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Visitpiemonte e Carrefour italia per la promozione dei prodotti certificati del Piemonte nella grande distribuzione

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Academic year: 2022

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Visitpiemonte e Carrefour italia per la promozione dei prodotti certificati del Piemonte nella grande distribuzione

Raccontare l’eccellenza dei prodotti del Piemonte a provenienza certificata DOP, IGP e DOC, DOCG nella grande distribuzione, favorire una maggiore conoscenza delle loro qualità presso i consumatori, sostenere il legame con il territorio di origine, educare alla sostenibilità e tradizione delle produzioni locali.

Q u e s t i i p r i n c i p i c h e h a n n o s p i n t o l ’ A s s e s s o r a t o a l l ’ A g r i c o l t u r a e a l C i b o d e l l a R e g i o n e P i e m o n t e , VisitPiemonte e Carrefour Italia a lavorare insieme per creare un nuovo progetto di valorizzazione e promozione delle produzioni locali certificate del Piemonte e dei territori dove sono nate e si sono sviluppate.

All’interno del settore agroalimentare piemontese emergono le produzioni di qualità certificata che si sono imposte sul mercato nazionale, nella vendita alla ristorazione, e che hanno un’elevata propensione all’export: sono 14 i prodotti Dop (Denominazione di origine protetta), 9 Igp (Indicazione geografica protetta), 18 i vini Docg (Denominazione di origine controllata e garantita) e 41 i Doc (Denominazione di origine controllata).

L’iniziativa prevede l’attivazione di un primo progetto pilota presso l’Ipermercato Carrefour di Grugliasco (TO), dove è stato allestito un info point di circa 10 metri quadrati, presente per la durata continuativa di quattro mesi nel punto

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vendita. In questo spazio, grazie anche alla presenza di schermi e materiali multimediali, saranno realizzate azioni di promozione delle eccellenze del Piemonte DOP, IGP e DOC, DOCG, per costruire un vero e proprio racconto del patrimonio piemontese, che per la prima volta su un punto vendita della grande distribuzione, non riguarda solo la promozione a livello gastronomico ma anche la valorizzazione turistica e culturale dell’intero territorio. Prevista anche la distribuzione di prove di assaggio e kit informativi per garantire una vera e propria esperienza immersiva nella cultura piemontese.

“Inauguriamo il primo spazio della Regione Piemonte per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari piemontesi di qualità certificata, all’interno dei grandi punti vendita della Gdo, grazie alla collaborazione di Carrefour che ha dato l’adesione al progetto promosso da Regione e VisitPiemonte. – sottolinea l’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa – L’obiettivo è sensibilizzare il consumatore a scegliere i prodotti Dop, Igp e Doc, Docg, perché le certificazioni sono garanzia di qualità, e raccontano il lavoro attento dei nostri agricoltori, allevatori e viticoltori. Anche in questo modo sosteniamo il comparto agroalimentare di qualità piemontese che a causa della chiusura delle attività Horeca e della contrazione dell’export in tempo di pandemia ha subito una riduzione delle vendite sia in Italia che all’estero. L’iniziativa di oggi infatti si inserisce tra le azioni dell’Assessorato regionale all’Agricoltura per il posizionamento sul mercato nazionale dei prodotti made in Piemonte, e per promuovere insieme il territorio di produzione, come rimanda il claim Piemonte, gusto singolare”.

“Il Piemonte ha una grande tradizione agroalimentare, materie prime di alta qualità e prodotti trasformati che fanno del nostro territorio una destinazione di riferimento per gli intenditori italiani e per i principali mercati internazionali

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– dichiara Luisa Piazza, Direttore Generale di VisitPiemonte – I l G u s t o n e l l e s u e c o m p o n e n t i d i m a t e r i a p r i m a e d enogastronomia riveste un ruolo di primaria importanza per la nostra regione e può contribuire in modo sostanziale alla ripresa della filiera turistica, dopo il rallentamento forzato dell’ultimo anno. E importanza storica dell’agroalimentare è dimostrata anche da alcune evidenze: 82 prodotti certificati UE, circa 350 Prodotti Alimentari Tipici, l’Università di Scienze Gastronomiche ospitata in una delle Residenze Sabaude patrimonio UNESCO (Pollenzo), 46 chef stellati, senza contare la varietà di ristoranti, trattorie e piole che reinterpretano il meglio delle produzioni piemontesi.

Oggi inauguriamo questa iniziativa – insieme con un Partner di rilievo della GDO, quale Carrefour, con l’obiettivo di invitare i consumatori a riscoprire qualità e varietà dei prodotti agro-alimentari piemontesi, una componente essenziale della buona qualità della vita e delle attrattive del territorio. Per questo motivo, il corner di presentazione delle produzioni piemontesi di qualità è stato allestito utilizzando immagini e grafica della campagna di comunicazione

“Piemonte singolare”, realizzata da VisitPiemonte per conto della Regione, dove il Gusto è uno dei 4 temi portanti della proposta turistica piemontese, accanto ad arte e cultura, attività in outdoor e percorsi spirituali”.

