Ricovero avicolo polifunzionale
per l’allevamento libero
Manuale di autocostruzione
Matteo Barbari, Massimo Monti,
Giuseppe Rossi, Stefano Simonini,
Firenze University Press 2011
Monti, Giuseppe Rossi, Stefano Simonini. – Firenze: Firenze University Press, 2011.
http://digital.casalini.it/9788864532967 ISBN 978-88-6453-291-2 (print) ISBN 978-88-6453-296-7 (online)
Volume corredato di CD-ROM contenente le tavole di progetto e il file excel per il calcolo delle lamiere.
In copertina: struttura di ricovero avicolo, rielaborazione degli autori. Progetto grafico di Alberto Pizarro Fernández
© 2011 Firenze University Press Università degli Studi di Firenze Firenze University Press
Borgo Albizi, 28, 50122 Firenze, Italy http://www.fupress.com/
I
ndIce
Premessa
71.-Caratteristicheprogettualigenerali
1.1. Funzione del ricovero 11
1.2. Capacità del ricovero 11
1.3. Linee guida del progetto strutturale 12
1.4. Organizzazione costruttiva 13
1.5. Organizzazione del progetto e nomenclatura 13
1.6. Sistema di quotatura 14
1.7. Notazioni 14
2.-Materiali
2.1. Legno 15
2.2. Componenti metallici 16
2.3. Componenti in materiale sintetico 18
2.4. Trattamenti a protezione dei manufatti 19
3-Attrezzature
3.1.Attrezzaturaminima 21
3.2. Attrezzatura minima consigliata in aggiunta 22
3.3. Ulteriore attrezzatura consigliata in aggiunta 22
3.4. Attrezzatura per lavorazione acciaio 22
4.-Sicurezza
4.1. Ambiente di lavoro 23
4.2. Norme generali di comportamento 24
4.3. Procedure di base in casi di emergenza 25
4.4. Dispositivi di protezione individuale 26
4.5. Impiego di utensili ed attrezzature 27
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libero: manuale di autocostruzione, ISBN 978-88-6453-291-2 (print) ISBN 978-88-6453-296-7 (online)
5.-Regolecostruttivegenerali
5.1. Priorità dimensionali 31
5.2. Impiego delle viti 31
5.3. Fissaggio della rete 34
6.-Operazionipreliminari
6.1. Controllo del legno in fornitura 35
6.2. Taglio degli elementi 35
6.3. Elementi metallici da officina 35
6.4. Elementi metallici prefabbricati 35
6.5. Controllo della disponibilità dei materiali 36
7.-RicoveroWhp_A
7.1. Materiali e pesi 38
7.2. Abaco delle viti 39
7.3. Tavole e distinta di taglio 40
7.4. Sequenza di lavorazione 41 7.5.Telaio01–disegniAB_01,AB_02,AB_07 41 7.6.Telaio02–disegnoAB_03 44 7.7.Porta01–disegnoAB_04 47 7.8.Telaio03a–disegnoAB_05 48 7.9.Telaio03b–disegnoAB_06 51 7.10.StrutturadellacoperturaSC01–disegnoA_05 51 7.11.Copertura–disegnoA_06 52 7.12. Montaggio in opera 54
8.-RicoveroWhp_B
8.1. Materiali e pesi 608.2. Abaco delle viti 61
8.3. Tavole e distinta di taglio 62
8.4. Sequenza di lavorazione 63
8.5. Componenti Telaio01, Telaio02, Porta01, Telaio03a, Telaio03b 63
8.6.StrutturadellacoperturaSC05a–disegniB_05eB_06 63 8.7.StrutturadicoperturaSC05b–disegnoB_07 65 8.8.Copertura–disegnoB_01 65 8.9. Montaggio in opera 65 8.10. Versione «Marshlands» 66
9.-Variantieaccessoridelricovero
9.1. Chiusura del ricovero 67
9.2.Divisoriointerno–disegnoAB_D1 68
9.3.Posatoi–disegnoAB_P1 70
9.4. Nidi per ovaiole 71
9.5. Disposizioni per i pulcini 74
Indice 5
10.-Posizionamentoecompletamentodelricovero
10.1. Sito di posizionamento del ricovero 77
10.2. Ancoraggio del ricovero al terreno 78
10.3. Provvedimenti antipredazione 79
10.4. Recinzioni di contenimento diurno 79
11.-Dueesempidieffettivoutilizzodelricovero
11.1.RicoveroavicoloaCollesalvetti(LI) 83
11.2. Ricovero avicolo nel Dhi Qar (Iraq) 84
P
remessa
Questo lavoro rientra in uno dei tradizionali filoni di ricerca, quello relativo al-le costruzioni di servizio alal-le aziende agro-zootecniche, coltivato per molti anni all’in-terno della Sezione Costruzioni e Territorio del Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale (DIAF), oggi parte della Sezione Ingegneria dei Biosistemi Agrari e Forestali del Dipartimento di Economia, Ingegneria, Scienze e Teconologie Agrarie e Forestali (DEISTAF) dell’Università degli Studi di Firenze.
In particolare la Sezione si è dedicata a sviluppare progetti che implicassero l’utilizzo di materiali naturali, di semplice impiego, adatti per l’autocostruzione, di origine locale (materia prima a ‘chilometro zero’), fra i quali ha un ruolo di grande rilievo, in Toscana, il legno massiccio proveniente dalle coltivazioni di abete, di castagno e di altre specie legnose diffuse nella Regione. Si è inoltre cercato di avvicinarsi sempre più all’obiettivo della completa decostruibilità, col progettare costruzioni nelle quali oltre a minimizzare il carico inquinante derivante dagli smaltimenti, fosse massimizzata la parte riutilizzabile.
La Sezione ha eseguito numerose progettazioni, funzionali e strutturali, utilizzando il le-gno come materiale base: in ambito zootecnico sono stati progettati edifici per l’allevamento di bovini, di ovini, di suini, di avicoli, di cunicoli, di equini e per la gestione di maneggi e ippovie; più in generale, altri progetti hanno riguardato edifici di servizio in aziende agrico-le, barriere fonoassorbenti utilizzanti oltre al legno anche altri materiali ecologici, recinzioni, studi sulla resistenza alle azioni orizzontali di pali in legno infissi nel terreno.
L’esperienza maturata negli anni di contatti con la realtà produttiva agricola, e con gli Enti preposti all’amministrazione del territorio, ha condotto alla convinzione che la crea-zione e la diffusione dell’azienda zootecnica di limitate dimensioni, familiari o poco più, possa rappresentare un fattore positivo per la formazione ed il mantenimento di un siste-ma socio-economico e ambientale gradito e sostenibile non solo in Toscana, siste-ma anche in molte zone del mondo.
In diverse zone italiane può dare un non trascurabile contributo alle economie agricole locali, all’occupazione giovanile, alla salvaguardia del territorio mediante azioni capillari altrimenti non economicamente sostenibili, all’industria turistica.
In contesti completamente diversi, quali le zone semidesertiche del medioriente e del bacino del Mediterraneo, può contribuire all’elevazione economica degli strati poveri del-la popodel-lazione e aldel-la creazione di una mentalità imprenditoriale.
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libero: manuale di autocostruzione, ISBN 978-88-6453-291-2 (print) ISBN 978-88-6453-296-7 (online)
L’installazione di queste aziende richiede poche e semplici strutture e attrezzature, fra le quali le principali sono un ricovero e, in molti casi, una recinzione, entrambi facilmente spostabili; in ogni caso è di grande importanza che queste attrezzature possano essere rea-lizzate direttamente dall’allevatore utilizzando materiali economici, procedure elementa-ri, manualità di larga diffusione, utensili normalmente disponibili.
Il progetto presentato in questo volume vuole rappresentare un esempio coerente con le considerazioni finora esposte: è stato impiegato il legno di abete, nelle sue qualità più eco-nomiche e facilmente reperibili, per le strutture e in tutte quelle parti dove era possibile; per le parti ove era più utile l’impiego di materiali diversi dal legno, si sono previste diverse so-luzioni alternative in funzione delle prevedibili disponibilità locali; il ricovero è facilmente costruibile, con l’ausilio di questo manuale, anche da persone con poca o nessuna esperien-za di carpenteria; è mobile, smontabile e decostruibile nel senso prima specificato. Infine, con pochissime semplici modifiche si adatta a diversi tipi di allevamento (animali da ingras-so, ovaiole, pulcini), a diverse specie di animali, a condizioni climatiche molto diverse.
Sono stati realizzati due esemplari del ricovero, entrambi avviati alla effettiva utiliz-zazione avicola: uno in provincia di Livorno, uno nel Dhi Qar (Iraq) (vedi il capitolo 11).
L’interesse suscitato da queste due prime realizzazioni ha spinto il gruppo di lavoro del DEISTAF a impegnarsi nella stesura del volume: è questo, a tutti gli effetti, un manua-le di autocostruzione che mira a fornire ogni informazione necessaria all’operatore che vo-glia concretamente realizzarlo, guidandolo in ogni fase della costruzione passo per passo anche nei particolari più minuti, così che sia praticamente impossibile sbagliare.
