Oristano – Pag. 9 24 marzo 2007
Sardegna Ricerche, progetto per riciclare gli scarti industriali
IGLESIAS. Sardegna Ricerche tra i progetti del Parco tecnologico del Sulcis Iglesiente punta ad avviare la ricerca per “l’utilizzo degli scarti industriali e materie prime secondarie” al fine di sostenere la competitività delle imprese operanti nel territorio, creare nuove imprese ad alto quoziente tecnologico e attrarre in Sardegna centri di ricerca e di sviluppo, medie e piccole imprese ad alta tecnologia. Non manca la materia prima per questo genere di iniziativa perchè Portovesme propone grandi quantità di materiali che ora vanno direttamente in discarica creando disagi ambientali e fisici algi abitanti del territorio. I processi di trasformazione di minerali, fumi di acciaieria hanno determinato l’accumulo di rilevanti quantitativi di residui dei processi di lavorazione che oltre a costituire un serio problema ambientale rappresentano un costo, spesso pesante, per le aziende per il loro invio in discariche controllate. «L’enorme massa di rifiuti industriali precisa Andrea Redegoso di Sardegna ricerche - è costituita prevalentemente dai fanghi rossi (residui delle lavorazioni della bauxite), dai rifiuti delle lavorazioni di piombo e zinco, dalle scorie e dai resti delle celle elettrolitiche e dai gessi e ceneri prodotte dalle centrali elettriche dell’Enel. Ora siccome le aziende che producono questi residui sono interessate a ridurre le quantità di rifiuti e ciò riduce anche i costi di esercizio, si deve lavorare per trasfromare tali rifiuti in prodotti utilizzabili. In fase di avvio, per quanto riguarda la bauxite, c’è la tecnologia Bauxsol di trasformazione dei fanghi rossi». Ma è di questi giorni l’impegno di carbosulcis, in collaborazione con l’università di Cagliari, per utilizzare, previa inertizzazione, i materiali dei processi di estrazione del carbone. Ogni giorno dalle gallerie di Nuraxi Figus arrivano all’esterno migliaia di metri cubi di materiali che, previo trattamento, possono essere usato come tout-venant nelle opere stradali. «Si sta lavorando in questo senso - ha spiegato il presidente di Carbosulcis, Andreano Madeddu- perchè il riutilizzo di questi materiali consente di evitare l’attivazione di cave di inerti e nello stesso tempo alla società ricadute economiche interessanti sia perchè si evita di realizzare nuove discariche controllate e di introitare somme interessanti con la cessione del materiale stesso». Fra qualche anno si riproporrà il problema discariche sia per l’Eurallumina che per la Carbosulcis, l’Enel e la Portovesme srl. La via d’uscita e nel riutilizzo degli scarti industriali.
(e.a.)