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Uno stadio a scala urbana, pensato per Santa Croce sull'Arno e la sua popolazione, strettamente collegato con la città ma che si apre anche alle istanze che derivano dai territori circostanti.

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S

OMMARIO

ABSTRACT …... pagina 2 INTRODUZIONE... pagina 5 GLISTADI PER ILCALCIO: BREVE EXCURSUS STORICO... pagina 9 INQUADRAMENTO TERRITORIALE... pagina 12 IL PROGETTO ARCHITETTONICO... Pagina 17 LO STADIO... pagina 20 IL PARCO SPORTIVO... pagina 31 LA COPERTURA: PROGETTO STRUTTURALE... pagina 34 BIBLIOGRAFIA... pagina 46 ELABORATI GRAFICI …... pagina 48

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A

BSTRACT

Pensato per ospitare partite di calcio, lo stadio si sviluppa come luogo sociale, un luogo di condivisione comune di un grande spazio che va oltre l'evento sportivo, capace di vivere ogni giorno, per tutto l'anno.

La semplicità e rigorosità geometrica della copertura, caratterizzano lo stadio che anela a diventare elemento generatore e riqualificante dell'orizzonte urbano. Una soluzione progettuale che vuole veicolare il passaggio dal paesaggio urbano, la copertura, al paesaggio agrario, la collina.

Uno stadio a scala urbana, pensato per Santa Croce sull'Arno e la sua popolazione, strettamente collegato con la città ma che si apre anche alle istanze che derivano dai territori circostanti.

La scelta tipologica di avere tutti i livelli fuori terra,

l'accesso dall'alto, è risultata essere quella che risponde al

meglio alle esigenze di carattere progettuale: la

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configurazione anulare dell'invaso, con le tribune che circoscrivono il campo di gioco, la discontinuità spaziale tra l'involucro e la copertura, con la sua semplicità geometrica ma dal forte impatto visivo, compongono un'architettura a scala urbana, in grado di modificare sostanzialmente il tessuto insediativo grazie alla capacità di imporsi nello skyline urbano. Uno stadio moderno con una capienza di 5.600 posti coperti, in grado di soddisfare le esigenze dell'utente-spettatore, in termini di comfort, qualità e sicurezza.

Attorno allo Stadio sorgerà il Parco Sportivo con lo scopo dichiarato di concentrare in una unica area una serie di funzioni che per loro natura non trovano una coerente collocazione all'interno del tessuto urbano. Un parco caratterizzato da una serie di “bolle” che racchiudono gli impianti per le varie discipline sportive all'interno del tessuto connettivo dei percorsi ciclo-pedonali e del verde.

Un immagine in cui il territorio urbano e territorio non

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urbanizzato trovano la loro sintesi senza soluzione di

continuità.

(5)

I

NTRODUZIONE

Praticato a partire dalle civiltà più antiche, lo sport è sempre stato una delle principali attività umane che da attività ludica legata al gioco, alla cura del corpo e all'impiego del tempo libero, si è trasformato in un caleidoscopico dominio, sottoposto a contaminazioni di natura sociale, economica e mediatica. Si può affermare che lo sport, nella sua più ampia accezione, si sia trasformato in una infrastruttura culturale diventando anche uno degli argomenti principali del dibattito architettonico emergente e assumendo un ruolo caratterizzante nelle politiche per lo sviluppo territoriale contemporaneo.

La crescita della pratica sportiva ha messo in luce, da un lato, l'inadeguatezza delle strutture sportive esistenti, dall'altro, la straordinaria possibilità di riqualificazione territoriale che i nuovi

“organismi sportivi” possono rappresentare. Così la progettazione delle strutture legate allo sport, che fino agli anni Novanta del secolo scorso presentava, nella maggior parte dei casi, una prevalenza della componente tecnologica e ingegneristica, negli ultimi due decenni ha acquisito una complessità compositiva che, insieme

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all'innovazione e alla sperimentazione, ha conferito ai singoli impianti una forte riconoscibilità urbana e territoriale. Così campi di calcio, palestre, piscine, velodromi, spazi polivalenti destinati alla pratica di molteplici discipline sportive hanno conquistato una identità urbana e all'interno delle città rappresentano, nei casi più rilevanti, vere e proprie nuove centralità, capaci sia di riqualificare i contesti urbani in cui sono ubicati che di assumere il ruolo di elementi costituenti le politiche di governance territoriale.

Questa nuova filosofia disciplinare, è rimasta circoscritta fino ad oggi ai grandi progetti innovatori, legati ai grandi eventi, che rappresentano attualmente una delle componenti più rilevanti e complesse delle politiche territoriali, lasciando inespressa la grande potenzialità di un simile processo che può essere utilmente adattato a realtà minori.

La modernizzazione dello spazio urbano e la realizzazione di un sistema di spazi pubblici funzionali allo svolgimento di manifestazioni non soltanto sportive, rappresenta oggi uno strumento di riqualificazione urbana da attuare mediante la realizzazione di piattaforme e spazi multifunzionali che siano in grado di valorizzare

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le peculiarità del contesto specifico, senza subire necessariamente un modello codificato.

All'interno di queste nuove strategie di sviluppo delle infrastrutture culturali, il sistema calcio evidenzia un ritardo strutturale tale da caratterizzare i luoghi deputati come elementi privi di funzioni q e che, in molti casi, rappresentano vere e proprie cesure del tessuto insediativo, ponendosi come elementi dequalificanti del tutto, o in parte, estranei al contesto urbano.

I nuovi stadi dovranno perciò rappresentare una nuova risposta, moderna e flessibile, capace di coniugare esigenze funzionali, politiche, sociali, morfologiche ed economico-finanziare.