Anche Christophe Rabatel, CEO di Carrefour Italia, sottolinea l’importanza di questo progetto per un’azienda come Carrefour:

“Crediamo che la grande distribuzione, per la propria capillarità e presenza, abbia uno ruolo centrale nella promozione delle peculiarità dei territori di un paese come l’Italia in cui i localismi giocano un ruolo culturale ed economico fondamentale. Questo impegno è uno dei pilastri della nostra strategia di Transizione Alimentare per Tutti, che punta a costruire sistemi alimentari più sostenibili e di valore per la collettività. Per questo siamo molto felici di

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collaborare con Regione Piemonte e VisitPiemonte per la valorizzazione dei prodotti certificati di questi meravigliosi territori e portare questa esperienza anche in altre realtà in cui operiamo”.

I prodotti DOP, IGP e DOC, DOCG piemontesi verranno coinvolti stabilmente per tutta la durata del progetto e in più, ogni settimana, alcuni di questi verranno raccontati nel corner da una hostess dedicata: dal Riso Baraggia Dop ai liquori come Grappa, Genepì e Vermouth. Dai salumi, come il Salame Piemonte Igp, ai formaggi, il Raschera Dop, la Toma Piemontese Dop e il Castelmagno Dop, fino ai vini che portano la tradizione enologica del Piemonte in tutto il mondo, come la Barbera d’Alba Doc, l’Erbaluce di Caluso Docg, il Nebbiolo d’Alba Doc, il Dolcetto Doc oltre al vitigno autoctono del Cortese, rilanciato dalla Regione come vitigno dell’anno.

FILIERA ITALIA, CONSEGUENZA DELLA ‘LOTTA’ TRA LA CARNE E LA PASTA IN FEDERALIMENTARE?

MA ANCHE DELL’OLIO DI PALMA..

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Potrebbe essere l’ex presidente dell’Agenzia per i Monopoli di Stato e delle dogane Giuseppe Peleggi tra i vertici di Filiera Italia

Potrebbe essere l’ex presidente dell’Agenzia per i Monopoli di Stato e delle dogane Giuseppe Peleggi tra i vertici di Filiera Italia, l’associazione che vede unite Coldiretti, l’industria della carne e Ferrero.

Ma qual è il patto di sangue che lega i due giganti d e l l ’ i n d u s t r i a ( F e r r e r o e C r e m o n i n i ) e i l g i g a n t e dell’agricoltura (Coldiretti)? Sembrerebbe essere la guerra intestina che da anni si consuma all’interno della Federalimentare tra chi produce carne e chi produce pasta.

La questione infatti si inserisce in una dinamica di annosi scontri tra il mondo della carne di cui il leader assoluto è Cremonini, (l’ad Luigi Scordamaglia è anche presidente di Federalimentare) e il mondo della pasta (il numero uno al mondo è Barilla che ha fondato anni fa la fondazione sulla sostenibilità ambientale le cui ricerche hanno messo spesso

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sulla gogna la produzione zootecnica).

A t t r i t i t a l i d a s p a c c a r e i l r a m o a l i m e n t a r e d e l l a Confindustria.

Lo scontro tra la carne e la pasta è noto da tempo agli addetti del settore.

L’entrata in squadra di Ferrero si inserisce in una lotta sistemica e sinergica per difendere il made in Italy tutto – compreso il Know how – contro gli attacchi francesi (appunto contro la Nutella) e inglesi (l’etichetta a semaforo su tutti ma anche i recenti articoli pubblicati da The Guardian).

Di mezzo sembra esserci però anche l’affaire olio di palma.

Da quanto apprende AGRICOLAE infatti, sia Barilla che Ferrero avevano aderito al Rspo, round table for sustenaible palm oil.

In pratica un tavolo deputato a rendere ‘sostenibile’ l’olio di palma, senza rinnegarne l’uso. Ma mentre la Nutella ne ha difeso l’utilizzo fino alla fine contro gli attacchi mediatici della Francia, la Barilla ha fatto una fuga in avanti da assolo che potrebbe non essere piaciuta. Pubblicizzando d’un tratto le merendine olio di palma free. Andando a ‘corrompere’

quello stesso tavolo di cui faceva parte.

Senza contare la guerra portata avanti da anni da parte della Coldiretti sul grano importato per fare la pasta…

Ora, la figura di Peleggi tra i dirigenti – al di là delle scelte e delle cariche ‘politiche’ – potrebbe essere in linea con gli obiettivi della Filiera Italia. Tra cui anche l’export.

