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Celebrazione per il ritorno della Primorska alla Slovenia

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Academic year: 2022

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Celebrazione per il ritorno della Primorska alla Slovenia

Partecipazione del Veneto Serenissimo Governo alla celebrazione per il ritorno della Primorska alla Slovenia

Una delegazione del Veneto Serenissimo Governo guidata da Valerio Serraglia, Segretario Generale agli Affari Esteri, ha partecipato venerdì 16 settembre ’05 alla celebrazione solenne ed al ricevimento per il ritorno della Primorska (zona B) alla madre patria.

In una sua dichiarazione Valerio Serraglia ha ribadito i legami di fraternità tra il Popolo Veneto e la Repubblica di Slovenia e si è impegnato a nome del Veneto Serenissimo Governo e a suo personale a non avanzare nessuna richiesta territoriale o economica, ma bensì ad approfondire e sviluppare in tutti i campi la collaborazione tra la Repubblica di Slovenia e la rinascente Veneta Serenissima Repubblica. Questi legami saranno fattori di pace e di dialogo tra tutti i Popoli della Mitteleuropa.

Venezia, 17 settembre ’05

Ufficio di Presidenza del Veneto Serenissimo Governo Celebrazione del ritorno della Primorska alla madre patria

Discorso solenne del Presidente del Governo Della Repubblica di Slovenia

Janez Jansa

Portorose, 16 settembre 2005

Spettabile gente della Primorska, cittadine e cittadini della Repubblica di Slovenia.

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Il ritorno della Primorska alla madre patria viene celebrato come festa nazionale per la prima volta nella storia, è un grande onore e piacere per me poter ricordare oggi questo grande evento che collega sia la gente della Primorska che l’intero popolo sloveno. Si festeggia l’evento che prova la forza di sopravvivenza di un popolo che la storia aveva posto davanti a numerose difficili prove.

Attraverso i secoli la Primorska visse innumerevoli spostamenti dei suoi confini. Ma nonostante tutti i cambiamenti che risalgono al periodo della Serenissima Repubblica di Venezia, all’Impero asburgico, ai regni di Jugoslavia e dell’Italia, e naturalmente anche ai loro successori, nella coscienza degli sloveni la Primorska manteneva sempre il ruolo di finestra sul mondo. Questo legame della slovenità con il mare non va vista prettamente da un punto di vista geografico, ma anche spirituale.

La Riformazione slovena, che con il primo libro in lingua slovena ci portò ad un livello culturale più elevato, facendoci precedere alcuni popoli europei, ricevette le sue prime iniziative proprio da Trieste. Questa eccezionale città dell’Adriatico, sempre plurinazionale e contraddistinta da una forte presenza slovena, ha fatto da tramite anche durante l’insediamento di alcune famiglie dalle quali uscirono alcuni singoli che si integrarono in modo eccezionale nella cultura slovena, diventando addirittura i suoi soggetti portanti.

Pensiamo, per esempio, ai Valvasor e agli Zois, attraverso l’area triestina venivano a conoscenza dell’Umanesimo, del Rinascimento e delle altre correnti spirituali. Da qui, attraverso la storia l’area della Primorska si affermava anche come polmone spirituale della Slovenia.

Tra la gente della Primorska figurano anche i primi grandi imprenditori, per esempio il Kalister di Trieste. Le località della Primorska erano gli ultimi pezzi del territorio sloveno intravisti per l’ultima volta dai nostri numerosi emigranti, prima di salpare verso i grandi mari del mondo.

Per secoli la Primorska fu parte fattiva del territorio etnico sloveno. Così come l’eccezionale posizione strategica della Primorska fu una benedizione per gli sloveni essa si ritrovò ad essere l’obbiettivo di altrettanti appetiti. Gli sloveni della Primorska furono spesso vittime dei giochi d’interesse delle superpotenze. Con il Patto di Londra, che nel 1915 venne

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stipulato tra le forze dell’Antante, gran parte del territorio etnico sloveno e croato venne garantito al Regno d’Italia.

Anche le lotte della I Guerra Mondiale, durante le quali i militari sloveni e della Primorska si contraddistinsero per il coraggio nella difesa della propria terra, non ripararono questo torto.

Gli sloveni della Primorska conoscevano l’irredentismo e l’imperialismo italiani almeno da un secolo, tuttavia il confronto con il fascismo li mise di fronte alle prove più dure. Infatti non dovettero subire soltanto l’oppressione democratica e nazionale, ma possiamo addirittura parlare di etnocidio. Si fece di tutto affinché gli sloveni sparissero.

