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Ramón J. Sender: la scrittura della storia come trauma

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Academic year: 2021

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Filologia, Letteratura e Linguistica

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN

LINGUE E LETTERATURE MODERNE EUROAMERICANE

Ramón J. Sender: la scrittura della

Candidata:

Elena Giometti

ANNO ACCADEMICO 2013/20

Dipartimento

di

Filologia, Letteratura e Linguistica

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN

LINGUE E LETTERATURE MODERNE EUROAMERICANE

TESI DI LAUREA

Ramón J. Sender: la scrittura della storia come trauma

Relatrice:

Elena Giometti

Prof.ssa Selena Simonatti

ANNO ACCADEMICO 2013/2014

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN

LINGUE E LETTERATURE MODERNE EUROAMERICANE

storia come trauma

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(3)

La memoria è necessaria. Dobbiamo ricordare

perché le cose che si dimenticano possono ritornare. Mario Rigoni Stern

(4)

Indice

Introduzione ... i

1. Ramón J. Sender ... 1

1.1. Cenni biografici ... 1

1.2. Lineamenti dello scrittore Sender ... 14

2. Opera ... 20

2.1. Sender e gli scrittori del suo tempo ... 21

2.2. Tra Nuevo Romanticismo e Neorealismo ... 24

2.3. La produzione giornalistica ... 33

2.4. Lo stile narrativo ... 35

3. Memoria storica e narrazione ... 40

3.1. La letteratura del trauma ... 42

3.2. Ramón J. Sender: la storia e il trauma ... 55

3.2.1. Il trauma e la creazione identitaria ... 61

4. Imán ... 70

4.1. Introduzione al romanzo ... 70

4.2. Contesto storico ... 77

4.3. L’esperienza traumatica per Sender ... 80

4.4. Viance: il trauma nel trauma ... 86

5. Gli scritti dell’esilio ... 98

5.1. Réquiem por un campesino español ... 102

5.1.1. Historia e Intrahistoria in Réquiem por un campesino español ... 106

5.1.2. Paco e Mosén Millán ... 110

(5)

5.2. Los cinco libros de Ariadna ... 130

5.2.1. La guerra civile in Los cinco libros de Ariadna ... 135

5.2.2. Ariadna e Javier Baena... 141

5.3. Crónica del Alba ... 151

5.3.1. Struttura narrativa... 158

5.3.2. Pepe Garcés ... 160

Conclusioni ... 174

APPENDICE: Intervista a Ramón Sender Barayón ... 178

Bibliografia primaria ... 184

Bibliografia critica ... 185

Sitografia ... 190

(6)

i

Introduzione

Ramón J. Sender è considerato tra i più importanti scrittori spagnoli del XX secolo. Inizialmente, Sender si fa conoscere nel panorama letterario come giornalista e solo in seguito alla pubblicazione del suo primo romanzo, Imán (1930), diventa famoso come scrittore. Nel 1939, a causa della vittoria del franchismo, lo scrittore aragonese, sostenitore del fronte repubblicano nella guerra civile spagnola, è costretto all’esilio; le sue opere, sottoposte all’opprimente censura esercitata dal regime di Franco, vengono bandite e ricominciano a circolare in Spagna soltanto negli ultimi anni della dittatura.

Con l’esilio la produzione letteraria di Sender subisce una svolta decisiva. Negli scritti precedenti al 1939 lo scrittore guarda alla Spagna con l’obiettivo di mettere in risalto i problemi che la affliggono (corruzione, arretratezza economica, analfabetismo, povertà) e con la speranza di riuscire a cambiare la società spagnola. Nella maggior parte delle opere scritte dopo il 1939, invece, Sender si focalizza sulla riscrittura di un episodio particolarmente doloroso della sua vita: la guerra civile. In questi romanzi, il tema della guerra diventa preponderante e viene ripercorso attraverso diverse modalità narrative che spaziano dal romanzo autobiografico a quello realista passando per il racconto allegorico.

L’obiettivo della presente tesi di laurea è lo studio del rapporto tra letteratura e storia nella produzione letteraria di Sender. I personaggi protagonisti dei romanzi dello scrittore aragonese si muovono sullo sfondo delle vicende storiche della Spagna della prima metà del 1900. Il binomio storia-letteratura si combina nel corpus dello scrittore dando origine a romanzi, spesso di natura autobiografica o pseudo-autobiografica, che possono considerarsi veri e propri documenti storici, testimonianza valida anche ai fini della ricerca storiografica ufficiale. I romanzi di Sender, così come le opere scritte da autori a lui contemporanei, sopperiscono alle deficienze di approfondimento manifestate dalla storiografia, monarchica, prima, e franchista, poi, che procedono organizzando il discorso storico secondo i propri interessi di parte.

Ai fini del mio studio, il rapporto tra storia e letteratura viene analizzato prendendo in esame quattro opere dello scrittore aragonese scritte in un arco di

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ii tempo che va dal 1930 alla fine degli anni Sessanta. L’indagine prende avvio da Imán, romanzo realista di ambientazione storica, incentrato sulle vicende di Viance, soldato spagnolo durante la Guerra del Marocco. L’approfondimento prosegue con l’analisi di Réquiem por un campesino español e Los cinco libros de Ariadna, pubblicati, il primo nel 1953 e il secondo nel 1957; entrambe le opere si contraddistinguono per il carattere allegorico che Sender conferisce alla narrazione. Attraverso questo artificio retorico lo scrittore racconta e descrive il clima di tensione che precede lo scoppio della guerra. Infine, Crónica del Alba, delle quattro l’opera più marcatamente autobiografica, ripercorre le vicende, ambientate nell’arco di trent’anni di storia spagnola, del protagonista Pepe Garcés, alter ego dell’autore.

La produzione letteraria di Sender può essere inquadrata all’interno di quella che recentemente è stata definita come “letteratura del trauma” o “letteratura traumatica”. Questo tipo di scrittura letteraria si misura con temi drammatici e delicati, quali il racconto dell’olocausto o delle due guerre mondiali, e si propone di dare voce alla storia di coloro che hanno subito sulla propria pelle gli effetti di questi tragici avvenimenti.

Per impostare la mia analisi mi sono servita delle considerazioni sul concetto di trauma esposte da Freud in Introduzione alla psicoanalisi. Il medico viennese, prende a prestito questo concetto dall’ambito medico e lo trasferisce sul piano psicoanalitico, definendo il trauma come un evento in grado di provocare disturbi permanenti alla vita psichica di un individuo; quest’ultimo, incapace di superare il turbamento provocato dall’evento traumatico, si difende manifestando sintomi nevrotici che tendono a ripetere questa esperienza drammatica.

Recentemente, gli studi condotti da Freud sul trauma sono stati ripresi e applicati all’analisi di testi di natura letteraria con l’obiettivo di comprendere il significato più profondo di un’esperienza traumatica. Le varie correnti che studiano il trauma in letteratura sono riconducibili a due approcci critici diversi. Da un lato, si collocano le teorie di orientamento psicoanalitico riconducibili agli studi condotti dalla critica americana Cathy Caruth. Secondo Caruth, l’esperienza traumatica vissuta da un individuo si ripercuote a livello letterario mediante la sua incessante ripetizione. Di segno inverso rispetto agli studi condotti da Caruth sono gli approcci di natura storico-culturale il cui apripista è Dominick LaCapra. A differenza di Caruth, LaCapra ritiene che il trauma subito da un individuo, possa

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iii essere affrontato, nel momento in cui si ripresenta nella sua vita, attraverso due meccanismi diversi: da un lato, il working through permette al soggetto di prendere coscienza del trauma e di superarlo, dall’altro, invece, l’acting out costringe l’individuo a vivere in una permanente condizione passata attraverso la ripetizione compulsiva di un’azione relazionata all’esperienza traumatica.

