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RAPPORTO AMBIENTALE ALLEGATO A Ai sensi dell art.24 della LRT 10/2010

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Comune di Fabbriche di Vergemoli PROVINCIA DI LUCCA

VARIANTE AGLI STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA

RAPPORTO AMBIENTALE – ALLEGATO A

Ai sensi dell’art.24 della LRT 10/2010

ANALISI DELLE COERENZE ESTERNE ED INTERNE Ai sensi dell’art. 8 del PTC della Provincia di Lucca

Revisione 0 del 8 Febbraio 2016

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INDICE

Note metodologiche pg. 1

1. VALUTAZIONE DELLE COERENZE ESTERNE

1.1 Coerenza con il PIT pg. 1

1.1.1 La verifica di coerenza con l’Allegato 8B del PIT pg. 2 1.1.2 La verifica di coerenza con la Scheda di Paesaggio 03 pg. 15 1.1.3 La verifica di coerenza con le Norme comuni delle Energie rinnovabili pg. 21

1.2 Coerenza con il PTCP della Provincia di Lucca pg. 22

1.3 Coerenza con il Piano del Parco delle Alpi Apuane pg. 23

1.4 Coerenza con il PAI 1° aggiornamento pg. 25

1.4.1 Le classi di pericolosità geologica pg. 25

1.4.2 Le classi di pericolosità idraulica pg. 26

1.4.3 Le classi di pericolosità sismica pg. 27

1.5 Piano straordinario emergenza idrica 2012 pg. 27

2. VALUTAZIONE DELLE COERENZE INTERNE

2.1 La valutazione di coerenza con il Pian Strutturale pg. 29

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1 Note metodologiche

L’art. 8 del PTC della Provincia di Lucca, approvato con Del. di CP n. 189 del 13/01/2000, prevede che “i piani strutturali, e gli altri strumenti urbanistici comunali, formati in conformità al presente piano, o variati in conformità a esso, sono corredati da un apposito documento, posto a farne parte integrante, che illustri, motivi e certifichi tale conformità”.

In attuazione dei disposizioni sopra richiamate, viene svolta nella presente relazione la valutazione dei profili di coerenza interna ed esterna della Variante con gli strumenti di pianificazione. A tal fine nel primo capitolo viene proposto lo studio della coerenza esterna con i seguenti piani:

- PIT della Regione Toscana;

- PTC della Provincia di Lucca;

- Piano del Parco delle Alpi Apuane;

- PAI – 1° aggiornamento;

- Piano straordinario emergenza idrica 2012.

Successivamente nel secondo capitolo viene proposta l’analisi delle coerenze interne nei

confronti del PS di Fabbriche di Vallico.

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1 1. VALUTAZIONE DELLE COERENZE ESTERNE

1.1 Coerenza con il PIT

Il Pano di Indirizzo Territoriale con valenza di piano paesaggistico (PIT) è l’atto con cui La Regione Toscana definisce le componenti dello Statuto del territorio e detta le Strategie per lo sviluppo territoriale al fine di assicurare la sostenibilità ambientale e sociale delle politiche pubbliche miranti al miglioramento delle condizioni di qualità dello sviluppo e di attrattività del sistema economico toscano che ne sostengono la competitività. Il PIT è stato approvato dalla Regione Toscana con DCRT n. 37 del 27/03/2015.

La disciplina del PIT è costituita da:

a) disposizioni riguardanti lo Statuto del territorio, costituenti integrazione paesaggistica del PIT;

b) disposizioni riguardanti la Strategia dello sviluppo territoriale.

Rispetto alla disciplina relativa allo Statuto del territorio, questa è articolata in : a) disciplina relativa alle invarianti strutturali;

b) disciplina a livello di ambito contenuta nelle “Schede degli ambiti di paesaggio”;

c) disciplina dei beni paesaggistici di cui all’allegato 8B recante, oltre agli obiettivi e le direttive:

1. le specifiche prescrizioni d’uso intese ad assicurare la conservazione dei valori espressi dagli immobili e dalle aree di notevole interesse pubblico di cui all’articolo 136 del Codice come formulate nelle relative Schede di cui all’elaborato 3B;

2. le prescrizioni d’uso intese ad assicurare intese ad assicurare la conservazione dei caratteri distintivi delle aree tutelate per legge ai sensi dell’articolo142 del Codice;

d) disciplina degli ulteriori contesti di cui all'articolo 15;

e) disciplina del sistema idrografico di cui all'articolo 16;

f) disciplina relativa alla compatibilità paesaggistica delle attività estrattive di cui al Titolo 2, Capo VI;

g) disposizioni relative alla conformazione e all'adeguamento degli strumenti della pianificazione territoriale e urbanistica al PIT con specifica considerazione dei valori paesaggistici;

h) norme comuni sulle energie rinnovabili.

La disciplina relativa alla Strategia dello sviluppo territoriale reca disposizioni relative alla pianificazione territoriale in materia di offerta di residenza urbana, formazione e ricerca, infrastrutture di trasporto e mobilità, commercio e grandi strutture di vendita e sulla presenza industriale in Toscana. La disciplina è costituita altresì da:

a) l’elaborato “La Toscana nel quadro strategico nazionale 2007 – 2013” di cui alla DCRT n. 72 del 24/07/2007, che definisce le connessioni tra le strategie dello sviluppo territoriale della Regione ed il Quadro strategico nazionale;

b) gli indirizzi e le prescrizioni per la pianificazione delle infrastrutture dei porti e degli aeroporti toscani,

“Masterplan dei porti toscani” e “Masterplan del sistema aeroportuale toscano” di cui alla DCRT n. 72 del 24luglio 2007, che recano l’insieme delle prescrizioni per il coordinamento delle politiche dei settori portuale ed aeroportuale della Regione in funzione dello sviluppo territoriale.

Il comma 1 dell’Art. 20 - Conformazione e adeguamento al Piano degli atti di governo del territorio della Disciplina del PIT prevede che gli strumenti della pianificazione territoriale e urbanistica, gli atti di pianificazione degli enti gestori delle aree naturali protette, i piani e programmi di settore qualificabili come atti di governo del territorio ai sensi della normativa regionale, da adottarsi successivamente alla data di pubblicazione sul BURT della delibera di approvazione del presente Piano, si conformano alla disciplina statutaria del piano, perseguendone gli obiettivi, applicandone gli indirizzi per le politiche e le direttive e rispettandone le prescrizioni e le prescrizioni d'uso, ai sensi dell’art.145 del Codice.

Il comma 2 dello stesso articolo prevede inoltre che dalla data di pubblicazione sul BURT della delibera

di approvazione del presente piano, i piani e i programmi di settore e gli atti della programmazione

comunque denominati che producono effetti territoriali sono formati nel rispetto della disciplina

statutaria del presente Piano.

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2 Per quanto riguarda invece le varianti agli strumenti di cui al comma 1 dell’art. 20, queste devono essere adeguate per le parti del territorio interessate… assicurando il rispetto delle prescrizioni e delle prescrizioni d'uso, e la coerenza con le direttive della presente disciplina statutaria….secondo quanto previsto dall’articolo 21 (vedi commi 3 e 4, art. 20, della Disciplina del PIT).

1.1.1 La verifica di coerenza con l’allegato 8B del PIT

L’allegato 8B del PIT contiene la disciplina dei beni sottoposti a vincolo paesaggistico ai sensi degli artt.

134 e 157 del Codice dei beni culturali tra cui si trovano:

a) gli “immobili ed aree di notevole interesse pubblico” ai sensi dell’art. 134, comma 1, lettera a) e dell’art. 136 del Codice;

b) le “aree tutelate per legge” ai sensi dell’art. 134, comma 1, lettera b) e dell’art. 142, comma 1, del Codice.