Nota sugli autori
L’idea progettuale è nata da anni di attività maturata nel settore delle costruzioni in legno all’interno della Sezione Costruzioni e Territorio del Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale, oggi parte della Sezione Ingegneria dei Biosistemi Agrari e Forestali del Dipartimento di Economia, Ingegneria, Scienze e Teconologie Agrarie e Forestali, con il contributo di tutti i docenti e i ricercatori. In particolare si segnala l’importante contribu-to fornicontribu-to dal prof. Paolo Pellegrini e dal prof. Francesco Sorbetti Guerri.
L’impostazione della fase progettuale è stata curata dal prof. Barbari e dall’ing. Monti. La realizzazione dei progetti esecutivi e degli elaborati grafici presentati nel manuale e nelle tavole allegate sono opera dell’ing. Monti. La stesura dei testi è stata curata dall’ing. Monti; il dott. Rossi e il dott Simonini hanno collaborato alla stesura di alcuni capito-li. Il prof. Barbari ha coordinato la stesura e curato la revisione dei testi. All’esecuzione del prototipo destinato all’azienda toscana hanno preso parte l’ing. Monti, il dott. Rossi e il dott. Simonini. Ha contribuito anche il dott. Emanuele Vazzano, dottorando di ricer-ca in Ingegneria Agro-forestale. L’esecuzione del prototipo in Iraq si deve al dott. Rossi. Quest’ultima attività è stata svolta nell’ambito di un progetto finanziato dal Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo (Task Force Iraq). Il prototipoèstatodonatoallaONG:Woman’sMarshlandCenter.
Nota sui nomi commerciali
In alcune parti del manuale e dei disegni vengono riportati i nomi commerciali di pro-dotti impiegati nella costruzione.
Premessa 9 Ciò non vuole essere un invito a far uso senz’altro di essi, ma solo costituire un aiuto all’utilizzo del manuale; inoltre in alcuni casi le misure esecutive della struttura e la quan-tità e distribuzione dei punti di fissaggio sono funzione della particolare geometria degli elementi commerciali impiegati, così come le loro dimensioni di taglio e la geometria del loro posizionamento.
Si dichiara qui esplicitamente che in ogni caso i prodotti dei quali viene fatto il nome possono essere sostituiti da altri che possiedano caratteristiche simili, relative alle presta-zioni caso per caso richieste, adottando gli ovvii adeguamenti dimensionali e costruttivi.
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aPItolo
I
c
aratterIstIche
ProgettualI
generalI
1.1. Funzione del ricovero
Questo ricovero nasce per essere utilizzato per l’allevamento estensivo, con animali che durante il giorno pascolano liberi all’esterno. È questo il metodo richiesto dai discipli-nari europei e italiani che regolano la ‘produzione biologica’.
Quindi esso svolge principalmente la funzione di rifugio nelle ore notturne, per cui le porte devono essere chiuse la sera e aperte la mattina; queste operazioni possono essere anche automatizzate mediante l’applicazione di un meccanismo di apertura/chiusura elet-trica azionato da un sensore di luce e alimentato da pannelli solari.
Oltre a ciò, svolge la funzione di riparo diurno, generalmente gradito agli animali, che vi si recano in estate nelle ore di eccessivo soleggiamento, e in inverno spinti dal freddo o dalla eccessiva ventilazione. Rappresenta inoltre la zona di deposizione delle uova per le ovaiole.
In dipendenza di questa sua caratteristica funzionale di base, il ricovero deve essere mobile. Lo spostamento deve essere periodicamente attuato per diversi motivi: l’esauri-mento del pascolo disponibile all’intorno, l’accumulo di pollina al di sotto del pavil’esauri-mento interno, la ricerca di situazioni climatiche e di ombreggiamento ottimali in funzione della stagione. La rotazione su aree differenti costituisce inoltre un intervento basilare per la protezione sanitaria degli animali allevati. Ovviamente la frequenza di questi spostamenti dipenderà, caso per caso, dalle razze allevate, dalla consistenza del gruppo di animali e dalle situazioni ambientali.
1.2. Capacità del ricovero
Il Regolamento CE 1804/99 sulla ‘produzione biologica’, e i successivi Regolamenti ap-plicativi 834/2007 e 889/2008, prevedono i minimi dimensionali riportati nella tabella 1.
Il ricovero ha una superficie utile interna di circa 8 m2, può essere dotato di posatoi per uno sviluppo di circa 24 m, può essere dotato di 8 nidi individuali, ciascuno impiegabile come nido normale o come nido-trappola.
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Dalla tabella si evince che le massime quantità allevabili con l’utilizzo del ricovero so-no le seguenti:
Galline ovaiole 6 x 8 = 48 (trespoli necessari 48x0.18 = 9 m)
Galline ovaiole (nidi) 7 x 8 = 56 (capacità superiore a quella relati-va alla superficie)
Avicoli da ingrasso (ricovero fisso) 10 x 8 = 80 (trespoli necessari per faraone 80x0.20 = 16 m)
Avicoli da ingrasso (ricovero mobile) 16 x 8 = 128 (trespoli necessari per faraone 128x0.20 = 26 m)
Questi valori sono relativi alle massime densità ammesse per l’allevamento biologico a Norma CE; tuttavia in molti casi possono essere consigliabili densità inferiori.
1.3. Linee guida del progetto strutturale
Il ricovero è stato progettato seguendo queste linee guida:
• impiego del legno per la struttura portante e comunque ove possibile;
• utilizzo di legname di basso costo ed elevata reperibilità come quello generalmente impiegato nei cantieri edili, sia in Italia che all’estero;
Tabella 1. Minimi dimensionali per allevamento avicolo biologico
2. POLLAME
Superfici coperte (superficie netta disponibile per gli animali Superfici scoperte (m2 in rotazione di superficie disponibile
per capo) Numero di animali
per m2 cm di posatoio per animali per nido
Gallina ovaiole 6 18
8 galline ovaiole per nido o in caso di nido comune 120 cm2 per
volatile
4, a condizione che non sia superato il limite di 170 kg, di N/
ha/anno
Pollame da ingrasso (in ricoveri mobili)
10, con un massimo di 21 kg di peso per m2 20 (solo per faraone) 4 polli da ingrasso e faraone 4,5 anatre 10 tacchini 15 oche In tutte le specie summenzionate non deve essere superato il limite di 170 kg, di N/ha/anno Pollame da ingrasso
(in ricoveri fissi)
16 (*) in ricoveri mobili con un massimo di 30 kg di
peso vivo per m2
2,5, a condizione che non sia superato
il limite di 170 kg, di N/ha/anno (*) Solo nel caso di ricoveri mobili con pavimento di superficie non superiore a 150 ma che restano aperti di notte
Caratteristiche progettuali generali 13 • possibilità di realizzazione da parte di operatori non esperti di carpenteria in legno,
quali sono, in generale, i diretti utilizzatori.
Per riferirsi a casi concreti, si sono tenute presenti le prevedibili effettive possibilità della piccola azienda avicola Toscana condotta a livello familiare o poco più, e di quella dell’azienda irachena condotta a livello familiare o di villaggio (vedi capitolo 11), andando così a coprire una larga fascia di possibile utilizzo in aree anche fra loro eterogenee per cultura, economia e organizzazione sociale. Ciò non toglie che, grazie alla sua flessibilità di base, il sistema possa trovare applicazione anche in contesti sostanzialmente diversi.
1.4. Organizzazione costruttiva
Dal punto di vista costruttivo, i ricoveri sono costituiti da componenti (§ 5 capitolo 1), cioè da telai piani indeformabili, completamente finiti, che vengono fra loro assemblati con l’utilizzo del solo cacciavite, andando così a formare il ricovero. Questo consente di attuare due tipi di strategie:
a. l’allevatore può costruire direttamente i componenti del ricovero all’interno della sua azienda, nelle immediate vicinanze del luogo di utilizzo;
b. i componenti possono essere costruiti dallo stesso utilizzatore, o da gruppi di allevato-ri fra loro cooperanti, o da operatoallevato-ri estranei all’allevamento, in una piccola struttura centralizzata dotata delle poche attrezzature elementari che possono velocizzare la co-struzione (come illustrato nel seguito), e da qui trasportati sul luogo di utilizzo, dove verranno assemblati dall’utilizzatore finale.
Per consentire l’attuazione delle strategie sopra descritte, i componenti sono stati pro-gettati di peso e dimensioni tali da consentirne l’agevole maneggiabilità da parte di due persone e il trasporto con mezzi di limitata portata.
Aquestaregolafaeccezionelabase(Telaio01disegnoAB_01),troppograndeperpoter essere, in alcune situazioni, trasportata intera; d’altra parte, data la funzione portante da essa svolta, in particolare nel corso degli spostamenti, non poteva essere suddivisa in sub-componenti se non a prezzo di consistenti complicazioni costruttive: pertanto è stata pre-vista smontabile nei suoi elementi costitutivi, facilmente assemblabili sul sito di utilizzo.
