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Lana e alghe: materiali per l edilizia.

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Academic year: 2022

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Lana e alghe: materiali per l’edilizia.

Un’azienda sarda sfrutta materie prime naturali e abbondanti nella regione per produrre materiali isolanti destinati alla bioedilizia e all’agricoltura, con innumerevoli vantaggi per l’ambiente e l’economia tradizionale dell’isola.

Far corrispondere le esigenze di profitto dell’imprenditoria industriale con quelle di tutela della sostenibilità ambientale, non solo è auspicabile e possibile, ma già in atto per molte realtà produttive nel nostro paese.

Un esempio viene dalla Sardegna, dove un’azienda di materiali edili e forniture agricole sfrutta una risorsa naturale del mare e la più tradizionale delle attività agricole sarde per realizzare prodotti ecosostenibili in due campi, quelli dell’edilizia e dell’agricoltura, tra i più invasivi dell’ambiente naturale.

Si tratta di una delle storie di riscatto e recupero socio economico dei territori rurarli e montani che Earth Day Italia ha inserito nel progetto “Tra campagne intelligenti e montagne all’avanguardia – Le comunità rurali e montane insegnano come mangiare tutti e mangiare bene”, realizzato da Earth Day Italia Onlus con il sostegno del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e presentato recentemente all’EXPO 2015.

A Gùspini nella provincia sarda del Medio Campidano l’azienda EdiLana utilizza, come materie prime, la pura lana vergine di pecora sarda e la posidonia, un’alga mediterranea che arriva naturalmente a spiaggiarsi sulle coste.

La lana ovina ha ottime proprietà isolanti, sia dal punto di vista termico che da quello acustico; isola anche dalle onde elettro-magnetiche, neutralizza i gas nocivi e i metalli pesanti. Per queste caratteristiche si rivela preziosa sia per

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l’isolamento delle abitazioni che per edifici adibiti ad altri usi. Altro utilizzo della lana sarda riguarda l’agricoltura e i terreni in generale: si producono pacciamanti (ovvero teli) per i campi o per i terrapieni alternativi a quelli sintetici.

Questi teli servono a proteggere le coltivazioni da erbe infestanti, e a regolarne temperatura e umidità; rispetto a quelli derivati dal petrolio, i pacciamanti di lana sono biologici, non immettono plastiche e derivati del petrolio nel suolo, restituiscono fertilità al terreno e permettono un risparmio del 50% dell’acqua necessaria all’irrigazione.

Ulteriori vantaggi per l’ambiente dipendono dalle modalità di produzione di questo isolante: non derivando da idrocarburi o da coltivazioni, come altri materiali isolanti, ha un impatto nettamente minore sull’ambiente e sulle risorse idriche, ed inoltre la produzione ha bisogno di molta meno energia. La lana di pecora inoltre è una risorsa naturale rinnovabile e incruenta (gli animali vengono tosati una volta all’anno e senza ricavarne danno) e considerando che il 60% della lana i t a l i a n a p r o v i e n e d a l l a S a r d e g n a , i n q u e s t o c a s o l’approvvigionamento della “materia prima” avviene praticamente a chilometri zero, con un deciso risparmio di risorse per i trasporti. Va infine precisato che la produzione di questo isolante non implica un aumento delle greggi o una d e v i a z i o n e d i q u a n t i t à d i m a t e r a l e d a l l a f i l i e r a dell’industria laniera (moda, accessori ecc.) a quella degli isolanti: si utilizza infatti l’eccedenza della pura lana vergine, quella scartata per motivi di qualità dalla produzione di maglieria che, dunque, comporterebbe anche dei costi di smaltimento.

Anche la Posidonia oceanica (questo il nome scientifico dell’alga mediterranea) è un prodotto naturale eccedente:

quando le piante spiaggiate superano la quantità che l’ecosistema costiero può naturalmente integrare, diventano un

“rifiuto” da rimuovere e dunque smaltire. Questo costo è trasformato in risorsa al pari della lana: anche la posidonia

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viene utilizzata come materiale isolante naturale dalla bioedilizia, o come materia prima per produrre carta. Effetto collaterale di questa produzione alternativa è il risparmio di 400 mila litri d’acqua e del 50% di energia elettrica per ogni tonnellata di carta da alghe.

Va infine sottolineato che questa sinergia tra agricoltura, pesca, edilizia, agricoltura ed industria ha avuto origine dalla collaborazione e dallo scambio di idee ed esperienze all’interno della comunità locale: i contadini, i coltivatori, gli imprenditori di Gùspini hanno messo in comune saperi ed esperienze di generazioni per dar vita a un’impresa che migliora l’integrazione tra produzione e ambiente, restando nel solco delle tradizioni più ancestrali della Sardegna, quelle che originano dal mare e dalla pastorizia. “Lana”,

“alghe”, “pecore”, sono parole che non è comune associare all’edilizia ma, come ha mirabilmente riassunto la sig.ra Daniela Ducato, rappresentante di Edilana, in una recente intervista radiofonica (ascolta), con queste soluzioni è possibile oggi “Restituire all’architettura gli stessi vocaboli della Natura”.

