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2.2 Nuovi dati da un contesto rurale del Valdarno Inferiore 2.2.1 Inquadramento storico-topografico del comune di San Miniato (Pisa)

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2.2 Nuovi dati da un contesto rurale del Valdarno Inferiore

2.2.1 Inquadramento storico-topografico del comune di San Miniato (Pisa)

Il comune di San Miniato è situato nel tratto iniziale del Valdarno Inferiore ed è caratterizzato dalla presenza di un’area pianeggiante, lungo il fiume Arno, e di un sistema collinare che si estende a nord del capoluogo (Fig. 56).

Tali caratteristiche geomorfologiche, insieme ai numerosi corsi d’acqua che attraversano il territorio, hanno permesso lo sviluppo di una densa maglia insediativa, di cui abbiamo tracce evidenti soprattutto per il periodo medievale, caratterizzata da numerosi villaggi collocati in pianura o sui versanti collinari, e da diversi castelli situati sulle sommità dei rilievi.

Nel Medioevo il territorio era percorso da importanti vie di comunicazione, stradali come la Francigena, che correva da sud a nord, e la via Pisana, che metteva in comunicazione Firenze con il porto pisano, o fluviali come l’Arno e l’Elsa, entrambi navigabili.

Come il resto della regione, anche il territorio qui analizzato appare caratterizzato dalla presenza del “sistema per pievi” che rappresentava la struttura organizzativa della cura d’anime nelle campagne148

: alle quattro pievi attestate sul territorio, San Genesio, San Saturnino in Fabbrica, Santa Maria di Barbinaia e Santa Maria di Corazzano, faceva capo un circondario, più o meno esteso, costituito da nuclei insediativi citati nei documenti come villae.

148 V

IOLANTE 1986, pag. 147.

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186 Tutta l’area all’interno dei confini comunali era sottoposta alla diocesi di Lucca anche se il potere vescovile è sempre apparso piuttosto debole: i due principali poli d’attrazione, San Genesio e San Miniato (Fig. 57), sembrano essere luoghi di potere pubblico marchionale che tra IX e X secolo ebbero un grandioso sviluppo, il primo grazie al passaggio di proprietà al vescovo di Lucca e il secondo a una famiglia, i Lambardi di San Miniato, che riuscì successivamente a estendere la sua sfera di influenza anche sulla pieve149.

Proprio i Lambardi, con i loro fideles, controllarono il territorio almeno fino alla metà del XII secolo, quando subentrò l’autorità imperiale con Federico Barbarossa150

.

Su questo sfondo si va a inserire lo sviluppo del grande complesso ecclesiastico e del borgo che intorno a esso nacque e proliferò per diversi secoli, grazie soprattutto alla sua posizione favorevole rispetto alle vie di comunicazione sopra citate.

2.2.2 Lo scavo di San Genesio (San Miniato-Pisa)

La sequenza stratigrafica verrà di seguito illustrata nel dettaglio, seguendo le fasi e i periodi in cui sono state raggruppate le UUSS, per il periodo bassomedievale e in maniera molto sintetica per le fasi precedenti.

Le indagini archeologiche, in corso da oltre 10 anni, hanno permesso di portare alla luce un complesso sito pluristratificato con frequentazioni che dall’epoca etrusca arrivano fino alla metà del XIII secolo.

Le prime attestazioni risalgono al III secolo a.C., quando a nord dell’area di scavo viene costruita una capanna di forma circolare realizzata con materiale deperibile151, mentre

149

TOMEI 2010/2011, pp. 40-47.

150 Ibidem, pag. 136.

(3)

187 risale al III-II secolo a.C. un cippo in marmo, a clava, che sembra suggerire la presenza di una necropoli localizzata nelle immediate vicinanze152.

Tra il periodo etrusco e il periodo romano non sembrano esserci tracce di un insediamento, anche se i materiali rinvenuti residui in strati più recenti suggeriscono, invece, una continuità insediativa che si protrae almeno fino al II secolo d.C.153.

A una generica età imperiale sembra riferirsi, poi, il lacerto di una struttura muraria che potrebbe appartenere alla pars rustica di una grande villa monumentale, localizzata probabilmente immediatamente a ovest dell’area di scavo154.

Tra la seconda metà del VI e l’inizio del VII secolo l’area cambia destinazione d’uso: vi è impiantata, infatti, una grande necropoli, costituita da almeno quattro fasi distinguibili per le diverse modalità sepolcrali e per i differenti orientamenti delle tombe.

Nel VII secolo il cimitero viene abbandonato e l’area sembra essere fortificata con la costruzione di una torre a pianta quadrata, probabilmente funzionale al controllo delle vie di comunicazione e delle strutture produttive per metalli che sono state rinvenute all’interno del sito. Nelle aree circostanti, invece, sono costruite capanne in materiale deperibile.

In un momento di poco successivo tali officine sembrano essere abbandonate e il vicus assume una vocazione agricola come dimostrano le numerose tracce di arature.

All’inizio dell’VIII secolo viene costruita la prima pieve con pianta a “T”, probabilmente la stessa che è citata nelle fonti scritte del 763155; l’area circostante, invece, inizia a essere utilizzata come cimitero costituito da otto fasi separate da una probabile risistemazione dell’area.

Nel IX secolo all’estremità nord dell’area di scavo viene invece realizzata una fornace per la produzione di ceramica a colature rosse, con le relative fosse di decantazione per l’argilla e un butto dove venivano gettati i manufatti scartati. A est della struttura produttiva viene impiantata un’altra area artigianale destinata alla produzione di olio, testimoniata dalla presenza di torchi e altre macchine.

L’importanza del sito sembra crescere a partire dall’inizio del X secolo, quando si provvede alla costruzione, sulle strutture di quella precedente, di una seconda pieve, questa volta a tre navate, che raggiunge una lunghezza di 35 metri, mentre nell’area circostante si continua a seppellire.

