Storia della Fotografia
A.A. 2017/18
prof.ssa Tiziana Serena ---
Lez. n. 18 (1/06/18)
Nuovi documenti
D. Arbus, Giovane uomo con bigodini, 1966
D. Arbus, Gemelle identiche, 1967
Friedlander, Autoritratto, 1960 ca; New York
Winogrand, Central Park, NY, 1967; Hollywood Boulevard,
T. Papageorge, Central Park, NY,
1967
La fotografia insicura di sé
WALKER EVANS AND ROBERT FRANK:
AN ESSAY ON INFLUENCE BY TOD PAPAGEORGE, 1981
http://ericetheridge.com/Papageorge_on_Evans_and_Frank.pdf
1958, Robert Delpire, Paris.
1959 Grove Press con introduzione Jack Kerouac
Robert Frank, Butte, Montana, 1956
Robert Frank, Parade, 1955
Jasper Jones, Flags, 1954
Robert Frank, Chicago, 1956
La fotografia sicura di sé
E. Steichen con il plastico della mostra, 1954
Coda per entrare all'esposizione “The Family of Man” , Government Pavilion, Johannesburg, Union of South Africa (1958).
“Epoca”, 1959 (in occasione della mostra italiana)
Esposizione permanente a Luxenburgo
La fotografia e le teorie
Le verifiche 1969-1972
Nel 1970 ho cominciato a fare delle foto che hanno per tema la fotografia stessa, una specie di analisi dell’operazione fotografica per individuarne gli elementi costitutivi e il loro valore in sé. Per esempio, che cosa è la superficie sensibile? Che cosa significa usare il teleobiettivo o un grandangolo? Perché un certo formato? Perché ingrandire? Che legame corre tra una foto e la sua didascalia? ecc. Sono i temi, in fondo, di ogni manuale di fotografia, ma visti dalla parte opposta, cioè da vent’anni di pratica, mentre i manuali sono fatti, e letti, di solito, per il debutto
….Oggi la fotografia con i suoi derivati, televisione e cinema, è dappertutto in ogni momento. Gli occhi, questo magico punto di incontro fra noi e il mondo, non si trovano più a fare i conti con questo mondo, con la realtà, con la natura: vediamo sempre più con gli occhi degli altri.
…..Potrebbe anche essere un vantaggio; migliaia di occhi invece di due, ma non è così semplice. Di queste migliaia di occhi, pochi, pochissimi, seguono un’operazione mentale autonoma, una propria ricerca, una propria visione. Anche inconsapevolmente, le migliaia di occhi sono collegate a pochi cervelli, a precisi interessi, a un solo potere. Così, inconsapevolmente, anche i nostri occhi, anziché trasmetterci informazioni genuine, magari povere, scarne, ma autentiche, ci investono con infinite informazioni visive, doppiamente stordenti, perché spesso la loro falsità si cela sotto una sorta di splendore. Si finisce col rinunciare alla propria visione che ci pare così povera rispetto a quella
elaborata da migliaia di specialisti della comunicazione visiva; e a poco a poco il mondo non è più cielo, terra, fuoco, acqua: è carta stampata, fantasmi evocati da macchine sempre più perfette e suadenti.
So bene che la realtà è più complessa e più ambigua. .