Sono, altresì, sottoposti alla stessa disciplina, ai sensi dell’art. 157 del Codice, i beni paesaggistici oggetto di notifiche eseguite, di elenchi compilati, di provvedimenti ed atti emessi ai sensi della normativa previgente, nonché gli immobili e le aree indicati al comma 2 del medesimo articolo.

La Variante agli strumenti della pianificazione urbanistica ha provveduto ad aggiornare ed identificare anche cartograficamente le aree tutelate per legge ai sensi dell’art. 142 del D. Lgs. 42/2004 come identificate dal PIT per l’intero territorio comunale di Fabbriche di Vergemoli (Tav. da QC1.1 a QC1.4), tra cui troviamo:

Lett. d) - Le montagne per la parte eccedente 1200 m.s.l.m.;

Lett. c) - I fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua;

Lett. e) - I circhi glaciali;

Lett. f) - I parchi e le riserve nazionali o regionali (Parco Regionale delle Alpi Apuane – Parco e area contigua);

Lett. g) - I territori coperti da foreste e da boschi;

Infine vengono identificate le aree sottoposte a vincolo idrogeologico ai sensi del RD 3267/1923.

Per quanto riguarda i vincoli relativi ad immobili ed aree di notevole interesse pubblico di cui all’art.

136 e 157 del Codice dei beni culturali e del paesaggio D. Lgs. 42/2004, si segnala che nel territorio di Fabbriche di Vergemoli sono presenti due aree sottoposte a vincolo paesaggistico (Ex legge 1497/39):

Cod.

region.

Cod.

minist.le Denominazione

DM di istituzione del vincolo

Motivazione di apposizione del vincolo

9046038 90289

Zona delle Alpi Apuane interessante i comuni di Pescaglia, Camaiore, Stazzema, Careggine, Vergemoli, Molazzana, Minucciano e Vagli di Sotto

DM 28/12/1955

[…] la zona predetta ha notevole interesse pubblico perché, oltre alle caratteristiche di grande importanza geologica, costituisce un quadro naturale di eccezionale valore avente i requisiti panoramici di cui ai numeri 3 e 4 dell’art. 1 della legge 29 giugno 1939, n. 1497, è comprendente la sopra citata Grotta del Vento che, per la vastità degli ambienti, il grande sviluppo e la bellezza delle concrezioni, tutte ancora vive e brillanti, può essere senza meno annoverata tra le grotte più importanti d’Italia.

9046095 90363

Zona interessata dalla Grotta del Vento sita nel comune di Vergemoli

DM 23/12/1970

La zona predetta ha notevole interesse pubblico perché le Alpi Apuane che costituiscono una catena di montagne situata tra il fiume Magra, il torrente Aulella, il fiume Serchio e la costiera marina da Viareggio a Sarzana, sono caratterizzate da cime, versanti e creste così impervie ed aree da meritarsi, diversamente da altre catene appenniniche, l’appellativo di Alpi. L’orografia della zona presenta tali difficoltà che solo nella parte centrale, tra Serravezza e Castelnuovo, la catena è attraversata da una strada asfaltata, ricollegante, per mezzo della galleria del Cipollaio, la Versilia alla Garfagnana. Tipica delle Apuane è

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3

la presenza del marmo, diffuso in quasi tutta la catena ed estratto fin dal secondo secolo prima dell’era volgare;

caratteristica peculiare, pertanto, del paesaggio apuano, in alto quasi sempre brullo, la presenza di “lizze”, e cioè ripidi sentieri che precipitando a valle, permettono di far scendere manualmente, seppure con notevole dispendio di energie, quintali di marmo in blocco. L’intero comprensorio, quindi, per l’altissimo interesse paesaggistico ed ambientale compone un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale e rappresenta una eccezionale bellezza panoramica sia come quadro naturale sia per la presenza di meravigliosi punti di vista e di belvedere.

Fonte: PIT Regione Toscana.

La Variante agli strumenti della pianificazione urbanistica ha provveduto ad integrare nella cartografia dei vincoli anche la perimetrazione di queste due aree, che viene recepita dal PIT e riportata nelle tavole del Quadro Conoscitivo del RU (Tav. da QC1.1 a QC1.4).

Per gli immobili e le aree di notevole interesse pubblico così come identificati nella cartografia del PIT, gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti di governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per la propria competenza, provvedono a definire strategie, misure e regole/discipline volte a:

a) riconoscere per i beni culturali immobili le aree di pertinenza paesaggistica (intorno territoriale) da intendersi quale area fortemente interrelata al bene medesimo sul piano morfologico, percettivo e storicamente su quello funzionale;

b) orientare gli interventi che interessano i manufatti, le opere di valore storico, le aree agricole e boschive, verso la conservazione dei caratteri di matrice storica;

c) riconoscere, nell’ambito del procedimento di adeguamento o conformazione dei propri strumenti

urbanistici e ove espressamente previsto dalla Sezione 4 delle schede di vincolo relative alle aree di

notevole interesse pubblico, l’intorno territoriale dei centri e nuclei storici, ovvero l’ambito di

pertinenza paesaggistica inteso quale area fortemente interrelata al bene medesimo sul piano

morfologico, percettivo, identitario e su quello storicamente funzionale. Nelle more di

adeguamento o conformazione degli strumenti urbanistici, tale intorno è costituito dall’area

contigua al centro o nucleo storico per una fascia di 300 metri dal perimetro delle zone A (DM

1444/68), ovvero dall’intorno territoriale già individuato dai Comuni nei propri strumenti qualora

assimilabile alla definizione di cui alla presente lettera.

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4 In relazione a quanto detto sopra si fa presente che il RU di Vergemoli aveva dettato la disciplina di tutela per l’area della Zona delle Alpi Apuane identificata in parte come Territorio del Crinale Apuano all’Art. 13 delle NTA, mentre la zona interessata dalla Grotta del Vento veniva disciplinata dall’Art. 14.

In base al comma 4, art. 20 della Disciplina del PIT la Variante deve essere adeguata per le parti del territorio interessate… assicurando il rispetto delle prescrizioni e delle prescrizioni d'uso, e la coerenza con le direttive della presente disciplina statutaria….secondo quanto previsto dall’articolo 21.

Nello specifico la disciplina d’uso per le due zone in esame vengono dettate nella Sezione 4, lettera C,

delle schede di vincolo n. 17-1971 e 128/1976. Si procede nel seguito a riportare gli elementi di

coerenza con le direttive e le prescrizioni d’uso in esse contenute. Vengono pertanto proposte le schede

della disciplina d’uso, a cui sulla destra viene affiancata la colonna con le valutazioni puntuali della

coerenza.

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SCHEDA N. 17/1971 - OBIETTIVI PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE - DISCIPLINA D’USO (art.143 c.1 lett. b, art.138 c.1) ZONA INTERESSATA DALLA GROTTA DEL VENTO

Strutture del paesaggio

e relative componenti b - direttive c - prescrizioni Elementi di coerenza

1 - Struttura idro- geo- morfologica - Geomorfologia;

- Idrografia naturale;

- - Idrografia artificiale;

1.b.1. Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a definire strategie, misure e regole/discipline volte a verificare la sostenibilità della capacità ricettiva ai fini di non compromettere l’ecosistema ipogeo.

Il RU di Vergemoli prevedeva per l’area PA1 adiacente alla Grotta del Vento la riqualificazione, anche attraverso ampliamento, della struttura ricettiva esistente, per un totale di massimo 50 posti letto. Nell’area PA3 di Trimpello lo stesso RU di Vergemoli, già sottoposto a Vas, era ammesso il cambio di destinazione d’uso a turistico ricettivo extra-alberghiero del tipo “albergo diffuso”. Il limite dimensionale di 50 pl per l’area PA1 deriva dal Piano Strutturale, già sottoposto a Vas. Il RU dà pertanto attuazione a previsioni di PS. Le valutazioni circa la sostenibilità ambientale della struttura ricettiva sono già state fatte in sede di formazione di PS.