1.5. Organizzazione del progetto e nomenclatura
La nomenclatura utilizzata nel manuale è la seguente:
• con il termine componente si indicano i telai che, uniti fra loro, vanno a costituire la costru-zione, rappresentati e quotati nei disegni di progetto; tali componenti sono identificati con un nome e codice numerico, ad esempio Telaio01, e sono visibili tutti insieme negli esplosi,adesempioneidisegniA_04eA_02;
• con il termine elemento si indicano i pezzi elementari, in legno, acciaio o altro materiale, che vanno a costituire i componenti e sono individuati da un codice alfanumerico, ad esempio W01,P01,H01ecc.Questielementisonotuttirappresentatineidisegniesecutividiprogetto; • con il termine segnare si intende il tracciare sull’elemento un segno sottile con una matita
Il manuale riguarda due tipi di ricovero:
• ricoveroWhp_A,adattoall’utilizzoinToscanaezonediambienteaffine;
• ricoveroWhp_B,adattoall’utilizzonellezonesemidesertichecalde,qualilazonadi Nassiriya (Iraq).
La maggior parte dei componenti è uguale per le due versioni, che differiscono solo per il tipo di copertura, funzione del clima locale ed in particolre della quantità di preci-pitazioni, e per il tipo di rete, funzione delle caratteristiche dei predatori presenti in zona. Pertanto si hanno 3 tipi di disegni di progetto:
• i disegni AB illustrano componenti comuni ai due tipi di ricovero; • i disegni A illustrano componenti relativi al solo tipo «Toscana»; • i disegni B illustrano componenti relativi al solo tipo «Nassiriya».
1.6. Sistema di quotatura
Tutti i componenti e tutti gli elementi sono quotati nei rispettivi disegni.
N.B. Nella progettazione si è tenuto conto del fatto che gli elementi in legno effettivamente utiliz-zati corrisponderanno solo occasionalmente alla geometria prevista nei disegni: in generale saranno diverse le dimensioni trasversali e la regolarità di forma, potendosi avere imperfezioni di lavorazione e deformazioni, anche notevoli, longitudinali, trasversali e torsionali.
In conseguenza di quanto sopra, le quote riportate nei disegni si dividono in:
• Quote tassative, che devono essere rispettate con la massima precisione possibile
(dell’ordine del mm). Sono queste: - tutte le lunghezze di taglio;
- le quote rappresentate in rosso e inserite in un’ellisse.
• Quote non tassative, che possono variare, ovviamente in termini ragionevoli (dell’ordine
di diversi mm), in modo da assorbire le suddette irregolarità dimensionali e di forma.
N.B. I disegni della struttura sono quotati adottando, riguardo a spessore e larghezza, i valori teorici nominali; nei nidi, invece, si sono impiegati i valori presumibilmente effettivi. Ad esempio, per lo spessore delle tavole si è adottato quello effettivo di 23 mm anziché quello teorico di 25 mm.
1.7. Notazioni
Nel testo e nei disegni sono state impiegate le seguenti notazioni: • separatore decimale punto es. 10.45
• separatore delle migliaia spazio es. 100 000.00
c
aPItolo
2
m
aterIalI
2.1. Legno 2.1.1. Qualità
Il legname che costituisce la materia prima principale di queste costruzioni è quello normalmente impiegato nell’edilizia per cassaforme, sbadacchiature e ponteggi, reperibi-le presso aziende commerciali anche di piccoreperibi-le dimensioni.
2.1.2. Assortimenti da approvvigionare
• Tavole in abete da carpenteria (sottomisure) grezze filo sega, prismate, spessore nomi-nale 25 mm, effettivo 23 mm circa, lunghezza 4 m, larghezza 100 mm.
• Tavole in abete da carpenteria (tipo tavoloni da ponteggio) grezze filo sega, prismate, spessore nominale 40 mm, effettivo 38 mm circa, lunghezze 4 m e 5 m, larghezza 240 mm o 250 mm.
2.1.3. Taglio
Qualora il commerciante provveda anche un servizio di taglio, può essere convenien-te prevedere l’acquisto del legname già ridotto alle dimensioni necessarie per quanto ri-guarda le larghezze, lasciando invece intatte le lunghezze commerciali: in questo modo in sede di costruzione si dovrebbero effettuare solo i tagli trasversali, assai più semplici da eseguire.
Quanto sopra condurrebbe ad un notevole risparmio di tempo, a limitare la necessità di attrezzature a tipologie molto semplici, a ridurre sensibilmente la richiesta di abilità manuale.
In ogni caso si deve considerare che spesso i primi centimetri alle estremità delle tavole devono essere scartati.
Qualora si decida di acquistare le tavole intere e di operare direttamente i tagli, si deve definire preventivamente una strategia di taglio che permetta di ottimizzare il consumo di legname.
Le tabelle ai §§ 3 dei capitoli 7 e 8 riportano una, fra le molte possibili, di tali strategie di taglio.
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2.2. Componenti metallici
• Ferramenta da realizzare in officina: si ricava dalla lavorazione di piatti e tondi di nor-male reperibilità; le operazioni da compiere sono di taglio, foratura e semplice saldatu-ra: possono essere effettuate da un qualunque fabbro o anche dall’utilizzatore stesso se dotato della necessaria attrezzatura (§ 4 del capitolo 3).
• Ferramenta prefabbricata: in acciaio zincato, comprende elementi piatti, scarpe, cernie-re, paletti, e altri elementi minori.
Figura 1. Scarpa Rothoblaas PF201100
• Viti: in acciaio protetto; nella progettazione della struttura e delle dime (sagome in car-ta, forate, che permettono di segnare con precisione la posizione delle viti sul pezzo da avvitare) si è previsto l’utilizzo della preforatura del legno per l’inserimento delle viti: in questo modo si possono disporre le viti ad una minore distanza fra loro e dai lembi degli elementi da unire. La preforatura può essere ottenuta:
- operando una vera e propria preforatura con trapano a mano o elettrico; - utilizzando viti a legno autopreforanti tipo HBS.
Figura 2. Vite HBS
• Cambrette: in acciaio protetto, adatte al sistema di infissione impiegato (manuale, spa-rachiodi ad aria compressa, altri).
Materiali 17
Figura 5. Cambrette per inserimento pneumatico e punta della sparacambrette
La sparacambrette pneumatica è dotata di un asticella piatta di sicurezza la quale, quando la punta dell’attrezzo viene appoggiata sul piano di inserimento, rientra per con-sentire lo sparo; nel nostro caso l’asticella deve essere appoggiata sul filo della rete da fissare il quale, essendo piccolo, tondo e scivoloso, tende a far slittare di fianco la punta dell’attrezzo: per ovviare a questo inconveniente è opportuno praticare un piccolo intaglio al centro del lato di appoggio dell’asticella, in modo che quando viene appoggiata riman-ga ferma sul filo (Fig. 5); tale intaglio deve essere poco profondo, altrimenti l’asticella non rientrerà abbastanza da consentire lo sparo.
• Rete elettrosaldata: a maglia quadrangolare, zincata dopo la saldatura, eventualmente plastificata, anch’essa di normale impiego e quindi facilmente reperibile. Le dimensio-ni della maglia della rete dipendono da quelle dei predatori presenti sul territorio di utilizzo del ricovero:
- in Toscana si consiglia una rete con maglia di circa 20x20 mm e filo di circa 1,5 mm (ad esempio Bekaert Casanet avente maglia quadrata di 19x19 mm (¾”) e filo di 1,4 mm);
- in zone nelle quali, come in quella di Nassiriya (Iraq), siano assenti piccoli predato-ri, si possono impiegare reti di maglia più larga (ad esempio Frigerio 50x75 mm e filo di 2,5 mm).
N.B. Si sconsiglia l’utilizzo di rete a maglia sciolta: in questo tipo la rottura di una sola maglia innesca facilmente l’apertura di larghe falle; e d’altra parte si è constatato come piccoli cani, inserendo il muso nella maglia, riescano a rompere il filo per fatica, ossia a causa di numerose deformazioni successive di verso alternato.
N.B. La rete deve essere tagliata, a seconda dei tipi, con cesoie o forbici da lattoniere, rasente al filo scelto come bordo, in modo che non sporgano monconi, pericolosi e antiestetici.
• Lamiere grecate e piane: zincate e preverniciate, eventualmente centinate, anch’esse di tipo (§ 11 capitolo 7);
• Catena zincata: per l’ancoraggio della fune di cui al punto seguente (§ 11 capitolo 7); • Fune in acciaio zincato: per la costituzione di 2 linee di aggancio sul tetto atte a fornire
2.3. Componenti in materiale sintetico
L’utilizzo di questi materiali è in alcuni casi praticamente obbligatorio.
• Pannelli grigliati-posatoio di pavimentazione (slats): queste griglie in materiale sinte-tico sono normalmente impiegate negli allevamenti avicoli di tipo industriale e sono facilmente reperibili presso ditte specializzate del settore; i ricoveri sono stati dimen-sionati proprio per poter accogliere questi pannelli: nel caso si cambiasse tipo di pan-nello si dovranno controllare le conseguenze dimensionali del cambiamento.
Figura 6. Panneli grigliati/posatoio
N.B. L’impiego dei pannelli grigliati in materiale sintetico non è una scelta obbligata: essi possono essere sostituiti con posatoi in legno e chiusura con rete.
