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4.1 RISORSE SOCIALI COME CAPITALE SOCIALE: IL POSITION GENERATOR

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(1)

CAPITOLO IV

DUE NUOVI STRUMENTI DI MISURAZIONE: POSITION GENERATOR E RESOURCE GENERATOR

4.1 RISORSE SOCIALI COME CAPITALE SOCIALE: IL POSITION GENERATOR

Analizzando la struttura di rete e le risorse che in essa circolano, un aspetto che da diversi anni è oggetto di attenzione riguarda l’ipotetica correlazione tra eterogeneità interna dei nodi della rete e risorse presenti in essa stessa nella convinzione che l’esistenza di risorse di natura diversa possa essere associata a maggiori livelli di capitale sociale.

Sembra infatti ragionevole ipotizzare che all’interno di reti con alta differenziazione dei nodi, le risorse a disposizione di ego abbraccino una gamma molto variegata aumentando la probabilità che egli possa avere accesso ad esse qualora ne avesse bisogno.

Più in particolare l’ipotesi logica su cui si basa questo strumento ricade all’interno della Teoria delle risorse sociali di Nan Lin secondo la quale potere e prestigio sono individuati come elementi costitutivi del concetto di prestigio sociale

1

. Da questo discende l’ipotesi che sussista una proporzionalità diretta tra prestigio occupazionale e prestigio sociale e tra quest’ultimo e il capitale sociale.

In questo senso tanto maggiore è il livello di prestigio sociale di ego e degli alters che costituiscono la sua rete, tanto più alto sarà il suo livello di capitale sociale.

1

Cfr. M. van der Gaag, Measurenet of individual social capital, F&N, Amsterdam,

2005, p.103

(2)

Obiettivo del position generator, ideato dallo stesso studioso, è quindi la misurazione del prestigio sociale a cui ego ha accesso in virtù della sua rete di relazioni.

Lo strumento è costituito da un elenco di professioni ad ognuna delle quali viene assegnato un peso in base ad una scala di prestigio sociale stabilita dal ricercatore. All’intervistato viene chiesto di indicare se tra le sue conoscenze rientrano o meno persone che svolgono quelle professioni. Nel caso in cui si abbia risposta affermativa si provvede ad indicare se le persone conosciute sono una o più di una e la natura del legame relazionale vale a dire se la/le persone nominate sono parenti, amici o conoscenti. Quest’ultima domanda permette di stimare la forza dei legami. Sempre in relazione all’aspetto descrittivo occorre fare alcune precisazioni.

In passato si è più volte osservato che a domande del tipo

“conosce qualcuno che svolge la professione X? L’intervistato può attribuire significati diversi. Per evitare le conseguenze che ne possono discendere, nelle indagini più recenti, si è deciso di specificare, anche nei questionari, che cosa si debba intendere per conoscenza di una persona.

In generale ci si riferisce a persone con le quali si ha un rapporto che va al di là della mera conoscenza di vista e del semplice saluto. Si intendono persone di cui, se le si incontra per strada, si è in grado di ricordare il nome e i rapporti sono tale da rendere possibile una breve conversazione

2

. L’intervistato quindi dovrà nominare persone con le quali ha rapporti che vanno da questo livello elementare di conoscenza fino alle relazioni per lui più significative.

Altro aspetto che merita attenzione è come comportarsi nel caso in cui in relazione ad una data professione ego conosca più persone con le quali ha relazioni di natura diversa, ad esempio un parente e un amico.

In casi di questo tipo si ritiene utile procedere alla indicazione della

2

Cfr. M. Van der Gaag, T. A. B. Snijders, A comparison of measures for individual

social capital, University of Groningen, Vrije Universiteit Amsterdam, 2003, p. 9

(3)

relazione più forte in base all’ipotesi che questa meglio rappresenti la possibilità che la risorsa sia accessibile ad ego. L’assunzione che le risorse sociali sono maggiormente disponibili se veicolate all’interno di legami forti non è priva di conseguenze teoriche e empiriche. Il rischio è che si trascuri il contributo delle risorse apportate dai legami deboli, che come ampiamente dimostrato, nel perseguimento di alcuni obiettivi, si possono rivelare più efficaci. Nella recente Social Survey on the Network of the Dutch per limitare gli effetti che possono derivare da questa ipotesi si è deciso di procedere in sede di analisi alla dicotomizzazione delle risposte attribuendo valore 1 nel caso che si conosca almeno una persona e valore 0 nel caso non si conosca nessuno.