151 Le pareti sono di incannicciato e negli strati di abbandono sono stati rinvenuti frammenti di dolia, olle e

bicchieri bugnati.

152 C

ANTINI 2010a, pag. 84.

153 Si tratta di monete databili tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., sigillata italica e tardoitalica, anfore

(CANTINI 2010a, pag. 85).

154

Il rinvenimento di una tessera musiva in pasta vitrea azzurra sembra confermare questa ipotesi.

155 S

(4)

188

2.2.3 La sequenza stratigrafica (XI-XIV secolo)156

Periodo VIII, fase 33. Ampliamento pieve e scavo del fossato (1000-1020).

La situazione di X secolo è destinata a cambiare, ancora una volta, nell’XI secolo, quando la pieve viene ulteriormente ampliata fino a raggiungere una lunghezza di 45 metri (Fig. 58).

La prima fase del periodo bassomedievale è, infatti, riferibile all’apertura del cantiere che prevede la spoliazione della facciata altomedievale (UUSS 3092 = 28098, 28098 = -3092, 28104, 28099, 3113, 3111, 3107, 3105, 3104, 3089, 3093, 3077 = 3037, -30156, 30155, 30116, -30122 = -30123, 30121) e il successivo allungamento di una campata della chiesa, dopo l’accumulo di una serie di livellamenti realizzati per spianare il terreno (UUSS 12031, 3227, 12040, 12039=12033, -12041, 12034, 3232, 3231, 3224, 3190, 3163, 3161, 3168, 3166, 3189, 3219, 3187, 3181, 3194, -3206, 3192=3191, 3204, 3193, 3180, 28060, 28072, 28074, 28070, 28056, 3098, 3203, 3186, 30092, 30110, 30103, 30098, 30203, 30186, 30080, 30084=30087, 30086, 30085, 30069, 30077, 30074, 3087, 3086, 3079, 3172, 3173, 30065, 30064, 30061). Le navate sono divise ora da pilastri sostenuti da fondazioni continue (UUSS -3126, 3112; -3186, 3185 = 3188, -13024, 13005, -14021, 14016, -14014, 14013, -16015, 16014, -30008, 30006, -27065, 26074) e viene ricavata

156

Desidero ringraziare il Prof. Cantini per avermi permesso di utilizzare i dati relativi alla sequenza stratigrafica.

Fig. 58. Ricostruzione grafica del cantiere di ampliamento della pieve (illustrazione Angelique Coltè, cura scientifica Federico Cantini).

(5)

189 una cripta semi scavata al di sotto dell’area presbiteriale (UUSS 24076 = 24055 = -24056, -16077, -16027, -16026, -16015).

La ricchezza del nuovo complesso ecclesiastico è ben evidente se si pensa che il paramento murario della nuova facciata viene arricchito da bacini ceramici157. La cripta, con pianta a oratorio, è pavimentata in cocciopesto (UUSS 24021, 20023, 16052) e dotata di un altare reliquiario (US 20013), orientato in senso ovest-est, posato in opera in corrispondenza dell’abside centrale. Tutto intorno alle murature, rivestite da bozzette squadrate e da intonaco (UUSS 16028, 16023, 24029, 24026, 20033, 20025, 16030, 16024, 16074), vengono a disporsi delle panche (UUSS 24023, 24022, 20027, 16039, 16040, 16057) e delle semi colonne poste in opera a distanze regolari (UUSS 16073, 24027, 24025). L’ambiente, ben conservato proprio perché semi scavato, era corredato anche da colonne in arenaria con capitelli a dado che sostenevano volte a crociera. Al di sotto dello strato di cocciopesto viene realizzato un sistema di canalizzazione (UUSS -36028=-39061, 36031, 36030, 36029, 36034=39060, 36033, 36032, 36027, 39064, 39062) funzionale probabilmente allo smaltimento delle acque che risalivano dalla falda.

A nord dell’area di scavo, oltre a una serie di immondezzai (UUSS 1036, 1006, 1043, 1042), viene scavato un fossato orientato in senso ovest-est (UUSS 33024=1033=35046), largo circa 6 metri, che si andava probabilmente a gettare in un torrente (UUSS -36041=39056), il vecchio Rio Riosoli, che scorreva da sud a nord e che raccoglieva anche le acque smaltite dal sistema di canalizzazione interno alla cripta.

Area UUSS 33000 -33024 1000 -1033; 1030; 1036; 1006; 1043; 1042 3000 3227; -3237; 3232; 3224; 3231; 3190; 3163; 3161; 3168; 3166; -3088; 3087; 3079; -3119; 3118; -3092; 3113; 3111; 3107; 3105; 3104; 3089; 3093; 3077=3037; 3126; 3112; -3090; 3091; -3207; 3208; 3194; -3206; 3192=3191; 3189; 3181; 3187; 3204; 3193; 3180; -3171; 3167; -3209; 3210; -3211; 3212; -3186; 3185=3186; 3172; 3173; 12000 12031; -12048; 12045; -12047; 12046; -12044; 12043; 12040; 12039=12033; -12041; 12034; -12023; 12035; 12032; 12026; 12024; -12037; 12010; 12038 18000 -18025; 18004 22000 22012 30000 -30195; 30192; -30156; 30155; 30116; 30092; 30110; 30080; -30067; 30065; 30064; 30061; -30078; 30079; -30091; 30082; -30090; 30081; -30122=-30123; 30121; 30103; 30098; 30203; 30186; -30106; 30102; -30101; 30097; 30084=30087; 30086; 30085; 30069; 30077; 30074; 30008; 30006; 30071; 30070; 30073; 30072; 30075; 30076; -30133; 30134; -30135; 30136 13000 -13024; 13005 28000 -28098; 28104; 28099; 28074; 28070; 28060; 28056 14000 -14021; 14016; -14014; 14013 27000 -27065; 27064 20000 20027; 20033; 20030; 20023; 20025; 20017; 20016; 20013; 20026; 20024 24000 -24051; 24052; -24048; 24049; -24046; 24047; -24043; 24044; -24041; 24053; 24021; -24054; -24076=-24055=-24056; 24028; 24023; 24024; 24022; 24027; 24029; 24025; 24026 35000 -35046; -35071; 35062; 35068; 35067; 35065; 35063; 35060; 35052 16000 -16077; -16027; 16021; -16015; 16014; -16035; 16022; -16026; 16020; -16062; 16039; 16028; 16023; 16040; 16067; 16057; 16061; 16068; 16052; -16053; -16054; 16030; 16024; 16024; 16074; 16073 36000 -36028; 36031; 36030; 36034; 36033; 36029; 36032; 36027; -36041 39000 -39056; -39061; 39060; 39064; 39062 157 Cfr. infra.