1.b.2. Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a:

- riconoscere il sistema idrografico che alimenta l’ambiente carsico, integrare i quadri conoscitivi con i contenuti dell'archivio georeferenziato degli ingressi delle grotte e delle relative schede di documentazione;

- identificare gli ambiti di valore naturalistico connotati dalla presenza di fenomeni carsici;

- definire indirizzi per la pianificazione orientandoli verso la tutela e valorizzazione dei valori riconosciuti.

1.c.1. Non sono ammessi interventi che comportino:

- la modifica morfologica degli ipogei (ostruzione degli ingressi, riempimenti) ad esclusione di modifiche strettamente legate all'esplorazione ed all'eventuale uso turistico-didattico: in quest’ultimo caso è da prevedere un impatto zero della fruizione, ridotto al minimo con utilizzo di materiali ecocompatibili o non alteranti l'ambiente sotterraneo; qualora si rendessero necessarie modifiche, è essenziale effettuare un preventivo monitoraggio;

- l’edificazione e l’alterazione morfologica delle doline o delle componenti del carsismo superficiale (campi carreggiati,...).

L’art. 70 - Aree di rispetto delle risorse idriche destinate al consumo umano recepisce le norme contenute nel DPR 236/88 e del D. Lgs. 152/06 (Titolo III, capo I, art. 94) e s.m.i., del D. Lgs. n.

258/2000.

Il RU identifica sul territorio gli ingressi delle grotte ed il reticolo idrografico e impone norme di tutela e salvaguardia dello stesso.

La Variante identifica inoltre le emergenze geologiche elencate e descritte nella Relazione Geologica. Il territorio comunale è interessato da fenomeni di carsismo, riguardante prevalentemente l'altipiano del Monte Penna, ubicato all'interno del Parco delle Apuane. La presenza delle emergenze geologiche non viene perimetrata nelle tavole di Variante ma ne viene tenuto conto nella individuazione delle Aree di salvaguardia specifica di tipo 2 e 2*

(Corrispondono a emergenze geologiche (S2*) presenti nel Territorio Aperto e nelle UTOE, per le quali le NTA definiscono limitazioni e prescrizioni alle trasformazioni e attività possibili.

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2 Struttura eco-sistemica /ambientale

- Componenti naturalistiche;

- - Aree di riconosciuto valore naturalistico (Aree Protette, Siti Natura 2000);

2.b.1. Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a definire strategie, misure e regole/discipline volte a:

- assicurare la tutela dei valori naturalistici che caratterizzano i territori e le aree incluse nel Parco regionale delle Alpi Apuane e nelle relative aree contigue;

- programmare una gestione delle aree boscate (castagneti, ostrieti e faggete) e più in generale delle dotazioni ambientali intorno alla grotta quale azione di restauro ambientale finalizzata alla conservazione degli eco-sistemi forestali, delle emergenze vegetazionali, nonché alla difesa da cause avverse che potrebbero ridurre il valore naturalistico ed estetico-percettivo di tali formazioni;

- limitare/minimizzare gli interventi che possono compromettere la tutela della vegetazione che caratterizza l’area intorno alla grotta e le sistemazioni di versante eventualmente presenti, con particolare riferimento all’apertura di nuovi percorsi o alla realizzazione di nuovi interventi edilizi e infrastrutturali.

2.c.1. Non sono ammessi interventi che possono compromettere la tutela della vegetazione boscata, gli attuali usi agricoli e le relative sistemazioni diversante.

L’art. 13 - Territorio del Crinale Apuano rappresenta l’ambito di maggior pregio naturalistico-ambientale e conseguentemente soggetto al maggior grado di tutela: l’unico tipo di fruizione ammesso è quello legato al turismo a carattere escursionistico, alla ricerca scientifica ed alla didattica ambientale, oltre al mantenimento delle attività rurali in essere al momento dell’adozione del RU. Le azioni previste dal RU sono rivolte a privilegiare la salvaguardia ed il recupero delle valenze naturali e paesaggistiche in maniera più rigida rispetto al resto del territorio, attraverso interventi di manutenzione, di recupero e ripristino ambientale, creando in tal modo delle

"oasi naturali" atte a salvaguardare la biodiversità, in cui l'azione antropica assume ruolo sempre più marginale.

2.b.2. Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono ad assicurare l’applicazione delle specifiche norme in materia definite per i SIR/SIC/ZPS 22, 23.2

2.c.2. Non sono ammessi interventi in contrasto con le misure di conservazione di cui alla specifica normativa in materia.

Il Territorio del Crinale Apuano in cui è inserito parte della perimetrazione della Grotta del Vento rappresenta l’ambito di maggior pregio naturalistico-ambientale e conseguentemente soggetto al maggior grado di tutela. Le azioni previste dal RU sono rivolte a privilegiare la salvaguardia ed il recupero delle valenze naturali e paesaggistiche in maniera più rigida rispetto al resto del territorio, attraverso interventi di manutenzione, di recupero e ripristino ambientale, creando in tal modo delle "oasi naturali" atte a salvaguardare la biodiversità, in cui l'azione antropica assume ruolo sempre più marginale (Art.

13).

3 - Struttura antropica - Insediamenti storici;

- Insediamenti contemporanei;

- Viabilità storica;

- Viabilità contemporanea, impianti ed Infrastrutture;

Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a:

3.b.1. Riconoscere e descrivere i caratteri paesaggistici del territorio in cui si inseriscono gli interventi edilizi.

3.b.2. Definire strategie, misure e regole /discipline volte a:

- gestire correttamente le trasformazioni edilizie ed urbanistiche (addizioni volumetriche, completamenti, ristrutturazioni urbanistiche, nuovi edifici rurali) assicurando la coerenza ed il

3.c.1. Sono ammessi interventi di recupero e riqualificazione degli edifici e del loro contesto ambientale e nuovi interventi, a condizione che:

- sia garantita la tutela e la conservazione dei caratteri storici, morfologici e tipologici degli edifici;

- siano utilizzate tecniche e materiali tradizionali, coerenti con i caratteri degli

Gli interventi ammessi sul patrimonio edilizio esistente nel territorio aperto del Crinale Apuano e dei Paesaggi a prevalente naturalità sono condizionati alla salvaguardia e valorizzazione ambientale e paesaggistica, anche attraverso il ripristino di elementi in fase di degrado oltre ad essere improntati a mantenere e/o ripristinare i caratteri tipologici e formali dei nuclei di antica formazione.

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- Paesaggio agrario; rispetto dei caratteri tipologici e morfologici del patrimonio edilizio di valore storico;

- assicurare il corretto inserimento dei nuovi interventi edilizi ed urbanistici nel territorio rurale;

- mantenere la relazione spaziale e funzionale tra l'insediamento e il paesaggio agrario circostante.

edifici. L’art. 12 punto 7 prescrive inoltre per queste aree il

mantenimento di tutti gli elementi caratterizzanti questi ambiti territoriali.

3.b.3. Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a prevedere interventi di riqualificazione ambientale e recupero del sito con particolare riferimento alle opere di messa in sicurezza, di bonifica (rimozione dei rifiuti e dei mezzi abbandonati nei cantieri) e di regolamentazione dell’accesso.

3.c.2. E’ ammesso il recupero dei manufatti dismessi a condizione che siano utilizzati per finalità didattico-scientifiche, documentaristiche e culturali.