Un terzo aspetto che merita una preliminare riflessione è la costruzione della scala di prestigio sociale che di fatto andrà a svolgere un ruolo determinante nella stima dell’ammontare di risorse disponibili.

Sempre con riferimento alla sopra citata indagine svolta in territorio olandese, partendo dalla constatazione che il prestigio complessivo di cui gode una professione è determinato da una pluralità di fattori, si è scelto di combinare due diverse gradazioni. Una prima scala è stata realizzata attraverso la classificazione delle professioni in base al prestigio sociale, mentre una seconda cerca di effettuare una classificazione delle medesime professioni in base al prestigio economico.

Dalla matrice di dati derivante dal position generator è possibile individuare tre principali indicatori deducibili direttamente dall’impostazione teorica di Nan Lin

3

:

- highest prestige accessed che si riferisce alla posizione dotata di maggior livello di prestigio sociale a cui ego ha accesso;

- range in accessed prestige calcolato dalla differenza di prestigio tra la posizione più alta e quella più bassa accessibili all’intervistato;

3

Cfr. M. Van der Gaag, Measurement of Individual Social Capiatle, F&N

Boekservices, Amsterdam, 2005, p. 106

(4)

- number of different positions accessed che esprime l’estensione delle posizioni occupazionali accessibili ad ego.

Si possono inoltre calcolare due ulteriori misure induttive:

- average accessed prestige data dal rapporto tra il totale delle risorse accessibili e il numero di posizioni di prestigio raggiunte.

- Total accessed prestige calcolato attraverso la somma dei punteggi delle diverse posizioni di prestigio emerse dall’intervista.

Può essere interessante analizzare l’interazione tra le diverse misure indicate e più in particolare tra le tre misure deduttive.

Il position generator è stato ampiamente utilizzato in numerose indagini sul capitale sociale. La sua adattabilità ne permette una facile applicazione in contesti sociali diversi attraverso la semplice modificazione dei valori delle scale di prestigio sociale. Proprio questa caratteristica lo rende particolarmente idoneo alla realizzazione di studi comparativi tra realtà anche molto diverse tra loro.

Nan Lin, uno dei principali ideatori di questo strumento, così come altri studiosi, ne sottolineano inoltre la sua buona fondatezza teorica. Il range di prestigio a cui si ha accesso, il livello più alto di prestigio raggiungibile e il numero delle diverse posizioni di prestigio presenti nel contesto relazionale possono essere considerati buoni indicatori nella stima dei livelli di capitale sociale disponibili.

Allo stesso tempo lo strumento non fornisce adeguate

informazioni in merito all’effettiva disponibilità di risorse che rimangono

stimabili solo indirettamente attraverso l’accesso alle professioni. Si

pensi ad esempio ad una situazione in cui l’individuo intervistato abbia

legami con amici e parenti che svolgono professioni con elevato prestigio

sociale, ma sulle quali egli non può fare affidamento nel caso in cui

avesse bisogno di qualche cosa collegato con la loro professionalità. In

questo caso si avrebbe una sovrastima delle risorse a disposizione nel

(5)

soggetto. Nell’ipotesi in cui l’universo di riferimento siano soggetti in carico ai servizi sociali questo limite potrebbe assumere grande rilevanza, sono molto frequenti i casi in cui l’intervistato conosce e intrattiene rapporti anche con soggetti che coprono posizioni occupazionali dotate di un adeguato prestigio sociale ma non sarebbero in grado di mobilitare tali risorse qualora ne avessero bisogno.

Allo stesso modo un altro limite si sostanzia nella scarsità di informazioni relative alla presenza di relazioni di sostegno. Più in generale, mentre questo strumento evidenzia una discreta efficacia nella quantificazione delle risorse di tipo strumentale, sembra scarsamente idoneo a fornire informazioni sulla disponibilità di risorse di tipo espressivo.