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190

Periodo VIII, fase 34-35. Cimitero ovest-est e sudovest-nordest (1020-1050).

L’ampliamento della pieve continua ad andare di pari passo con l’utilizzo cimiteriale dell’area circostante. La prima fase è costituita da tombe in semplice fossa terragna, con testata o senza, orientate in senso ovest-est che si dispongono a nord-ovest della pieve (UUSS 2046, 2048=sk 6, 2047, 2044, 2049=sk 3, 2040, 22057, 22056=sk 141, 22055, -32735, 32734=sk 231, , 32733, -32444, 32443=sk 145, 32440, - 32399, 32401=sk 113, 32454, -32494, 32493=sk 170, 32492, -32500, 32499=sk 172, 32498, -32395, 32393=sk 107, 32394, -32391, 32389=sk 106, 32390, -29119, 29120=sk122, 29121, – 29122, 29123=sk 125, 29124, 29025, 29026=sk 77, 29027, 29104, 29105=sk 115, 29106, -29116, 29117=sk 124, 29118, -29146, 29144=sk 147, 29145, -36006, 36005=sk 242, 36004, -38063, 38062=sk 304, 38059, -38086, 38085=sk313, 38084, -38045, 38044=sk 291, 38043). Il cimitero va a occupare anche l’area interessata dalla cantierizzazione appena esterna al perimetrale nord della chiesa e l’area precedentemente occupata dalla fornace per la produzione di ceramica a colature rosse.

Nella medesima fase troviamo sepolture nella zona retrostante l’abside della navata Nord. L’area immediatamente a nord della pieve risulta interessata anche dall’inserimento di tombe polisome, probabilmente familiari (UUSS 32765, 32658=sk 215, 32657, 32656, -32048, 32047, -32003, 32010=sk 68, 32002=sk65, 32001, -32059, 32057, 32343, -32342, 32161, 32336=sk 94, 32064=sk 79, 32058=sk 78, 32056, -32065, 32066).

La seconda fase prevede, invece, l’utilizzo di fosse terragne semplici orientate in senso sudovestnordest (UUSS 32621, 32620=sk 200, 32619, 32370, 32385=sk 104, 32371, -32439, 32438=sk 157, 32437, -32420, 32418=sk131, 32419, -32503, 32502=sk 175, 32501, -32404, 32402=sk 114, 32403, -32595, 32594=sk 191, 32593, -32006, 32004=sk 66, 32005, -32051, 32050=sk 72, 32049, -32037, 32035=sk63, 32036, -32410, 32408=sk 120, 32409, -32055, 32053=sk 76, 32054, -32417, 32415=sk 130, 32416, -31011, 31012=sk 59, 31009, -29048, 29049=sk 92, 29050, -29155, 29153=sk 154, 29154, -29137, 29138=sk 140, 29139, 29039, 29040=sk 84, 29041, 29158, 29156=sk 155, 29157, -37067, 37065=sk 288, 37066), insieme a tombe polisome (UUSS -32640, 32652=sk 210, 32633, 32651=sk 202, 32650=sk 189, 32636), sempre localizzate nell’area prossima ai perimetrali della pieve, a dimostrare il diverso status sociale dei defunti.

Area UUSS 2000 -2046; 2048; 2047; -2044; 2049; 2040 22000 -22074; 22073; 22072; -22057; 22056; 22055; -22034; 22033; 22032; -22066; 22065; 22064; -22077; 22076; 22075 32000 -32765; 32658; 32657; 32656; -32640; 32652; 32633; 32651; 32650; 32636; -32621; 32620; 32619; -32735; 32734; 32733; -32745; 32744; 32743; 32742; -32370; 32385; 32371; -32444; 32443; 32440; -32439; 32438; 32437; -32420; 32418; 32419; -32399; 32401; 32454; -32494; 32493; 32492; -32500; 32499; 32498; -32503; 32502; 32501; -32395; 32393; 32394; -32404; 32402; 32403; -32595; 32594; 32593;- 32006; 32004; 32005; -32051; 32050; 32049; -32037; 32035; 32036; -32048; 32047; -32003; 32010; 32002; 32001; -32059; 32057; 32343; -32342; 32161; 32336; 32064; 32058; 32056; -32065; 32066; -32417; 32415; 32416; -32055; 32053; 32054; -32410; 32408; 32409; -32391; 32389; 32390 31000 -31011; 31012; 31009 29000 29048; 29049; 29050; 29155; 29153; 29154; 29119; 29120; 29121; 29137; 29138; 29139; 29122; 29123; 29124; 29025; 29026; 29027; 29104; 29105; 29106; 29039; 29040; 29041; 29116; 29117; 29118; 29146; 29144; 29145; -29158; 29156; 29157 36000 -36006; 36005; 36004; -36011; 36010; 36009 37000 -37067; 37065; 37066 38000 -38050; 38051; 38049; 38048; -38063; 38062; 38059; -38065; 38064; -38057; 38058; 38056; 38053; -38045; 38044; 38043; -38042; 38046; 38041; 38040; 38086; 38085; 38084

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191

Periodo VIII, fase 36. Costruzione chiostro e canonica (1050).

