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220 Pievaiola – tratto tra Capanne e Fontignano redatto dalla Provincia di Perugia

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Academic year: 2022

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Area Risorse Ambientali - Smart City e Innovazione

U.O Urbanistica SEDE

OGGETTO: fattibilità geologica relativa alla variante di PRG - parte strutturale in merito al progetto di “per l’adeguamento della S.R. 220 Pievaiola – tratto tra Capanne e Fontignano Provincia di Perugia - Area Viabilità

Si trasmette in allegato il parere riguardante la pratica in oggetto.

Area Risorse Ambientali - Smart City e Innovazione Il Dirigente

Dott. Vincenzo Piro

Protocollo int. n° 187673 del 12/10/2016

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Area Risorse Ambientali - Smart City e Innovazione

U.O Urbanistica SEDE

OGGETTO: fattibilità geologica relativa al progetto di “l’adeguamento della S.R. 220 Pievaiola – tratto tra Capanne e Fontignano (Provincia di Perugia - Area Viabilità) che comporta una variante al Piano Regolatore Generale - parte strutturale,

In data 22/09/2016 è pervenuta presso quest’Area una richiesta di parere sulla fattibilità geologica, per la variante al Piano Regolatore Generale –parte strutturale che ha per oggetto il progetto di adeguamento della S.R. 220 Pievaiola – tratto tra Capanne e Fontignano redatto dalla Provincia di Perugia.

Dall’analisi della documentazione progettuale e in particolare per la parte riguardante gli studi svolti sugli aspetti geologici, si riporta quanto segue:

Il progetto

Il progetto riguarda “Adeguamento S.R. 220 Pievaiola (tratto Capanne - Fontignano”; per gran parte del tracciato è previsto un allargamento in destra o in sinistra dell’attuale sede, con conseguenti opere in rilevato e in trincea. Inoltre, sono previste alcune importanti opere di attraversamento dei torrenti e dei fossi principali ed alcuni sottopassi, nonché nuove rotatorie.

Il progetto prevede alcuni interventi che, in maniera differente, riguardano i seguenti tratti:

 tratto dal km 0+00 a 1+400 - inizio

 tratto dal km 1+400 a km 2+500

 tratto dal km 2+500 a 3+800

 tratto dal km 3+800 a 5+400

 tratto dal km 5+400 a km 6+400

 tratto dal km 6+400 a 7+500

 tratto dal km 7+500 a 8+366 -fine

Fattibilità geologica

In linea con la D.G.R 3086 del 18 giugno 1985 e s.m.i e della 377/2010, riguardante i criteri e gli studi di Microzonazione sismica a corredo di strumenti urbanistici e delle NTC08, si è proceduto alla verifica sulla fattibilità del progetto in variante al PRG come indicato all’oggetto.

La relazione geologica e geotecnica, a firma del Dott. Marco Pierotti, ha consentito di valutare la fattibilità degli interventi previsti dal progetto attraverso le seguenti indagini in sito ed in laboratorio:

 n° 14 sondaggi geognostici a carotaggio continuo;

 n° 20 prove penetrometriche statiche (CPT);

 n° 1 prova penetrometrica dinamica (DPSH);

 n. 12 saggi con escavatore meccanico;

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Per quanto riguarda le prove di laboratorio sono stati prelevati, durante la realizzazione dei sondaggi, n° 27 campioni di terreno e determinate le proprietà indici, i limiti di consistenza, granulometrie e caratterizzati i terreni dal punto di vista fisico meccanico (geotecnico).

Le indagini realizzate si sono spinte sino alla profondità massima di 27,0 m dal p.c. (S8), hanno attraversato terreni ascrivibili ai depositi alluvionali e fluvio-lacustri, costituiti in prevalenza da granulometrie fini (limi argillosi) alternate con lenti e livelli sabbiosi di potenza ed estensione variabile; solo in tre sondaggi geognostici (S6, S7 e S12) e in un saggio con escavatore (SC2) è stato incontrato il substrato marnoso-arenaceo. In alcuni tratti la strada attraversa zone cartografate dal Piano di Assetto Idrogeologico dell’AdB o indicate dalla cartografia di PRG, a pericolosità idraulica. In molti ambiti, la falda idrica si attesta, per risalita, sino al piano di campagna.

Per l’attraversamento di corsi d’acqua è prevista anche la realizzazione di opere strutturali; in particolare sarà realizzato un nuovo ponte sul torrente Cestola. Altrove, la viabilità sarà adeguata attraverso l’esecuzione di trincee e/o di rilevati.

Considerazioni:

Per la variante al Piano Regolatore Generale, visto di progetto definitivo e le relazioni allegate allo stesso, si attesta la fattibilità geologica.

Sono, infatti, trattati gli aspetti geologici, idrogeologici e geotecnici di ciascun tratto e di Microzonazione Sismica di livello1, come richiesto dalla D.G.R 377/2010.

Di seguito si riportano alcune prescrizioni necessarie per ridurre la pericolosità idraulica, idrogeologica e più in generale geologica.

- nei casi in cui la falda è prossima al piano di campagna, si ritiene necessario realizzare, preliminarmente all’esecuzione della strada, strati drenanti anti capillari, e le opere necessarie per il drenaggio e l’allontanamento delle acque. Anche per la realizzazione delle opere in progetto, è necessario ridurre al massimo l’interferenza delle stesse con la falda idrica.

- nelle zone in cui la viabilità interferisce con le aree esondabili del PAI o del PRG, nella fase di progettazione esecutiva, è necessario eseguire le verifiche idrauliche con Tr 200 anni come previsto dal PAI; le opere di attraversamento saranno pertanto dimensionate e/o adeguate alla calcolata portata al colmo Qc.

- ai fini della stabilità delle scarpate sia in trincea sia in rilevato, dovranno essere adottati gli angoli di scarpa previsti caso per caso dal relatore (20°o 45°); in alternativa, dovranno essere realizzate idonee opere di contenimento.

- per la regimazione delle acque superficiali, dovranno essere predisposti tutti i presidi tecnici in grado di non creare ristagni e canalizzazioni per l’allontanamento delle bianche nei corsi d’acqua superficiali; per tutti gli interventi e le opere interferenti con il reticolo idrografico superficiale, è necessario, ai sensi del R.D 523/1904, attenersi alle specifiche tecniche riportate nell’elaborato dell’ex Servizio Difesa e Gestione Idraulica dell’Area Ambiente e Territorio delle Provincia di Perugia.

- per i movimenti terra, nella fase di realizzazione degli interventi, il materiale di risulta degli scavi e delle sistemazioni dei rilevati, dovrà essere collocato in zona idonea evitando la formazione di cumuli pericolosi per la stabilità dei pendii e di intralcio al libero deflusso delle acque superficiali.

- per quanto riguarda le terre e rocce da scavo, si specifica che il suolo non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso delle attività in oggetto può essere riutilizzato in sito, ove sia certo che esso venga recuperato allo stato naturale e nello stesso sito in cui è stato

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escavato (art. 185, comma 1, lett. c), D.Lgs. n. 152/06). In questo caso, non è previsto il parere comunale.

Quando i terreni sono riutilizzati in altri siti, diversi da quelli in questione, tale riutilizzo è soggetto agli adempimenti di cui agli artt.41 e 41-bis del D.L. n. 69/13 e successiva legge di conversione n. 98/13, nel caso di presenza di materiali da riporto (test di cessione) e riutilizzo in sito esterno (autocertificazione da presentare all’ARPA).

Protocollo int. n° 187673 del 12/10/2016

Firmato Funzionario Tecnico Dott. Deol Guendalina Antonini

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