Un approccio progettuale che dialoghi con questa pluralità di nuove istanze che impongono un ripensamento degli spazi collettivi, delle modalità di aggregazione delle loro forme, degli archetipi.

Elementi e istanze che diventano l'elemento fondante della ipotesi progettuale della mia tesi (a cui ho cercato di dare una risposta ) (che trovano compiutezza nella mia tesi) in cui lo stadio non è più solo lo stadio ma diventa al contempo elemento

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caratterizzante il contesto insediativo, una nuova centralità urbana ed elemento distintivo del nuovo spazio urbano costituito dal parco sportivo.

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G

LI STADI PER IL CALCIO

:

BREVE EXCURSUS STORICO

.

Lo stadio trova la sua origine come teatro dove si svolge lo spettacolo sportivo. Fin dall'antica Grecia, e successivamente in epoca Romana, gli stadi costituivano i necessari complementi architettonici, all'interno dell'impianto urbano, dove si svolgevano le gare e le manifestazioni pubbliche: tipi architettonici strettamente connessi alla disciplina sportiva che ospitavano. I primi spazi ad ospitare il gioco con la palla non furono dei luoghi dedicati, bensì le piazze cittadine, adatte ad ospitare un numero sempre crescente di spettatori e in grado di offrire uno spazio adeguato per il gioco aereo e la pratica di questa disciplina allora anche piuttosto violenta, come il “calcio fiorentino”.

L'evoluzione del gioco, delle sue regole, combinate con la necessità derivante dalla sicurezza degli spettatori, di garantire la compatibilità dell'evento sportivo, sempre più frequente, con l'assetto urbano, generò la nascita di nuovi spazi pubblici destinati al gioco della palla. Nacquero così nell'Ottocento gli sferisteri, manufatti architettonici che garantivano lo svolgimento in sicurezza delle partite e che codificavano al livello urbano e sociale il gioco del

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pallone. Proprio per queste sue caratteristiche lo sferisterio può essere considerato l'antesignano dei moderni stadi per il calcio.

E' con l'avvento del foot-ball in Inghilterra che si compie l'evoluzione dello stadio quale oggi noi lo conosciamo. Tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo fino al primo dopoguerra, in Italia e in Europa, la progettazione degli stadi è ancora improntata ad un'ispirazione classica che celebra più la monumentalità del luogo che la sua funzionalità connessa alla pratica sportiva, anche in relazione al fatto che per lo più erano destinati all'atletica leggera, come lo Stadio dei Marmi Roma.

A cavallo degli anni Trenta si assiste alla nascita di una nuova generazione di impianti sportivi che definiscono una nuova tipologia architettonica per lo “stadio”: generalmente radiale, con strutture in cemento armato, parzialmente coperto. Si delinea così una struttura

“specialistica” che viene sottratta al dibattito culturale e relegata a linguaggi e soluzioni morfologiche subordinate alla funzionalità.

Schema progettuale che continuerà ad essere adottato anche negli anni del secondo dopoguerra, emarginando lo stadio dal dibattito sul destino delle città, della loro articolazione e dalla ricerca

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architettonica, relegandolo definitivamente entro il suo confine meccanicistico e strettamente funzionale.

Questa definizione spaziale e concettuale del modello stadio si è rivelata ormai superata e non più rispondente alle esigenze che l'evoluzione del calcio ha generato, esigenze che riconoscono l'utente non più soltanto come tifoso ma soprattutto nella sua qualità di cliente. Il nuovo stadio non sarà più un luogo monotematico, utilizzato poche ore alla settimana, ma un luogo che vive quotidianamente, socializzante e aggregante: lo “stadio totale”.

Lo stadio diventa così una delle infrastrutture urbane che presenta elevate potenzialità in termini di fruibilità, adattabilità, compatibilità, capacità di generare eventi in grado di attrarre di capitali economici necessari per la sua realizzazione e gestione nel tempo.

Lo stadio diventa quindi un elemento urbano, un vero e proprio organismo progettato e gestito per la nuova figura dello spettatore-cliente.

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I

NQUADRAMENTO

T

ERRITORIALE

Santa Croce sull'Arno ha una collocazione territoriale che si presta a dare risposte a sollecitazioni non soltanto locali ma derivanti anche dai territori contermini ed al tempo stesso presenta tuttavia le peculiarità di un tessuto insediativo carente di una nuova e forte centralità urbana in grado di ricucire le varie parti della città.

Gli strumenti urbanistici di cui si è dotata l'Amministrazione hanno fatto propria questa necessità, individuando nella creazione di una nuova centralità, l'elemento fondante per la riqualificazione del tessuto insediativo, intesa non come soluzione di continuità bensì come elemento integrato, e integrante, dell'attuale assetto urbano.

La scelta strategica di localizzare gli stadi ai margini delle città trova diverse motivazioni. Da un lato risponde alla necessità di valorizzare aree degradate dall'altro l'opportunità di insediarsi in aree poco congestionate, luoghi in cui l'accesso e il deflusso degli spettatori è più facile da gestire e organizzare. Un processo di rigenerazione delle aree urbane coinvolte che ha tra le sue prerogative quella di creare le condizioni per promuovere un nuovo

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sistema di relazioni e nuove occasioni di attratività del tessuto urbano sia in termini di offerta che differenziazioni delle funzioni urbane compatibili. La visione urbanistica si concretizzerà con la generazione di un tessuto connettivo che riesca a comporre le diverse parti in un organismo plurifunzionale con la creazione di spazi di aggregazione, dotazione di servizi pubblici.