Per quanto riguarda i la produzione letteraria di Sender, si può notare come l’atteggiamento dello scrittore nei romanzi scritti durante l’esilio sia diverso da quello che contraddistingue le opere composte in terra spagnola. Nelle opere scritte prima dell’esilio, di cui Imán costituisce un esempio, Sender si sofferma a descrivere traumi di natura collettiva, quali possono essere gli scioperi o le rivolte popolari a cui partecipa in quel periodo. Si può notare come lo scrittore cerchi di superare questi traumi sia attraverso la partecipazione diretta agli eventi sia attraverso un atteggiamento socialmente e politicamente impegnato. L’analisi si propone di dimostrare come l’atteggiamento manifestato da Sender in questa fase della sua carriera di scrittore possa essere inquadrato all’interno del pensiero di LaCapra. Al contrario, l’atteggiamento dello scrittore aragonese nei romanzi scritti dopo l’esilio può essere ricondotto agli studi di Caruth in quanto prevale il racconto del trauma causato dallo scoppio della guerra civile che si ripercuote a livello letterario attraverso l’adozione di forme narrative diverse.

Infine, lo studio si conclude con l’intervista a Ramón Sender Barayón, primogenito dello scrittore, che gentilmente si è offerto di rispondere ad alcune domande sulla vita e sull’attività letteraria del padre.

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1.

Ramón J. Sender

1.1.

Cenni biografi

Sender trascorre l’infanzia tra Chalamera e Alcolea de Ci trasferirsi con tutta la famiglia

nella comarca di Cinco Villas. Valentina Ventura,

personaggio di Valentina V. in Grazie alle possibilità terrieri, Sender può proseguire

All’età di dieci anni

Joaquín, sacerdote presso il convento di Santa Teresa di Tauste. ambiente rurale, dall’atmosfera idilliaca

inclinazione per la scrittura e una profonda

quotidianamente questi interessi estraniandosi dalla realtà circostante immergersi nei mondi fantastici

nell’atmosfera cavalleresca del

Per arginare la sua condotta indisci

proseguire gli studi a Reus, presso i frati della Sacra Famiglia. permanenza di Sender

1 Saturnino Calleja Fernández (1853

infantile, famoso per aver fondato e diretto la rivista

1.1. Ramón J. Sender (1901

Ramón J. Sender

iografici

Ramón J. Sender nasce il 3 febbraio 1901 a Chalamera, un piccolo comune appartenente alla provincia di Huesca, nell’estremo nord dell’Aragona. Il padre, José Sender Chavanel, è un piccolo proprietario terriero

l’incarico di segretario comunale presso il municipio del paese. La madre, Andrea Gargés Laspalas, è maestra, professione che

deve abbandonare per prendersi cura della casa e dei figli.

e l’infanzia tra Chalamera e Alcolea de Ci

con tutta la famiglia, all’età di dieci anni, a Tauste, importante località di Cinco Villas. A Tauste, il giovane Sender strin

figlia del notaio del paese, figura sulla quale plasma i personaggio di Valentina V. in Crónica del alba (nel seguito: Crónica

possibilità economiche della famiglia di agricoltori proseguire gli studi oltre la scuola dell’obbligo.

All’età di dieci anni intraprende privatamente gli studi liceali seguito da don Joaquín, sacerdote presso il convento di Santa Teresa di Tauste.

dall’atmosfera idilliaca, che Sender manifest la scrittura e una profonda passione per la lettura

questi interessi estraniandosi dalla realtà circostante si nei mondi fantastici rappresentati nei racconti di Saturnino Calleja nell’atmosfera cavalleresca del Quijote.

la sua condotta indisciplinata e vivace, il padre decid

proseguire gli studi a Reus, presso i frati della Sacra Famiglia. A proposito della permanenza di Sender a Reus, Jesús Vived Mairal osserva come in

Saturnino Calleja Fernández (1853-1915) è stato un pedagogo e uno scrittore di letteratura infantile, famoso per aver fondato e diretto la rivista La Ilustración de España.

(1901-1982)

1 ce il 3 febbraio 1901 a

comune appartenente nell’estremo nord Il padre, José Sender Chavanel, proprietario terriero che ricopre comunale presso il . La madre, Andrea Gargés maestra, professione che in seguito ve abbandonare per prendersi cura della casa e l’infanzia tra Chalamera e Alcolea de Cinca per poi a Tauste, importante località il giovane Sender stringe amicizia con sulla quale plasma il

Crónica).

agricoltori e proprietari gli studi oltre la scuola dell’obbligo.

privatamente gli studi liceali seguito da don Joaquín, sacerdote presso il convento di Santa Teresa di Tauste. È in questo Sender manifesta una naturale passione per la lettura. Alimenta questi interessi estraniandosi dalla realtà circostante per ei racconti di Saturnino Calleja1 o

plinata e vivace, il padre decide di fargli A proposito della come in Hipogrifo 1915) è stato un pedagogo e uno scrittore di letteratura

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2 violento, secondo episodio di Crónica, emerga, in maniera evidente, l’influenza esercitata dalla vita nella cittadina catalana sulla condotta dello scrittore:

Ramón J. Sender en Hipogrifo violento, segundo libro de la serie Crónica del alba, habla a través de su trasunto Pepe Garcés de la vida reusense, de los claroscuros del mundo escolar y de su actitud de búsqueda y dudas en una edad de apertura a los misterios de la naturaleza. Pepe Garcés admira la ciudad de Reus por sus calles tan rectas, sus plazas tan limpias, “en una de las cuales se levanta la estatua del general Prim”, y sus comercios tan esplendorosos como los de Zaragoza.2

Nel 1914 lo scrittore si trasferisce a Saragozza insieme alla famiglia e si iscrive al quarto anno presso l’istituto cittadino. Qui comincia la collaborazione con la rivista studentesca El Escolar, fondata dal compagno di corso José María de San Pío e al tempo stesso, per potersi mantenere gli studi e contribuire all’economia familiare, si fa assumere come garzone di bottega presso la farmacia di proprietà di Don Salvador de Villaumbrosia.

In quel periodo, sulla scia dell’influenza esercitata dalla rivoluzione russa del 1917, si verificano in Spagna numerosi disordini. Nel luglio del 1917 viene proclamato da parte della UGT3 e del Partido Socialista Obrero Español uno sciopero generale in tutto il paese che determina l’insorgere di manifestazioni e scontri che si protraggono per mesi. Saragozza è tra le città in cui il movimento anarco-sindacalista si rende maggiormente attivo. L’adolescente Sender, se da un lato alimenta la sua passione per la lettura frequentando sia la biblioteca municipale sia quella dell’Acción Social Cátolica, dall’altro partecipa attivamente agli scioperi e agli scontri che, in quegli anni, vedono opporsi il movimento operaio alle forze dell’ordine sostenute dai grandi industriali. Durante queste azioni Sender ha modo di conoscere Ángel Chueca, un anarchico gestore di un chiostro di giornali. L’amicizia tra i due, descritta nelle pagine de El mancebo y los héroes, avvicina Sender alla lettura di testi rivoluzionari.

Per questo partecipato attivismo è ritenuto responsabile, anche se ingiustamente, dei gravi disordini studenteschi e degli scioperi che in quel periodo si verificano a Saragozza. Questa circostanza, unitamente alla pubblicazione sulle

2 J. Vived Mairal, Ramón J. Sender. Biografía, op. cit., p. 46.

3 La Unión General de Trabajadores (UGT) è una organizzazione sindacale operaia fondata in Spagna nel 1888. Di ispirazione marxista, l’orientamento ideologico del sindacato si è evoluto nel corso degli ultimi decenni verso il socialismo.

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3 pagine della rivista El Escolar di un suo articolo sul teorico dell’anarco-comunismo Pëtr Kropotkin,4 contribuisce ad attribuirgli fama di rivoluzionario ed ha delle ripercussioni sul corso di studi in quanto gli viene negata la promozione.

Costretto a doversi iscrivere in un altro istituto, sceglie di ultimare la sua carriera liceale ad Alcañiz, città situata nella parte meridionale dell’Aragona. Qui, in conflitto con il padre, per mantenersi agli studi, riprende a lavorare in una farmacia locale.

