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La tesi ha avuto come oggetto la progettazione di un centro commerciale nell’area Comparini a Viareggio.

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Academic year: 2021

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12. Conclusioni

La tesi ha avuto come oggetto la progettazione di un centro commerciale nell’area Comparini a Viareggio.

Dall’analisi del luogo sono emerse due tematiche: la prima vede la necessità di “riempire” un vuoto urbano e riqualificare un’area periferica rendendola parte integrante della città, la seconda - tema molto ricorrente nell’urbanistica viareggina - denuncia la necessità di superare la netta cesura causata dalla linea ferroviaria. La ferrovia infatti, correndo parallela alla costa, divide la città in due parti che hanno una forma e uno sviluppo totalmente diversi: quella ad ovest della ferrovia è la città turistico - balneare, razionale, ordinata secondo una maglia urbana ortogonale, quella ad est, destinata alle attività commerciali e produttive, si è invece sviluppata in maniera più caotica e disordinata.

L’area presa in esame ha una collocazione infelice, trovandosi chiusa da due tratti di linea ferroviaria; per permettere il collegamento con la città, si prevede la realizzazione di una nuova strada che oltrepassa la linea Viareggio-Pisa con un cavalcavia e la linea Viareggio-Lucca con un sottopasso.

Indubbiamente, la scelta di realizzare un centro commerciale in questa area è mirata a creare un centro attrattivo che permetta di riqualificare il quartiere. Il centro infatti non è stato visto come un luogo unicamente adibito allo shopping, ma piuttosto come un’occasione per creare uno spazio vivibile per il quartiere, un luogo di aggregazione e di incontro.

La conferma di questo obiettivo viene proprio dalla composizione dell’edificio. Si è deciso infatti di rifiutare con fermezza la tipica forma del centro commerciale, tanto in voga fino al decennio scorso negli Stati Uniti, ossia il tipico Mall con un percorso rettilineo simile ad una strada coperta che ha alle due estremità due supermercati concorrenziali. Il progetto vuole creare un’architettura urbana, vivibile, a misura d’uomo, aperta verso l’esterno. Perché non riproporre, chiaramente in una scala più piccola, il tessuto urbano del centro di Viareggio? Un tessuto creato da una maglia ortogonale di strade che suddividono la città in isolati, dove si sviluppa un’architettura fatta di volumi semplici, i tipici villini con giardino. L’architettura del centro commerciale riprende il razionalismo viareggino, ma lo ripresenta in chiave moderna.

Ancora una volta l’osservazione del contesto viene in aiuto nelle scelte architettoniche: Viareggio è

una città di mare ed ha una rinomata tradizione nella cantieristica per la costruzione di yatchs e

barche a vela; da queste semplici osservazioni nasce l’idea di ripresentare nella proposta

architettonica i materiali, le forme, la scelte strutturali tipiche del mondo velico. E’ stato quindi

immaginato un edificio che trova i suoi riferimenti fondativi nell’idea del mare e della barche a vela

per i cromatismi, per l’uso di materiali quali l’acciaio che crea una struttura estremamente leggera,

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il legno per la pavimentazioni e i rivestimenti e il vetro per dare l’idea di trasparenza e leggerezza.

Le colonne circolari in acciaio sono un elemento caratterizzante il progetto: il doppio filare a sostegno della galleria trasversale ricorda tanti alberi maestri di barche ancorate al porto; lo stesso accade per quelle intorno alla piazza che con un sistema di tiranti sostengono i volumi aggettanti del primo piano.