Il RU di Vergemoli identifica nell’ambito del territorio comunale le AREE N° 2 - SITI IPOGEI ANTICHE MINIERE DI FERRO (art. 14). Il RU, in sintonia con il PS, propone il recupero fisico- funzionale, la riqualificazione e la valorizzazione dell’intero comparto, formato dal sito di escavazione vero e proprio rappresentato dal reticolo delle gallerie e dall’area circostante di riferimento, messo in relazione con le relative strutture produttive complementari (ferriere, distendini, forni, ecc.).

La Variante non modifica le previsioni relative a questi ambiti che erano già contenute nel RU di Vergemoli.

Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a:

3.b.4. Riconoscere i percorsi della viabilità storica con ruolo connettivo, i relativi caratteri strutturali/tipologici e le opere d’arte connesse.

3.b.5. Definire strategie, misure e regole /discipline volte a:

- definire criteri modalità e limiti per eventuali interventi di adeguamento della viabilità coerenti con i caratteri tipologici, i materiali, i rapporti con gli insediamenti e con i luoghi aperti;

- conservare, anche per gli eventuali interventi di cui sopra, i caratteri strutturali/tipologici, le opere d’arte e i manufatti di corredo di valore storico-tradizionale, le relazioni storiche funzionali tra i tracciati, le emergenze architettoniche/insediamenti da essi connessi (pievi, ville, corti, monasteri, borghi,…) e i luoghi aperti;

- valorizzare la viabilità minore con particolare riferimento ai sentieri.

3.c.3. Gli interventi che interessano i percorsi della viabilità storica sono ammessi a condizione che:

- non alterino o compromettano l’intorno territoriale, i tracciati di collegamento nella loro configurazione attuale, evitando modifiche degli andamenti altimetrici (fatta eccezione per gli interventi necessari per la messa in sicurezza idraulica), delle sezioni stradali e degli sviluppi longitudinali e che per l’eventuale messa in sicurezza, i cui interventi sono fatti salvi, sia privilegiato l’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica nel rispetto dei caratteri tipologici, storici e paesaggistici;

- la realizzazione di aree di sosta e di belvedere non comprometta i caratteri naturali (di ruralità) dei luoghi, i caratteri strutturali/tipologici della viabilità storica e non comporti significativo aumento della superficie impermeabile;

- la cartellonistica, gli altri elementi di

Il RU recepisce risulta coerente con le direttive correlate.

Nell’ambito delle AREE N° 2 - SITI IPOGEI ANTICHE MINIERE DI FERRO di cui all’art. 14 delle NTA è prevista la creazione di un sistema di accessibilità costituito dalla strada comunale Fornovolasco- Vergemoli e da un insieme di sentieri inseriti nel circuito RET (6-130-132-134-135-136-137) di cui si prevede il ripristino e la valorizzazione, in modo da realizzare un percorso tematico attraverso:

- recupero funzionale e messa in sicurezza;

- recupero storico/architettonico/ambientale;

- recupero e valorizzazione di opere minori accessorie, maestà, cippi, muri, siepi, staccionate;

- formazione aree di sosta;

- predisposizione di cartellonistica informativa, didattica storico-turistico-ambientale.

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corredo e di protezione, le aree di sosta siano congrui per dimensione, tipologia e materiali rispetto ai caratteri paesaggistici dei luoghi, ai caratteri strutturali/tipologici della viabilità storica, garantendo l’intervisibilità e l’integrità percettiva delle visuali panoramiche.

4 - Elementi della percezione

- Visuali panoramiche

‘da’ e ‘verso’, percorsi e punti di vista panoramici e/o di belvedere;

- Strade di valore paesaggistico;

Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a:

4.b.1. Riconoscere i tracciati e i principali punti di vista connotati da un elevato livello di panoramicità per la eccezionalità o l'ampiezza delle visuali che si aprono “da” e “verso”, le relative traiettorie e gli ambiti di valore paesaggistico da essi percepiti.

4.b.2. Definire strategie, misure e regole /discipline volte a:

- mantenere o recuperare le visuali panoramiche che si aprono da e verso i rilievi montani e il litorale e recuperare le stesse anche attraverso l’eliminazione e l’attenuazione di tutti gli ostacoli fisici presenti;

- pianificare e razionalizzare il passaggio delle infrastrutture tecnologiche (impianti per telefonia, sistemi di trasmissione radio- televisiva,…) al fine di evitare/minimizzare l’interferenza visiva con il valore estetico-percettivo del vincolo;

- prevedere opere volte all'attenuazione/mitigazione degli effetti negativi sulla percezione dei contesti panoramici indotti da interventi edilizi e/o infrastrutturali;

- contenere l’illuminazione notturna al fine di ridurre/contenere l’inquinamento luminoso;

- regolare la localizzazione e realizzazione degli impianti per le produzione di energia da fonti rinnovabili al fine di minimizzare l'impatto visivo degli stessi e non interferire negativamente con le visuali panoramiche.

4.c.1. E’ ammessa la realizzazione delle infrastrutture tecnologiche a condizione che:

- sia dimostrata la assoluta rilevanza dell’intervento e l’impossibilità di una localizzazione alternativa esterna alle aree riconosciute di notevole interesse pubblico;

- siano utilizzate soluzioni progettuali innovative che consentano la riduzione dei dimensionamenti;

- sia assicurata la rimozione degli elementi obsoleti e la realizzazione di eventuali opere di mitigazione;

- sia privilegiata la condivisione delle strutture di supporto per i vari apparati dei diversi gestori.

4.c.2. Non è ammessa:

- la realizzazione di linee principali per il trasporto dell’energia nelle zone che interferiscono con le visuali panoramiche che si aprono dai punti di belvedere e dai percorsi pubblici;

- la realizzazione di interventi che comportino la privatizzazione dei punti di vista (belvedere) accessibili al pubblico.

4.c.3. L'inserimento di manufatti non dovrà interferire negativamente o limitare le visuali panoramiche. Le strutture per la cartellonistica e la segnaletica non indispensabili per la sicurezza stradale dovranno armonizzarsi per posizione, dimensione e materiali con il contesto paesaggistico e mantenere l'integrità percettiva delle visuali panoramiche che si

A partire dalla considerazione che le strade esistenti nel territorio rurale rivestono un interesse primario dal punto di vista ambientale, storico- testimoniale e per la corretta fruibilità del territorio, l’art. 9 delle NTA prevede che i tracciati, gli elementi di arredo e di contenimento, le siepi, le staccionate, le alberature, le marginette, i cippi, le pavimentazioni in lastre di pietra o acciottolato, ecc., che costituiscono elementi di arredo urbano e caratterizzazione ambientale debbano essere rigorosamente mantenuti e/o ripristinati. Tutte le eventuali modifiche o altri nuovi interventi devono rispettare le caratteristiche tipiche delle opere esistenti (materiali e tecnologie), armonizzarsi ed adeguarsi alla morfologia del terreno e non creare comunque alterazioni visibili e sostanziali all’ambiente ed agli aspetti naturali dei luoghi.

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aprono dalla viabilità che dalla Grotta del Vento conduce al paese di Vergemoli, verso il fondovalle e verso i rilievi circostanti.