Ulteriore impegno nella formalizzazione sembra necessario anche per limitare ulteriormente i limiti derivanti dalla distribuzione assoluta e relativa delle diverse professioni presenti nello strumento:

- per prima cosa in relazione al fatto che le differenti professioni hanno un diversa prevalenza nella società. Le persone che svolgono lavori con un elevato livello di prestigio sociale sono meno numerose delle altre: è molto probabile che alcune professioni, se non adeguatamente ponderate risultino sovra rappresentate;

- il livello di conoscenza che gli intervistati hanno delle professioni svolte dalle persone che conoscono. Questo comporta il rischio di una sottostima del numero e del livello di prestigio delle funzioni accessibili;

- l’intervistato può attribuire significato diverso alle professioni

indicate oppure può essere portato ad ampliare il significato

della categoria inserendo più soggetti. In questo senso si

richiede particolare attenzione da parte del ricercatore nel

momento in cui vengono scelte le professioni. Ancora una

volta l’inserimento di professioni eccessivamente generiche

(6)

può portare ad un sovradimensionamento di persone nominate in corrispondenza di uno specifico items.

- Il rischio che vengano nominati dei false alters che potrebbero distorcere i dati.

Il position generator è stato oggetto di molte applicazioni negli ultimi

anni, rivelandosi uno strumento in grado di effettuare una buona stima

del capitale sociale. L’inquadramento di questo strumento all’interno

della teoria delle risorse sociali di Nan Lin e la conseguente scelta di

utilizzare un concetto come il prestigio sociale come elemento cardine

per la quantificazione delle risorse accessibili ha fatto sì che le stime

realizzate tendessero a sottostimare le risorse di tipo espressivo la cui

misurazione a seconda delle finalità della ricerca possono essere di

grande interesse.

(7)

4.2 CAPITALE SOCIALE E ACCESSO ALLE RISORSE: IL RESOURCE GENERATOR

Il resource generator nasce dagli studi di Tom Snijders e si propone di unire i pregi nel name generator legati alla dettagliata evidenziazione delle risorse e del position generator in particolar modo per quanto riguarda la sua economicità e la validità interna

4

.

Si tratta di uno strumento progettato solo di recente, la cui prima applicazione si può rintracciare all’interno della Survey on the Social Networks of the Duch del 1999/2000.

La progettazione di questo strumento nasce dalla necessità di superare alcuni limiti presenti nel position generator. Più in particolare si ha la possibilità di riuscire a individuare misure dirette dell’ammontare di risorse presenti all’interno del contesto relazionale, permettendo l’attribuzione di un peso paritetico a risorse di tipo espressivo e strumentale. Inoltre, nel position generator si ottengono informazioni indirette sulle risorse a disposizione di ego attraverso la stima di una relazione di proporzionalità diretta tra i livelli di prestigio accessibili e l’ammontare di risorse disponibili, non offrendo informazioni dettagliate in merito alla effettiva disponibilità di risorse da parte di ego. Il fatto di conoscere, magari avere anche relazioni molto forti come quelle parentali, all’interno della rete, non costituisce garanzia in merito alla disponibilità da parte di quest’ultimi a rendere disponibili le loro risorse ad ego qualora questi ne avesse bisogno.

Molti sono anche i vantaggi rispetto al name generator, in particolar modo per quanto riguarda la possibilità di avere una informazione esaustiva sull’accessibilità delle risorse senza incappare nei rischi di ridondanza di informazioni che, oltre al rendere più macchinoso lo strumento, in taluni casi possono rischiare di distorcere i dati.

4

Cfr. M. van der Gaag, Measurement of Individual Social Capiatle, F&N Boekservices,

Amsterdam, 2005, p. 138

(8)

Ricapitolando, il resource generator, pur avendo una struttura molto simile a quella del position generator, cerca di raccogliere informazioni dirette in merito alla accessibilità delle risorse da parte dell’intervistato.

Il resource generator è composto da un elenco di items contenenti un insieme di risorse per ognuna delle quali viene chiesto all’intervistato se, all’interno delle sue conoscenze, c’è qualcuno che lo potrebbe aiutare fornendogli quella risorsa. Le domande contenute all’interno dello strumento saranno: Conosce qualcuno che potrebbe metterle a disposizione la risorsa X qualora ne avesse bisogno?