• Strisce impermeabilizzanti: queste strisce possono essere ricavate o da un foglio di guaina per impermeabilizzazioni, o da rotoli di ‘nastro tagliamuro’, entrambi comune-mente reperibili nei magazzini edili. Le strisce, della larghezza di almeno 7 cm e della lunghezza di almeno 245 cm, possono essere facilmente ottenute tagliando la guaina o il nastro con normali cesoie da lattoniere o con un cutter adeguato.
• Guaina termoisolante: del tipo riflettente in materiale sintetico e lamina d’alluminio. Questa guaina, posta al di sotto della lamiera, o degli altri materiali di copertura, assol-ve il compito di riflettere, in parte, il calore trasmesso per irraggiamento dalle strutture soprastanti.
• Fascette in plastica: di tipo robusto e durevole, per la sospensione dei tiranti di contro-vento alle travi della base, necessaria per la limitazione della freccia dei tondini. • Teli occhiellati: in materiale sintetico (PVC, polietilene, ecc.) armato con fibre, ancorati
con funi ad agganci inseriti nella struttura lignea, possono costituire una alternativa economica per la copertura; inoltre possono essere impiegati come protezione verticale delle pareti esterne più esposte ai venti freddi o alle piogge.
• Reti antivento: possono essere impiegate come protezione verticale delle pareti esterne più esposte ai venti freddi.
• Reti in plastica: leggere, robuste ed economiche, possono essere impiegate per le recin-zioni mobili delle zone esterne di pascolo; si possono utilizzare reti per voliere, reti per
Materiali 19 recinzioni di cantiere, e simili. In generale è opportuno che abbiano maglia sufficiente-mente piccola da impedire che gli animali possano rimanervi impigliati.
2.4. Trattamenti a protezione dei manufatti 2.4.1. Legno
• Si è prevista l’applicazione di un trattamento preservante dagli attacchi fungini costi-tuito da una verniciatura con olio di lino cotto; qualora risulti troppo denso, l’olio di lino cotto può essere leggermente diluito con pura acqua ragia di pino.
• Dato che l’olio di lino cotto asciuga molto lentamente, è in genere conveniente appli-carlo alla struttura finita; tuttavia sarà opportuno, in corso d’opera, trattare le super-fici lignee che non saranno più raggiungibili dopo la costruzione e l’assemblaggio, ad esempio quelle che rimarranno permanentemente a contatto con piastre metalliche ecc. • Qualora si desideri colorare il legno, possono essere applicati prodotti commerciali a
basso tasso inquinante, oppure impregnanti costituiti da una soluzione di materiali na-turali; una miscela da noi impiegata con soddisfazione è la seguente:
- alcole etilico denaturato 1 l - polvere di aloe 17 g - polvere di sandalo 3 g - polvere di curcuma 10 g
2.4.2. Ferramenta
• La ferramenta protetta all’origine mediante zincatura, cadmiatura e simili non necessi-ta di ulteriori interventi.
• Per la ferramenta non protetta all’origine i trattamenti non sono strettamente necessari in quanto gli spessori adottati garantiscono una sufficiente resistenza alla corrosione; è tuttavia evidente che la zincatura o l’applicazione di vernici antiruggine rappresenta un aumento della protezione.
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aPItolo
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ttrezzature
3.1. Attrezzatura minima
• dispositivi di protezione individuale (§ 4 capitolo 4);
• assortimento di utensili manuali: pinze, giraviti con punte a taglio e Torx, tenaglie, chia-vi fisse, chiave regolabile, cesoie da lattoniere, cesoie per tondino Ø12, cesoie di testa e di fianco per filo d’acciaio, lima bastarda e mezza dolce da ferro, morsetti da falegname;
Figura 7. Vite e punta Torx da cacciavite o avvitatore • metri a nastro e a stecca, squadra da falegname, matite e pennarelli; • saracco;
• sega da carpentiere; • raspa tonda e raspa lunata;
• trapano a mano con punte a legno e a ferro:
• piano di lavoro: per il montaggio di molti componenti, in particolare dei telai, è molto utile disporre di un piano di lavoro sufficientemente grande, approssimativamente di 2x3 m; tale piano può essere ottenuto assemblando, avvitandoli a tre traversi in legno 8x8 cm, un adeguato numero di tavoloni, o meglio, ove siano disponibili, pannelli di legno per casseforme edili, normalmente reperibili nelle dimensioni di 50x300 cm; il piano così formato può essere appoggiato sulle caprette o sui contenitori prima citati; Matteo Barbari, Massimo Monti, Giuseppe Rossi, Stefano Simonini, Ricovero avicolo polifunzionale per l‘allevamento
libero: manuale di autocostruzione, ISBN 978-88-6453-291-2 (print) ISBN 978-88-6453-296-7 (online)
Figura 8. Piano di lavoro in pannelli di legno per casseforme edili
• 4 caprette in acciaio, altezza 80-100 cm, opportune per l’allestimento delle travi princi-pali, e comunque utili come appoggio del piano di lavoro; in alternativa possono esse-re impiegati 2 mastelli agricoli senza manici, di adeguate dimensioni.
3.2. Attrezzatura minima consigliata in aggiunta
• avvitatore con punte Torx;
• trapano con punte a legno e a ferro;
• seghetto alternativo con lame a legno e a ferro; • sega a banco per legno;
• martello di gomma.
3.3. Ulteriore attrezzatura consigliata in aggiunta
• compressore;
• sparacambrette ad aria compressa;
• attrezzo per verniciatura ad aria compressa.
3.4. Attrezzatura per lavorazione acciaio
Nel caso in cui gli elementi in acciaio vengano costruiti direttamente, sarà necessario dotarsi di:
• troncatrice per acciaio; • trapano a colonna; • saldatrice;
• mola a banco;
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s
Icurezza
Le lavorazioni contemplate in questo manuale hanno carattere occasionale in quan-to esercitate una tantum da operaquan-tori non professionisti del setquan-tore costruzioni in legno; quando invece dovessero svolgersi con continuità, si rimanda alla applicazione della legi-slazione vigente.
Pertanto, non è intenzione di questo manuale il compilare un vero e prorpio Piano Operativo di Sicurezza, documento molto voluminoso e complesso, e comunque variabile anche in funzione delle peculiari situazioni in cui si svolge la lavorazione.
Tuttavia si ritiene opportuno indicare in questa sede le principali precauzioni da adot-tare per salvaguardare la sicurezza degli operatori, cercando di fornire una guida sempli-ce e di facile lettura. Le indicazioni riportate nei capitoli sucsempli-cessivi, quindi, possono essere utili per compiere in modo appropriato la valutazione dei rischi, che deve essere obbliga-toriamente effettuata dal datore di lavoro nelle aziende con lavoratori dipendenti, ma che è assolutamente consigliata anche in caso di conduzione diretta (imprese composte dal coltivatore diretto con i suoi familiari, oppure i soci di una società semplice senza alcun lavoratore dipendente).
4.1. Ambiente di lavoro
a. Organizzazione. È la prima importantissima base della sicurezza: - tutto deve essere ordinato e pulito;
- ogni utensile deve avere una sua collocazione nella quale essere riposto quando non se ne fa uso;
- i materiali devono essere immagazzinati con ordine e facilmente individuabili e raggiungibili;
- le procedure di lavorazione devono essere studiate e stabilite prima della loro ese-cuzione e ripetute sempre uguali;
- niente deve essere affidato alla frettolosa improvvisazione e le varianti, prima di essere applicate, devono essere accuratamente meditate;
- la zona di lavoro deve essere riordinata e pulita al termine di ogni fase di
lavora-Matteo Barbari, Massimo Monti, Giuseppe Rossi, Stefano Simonini, Ricovero avicolo polifunzionale per l‘allevamento
libero: manuale di autocostruzione, ISBN 978-88-6453-291-2 (print) ISBN 978-88-6453-296-7 (online)
zione che comporti un cambiamento di utensili e procedure, e comunque alla fine della giornata.
N.B. Applicando queste semplici regole si potrà avere, in alcuni momenti, l’impressione di perdere tempo, ma questo non è vero: alla lunga si trarranno vantaggi sia per la sicurezza che per l’an-damento del lavoro: basti pensare ai ritardi che causerebbe un infortunio, anche piccolo, o un errore di costruzione da rimediare.
b. Segnaletica: non è inutile predisporre avvisi che rammentino i principali pericoli e pre-scrizioni inerenti le lavorazioni, gli utensili e le attrezzature.
c. Impianto elettrico: è opportuno verificare la qualità e le condizioni di manutenzio-ne dell’impianto elettrico del quale ci si servirà, con particolare riguardo alla messa a terra.
d. Aerazione: si deve fare in modo che l’ambiente di lavoro sia ben aerato per consentire il rapido smaltimento di polveri e fumi prodotti dalle lavorazioni.
e. Illuminazione: si deve fare in modo che l’ambiente di lavoro sia ben illuminato con lu-ce naturale o artificiale. Le zone di azione delle macchine operatrici e quelle dei lavori manuali, i campi di lettura o di osservazione degli organi e degli strumenti di control-lo, di misure o indicatori in genere e ogni luogo od elemento che presenti un partico-lare pericolo di infortunio o che necessiti di una speciale sorveglianza, devono essere illuminati in modo diretto con mezzi particolari.
f. Accessibilità: si devono prevedere, e tenere costantemente sgombri, i percorsi di ab-bandono del luogo di lavoro; si deve inoltre evitare che persone estranee alle lavora-zioni si avvicinino durante le medesime, con particolare riguardo ai bambini.
g. Pronto soccorso: deve essere tenuta a portata di mano una cassetta di pronto soccorso, di tipo omologato per lavorazioni generiche, contenente i medicamenti indispensabi-li per prestare le prime immediate cure agindispensabi-li operatori che rimanessero feriti. Devono essere tenute sotto controllo le condizioni e la scadenza del materiale e dei farmaci di primo soccorso.