SCHEDA N. 128/1976 - OBIETTIVI PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE - DISCIPLINA D’USO (art.143 c.1 lett. b, art.138 c.1)

ZONA DELLE ALPI APUANE NEI COMUNI DI PESCAGLIA, CAMAIORE, STAZZEMA, CAREGGINE, VERGEMOLI, MOLAZZANA, MINUCCIANO E VAGLI DI SOTTO Strutture del paesaggio

e relative componenti b - direttive c - prescrizioni Elementi di coerenza

1 - Struttura idro- geo- morfologica

- Geomorfologia;

- Idrografia naturale;

- - Idrografia artificiale;

1.b.1. Gli enti territoriali e i soggetti pubblici negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a definire strategie, misure e regole/discipline volte a:

- assicurare la conservazione e il mantenimento del sistema del reticolo idrografico anche quale presidio idrogeologico del territorio;

- garantire la conservazione e il mantenimento degli elementi caratterizzanti il corso d'acqua, quali cascate e salti di valore scenico;

- favorire la rinaturalizzazione ed evitare la manomissione o la riduzione della vegetazione arborea e arbustiva ripariale e dei lembi relitti di specie planiziarie ancora presenti, sostenendo interventi di manutenzione e recupero ambientale;

- assicurare il coordinamento delle scelte localizzative relative alle opere di captazione idrica, dimostrando che l’insieme delle derivazioni garantisce il mantenimento del flusso costante e vitale dei corsi d’acqua, anche al fine di mantenerne l’aspetto estetico percettivo;

- garantire la salvaguardia dell’assetto idrogeologico e dei valori paesaggistico-ambientali regolamentando gli interventi di trasformazione quali installazione di impianti di produzione energetica;

- assicurare la valorizzazione degli elementi del sistema idrografico (torrenti, ruscelli) quale potenziale elemento per la fruizione ambientale e paesaggistica sostenibile.

1.c.1. Sono ammessi interventi di trasformazione sul sistema idrografico a condizione che:

- la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idraulico, necessari per la sicurezza degli insediamenti e delle infrastrutture e non diversamente localizzabili, garantisca, compatibilmente con le esigenze di funzionalità idraulica, la qualità estetico percettiva dell’inserimento delle opere e il mantenimento dei valori di paesaggio identificati;

- non comportino la rimozione di vegetazione arbustiva ed arborea di tipo igrofilo che caratterizza torrenti, ruscelli che scendono lungo le pendici dei versanti garfagnino e versiliese, le sistemazioni di versante eventualmente presenti nonché i lembi di bosco planiziario qualora presenti;

- nella realizzazione degli impianti di captazione e di produzione idroelettrica siano rispettati gli elementi caratterizzanti il corso d'acqua, quali cascate, marmitte, forre e salti di valore scenico, garantendo il flusso vitale;

- le opere e le infrastrutture per la regimazione idraulica, la difesa del suolo e il contenimento dei fenomeni di esondazione siano prioritariamente

L’art. 70 - Aree di rispetto delle risorse idriche destinate al consumo umano stabilisce, al fine di assicurare, mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque destinate al consumo umano, aree di salvaguardia distinte in Zone di tutela assoluta e Zone di rispetto riferite alle sorgenti, ai pozzi ed ai punti di captazione, in recepimento delle norme contenute nel DPR 236/88 e del D. Lgs.

152/06 (Titolo III, capo I, art. 94) e s.m.i., del D. Lgs.

258/2000 18 agosto 2000, n. 258/2000.

Il RU identifica il reticolo idrografico e impone norme di tutela e salvaguardia. In particolare l’Art. 100 (Ulteriori prescrizioni per la tutela delle risorse idriche del sottosuolo), Art. 101 (Prescrizioni per le aree di pertinenza fluviale - artt. 60 e 61 P.T.C. provinciale) e Art. 102 (La salvaguardia del reticolo idrografico superficiale) contengono ulteriori prescrizioni finalizzate alla tutela del reticolo idrografico superficiale, oltre che norme specifiche per le aree di pertinenza fluviale.

Ad ulteriore tutela delle aree a rischio idraulico molto elevato vengono identificate aree di salvaguardia specifica di tipo S1 e S1* che rappresentano le aree di fondovalle a pericolosità idraulica molto elevata nonché aree di salvaguardia specifica S2 e S2* che rappresentano le aree di crinale a pericolosità idraulica molto elevata per cui vengono dettate specifiche prescrizioni graduate rispetto al contesto di inserimento.

Nelle aree di pertinenza fluviale valgono le indicazioni e prescrizioni riportate in articolo 60 delle

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improntate a tecniche di ingegneria naturalistica.

1.c.2. Non è ammessa l'apertura di nuove cave e la riattivazione di cave dismesse nelle aree ove incidenti con sorgenti.

norme di P.T.C. (art. 80 NTA).

1.b.2. Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a definire strategie, misure e regole/discipline volte a tutelare i vasti complessi carsici epigei ed ipogei, le grotte e ripari sotto roccia in cui sono presenti depositi d’interesse paletnologico e paleontologico, con specifico riferimento alla riduzione dell’impatto delle attività estrattive.

1.c.3. In presenza di siti di interesse paletnologico e paleontologico, non è ammessa l’apertura di nuovi siti estrattivi.

Nel comune di Fabbriche di Vergemoli non sono previste aree destinate alla realizzazione di siti estrattivi o cave.

Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a:

1.b.3. Individuare:

- i geositi del Piano del parco, già individuato come Geoparco;

- e censire il patrimonio geologico e geomorfologico del proprio territorio, indicandone lo stato di conservazione e fruizione;

1.b.4. Definire strategie, misure e regole/discipline volte a:

- garantire il monitoraggio dello stato di conservazione dei geositi ricadenti nel territorio di propria competenza;

- valorizzare il patrimonio geologico con appositi interventi di recupero dei geositi a rischio.

1.c.4. In presenza di geositi, puntuali e lineari, non è ammessa l’apertura di nuovi siti estrattivi.

Il RU identifica i geositi presenti sul territorio e detta la relativa disciplina di tutela:

Art. 8bis. Aree di salvaguardia specifica di tipo 1*

Art.9. Aree di salvaguardia specifica di tipo 2 Art.10. Aree di salvaguardia specifica di tipo 2*

Nel comune di Fabbriche di Vergemoli non sono previste aree destinate alla realizzazione di siti estrattivi o cave.

2 -Struttura eco-sistemica /ambientale

- Componenti naturalistiche;

- - Aree di riconosciuto valore naturalistico (Aree Protette, Siti Natura 2000);

Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a:

2.b.1. Riconoscere:

- le aree boscate (faggete, castagneti, pinete) di interesse naturalistico-ambientale;

- gli assetti morfologici delle vette e dei crinali quali ambienti target di habitat e specie di interesse;

2.b.2. Definire strategie, misure e regole/discipline volte a:

- programmare una corretta gestione selvicolturale di tipo naturalistico e più in generale delle dotazioni ambientali che caratterizzano la zona delle Alpi Apuane, quale azione di restauro ambientale finalizzata alla conservazione degli ecosistemi forestali, delle emergenze vegetazionali, nonché alla difesa da incendi, da parassiti e da altre cause avverse che

2.c.1. Gli interventi di trasformazione delle aree naturali e semi-naturali sono ammessi a condizione che non compromettano la stabilità dei versanti e non riducano le prestazioni ecologico- ambientali della struttura eco sistemica.

2.c.2. Gli interventi che interessano le aree boscate sono ammessi a condizione che non compromettano i valori naturalistici e le prestazioni delle sistemazioni di versante funzionali al contenimento dei rischi idrogeologici.

2.c.3. Non sono ammessi interventi sulla vegetazione ripariale e sugli ecosistemi fluviali in contrasto con le specifiche

Il RU dell'ex comune di Vergemoli, conformemente al PS, individua per il territorio rurale, per il sistema insediativo ed in generale per la tutela dell'integrità fisica del territorio un sistema normativo finalizzato alla tutela e valorizzazione, individuando specifiche disposizioni, differenziate in base all'articolazione in Territorio del Crinale Apuano; Territorio dei Paesaggi a Prevalente Naturalità e Territorio dei Paesaggi Agrari.

Il RU identifica sul territorio del crinale apuano le aree della faggeta, le aree delle praterie di crinale, le aree a prato pascolo, le aree boscate e le aree di salvaguardia specifica di Tipo 2.

