ray che misura la radioattività naturale in pozzo ed è usato per correlazione.

CCL è l’attrezzo casing collar locator.

La discesa viene effettuata per valutare la cementazione eseguita alle spalle della colonna da 9-⅝in. La registrazione si fermerà dopo 100m dal top del cemento (TOC).

Nota: lo stesso attrezzo sarà disceso, in caso di successo minerario del pozzo, per valutare la cementazione del liner da 7in.

Suite 1, Run 1, Discesa 5 Combinazione dell’attrezzatura con relative lunghezze e distanza dei sensori dallo zero della combinazione VSP Check Shot

Il servizio sismica di pozzo sarà eseguito registrando stazioni da fondo pozzo ogni 80m sino alla più superficiale stazione attendibile, con geofono ASR-1 (advanced seismic receiver) in pozzo e vibratore in superficie posto a ± 50m da centro pozzo e con azimuth da valutare in fase di acquisizione.

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