Il comparto oggetto della progettazione, già destinato in parte dagli strumenti urbanistici vigenti a “Verde pubblico attrezzato”, si connota per un elevato grado di accessibilità, essendo a 3 km dalla Strada di Grande Comunicazione FI-PI-LI e in adiacenza al Centro

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urbano, delimitato da due artiere di veloce comunicazione: a nord la s.p. Francesca bis ed a ovest la nuova Bretella del Cuoio. Di notevole importanza la previsione di un collegamento a sud che, una volta realizzato, garantirà un ulteriore collegamento con la “Bretella del Cuoio”.

La costruzione del nuovo Stadio all'interno del nuovo Parco Sportivo, non necessita della realizzazione di nuove infrastrutture per la mobilità ma un adeguamento di quelle esistenti senza comportare quindi modifiche sostanziali all'attuale schema dei flussi di traffico, apportando miglioramenti alla viabilità urbana di penetrazione, per facilitare le operazioni di afflusso/deflusso in occasione delle manifestazioni ed un facile raggiungimento degli spazi per il parcheggio.

Il tessuto urbano circostante è formato, lato ovest, da una zona caratterizzata da grossi contenitori con una densità volumetrica medio-alta con prevalente destinazione artigianale- industriale nel quale non spiccano emergenze in grado di caratterizzare la forma urbana. A sud si presenta un tessuto urbano frammentato, tipico delle zone di transizione dalla funzione residenziale a quella produttiva, mentre a est si trova il territorio

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agricolo.

Lo Stadio ed il Parco Sportivo dovranno costituire i nodi principali del processo di riqualificazione dell'intero comparto territoriale che insieme rappresenteranno sia l'elemento di bilanciamento tra le funzioni residenziali e produttive, che fattore di transizione tra il territorio urbanizzato ed il territorio non urbanizzato. Lo Stadio in particolare assume la funzione di elemento trainante sia in termini funzionali che economici, capace di acquisire una valenza di qualità urbana in grado di valorizzare l'intorno.

La collina artificiale che permette l'accesso dall'alto degli spettatori, diviene l'elemento che sottolinea la nuova architettura, e insieme alla copertura, forma un'architettura immediatamente riconoscibile nello skyline. Elemento distintivo e innovativo rispetto al tessuto urbano esistente. Sotto il profilo tecnico, questa soluzione permetterà di ridurre al massimo la necessità di ricorrere agli scavi, visto anche il contesto di pericolosità idraulica definito dal quadro conoscitivo degli strumenti urbanistici e consentirà di incorporare al suo interno tutti gli spazi accessori per lo stadio. Questa scelta progettuale ha inoltre facilitato, pur

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mantenendo l'unitarietà del manufatto, la riconoscibilità degli spazi complementari, dove trovano collocazioni le funzioni urbane quali ristorazione, spazi commerciali e ricreativi, e funzioni pubbliche. La loro dislocazione rende tali spazi autonomi rispetto allo stadio e quindi potranno utilmente funzionare durante un arco temporale indipendentemente dalla concomitanza di manifestazioni sportive.

P

RINCIPALI DATI INTERVENTO

SUPERFICIE PARCO SPORTIVO mq. 244.608 SUPERFICIE AREA STADIO mq. 98.240

CAPIENZA STADIO 5.050

QUOTA ULTIMO LIVELLO TRIBUNE m. 9.20 SUPERFICIE SPAZI COMMERCIALI mq. 460 SUPERFICIE SPAZI DI INTERESSE GENERALE mq. 1095 SUPERFICIE PARCHEGGI ESTERNI mq 25.100 SUPERFICIE PARCHEGGI COPERTI mq. 6.810

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I

L

P

ROGETTO

A

RCHITETTONICO

La forma. La configurazione morfologica individua i caratteri formali e funzionali dell'impianto, definendo il sistema di relazioni con il contesto urbano di riferimento: la disposizione delle tribune lungo i lati del campo, il numero delle gradinate, la loro composizione, separate lungo i lati del campo oppure avvolgenti ad andamento ellittico, lo sviluppo della copertura.

Il rapporto tra copertura e gradinate si può declinare in due diverse categorie strutturali: indipendenti in cui ciascun sistema si sviluppa con strutture portanti proprie e integrate in cui gradinate e copertura sono parte di una comune struttura.

Il campo da gioco. Esso costituisce l'elemento di primaria

importanza nella definizione del posizionamento del manufatto

“stadio” in relazione al suo posizionamento e orientamento. Scelte dettate dalle normative vigenti.

Le tribune. Rappresentano una variabile nella progettazione che richiede un attento ed approfondito studio per assicurare una visione ed una percezione ottimale dello spettacolo sportivo. La disposizione

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plano-altimetrica degli ordini dei posti è un fattore di fondamentale importanza per avere una ottima visibilità. La soluzione ottimale prevede la disposizione delle sedute tale da formare un arco di parabola. L'applicazione del metodo geometrico analitico porta ad un'approssimazione per cui la curva di visibilità si concretizza in una linea spezzata. Tale scostamento è dovuto alla necessità di poter ottemperare alla normativa vigente che prescrive, per le scale di distribuzione alzata e pedata costanti per ogni rampa.

La copertura. Questo tema riveste un ruolo importante non solo per

la sua funzione di protezione del pubblico dagli agenti atmosferici ma, soprattutto, come fattore determinante nel processo di identificazione e di riconoscibilità della soluzione architettonica:

elemento caratterizzante e di massima visibilità che stabilisce il rapporto con la scala urbana. Le istanze strutturali proprie della copertura in relazione alla sua dimensione, alla complessità di assemblaggio

delle sue parti costitutive, conferiscono al “sistema copertura” un elevato e significativo profilo tecnologico che contribuisce a definire in modo eloquente la configurazione formale del manufatto.