In un momento prossimo alla metà dell’XI secolo nell’area a nord della pieveè realizzato un edificio, forse la canonica citata nelle fonti scritte, e definito un chiostro (UUSS -2030, 2018, -2031, 2028, -2056, 2074, -3431, 3016, -38037, 38036, -38039, 38035, -7019, 7018, -7016, 7017, -3286, 3282, 3430, -32354, 32352, -32028, 32024, -26025, -32616) con al centro un pozzo (UUSS -10003, 10002, 10014, 10013).

Area UUSS 2000 -2030; 2018; -2031; 2028; -2056; 2074 3000 -3431; 3016; -3286; 3282; 3430 7000 -7019; 7018; -7016; 7017 10000 -10003; 10002; 10014; 10013 26000 -26025 32000 -32354; 32352; -32028; 32024; -32616 36000 -36006; 36005; 36004; -36011; 36010; 36009 38000 -38037; 38036; -38039; 38035

Periodo VIII, fase 37. Cimitero ovest-est (1050-1150).

Nell’area circostante alla pieve si continua a seppellire con fosse terragne semplici dotate di testate (UUSS -29086, 29099, 29087=sk 101, 29088, -29045, -29101, 29100, 29102, 29046=sk 91, 29047) e orientate in senso ovest-est, o tombe polisome collocate dietro le absidi (UUSS -36014, 36012, 36026, 36019=sk 249).

Area UUSS

29000 -29086; 29099; 29087; 29088; -29045; -29101; 29100; 29102; 29046; 29047 36000 -36014; 36012; 36026; 36019

Periodo VIII, fase 38-39-40-41-42. Cimitero ovest-est, nordovest-sudest (1150-1248).

L’area a nord e a est della pieve continua a essere occupata da diverse fasi cimiteriali contraddistinte da orientamenti e tipologie differenti. La prima è caratterizzata da tombe in fossa terragna semplice (UUSS -22040, 22039=sk 129, 22038, -22071, 22070=sk 177, 22069, -22015, 22014=sk 109, 22013, -22049, 22048=sk 136, 22047, -22043, 22042=sk 128, 22041, 22037, 22036=sk 126, 22035, 22054, 22053, 22052, 32761=sk 226, 32701, 38055, 38054=sk 299, 38052, 38021, 38020 =sk 277, 38019, 2035, 2034=sk 2, 2016, 29019, 29020=sk 74, 29021, 29022, 29023=sk 75, 29024, 29128, 29129=sk 133, 29130, -29042, 29043=sk 85, 29044, -36003, 36002=sk 244, 36001, -36024, 36022, -36025, 36023, -36018, 36017=sk 247, 36016, 18022, 18023=sk 29, -18021, 18020= sk 28, -18015, 18014=sk 26, 18013, 18019, 18018) e polisome (-3154=3010, 3153=3011, 3009=3125, 3151, 3152, 3098, 3110, 3109, 3117, 3100, 3097, 3114, 3108, 3101, 3096, 3095, 3106, 3083, 3082, 3074= 3068, 3073=3067, 3072=3066, 3065, 3064, 3063, 3033, 3032, 3031, 3030, 3029, 3015, 3014, 3013, -22051, 22050, -22063, 22062=sk 150, 22061, -22060, 22059=sk 149, 22058, 22046, 22045=sk 135, 22044, 22018, 22017=sk 110, 22016, -22025, 22024=sk 112, 22023, 22029, 22022, 18012, 18016=sk 27, 18011, 18017, 18010) che vanno ora a disporsi anche all’interno del chiostro e davanti alla facciata.

La seconda e la terza fase, invece, sono rappresentate da sepolture in fossa terragna dotate di testata e orientate in senso nordovest-sudest (UUSS -26131, 26132=sk 151, 26130,

(8)

192 26128, -26111, 26107=sk 117, 26108, -26112, 26114 =sk 121, 26113, -29149, 29147=sk 152, 29150, -29076, 29077=sk 98, 29078,-29112, 29113=sk 119, 29054, -29065, 29066=sk 96, 29067, -29125, 29126=sk 132, 29127, -29140, 29141=sk 146, 29142, -29089, 29162, 29090=sk 102, 29091).