Il centro commerciale si sviluppa all’interno di una griglia ortogonale di modulo quadrato 5x5m: ci sono volumi pieni, ovvero i negozi di varie dimensioni, e volumi vuoti, costituiti da piazzette, zone di relax, di sosta o di passeggio. Questo tessuto estremamente lineare e semplice, ma frammentato, è tenuto assieme da due percorsi coperti da tettoie di colore blu longitudinali che attraversano tutto il complesso e da una galleria coperta da una tettoia dal profilo curvo, asse principale del complesso. Come le tessere del gioco del domino, si hanno tanti parallelepipedi che si accostano l’uno all’altro creando il complesso, tante piccole scatole che si intersecano, si avvicinano l’una all’altra: ogni scatola è un negozio. Nelle attività commerciali giocano un ruolo chiave gli spazi espositivi, le vetrine, poiché devono essere il biglietto da visita di un negozio, devono rimanere impresse nel passante, devono suggestionarlo; nel progetto esse sono rappresentate da cilindri di vetro tagliati che si inseriscono, si intersecano nei parallelepipedi:

possono aprirsi nel negozio a creare uno spazio espositivo circolare oppure possono apparire concave all’esterno per permettere al passante di entrare dentro il cilindro.

Il fulcro del progetto è comunque la piazza circolare che si apre nella griglia e la deforma; gli edifici e il porticato intorno ad essa si curvano per accoglierla, i parallelepipedi diventano concavi sulla piazza e per contrapposizione convessi sull’altro lato verso la strada, per dare movimento e dinamicità. La piazza deve servire come luogo di sosta dopo lo shopping, ma soprattutto come centro ricreativo, luogo di incontro e di aggregazione, deve diventare un polo attrattivo per il quartiere e per la nuova sistemazione dell’intera area Comparini. E’ prevista la realizzazione di un viale alberato che partirà da questa piazza e, seguendo il profilo della costa, attraverserà l’area da Nord a Sud, fino ad arrivare alle aree in cui sono previste le realizzazioni del nuovo mercato, del mercato dei fiori e i nuovi impianti sportivi.

Parte integrante del progetto sono le aree a verde utilizzate come tessuto connettivo fra i vari elementi costruiti e concepite non come un elemento al di fuori del centro commerciale, ma come elemento integrato ad esso: sul verde si affacciano le ampie vetrate dei negozi in un rapporto di continuità sia visiva che fisica ed il verde entra nel complesso formando piazzette, piccoli viali, percorsi pedonali, aree di riposo.

Il centro commerciale è posto al centro del lotto trattato come un grande prato verde piantumato da

alberi, utilizzati come elemento di separazione con il contesto circostante, ovvero gli edifici

industriali e i due tratti ferroviari, creando una fascia di protezione acustica e visiva. Integrano e

completano il progetto tutti gli elementi di arredo: vasche d’acqua, panchine, sedute, vasche per

piante. Questi elementi assumono svariate forme: sono rigorose linee rette se devono indicare un

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percorso, hanno forme sinuose e divertenti se enfatizzano aree di sosta e di relax. Si gioca sulle forme bizzarre, nettamente contrapposte ai volumi dei negozi, prendendo ispirazione dalle composizioni pittoriche di Kandisky realizzate a cavallo degli anni Venti del Novecento.

Il progetto architettonico è stato integrato con un progetto illuminotecnico della galleria trasversale, asse del centro, e di una vetrina tipo, estendibile poi a tutte le altre vetrine.

Entrambi gli studi sono stati effettuati con l’impiego del software illuminotecnico Relux Professional 2007 fornito dall’azienda Relux Informatik AG di Basilea (Svizzera): il modello architettonico è stato direttamente importato da Autocad in Relux e in questo ambiente si è proceduto al calcolo. E’ stato scelto questo software poiché permette di calcolare il valore del’illuminamento medio, minimo e massimo nel caso sia di illuminazione naturale che artificiale; inoltre fornisce i valori dell’illuminamento in forma di tabella o di grafico o di rappresentazione tridimensionale. Infine attraverso Relux Vision è stato possibile ottenere immagini fotorealistiche.

Per l’illuminazione di centri commerciali e vetrine l’unica norma impiegata è stata:

UNI EN 12464.1 “Luce e illuminazione - illuminazione dei posti di lavoro.” Parte1: posti di lavoro interni, ottobre 2004, che fornisce i valori di riferimento dell’illuminamento medio orizzontale da ottenere nel caso di locali di passaggio e di zone espositive.