Le limitazioni degli interventi sul territorio del crinale apuano sono più restrittive al fine di conservare i

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potrebbero ridurre il valore naturalistico di tali formazioni;

- programmare interventi di manutenzione e conservazione della vegetazione riparia a corredo del sistema idrografico;

- garantire la tutela dell’integrità degli attuali assetti morfologici delle vette e dei crinali quali ambienti target di habitat e specie di interesse;

- valutare la sostenibilità dei progetti di coltivazione in relazione alle esigenze di ridurre l’impatto ambientale delle attività estrattive, con particolare riferimento alle aree di elevato valore naturalistico e paesaggistico situate lungo linee di crinale, in alta quota.

norme in materia. Eventuali interventi in tale contesto dovranno porsi l’obiettivo della salvaguardia della vegetazione ripariale, della continuità longitudinale e trasversale degli ecosistemi fluviali valorizzando le tecniche di ingegneria naturalistica, fatti salvi gli interventi per la messa in sicurezza idraulica delle sponde. Detti interventi dovranno garantire la conservazione degli habitat faunistici presenti.

2.c.4. Non sono ammessi interventi in contrasto con:

- la tutela delle emergenze naturalistiche del territorio Apuano;

- le misure di conservazione di cui alla specifica normativa in materia.

caratteri paesaggistici e naturalistici caratteristici dell’area, perseguendo nel contempo l’obiettivo di mantenere il ruolo fondamentale di presidio delle aziende agricole esistenti al momento dell’approvazione del RU (art. 13).

2.b.3. Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a:

- assicurare l’applicazione delle specifiche norme in materia definite per i SIR/SIC/ZPS 16, 17, 20, 21, 22, 23;

- tutelare i valori naturalistici presenti all’interno del Parco Regionale delle Alpi Apuane.

3 -Struttura antropica - Insediamenti storici;

- Insediamenti contemporanei;

- Viabilità storica;

- Viabilità contemporanea, impianti ed Infrastrutture - Paesaggio agrario;

Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a:

3.b.1. Riconoscere:

- gli aggregati di valore storico e il relativo intorno territoriale, ovvero ambito di pertinenza paesaggisctica, da intendersi quale area fortemente interrelata al bene medesimo sul piano morfologico, percettivo e storicamente su quello funzionale.

3.b.2. Definire strategie, misure e regole /discipline volte a:

- orientare gli interventi di trasformazione e manutenzione del patrimonio edilizio degli aggregati attraverso la conservazione dei caratteri morfologici e architettonici e stilistici originari;

- assicurare la tutela, il recupero e la riqualificazione del patrimonio rurale montano sparso o aggregato e dei beni culturali ed architettonici presenti;

- assicurare la compatibilità delle forme del riuso con il tipo edilizio degli edifici di valore storico e testimoniale;

- orientare gli interventi, nell’intorno territoriale degli aggregati, relativi a manufatti e opere di valore storico, aree agricole e boschive, verso la conservazione dei caratteri di matrice storica.

3.c.1. Sono ammessi interventi di recupero e riqualificazione del patrimonio rurale sparso o aggregato e dei beni culturali ed architettonici presenti a condizione che:

- sia garantita la coerenza con l’assetto morfologico di impianto storico e l'utilizzo di soluzioni formali tradizionali, finiture esterne e cromie coerenti con i valori espressi dall'edilizia locale;

- sia garantita la tutela e la conservazione dei caratteri storici e morfologici degli spazi aperti di impianto storico evitandone la frammentazione e l’introduzione di elementi di finitura e di arredo in contrasto con il contesto paesaggistico;

- sia evitato il trattamento delle aree pertinenziali con modalità e accessori di tipo urbano (tettoie, recinzioni, schermature);

- siano mantenuti percorsi storici, camminamenti, passaggi e relativo corredo relativo.

Il PS dell'ex comune di Vergemoli definisce all’ art.36 le invarianti strutturali, tra cui:

Il territorio all’interno e nelle adiacenze dei SIR al fine della conservazione dell’intero sistema territoriale ed in particolare delle specie animali e vegetali presenti e degli habitat che lo caratterizzano.

Il RU vigente dell'ex comune di Vergemoli, conformemente al PS, individua per il territorio rurale ed in generale per la tutela dell'integrità fisica del territorio di questa Zona un sistema normativo finalizzato alla tutela e valorizzazione, individuando specifiche disposizioni, differenziate in base all'articolazione in Territorio del Crinale Apuano;

Territorio dei Paesaggi a Prevalente Naturalità.

La presente Variante non modifica il sistema normativo di RU dell'ex comune di Vergemoli andando a definire esclusivamente ulteriori precisazioni ed aggiornamenti al sistema normativo sovraordinato, di cui agli artt. 12; 13; 14 delle NTA.

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3.c.2. Per gli interventi relativi a edifici di valore storico, tipologico e architettonico appartenenti ad un sistema storicamente consolidato è prescritto il mantenimento del carattere distintivo del rapporto di gerarchia tra edifici principali e di pertinenza attraverso la conservazione dei caratteri

estetico-percettivi che

contraddistinguono tale sistema; non sono ammesse demolizioni e relativi accorpamenti dei volumi costituenti il sistema storicamente consolidato che ne comportino la destrutturazione.

Gli enti territoriali e i soggetti pubblici negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a:

3.b.3. Definire strategie, misure e regole /discipline volte a:

- conservare le relazioni figurative tra il patrimonio archeologico e gli elementi di valore espressi nella scheda di vincolo, al fine di salvaguardare l’integrità estetico percettiva, storico-culturale e la valenza identitaria delle permanenze archeologiche e del contesto territoriale di giacenza;

- tutelare i potenziali siti e le potenziali aree indiziate della presenza di beni archeologici al fine di preservarne l’integrità.

3.c.3. Gli interventi che interessano i percorsi della viabilità storica, sono ammessi a condizione che:

- non alterino o compromettano l’intorno territoriale, i tracciati di

collegamento nella loro

configurazione attuale, evitando modifiche degli andamenti altimetrici (fatta eccezione per gli interventi necessari per la messa in sicurezza idraulica), delle sezioni stradali e degli sviluppi longitudinali e che per l’eventuale messa in sicurezza, i cui interventi sono fatti salvi, sia privilegiato l’utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica nel rispetto dei caratteri tipologici, storici e paesaggistici;

- la realizzazione di aree di sosta e di belvedere non comprometta i caratteri naturali (di ruralità) dei luoghi, i caratteri strutturali/tipologici della viabilità storica e non comporti significativo aumento della superficie impermeabile;

- siano conservate le opere d’arte e di pertinenza stradale di valore storico quali elementi fondamentali di

Il RU del comune di Fabbriche di Vergemoli prevede una AREA n.1 – RUDERI ANTICA FORTEZZA normata dall’art. 14 delle NTA che però ricade in area contigua al Parco delle Alpi Apuane.

La Varinte non individua sul territorio ulteriori siti in cui è censito il patrimonio archeologico.

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caratterizzazione degli assetti paesaggistici;

- siano utilizzati materiali e tecniche per la pavimentazione del fondo stradale coerenti con il carattere di naturalità e di ruralità del contesto;

Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a:

3.b.4. Riconoscere:

- i percorsi della viabilità storica con ruolo connettivo, i relativi caratteri strutturali e le opere d’arte connesse;

3.b.5. Definire strategie, misure e regole/discipline volte a:

- garantire la conservazione e il recupero dei percorsi della viabilità storica, le mulattiere, i sentieri, i percorsi di arroccamento dei siti estrattivi, i tratti delle vie trasversali di antico impianto per i collegamenti tra la costa e la pianura, nonché il sistema dei percorsi storici minori tra aggregati ed alpeggi;

- assicurare il mantenimento e il recupero delle sistemazioni tradizionali dei percorsi quali ponti, lavatoi, muri di sostegno, selciati e corredi devozionali.