Tuttavia la sua vocazione di scrittore ha il sopravvento e Sender, nel 1918, fugge a Madrid per poter assecondare in maniera attiva questa sua passione. Nella capitale, Sender, con l’uso di vari pseudonimi, pubblica articoli, poesie e racconti per importanti quotidiani dell’epoca come El País, La Tribuna, España Nueva, El Imparcial. Particolare importanza rivestono gli scritti che il giovane Sender realizza per España Nueva. Dalle colonne del quotidiano madrileno fondato nel 1906 da Rodrigo Soriano,5 lo scrittore aragonese interviene per la prima volta il 25 maggio 1919 con un articolo intitolato Cuando caían las hojas. Leiba Bronstein nel quale ipotizza un incontro con Leiba Bronstein, vero nome di Leon Trotsky, che pochi mesi prima si è recato in visita politica in Spagna. Di seguito, tra il maggio e il giugno del 1919, Sender pubblica per questo quotidiano una decina di articoli, tra cui El triunfo de Galileo (4 giugno 1919), Las fantasías de D. Ángel y el problema de Andalucía (16 giugno 1919) e la serie Absurdo de la vida social che comprende scritti di denuncia sociale.

Nonostante Sender abbia sempre cercato di tenere nascosti i nomi d’arte con cui firmava i suoi articoli, riconoscendo l’immaturità e l’ingenuità di quegli scritti giovanili, Jesús Vived Mairal, nel suo studio La vida de Ramón J. Sender al hilo de su obra, rivela che uno degli pseudonimi adoperati dallo scrittore in quegli anni è Lucas La Salle. Probabilmente, la scelta di quel nome è influenzata dalla stima e dalla simpatia che Sender nutre nei confronti di Fernando Lassalle (1825-1864), pioniere del socialismo tedesco.

In una intervista a Marcelino Pañuelas, a proposito del suo iniziale avvicinamento al giornalismo, Sender confessa:

4 Pëtr Alekseevič Kropotkin (1842-1921) è stato un militante e teorico russo del movimento anarchico. Sviluppa le proprie idee in pieno clima positivista e scientista, influenzato dal suo essere contemporaneamente sia scienziato che anarchico. Ritiene che l’anarchismo abbia basi scientifiche e che la vita umana sia prevalentemente basata sulla cooperazione e la solidarietà tra gli individui piuttosto che sulla lotta e la competizione.

5 Rodrigo Soriano Barroeta-Aldamar (1868-1944) è stato un politico, avvocato e giornalista spagnolo fondatore di importanti quotidiani, tra cui España Nueva e Vida Nueva.

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4

Recuerdo que La Tribuna me pagaba veinticinco pesetas y El

País veinte. Casi todo lo que publicaba lo cobraba no muy bien, pero en cantidades que eran discretas en aquellos tiempos. Los periódicos eran ricos porque estaban muchos de ellos subvencionados por Alemania o por los aliados.6

Il compenso che gli viene corrisposto per ogni pubblicazione è importante per l’epoca, soprattutto per un giovane apprendista. Tuttavia, con il denaro guadagnato Sender riesce a mala pena a mantenersi. La vita nella capitale è caratterizzata da sacrifici e privazioni: in più di una occasione lo scrittore si vede costretto a trovare riparo in case di accoglienza, elemosinando un pasto caldo o un posto per dormire.

In simili condizioni di precarietà, riprende a lavorare in una farmacia e si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Madrid, presso la quale, tuttavia, non riesce a conseguire la laurea. Solo molti anni più tardi il titolo di dottore gli viene conferito honoris causa. Intanto, in questi mesi madrileni si avvicina all’attività rivoluzionaria organizzata nella capitale da alcuni gruppi di operai anarchici e si trova spesso coinvolto in violenti scontri con la polizia.

È ancora minorenne quando il padre si reca a Madrid e lo costringe a ricongiungersi con il resto della famiglia che in quel periodo vive a Huesca. Nella provincia aragonese Sender si dedica alla pubblicazione de La Tierra, periodico affiliato all’Asociación de Labradores y Ganaderos del Alto Aragón di cui il padre è amministratore. Nonostante Sender ricopra la carica di direttore, il suo nome non può figurare come tale, per motivi legali legati alla giovane età e ufficialmente l’incarico risulta svolto da un avvocato amico suo.

In questo periodo, all’attività giornalistica Sender affianca quella letteraria cominciando a sviluppare un’interessante produzione. Con lo pseudonimo di Lord Wais pubblica un folletón suddiviso in sei capitoli dal titolo El alma de la llanura gris, mentre nel corso del 1922 si dedica alla stesura di alcuni racconti brevi tra cui La leyenda del retablo, Sol de diciembre, Estrellita de Verbena e Un poema de Amor. Quest’ultimo racconto, pubblicato nel 1924 con il titolo di Marta sulla rivista catalana Lecturas, si contraddistingue per la componente romantica e sentimentale e per la musicalità del testo, che risente dell’influenza della sonata Chiaro di luna di Beethoven.

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5 All’età di ventuno anni, nel 1922, Sender deve assolvere il servizio militare nell’esercito spagnolo ed ha modo di prendere parte alla guerra del Marocco. Questa esperienza segna in modo indelebile l’animo dello scrittore in quanto gli consente di entrare in contatto con gli operai e i contadini, da lui ritenuti la vera essenza del popolo spagnolo, con i problemi dei quali ha già preso coscienza durante la permanenza a Madrid. Questo atroce vissuto, nel 1930, ispira Imán, il suo primo romanzo, considerato da molti uno dei migliori romanzi di guerra mai scritti.

Rientrato a Madrid nel 1924, Sender comincia a collaborare con El Sol, il più prestigioso quotidiano spagnolo dell’epoca, occupandosi sia della correzione dei manoscritti che della scrittura di articoli di vario genere. In particolare, per questa testata giornalistica lo scrittore cura in forma anonima le note di redazione della sezione intitolata Información general de toda España: la mano e lo stile di Sender emergono nelle note dedicate alla sua regione natale, l’Aragona, nelle quali si preoccupa di divulgare informazioni sulla realizzazione di determinate opere pubbliche, come la costruzione di scuole a Chalamera, e cura al contempo la redazione di necrologie per importanti intellettuali della zona.

Nel 1926 mentre continua la collaborazione con i quotidiani spagnoli come Solidaridad Obrera e La Libertad, diventa famoso grazie al suo interessamento per il crimen de Cuenca,7 episodio che nel 1939 ispira El lugar de un hombre.

Sul piano politico, non cessa di partecipare in maniera sempre più attiva alle rivolte organizzate dal movimento anarchico. È proprio a seguito di una di queste iniziative rivoluzionarie indirizzate contro il regime di Primo de Rivera, che viene condannato, nel 1927, a tre mesi di carcere, esperienza da cui prende le mosse nel 1932 il romanzo Orden Público. Ramón Sender Barayón, primogenito dello scrittore, descrive questo episodio cruciale nel romanzo A death in Zamora (1989):

7

Con l’espressione crimen de Cuenca si fa riferimento al presunto assassinio di un pastore

cuencano, José María Grimaldos López avvenuto nel 1910 nelle località di Tresjuncos e Osa de la Vega, ad opera di altri due pastori, León Sánchez e Gregorio Valero al fine di sottrargli il denaro ricavato dalla vendita di alcune pecore di sua proprietà. Nel 1911 i due presunti colpevoli vengono sottoposti a processo e scarcerati per mancanza di prove. Tuttavia, nel giro di alcuni anni su pressante richiesta della famiglia del presunto defunto, il caso viene riaperto e i due pastori sono di nuovo incarcerati e sottoposti a tortura. Nel 1913 vengono ufficialmente accusati dell’omicidio di José María Grimaldos López. Quest’ultimo, nel 1926, fa ritorno al paese natale per richiedere il certificato di battesimo necessario per potersi sposare. Solo a questo punto il processo viene invalidato e i due accusati scarcerati.