La tipologia delle tombe cambia nelle fasi 41 e 42: orientate come nella fase precedente, vengono ora delimitate da pietre (UUSS -29143, 29136, -29108, 29098, 29097=sk 111, 29103, 29174, 29175, 29051, 29052=sk 93, 29053, 29082, 29083=sk 100, 29084, 29030, 29031=sk 80, 29032, 29074, 29075=sk 95, 29058, 29109, 29110=sk 116, 29111, -29161, 29159=sk 156, 29160, -29033, 29034=sk 82, 29035, 29016, 29017=sk 73, 29018), mentre a nord-est della pieve vengono scavate sepolture in fosse terragne di grandi dimensioni con probabile cassa lignea (UUSS -37046, 37058, 37060, 37059, 37045=sk 278, 37031, -37040, 37039=sk 275, 37032, -37038, 37037=sk274, 37030). Area UUSS 2000 -2035; 2034; 2016 3000 -3154=3010; 3153=3011; 3009=3125; 3151; 3152; 3098; 3110; 3109; 3117; 3100; 3097; 3114; 3108; 3101; 3096; 3095; 3106; 3083; 3082; 3074= 3068; 3073=3067; 3072=3066; 3065; 3064; 3063; 3033; 3032; 3031; 3030; 3029; 3015; 3014; 3013 18000 18022; 18023; -18021; 18020; -18015; 18014; 18013; 18019; 18018; 18012; 18016; 18011; 18017; 18010 22000 22040; 22039; 22038; 22071, 22070; 22069; 22015; 22014; 22013; 22049; 22048; 22047; 22043; 22042; 22041; -22037; 22036; 22035; -22054; 22053; 22052; -22051; 22050; -22063; 22062; 22061; -22060; 22059; 22058; -22046; 22045; 22044; -22018; 22017; 22016; -22025; 22024; 22023; 22029; 22022 26000 -26131; 26132; 26130; 26128; -26111; 26107; 26108; -26112; 26114; 26113 29000 29019, 29020; 29021; 29022; 29023; 29024; 29128; 29129; 29130; 29042; 29043; 29044; 29149; 29147; 29150; 29076; 29077; 29078; 29112; 29113; 29054; 29065; 29066; 29067; 29125; 29126; 29127; 29140; 29141; 29142; -29089; 29162; 29090; 29091; -29143; 29136; -29108; 29098; 29097; 29103; 29174; 29175; -29051; 29052; 29053; -29082; 29083; 29084; -29030; 29031; 29032; -29074; 29075; 29058; -29109; 29110; 29111; -29161; 29159; 29160; -29033; 29034; 29035; 29016; 29017; 29018 32000 32761; 32701 36000 -36003; 36002; 36001; -36024; 36022; -36025; 36023; -36018; 36017; 36016 37000 -37046; 37058; 37060; 37059; 37045; 37031; -37040; 37039; 37032; -37038; 37037; 37030 38000 -38055; 38054; 38052; -38021; 38020; 38019

Periodo VIII, fase 43. Riempimento del fossato ovest-est (f. XII secolo).

Alla fine del XII secolo, probabilmente a seguito di una delle distruzioni del borgo da parte degli abitanti del vicino castello di San Miniato, viene obliterato e chiuso il fossato, scavato all’inizio dell’XI secolo, con una serie di riempimenti ricchi di materiali ceramici e ossa animali (UUSS 1030, 1034, 33035, 1049, 1051, 1048, 1047, 1052, 1050, 1053, 1046, 1007=1044, 33004).

Area UUSS

1000 1030; 1034; 1049; 1051; 1048; 1047; 1052; 1050; 1053; 1046; 1007=1044 33000 33035; 33004

Periodo VIII, fase 44. Ristrutturazione della pieve, scavo di un canale e costruzione di una taverna (f. XII-i. XIII secolo).

Tra fine XII e inizio XIII secolo, sempre in seguito alla distruzione sopracitata, il complesso ecclesiastico viene ristrutturato con l’aggiunta di due muretti perpendicolari alla facciata (UUSS -18007/18009, 18006=18008, 18003, 18005, 18024) e l’apertura di un nuovo accesso centrale alla cripta (UUSS 24073, 27026, 27027, -27051, -27068, -24040, 27066, 27067, 27062=24030). Nell’area retrostante il battistero viene ricavato un canale,

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193 con una canaletta in pietra nel suo tratto iniziale, che va a gettarsi nel Rio Riosoli (UUSS -39070=-34012, -34014, 34013, 34023).

Proprio in corrispondenza di quest’ultimo assistiamo alla realizzazione di una struttura in muratura che accoglieva diversi scoli e canalette (UUSS 39069, 39068, 39025, -39048=-39067, 39059, 39066 = 39037, -39055, 39035, -39020, 39033). Sempre nella medesima area viene realizzato un grande pilastro di forma quadrangolare che può essere interpretabile come piccolo approdo (UUSS -39046, 39052, 39039).

L’area a sud-ovest del complesso ecclesiastico, invece, è interessata dalla costruzione di un grande edificio (-51011=-51026=-51022, 51001=51007=51019) orientato in senso ovest-est e costituito da murature a sacco rivovest-estite da bozzette.

A nord della pieve, direttamente affacciata sulla via Francigena, viene realizzata una taverna costruita con pareti di terra e tetto in coppi (UUSS 4031, 4065, 4042, 4041, -4040, -4050). Area UUSS 4000 4031; -4065; -4042; -4041; -4040; -4050 18000 -18007/18009; 18006=18008; 18003; 18005; 18024 24000 24073; 24030; 24040 27000 27026; 27027; -27051; -27068; 27066; 27067; 27062 34000 -34012; -34014; 34013; 34023 39000 -39070; 39069; 39068; 39025; -39048=-39067; 39059; 39066 = 39037; -39055; 39035; -39020; 39033; -39046; 39052; 39039 51000 -51011=-51026=-51022; 51001=51007=51019

Periodo VIII, fase 45. Ristrutturazione della taverna e bottega del fabbro (p.q. XIII secolo).

In questa fase la taverna viene ristrutturata con un nuovo piano di calpestio e con l’aggiunta di nuovi focolari (UUSS 4062, 4063). A sud della struttura viene realizzata, sempre con pareti in terra e tetto in coppi, una bottega per la produzione di ferro, che presenta una paleosuperficie ricca di carboni e scorie, un focolare e due canalette (UUSS 4002, 4006, 4004, 4008, -4026, -4024, 4074, -4014, 4013, 4015, -4009, 4020, 4021, 4022, 4010).

All’interno della canonica, invece, viene realizzata una latrina in muratura appoggiata al lato settentrionale della pieve (UUSS -3047, 3158).

Area UUSS 3000 -3047; 3158

4000 4062; 4063; 4002; 4006; 4004; 4008; -4026; -4024; 4074; -4014; 4013; 4015; -4009; 4020; 4021; 4022; 4010

Periodo VIII, fase 46. Ristrutturazione taverna, costruzione abitazioni sui riempimenti del fossato, progressivo abbandono del complesso religioso (s.q. XIII secolo).