La copertura assolve alla sua funzione di riparare un grande spazio

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e attraverso la sua caratterizzazione dichiara la propria identità senza rappresentare una nota stonata nell'orizzonte urbano di cui aspira a rappresentare la nota distintiva e caratterizzante. Le soluzioni architettoniche si possono riassumere in due tipologie:

copertura piana o copertura globale. Nella prima soluzione l'identità del manufatto si definisce attraverso la giustapposizione delle superfici di chiusura generalmente riconoscibili nella loro autonomia;

nella seconda il sistema copertura avvolge il manufatto senza evidenziare una riconoscibile differenziazione tra elementi verticali e copertura.

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L

O

S

TADIO

L'obiettivo principale della progettazione del nuovo stadio “L.

Masini” è quello di concepire una struttura moderna, sicura che possa rendere la fruizione di eventi non soltanto calcistici un'esperienza piacevole e ripetibile, divenendo punto di riferimento, e di eccellenza, per la pratica del calcio, anche da parte delle società sportive dei Comuni limitrofi.

Il nuovo Stadio di Santa Croce sull'Arno appartiene al sistema

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dei nuovi impianti previsti nel Parco Sportivo, dove campi di calcio, calcetto, campo di atletica, si pongono all'interno non più come presenze diffuse ma aggregate, che individuano nella geografia urbana il luogo del movimento.

L'area di intervento ha una estensione di mq. Xxxxx mentre l'area su cui insiste lo Stadio ha dimensioni contenute: il nuovo impianto ha infatti una capienza di 5.630 spettatori.

Dovendo rispettare le norme di sicurezza in materia di salvaguardia dal rischio idraulico, l'idea progettuale si fonda sulla ricerca di un impatto visivo adeguato alla scala dimensionale del contesto, non condizionato dalla natura specialistica del manufatto architettonico, cercando la caratterizzazione attraverso un linguaggio in grado di richiamare sia la funzione residenziale che quella produttiva. La tipologia, regolare e geometrica, si riproduce nell'impianto volumetrico in termini di semplicità compositiva: la copertura diventa l'elemento compositivo che introduce il nuovo Stadio. La necessità di impostare il piano di spicco a ml. 1,50 dal piano di campagna, ha suggerito di creare un terrapieno artificiale tale da costituire uno “zoccolo naturale” su cui si adagia lo stadio.

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L'accessibilità allo stadio è stata concepita separando i flussi delle diverse utenze: la quota principale di accesso allo stadio si pone a quota + m. 9,20 attraverso quattro rampe lineari, a quota + m.

5,00 è collocato l'accesso agli spazi polifunzionali ed infine gli atleti ed il personale dedicato accedono a quota ± 0,00 attraverso i parcheggi riservati. Le tribune, “ipogee”, completamente contenute nel terrapieno, ospitano i servizi quali gli sky boxes, gli spazi per la stampa e gli spazi funzionali all'attività sportiva quali gli spogliatoi per gli atleti, direttori e assistenti di gara, sala medica e di pronto soccorso, servizi igienici per il pubblico, sala macchine e magazzini.

L'altezza massima dei fronti è di m. 9,20, un valore molto ridotto in confronto alle costruzioni simili recenti e che mantiene la scala urbana della progettazione. Sul lato ovest, in corrispondenza della tribuna principale, sono situati gli spazi polifunzionali che costituiscono gli unici volumi che interrompono la continuità del terrapieno, dove trovano collocazione funzioni pubbliche, per la ristorazione, per il tempo libero e spazi commerciali.

La scelta di non trattare i prospetti come elemento architettonico nasce dalla volontà di sottolineare la funzione di transizione che lo Stadio e il Parco Sportivo dovranno assumere

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all'interno del processo di riqualificazione e valorizzazione del nuovo asse urbano.

I parcheggi sono stati localizzati al di sotto della tribuna xxxxx, concepiti soprattutto per soddisfare le esigenze dell'utenza collegata alla fruizione dei servizi complementari e dei pulmann.

La soluzione progettuale non vuole costituire un elemento di rottura, una presenza ingombrante, bensì una presenza discreta:

non una soluzione di continuità ma un elemento regolatore e compiuto del tessuto urbano.

La copertura, elemento distintivo e caratterizzante del progetto, è costituita da una travatura reticolare protetta da pannelli in alluminio, scandita dalla successione dei setti su cui appoggia.

Particolare attenzione è stata posta nella progettazione delle tribune per assicurare la visibilità ottimale del campo di gioco e per ogni posto di tribuna la visibilità dovrà risultare verificata secondo le condizioni previste dalle norme CONI in materia.

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Il campo di gioco ha una dimensione di m. 105x75, con

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orientamento in direzione 15° nord-est, l'ingombro complessivo dello spazio occupato, comprensivo delle fasce di pertinenza è stato calcolato in ottemperanza delle le norme federali FIGC, secondo lo schema riportato.

Le panchine per i calciatori e gli addetti sono state posizionate in appositi spazi ai margini del terreno di gioco, opportunamente separate dal pubblico, ed in modo da non ostacolare la visuale del pubblico.

I posti per gli spettatori sono stati suddivisi in 4 settori corrispondenti alle tribune:

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Tribuna Nord con una capienza di 1.040 spettatori Tribuna Ovest con una capienza di 1.305 spettatori Tribuna Sud con una capienza di 1.560 spettatori Tribuna Est con una capienza di 1.645 spettatori

Ogni settore è provvisto adeguato di ingressi dai quali deve essere garantita l'uscita senza ostacoli. La larghezza di ogni via di esodo è di n. 2 moduli con una capacità di deflusso pari a 500 persone per ogni modulo, il sistema delle vie d'uscita con una larghezza di m. 2,40, garantisce il deflusso di 1000 persone ciascuna. Le scale in corrispondenza delle vie di accesso hanno un andamento regolare con alzata e pedata costanti.