Nel caso in cui si abbia risposta affermativa, si provvede ad individuare la forza della relazione segnando se la persona o le persone nominate sono parenti, amici o conoscenti. Nel caso in cui si abbiano più individui in corrispondenza dello stesso item, si procede ad indicare la persona con la quale l’intervistato ha un legame più forte. In altre parole gli assunti teorici sui criteri di raggiungibilità delle risorse sono gli stessi impiegati nel position generator per l’accesso alle professioni.

Questo strumento permette l’ottenimento di un dato in più rispetto agli altri due, vale da dire l’individuazione della disponibilità della risorsa da parte dell’individuo stesso, senza il ricorso alla sua rete relazionale. Tale informazione si ottiene chiedendo all’intervistato per ognuna delle risorse indicate se è posseduta direttamente dall’intervistato permettendo una stima delle risorse personali da confrontare con quelle derivanti dal contesto relazionale.

Il resource generator, così come il position generetor, si dimostra uno strumento facilmente utilizzabile sia per quanto riguarda la somministrazione che l’elaborazione, oltre che per indagini relative a specifici aspetti del capitale sociale, come ad esempio le indagini nell’ambito del social support.

Allo stato attuale delle ricerche, da questo strumento è stato

individuato un primo indicatore: l’ammontare complessivo delle risorse

(9)

a disposizione di ego quantificabili attraverso la somma dei punteggi dei diversi items.

Da questo, attraverso la costruzione di più sottogruppi di risorse è possibile individuare un insieme di indicatori relativi a specifici aspetti del capitale sociale. Nell’indagine sulle reti sociali degli olandesi sono state utilizzati quattro sottogruppi di risorse

5

:

- Prestige/educational related social capital: raccoglie i vantaggi provenienti, in buona parte, da legami deboli e si riferisce a risorse di tipo strumentale.

- Political/financial skills: si riferisce a risorse strumentali veicolate da legami deboli quali ad esempio amici di amici.

- Personal skills: rinvia alle competenze in relazione alle capacità comunicative. La ragione della presenza di un intero sottogruppo dedicato a questo tipo di risorse risiede nell’ipotesi che la capacità di avere accesso ai canali di informazione permetta una maggiore disponibilità di risorse di natura diversa da quelle possedute dai membri della rete stessa.

- Personal support: rinvia ad azioni di tipo espressivo anche se non bisogna sottovalutare il ruolo svolto in questo ambito delle risorse di tipo strumentale. A questo proposito si pensi all’importanza per una persona anziana di una risorsa costituita da una figura di riferimento nella cura della casa e della persona qualora insorgessero problemi di salute.

Di seguito si riporta la suddivisione degli items realizzata nella ricerca olandese

6

.

5

Ivi, pp.161-162

6

La schematizzazione presentata è tratta da M. van der Gaag, Measurement of

Individual Social Capiatle, F&N Boekservices, Amsterdam, 2005, p. 158

(10)

Altro elemento positivo di questo strumento è la sua efficace

applicazione allo studio delle risorse effettivamente utilizzate da ego nel

momento in cui avviene l’intervista. Questo dato, confrontato con quello

ottenuto dalla quantificazione dell’insieme delle risorse potenzialmente

accessibili, permette l’ottenimento di dati che si possono rivelare molto

utili per diversi scopi conoscitivi. Ad esempio, in una ricerca volta alla

misurazione del capitale sociale di soggetti in carico ai servizi sociali,

permetterebbe di disporre di dati che vanno oltre la quantificazione del

livello di capitale sociale, effettuando una comparazione tra il livello di

risorse accessibili e quello effettivamente a disposizione, ampliando

l’orizzonte delle riflessioni in merito alla necessità di inserire all’interno

del processo d’aiuto la mobilitazione delle risorse inutilizzate qualora ce

ne fossero, oltre che l’integrazione di queste, con i tradizionali interventi

di aiuto. Si comprende quindi come ricerche di questo tipo potrebbero

rappresentare importanti strumenti conoscitivi sia in direzione della

(11)

metodologia dell’intervento, sia nel miglioramento dell’efficacia del servizio.

Tra gli aspetti critici del resource generator si può annoverare il fatto che l’individuazione del tipo di risorse da inserire all’interno dello strumento varia, a volte anche radicalmente, a seconda degli obiettivi conoscitivi dell’indagine e del contesto territoriale in cui viene condotta la ricerca. Questo aspetto quindi invita il ricercatore ad una certa prudenza e attenzione nella costruzione dello strumento.