4.2. Norme generali di comportamento
- Evitare le distrazioni. La distrazione è una delle principali cause di infortunio. Non è possibile elencare tutta la casistica; tuttavia, in particolare, segnaliamo che non si de-ve fumare o rispondere al cellulare durante le lavorazioni: quando si intenda farlo, si deve sospendere le operazioni, spengendo gli eventuali utensili elettrici, e riprendere dopo aver finito.
- Gli operatori devono indossare gli adeguati DPI (Dispositivi di Protezione Individuale), prescritti per far fronte ai rischi connessi all’attività lavorativa prevista.
- Non devono mai essere rimossi o modificati i dispositivi o gli altri mezzi di sicurezza o di protezione.
- Tutti gli utensili devono essere accuratamente controllati prima del loro utilizzo. - Gli operatori non devono compiere operazioni o manovre di cui non siano
perfetta-mente a conoscenza e competenti.
- Gli operatori non devono mai agire su piani di lavoro che superino i due metri senza le protezioni su tutti i lati prospicienti il vuoto.
Sicurezza 25 - Durante il lavoro su postazioni sopraelevate, come scale, ponteggi, ecc., gli utensili,
quando non sono adoperati, devono essere tenuti entro apposite guaine o assicurati in modo da impedirne la caduta.
- Non si devono mai abbandonare, anche per le piccole pause, attrezzature in moto, sot-to carica o comunque con possibilità di accensione.
- Non devono mai essere usate fiamme libere al di fuori delle normali modalità operati-ve di buona tecnica.
- Non devono mai essere abbandonare bombole o taniche (anche vuote), stracci imbevu-ti di sostanze infiammabili ed in genere materiali infiammabili al di fuori dei deposiimbevu-ti predisposti.
- Non devono mai essere lasciati cavi elettrici (anche non in tensione) abbandonati a ter-ra o su strutture.
- Non devono mai essere lasciate lampade accese (anche se protette ed a norma) nei pe-riodi di pausa.
- Non devono mai essere utilizzati sistemi di saldatura o taglio in locali chiusi senza adeguato sistema di ventilazione.
- Non devono mai essere inseriti o disinseriti macchine o utensili elettrici su prese in ten-sione. In particolare, prima di effettuare un allacciamento, si dovrà accertare che:
- l’interruttore di avvio della macchina o utensile sia ‘aperto’ (motore elettrico fermo); - l’interruttore posto a monte della presa sia ‘aperto’ (assenza di tensione alla presa). - Non si devono mai toccare interruttori o pulsanti di macchine elettriche con le mani bagna-te o stando sul bagnato, anche se il grado di probagna-tezione delle apparecchiature lo consenbagna-te.
4.3. Procedure di base in casi di emergenza
Le indicazioni riportate in seguito possono essere utili per la predisposizione o la re-visione del Piano di Emergenza, che deve essere sempre presente in azienda, in modo da poter intervenire in modo appropriato in caso di primo soccorso, lotta antincendio, eva-cuazione dei lavoratori, pericolo grave/immediato.
• Norme generali
Poiché nelle emergenze è essenziale non perdere tempo, è fondamentale predisporre alcune semplici misure che consentano di agire adeguatamente e con tempestività:
- Tenere in evidenza i numeri telefonici del Pronto Soccorso e dei Vigili del Fuoco. - Predisporre le indicazioni più chiare e complete per permettere ai soccorsi di
rag-giungere il luogo dell’incidente (indirizzo, telefono, strada più breve, punti di riferimento).
- Prepararsi a riferire con esattezza quanto è accaduto e le condizioni dei feriti. - In attesa dei soccorsi tenere sgombra e segnalare adeguatamente una via di facile
accesso.
- In caso di incidente grave, qualora il trasporto dell’infortunato possa essere ef-fettuato con auto privata, avvisare il Pronto Soccorso dell’arrivo informandolo di quanto accaduto e delle condizioni dei feriti.
• Pronto soccorso
Se si presenta la necessità di prestare soccorso ad una persona infortunata:
- Agire con prudenza, non impulsivamente; valutare quanto prima se la situazione necessita di altro aiuto oltre al proprio.
- Evitare di diventare una seconda vittima: se attorno all’infortunato c’è pericolo (di scarica elettrica, esalazioni gassose, o altro) prima di intervenire, adottare tutte le misure di prevenzione e protezione necessarie; neutralizzare, se è possibile senza correre rischi, la causa dell’infortunio.
- Spostare la persona dal luogo dell’incidente solo se necessario o c’è pericolo immi-nente o continuato, senza comunque sottoporsi agli stessi rischi.
- Accertarsi del danno subito: tipo di danno (grave, superficiale, o altro), regione cor-porea colpita, probabili conseguenze immediate.
- Porre, se possibile, nella posizione più opportuna l’infortunato e apprestare le pri-me cure.
- Rassicurare l’infortunato e spiegargli che cosa sta succedendo.
- Conservare stabilità emotiva per riuscire a superare gli aspetti spiacevoli di una situazione d’urgenza e controllare le sensazioni di sconforto o disagio che possono derivare da loro.
- Non sottoporre l’infortunato a movimenti inutili.
- Non muovere assolutamente i traumatizzati al cranio od alla colonna vertebrale e i sospetti di frattura.
- Non premere o massaggiare quando l’evento può avere causato lesioni profonde. - Non somministrare bevande o altre sostanze.
- Slacciare gli indumenti che possono costituire ostacolo alla respirazione o alla cir-colazione sanguigna.
- Se l’infortunato non respira, chi è in grado può effettuare la respirazione artificiale. • Antincendio
Il pericolo incendio non è da sottovalutare in quanto la possibilità del verificarsi di si-tuazioni di estremo pericolo è sempre in agguato anche nelle opere minime.
- Tutti gli operatori dovranno osservare scrupolosamente le misure di sicurezza pre-viste per le singole lavorazioni. In particolare si dovrà fare attenzione agli accumuli di segatura o trucioli di legno, ed alle eventuali sostanze infiammabili utilizzate. - Nella zona di lavorazione dovrà essere presente, e immediatamente raggiungibile,
un estintore; si consiglia un estintore a polvere adatto per le Classi A, B, C, e della capacità di almeno 6 kg.
4.4. Dispositivi di protezione individuale
Tutti i dispositivi impiegati dovranno rientrare fra quelli appositamente prodotti per la protezione individuale sui luoghi di lavoro, e portare la marcatura CE. Tutti i DPI devono essere marcati indelebilmente in conformità alla norma a cui fanno riferimento.
a. Abbigliamento: è opportuno che ci si abitui a lavorare sempre indossando una tuta da lavoro intera. Comunque, gli indumenti devono essere aderenti al corpo per evitare la possibilità che si impiglino in utensili in moto e materiali, e lasciare liberi i movimenti; dovrebbero anche essere abbastanza robusti da assorbire piccole abrasioni.
b. Guanti: è opportuno che ci si abitui a lavorare sempre indossando i guanti. I guanti devono essere aderenti alla mano, in modo da evitare la possibilità di restare impigliati negli utensili in moto. Esistono guanti specifici da carpenteria e falegnameria.
c. Protezione degli occhi: quando si operano segagioni, trapanature, molature e altre la-vorazioni che possono proiettare schegge o polveri, si devono indossare occhiali da
Sicurezza 27 lavoro muniti di ripari laterali; quando si operano saldature si devono impiegare ma-schere o schermi protettivi che proteggano gli occhi dalle radiazioni infrarosse che causano gravi lesioni agli occhi, e il viso dalle radiazioni ultraviolette che possono cau-sare gravi bruciature.
d. Scarpe di sicurezza: si dovranno sempre indossare scarpe di sicurezza, dotate di suola antiperforazione, puntale antischiacciamento e sistema di sfilamento rapido.
e. Casco di sicurezza: è opportuno che ci si abitui al casco e che questo venga indossato sempre, non solo quando sussista l’evidente pericolo di caduta di materiali dall’alto o di caduta dell’operatore.
f. Protezione dell’udito: quando si effettuino lavorazioni rumorose, quali la segagione con seghe elettriche, gli operatori indosseranno le apposite cuffie o inseriranno gli ap-positi tappi nelle orecchie.
g. Protezione dell’apparato respiratorio: quando si effettuino lavorazioni che producono polveri o gas, quali segagioni, molature, saldature, gli operatori dovranno indossare le apposite mascherine, o altri dispositivi idonei.