Nel secondo quarto del XIII secolo la taverna viene rinnovato il piano di calpestio su cui vengono realizzati quattro focolari e un piccolo silos (UUSS 4061, 4060, 4043, -4073, 4070, 4069, 4068, 4067, 4047, 4034, 4054, 4058, 4059, -4038).

Sopra ai riempimenti del fossato ovest-est vengono costruite alcune casette, con pareti in terra, tetto in coppi e dotate di un immondezzaio retrostante (UUSS 1014, 1016, 1012,

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-194 1010, 1017, -1019, -1024, -1025, -1026, 1009, 1028, 1020, 1018) e nelle immediate vicinanze vengono scavati un pozzo e una canaletta (UUSS -33008, 33012, -33016, 33014).

Durante questa fase il complesso ecclesiastico inizia a essere abbandonato158 come dimostra il riempimento progressivo del canale ovest-est con strati ricchi di ceramica e ossa animali (UUSS 34018, 3419, 34057, 34056, 34055, 34054, 34063, 34062, 34061, 34060, 34059, 34052, 34051, 34053, 34050, 34049, 34048, 34047, 34046, 34045, 34037, 34044, 34042, 34040, 34041, 34043, 34036, 34034, 34035, 34033, 34032, 34029, 34028, 34031, 34030, 34027, 34026, 34017, 34016, 34025=34009=34005, 34007=34008, 34006, 34004) che obliterano anche la canaletta in muratura rendendo necessaria la realizzazione di un’altra canalizzazione in ardesia (UUSS 34067, 34068).

Area UUSS 1000 1014; -1016; -1012; -1010; 1017; -1019; -1024; -1025; -1026; 1009; 1028; 1020; 1018 4000 4061; 4060; 4043; -4073; 4070; 4069; 4068; 4067; 4047; 4034; 4054; 4058; 4059; -4038 33000 -33008; 33012; -33016; 33014 34000 34018; 3419; 34057; 34056; 34055; 34054; 34063; 34062; 34061; 34060; 34059; 34052; 34051; 34053; 34050; 34049; 34048; 34047; 34046; 34045; 34037; 34044; 34042; 34040; 34041; 34043; 34036; 34034; 34035; 34033; 34032; 34029; 34028; 34031; 34030; 34027; 34026; 34017; 34016; 34025=34009=34005; 34007=34008; 34006; 34004; 34067; 34068

Periodo IX, fase 47. Distruzione del borgo e prime attività di spoliazione del complesso religioso (m.-s.m. XIII secolo).

Secondo le fonti scritte nel 1248 gli abitanti del castello di San Miniato scesero e distrussero il borgo di San Genesio. Le tracce di una distruzione violenta sono effettivamente rintracciabili nella taverna e nelle casette (UUSS 4016=4017, 4001, 4035, 4033, 4039, 4019, 4037, 4057, 4066, 4032, 4056, 4055, 4045, 4046, 4036, 4051, 1015, 1013, 1011, 1021, 1022, 1023, 1008, 1005, 1041, 1040=1002) che vengono incendiate. Il pozzo all’interno del villaggio viene obliterato (UUSS -33032, 33007, 33009) mentre strati di terra si depositano nell’area dove scorre il Rio Riosoli (UUSS 39058, 39042, 39019, 39036, 39032, 39028, 39026, 39024, 39023, 39053, 39027, 39022, 39043, 39049, 39045, 39057, 39051, 39050, 39041, 39038, 39034, 39040, 39017, 39016, 39031, 39030, 39029, 39021, 39013) e la canaletta in muratura posta a est del chiostro, che si gettava nel fossato ovest-est viene spoliata (UUSS -35002, 35011, 35037, 35036, 35034, 35033, 35032, 35040, 35039, 35038, 35031, 35013=35003, -35056, 35045, 35044, 35043, 35042, 35041). Area UUSS 1000 1015; 1013; 1011; 1021; 1022; 1023; 1008; 1005; 1041; 1040=1002 4000 4016=4017; 4001; 4035; 4033; 4039; 4019; 4037; 4057; 4066; 4032; 4056; 4055; 4045; 4046; 4036; 4051 33000 33032; 33007; 33009 35000 -35002; 35011; 35037; 35036; 35034; 35033; 35032; 35040; 35039; 35038; 35031; 35013=35003; -35056; 35045; 35044; 35043; 35042; 35041 39000 39058; 39042; 39019; 39036; 39032; 39028; 39026; 39024; 39023; 39053; 39027; 39022; 39043; 39049; 39045; 39057; 39051; 39050; 39041; 39038; 39034; 39040; 39017; 39016; 39031; 39030; 39029; 39021; 39013 158

Il fonte battesimale viene infatti trasferito alla cattedrale di San Miniato nel 1236 (CANTINI 2010a, pag. 109).

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195

Periodo X, fase 48. Attività di spoliazione del complesso religioso (XIV-m. XV secolo).