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6

In January 1930, the dictator Primo de Rivera had resigned and gone into exile. He had been vilified by everyone including the military and the press, and especially by the students whom he himself had hated the most. Some years earlier he had jailed my father. A rebellion had broken out at the artillery academy in Segovia. Although journalists had been prohibited to enter the city, Papá decided to sneak in. He dressed in the smock and visored cap of a sidewalk photographer and took a camera on a tripod. In that disguise, he had no trouble entering the city. Once inside, friends told him everything about the artillerymen’s revolt. His published articles alerted the government, and someone identified him as Sender. They wanted him, dead or alive. When they found him, they locked him up in Modelo Prison. But the public outcry was so loud they had to release him after three months.8

A seguito della pubblicazione di Imán, il cui contenuto infastidisce particolarmente il capo del governo Dámaso Berenguer,9 la collaborazione con El sol si interrompe bruscamente. Si intensifica invece il suo contributo ai periodici Solidaridad Obrera, organo della Confederación Nacional del Trabajo, e La Libertad, quotidiano di ispirazione repubblicana. Per il periodico anarchico il contributo di Sender, collocato all'interno della sezione Postal política si incentra sulla scrittura di articoli di tema sociopolitico in relazione con la lotta del movimento. A tale proposito, il figlio di Sender, allude all’impegno e alla lotta sociale del padre, affermando:

His articles and essays voiced the ideologies of the Spanish anarchists: the workers and peasants only had to free themselves from the Church and ruling class for their innate idealism to blossom into a classless society of love and comradeship.10

Per La Libertad, invece, Sender affronta temi di carattere culturale. La firma dello scrittore compare per la prima volta su questo quotidiano nel settembre del 1930 in occasione di una serie di articoli sulla funzione del teatro. Dalle riflessioni abbozzate in questi scritti nasce la raccolta Teatro de masas (1932) nella quale lo scrittore si fa sostenitore di un teatro sensibile verso i problemi della popolazione.

8 R. Sender Barayón, A death in Zamora, San Francisco, Calm Unity Press, 2002, p. 77.

9 Dámaso Berenguer (1873-1953) è stato un politico spagnolo che ha ricoperto la carica di Presidente del Consiglio spagnolo dal gennaio 1930 al febbraio 1931. Partecipa in qualità di Comandante dell’esercito spagnolo alla guerra del Rif in Marocco (1921-1927) che oppone alle forze franco-iberiche le tribù marocchine dislocate lungo la catena montuosa Rif.

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7 Sender ritiene il teatro un potente mezzo di indagine sociale attraverso il quale scandagliare e denunciare le problematiche della società moderna: l’auspicio dello scrittore è di riuscire a trasformare la realtà attraverso la critica sottesa nei testi teatrali.

Nel 1933 Sender viene inviato dal quotidiano La Libertad a Casas Viejas per realizzare alcuni reportages sugli avvenimenti che, ad inizio di quello stesso anno, si sono verificati in questa piccola cittadina dell’Andalusia. Nei giorni tra il 10 e il 12 gennaio del 1933 un gruppo di circa trenta contadini insorge per manifestare contro il governo. L’insurrezione di Casas Viejas rientra all’interno delle operazioni di rivolta e di scioperi pianificati in tutto il paese dal movimento anarchico per manifestare contro l’inefficiente politica sociale del governo di Manuel Azaña.11 Queste rivolte, scoppiate in tutta la Penisola, sono represse dal governo in maniera violenta, con l’intervento della guardia civil. Tuttavia, la popolazione di Casas Viejas oppone una resistenza più accanita rispetto alle altre località insorte. Alla notizia dello scoppio delle rivolte nelle regioni limitrofe i contadini e gli operai di Casas Viejas tagliano le linee telefoniche e telegrafiche, rimanendo in questo modo isolati, e si impossessano del paese. La guardia civil cittadina resiste alla rivolta contadina e solo grazie ai rinforzi esterni giunti in loro soccorso, dopo giorni di scontri violentissimi, riesce a vincere la resistenza della popolazione locale. Sender, su questo avvenimento, che secondo molti storici rappresenta uno degli episodi più atroci della storia della Seconda Repubblica, scrive ventuno articoli che vengono raccolti in Casas Viejas, pubblicato nello stesso anno in cui si svolge la feroce repressione ad opera della guardia civil. Nel 1934 lo scrittore amplia l’opera pubblicata l’anno precedente dando alle stampe Viaje a la aldea del crimen.

Intanto, in seguito al progressivo avvicinamento di Sender al comunismo, durante gli ultimi anni della Seconda Repubblica, i rapporti con il movimento anarchico spagnolo si incrinano. Alla domanda di Pañuelas se in quegli anni sia stato attratto dal socialismo russo, Sender risponde:

11 Manuel Azaña Díaz (1880-1940) è stato un politico spagnolo. Di ispirazione repubblicana, viene proclamato presidente della Seconda Repubblica l’undici maggio 1936 rimanendo in carica fino all’aprile del 1939 a seguito della sconfitta repubblicana nella guerra civile.

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Sí. En aquella época… Durante algo más de un año estuve trabajando muy cerca de ellos, casi como si fuera miembro del partido. Pero no lo fui nunca. ¿Cómo podría serlo?12

Tra il 1933 e il 1934 intraprende un viaggio in Russia: invitato dall’Unione Internazionale degli Scrittori Rivoluzionari,13 Sender assiste alle olimpiadi dell’arte rivoluzionaria, esperienza descritta nel libro Madrid-Moscú. Narraciones de Viaje (1934). Tuttavia, a parte un’iniziale simpatia, non si iscrive mai al partito comunista. Sender si considera un alleato del comunismo nella lotta contro il capitalismo e il mondo borghese, ma la divergenza su alcune questioni essenziali innesca un progressivo processo di allontanamento. Nel 1936, alla vigilia della guerra civile, il suo rapporto con il partito comunista si è già esaurito.

Negli anni immediatamente precedenti la guerra civile l’attività giornalistica di Sender si intensifica. Le sue pubblicazioni sui periodici non si limitano alla scrittura di articoli socialmente impegnati, ma lo scrittore attinge anche alla sua passione per la letteratura cominciando a scrivere pezzi di critica letteraria. Inizialmente, sulle colonne de El Sol si dedica alla critica e all’analisi di romanzi scritti da autori ispanoamericani come gli argentini Alberto Ghiraldo (1874-1946) e Domingo Quiroga (1900-1992), il messicano Plutarco Elías Calles (1877-1945) o il venezuelano Rufino Blanco Fombona (1874-1944). Da agosto a ottobre del 1935 dirige la rivista di informazione letteraria Tensor, sulla quale pubblica articoli in cui l’ideologia politica si unisce alla passione per la letteratura. Nell’articolo La cultura española en la ilegalidad Sender ribadisce la centralità del ruolo della cultura e l’importanza del suo contributo nel processo di sviluppo e crescita economica di una nazione:

La cultura es la lucha organizada por el dominio de la naturaleza. Donde comienza el hombre a percatarse de sus posibilidades en relación con un medio que ofrece resistencia y se une con otros para comprobar una misma experiencia, sacar una inducción y generalizarla, comienzan la cultura y la civilización.14

12 M. Pañuelas, Conversaciones con Ramón J. Sender, op. cit., p. 85.

13 L’Unione Internazionale degli scrittori rivoluzionari (UIER) viene fondata a Mosca nel novembre del 1927 e raggruppa al suo interno artisti e scrittori con idee progressiste e rivoluzionarie. Nel 1933 in Spagna sono attivi tre nuclei diversi con sede nelle principali città del paese: Madrid, Barcellona e Valencia.

14 R. J. Sender, «La cultura española en la ilegalidad», in J. Esteban, G. Santonja (a cura di), Los

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9 Durante la sua permanenza alla direzione di Tensor, Sender ha la possibilità di collaborare con importanti intellettuali spagnoli, tra cui Luis Cernuda, Rafael Alberti e Antonio Espina.

Grazie alla crescente popolarità, acquisita in seguito alla pubblicazione delle sue opere e alla loro traduzione in diverse lingue, nel 1935 Sender riceve il Premio Nacional de Literatura per il romanzo Mr. Witt en el cantón. L’azione della narrazione si situa nel cantón di Cartagena e ha come protagonista l’ingegnere Jorge Witt. Molti critici dello scrittore aragonese hanno evidenziato come da un punto di vista sociopolitico il romanzo sembri anticipare le dinamiche che conducono allo scoppio della guerra il 17 luglio 1936.