Proprio per questo motivo che gli eventi legati all’incendio del Narodni dom e di altre istituzioni slovene a Trieste, all’attacco ai bambini di Isola, alla rivolta di Marezige, a Basovizza ed i suoi eroi, nonché le azioni patriottiche e la resistenza per la liberazione nazionale degli sloveni della Primorska prima e durante la II Guerra Mondiale, a partire dal Tigr e Janko Premrl – Vojko, possono essere tracciati come parte della lunga resistenza antifascista senza paragoni nel mondo.

Poiché gli intellettuali sloveni furono particolarmente esposti agli attacchi del fascismo, dovettero abbandonare le proprie terre ed emigrare nel Regno di Jugoslavia. Alcuni di loro finirono insediati addirittura in Macedonia. Molta gente semplice, soprattutto operai, furono costretti a cercare lavoro nei paesi d’oltremare. La maggioranza rimase fedele pure lì alla slovenità, pertanto è doveroso ricordare anche loro in questa giornata ed esprimere pubblicamente il nostro riconoscimento per la fedeltà al popolo sloveno.

Proprio per rispetto al vero antifascismo, a cominciare da quei semplici giovani che si imbavagliarono la bocca perché fu impedito loro di parlare e cantare in sloveno, attraverso l’Associazione dei Sacerdoti di S. Paolo – organizzazione unica di resistenza in Europa – e fino al TIGR, il governo sloveno per la prima volta quest’anno ha deciso di organizzare in occasione della Giornata della Resistenza in Europa una celebrazione di Stato a Mala Gora presso Ribnica. In quella località vi fu il primo scontro tra gli appartenenti all’organizzazione TIGR- ribelli antifascisti , e le forze di occupazione. Le reazioni a questa celebrazione commemorativa

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hanno messo a nudo i decennali abusi dell’antifascismo, con cui in nome della verità e di tutti quelli che soffrirono di più sotto il fascismo, non possiamo essere d’accordo. Troppo grande è il contributo della Primorska nella storia slovena e troppe furono le vittime tra questa gente per rimanere sloveni, per poter ridurre tutta la loro insistenza nella fedeltà al proprio popolo ed alla sua lingue a solo qualche anno e ad una, per di più, ideologia totalitaria.

L’opinione pubblica slovena è in gran parte concorde con il fatto che la Primorska slovena, grazie alla sua fedeltà alla slovenità ad al più datato antifascismo in Europa, si merita una speciale giornata commemorativa. Molte date del passato definirono fatalmente la realtà della Primorska. Prevale tuttavia l’opinione che la data più importante per la festa della Primorska sia il 15 settembre: giorno in cui, nel 1947, entrò in vigore il Trattato di Pace con l’Italia. Allora alla Slovenia andò gran parte del Goriziano e prevalse anche l’ottimismo per quanto riguardava la possibilità di acquisire la costa adriatica. Di fatto il 15 settembre ricordiamo la parziale riparazione internazionale del torto causatoci nel 1915 dal Patto di Londra. Se l’allora autorità comunista

della Jugoslavia post-bellica non avesse condotto il paese dalla parte totalitaria della Cortina di Ferro, avremmo potuto contare anche su Trieste, Gorizia e la Slavia Veneta.

Nonostante tutto il Trattato di Pace del 15 settembre rappresenta uno speciale riconoscimento internazionale degli sloveni, come anche il riconoscimento dei 25 anni del loro antifascismo. Sarebbe irresponsabile ignorare questo importante fatto.

Un grande merito deve essere attribuito al coraggio dei partigiani sloveni che sanguinarono nella lotta con le forze d’occupazione. La lotta pluridecennale dei patrioti della Primorska contro l’oppressione etnica, la lotta armata del TIGR e dei partigiani sloveni ed infine la vittoria militare nell’ambito delle forze alleate, hanno posto basi favorevoli per la nuova riunificazione dell’intero territorio nazionale sloveno alla madre patria. Purtroppo, la politica statale di allora, accecata dall’ideologia internazionalista, non era in grado di trarre profitto da questi argomenti. Nonostante gli enormi sforzi dei singoli esperti jugoslavi, in maggioranza sloveni, non si è potuto modificare le linee strategiche della

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geopolitica.

Ricordando gli eventi di quel periodo non si possono dimenticare i tragici fatti successivi alla II Guerra Mondiale, quando molti patrioti, democratici e antifascisti sloveni, per la loro avversione al comunismo, sono stati oggetti di persecuzioni ed esecuzioni. In questo contesto un nostro speciale ringraziamento vada a quei militari della Primorska che nell’ambito degli aiuti militari inglesi si lanciavano con il paracadute nel territorio sloveno e successivamente criminosamente liquidati dall’OZNA. Le loro tombe sono tuttora sconosciute.

