GLI ERRORI EVITABILI: SOCIETÀ SCIENTIFICHE E MEDICINA LEGALE A CONFRONTO

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GLI ERRORI EVITABILI: SOCIETÀ SCIENTIFICHE E MEDICINA LEGALE A CONFRONTO Dr. Antonio Mafrici

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TAGETE 4-2005 Anno XI

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GLI ERRORI EVITABILI:

SOCIETÀ SCIENTIFICHE E MEDICINA LEGALE A CONFRONTO

Dr. Antonio Mafrici^*

La cardiologia è una branca caratterizzata da un vasto e molto differenziato campo d’azione, che più di altre specialità mediche ha incorporato l’uso di nuovi farmaci, nuove metodiche strumentali, nuovi presidi che hanno aggiunto una notevole componente tecnologica alla usuale attività clinica.

Per esemplificare, basti ricordare come l’attività del cardiologo sia svolga in corsia, negli ambulatori, ma anche in pronto soccorso (sia come consulente che come specialista assegnato) o nelle unità di terapia intensiva cardiologia;

ma anche nei laboratori di diagnostica non invasiva o minimamente invasiva (elettrocardiografia anche da sforzo, ecocardiografia anche transesofagea) e in quelli di diagnostica invasiva, nel quale si possono anche eseguire azioni di tipo terapeutico (elettrofisiologia, emodinamica, impianto di pace maker sempre più sofisticati, angioplastica coronarica, correzione di cardiopatie congenite, perfino sostituzioni valvolari).

La possibilità di errore è quindi elevata, sia per le problematiche cliniche dei pazienti, sia per l’utilizzo di farmaci e associazioni farmacologiche sicuramente efficaci ma con un loro rischio intrinseco, sia per il ricorso alle procedure invasive, per le quali l’esperienza, la capacità professionale, la disponibilità di adeguate attrezzature e presidi, oltre alla corretta valutazione clinica, sono indispensabili strumenti per una buona e sicura (per il paziente e per il medico) pratica professionale.

* Responsabile della Struttura Semplice di Unità di Terapia Intensiva Cardiologica

“A.O. Ospedale Niguarda Cà Granda” di Milano, Presidente della sezione regionale Lombarda dell'ANMCO

Tagete n. 4-2005 Ed. Impronte

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2 L’ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) ha da sempre perseguito degli obbiettivi di tipo culturale, in particolare diffondendo in maniera capillare, attraverso la sua articolazione regionale, il concetto di buona pratica clinica legata all’implementazione delle linee guida e il ricorso alla evidence-based medicine.

Con la collaborazione degli esperti delle varie società scientifiche di settore cardiologico (ecocardiografia, emodinamica, aritmologia, medicina nucleare) e non (neurologi, pneumologi, diabetologi, nefrologi) ha anche preparato e diffuso documenti riguardanti gli standard e i requisiti minimi (tecnologici e di addestramento degli operatori) per una corretta pratica ed ha preparato documenti di tipo organizzativo, che fossero di guida nell’organizzazione dell’attività specialistica.

Ma tutto questo di per sé non è certo sufficiente a ridurre le possibilità di errore.

Infatti, l’emanazione di linee guida, suggerimenti, documenti condivisi non è garanzia di una corretta esecuzione o applicazione nel mondo reale, e l’Associazione non ha, tra i suoi scopi, né tra le sue possibilità, quello di controllare l’operato degli associati.

Esistono poi errori che non sono strettamente correlati alla pratica medica, ma che possono essere imputabili ad una non corretta ed adeguata organizzazione locale del lavoro, sia delle equipes mediche che di quelle infermieristiche.

Dal momento che il contenzioso medico-legale viene percepito dalla classe medica italiana, per il momento, come un problema del domani non si è ancora fatto strada il problema della prevenzione dell’errore, del suo riconoscimento come momento di crescita professionale, della sua corretta gestione: in poche parole quello che oggi viene chiamato “risk management”.

Da questo punto di vista, possiamo constatare che, come categoria professionale, siamo ancora all’inizio di un percorso lungo e difficoltoso.

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3 La difficoltà è prevalentemente di tipo culturale, dal momento che il medico specialista ritiene, ed in parte correttamente, di dover approfondire e migliorare le sue conoscenze e le sue capacità cliniche e strumentali, e che questa sia la via “medica” per ridurre la possibilità d’errore.

In realtà, se porgiamo maggiore attenzione al nostro modo di lavorare, possiamo constatare come, ad esempio, le cartelle cliniche non sono adeguatamente gestite: basta rileggerne una a distanza di tempo per non riuscire spesso a comprendere il perché di certe scelte o, semplicemente, a risalire ai medici e agli infermieri che hanno gestito quel paziente.

Ed è sufficiente far mente locale per constatare come sovente la comunicazione tra medici dello stesso reparto, tra specialisti differenti, o con gli infermieri sia molto carente, mal documentabile o del tutto assente nelle nostre documentazioni ufficiali.

Consapevoli dell’importanza che la corretta gestione globale del paziente costituisce la vera buona pratica clinica, e consapevoli dell’importanza che un’adeguata conoscenza delle problematiche medico-legali e dei relativi risvolti assicurativi può aiutare il professionista a migliorarsi e a migliorare l’organizzazione e lo svolgimento dell’attività clinica, abbiamo affrontato in maniera sistematica questi argomenti nell’ambito del congresso nazionale della nostra Associazione, con un taglio semplice e pratico, per diffondere la curiosità e stimolare il bisogno di approfondimento.

Grazie alla collaborazione ufficiale con l’Associazione di studi giuridici Melchiorre Gioia negli ultimi tre anni abbiamo aperto una porta culturale molto importante, abbiamo superato la diffidenza verso argomenti ritenuti “non da medico”, abbiamo fatto nascere la curiosità e poi il bisogno di iniziative simili.

Poter confrontarsi con esperti medici legali, con avvocati e magistrati, con dirigenti delle società di assicurazione consente di vedere una faccia sconosciuta, ma essenziale, della nostra professione, di venire a conoscenza di dati statistici, di come sono organizzate le altre nazioni europee, di come avviene la valutazione di un evento ripercorrendo casi reali arrivati ai gradi di

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4 giudizio, di quali sono gli elementi spesso trascurati dal medico che concorrono alla elaborazione di una perizia e di una sentenza.

Il confronto tra specialisti, in medicina, è sempre proficuo, e anche nel caso di cardiologi e medici legali: questi ultimi, infatti, partecipando a convegni organizzati dai cardiologi e centrati su bisogni specifici, possono venire a diretta conoscenza di problematiche che in molti casi potrebbero essere conosciute e affrontate in maniera generica.

Come abbiamo già fatto notare, la cardiologia ha avuto sviluppi importanti e concentrati nel tempo, e ciò che sembrava consolidato fino a ieri, corre il rischio oggi di essere superato da nuove acquisizioni o possibilità.

Essere in linea con gli orientamenti professionali più aggiornati di una categoria di specialisti consente ai medici legali di esercitare un lavoro migliore, perché più aderente alla pratica clinica attuale.

L’ANMCO considera perciò di grande importanza il confronto con la medicina legale e la proficua collaborazione iniziata con l’Associazione Melchiorre Gioia ne è la dimostrazione più evidente.