Si è fatto riferimento anche alla legge finanziaria del 2008, che prevede il divieto a partire dal 1 gennaio 2011 di utilizzo delle lampade ad incandescenza per motivazioni di risparmio energetico.

La galleria è un volume a doppia altezza, con copertura metallica dal profilo arcuato.

I volumi del primo piano non sono tutti accostati ad essa e perciò la luce naturale penetra non solo dai due accessi frontali, ma anche lateralmente lungo tutto il perimetro. Inizialmente si è proceduto al calcolo dell’illuminazione naturale sul piano di misurazione posto a 20 cm da terra, prendendo in esame 4 giorni significativi: 21 marzo/settembre, 21 giugno, 21 dicembre (equinozi e solstizi) con passo biorario a partire dalle ore 8 fino alle ore 20. Si è notato che in alcune ore del 21 giugno e alle 12 del 21 marzo il valore di illuminamento medio Em (lx) risulta eccessivo. Per rendere lo spazio fruibile e confortevole anche nei mesi estivi e per evitare il cosiddetto effetto specchio sulle vetrine, ossia riflessi eccessivi sul vetro che impediscono o disturbano la visuale, è stato studiato un elemento schermante.

Sono stati ripetuti i calcoli dell’illuminamento, posizionando nel modello lungo il perimetro della galleria al primo piano e sui due lati di accesso sempre al primo piano una serie di tendaggi in lino (motorizzati) che scorrono su guide verticali fissate alle colonne. Con questo accorgimento si è visto che i livelli di illuminamento medio si abbassano notevolmente, riducendosi di oltre un terzo.

Si è poi proceduto al calcolo dell’illuminazione artificiale della galleria. Per evitare fenomeni di

abbagliamento e per ragioni estetiche, si è deciso di utilizzare un’illuminazione indiretta:

42 proiettori Maxiwoody , realizzati dall’azienda iGuzzini, rivolti verso l’alto, sono stati fissati ad una

trave reticolare lunga quanto la galleria e fissata alla copertura tramite un sistema di tiranti. I

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proiettori sono inclinati alternativamente di 20 e 35 gradi (rispetto alla verticale) e inviano i fasci luminosi all’intradosso della copertura realizzata in materiale riflettente, r=80%. Inoltre all’interno di ciascuna colonna in vetro sono stati inseriti 4 proiettori Woody dell’azienda iGuzzini. Per garantire la massima flessibilità di utilizzo e ridurre i consumi energetici, sono stati previsti 4 livelli di accensione; per ognuno dei quali occorre garantire un livello di illuminamento sufficiente.

Questi livelli sono:

I livello: illuminazione durante le ore di apertura dell’intero centro; si è voluto ottenere un illuminamento compreso tra 400-500 lx, valore superiore a quello indicato nella normativa UNI EN 12464-1per le zone di passaggio, ma trattandosi del percorso principale ed essendo un elemento di accentuazione qualificativa, si è creduto necessario avere un’illuminazione maggiore di richiamo.

Con tutti gli apparecchi accesi si ottiene un illuminamento medio E m = 450 lx.

II livello: illuminazione durante le ore serali e notturne di apertura del centro; si è voluto ottenere un illuminamento pari a circa la metà del precedente, quindi circa di 200 lx.

Con 7 file di proiettori accesi e gli apparecchi nelle colonne tutti accesi si ottiene un illuminamento medio E m = 200 lx.

III livello: illuminazione durante notturne di chiusura del centro, ma in particolari periodi, come quello natalizio, in cui l’illuminazione svolge un particolare ruolo di richiamo nel territorio.; si è voluto ottenere un illuminamento pari a circa la metà del precedente, quindi circa di 100 lx.

Con 5 file di proiettori accesi e gli apparecchi nelle colonne spenti si ottiene un illuminamento medio E m = 80 lx.

IV livello: illuminazione durante le ore notturne di chiusura del centro; si è voluto ottenere un illuminamento pari a circa un quarto del precedente, intorno ai 20 lx.