Gli spazi di servizio per l'attività sportiva sono stati dimensionati per una capienza in grado di accogliere i giocatori delle due squadre, gli allenatori, gli accompagnatori, il direttore di gara e gli assistenti, per un totale di 50 utenti.

Questi spazi sono direttamente collegati al terreno di gioco e hanno percorsi di accesso separati da quelli degli spettatori.

Gli spazi destinati agli spettatori hanno una dotazione di servizi accessori dimensionati sulla massima capienza e sono ubicati al di

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sotto delle tribune in corrispondenza dei varchi di accesso. Sono previsti servizi igienici separati per sesso:

Tribuna Nord: n. 10 servizi igienici per uomini dotanti di spazio di disimpegno e n. 10 servizi igienici per donne dotati di spazio di disimpegno

Tribuna Est: n. 15 servizi igienici per uomini dotanti di spazio di disimpegno e n. 15 servizi igienici per donne dotati di spazio di disimpegno

Tribuna Sud: n. 10 servizi igienici per uomini dotanti di spazio di disimpegno e n. 10 servizi igienici per donne dotati di spazio di disimpegno

Tribuna Ovest: n. 10 servizi igienici per uomini dotanti di spazio di disimpegno e n. 10 servizi igienici per donne dotati di spazio di disimpegno

I servizi di ristorazione sono costituiti da cellule autonome dotate di spazi per la vendita e il magazzinaggio.

Gli ambienti destinati all'hospitality, situati nella tribuna centrale sono costituiti dagli spazi per i media, sky boxes e relativi servizi, spazi per la ristorazione e pluriuso e hanno percorsi di accesso separati. Questa configurazione permette di poter utilizzare questi servizi indipendentemente dalle manifestazioni sportive e

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non, che saranno effettuate in occasione di eventi quali conferenze, meeting ecc...

Trovano collocazione n. 6 sky box della superficie di mq. 25 ciascuno, la sky lounge di mq. 95 e n. 2 sala stampa di mq. 25 ciascuna.

SERVIZI PER GLI ATLETI

Gli spazi destinati ai servizi per gli atleti sono collocati al di sotto della tribuna principale. Per il loro corretto dimensionamento ciascuna squadra è stata considerata composta da n. 18 giocatori, 2 componenti lo staff tecnico, 3 componenti lo staff dirigenziale. La normativa prevede lo spazio minimo di mq. 1,60 per ogni utente, oltre la dotazione di servizi igienici,con antibagno, e fruibile anche da utenti diversamente abili. Gli spazi doccia saranno dotati minimo di un punto di erogazione in ragione di n. 4 utenti, delle dimensioni di cm 90x90 e con uno spazio di passaggio largo minimo cm 80.

Gli spogliatoi sono costituiti da uno spazio per gli atleti di mq.

75 , dotato di sala medica per le terapie ed i massaggi, locale docce con n. 9 docce e n. 3 bagni di cui uno usufruibile da utenti diversamente abili.

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Per il direttore di gara e gli assistenti sono stati previsti due locali della superficie di mq. Dotati di n. 2 docce e servizio igienico a norma per l'utenza diversamente abile. A completare la dotazione degli spazi a servizio della pratica sportiva sono stati previsti locale antidoping, locale di primo soccorso, magazzini, palestra, lavanderia e locali tecnici.

Il locale di primo soccorso trova collocazione in prossimità delle vie di accesso al campo ed all'esterno in modo da essere agevolmente accessibile sia dall'interno che dall'esterno dell'impianto.

SERVIZI DI INTERESSE GENERALE

.

Sono costituiti da volumi lineari che emergono dal terrapieno, caratterizzati da ampie superfici vetrate. La via di accesso è costituita da una rampa lineare posta ad una quota di m. 5,25 che immette in percorso orizzontale che ne rappresenta il tessuto connettivo. Questa area è suddivisa in una serie di spazi di dimensioni variabili, ciascuno dotato di servizi, in cui trovano collocazione funzioni di carattere commerciale, ricreativo, ludico e di

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carattere pubblico quali sede di associazioni sportive, uffici amministrativi.

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I

L

P

ARCO

S

PORTIVO

Il Parco Sportivo trova il suo elemento generatore nello stadio che introduce alle funzioni che vi trovano collocazione. Si sviluppa longitudinalmente lungo l'asse nord/sud lungo la viabilità che di trasforma da elemento di confinamento ad elemento di connessione di due realtà diverse.

La funzione di transizione tra lo spazio urbanizzato e il non urbanizzato viene introdotta da una diluizione dell'antropizzazione, privilegiando grandi superfici a verde innervate da una serie di percorsi ciclo-pedonali che rappresentano l'idea strutturante del parco. Nel procedere verso nord, gli spazi verdi sono caratterizzati da un accentuarsi della presenza arborea e da richiami della originaria tessitura agraria.

Gli impianti delle varie discipline sportive si dispongono lungo il sistema strutturante, rappresentando delle isole funzionale autonome.

Elemento di chiusura del parco è costituito dal campo per l'atletica.

La distribuzione degli impianti sportivi tiene conto anche dell'utilizzo temporale che ne viene fatto con l'obiettivo di avere una fruizione continua del parco. In corrispondenza di ciascun impianto sono collocati gli edifici che ospitano i servizi necessari alla pratica sportiva. In corrispondenza del campo di atletica, in adiacenza del parcheggio, è prevista l'ubicazione di manufatti da adibire a funzioni ricettive e di servizio.