4.5. Impiego di utensili ed attrezzature
N.B. Tutti gli utensili e le attrezzazture impiegati dovranno essere omologati a norma di Legge, e riportare la marcatura CE
Qui si danno alcune importanti prescrizioni di comportamento relative ai principali utensili e attrezzature.
a. Trapano elettrico e seghetto alternativo
- Per l’utilizzo di questi attrezzi si devono indossare, oltre ai normali DPI, occhiali protettivi.
- La sostituzione della punta del trapano, o della lama del seghetto, dovrà avveni-re solo utilizzando gli attavveni-rezzi appropriati e sconnettendo l’utensile dalla avveni-rete di alimentazione.
- Durante l’uso del trapano o del seghetto bisogna evitare di esercitare su di essi una pressione eccessiva per non rischiare di danneggiare la punta o la lama.
- Trapano: al momento dell’uscita della punta dal foro, questa è soggetta a notevole sforzo per cui, in questa fase, bisognerà avere particolare attenzione nell’impugna-re l’attnell’impugna-rezzo.
- Il moto della punta del trapano e della lama del seghetto non deve mai essere arre-stato sul pezzo in lavorazione.
- L’operatore nell’utilizzare il trapano o il seghetto non deve mai bloccare il pezzo in lavorazione con le mani o i piedi né con altro mezzo di fortuna: si dovranno impie-gare morse e morsetti.
b. Sega circolare
- Per l’utilizzo di questo attrezzo si devono indossare, oltre ai normali DPI, occhiali protettivi, mascherina antipolvere e protezioni auricolari.
- Sulla macchina, in posizione facilmente raggiungibile e ben riconoscibile, deve es-sere collocato un interruttore per l’arresto immediato di emergenza.
- Intorno alla sega circolare devono essere previsti adeguati spazi per la sistema-zione del materiale lavorato e da lavorare, e per l’allontanamento dei residui delle lavorazioni.
- Qualora l’operatore si allontani temporaneamente dalla macchina, dovrà preven-tivamente interrompere il moto della lama e non lasciare un pezzo in lavorazione. - La superficie del banco di lavoro deve essere tenuta costantemente sgombra. - È vietato eseguire operazioni di registrazione o di riparazione sulla macchina in moto. - Deve essere costantemente controllata la stabilità della macchina.
c. Smerigliatrice angolare (cosiddetto ‘flessibile’ o ‘frullino’)
- Per l’utilizzo di questo attrezzo si devono indossare, oltre ai normali DPI, occhiali protettivi e mascherina antipolvere.
- Deve costantemente essere verificato lo stato di usura e la funzionalità del disco abrasivo; in particolare:
- l’efficienza del disco (battendolo leggermente con un martelletto di legno sulle facce, per controllare la presenza di lesioni, fessure o incrinature);
- la scelta del disco (che deve essere conforme alle necessità della lavorazione); - il fissaggio del disco (in modo da controllarne la tenuta alle sollecitazioni
massime).
- Feritoie di raffreddamento. Prima di iniziare una lavorazione si deve sempre con-trollare che le feritoie di raffreddamento, presenti sull’involucro esterno dell’uten-sile, siano pulite e libere da ogni ostruzione.
- Durante l’operazione di levigatura, evitare di spingere troppo energicamente; ese-guire, invece, un movimento pendolare.
- In nessun caso devono essere fissate alla smerigliatrice le chiavi per lo smontaggio del disco con cordicelle, catene o simili.
- L’operatore nell’utilizzare la smerigliatrice non deve assolutamente bloccare il pez-zo in lavorazione con le mani o i piedi né con altro mezpez-zo di fortuna: si dovranno impiegare morse e morsetti.
- È vietato eseguire operazioni di smerigliatura nell’interno dei locali, recipienti o fos-se che non siano efficacemente ventilati; eventualmente si potrà ricorrere all’uso di aspiratori portatili per impedire il ristagno di polveri e fumi nell’ambiente di lavoro. d. Saldatrice elettrica
- Per l’utilizzo di questo attrezzo si devono indossare, oltre ai normali DPI, maschere o schermi che impieghino lenti di tipo inattinico.
- Il cavo di massa della saldatrice elettrica deve essere collegato al pezzo da saldare nelle immediate vicinanze della zona nella quale si deve saldare.
- Non si devono eseguire operazioni di saldatura nell’interno di locali che non siano efficacemente ventilati; eventualmente si potrà ricorrere all’uso di aspiratori porta-tili per impedire il ristagno di fumi nell’ambiente di lavoro.
e. Scale
- Le scale devono possedere dispositivi antisdrucciolo alle estremità inferiori dei due montanti.
- Durante l’uso le scale devono essere vincolate alle strutture cui si appoggiano; quando non sia possibile vincolare la scala, essa deve essere trattenuta in basso da altra persona.
Sicurezza 29 - La scala dovrà posizionarsi con un’inclinazione tale che la sua proiezione
sull’oriz-zontale sia all’incirca pari ad 1/4 della sua lunghezza (75°).
- La lunghezza delle scale a mano deve essere tale che i montanti sporgano di almeno un metro oltre il piano di accesso.
- Durante l’esecuzione dei lavori, una persona deve esercitare da terra una continua vigilanza della scala.
- È vietata la permanenza contemporanea di più operatori sulla scala. - È vietato salire sugli ultimi gradini o pioli della scala.
- L’operatore che utilizza la scala, deve effettuare la salita e la discesa rivolgendo sempre il viso verso di essa.
- Nessun operatore deve trovarsi sulla scala quando se ne effettua lo spostamento. - Le scale posizionate su terreno cedevole vanno appoggiate su un’unica tavola di
ripartizione.
- Scala doppia: le scale doppie devono essere provviste di catena di adeguata resi-stenza o di altro dispositivo che impedisca l’apertura della scala oltre il limite pre-stabilito di sicurezza.
- Scala doppia: è vietato lavorare a cavalcioni della scala.
- Scala doppia: è vietato l’uso della scala doppia su qualsiasi opera provvisionale. - Scala doppia: è consentito l’accesso sulla eventuale piattaforma, o sul gradino
sotto-stante, solo se i montanti si prolunghino di almeno 60 cm al di sopra di essa. - Scala doppia: è vietato l’uso della scala doppia come supporto per ponti su
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egole
costruttIve
generalI
5.1. Priorità dimensionali
Come è già stato evidenziato, utilizzando per il legname gli assortimenti proposti è certo che si avrà a che fare con materiale non perfettamente rispondente alla geometria teorica di progetto: si avranno sicuramente non trascurabili difformità dalle dimensioni nominali e difetti di rettilineità e di planarità: nel montaggio si dovrà dunque ad ogni passo aver ben presenti le priorità da rispettare per non compromettere le possibilità di posizionamento dei componenti successivi. Tali priorità sono, ove possibile, indicate di volta in volta nel seguito.
5.2. Impiego delle viti
Il legno da costruzione è un materiale naturale che faceva parte di un organismo vi-vente: perciò le sue proprietà fisico-meccaniche derivano dal ‘lavoro’ che il tronco doveva svolgere nell’ambiente in cui viveva.
Pertanto, a differenza di altri materiali quali ad esempio l’acciaio, il legno ha una strut-tura non omogenea e anisotropa, cioè che presenta caratteristiche fisiche e meccaniche, e quindi di comportamento sotto sforzo, diverse nei vari punti della sua struttura e secondo le varie direzioni.
Da questo consegue, fra l’altro, che quando nelle connessioni strutturali uno o più de-gli elementi da unire sono in legno, riveste grande importanza il modo e la posizione di inserimento dei mezzi di unione, siano essi chiodi, viti o bulloni.
In questa sede si danno alcune regole fondamentali di condotta che derivano sia dall’esperienza sia da quanto prescritto dalla norma europea sulle costruzioni in legno Eurocodice 5 (UNI EN 1995-1-1 2009).
a. Tipo di connettori
- In questa costruzione ci si riferisce esclusivamente a unioni realizzate con viti auto-preforanti (tipo HBS).
Matteo Barbari, Massimo Monti, Giuseppe Rossi, Stefano Simonini, Ricovero avicolo polifunzionale per l‘allevamento
libero: manuale di autocostruzione, ISBN 978-88-6453-291-2 (print) ISBN 978-88-6453-296-7 (online)
- In alternativa si possono impiegare viti da legno normali; in questo caso deve esse-re eseguita la pesse-reforatura con una punta di diametro pari al 70% del diametro del gambo (nel nostro caso 3.0 mm e 3.5 mm rispettivamente per le viti di diametro 4.5 mm e 5.0 mm).
- In alternativa si possono impiegare chiodi da legno, preferibilmente ad aderenza migliorata; in questo caso deve essere eseguita la preforatura con una punta di dia-metro pari al 80% del diadia-metro del gambo (nel nostro caso 3.5 mm e 4.0 mm rispet-tivamente per i chiodi di diametro 4.5 mm e 5.0 mm).
- In questa costruzione si impiegano solo connettori (viti o chiodi) con gambo di dia-metro 4.5 mm e 5.0 mm.
b. Regole generali
- Le viti devono essere inserite in modo che la testa risulti a raso della superficie del legno.
- Per distanza fra le viti si intende la distanza fra i loro assi.