Il RU, nell’art. 49 delle NTA, rimanda alla redazione di un piano di settore che dovrà prevedere:

− definizione del recupero funzionale della viabilità per l'intero territorio comunale ed in particolare nel territorio rurale;

− interventi per la messa in sicurezza e l'adeguamento delle infrastrutture esistenti;

− interventi di miglioramento, razionalizzazione, adeguamento dei tracciati presenti nell'intero territorio comunale;

− individuazione di aree attrezzate ed alberate per le fermate di servizi di trasporto pubblico locale;

− realizzazione di piazzole di sosta attrezzate nei punti panoramici della viabilità;

− individuazione per i diversi tipi di infrastrutture viarie dei materiali, delle tecniche e delle tipologie di pavimentazione compatibili, dell'arredo urbano e delle caratteristiche dell'illuminazione pubblica;

− predisposizione di eventuali "corridoi ecologici"

per la salvaguardia della fauna;

− predisposizione di filari di alberi al fine della percezione visiva immediata, della valorizzazione e dell'inserimento paesaggistico dei tracciati viari principali;

- interventi di abbattimento delle barriere architettoniche del patrimonio edilizio esistente.

L’art. 48 - Indirizzi generali inerenti le infrastrutture di comunicazione inoltre prevede azioni tese al miglioramento dell'accessibilità e della fruibilità complessiva attraverso:

− l'adeguamento, il riordino, la razionalizzazione e la riqualificazione del sistema viario esistente, sia a livello locale che di ordine superiore, articolato in strade di scorrimento, di attraversamento e di collegamento e la sua integrazione funzionale con l’asse viario e ferroviario di fondovalle in un’ottica

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di sistema di mobilità d’area

− la salvaguardia, la protezione e la valorizzazione degli assi viari, sia esistenti che di previsione.

attraverso fasce di rispetto ed eventuali barriere arboree di separazione dal tessuto insediativo e di mitigazione dell’impatto visivo

− la tutela, la conservazione ed il recupero dell'assetto viario ed il ripristino delle caratteristiche strutturali originarie

− la rivalutazione, la valorizzazione ed il potenziamento della maglia viaria storica a fini turistico-escursionistici e didattico-culturali 4 - Elementi della

percezione

- Visuali panoramiche

‘da’ e ‘verso’, percorsi e punti di vista panoramici e/o di belvedere;

- Strade di valore paesaggistico;

Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a:

4.b.1. Riconoscere:

- i tratti della viabilità e i principali punti di vista panoramici dai quali si aprono le visuali, le relative traiettorie nonché gli ambiti di valore paesaggistico da essi percepite;

- e censire i punti di belvedere accessibili al pubblico;

4.b.2. Definire strategie, misure e regole/discipline volte a:

- mantenere e recuperare le visuali panoramiche che si aprono dagli aggregati, dalla viabilità di crinale e dai punti di belvedere accessibili al pubblico;

- salvaguardare le visuali verso gli elementi caratterizzanti i corsi d’acqua, quali cascate, marmitte, forre e salti di valore scenico;

- contenere le attività estrattive;

- valutare la sostenibilità dei progetti di coltivazione al fine di non alterare la morfologia e il profilo delle vette, le linee di crinale e le visuali verso il paesaggio storicizzato delle Alpi Apuane, nonché l’interferenza con il sistema ipogeo e delle sorgenti carsiche;

- rivedere i progetti di coltivazione e riorganizzare i rifiuti di estrazione al fine di mantenere l’assetto estetico percettivo consolidato.

Gli interventi di trasformazione sono ammessi a condizione che non interferiscano negativamente con le visuali panoramiche, limitandole o occludendole e sovrapponendosi in modo incongruo con gli elementi significativi del paesaggio.

4.c.1. Non è ammessa la realizzazione di interventi che comportino la privatizzazione dei punti di vista (belvedere) accessibili al pubblico.

4.c.2. L'inserimento di manufatti non dovrà interferire negativamente o limitare le visuali panoramiche. Le strutture per la cartellonistica e la segnaletica non indispensabile per la sicurezza stradale dovranno armonizzarsi per posizione, dimensione e materiali con il contesto paesaggistico e mantenere l'integrità percettiva delle visuali panoramiche.

Il RU vigente dell'ex Comune di Vergemoli conformemente al PS individua, per il territorio aperto e per il sistema insediativo, ed in particolare per quello a carattere storico, un sistema normativo finalizzato alla tutela e valorizzazione delle caratteristiche storiche, testimoniali, ambientali e territoriali, individuando specifiche disposizioni normative.

La presente Variante non modifica il sistema normativo di RU dell'ex comune di Vergemoli, andando altresì a definire esclusivamente ulteriori precisazioni normative, disposizioni atte in particolare al recupero e alla riqualificazione del sistema insediativo esistente e a garantire la tutela e la conservazione dei caratteri storici, morfologici e tipologici degli edifici e del sistema paesaggistico di cui agli artt. 12; 13; 14, 18 delle NTA.

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15 Dalla valutazione di coerenza sopra effettuata emerge che la Variante ha raggiunto la conformazione al PIT, nel senso che non contiene norme in contrasto con la disciplina del PIT. Di fatto la Variante risulta coerente con le direttive contenute nelle schede 17-1971 e 128-1976, tuttavia si suggerisce di recepire in forma esplicita all’interno delle NTA le prescrizioni contenute nelle stesse schede là dove necessario.

1.1.2 La verifica di coerenza con la Scheda di Paesaggio 03

Ai fini della valutazione di coerenza della Valutazione della Variante con il PIT, si evidenzia come il comune di Fabbriche di Vergemoli ricada all’interno della Scheda di Paesaggio 03- Garfagnana, Valle del Serchio e Val di Lima. A partire da una descrizione interpretativa che inquadra l’ambito sotto il profilo della strutturazione geologica e geomorfologica e dei processi storici di territorializzazione, il PIT fornisce una descrizione interpretativa dei caratteri del paesaggio anche sotto il profilo iconografico.

Successivamente il PIT individua le Invarianti Strutturali dell’ambito, identificabili nelle seguenti categorie:

- I caratteri idro-geo-morfologici dei bacini idrografici e dei sistemi morfogenetici;

- I caratteri eco-sistemici del paesaggio;

- Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali;

- I caratteri morfotipologici dei sistemi agroambientali dei paesaggi rurali.

Si riporta nel seguito la cartografia estratta dalla Scheda di Paesaggio 03, relativa al territorio di Fabbriche di Vergemoli.

IL PIT identifica i seguenti sistemi:

- pianure e fondo valle;

- margine;

- collina;

- montagna;

- dorsale;

Il comune di Fabbriche di Vallico ricade nei sistemi morfogenetici della Montagna e della Dorsale.

Si propone nel seguito una matrice di valutazione della coerenza con gli indirizzi per le politiche riportati nella scheda d’ambito 03 - Scheda di Paesaggio 03- Garfagnana, Valle del Serchio e Val di Lima riferiti al sistema della Montagna e della Dorsale. Sulla sinistra vengono riportati i vari indirizzi, mentre sulla destra vengono riportate le valutazioni di coerenza. Questa viene evidenziata anche attraverso l’attribuzione del colore verde alla casella in caso di riscontro positivo, di colore grigio in caso di non attinenza, infine di colore giallo in caso di contrasto di intenti tra indirizzi del PIT e le azioni del RU.