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Le dotazioni previste sono:

STADIO N. 1

CAMPO DI CALCIO N. 2 CAMPO DI CALCETTO N. 3 CAMPO DI CALCIO A 8 N. 1 CAMPO DA TENNIS N. 2 PISTA DI PATTINAGGIO N. 1 BOCCIODROMO N. 2

Il sistema del verde, e più in generale dello spazio aperto ha un ruolo dominante rispetto alle strutture architettoniche sostenendo le funzioni localizzate, valorizzando le valenze formali e cercando una propria modulazione attraverso la geometria dei vuoti. Un susseguirsi di visuali senza soluzione di continuità all'interno di un contesto naturale con un basso livello di antropizzazione.

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L

A

C

OPERTURA

:

PROGETTO STRUTTURALE

Il progetto si propone di realizzare una copertura unica e continua per le tribune, con uno sviluppo in pianta rettangolare. La struttura in acciaio si poggia su setti in calcestruzzo, di dimensioni in larghezza 1,2 m per 5 m; questi hanno un interasse variabile a seconda del lato in cui si trovano: sul lato corto vi sono sette setti con interasse di 16,5m mentre sul lato lungo vi sono 10 setti con interasse di 15 m.

La struttura reticolare è composta da una trave a sbalzo che poggia su ogni setto, e collegamenti trasversali tra setto e setto. La trave, che ha uno sbalzo di 17 m che permette di coprire interamente le tribune e uno sbalzo di 3,5 m nel senso opposto, è costituite da due aste calastrellate, poste ad un‘altezza di 2 metri. L’altezza tra le aste rimane costante nello sviluppo del setto, mentre nello sbalzo rastrema verso l’alto fino ad avere un’altezza di 1,5 m. I profili usati sono profili UPN accoppiati, che non risultano essere a vista, poiché la struttura è interamente rivestita, nella parte sottostante con pannelli compositi multi materiale in alluminio, mentre nella parte superiore non visibile con lamiera grecata.

Per la soluzione trovata per la copertura è stato fatto un predimensionamento di massima considerando come carichi agenti sulla struttura il peso proprio e il peso del manto di copertura costituito da pannelli precedentemente descritti

Dal predimensionamento si è ottenuto che per la struttura composta da aste calastrellate occorre una sezione di 41 cm2; per ogni profilo, per i diagonali tra le due aste serve una sezione minima di 35cm2. La scelta dei

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profili è ricaduta su profili UPN poiché non avendo necessità estetiche e visive ,visto che la struttura reticolare non risulta essere a vista ma rivestita, garantiscono una minore incisione sul peso e quindi sulle dimensioni di tutta la copertura.

La struttura viene progettata secondo uno schema statico di trave su due appoggi con mensola a sbalzo, le travi reticolari sono collegate tra loro attraverso capriate, una ad ogni estremo del setto, una all’estremità dello sbalzo, una a metà dello sbalzo e una all’altro estremo della copertura, dove ho un piccolo sbalzo di tre metri. Le quattro capriate, poste nella luce tra i setti, sono collegate tra arcarecci posti ad interasse di 2,50 m per diminuire la luce libera di inflessione. Vi sono controventature di falda costituite da profili UPN fissati sull’arcareccio.

La struttura reticolare della copertura permette di semplificare notevolmente i calcoli e la produzione degli elementi in quanto in fase di progetto è stata prevista una modularità, interrotta unicamente all’angolo dove vi è la necessità di raccordare i due lati, la soluzione prevista consiste nel prolungamento della struttura, con uno sbalzo di 12 metri.

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Il progetto di calcolo e verifica degli elementi costituenti la struttura di copertura è stato eseguito in conformità con le:

Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2008), di cui al Decreto

• del ministero per le Infrastrutture del 14 gennaio 2008, e relativa:

Circolare Ministeriale Esplicativa definitiva: Circolare 2 febbraio 2009, n. 617- Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008

Legge italiana CNR UNI 10011: Costruzioni di acciaio. Istruzioni per il calcolo, l’esecuzione, il collaudo e la manutenzione. Giugno 1988.

Tali normative sono state assunte come principale riferimento nello svolgimento del progetto.

CARATTERISTICHE DEI MATERIALI

Gli acciai di uso generale laminati a caldo in profilati, barre, larghi piatti, lamiere e profilati cavi, devono appartenere ai gradi da S235 ad S460 compresi e le loro caratteristiche devono essere conformi a quanto prescritto in normativa, si è usato acciaio S235.

In sede di progettazione si assumono convenzionalmente i seguenti valori nominali delle proprietà del materiale:

• modulo elastico E = 210.000 N/mm2

• modulo di elasticità trasversale G = E / [2 (1 + v)] N/mm2

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• densità ρ = 7850 kg/m3

Sempre in sede di progettazione, si possono assumere nei calcoli i valori nominali delle tensioni caratteristiche di snervamento fyk e di rottura ftk ri- portati nelle tabelle seguenti.

ANALISI DEI CARICHI

Le azioni sulle costruzioni, che sono essenzialmente definite nel capi- tolo 3 delle "Norme tecniche per le costruzioni" del D.M. 14/01/2008, sono normalmente per un edificio industriale, le seguenti:

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PESI PROPRI E CARICHI PERMANENTI

Si valutano in base ai computi ponderali degli elementi strutturali e degli elementi permanentemente portati.

CARICHIDI ESERCIZIO

Sono valutati normalmente come carichi distribuiti e concentrati di oppor- tuna entità, e sono definiti nel capitolo 3.1 del D.M. 08; variano a seconda del tipo di costruzione e della destinazione d'uso di tale costruzione.