- Nel caso in cui si abbia una fila, anche se costituita da 2 sole viti, queste devono es-sere inserite in modo da non giacere sulla medesima fibra, ma eses-sere sfalsate di una dimensione pari ad almeno una volta il diametro del loro gambo.
- Nel caso di accoppiamento di due elementi in legno la regola dello sfalsamento de-ve essere rispettata per entrambi contemporaneamente: questo richiede un po’ di attenzione nel montaggio; a questo proposito possono essere utilmente impiegate le dime da noi appositamente preparate in osservanza alle prescrizioni dell’Euroco-dice 5 (UNI EN 1995-1-1 2009).
Figura 9. Posizionamento di una fila di viti (o chiodi)
N.B. I valori di distanza e sfalsamento qui adottati sono quelli dettati dalle norme europee (Eurocodice 5), per la realizzazione di giunti strutturali, cioè tali che dalla loro completa ef-ficienza dipenda la stabilità ultima di una costruzione. Questo tipo di giunto non si presenta nelle costruzioni qui illustrate: dunque è possibile adottare valori inferiori; tuttavia si con-siglia, per ragioni non solo strutturali ma anche di efficienza e di estetica, di rimanere il più possibile vicini ai valori proposti.
N.B. È opportuno adottare lo sfalsamento sulle fibre come regola generale di comportamento, da applicare anche là dove, a tutto rigore, non sarebbe necessario a causa della notevole distanza fra le viti.
Regole costruttive generali 33 c. Regole specifiche
- Connessioni acciaio-legno: deve essere inserita una vite in ciascun foro degli elementi metallici fabbricati in officina; invece negli elementi prefabbricati devono essere inseri-te le viti così come specificato nei disegni e nell’abaco delle viti (§§ 2 dei capitoli 7 e 8). - Connessioni legno-legno: si impiegano le dime fornite con il CD allegato.
d. Impiego delle dime
- Le dime vengono fornite come disegno in scala 1:1 in formato pdf (Adobe Acrobat). Per aprire e stampare i disegni è sufficiente il software Acrobat Reader, che può es-sere scaricato gratuitamente all’indirizzo <http://get.adobe.com/it/reader/>.
- I disegni devono essere stampati su fogli A3 in scala 1:1, pertanto nella finestra delle opzioni di stampa deve essere attivata l’opzione Ridimensionamento pagina: nessuno. - Praticare un piccolo foro in corrispondenza del centro dei cerchietti che
rappresen-tano le viti.
- A questo punto si possono avere 2 casi, a seconda che sia stampato su carta normale o su carta trasparente:
- Stampa su carta normale: ritagliare la dima lungo le linee nere più marcate, che rappresentano i bordi dell’elemento sul quale devono essere segnate le posizioni delle viti; sovrapporre il ritaglio sull’elemento da marcare, in corrispondenza dei bordi pertinenti, e segnare con una punta sottile il centro delle viti da inserire. - Stampa su carta trasparente: in questo caso non occorre ritagliare e si può
attua-re senz’altro la procedura come sopra descritta.
N.B. Data l’irregolarità geometrica degli elementi in legno, già più volte segnalata, e le inevitabili imprecisioni di lavorazione, può darsi che si abbiano piccole discrepanze di misura e di angoli fra la dima e l’elemento: questo non porta conseguenze negative se le differenze rimangono dell’ordine di pochi millimetri (2-3 mm).
5.3. Fissaggio della rete
• La rete deve essere fissata per mezzo di cambrette della lunghezza di circa 18 mm, disposte ad intervalli non superiori ai 10 cm; le cambrette possono essere inserite con procedimento manuale servendosi di un apposito attrezzo per tenerle in posizione du-rante l’infissione e di un martello, oppure ci si può servire di una sparachiodi pneuma-tica o di altro tipo.
• Qualora non fossero disponibili le cambrette, possono utilizzarsi chiodi parzialmente infissi e ripiegati sul filo della rete.
• Nel fermare la rete è opportuno fare in modo che una volta fissata risulti piana, anche servendosi di tavolette provvisorie di registro formanti un piano di sostegno.
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PerazIonI
PrelImInarI
6.1. Controllo del legno in fornitura
Come già detto, il presente progetto è stato sviluppato tenendo presenti le inevitabili irregolarità del legname di basso prezzo.
Tuttavia rimane importante che, all’atto dell’acquisto, si esaminino uno per uno gli ele-menti in fornitura, scartando quelli difettosi per sciaveri, marciumi, tarlature, cipollature, eccessive irregolarità geometriche.
6.2. Taglio degli elementi
Prima di procedere alla costruzione dei componenti è opportuno effettuare il taglio di tutti gli elementi in legno in modo che siano pronti all’uso senza bisogno di ulteriori interventi.
Su ciascun elemento dovrà essere scritto il suo codice di riferimento, come indica-to nei disegni; inoltre sarà opportuno riunire gli elementi con lo stesso codice, even-tualmente legandoli assieme, e disporli in modo che siano facilmente individuabili e raggiungibili.
6.3. Elementi metallici da officina
Prima di procedere alla costruzione è opportuno preparare la ferramenta ad essa per-tinente. Ove sia ritenuto necessario, la ferramenta può essere zincata o verniciata con an-tiruggine (§ 4.2 capitolo 2).
6.4. Elementi metallici prefabbricati
Prima di procedere alla costruzione è opportuno avere disponibile anche tutta la ferra-menta prefabbricata necessaria.
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6.5. Controllo della disponibilità dei materiali
Tutti i materiali occorrenti alla costruzione dei ricoveri sono elencati nelle apposite tabelle (§§ 1 capitoli 7 e 8). Le quantità riportate nelle tabelle sono quelle strettamente necessarie come da progetto: perciò in generale sarà necessario provvedere quantità leg-germente maggiori per compensare sfridi, perdite, rotture e per la necessità di impiegare elementi provvisori.
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Icovero
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Il ricovero è stato progettato in modo da poter essere spostato trascinandolo come slitta; ovviamente potrebbe essere appoggiato su traversi muniti di ruote, divenendo così un carrello.
Figura 11. Il ricovero tipo A
Nella descrizione che segue si fa riferimento ai disegni di progetto allegati.
IldisegnoA_03mostralastrutturaligneaassemblata;idisegniA_04eA_02mostra-no l’esploso della struttura e la IldisegnoA_03mostralastrutturaligneaassemblata;idisegniA_04eA_02mostra-nomenclatura dei singoli componenti.
Matteo Barbari, Massimo Monti, Giuseppe Rossi, Stefano Simonini, Ricovero avicolo polifunzionale per l‘allevamento
libero: manuale di autocostruzione, ISBN 978-88-6453-291-2 (print) ISBN 978-88-6453-296-7 (online)
7.1. Materiali e pesi
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7.1. Materiali e pesi
tab. 2 – Whp_A - materiali e pesi
Whp_A - materiali e pesi
ele
mento descrizione
compo nente
spess.