Da quanto detto, inoltre, discende anche uno dei maggiori limiti con cui gli studiosi si sono dovuti confrontare fino ad oggi, vale a dire la difficoltà di comparazione delle ricerche realizzate in contesti territoriali diversi.

Anche all’interno del resource generator rimane il rischio che i legami deboli siano sottostimati.

Ci sono poi altri elementi di criticità che possono trasformarsi in perdita di informazioni o distorsioni delle stesse qualora non venissero adeguatamente considerati in sede di costruzione dello strumento:

- alcune risorse sociali hanno una maggiore prevalenza e in questo senso sono accessibili ad un numero maggiore di persone. Si pensi alla domanda relativa al possesso di una macchina;

- può succedere inoltre che le risorse godano di visibilità diversa con la conseguenza che alcune di esse, essendo difficili da individuare, risultino sottostimate.

- Alcuni items possono dare origine a fraintendimenti. Ad esempio alla domanda sul conoscere una lingua straniera l’intervistato può dare significati molto diversi.

Gli studi sull’applicazione di questo strumento sono ancora poco

numerosi e relativi a campioni piuttosto ristretti, per questa ragione una

riflessione approfondita sui pregi e sui limiti di questo strumento appare

ancora prematura. Una versione riadattata di questo strumento è stata

(12)

impiegata in Inghilterra dall’istituto di psichiatria del Kings College di Londra all’interno di un’indagine sul ruolo svolto dei fattori sociali nella cura della depressione.

Indubbiamente la possibilità di ottenere misure dirette

dell’accessibilità delle risorse di ogni intervistato, oltre che la possibilità

di suddividere tali risorse in più sottogruppi in modo da analizzare il

contributo di ognuna di esse alla determinazione del capitale sociale, gli

effetti delle loro interrelazioni e dei rapporti tra queste e le risorse

possedute direttamente da ego, costituiscono importanti aspetti che

invitano a far proseguire il cammino della ricerca verso il

perfezionamento di questo strumento.

(13)

4.3 UNA O PIU’ MISURE PER IL CAPITALE SOCIALE?

E’ possibile individuare un unico strumento di misurazione oppure è auspicabile andare alla ricerca di un buon amalgama di strumenti diversi? E ad ogni modo, quali strumenti di misurazione sono più idonei alla quantificazione del capitale sociale?

La risposta a questa domanda è molto complessa e necessita di preliminare passo indietro in merito alle diverse fasi del disegno della ricerca.

Il disegno della ricerca prevede due passaggi, necessariamente in sequenza: la definizione del concetto e la costruzione di indicatori in grado di misurare ciò che è stato precedentemente definito. A sua volta, la definizione di un concetto richiede che siano identificate un numero di dimensioni analitiche e che per ciascuna di esse si rilevino un certo numero di indicatori

7

.

Quando ci si accinge a parlare di strumenti di misurazione del capitale sociale bisogna chiederci se alla luce della forte eterogeneità del panorama teorico, una discussione metodologica basata sulla individuazione degli strumenti più adeguati, abbia ragione di esistere oppure debba essere rinviata ad un periodo futuro in cui sarà stata raggiunta una certa omogeneità teorica.

A parere di alcuni studiosi,

8

il dibattito sugli strumenti di misurazione che si è acceso negli ultimi anni ha buona ragione di esistere non solo perché è tutt’oggi possibile giungere alla definizione di contributi teorici tali da meritare ricerche empiriche, ma anche perché è ragionevole pensare che la dimensione empirica, attraverso la sua

7

Cfr. A. M. Chiesi, Problemi di misurazione empirica del capitale sociale, in

«Inchiesta», n. 139, 2003, p. 86

8

Ibidem

(14)

possibilità di confermare o invalidare le ipotesi, possa apportare un grande contributo in termini teorici.

A questo proposito si può ricordare quanto diceva Merton

9

sul rapporto tra teoria e pratica e sul proficuo arricchimento che può derivare ad entrambe attraverso la loro interazione. Dopo aver adeguatamente sottolineato il ruolo fondamentale della teoria sociologica nel guidare l’azione del ricercatore e nel metterlo in guardia dal far prevalere la dimensione metodologica su quella concettuale, osserva che anche l’aspetto della ricerca può avere un ruolo fondamentale nello sviluppo della teoria sociale in relazione a quattro aspetti fondamentali: la fase iniziale della formulazione teorica, la riformulazione, l’orientamento e la chiarificazione della teoria

10

. In altre parole l’osservatore deve esaltare le sue caratteristiche creative svolgendo una funzione di stimolo nei confronti della teoria.

