Sintomatologia del Glioblastoma
La storia clinica della malattia normalmente è breve (meno di 3 mesi, in più del 50% dei casi), a meno che il tumore non si sviluppi per progressione da un astrocitoma di basso grado.
La sintomatologia causata dai tumori cerebrali dipende principalmente dalla loro dimensione e localizzazione ed è causata dalla lesione di parti cerebrali vitali e/o dall’aumento della pressione sul cervello in quanto il tumore cresce dentro lo spazio limitato del cranio. La sintomatologia può anche essere causata da rigonfiamento e da accumulo di liquido intorno al tumore, condizione chiamata edema. Inoltre, può essere provocata da idrocefalo, situazione che si manifesta quando il tumore blocca il flusso del liquido cerebrospinale causandone un accumulo nei ventricoli cerebrali. Le manifestazioni sintomatologiche saranno più lente e meno evidenti nei tumori a lenta crescita e progressione. I sintomi più frequenti sono:
Cefalea – La cefalea è un sintomo comunemente riscontrato nei pazienti affetti da
glioblastoma. Studi retrospettivi hanno evidenziato che in pazienti con glioblastoma multiforme (GBM) la cefalea risultava essere il sintomo che si manifestava
precocemente, in media 4,4 mesi prima della diagnosi. La cefalea può essere localizzata oppure generalizzata ma comunque caratterizzata anche da nausea ed edema papillare. La cefalea è segnalata dai pazienti come il peggior sintomo e viene solitamente descritta come sorda e costante, talvolta pulsante. Le cefalee gravi non sono frequenti tranne nei casi di idrocefalo ostruttivo o infiammazione delle meningi, e la classica forma di cefalea che insorge nelle prime ore del giorno sembra essere piuttosto rara. I sintomi associati alla cefalea che suggeriscono la presenza di tumori cerebrali sono nausea e vomito (presenti in circa il 40% dei pazienti), anomalie neurologiche e incremento del dolore a seguito di movimento.
Molti pazienti ,infatti, segnalano un peggioramento della cefalea quando si chinano o in seguito a movimenti che favoriscono l’aumento della pressione intratoracica come per esempio il tossire, lo starnutire o la manovra di Valsalva . Le cefalee associate ai tumori tendono a peggiorare durante le ore notturne a tal punto che il paziente viene
costretto al risveglio. Si ipotizza che la causa di questo peggioramento notturno sia l’aumento temporaneo, durante il sonno, del livello di anidride carbonica, un potente vasodilatatore, ma il peggioramento potrebbe anche essere dovuto ad altre ragioni fisiologiche quali la posizione sdraiata o la diminuzione del ritorno venoso cerebrale.
Epilessia – Sintomo che può comparire in pazienti affetti da glioblastoma; la
sintomatologia epilettica è sicuramente di più frequente riscontro nei pazienti con tumori cerebrali di basso grado o con lesioni metastatiche. La caratteristica comune degli attacchi epilettici correlati al tumore è la loro natura ripetitiva, spesso descritta come “ il suono di un disco rotto”. L’evento critico può essere preceduto da una fase iniziale e seguito da una fase postepilettica che si manifesta con astenia e
rallentamento ideo-motorio. La crisi comiziale, specialmente se generalizzata, rappresenta senza dubbio un’indicazione univoca ad approfondimento diagnostico con TC /RM che permettono di porre una diagnosi.
Nausea e vomito – Sintomi presenti singolarmente o in associazione in un terzo
circa dei pazienti con glioblastoma multiforme, e causati dell’aumento della pressione intracranica. Alcune particolari caratteristiche riscontrate in questa sintomatologia emetica ne suggeriscono l’origine cerebrale, differenziandola dalle più frequenti problematiche di natura dispeptica; per esempio la correlazione del vomito ad un improvviso cambiamento di posizione del corpo che spiega la sua insorgenza al mattino e la caratteristica “a getto”, in quanto non preceduta da sintomi prodromici. La nausea ed il vomito neurogenici di solito si manifestano in modo più evidente nel contesto di un quadro clinico più complesso, caratterizzato da cefalea o deficit neurologici focali, che talvolta possono rappresentare anche
l’unica evidenza della malattia.
Perdita di conoscenza –Un aumento significativo della pressione intracranica,
causato del tumore, potrebbe bloccare temporaneamente la perfusione cerebrale e provocare perdita di conoscenza.
Deficit cognitivo ed alterazioni dell’umore– La disfunzione cognitiva, che include
cerebrali come il glioblastoma. I pazienti spesso lamentano e perdita di interesse per le attività quotidiane; si possono presentare abulici e con turbe della personalità e dell’umore. Questi ultimi sintomi sono comuni ad altre patologie, e vengono talvolta attribuiti alle più frequenti forme ansioso-depressive, e trattati con psicofarmaci senza risultato; solo a posteriori ne viene definita la vera origine neoplastica.
Debolezza muscolare – I pazienti con glioblastomi lamentano spesso la presenza di
anergia, astenia, desiderio di dormire. La debolezza muscolare quando a carattere transitorio è più tipica della fase postepilettica. Questo sintomo può essere
controllato nelle fasi di iniziale evoluzione della malattia con idonea terapia steroidea a base di desametasone, riconosciuta la sua attività antiedemigena in ambito cerebrale, dato che l’edema perilesionale , oltre alla massa tumorale in accrescimento può essere ritenuto responsabile di una parte del quadro clinico presentato da questi pazienti.
Perdita di sensibilità – I pazienti con tumori invasivi della corteccia primaria
sensoriale possono sviluppare deficit di sensibilità. La tipologia della disfunzione varia in relazione all’area funzionale di sviluppo della neoplasia. Ad esempio, la sindrome da disconnessione visivo-spaziale è tipica dei pazienti con tumori
localizzati nella corteccia visiva. Tra gli altri deficit di sensibilità si include la perdita di orientamento, la manifestazioni parestesiche, l’incoordinazione motoria.
Afasia – Alterazione della funzione linguistica senza compromissione della
vocalizzazione, come accade nei casi di disartria o di raucedine. E’ la tipica
manifestazione di una lesione dell’emisfero dominante . Al contrario, le lesioni che colpiscono l’emisfero non dominante provocano aprassia costituzionale che si traduce nell’incapacità di effettuare movimenti mirati.
Deficit visivo-spaziale – Lo stimolo visivo attraversa il cervello partendo dalla retina
e dal chiasma ottico fino ai poli occipitali della corteccia cerebrale. Per tale ragione il suo percorso può essere ostacolato dalla massa tumorale che invade queste aree cerebrali.