diam largh. lungh. peso ele mento elementi/ compo nente compo nenti totale ele menti peso totale Telaio 01 Telaio 02 Porta 01 Telaio 03 SC01 05 mm mm mm kg n° n° n° kg kg kg kg kg kg
LEGNO fir C24 rmean 420 kg/m3
W08 Telaio02 25 100 1 936 2.0 2 2 4 8.1 8.1 W11 Porta01 25 100 1 030 1.1 1 2 2 2.2 2.2 W12 Porta01 25 100 1 740 1.8 2 2 4 7.3 7.3 W13 Porta01 25 100 500 0.5 3 2 6 3.2 3.2 W15a+b Telaio03 25 100 1 040 1.1 2 4 8 8.7 8.7 W16 Telaio03 25 100 2 099 2.2 1 4 4 8.8 8.8 W41 SC01 25 100 2 464 2.6 2 1 2 5.2 5.2 W61 CN01 25 100 1 040 1.1 1 4 4 4.4 4.4 TOT 2.5 cm 47.8 W01 Telaio01 40 240 4 378 17.7 2 1 2 35.3 35.3 W02 Telaio01 40 190 2 020 6.4 2 1 2 12.9 12.9 W03 Telaio01 40 120 2 020 4.1 4 1 4 16.3 16.3 W04 Telaio01 40 120 1 900 3.8 2 1 2 7.7 7.7 W09a Telaio02 40 120 1 875 3.8 2 2 4 15.1 15.1 W09b Telaio02 40 140 1 875 4.4 2 2 4 17.6 17.6 W10 Telaio02 40 120 2 100 4.2 1 2 2 8.5 8.5 WT01 Telaio02 40 40 780 0.5 2 2 4 2.1 2.1 W18a+b Telaio03 40 120 2 750 5.5 1 4 4 22.2 22.2 W19 Telaio03 40 120 1 875 3.8 3 4 12 45.4 45.4 W31 Telaio03 40 120 265 0.5 3 4 12 6.4 6.4 W34 Telaio03 40 100 600 1.0 1 2 2 2.0 2.0 WT01 Telaio03 40 40 780 0.5 2 4 8 4.2 4.2 W17 SC01 40 120 2 104 4.2 8 1 8 33.9 33.9 W62 CN01 40 40 840 0.6 1 4 4 2.3 2.3 TOT 4 cm 229.6 TOTALE LEGNO 277.4 72.1 58.1 12.6 97.7 39.1
PESO IN LEGNO DEI SINGOLI COMPONENTI 72.1 29.0 6.3 24.4 39.1
ACCIAIO rmean7 850 kg/m3
P01 Piatti Telaio01 5 40 170 0.27 4 1 4 1.1 1.1
P02 Pattini Telaio01 5 40 2 289 3.59 4 1 4 14.4 14.4
P02 Piatti dei pattini Telaio01 5 40 70 0.11 16 1 16 1.8 1.8 R01 Tirante di controvento Telaio01 12 4 700 4.17 2 1 2 8.3 8.3 Timp01 Telaio del timpano Telaio02 12 4 500 3.99 2 1 2 8.0 Timp01 Piatti derl timpano Telaio02 5 40 70 0.11 6 1 6 0.7 0.7 R01 Tenditore Redaelli O-O
M12 Telaio01 12 3.25 2 1 2 6.5 6.5 P03 Piatto Rothoblaas PF703015 Telaio02 2 60 200 0.19 2 2 4 0.8 0.8 H01 Scarpa Rothoblaas PF201100 Telaio01 0.19 10 1 10 1.9 1.9 H01 Scarpa Rothoblaas PF201100 Telaio03 0.19 4 4 16 3.0 3.0
Bulloni con dado
autobloccante e rondelle Telaio01 12 70 0.05 8 1 8 0.4 0.4
Cerniere Porta01 0.05 3 2 6 0.3 0.3 Chiavistelli Porta01 0.30 1 2 2 0.6 0.6 Rete kg/m2 0.80largh. m lungh. m area m2 Rete Telaio02 0.70 1.95 1.37 1.09 2 2 4 4.4 4.4 Rete Porta01 0.40 1.65 0.66 0.53 1 2 2 1.1 1.1 Rete Telaio03 1.88 1.95 3.66 2.93 1 4 4 11.7 11.7
Timp01 Rete Telaio02 0.35 2.25 0.79 0.63 1 2 2 1.3 1.3
Lamiera di copertura 5.50 kg/m2
Lamiera P101S centinata 0.74 3.20 2.37 13.02 8 1 8 104.2
TOT ACCIAIO 170.2 35.0 6.4 2.0 14.7 0.0
PESO IN METALLO DEI SINGOLI COMPONENTI 35.0 3.2 1.0 3.7
PESO TOTALE DEI SINGOLI COMPONENTI 107.1 32.2 7.3 28.1 39.1
Nastro impermeabile Telaio01 70 2 020 0.71 5 1 5 3.5 Giordanoplast Inova 1x1 Telaio01 7.00 8 1 8 56.0 Lastra in vetroresina Telaio03 840 700 1.00 1 4 4 4.0
Olio di lino cotto tutti 1.00 10 10.0
PESO TOTALE DEL RICOVERO 521
Ricovero Whp_A 39
7.2. Abaco delle viti
Si riporta l’abaco delle viti strettamente necessarie alla costruzione del ricovero; ovviamente se ne dovrà provvedere una quantità maggiore per imbastiture, perdite, rotture.
N.B. La vite deve essere inserita dalla parte dell’elemento1.
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7.2. Abaco delle viti
Si riporta l’abaco delle viti strettamente necessarie alla costruzione del ricovero; ovviamente se ne dovrà provvedere una quantità maggiore per imbastiture, perdite, rotture.
N.B. La vite deve essere inserita dalla parte dell’elemento1.
tab. 3 – Whp_A – abaco delle viti
componente elemento1 elemento2 collegamento collegamenti HBS4540 HBS560 HBS5120viti per
Telaio01 H01 W01 8 10 80 Telaio01 W04 W02 9 2 18 Telaio01 H01 W02 4 4 16 Telaio01 H01 W03 4 6 24 Telaio01 P01 W01 4 4 16 Telaio01 P02 W01 8 4 32 Telaio02 W09a W10 5 4 20 Telaio02 W09b W10 5 4 20 Telaio02 W08 W09a 6 4 24 Telaio02 W08 W09b 6 4 24 Telaio02 WT01 W08 3 4 12 Telaio02 P03 W09a 8 4 32 Telaio02 P03 W02(Telaio01) 8 4 32 Telaio02 W09b W19(Telaio03a e b) 6 4 24 Porta01 W13 W12 4 12 48 Porta01 W11 W12 4 4 16 Telaio03a e b H01 W18a e b 10 16 160 Telaio03a e b W19 W18a e b 5 12 60 Telaio03a e b W15a W19 4 8 32 Telaio03a e b W15b W19 4 8 32 Telaio03a e b WT01 W15b 3 4 12 Telaio03a e b W16 W19 6 8 48 Telaio03a e b WT01 W16 3 4 12 Telaio03a e b W31 W19 6 12 72 Telaio03a e b W31 W01(Telaio01) 6 12 72 Telaio03a e b W34 W18a e b 5 4 20 SC01 H01(Telaio03a e b) W17 5 16 80 SC01 W41 W17 3 6 18
Copertura Lamiera P101Scentinata W18a(Telaio03a e b) 66 1 66
Timp01 Piatti W10(Telaio02) 6 2 12
CN01 W61 W19(Telaio03a e b) 4 8 32
CN01 W62 W61 3 4 12
TOTALI 516 596 66
7.3. Tavole e distinta di taglio
La distribuzione dei tagli deve essere programmata per limitare il consumo di tavole: nel-la tabelnel-la si presenta una possibile soluzione, ed il numero di tavole ad essa corrispondente. Nelle fasce sono raggruppati gli elementi da ricavare dalla singola tavola (§ 1.3 capitolo 2).
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7.3. Tavole e distinta di taglio
La distribuzione dei tagli deve essere programmata per limitare il consumo di tavole: nella tabella si presenta una possibile soluzione, ed il numero di tavole ad essa corrispondente. Nelle fasce sono raggruppati gli elementi da ricavare dalla singola tavola [par. 2.1.3.].
tab. 4 – Whp_A – tavole e distribuzione dei tagli
largh.
elem. base mento lungh.ele mento lungh.ele mento lungh.ele mento lungh.ele mento lungh.ele lungh.totale tavole
mm mm mm mm mm mm mm n° TAVOLE 25x100x4000 100 W08 1 936 W12 1 740 3 676 1 100 W08 1 936 W12 1 740 3 676 1 100 W08 1 936 W12 1 740 3 676 1 100 W08 1 936 W12 1 740 3 676 1 100 W11 1 030 W15a+b 1 040 W15a+b 1040 W13 500 3 610 1 100 W11 1 030 W15a+b 1 040 W15a+b 1040 W13 500 3 610 1 100 W15a+b 1 040 W15a+b 1 040 W15a+b 1040 W13 500 3 620 1 100 W16 2 099 W61 1 040 W13 500 3 639 1 100 W16 2 099 W61 1 040 W13 500 3 639 1 100 W16 2 099 W15a+b 1 040 W13 500 3 639 1 100 W16 2 099 2 099 1 100 W41 2 464 W61 1 040 3 504 1 100 W41 2 464 W61 1 040 3 504 1 TOTALE TAVOLE 25x100x4000 13 TAVOLE 40x240x5000 240 W01 4 378 W31 265 4 643 1 W31 265 240 W01 4 378 W31 265 4 643 1 W31 265 120 W18a+b 2 750 W17 2 104 4 854 0.5 120 W18a+b 2 750 W17 2 104 4 854 0.5 120 W18a+b 2 750 W17 2 104 4 854 0.5 120 W18a+b 2 750 W17 2 104 4 854 0.5 TOTALE TAVOLE 40x240x5000 4 TAVOLE 40x240x4000 120 W17 2 104 W09a 1 875 3 979 0.5 120 W17 2 104 W09a 1 875 3 979 0.5 120 W17 2 104 W09a 1 875 3 979 0.5 120 W17 2 104 W09a 1 875 3 979 0.5 120 W10 2 100 W19 1 875 3 975 0.5 120 W10 2 100 W19 1 875 3 975 0.5 120 W03 2 020 W19 1 875 3 895 0.5 120 W03 2 020 W19 1 875 3 895 0.5 120 W03 2 020 W19 1 875 3 895 0.5 120 W03 2 020 W19 1 875 3 895 0.5 120 W04 1 900 W19 1 875 3 775 0.5 120 W04 1 900 W19 1 875 3 775 0.5 120 W19 1 875 W19 1 875 3 750 0.5 120 W19 1 875 W19 1 875 3 750 0.5 190 W02 2 020 W31 265 W31 265 W31 265 W31 265 3 080 1 W31 265 W31 265 W31 265 W31 265 1 060 190 W02 2 020 2 020 1 140 W09b 1 875 W09b 1 875 3 750 1 W34 600 W34 600 WT01 780 WT01 780 WT01 780 3 540 WT01 780 WT01 780 WT01 780 2 340 140 W09b 1 875 W09b 1 875 3 750 1 WT01 780 WT01 780 WT01 780 2 340 WT01 780 WT01 780 WT01 780 2 340 W62 840 W62 840 W62 840 W62 840 3 360 TOTALE TAVOLE 40x240x4000 11