Un dato imprevisto e anomalo, così come l’osservazione di fatti fino a quel momento considerati privi di ripercussioni teoriche, nel momento in cui il ricercatore riesce a coglierne il suo valore strategico, vale a dire la sua capacità di incidere sulla teoria generalizzata, possono stimolare la nascita di una nuova teoria o la revisione della precedente.

Operazione legata alla capacità dell’osservatore di attribuire un significato al dato la quale presuppone, a sua volta, una buona sensibilizzazione teorica.

L’ipotesi è che il capitale sociale abbia molto da guadagnare dal rapporto di interdipendenza sottolineato da Merton, tra dimensione teorica e dimensione empirica.

Ritornando alla scelta degli strumenti di misurazione più adeguati, davanti ad un concetto dalle molteplici sfaccettature teoriche che, in buona misura ostacolano la sua traduzione in termini empirici, la

9

Merton, R. K., Teoria e struttura sociale. Teoria sociologica e ricerca empirica, Vol.

I, Il Mulino, Bologna, 1970, pp. 253- 278

10

Ivi, p. 277

(15)

comunità scientifica non sembra sia ancora giunta all’individuazione di un unico strumento di misurazione.

Al di la delle differenze teoriche, l’utilizzazione di più strumenti di misurazione, ognuno volto a misurare specifici aspetti del concetto si riscontra anche all’interno dei singoli approcci. Per tale motivo nel susseguirsi degli strumenti metodologici e attraverso l’analisi dei vantaggi e svantaggi di ognuno di essi, gli studiosi si stanno interrogando sulla stessa utilità dell’individuazione di un unico strumento.

Il modo più opportuno per riuscire a cogliere nella misura più esaustiva possibile le varie dimensioni di questo concetto potrebbe essere proprio l’individuazione di una serie di strumenti di misurazione dotati di una buona e omogenea fondatezza teorica rivolti il più possibile alla misurazione di aspetti diversi, in modo da evitare le ridondanze di informazioni ed essere al tempo stesso logicamente legati tra loro.

All’interno della prospettiva individuale già da alcuni anni si assiste all’utilizzazione congiunta del name generator e del position generator.

Nella Social Survey on the Network of the Dutch per la prima volta si è deciso di affiancare a questi due strumenti il resource generator rendendo possibile la realizzazione di utili comparazioni delle informazioni colte da ognuno di essi.

Importanti contributi a questo proposito arrivano dagli studi di Martin van der Gaag

11

il quale, una volta analizzati i diversi indicatori derivanti da ogni strumento e considerando le varie dimensioni del fenomeno come aspetti indipendenti l’uno dall’altro, procede ad un confronto a coppie dei tre strumenti fino all’individuazione di cinque componenti principali in cui il concetto di capitale sociale può essere suddiviso.

11

M. Van der Gaag, Measurement of Individual Social Capiatle, F&N Boekservices,

Amsterdam, 2005, p. 181

(16)

Gli accostamenti sono stati realizzati sulla base dei dati ottenuti dall’indagine sopra citata; si rende quindi utile una certa prudenza nella generalizzazione delle osservazioni per le quali è necessaria una preliminare comparazione con i risultati derivanti da indagini analoghe da realizzarsi nello stesso paese e in paesi diversi; ciò nonostante può essere conveniente considerare più da vicino le osservazioni derivanti da tali comparazioni.

Per quanto riguarda il rapporto tra name genrator e position generator, lo studioso evidenzia una buona corrispondenza tra i due risultati. Più precisamente appare rilevante la correlazione tra l’ampiezza della rete derivante dal name generator e le misura del position generator. In questo senso si ribadisce il fatto che reti ampie garantiscono l’accesso a professioni di prestigio sociale superiore e in generale ad una gamma più ampia di figure professionali. Tale informazione sembra confermata anche dall’esistenza di un buon grado di correlazione tra diversità della rete emersa dal name genrator e gli indicatori costruiti attraverso l’utilizzo del position generator

12

.