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La stampante 3D per costruire

una casa in meno di 24 ore

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Dagli States e dalla mente di un geniale inventore iracheno, la macchina per realizzare abitazioni (e non solo) in maniera automatizzata

Costruire una casa nell’arco di una giornata? Ora è possibile, grazie alla tecnica Contour Crafting e all’omonima macchina messa a punto dal geniale professor Behrokh Khoshnevis, prolifico inventore emigrato dall’Iran negli States nel ’74 e detentore di diversi brevetti in settori che vanno dall’ottica alla robotica.

IN FASE DI TEST PRESSO LA UNIVERSITY OF SOUTHERN CALIFORNIA.

Ma vediamo meglio in cosa consiste questo progetto:

attualmente la University of Southern California sta testando una gigantesca stampante 3D che, assicura Khoshnevis, “potrà essere utilizzata per realizzare una casa intera in meno di 24 ore”.

UNO SPECIALE UGELLO INIETTA IL CALCESTRUZZO LUNGO UNA TRACCIA PREDEFINITA. Questo enorme robot sostituisce operai e carpentieri con uno speciale ugello montato su un cavalletto, da cui viene iniettato il calcestruzzo e che, attenendosi a un modello computerizzato, consente di procedere in maniera del tutto automatica alle varie fasi di costruzione. Conosciuta come “Contour Crafting”, questa tecnologia potrebbe rivoluzionare il settore delle costruzioni, gli esperti del settore ne sono certi.

PER ALLOGGI “DI EMERGENZA”. Quali potrebbero essere gli sbocchi di un simile sistema di costruzione? Sicuramente la casa di proprietà potrebbe diventare una realtà “allargata” a

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prezzi accessibili. Inoltre, spiega il suo creatore, Contour Crafting potrebbe anche essere utilizzato in aree colpite da catastrofi naturali per costruire alloggi di emergenza e sostituire rapidamente le case distrutte. Ad esempio, dopo un evento come il tifone Haiyan nelle Filippine, che ha creato quasi 600.000 profughi, Contour Crafting potrebbe essere utilizzato per la costruzione di abitazioni di ricambio di qualità.

STRUTTURE PARTICOLARMENTE RESISTENTI. Si tratta, inoltre, di soluzioni abitative particolarmente resistenti, molto più che quelle realizzate con i “metodi di costruzione tradizionali”.

Una parete realizzata con Contour Crafting ha infatti una resistenza tripla rispetto ad un muro “normale”. Secondo Khoshnevis è, sì, una novità, ma è anche uno sbocco tecnologico “nell’ordine delle cose. Se vi guardate intorno – spiega il professore – oggi praticamente tutto è fatto a u t o m a t i c a m e n t e , d a l l e s c a r p e , a i v e s t i t i , d a g l i elettrodomestici, alla vostra auto. L’unica cosa che è ancora costruita manualmente sono, appunto, gli edifici “.

NECESSARI ANCORA GLI OPERATORI UMANI? Due sono le osservazioni che, subito, sono state poste al professor Khoshnevis: per prima cosa il fatto che – rendendo automatica la costruzione di una casa, si rende superfluo il lavoro di moltissimi operai o g g i i m p i e g a t i n e l s e t t o r e c o s t r u z i o n i . S e c o n d o l’International Labour Organisation il settore costruzioni impiega quasi 110 milioni di persone nel mondo e “svolge un ruolo importante nella lotta contro gli alti livelli di disoccupazione e nell’assorbimento del surplus di lavoro proveniente dalle aree rurali.” Quali sarebbero, allora, le conseguenze di un sistema come Contour Crafting sul mercato?

“C’è preoccupazione per le persone impiegate nel settore edile”, ammette Khoshnevis, “ma la realtà è con Contour Crafting si creerebbero moltissimi nuovi posti di lavoro, per la manutenzione e gestione della macchina ad esempio, ma anche per la realizzazione dei programmi computerizzati di

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costruzione”. Khoshnevis ricorda inoltre come nel 1900 quasi il 62% di tutti gli americani erano agricoltori, mentre oggi la percentuale si è ridotta all’1,5%.

RISCHIO DI CASE TUTTE IDENTICHE? Seconda osservazione posta al progetto è anche la paura di “case tutte uguali”, senza alcuna personalità o stile. Ma Khoshnevis risponde che “ogni edificio realizzato tramite “Contour Crafted” può essere differente e personalizzato: basta cambiare il programma per computer per ottenere una casa completamente diversa. Poiché gli edifici vengono stampati con un ugello, possono anche essere molto più

“creative” delle costruzioni di oggi, ottenendo effetti particolari senza incorrere in costi supplementari.”

PROSSIMI PASSI. Il futuro del progetto è ancora da definirsi, una volta concluse le fasi di test ed osservazione presso la University of Southern California.

Intanto, però, Contour Crafting è stata nominata una delle 25 migliori invenzioni del 2006 dal National Inventors Hall of Fame. Presto i risultati del test e le possibili applicazioni.

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