Dopo l’abbandono del sito iniziano pesanti attività di spoliazione del complesso religioso con il successivo accumulo di spessi depositi (UUSS 30068, 30058, -30052, 30055, 30054, 30051, 30057, 30047, 30062, 30049, 30048, 30042, 30046, 30040, 30043, 30034, 30045=30044, 30050, 30041, -30039, 30038, -30036, 30035, 30037, 30033, 30028, 30029, 30030, 30031, 24062, 24063, 24071, 24064, 24072, 24065, 24068, 24066, 24067, 24069, 24070, 24061, 24019, 24060, -20028, -20029, -20035=-240039, 20031, -240074, -240075, -240031; -16066, -16055, -16056, 16050=16046, 16049, 16058, 16041, -16058, 16063, 16078, 16060, 16059, 20012, 20011, 20010, 240020, 24018, 24016, 16047A=16047, 16038, 16037, 16025, 20032, 20021, 20020, 20019, 20018, 20009, 20006, 24042, 24045, 24050, 24015, 24058, 24057, 16032, 16069, 16071, 16070, 16072, 16034, -16033, -16003, 16002, -16036; -27058, -27060, -27036=-24031, 27015, 3056, 3054, 3053, 3052, 3051, 3050, 3048, 3046=3043, 3045, 3027, 3026, 3039=3040; -8003, 8002, -2019, 2020, 2017, 2015, 2010, 2036, 2009, 2077, 2011=2002, 2014, 2012, 2005, 2013, -2042, 2075, 2041, 2071, 2072, 2006, --2042, -18002, 18001A, -12016, -12013, 12012, 12009, 12007/2, 12036, 12007/1, -12030, 12029, -12028, 12027, 3085, -3094, 3062, 3069, -3127, 3071, 3075, -3157, 3138, -13027, 13023, -14026, -14025, 21100, 21001, -32769, 32609, -32029, -32353, -26194, 26042, 26021, -26196, 26016, -32771, 32684, 32683, 32575). Il pozzo posto al centro del chiostro viene obliterato (UUSS 10012, 10011, 10010, 10009, 10008, 10007, 10006) mentre uno strato alluvionale si deposita sui resti della taverna (US 4053). Anche la struttura a sud-ovest del complesso religioso viene spoliata (UUSS -51058, -51046, -51047, 51008, 51039); successivamente l’area è interessata da una nuova frequentazione testimoniata da un edificio con copertura in laterizi (UUSS -51071, 51009, -51094, 51096) e da una nuova fase di abbandono (UUSS 51034, 51079, 51025, 51052=51042, 51095=51043, 51020, 51059, 51069, 51076, 51075, 51029, 51037, 51073, 51038, 51004=51005, 51003, 51084, 51081, 51085, 51007). Area UUSS 2000 -2019; 2020; 2017; 2015; -2010; -2036; 2009; -2077; -2011=-2002; 2014; 2012; 2005; 2013; -2042; 2075; 2041; 2071; 2072; 2006; -2042 3000 3056; 3054; 3053; 3052; 3051; 3050; 3048; 3046=3043; 3045; 3027; 3026; 3039=3040; 3085, -3094; 3062; 3069; -3127; 3071; 3075; -3157; 3138; 4000 4053 8000 -8003; 8002 10000 10012; 10011; 10010; 10009; 10008; 10007; 10006 12000 -12016; -12013; 12012; 12009; 12007/2; 12036; 12007/1; -12030; 12029; -12028; 12027 13000 -13027; 13023 14000 -14026; -14025 16000 -16066; -16055; -16056; 16050=16046; 16049; 16058; 16041; -16058; 16063; 16078; 16060; 16059; -16032; -16069; 16071; -16070; 16072; -16034; -16033; -16003; 16002; -16036 18000 -18002; 18001A 20000 20028; -20029; -20035; 20031; -20032; -20021; 20020; -20019; 20018; 20009; -20006 21000 21100; 21001 24000 24062; 24063; 24071; 24064; 24072; 24065; 24068; 24066; 24067; 24069; 24070; 24061; 24019; 24060; 24074; 24075; -24031; -24042; -24045; -24050; 24015; -24058; -24057 26000 -26194; 26042; 26021; -26196; 26016 27000 -27058; -27060; -27036; 27015 30000 30068; 30058; -30052; 30055; 30054; 30051; 30057; 30047; 30062; 30049; 30048; 30042; 30046; 30040; 30043; 30034; 30045=30044; 30050; 30041; -30039; 30038; -30036; 30035; 30037; 30033; 30028; 30029; 30030; 30031 32000 -32769; 32609; -32029; -32353; -32771; 32684; 32683; 32575 51000 -51058; -51046; -51047; 51008; 51039; -51071; 51009; -51094; 51096; 51034; 51079; 51025; 51052=51042; 51095=51043; 51020; 51059; 51069; 51076; 51075; 51029; 51037; 51073; 51038; 51004=51005; 51003; 51084; 51081; 51085; 51007

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196

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197 0.00 5.00 10.00 15.00 20.00 25.00 30.00 35.00 40.00 33 1000-1020 34-35 1020-1050 36 1050 37 1050-1150 38-39-42 1150-1248 43 f. XII 44 f. XII-i. XIII 45 p.q. XIII 46 s.q. XIII 47 m.-s.m. XIII 48 XIV-m. XV

2.2.4 Analisi critica dei contesti stratigrafici di provenienza

Come per il contesto pisano anche per affrontare lo studio del materiale ceramico di San Genesio è stata ritenuta necessaria una valutazione della natura delle stratigrafie di epoca bassomedievale.

Nel caso di San Genesio ci siamo trovati di fronte a percentuali di residualità maggiori rispetto al sito urbano, con valori che difficilmente scendono al di sotto del 6% (Fig. 60) anche in strati considerati in giacitura primaria.

L’alto numero di elementi residui è motivato in primis dalla natura del sito stesso, che risulta pluristratificato e frequentato almeno dall’epoca etrusca, e in secundis dai processi di formazione degli strati: ogni qualvolta viene aperto un cantiere vengono realizzate opere di spianamento e livellamento che vanno a intaccare le stratigrafie di epoca precedente, fenomeno leggibile anche nelle fasi cimiteriali quando vengono scavate le fosse per seppellire gli inumati.