L’insurrezione falangista in Marocco, che porta alla guerra civile, sorprende Sender a San Rafael, nella provincia di Segovia, mentre è in vacanza con la moglie Amparo Barayón e i due figli (il primogenito di due anni e mezzo, Ramón Sender Barayón e la bambina di pochi mesi, Andrea Sender Barayón). La casa presso la quale alloggiano si trova all’interno della regione occupata, a circa tre chilometri di distanza dal fronte, motivo per cui, per maggiore sicurezza, Sender decide che la moglie e i figli si rifugino presso la famiglia di lei, a Zamora, cittadina al confine con il Portogallo, mentre lui si arruola come volontario tra le file repubblicane. Il momento della separazione dello scrittore e della moglie viene raccontato al figlio da Concha, la sorella maggiore di Sender. In A death in Zamora, Concha ricorda i momenti concitati che seguono lo scoppio della guerra e riferisce le disposizioni di Sender alla moglie:

“Amparo, you remain here with Conchita,” he told her. “Emi has no political reputation and will not be in danger. If things get worse, take the children to your family in Zamora. From there it’s only a half-hour to Portugal where you can find passage to France.”15

Amparo Barayón, riconosciuta mentre cerca di rifugiasi nel vicino Portogallo, viene fucilata dai falangisti nell’ottobre di quel primo anno di guerra. Sender apprende della fucilazione della moglie soltanto alcuni mesi dopo e giudica quell'atto una vendetta trasversale nei suoi confronti, in quanto scrittore rivoluzionario, sostenitore del Fronte Repubblicano e affiliato alla Alianza de

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10 Intelectuales Antifascistas.16 Comunque, grazie all’aiuto della Croce Rossa Internazionale riesce a ricongiungersi con i figli portandoli in salvo in Francia. Sender si è sempre dimostrato restio nel ricordare questo tragico momento della sua vita, tuttavia nell’intervista con Pañuelas rivela:

A mi mujer la fusilaron, en Zamora, el diez de octubre del año 1936. Yo me enteré de esto en enero de 1937, cuando me trajeron la noticia. Al quedar mis hijos desamparados en Zamora quise ir a recogerlos, el gobierno me dio permiso y fui a Francia. Me dirigí a la Cruz Roja Internacional de Ginebra. El presidente en persona, doctor Junot, y un escritor conocido como musicógrafo, el conde de Pourtalet, hombre simpático, se encargaron de recoger a mis niños. No hubo dificultades. Fueron a Zamora y ellos mismos me los trajeron a Bayona. Yo me fui con ellos a Barcelona. Allí estaban muy mal, no había leche ni comida. Volví a Francia y los instalé con dos muchachas aragonesas, hermanas, una cocinera y una niñera, que se cuidaron de ellos. Les puse un apartamento en Pau.17

Rientrato in Spagna, Sender chiede di essere inviato a combattere sul fronte aragonese con le truppe della Confederación Nacional del Trabajo (C.N.T),18 ma i comunisti, che lo considerano ormai un nemico, gli negano l’autorizzazione.

A gettare discredito sulla reputazione dello scrittore è stato un episodio avvenuto nell’ottobre del 1936: durante il decisivo attacco che avrebbe dovuto cacciare le truppe nazionali dalla cittadina di Seseña, Sender abbandona l’esercito repubblicano per dirigersi da solo verso la capitale. Questa vicenda, riportata da molti partecipanti al conflitto, tra cui il comandante Enrique Líster19 e il comunista Vittorio Vivaldi,20 si inquadra in un contesto militare che vede la

16 La Alianza de Intelectuales Antifascistas para la defensa de la cultura è un’organizzazione civile che viene fondata a Madrid il 30 luglio 1936 poche settimane dopo lo scoppio della guerra civile. Nel manifesto dell’associazione, gli scrittori e gli intellettuali che vi aderiscono dichiarano il loro sostegno al Governo Repubblicano e si schierano con il popolo nella lotta contro l’affermazione del regime fascista.

17 M. Pañuelas, Conversaciones con Ramón J. Sender, op. cit., p. 88.

18 La CNT è una confederazione di sindacati anarchici spagnoli che nasce nel 1910 con l’intento di costituire una grande forza libertaria in opposizione alla UGT, il maggiore sindacato spagnolo. 19 Enrique Líster Forján (1907-1994) è stato un militare e politico spagnolo. È stato il comandante dell' XI divisione dell'esercito popolare della Seconda Repubblica. Dopo il golpe franchista, guida uno dei primi reggimenti inquadrati dai comunisti. Successivamente, dopo la riorganizzazione dell'esercito, diventa comandante dell'XI divisione dell'esercito popolare, agli ordini del colonnello Juan Modesto.

20 Vittorio Vidali (1900-1983) è stato un politico e antifascista italiano, conosciuto anche come Vittorio Vidale, Enea Sormenti, Jacobo Hurwitz Zender, Carlos Contreras e Comandante Carlos. È stato un convinto assertore della linea politica impostata da Stalin e ha preso parte alla guerra civile spagnola fondando il V reggimento delle Brigate Internazionali.

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11 sconfitta delle truppe repubblicane e l’avvicinamento dell’esercito golpista alla capitale.

Sender, degradato dal Comandante Carlos (Vittorio Vivaldi), finisce con l’allontanarsi sempre di più dalla lotta armata mantenendo però vivo il proprio impegno sul piano intellettuale: l’esercito repubblicano lo invia negli USA perché, attraverso una serie di conferenze nelle università nord americane, promuova la causa repubblicana.

Nel marzo del 1939, poche settimane prima della conclusione della guerra civile, riconoscendo che «todo estaba perdido,»21 Sender si imbarca per l’America per non fare mai più ritorno in patria. Soltanto in seguito alla caduta del regime franchista, con la restaurazione monarchica, lo scrittore ha la possibilità di effettuare alcuni viaggi in Spagna. Nel 1976 viene invitato da Joaquín Soler Serrano a partecipare alla trasmissione di divulgazione culturale e scientifica A fondo che il popolare giornalista murciano conduce per la televisione pubblica spagnola (TVE). Nell’intervista, disponibile in versione integrale sul sito web della TVE, Sender ripercorre i momenti salienti della sua vita. In chiusura di colloquio lo scrittore, visibilmente commosso, saluta il popolo spagnolo con l’auspicio che possa riuscire a risollevarsi dalla miseria generata da venticinque anni di dittatura franchista.

Riguardo l’esito della guerra civile, Sender ha sempre ritenuto i russi responsabili della disfatta repubblicana. A tale proposito, la tesi storica sulla quale negli anni Cinquanta, in piena guerra fredda, costruisce Los cinco libros de Ariadna (nel seguito: Ariadna) si basa sulla convinzione che la sconfitta del bando republicano nella guerra civile spagnola sia la conseguenza di una macchinazione russa finalizzata a tutelare gli interessi geopolitici dell’Unione Sovietica in prospettiva del patto di alleanza con la Germania nazista.

Nei primi anni del suo esilio forzato, Sender risiede in paesi di origine ispanica, quasi a voler attenuare la distanza con la sua terra d’origine.

Dal 1939 al 1942 vive in Messico, dove pubblica, oltre a due romanzi di tema e ambientazione spagnola, Proverbio de la muerte (1939) e El lugar de un hombre (1939), anche opere di tema messicano, Mexicayotl e Epitalamio del Prieto Trinidad, entrambe del 1942 edite da Quetzal, la casa editrice da lui stesso fondata.

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12 Nonostante il vantaggio rappresentato dalla conoscenza della lingua, la permanenza messicana è molto complicata. A rendere problematici e difficili quegli anni sono, da un lato, la situazione di precarietà economica in cui si trova a vivere e, dall’altro, il rapporto con Lázaro Cárdenas (1895-1970), presidente della Repubblica Messicana. Sebbene allo scoppio della guerra civile spagnola Cárdenas sia stato tra i primi a denunciare la politica di non intervento sostenuta dalle democrazie francesi e inglesi e ad aprire le frontiere messicane agli esuli spagnoli, in seguito, sotto la sua presidenza, gli stalinisti iniziano una campagna di persecuzioni contro tutti i rifugiati spagnoli che durante la guerra hanno messo in dubbio l’autorità di Stalin. Sender, preoccupato per la propria incolumità, decide pertanto di trasferirsi negli Stati Uniti, prima a Santa Fe, in New México, e poi a Las Vegas; qui conosce Florence Hall, del dipartimento di Stato, con la quale si sposa poco dopo.