Dopo tanto tempo di chilometri zero, ora si guarda oltre confine insieme all’industria.

Per saperne di più:

NUTELLA BATTE FRANCIA, SÈGOLÈNE COSTRETTA ALLE SCUSE. COSÌ I

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CUGINI DI OLTRALPE USANO IL MADE IN ITALY PER FARE CAMPAGNA POLITICA. E AGNESE RENZI RISPONDE DA EXPO CON UNA CREPE

Posted by Redazione × Pubblicato il 17/06/2015 at 17:45

“ M i l l e e x c u s e s p o u r l a p o l é m i q u e s u r l e N u t e l l a . D ’ a c c o r d pour mettre e n v a l e u r l e s

p r o g r è s ” .

S i è

trasformata i n u n boomerang per Ségolène Royal l’intemerata contro la Nutella lanciata lunedì nel corso di una trasmissione televisiva.

Sommersa da una valanga di proteste sul web, con tanto di insulti e parolacce di nutellari entusiasti, e dalla risposta di molti volti noti della politica – a partire dalla moglie del premier Matteo Renzi, Agnese, che si è recata con la figlia Ester al Concept Bar Nutella dell’Expo di Milano – l’ex moglie del presidente Francois Hollande ha dovuto fare marcia indietro.

Tutto era cominciato lunedì mattina, quando nel corso del Grand Journal di Canal+, l’ex candidata alle presidenziali aveva invitato i suoi connazionali a boicottare la più famosa crema alle nocciole al mondo, fiore all’occhiello del Gruppo Ferrero, perché contiene olio di palma. Uno sgarbo diplomatico che ha del clamoroso, trattandosi di un ministro in carica che chiede a tutta la Francia di non comprare un prodotto straniero (peraltro amatissimo anche al di là delle Alpi).

L’appello è anche totalmente infondato, come rileva in una

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nota l’azienda piemontese, che non commenta le frasi della Royal ma puntualizza il proprio impegno per l’ambiente e rivendica la totale sostenibilità del proprio olio di palma.

Già il primo punto del comunicato fa riflettere: le importazioni di olio di palma della Ferrero ammontano solo a l l o 0 , 3 % d e l l a p r o d u z i o n e m o n d i a l e . I n o l t r e , l’approvvigionamento dell’olio è certificato come sostenibile al 100% non solo dalla RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil) ma anche da Greenpeace: nel novembre 2013, per esempio, A r e e b a H a m i d , p a r l a n d o a M e d a n a n o m e d e l l a n o t a organizzazione ambientalista, aveva tessuto le lodi della

“campagna di non-deforestazione” intrapresa dall’azienda albese.

Ma allora, p e r q u a l e m o t i v o l a R o y a l s e l ’ è p r e s a c o n l a Nutella? In r e a l t à , sono alcuni a n n i c h e l ’ o l i o d i p a l m a è d i v e n t a t o u n o d e i bersagli preferiti delle campagne di diverse organizzazioni non governative, e la Francia è uno dei Paesi dove questa propaganda negativa ha fatto più proseliti. Non a caso, negli ambienti dell’industria alimentare circola il sospetto che dietro certi attacchi si nasconda la lobby dell’olio di colza, fortissima Oltralpe.

Anche in Italia sull’olio di palma si fanno campagne pseudo- salutiste, specialmente sui social network, dove la verifica

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delle informazioni è spesso trascurata. Tuttavia, come ha confermato meno di due settimane fa l’Unione Nazionale C o n s u m a t o r i s u l s u o s i t o w e b (http://www.consumatori.it/alimentazione/alimentazione-sicurez za/la-verita-sullolio-di-palma/), “la sfida mediatica sembra ispirata più da interessi di parte che dalla necessità di dare corrette informazioni ai cittadini”. Infatti, “solo il 20%

dell’olio di palma che viene importato è destinato all’industria alimentare; il resto va ad altri settori industriali e alla produzione di energia. Sono molti i cosmetici, i farmaci, i prodotti per la casa, ecc. che contengono tra gli ingredienti l’olio di palma”. Non si capisce quindi perché andrebbe boicottata la Nutella e non altri prodotti. Qualcuno afferma che l’olio di palma è dannoso per la salute. In realtà, scrive l’UNC sulla base di studi scientifici, “si tratta di un ingrediente analogo ad altri grassi vegetali e persino migliore dei grassi animali in quanto non contiene colesterolo”.