Spettabili signori!

Questa festa oggi non esisterebbe senza l’esistenza dell’indipendente e democratico Stato sloveno. Per ciò vada uno speciale ringraziamento a tutte le genti della Primorska, che hanno contribuito alla liberazione, all’autonomia ed infine anche al riconoscimento internazionale della Repubblica di Slovenia. Pure i nostri connazionali che vivono nella vicina Repubblica Italiana, hanno dato il loro contributo. Il loro valoroso contributo è testimoniato dagli annuali incontri a Draga, che specialmente nel periodo del totalitarismo, a v e v a n o s v o l t o u n r u o l o d i e s t r e m a i m p o r t a n z a p e r l’autoriflessione slovena e principalmente hanno contribuito alla sviluppo del pensiero democratico. Dall’importante contributo della Primorska nella guerra per la Slovenia del 1991, dalle molte azioni di valore degli appartenenti alla difesa territoriale e degli appartenenti alla Polizia nell’area della Primorska, deve ricevere una menzione particolare l’azione del gruppo condotto dal maggiore Srecko Lisjak, che con estremo coraggio ha conquistato il valico di frontiera di Rozna dolina, sopraffacendo le forze ben più numerose e meglio equipaggiate dell’esercito jugoslavo aggressore, aprendo così alla Slovenia, nei momenti decisivi, l’importante passaggio verso l’Occidente.

Dall’avvento della Slovenia autonoma, i nostri connazionali che vivono dall’altra parte del confine che nell’Unione Europea si affievolisce sempre di più, possono essere considerati, senza differenze e divisioni, come parte integrante del corpo nazionale sloveno. La Repubblica di Slovenia con i suoi contatti internazionali fornisce un supporto attivo ai loro sforzi per l’applicazione dei loro

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diritti nazionali. A casa nostra dobbiamo adoperarci affinché venga accolta quanto prima la Legge sui diritti degli sloveni privi di cittadinanza che la Costituzione ci impone ormai da 14 anni.

Causa l’errato sistema politico ed economico vigente nel periodo dell’ex RFSJ e gli interessi militari dell’ex Jugoslavia – nonostante i grandi sforzi, l’ingegno inventivo e l’abnegazione delle genti della Primorska negli ultimi decenni, lo sviluppo della Primorska dopo la II Guerra Mondiale, non era tale come poteva e doveva essere. Appena agli inizi del terzo millennio stiamo terminando la costruzione dei collegamenti autostradali, che non solo avvicineranno la Primorska alla altre regioni della Slovenia e, di conseguenza, favoriranno uno sviluppo economico e sociale più rapido.

Di grande importanza per lo sviluppo sono i due centri universitari, sviluppati a Capodistria e Nova Gorica. Solo con il rapido sviluppo della scienza e dell’istruzione la Primorska della Slovenia diventerà l’interlocutore equivalente delle regioni limitrofe italiane, con le quali potrà ancor più attivamente collaborare nell’ambito dei comuni progetti europei. L’Università di Capodistria acquista sempre maggior valenza anche nello spazio internazionale. Spero che presto di adempia a tutte le condizioni per la trasformazione del Politecnico di Gorizia nella quarta Università slovena. Ai buoni risultati nel campo della scienza e dell’istruzione, necessariamente si accompagneranno migliori risultati economici.

La celebrazione del ritorno della Primorska alla madre patria è sì la festa del collegamento pansloveno nella lotta per i valori comuni, ma pure per la festa della nostra apertura al mondo.

Mai più dovrà succedere, che il popolo sloveno venga sacrificato sull’altare degli interessi geopolitici ed ideologici. L’Europa odierna è l’Europa della nazioni uguali e sono felice che questa nostra posizione è condivisa tanto dalla Italia come dalle altre nazioni partner nell’Unione Europea, nella quale siamo entrati l’anno scorso.

Gentili connazionali!

Con la celebrazione di oggi, per la prima volta, come si conviene per una festa nazionale ì, festeggiamo il ritorno

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della Primorska alla madre patria. Sono felice che finalmente siamo riusciti a compiere questo passo statocostituente. Sono felice che presto un’analoga celebrazione venga festeggiata anche con i nostri connazionali della Stajerska e del Prekmurje. Anche in Slovenia, con qualche difficoltà e in modo inarrestabile, veniamo a conoscere degli eventi eccezionali di storia, che ci univano e che possiamo festeggiare insieme in tutta serenità. Questa è l’energia che ci unisce nel nostro comune impegno per il rafforzamento della cultura e dell’economia slovene e per il benessere di tutti.

Cara Primorska, Istria Slovena e Goriziano, accogli i miei migliori auguri per la tua e nostra festa comune.

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