1.2. Lo scrittore con la seconda moglie Florence Hall e il figlio Ramón Sender Barayón (1973)

Tra il 1943 e il 1944 impartisce lezioni presso l’Università del Massachussetts, mentre l’anno successivo grazie all’intercessione dell’amico Luis Buñuel (1900-1983), conosciuto anni prima a Saragozza, inizia la collaborazione con la casa cinematografica Metro Goldwin Mayer per la quale cura l’adattamento dei doppiaggi allo spagnolo. Sender si fa conoscere nel mondo cinematografico americano con lo pseudonimo di Clemente Azlor, nome che utilizza anche per il protagonista della sua ultima opera El jinete y la yegua nocturna. Tra le produzioni cinematografiche alle quali ha modo di contribuire si ricordano The

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13 White Cliffs of Dover (1944) e Songs of Love (1947), entrambe dirette dal regista statunitense Clarence Brown. La collaborazione con la Metro Goldwin Mayer permette allo scrittore di sviluppare un crescente interesse per il cinema che lo porta a curare la trasposizione cinematografica di alcuni testi da lui scritti tra cui Los laureles de Anselmo e El diantre. Tragicomedia para el cine según un cuento de Andreiev, entrambe del 1958.

Nel 1946 ottiene la cittadinanza statunitense nonostante il suo più grande desiderio rimanga quello di fare ritorno in Spagna. L’acquisizione della cittadinanza americana non lo esenta, in piena lotta al comunismo, dai sospetti da parte del governo di Washington; per mantenere il suo posto di professore è costretto a firmare un manifesto anticomunista.

Tra il 1947 e il 1963 insegna letteratura spagnola moderna presso l’Università del New México. In questi anni vedono la luce alcune della sue opere più celebri: Réquiem por un campesino español (nel seguito: Réquiem), El rey y la reina o Los cinco libros de Ariadna. Contemporaneamente, in questo periodo collabora con l’American Literary Agency (A.L.A) fondata dall’aragonese Joaquín Maurín (1896-1973). Questa casa editrice contribuisce alla pubblicazione di alcuni articoli di Sender: questi contributi vengono in seguito raccolti in un unico volume dal titolo Los libros y los días.

Nel 1969, a trent’anni di distanza dal suo esilio, ha la possibilità di rientrare in Spagna per ricevere il Premio Planeta22 vinto grazie a En la vida de Ignacio Morel pubblicato in quello stesso anno. Il suo ritorno in patria è possibile grazie all’anno di amnistia concesso da Franco a tutti coloro che, durante la guerra, si sono macchiati di crimini e attentati contro i falangisti.

Tra il 1974 e il 1976, a seguito della morte del caudillo nel novembre del 1975, intensifica i suoi viaggi in territorio ispanico, ma l’aggravarsi delle sue condizioni di salute ne impedisce il definitivo ritorno.

Il 16 gennaio 1982, colpito da un infarto, muore nella sua casa di San Diego negli USA, residenza nella quale si è trasferito in seguito al peggioramento delle sue condizioni di salute. Cremato, le ceneri vengono disperse nell’Oceano Pacifico.

22 Il Premio Planeta è un prestigioso premio letterario che la casa editrice Planeta conferisce dal 1952 al miglior romanzo spagnolo.

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14

1.2.

Lineamenti dello scrittore Sender

Per facilitare una comprensione esaustiva del corpus letterario di Sender ritengo importante introdurre alcune riflessioni sulla sua personalità.

Come si evince dagli studi condotti da Marcelino Pañuelas, l’opera di Sender si contraddistingue per il marcato senso pratico, aspetto questo che contrasta con l’atteggiamento della maggior parte degli artisti, che spesso sono accusati di eccessivo distacco dalla realtà:

[Sender] tiene un agudo sentido práctico, poco frecuente entre artistas, en los pequeños incidentes de la vida diaria. No se le escapa ni olvida el más insignificante detalle.23

Nonostante la provenienza borghese, l’interesse dello scrittore per i problemi dei più deboli lo avvicina, in un primo momento, al movimento anarchico e, in seguito, al comunismo. Negli ultimi anni della sua vita, Sender sembra manifestare interesse per una specie di socialismo democratico, ideologia che presenta analogie con il suo pensiero:

P: En cuanto al mejoramiento de la sociedad, te he oído decir

que crees en una especie de socialismo democrático.

S: Todo el mundo cree en eso y espero que llegue por vía pacífica, porque hemos intentado en todos los países la vía violenta y siempre ha fracasado. Además, la victoria de una manera violenta es una victoria ya manchada por la injusticia. Es lo que sucedió en Rusia y está sucediendo en China.24

La partecipazione negli anni giovanili alle manifestazioni organizzate dagli anarco-sindacalisti è dettata dalla sua aspirazione al miglioramento della condizione sociale dei più deboli e dall’esigenza di denuncia delle ingiustizie sociali. Pañuelas evidenzia il carattere rivoluzionario del corpus dello scrittore affermando:

Sender es, sin duda, un escritor revolucionario, en el sentido noble de la palabra. Vivió activa e intensamente, en medio de riesgos constantes, los problemas político-sociales de España en momentos cruciales de su historia contemporánea; durante los últimos años de la monarquía, a través de la república y de la guerra civil. Y su actitud, en su vida y en su obra, ha sido

23 M. Pañuelas, Conversaciones con Ramón J. Sender, op. cit., p. 64. 24 Ivi, p. 201.

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siempre la de un hombre directamente comprometido en cuerpo y alma con los conflictos de su tiempo, aunque logrando siempre mantener su integridad e independencia de pensamiento y acción.25

Per quanto riguarda l’interesse per la politica, Sender vi si avvicina con un atteggiamento romantico, quasi poetico: lo scrittore la ritiene uno strumento attraverso il quale sia possibile cambiare la società. Al tempo stesso, però, nel prologo introduttivo ad Ariadna, riconosce la pericolosità dei giochi e delle alleanze politiche affermando:

[..] no puedo ver ni sentir políticamente. No soy capaz de formar en la fila de los perros de circo ladrando a compás y llevando en la boca el bastón del amo ni por otra parte tengo el menor deseo de actuar de jefe de pista.26

In gioventù, la “militanza politica” dello scrittore si limita alla partecipazione diretta negli scontri e negli scioperi, mentre sembra non mostrare interessate per le riunioni di partito e le assemblee. A tale proposito, Pepe Garcés, protagonista di Crónica e alter ego di Sender, nel racconto El mancebo y los héroes, afferma:

Era capaz yo de morir en un choque callejero con la policía – pensaba - pero no de discutir sobre el reformismo sindicalista.27

Analizzando la personalità dello scrittore, Marcelino Pañuelas evidenzia come Sender, nel corso della sua vita, non si sia mai dichiarato ateo. Nonostante lo scrittore aragonese non abbia mai posseduto una fede intesa come accettazione di una realtà trascendente e superiore, secondo il significato convenzionale che siamo soliti attribuire a questa espressione, ritiene l’ateismo una concezione filosofica assurda perché rifiuta l’esistenza di Dio. A proposito del suo rapporto con l’ateismo, lo scrittore afferma:

“El ateísmo es absurdo. El ateo dice que Dios no existe. Pero Dios no necesita existir para ser. Eso es lo que el ateo no entiende”, le he oído decir.28

25 Ivi, p. 23.

26 R. J. Sender, Los cinco libros de Ariadna, Zaragoza, Instituto De Estudios Altoaragoneses, 2005, p. 8.

27 R. J. Sender, Crónica del Alba, vol. 2, Madrid, Alianza, 2010, p. 87.

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16 Secondo Pañuelas, Sender è un uomo profondamente religioso che ricerca la presenza divina negli uomini e nella natura. A livello letterario, il sentimento religioso si proietta nelle sue opere attraverso l’interesse per i problemi dell’umanità e l’amore sincero e puro verso il prossimo, alla maniera di San Francesco. Probabilmente, questa sua visione della religiosità è indotta dall’influenza della personalità della madre, sempre per lui modello e guida nell’approccio filosofico alla vita.29 Le osservazioni di Pañuelas a proposito dell’atteggiamento religioso di Sender trovano riscontro nel romanzo A death in Zamora dove si riporta un episodio in cui lo scrittore, rispondendo alla domanda di Amparo che gli chiedeva se credesse in Dio, afferma di essere in grado di cogliere la sua presenza nella natura umana:

“But do you believe in God?” Amparo asked him.