CARICO NEVE

Il valore del carico verticale uniformemente distribuito della neve sulla superficie di copertura qs [KN/m2], si valuta secondo la formula:

qs = µiqskCECt

Con:

µi: coefficiente di forma della copertura

qsk: valore caratteristico di riferimento del carico neve al suolo [KN/m2], per un periodo di ritorno di 50 anni;

CE : coefficiente di esposizione;

Ct :coefficiente termico.

Il carico neve al suolo dipende dalle condizioni locali di clima e di esposizione, considerata la variabilità delle precipitazioni nevose da zona a zona: la copertura oggetto è ubicata nel comune di Santa Croce sull’Arno, provincia di Pisa, ad una altitudine as≤ 200 m s.l.m.; ci troviamo in questo caso in Zona III delle zone in cui le NTC hanno suddiviso il territorio

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nazionale.

Con questi dati le NTC ci forniscono il valore di qsk=0.6KN/m2

Il coefficiente di esposizione CE viene introdotto per modificare il valore del carico della neve in copertura in funzione delle caratteristiche specifiche dell’area in cui sorge l’opera: in genere si usa CE=1 KN/m2

Il coefficiente termico Ct utilizzato per tener conto della riduzione del carico neve a causa dello scioglimento della stessa, causata dalla perdita di calore della costruzione, in assenza di uno specifico e documentato studio viene assunto pari a uno.

I valori del coefficiente di forma µi vengono riportati in Tab. 3.43II delle NTC, e si riferiscono alle coperture ad una o due falde, in funzione dell’inclinazione α delle falde; nel caso specifico la copertura data l’ampio raggio di curvatura è stata considerata come costituita da un’unica falda.

Si può infine ricavare il carico da neve qs[KN/m2]

qsk [KN/m2] 0.6 CE [KN/m2] 1 Ct [KN/m2] 1 µi [KN/m2] 0,8 qs [KN/m2] 0,48

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CARICO VENTO

Il vento esercita sulle costruzioni azioni che variano nel tempo e nello spazio provocando, in generale, effetti dinamici.

Le azioni statiche del vento sono costituite da pressioni e depressioni agenti normalmente alle superfici, sia esterne sia interne, degli elementi che compongono la struttura. L’azione del vento sul singolo elemento viene determinata considerando la combinazione più gravosa della pressione agente sulla superficie esterna e della pressione agente sulla superficie interna dell’elemento. L’azione d’insieme esercitata dal vento su una costruzione è data dalla risultante delle azioni sui singoli elementi, considerando come direzione di azione del carico di volta in volta quella più gravosa fra quelle possibili nel piano di giacitura del o degli elementi. Nello specifico si considerano come direzioni di applicazione del carico vento quella ortogonale al piano d’inclinazione delle strutture di copertura.

La pressione del vento è data dall’espressione: p=qbcecpcd con:

qb: pressione cinetica di riferimento ce: coefficiente di esposizione

cp: coefficiente di forma (o coefficiente aerodinamico), funzione della tipologia e della geometria della costruzione e del suo orientamento rispetto alla direzione del vento

cd: coefficiente dinamico con cui si tiene conto degli effetti riduttivi associati alla non contemporaneità delle massime pressioni locali e degli effetti amplificativi dovuti alle vibrazioni strutturali.

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La pressione cinetica di riferimento qb [N/m2] è data dall’espressione:

qb = (1/2) ρ r2

Con:

ρ: densità dell’aria assunta convenzionalmente costante e pari a 1,25 kg/m3;

vb: velocità di riferimento del vento [m/s], determinata come valore caratteristico della velocità del vento a 10m dal suolo su un terreno di categoria di esposizione III.

Il comune di Santa Croce sull'Arno si trova in zona 3 (Tab. 3.3.I NTC), ed il sito dove è collocata la costruzione si trova ad un’altitudine inferiore ai 500 m s.l.m. per cui risulta:

Zona Vb,0[m/s] a0 [m] Ka [1/s]

3 27 500 0,020

vb=vb,0 per as≤a0

il coefficiente di esposizione c dipende dall’altezza z rispetto al piano di

b

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campagna del punto considerato della costruzione, dalla topografia del terreno e dalla categoria di esposizione del sito ove sorge la costruzione.

Per la sua determinazione è necessario stabilire preliminarmente la Classe di rugosità del terreno, da cui si ricava, la Categoria di Esposizione del sito.

Stabilito che la Classe di Rugosità del terreno del sito sia la classe B, nota la Classe di Esposizione, categoria IV, la Tab. 3.3.II –“parametri per la definizione del coefficiente di esposizione “ delle NTC, ci fornisce i parametri necessari per la determinazione del coefficiente di Esposizione ce.

Dai dati sopra citati abbiamo:

Zona 3 Cl. Rugosità B Cat. Esposizione III

Categoria di esposizione del sito kr z0 [m] zmin [m]

III 0,20 0,10 5

Noti questi parametri si può calcolare il valore di ce:

Il coefficiente di topografia ct è assunto generalmente pari a 1, sia per le zone pianeggianti che per quelle ondulate, collinari e montani.

Si può quindi determinare un profilo di azione del vento sulla copertura.

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Il coefficiente dinamico tiene conto degli effetti riduttivi associati alla non contemporaneità delle massime pressioni locali e degli effetti amplificativi dovuti alla risposta dinamica della struttura. Esso può essere assunto cautelativamente pari a 1 nelle costruzioni di tipologia ricorrente, quali gli edifici di forma regolare non eccedenti 80m di altezza ed i capannoni industriali.