12

Le tre tabelle riportate di seguito sono contenute in M. van der Gaag, Measurement of

Individual Social Capiatle, F&N Boekservices, Amsterdam, 2005, pp. 183-185

(17)

Il grado di correlazioni tra i valori del name generator e del resource generator sembrano bassi anche se ancora una volta si assiste ad un buon livello di correlazione tra l’ampiezza della rete di relazioni ottenuta con il primo strumento con le misure del secondo. Tale dato può essere interpretato come il fatto che reti molto ampie rendono più probabile la presenza di risorse eterogenee. Questo dato emerge anche dal confronto dei valori del position generator e del Resource generator ragion per cui si può pensare che quanto più sono elevati gli indicatori di prestigio sociale intesi come diversità delle professioni accessibili e del range tra la professione di minor prestigio e quella con il più alto valore, maggiori saranno le possibilità di avere a disposizione una gamma più ampia di risorse.

Allo stesso tempo si assiste ad una correlazione positiva tra i valori ottenuti dal resource generator e l’eterogeneità delle relazioni di scambio, vale a dire si può ipotizzare che la diversità delle relazioni all’interno di una rete di scambio ristretta possa essere bilanciare, o ad ogni modo sostituire, i benefici derivanti da una rete molto ampia.

Di seguito si riportano le correlazioni individuate tra name

generator e position generator e tra position generator e resource

generator.

(18)
(19)

Attraverso l’utilizzo dell’analisi per componenti principali Van der Gaag arriva all’evidenziazione di cinque componenti fondamentali che una volta sommate riescono a fornire una spiegazione del 65% del fenomeno. Vale a dire:

- High prestige social capital: si riferisce agli indicatori del numero delle posizioni di prestigio a cui si ha accesso, il prestigio totale, il range nell’accesso al prestigio, il valore della posizione di prestio più elevato, costruiti attraverso il position generator

- Network estensity social capital: vale a dire le relazioni di scambio lavorative, l’eterogeneità nelle relazioni di scambio, l’ampiezza della rete e la misura della diversità dei legami ottenibili attraverso il name generator;

- Low prestige social capital: composto dal numero degli items del resource generator a cui esso ha accesso, capitale sociale legato alla conoscenza, capitale sociale legato alle competenze finanziarie e politiche, capitale sociale legato al prestigio e al livello culturale, capitale sociale come risorsa per il sostegno derivanti dagli indicatori costruiti dal resource generator - Network diversity social capital: legato agli indicatori di

diversità dell’età dei componenti della rete, l’eterogeneità nella formazione culturale, l’eterogeneità della rete in base al genere, e la densità ancora una volta calcolabili dal name generator.

Dall’indagine olandese si comprende come i diversi strumenti pongano l’attenzione su aspetti diversi del capitale sociale e, per questa ragione, valga la pena optare per un utilizzo combinato degli stessi.

Il dibattito su questo aspetto però non è ancora giunto ad una

conclusione, infatti alcuni ritengono sia opportuno procedere verso

l’individuazione un unico strumento in grado di dare una buona

approssimazione dell’intero fenomeno.

(20)

Altri studiosi tra cui Kadushin,

13

alla luce della nebulosità dei presupposti teorici e delle difficoltà nella misurazione e considerando il grande peso svolto dalle dinamiche di rete, suggeriscono la sostituzione del concetto di capitale sociale con quello di risorse di rete con le conseguenze in termini metodologici che da essa derivano.

Il confronto in corso riguarda in buona misura le frontiere di conoscenza che si aprono attraverso la misurazione, a tale proposito aspetti sui quali sembra necessario concentrarsi sono il rapporto tra risorse personali e risorse relazionali e sui processi di formazione e sviluppo nel tempo del capitale sociale individuale. La sfida metodologica del capitale sociale, che continuamente si rinnova, riguarda non solo la quantificazione delle risorse a disposizione del soggetto preso in considerazione, ma le ragioni e i modi attraverso i quali gli individui investono nelle relazioni sociali e come gli stessi lo utilizzino vale a dire in modi in cui lo rendano produttivo.

13

Cfr. C. Kadushin, Too Much Investment in Social Capital?, in «Social Networks», 26,

2004, p. 88

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