“Sometimes, but sometimes not. I see God in the nature of men. Sometimes I believe in men and sometimes not.”30

Il padre, conservatore e antiliberale,31 pare che sia la figura familiare con cui Sender si sia maggiormente scontrato. Per tutta la vita, ma soprattutto negli anni dell’adolescenza, nelle sue decisioni lo scrittore subisce l’influenza dell’opinione del padre, per il quale nutre un vero e proprio risentimento ideologico. Il rapporto conflittuale tra Sender e il padre viene descritto nel romanzo A death in Zamora:

Papá and his father, both strong personalities, had a terrible relationship. As the eldest son, Papá had borne the brunt of Don José’s temper throughout his childhood, and his ongoing defiance remained a source of much family friction.32

Nei confronti del nonno paterno, invece, don José Sender Torres, Sender manifesta una grande ammirazione, tanto da riconoscerne la saggezza spontanea e l’onestà morale e intellettuale in alcune delle sue opere, come in Crónica e in My grandfather was a Mountaneer. Di seguito, si riporta la descrizione del nonno nelle pagine di Crónica dalla quale emerge l’affetto e l’attaccamento che lo scrittore nutre nei confronti di questa figura:

29 Cfr. ibidem.

30 R. Sender Barayón, A death in Zamora, op. cit., p. 110.

31 Francisco Carrasquer in Imán y la novela histórica de Sender, delineando il profilo dell’autore, afferma che lo stesso Sender in una lettera indirizzata allo studioso gli aveva confidato che il padre “era un carlista convencido”.

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17

Mientras me acercaba al puente sobre el río, iba pensando en mi abuelo, que debía tener ya cerca de los noventa años, pero caminaba todavía sin apoyarse en el bastón, que llevaba cogido por la mitad. Vestía de calzón corto con trencillas negras en las rodillas y en las mangas. Nunca usó la corbata, pero sí camisa almidonada los domingos con la abertura escarolada. Era mi abuelo alto, huesudo y cenceño. No reía. Parece que no lo había visto nunca reír nadie en su casa ni fuera de ella. Tampoco hacía reír a los otros. Nunca decía nada ingenioso. Mi abuelo no era ingenioso, sino violento y veraz. Y un poco misterioso, aunque para mí fuera claro y diáfano.[..] No le vi nunca leer un libro y ni siquiera un periódico. Según él, la letra impresa no decía más que embustes. Y cuando no creía las palabras de alguien, lo acusaba de mentir «más que las gacetas.33

Nonostante la popolarità acquisita grazie al successo riscosso dalle sue opere, Pañuelas evidenzia come Sender abbia continuato a condurre una vita semplice e misurata. Nell’introduzione alle sue Conversaciones, lo studioso americano descrive lo scrittore come una persona sobria e sincera che trae piacere dalle piccole attività quotidiane:

Le gusta la vida sencilla y sus costumbres son de una austeridad extrema. Con lo que gana de sus libros y en la cátedra podría permitirse toda clase de lujos. Pero el dinero no le preocupa. Ni las comodidades. Un día, al llegar a su apartamento, me lo encontré comiendo rodajas de piña en conserva que sacaba de la lata con el mango de un largo calzador de plástico. A mediodía iba a un restaurante cercano, si algún amigo pasaba a acompañarle. Pero frecuentemente comía en casa cualquier fruta o se quedaba sin probar bocado hasta la noche. [..] Viste con suma sencillez, en verano casi siempre sin corbata, a no ser que vaya de visita, con una especie de natural despreocupación que no excluye el cuidado de los detalles. [..] Es sencillo y cordial con la gente sencilla y de una frialdad adusta frente a “personajes” engreídos. Prefiere hablar con un trabajador que con un ministro.34

In Crónica e in Ariadna, la cui componente autobiografica è stata studiata da molti critici, Sender descrive se stesso come un uomo all’apparenza semplice, ma dal carattere complicato:

33 R. J. Sender, Crónica del Alba, op. cit., pp. 193-195.

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18

En conjunto y a primera vista me pareció un hombre complejo y elemental, simple y hosco, afable y violento a un tiempo. Yo diría un hombre cuyo único lujo en la vida era, tal vez, caminar por ella sin máscara. Atrevida audacia.35

Molti critici ritengono, con Sender, di trovarsi al cospetto di una personalità complessa e semplice allo stesso tempo: rude con chi gli risulta antipatico per pedanteria o per presunzione, estremamente cordiale e incline alla conversazione con chi, invece, a prima vista gli sembra simpatico e umile.

Lo scrittore aragonese ha dovuto attraversare, nel corso della sua esistenza, molteplici vicissitudini: l’essersi trovato più volte in condizioni di precarietà economica e l’aver vissuto a stretto contatto con la morte ha contribuito sicuramente a fargli mantenere un contatto sempre più diretto e vivido con la realtà.

L’attaccamento nei confronti della Spagna e in particolare per l’Aragona, sua regione natia, permea anche i romanzi scritti durante l’esilio: queste opere lasciano intravedere un sentimento di nostalgia e di vicinanza ai valori trasmessigli dalla sua terra d’origine. Nel prologo ad Ariadna, scritto nel 1957, Sender allude alle sue origini aragonesi e ai valori che questa terra, anche nella lontananza dell’esilio, ha continuato a trasmettergli, affermando:

Como cada español yo he tenido mis aventuras. Los riesgos han sido muchos, pero me ha ayudado hasta hoy el repertorio de valores más simples y primarios de la gente de mi tierra. No del español de la urbe (repito que una de las cosas que no puedo ser es un burgués y no lo siento) sino tal vez del campesino de las tribus del norte del Ebro, en la parte alta de Aragón.36

Molti critici e studiosi evidenziano come alla lunga e appagante carriera letteraria di Ramón J. Sender, sia venuto a mancare il riconoscimento più prestigioso e gratificante cui uno scrittore possa ambire: il premio Nobel. Molti intellettuali, tra cui Florence Williams Talamantes, professoressa presso la San Diego State University e Angier Biddle Duke, direttore dello Spanish Institute di New York ed ex-ambasciatore statunitense in Spagna, hanno sostenuto la candidatura al Nobel dell’autore aragonese. In realtà, sembra che Sender non

35 R. J. Sender, Crónica del Alba, vol. 3, op. cit., p. 349. 36 R. J. Sender, Los cinco libros de Ariadna, op. cit., p. 10.

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19 abbia mai aspirato a ottenere questo riconoscimento. In una lettera all’amico José Vergés Matas, lo scrittore aragonese afferma:

Lo del Nobel yo no lo pedí, me dicen de Nueva York que va a ser para el año que viene porque cuando ellos lo pidieron estaba ya acordado el de Grecia. Me da igual. Tampoco tuvieron el Nobel Tolstoj, ni Proust, ni Joyce, ni Lawrence.37

L’eredità morale e intellettuale, lasciata dallo scrittore aragonese alla sua morte, è conservata nelle sue opere tradotte in molte lingue e da cui emergono i valori nei quali Sender si è sempre riconosciuto e per i quali ha lottato a costo di mettere più volte a repentaglio la propria vita.

37 J. Vived Mairal, «La vida de Ramón J. Sender al hilo de su obra» in Alazet: Revista de filología, 4, 1992, p. 269.

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20

2.

Opera

Il corpus letterario di Sender risulta estremamente ampio: spazia dal romanzo realista di cui sono un esempio Imán e El lugar de un hombre, agli scritti allegorici come La noche de las cien cabezas e comprende anche testi autobiografici come Crónica. Cercare di inquadrare la sua copiosa produzione in una rigida classificazione si rivela compito arduo.