Indirizzi Elementi di coerenza

Favorire il miglioramento dei livelli di compatibilità ambientale per le attività estrattive delle Alpi Apuane e dei siti estrattivi situati lungo la principale linea di crinale in ambito alto montano e oltre i 1600 metri di alta quota;

Indirizzo non inerente. Nel comune di Fabbriche di Vergemoli non sono presenti bacini estrattivi delle Alpi Apuane di cui all’allegato 5 del PIT.

Porre in essere azioni volte a migliorare la sostenibilità delle attività estrattive per le comunità locali, promuovendo la valorizzazione dei siti e beni connessi all’attività estrattiva di rilevante testimonianza storica, in considerazione del valore economico, sociale e culturale che l’attività di estrazione e lavorazione del marmo può rappresentare anche dal punto di vista identitario;

Indirizzo non inerente. Nel comune di Fabbriche di Vergemoli non sono presenti bacini estrattivi di cui all’allegato 5 del PIT.

Garantire azioni volte a salvaguardare i grandi sistemi acquiferi, valutando l’interferenza tra attività estrattiva, le aree di ricarica degli acquiferi strategici e i grandi sistemi carsici ipogei ed epigei, prevedendo dove necessario l’integrazione delle attuali conoscenze idrogeologiche;

La presente Variante provvede ad aggiornare/integrare le conoscenze idro-geo-morfologiche del territorio nel quadro conoscitivo del RU, attraverso il recepimento della disciplina del PAI – 1° aggiornamento. Il Capo III delle NTA detta nel dettaglio la disciplina di tutela delle risorse idriche, in conformità con le disposizioni di cui all’art. 27 delle NTA del PTC, del DPR n. 236/88 e smi e dell’art. 94 del D. Lgs. 152/2006 e smi.

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Favorire in ambito forestale l’attuazione della gestione forestale sostenibile delle matrici forestali individuate nell’analisi eco-sistemica e promuovere il recupero della cultura tradizionale del castagneto da frutto cui si lega la

“civiltà della castagna” quale testimonianza storico-culturale dell’economia agroforestale della Garfagnana;

L’art. 2 delle NTA, nel fissare i caratteri e criteri generali del RU, fissa tra gli obiettivi prioritari la tutela, la gestione ed il recupero della coltura del castagneto da frutto anche ai fini della tutela idrogeologica; a tal fine costituiscono azioni prioritarie gli interventi infrastrutturali che facilitino la gestione dei castagneti, nel rispetto del regolamento forestale 48/R/2003. L’art. 12 detta specifiche norme per il recupero delle aree a castagneto da frutto per agevolarne il recupero.

Prevedere interventi rivolti ad assicurare una densità faunistica sostenibile, con particolare riferimento agli ungulati, al fine di prevenire i danni alle colture arboree di in fase di impianto, ai boschi di rinnovazione, alle produzioni agrarie ed a mantenere la biodiversità negli ambienti forestali;

La Variante non contiene misure di contenimento dei danni provocati dagli ungulati.

Garantire, anche attraverso forme di sostegno economico, misure e azioni volte ad arginare i processi di abbandono delle attività agropastorali e zootecniche:

- sviluppando politiche che favoriscano il riutilizzo del patrimonio abitativo, l’offerta dei servizi alle persone ed alle aziende agricole, l’accessibilità delle zone rurali in termini di miglioramento della viabilità esistente e dei servizi di trasporto;

- promuovendo la riattivazione di economie agrosilvopastorali che recuperino i terreni coltivati e pascolivi rispetto all’espansione del bosco, con particolare riferimento a quelli posti nella fascia compresa tra i 500 e gli 800 metri, maggiormente insediata da piccoli nuclei accentrati in posizione dominante e circondati da isole di coltivi;

L’indirizzo può trovare importanti elementi di supporto nel locale e articolato sistema di aree Protette con particolare riferimento al Parco Regionale delle Alpi Apuane e al Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano;

Il RU non prevede aree di espansione residenziale e promuove interventi di recupero e riqualificazione del patrimonio abitativo esistente anche autorizzando, in modo graduato per le diverse zone, ampliamenti una tantum.

Il RU persegue la tutela, salvaguardia e sviluppo del territorio rurale anche attraverso sostegni ed incentivi, con potenziamento delle attività agrituristiche, del turismo “verde”, a carattere naturalistico, didattico, escursionistico utilizzando in via prioritaria le strutture esistenti; ciò con la finalità anche di contribuire in modo sostanziale al recupero del patrimonio edilizio esistente, favorendo la presenza antropica, la conoscenza e la fruizione compatibile dei valori e delle risorse culturali, ambientali, naturali e paesaggistiche del territorio, il tutto nell’ottica di un incremento dell'economia locale con particolare riferimento all’imprenditoria giovanile (Art. 1 NTA).

Di norma è consentito l’esercizio dell’ attività agrituristica salvo che nelle aree della faggeta e delle praterie di crinale.

Nelle aree riferibili ai sistemi morfogenetici della Montagna calcarea e della Collina calcarea:

- proteggere gli acquiferi profondi strategici;

- garantire la conservazione del patrimonio carsico ipogeo ed epigeo;

- normalizzare i deflussi liquidi e solidi dei corsi d’acqua drenanti i bacini estrattivi, eliminando o prevedendo gli eccessi di detrito legati all’attività estrattiva;

Il Capo III delle NTA detta nel dettaglio la disciplina di tutela delle risorse idriche, in conformità con le disposizioni di cui all’art. 27 delle NTA del PTC, del DPR n. 236/88 e smi e dell’art. 94 del D. Lgs.

152/2006 e smi.

Riguardo alle cavità carsiche la cartografia TAV G11 recepisce uno studio specifico sul carsismo attivo sottostante l’abitato di Fabbriche di Vallico. Le aree in cui si registra la presenza di cavità riempite di materiale residuale e di condotti carsici e cavità vuote o parzialmente riempite vengono classificate a pericolosità geomorfologica elevata o molto elevata ai sensi del DPGR n. 53/R di fatto limitando in modo forte la fattibilità degli interventi.

Nelle aree riferibili ai sistemi con versanti ad alta produzione di deflusso, in particolare la Montagna su Unità da argillitiche a calcareo-marnose e i sistemi collinari sulle Unità Liguri:

- favorire il recupero della viabilità agricolo forestale esistente, valutando prioritariamente le possibili interferenze con i corpi di frana e le coltri spesse dei sistemi agricoli terrazzati o simili;

- prevedere misure e azioni volte a monitorare le relazioni tra frane, acquedotti ed insediamenti abitativi, in particolare se abbandonati, per evitare sistemi idrici non mantenuti inneschino dissesti.

Le strade esistenti nel territorio rurale rivestono un interesse primario dal punto di vista ambientale, storico-testimoniale e per la corretta fruibilità del territorio, quindi i tracciati, gli elementi di arredo e di contenimento, le siepi, le staccionate, le alberature, le marginette, i cippi, le pavimentazioni in lastre di pietra o acciottolato, ecc., costituiscono elementi di arredo urbano e caratterizzazione ambientale e pertanto debbono essere rigorosamente mantenuti e/o ripristinati (Art. 9 delle NTA). Tutte le eventuali modifiche o altri nuovi interventi devono rispettare le caratteristiche tipiche delle opere esistenti (materiali e tecnologie), armonizzarsi ed adeguarsi alla morfologia del terreno e non creare comunque alterazioni visibili e sostanziali all’ambiente ed agli aspetti naturali dei luoghi.

Nelle aree agricole e a prato pascolo il sistema normativo del RU prescrive il mantenimento, il consolidamento e la valorizzazione degli elementi caratterizzanti il sistema territoriale e paesaggistico, quali i terrazzamenti e i ciglionamenti, la maglia della viabilità pedonale, poderale ed interpoderale, le sistemazioni

Riferimenti

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