Il coefficiente di forma (o coefficiente aerodinamico) si determina come riportato nel Cap. coefficiente di forma (o aerodinamico) della Circolare Ministeriale definitiva sulle NTC 2008: Circolare 2 febbraio 2009, n.617- “Istruzioni per l’applicazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni”.

Per tettoie o pensiline isolate ad uno o più spioventi, per le quali il rapporto tra totale altezza sul suolo e la massima dimensione in pianta non è maggiore di uno, si assumeranno i valori del coefficiente cp riportati al paragrafo C.3.3.10.3- Tettoie e pensiline isolate.

Dai dati ricavati precedentemente si può infine definire la pressione del vento

Asta calastrellata

La scelta di una struttura reticolare per la trave è determinata dalla necessità di dover coprire luci molto ampie con una struttura leggera e maneggevole. Per la struttura sono state previste aste calastrellate una superiore e una inferiore con profilo doppio UPN, collegate da aste di

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parete diagonali costituiti da due profili UPN. Sono presenti controventi di falda nella parte superiore.

Partendo dalle verifiche agli SLU, una volta determinati gli sforzi assiali sollecitanti massimi presenti in ogni asta si procede con le verifiche di resistenza e quindi con quelle di stabilità:

Compressine

Stabilità di asta compressa, semplice o composta Trazione

Capriate

Vengono disposte longitudinalmente rispetto alle aste calastrellate.

Servono a trasmettere i carichi verticali delle azioni gravanti sulla copertura alle travi principali della struttura. Ne sono presenti agli estremi della trave principale, in corrispondenza degli estremi del setto e uno a metà dello sbalzo.

Arcarecci

Gli arcarecci collegano le capriate, servono a diminuire la luce libera di inflessione, inoltre servono come base per la struttura necessaria per i pannelli di rivestimento.

Controventatura di falda

Le strutture di controvento sono per definizione sottostrutture atte a resistere principalmente a carichi orizzontali e quindi ai carichi del vento;

tali sistemi si rendono necessari nelle costruzioni in acciaio a causa della

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scarsa rigidezza dei telai costituenti il sistema portante di queste costruzioni, dovuta quest’ultima all’utilizzo di sezioni di esigua superficie, con conseguenti valori bassi delle caratteristiche inerziali.

Questo fatto comporta un’elevata deformabilità sotto carico delle strutture in acciaio (duttilità), le controventature servono quindi ad irrigidire la struttura rendendo solidali le sue parti ed evitando sbandamenti degli elementi compressi e a trasmettere i carichi orizzontali lungo i piani di falda e sui piani verticali fino a terra.

Per i controventi di falda si è scelto di utilizzare dei profili UPN.

Per gli elementi sopra descritti sono state fatta le verifiche a compressione, a trazione e di stabilità e risultano soddisfatte per :

asta calastrellata, diagonale, montante doppio profilo UPN 260 controventi di falda profilo UPN 100

arcareccio IPE 240

controvento di falda UPN 140

capriate sul setto: corrente superiore inferiore, montante doppio profilo UPN 140

diagonale profilo UPN 180

capriata estrema: corrente superiore doppio UPN300, diagonale, montante UPN120

capriata metà sbalzo: corrente superiore doppio UPN 220, diagonale montante UPN 140

(46)

B

IBLIOGRAFIA

Architetture per lo sport

Industria delle Costruzioni, vol. 20, no. 413 Edifici per lo sport

Casabella, vol. 73, no. 782

Il progetto della Città dello Sport di Santiago Calatrava. La posa della prima pietra

Industria delle costruzioni, vol. 41, no. 396

La Città dello Sport a Tor Vergata, Masterplanners: Santiago Calatrava Industria delle costruzioni, vol. 43, no. 408

Soccer city stadium

the plan, vol. 41 aprile 2010,

Sport e divertimento; Architects: Gilles Bouchez Arca, n. 245, 2009

Special issue. Architetture per lo sport Industria delle costruzioni, vol. 44, n. 413 Special issue. Sport

Arca, no. 269, 2011

Stadio la Balastera, Valencia, Spagna; Architects: Francisco Mangado Casabella, vol. 71, no. 758, 2007

Stadio di calcio, Barakaldo, Spagna 2003; Architects: NOMAD Arquitectos Casabella, vol. 68, no. 722, 2004

Stadio, Braga, Portogallo 2003; Architects: Eduardo Souto de Moura Casabella, vol. 67, no. 709, 2003

Stadio, Braga, Portogallo 2003; Architects: Eduardo Souto de Moura Casabella, vol. 68, no. 723, 2004

Stadium

Architetture pisane, n 26-27/2013

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Ambiente sportivo

Navigator, n. 9 febbraio 2004

CONI, Norme coni per l’impiantistica sportiva, delibera del consiglio nazionale del CONI n.1379 del 25 giugno 2008

G. BRANDIZZI, E. CARBONE, Edilizia per lo sport, UTET 2004 E.FAROLDI, ALLEGRI, CHIERICI, VETTORI, Progettare uno stadio, architetture e tecnologie per la costruzione e gestione del territorio, Maggioli editore, 2007

NORME DELLE FEDERAZIONI SPORTIVE NAZIONALI D.M. 18 marzo 1996

“NORME DI SICUREZZA PER LA COSTRUZIONE DEGLI IMPIANTI SPORTIVI” e aggiornamento del D.M. 6 giugno 2007

Tarì, Ho provato a difendere un sogno, un’analisi del dibattito genovese sullo stadio calcio, 2011

SITOGRAFIA

http://www.europaconcorsi.it http://www.gauarena.it

http://www.figc.it http://www.coni.it

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Elaborati Grafici

Riferimenti

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