Con 2 file di proiettori accesi e gli apparecchi nelle colonne tutti spenti si ottiene un illuminamento medio E m = 35 lx.

Inoltre si è verificato che non si presentassero fenomeni di abbagliamento, posizionando 6 osservatori in prossimità dei due ingressi; si è calcolato l’indice di abbagliamento UGR che

risulta, in tutti e 6 i casi, inferiore al valore limite di 20.

Per quanto riguarda la vetrina è stato fatto un analogo studio sempre con il software Relux, ma considerando solo l’illuminazione artificiale.

Per prima cosa sono stati scelti tre superfici di misurazione:

ƒ piedistallo per i manichini a 70 cm da terra;

ƒ piano di appoggio a 50 cm da terra;

ƒ fondale della vetrina a 20 cm da terra.

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Successivamente sono stati posizionati gli apparecchi, tutti prodotti dall’azienda iGuzzini: 10 faretti Pixel Plus messi sopra la linea mediana del piano di appoggio, 7 proiettori Perroquet Professional che illuminano il piedistallo ed infine 2 proiettori Trimmer Spot messi ad illuminare il fondale della vetrina per rendere più omogeneo l’illuminamento.

Anche in questo caso sono stati individuati 3 livelli di accensione:

I livello: illuminazione durante le ore di apertura del negozio. Per questo livello di illuminazione nella galleria si ha un illuminamento medio E m = 450 lx, in base alla norma UNI EN 12464-1, la vetrina, trattandosi di area contigua, dovrà avere un illuminamento >750 lx. Si è pensato di raggiungere 1000 lx nella parte centrale della vetrina ci sono i manichini, un valore poco più basso nell’area di esposizione più esterna e invece un valore intorno ai 200 lx per il fondale della vetrina.

Con tutti gli apparecchi accesi si ottiene:

illuminamento medio sul piedistallo E m = 935 lx;

illuminamento medio sul piano di lavoro E m = 815 lx;

illuminamento medio sul fondale E m = 175 lx.

II livello: illuminazione durante le ore di chiusura del negozio, ma di apertura del centro. Si intende ottenere valori di illuminamento pari a circa la metà dei precedenti. Si è pensato di raggiungere 400 lx nella parte centrale della vetrina ci sono i manichini.

Con 4 Pixel Plus e 3 Perroquet Professional accesi si ottiene:

illuminamento medio sul piedistallo E m = 395 lx;

illuminamento medio sul piano di lavoro E m = 314 lx;

illuminamento medio sul fondale E m = 60 lx.

III livello: illuminazione durante le ore di chiusura del centro. Si intende ottenere un illuminamento intorno a 40 lx. Solo in questo caso l’illuminazione della galleria supera quella della vetrina, perché per la vetrina deve essere esclusivamente un’illuminazione di sicurezza mentre per la galleria è anche un’illuminazione di accento.

Con 1 solo Pixel Plus acceso si ottiene:

illuminamento medio sul piedistallo E m = 76 lx;

illuminamento medio sul piano di lavoro E m = 9 lx;

illuminamento medio sul fondale E m = 0 lx.

Per il piedistallo nel livello di illuminazione I e II sono stati inoltre calcolati l’illuminamento medio

cilindrico e lungo le quattro direzioni ortogonali, i valori dell’illuminamento medio semicilindirico

e verticale - indispensabile per il calcolo dei valori di tre indici di modellato. Infatti, per rendere

al massimo la tridimensionalità degli oggetti e per dare plasticità, occorre verificare che gli

indici di modellato rientrino in un range di valori.

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Il progetto dell’illuminazione artificiale della galleria e, di conseguenza anche quello della

vetrina, sono stati impostati su quattro diversi livelli di illuminazione e di accensione con

l’intento di mirare ad un risparmio energetico, ma ance di realizzare un’illuminazione flessibile,

che rispondesse alle varie esigenze del centro commerciale nei vari momenti della giornata e

dell’anno e infine con l’intento di rispettare e enfatizzare certe scelte architettoniche del

complesso.

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