Anche lo specialista in Scienza dell’Alimentazione Michele Pizzinini, dalle colonne dell’Adige, oggi definisce l’olio di palma “il male minore”, ricordando che è vero che “l’olio di palma, come il burro, è composto per circa la metà di grassi saturi (quelli dannosi), ma contiene un 38% di acido oleico (buono) mentre il burro ne contiene solo il 21%. L’olio di oliva è composto per il 78% di acido oleico mentre gli oli vegetali – mais, girasole, vinaccioli, arachidi ecc. – contengono alte concentrazioni di grassi polinsaturi (circa la metà) che sono meno stabili e più facilmente ossidabili. In sostanza, per le sue caratteristiche, l’olio di palma assomiglia più al burro che all’olio di oliva. Per inciso – conclude il prof. Pizzinini – ricordo che anche formaggi e salumi contengono per lo più grassi saturi”.

Ségolène Royal alle elezioni legislative del 2012 ha perso nel collegio della Charente Marittima contro un socialista dissidente, Olivier Falorni. L’anno precedente si era

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candidata alle presidenziali e aveva ottenuto un misero 7%.

Nel 2008 aveva perso la leadership del partito contro Martine Aubry e nel 2007 era stata surclassata da Nicolas Sarkozy nella sfida per l’Eliseo. Dal 2014, malgrado questo palmares non proprio farcito di vittorie, è diventata ministro dell’Ambiente e dell’Energia. In fondo, è pur sempre la madre dei figli del presidente.

CAPORALATO, ECCO L’ATTACCO DI THE GUARDIAN AL MADE IN ITALY.

MA TACCIONO SU APPROVVIGIONAMENTI AZIENDE INGLESI IN ITALIA Posted by Redazione × Pubblicato il 24/10/2017 at 19:04

Come annunciato da AGRICOLAE nei giorni scorsi, The Guardian affonda un altro importante colpo al Made in Italy. Dopo il Prosecco che faceva male ai denti e il Pesto genovese che aveva troppo sale

C o m e a n n u n c i a t o d a A G R I C O L A E n e i g i o r n i s c o r s i , T h e G u

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a r d i a n a f f o n d a u n a l t r o i m p o r t a n t e c o l p o a l M a d e i n I t a l y . D o p o i l P r o s e c c o c h e f a c e

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v a m a l e a i d e n t i e i l P e s t o g e n o v e s e c h e a v e v a t r o p p o s a l e . P r o p r i o g l i i n g l e s i ,

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c h e h a n n o r i s c h i a t o – p r i m a d e l l a B r e x i t – d i a n d a r e i n p r o c e d u r a d i i n f r a z i o n e

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e u r o p e a p e r n o n m o l l a r e l a p r e s a s u l l

’ e t i c h e t t a t u r a a s e m a f o r o , c h e b o l l a v a

(15)

d i

‘ r o s s o

’ l a m a g g i o r p a r t e d e i p r o d o t t i d e l l a D i e t a M e d i t e r r a n e a e i l l a t t e . M a

(16)

c h e s a l v a v a l e b i b i t e g a s s a t e . L ’ I n g h i l t e r r a s e m b r a v o l e r s c r e d i t a r e a n c o r a u n a

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v o l t a l ’ a g r o a l i m e n t a r e d e l B e l P a e s e p r o p r i o p o c h i g i o r n i d o p o l a l e t t e r a c h e T e

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r e s a M a y h a s c r i t t o a i p r o p r i c o n c i t t a d i n i :

“ S i a m o v i c i n i s s i m i a u n a c c o r d o . S o c h

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e e n t r a m b e l e p a r t i p r e n d e r a n n o i n c o n s i d e r a z i o n e l e r e c i p r o c h e p r o p o s t e p e r c o n c

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l u d e r e l ’ a c c o r d o c o n m e n t e a p e r t a . E c o n l a g i u s t a f l e s s i b i l i t à e c r e a t i v i t à d a

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u n a p a r t e e d a l l

’ a l t r a

” . G l i i n g l e s i d i T h e G u a r d i a n p e r ò , p a r l a n d o d e i g r a n d i

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m a r c h i t r i c o l o r e – c h e n o n h a n n o e s i t a t o a d i n t e r r o m p e r e i l c o n t r a t t o c o n i l f o

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r n i t o r e c h e n o n a v e v a r i s p e t t a t o l e r e g o l e r e l a t i v e a l l e c o n d i z i o n i d i l a v o r o e a l

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l a s o s t e n i b i l i t à d e l l a p r o d u z i o n e – s i d i m e n t i c a d i s c r i v e r e c h e q u e l f o r n i t o r e

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c o n t i n u e r e b b e a d i s t r i b u i r e i m p o r t a n t i q u a n t i t à d i p o m o d o r o a u n

‘ a z i e n d a c h e h a

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l a s e d e l e g a l e p r o p r i o a L o n d r a . https://www.theguardian.com/global-development/2017/oct/24/the -terrible-truth-about-your-tin-of-italian-tomatoes

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