La maggior parte dei critici concorda nel suddividere la produzione letteraria dello scrittore aragonese in due grandi macroaree, distinguendo tra le opere scritte prima della guerra e quelle composte durante l’esilio. Lo stesso Sender intervistato da Pañuelas afferma di essere passato dalla scrittura di una letteratura di combattimento militante, a una letteratura di illuminazione, come conseguenza dell’idealizzazione delle sue radici spagnole indotta dall’esperienza dell’esilio:

Dejé de escribir una literatura de combate inmediato para escribir una literatura, por decirlo de un modo un poco absurdo, de iluminación.38

Tuttavia, dal punto di vista letterario, Sender si differenzia dagli scrittori suoi contemporanei perché si presenta nel panorama letterario spagnolo come un romanziere maturo e il suo profilo come scrittore appare definito sin dall’inizio della carriera. Imán, il suo primo romanzo, può considerarsi come “summa poetica” di tutta la sua produzione letteraria. Quest’opera, che ripercorre attraverso la figura del soldato semplice Viance, la tragica sconfitta di Annual, subita dall’esercito spagnolo ad opera delle tribù del Rif durante la Guerra del Marocco, si contraddistingue per la maestria con cui la componente realista si fonde al contempo con l’elemento aneddotico e storico e con la critica sociale. La capacità dello scrittore di gestire ed equilibrare tutte queste componenti risente sicuramente della sua formazione come giornalista e correttore di bozze:

[..] ¿Tú sabes lo que es estar, como te digo, seis u ocho años no sólo escribiendo cada día, sino corrigiendo materiales que te enviaban a la mesa; que tú debías limpiar de redundancias y de repeticiones y dejarlos reducidos a la pura esencia informativa? Con lo cual llega un momento en que has asimilado por lo

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menos una virtud. La de discriminar y no decir sino cosas interesantes, ¿comprendes? es decir, no ser aburrido.39

I suoi trascorsi giornalistici aiutano lo scrittore aragonese nel raggiungimento di uno stile maturo, privo di sbavature e indecisioni. Infatti, la collaborazione con le principali testate giornalistiche spagnole influisce nella definizione della prosa dello scrittore che si caratterizza per la semplicità espressiva e per il rifiuto degli artifici retorici, da lui considerati degli appesantimenti narrativi.

Nei paragrafi che seguono si cerca di inquadrare la produzione di Sender all’interno del panorama letterario spagnolo della prima metà del Novecento.

Dal punto di vista cronologico, Sender è coetaneo di molti autori appartenenti alla generazione del ’27. Comunque, nonostante l’ammirazione per alcuni degli intellettuali di questo gruppo, sul piano letterario i temi e i problemi affrontati dallo scrittore aragonese nelle sue opere sono trattati in maniera differente, filtrati attraverso una prospettiva più sociale che poetica.

Per le tematiche affrontate e per il coinvolgimento con la realtà storica e sociale, la produzione di Sender può essere inquadrata all’interno della tendenza letteraria del nuevo romanticismo, diffusasi in Spagna negli anni precedenti lo scoppio della guerra. Gli autori che aderiscono a questo nuovo movimento letterario perseguirono una rehumanización dell’arte, processo attraverso il quale l’uomo e i suoi problemi tornano ad assumere un ruolo centrale nelle opere letterarie.

2.1.

Sender e gli scrittori del suo tempo

In Spagna, gli anni Venti sono denominati, da un punto di vista letterario, Edad de Plata perché in questo periodo fioriscono nuovi generi letterari e la qualità delle produzioni spagnole è equiparabile a quella delle più famose opere inglesi e francesi. A dominare il panorama artistico di questi anni sono gli autori appartenenti alla Generazione letteraria del 1927, espressione questa utilizzata per definire un gruppo di intellettuali e autori che presentano caratteristiche omogenee.

La definizione del concetto di generazione letteraria è stata fornita dal filosofo tedesco Julius Petersen il quale identifica otto fattori necessari affinché,

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22 all’interno di un determinato panorama culturale, si possa parlare di generazione letteraria. Tra i fattori più importanti individuati da Petersen emerge la componente temporale: secondo lo studioso tedesco, per poter parlare di generazione è necessario che gli intellettuali coinvolti siano nati a distanza di pochi anni gli uni dagli altri. L’analoga formazione intellettuale degli studiosi rappresenta un ulteriore fattore individuato da Petersen: gli artisti che fanno parte di una generazione letteraria devono condividere un’impostazione ideologica affine. Altri fattori caratterizzanti, secondo il pensiero del filosofo tedesco, sono l’instaurarsi, tra i vari autori, di rapporti e relazioni sociali, la collaborazione finalizzata allo sviluppo di un linguaggio comune noto come “linguaggio generazionale” e l’elezione, come loro guida, di un autore la cui opera sia fonte di ispirazione e definisca le idee portanti della generazione. Come fattore complementare, inoltre, Petersen segnala l’improduttività artistica della generazione precedente, considerata come fertile terreno su cui può svilupparsi la fioritura di una nuova generazione letteraria.40

Nonostante si utilizzi il termine generazione in riferimento agli intellettuali della Generazione del ’27, questo gruppo di autori non realizza completamente tutti i criteri individuati da Petersen. Secondo Diéz de Revenga il termine generazione «es incapaz, bastante incapaz de designar a una generación que está presidida por las individualidades.»41 Secondo lo studioso, in questo caso il termine generazione viene utilizzato per parlare in un’accezione più ampia di un gruppo generazionale di intellettuali che tuttavia presenta al suo interno tendenze artistiche eterogenee.

Gli autori della Generazione del ʼ27 si contraddistinguono in primo luogo per l’equilibrio con cui elementi diversi e a volte opposti, ereditati dalle tendenze poetiche precedenti, vengono miscelati. Questo gruppo di intellettuali si fa promotore del rinnovamento estetico e formale della poesia spagnola. Partendo dalle innovazioni apportate dalle avanguardie storiche, ma senza perdere di vista l’importanza della tradizione, gli autori appartenenti a questa corrente rinnovano la metrica spagnola attraverso la fusione di un metro classico con uno più innovativo, come il verso libero. Allo stesso tempo ricorrono all’uso della

40 J. Petersen, «Las generaciones literarias», in F. Schultz et al. (a cura di), Filosofía de la ciencia

literaria, Pánuco, Fondo de cultura económica, 1947.

41 F. J. Díez de Revenga, Panorama crítico de la generación del ’27, Madrid, Castalia, 1987, p. 15.

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23 metafora per esprimere contenuti surrealisti e perseguono la bellezza formale attraverso l’impiego di immagini appartenenti a campi sensoriali diversi.

Il mentore intellettuale e artistico di questo gruppo di giovani artisti è José Ortega y Gasset, il cui saggio La deshumanización del arte (1925) serve da stimolo e da guida per molti giovani intellettuali. In quest’opera Ortega y Gasset si propone di eliminare dalla materia artistica il fondo aneddotico, procedendo, come si evince dal titolo, nella direzione di una progressiva disumanizzazione della materia poetica come conseguenza dell’estraneazione del poeta o dell’uomo, dall’azione poetica.

Per quanto riguarda Sender, sia per il temperamento al di fuori degli schemi, sia per l’inclinazione letteraria, si colloca ai margini dei presupposti artistici di questa generazione. Scrittore rivoluzionario e con una spiccata sensibilità per i problemi sociali, difficilmente condivide le posizioni estetiche di questi intellettuali.

Al contrario, la vasta produzione letteraria dello scrittore aragonese può essere collocata all’interno di quella che viene convenzionalmente definita literatura de avanzada o, come viene ribattezzata da José Díaz Fernández (1898-1941), del nuevo romanticismo. Queste espressioni fanno riferimento ad un tipo di letteratura che si fonda su principi antitetici a quelli della letteratura d’avanguardia, elitaria e disumanizzata.

A differenza del tipo di letteratura promossa dagli artisti appartenenti alla Generazione del ʼ27, la produzione di autori come Sender si contraddistingue sia per l’estrema attualità delle tematiche, sia per il coinvolgimento diretto dello scrittore negli avvenimenti sociali contemporanei. A tale proposito, i modelli letterari dello scrittore aragonese riconducono sia ad artisti a lui contemporanei come Ramón de Valle-Inclán, che nel 1928 firma il prologo a El problema religioso en Méjico, sia a grandi romanzieri, spagnoli e non, come Dostoewskij, Stendhal, Cervantes e Quevedo.

Marcelino Pañuelas, nel suo lavoro La obra narrativa de Ramón J. Sender, evidenzia come di tutta la produzione narrativa spagnola precedente la guerra civile, quella dello scrittore aragonese risulti non solo di maggiore interesse, ma anche di maggiore importanza. A suo avviso, Sender dimostra, in maniera del tutto inconsapevole, come, da un punto di vista narrativo, la strada intrapresa dagli intellettuali appartenenti alla Generazione del ’27 non possa trovare continuità

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