La residualità, in questo caso, varia anche molto in relazione alla posizione delle singole aree e della cronologia: gli elementi residui di epoca classica sono più numerosi nella parte centro-occidentale del sito, dove probabilmente si estendeva l’abitato romano (Fig. 61), mentre la ceramica residua di età altomedievale è concentrata nella zona occidentale, dove sono state rinvenute le abitazioni e la fornace che produceva ceramica a colature rosse (Fig. 62).

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198 Per un’analisi critica dei contesti stratigrafici di provenienza ci siamo quindi basati sull’interpretazione della stratigrafia considerando strati in giacitura primaria tutti quelli relativi alle fasi di vita, come immondezzai e paleosuperfici, anche se caratterizzati da alte percentuali di residualità159, e strati in giacitura secondaria quelli relativi alle sepolture e alle fasi di cantiere per la costruzione o spoliazione di strutture, come livellamenti e riempimenti (Tab. 4).

Area Fase UUSS in giacitura primaria UUSS in giacitura secondaria 1000 33 1036; 1006; 1043; 1042 1030 43 1049; 1051; 1048; 1047; 1052; 1050; 1053; 1046; 1007=1044; 1034; 1032 46 1018; 1028; 1020; 1009 47 1008; 1005; 1015; 1013; 1011; 1021; 1022; 1023; 1041; 1040=1002 2000 34 2047; 2040 36 2073; 2021 38 2016 3000 33 3227; 3233; 3232; 3224; 3231; 3190; 3163; 3161; 3168; 3166; 3113; 3111; 3107; 3105; 3104; 3089; 3093; 3077=3037; 3189; 3208; 3219; 3181; 3187; 3194; 3192=3191; 3204; 3193; 3180; 3167; 3091; 3010; 3212; 3185=3188; 3172; 3173 36 3282 38 3153; 3125; 3114; 3082; 3014; 3013 48 3056; 3054; 3053; 3052; 3051; 3050; 3048; 3046=3043; 3045; 3027; 3026; 3039=3040; 3085; 3069; 3062; 3071; 3075; 3138 4000 44 4031 45 4006; 4004; 4008; 4013; 4015; 4020; 4021; 4022; 4010; 4002; 4074; 4062; 4063; 4064 46 4061; 4060; 4043; 4047; 4034; 4045; 4058; 4059; 4070; 4069; 4068; 4067 159

L’alta residualità in questo caso è dovuta agli spianamenti che vengono realizzati prima della costruzione delle strutture, anche in materiale deperibile, e che intaccano strati più antichi.

Fig. 61. Carta di densità della ceramica residua di età

(15)

199 Area Fase UUSS in giacitura primaria UUSS in giacitura secondaria

4000 47 4016=4017; 4001; 4025; 4028; 4035; 4033; 4039; 4037; 4056; 4055; 4057; 4066; 4032; 4019 48 4053 8000 48 8002 9000 48 9030; 9029; 9010 10000 36 10014; 10013 48 10012; 10011; 10010; 10008; 10007; 10006 12000 33 12031 12045; 12046; 12043; 12040; 12039=12033; 12034; 12035; 12032; 12026; 12038; 12024 48 12012; 12009; 12007/2; 12036; 12007/1; 12029; 12027 16000 33 16068 44 16076; 16075 47 16050=16046; 16049; 16048; 16051; 16078; 16063; 16060; 16059;16047a=16047; 16038; 16037; 16025; 16071; 16072; 16002 48 16016; 16018 18000 38 18016; 18011; 18017; 18010; 18013; 18019; 18018; 44 18006=18008; 18003 48 18001/a 20000 33 20016 48 20012; 20011; 20010; 20020; 20018 21000 48 21001 22000 33 22012 34 22055; 22032; 22064; 22075 38 22038; 22069;22028; 22019; 22013; 22047; 22023; 22029; 22022; 22052 24000 33 24052; 24049; 24047; 24044 44 24073 48 24062; 24063; 24071; 24064; 24072; 24065; 24068; 24066; 24067; 24069; 24070; 24061; 24019; 24060; 24020; 24018; 24016 26000 39 26128; 26108; 26113 48 26042; 26021; 26016 27000 44 27027; 27026 48 27015 28000 33 28104; 28099; 28074; 28070; 28060; 28056 29000 34 29121; 29124; 29027; 29106; 29118; 29145 35 29050; 29154; 29139; 29041; 29157 37 29088; 29047 38 29021; 29024; 29044; 29130 39 29150; 29142; 29078; 29054; 29067; 29127 40 29091 41 29073; 29103; 29175 42 29053; 29092; 29084; 29032; 29035; 29058; 29018; 29111; 29160 30000 33 30192; 30155; 30116; 30121; 30134; 30136; 30092; 30080; 30110; 30103; 30098; 30203; 30186; 30102; 30084=30087; 30097; 30085; 30069; 30077; 30074; 30072; 30076; 30070; 30081; 30082; 30079; 30065; 30064; 30061 48 30068; 30058; 30055; 30054; 30051; 30057; 30047; 30062; 30049; 30048; 30042; 30046; 30040; 30043; 30050; 30041; 30045=30044; 30034; 30038; 30035; 30037; 30033; 30028; 30029; 30030; 30031 31000 35 31009 32000 34 32657; 32656; 32733; 32742; 32440; 32454; 32492; 32498; 32394; 32001; 32161; 32056; 32066; 32390; 35 32416; 32054; 32409; 32036; 32049; 32005; 32593; 32403; 32501; 32419; 32437; 32371; 32619; 32633; 32636; 36 32460 48 32609; 32455; 32453; 32445; 32684; 32683; 32575 33000 43 33035; 33033; 33034; 33027; 33026; 33025; 33022; 33021; 33020; 33018; 33019; 33015; 33004 46 33014 47 33007; 33009 34000 46 34018; 34019; 34057; 34056; 34055; 34054; 34063; 34062; 34061; 34060; 34059; 34052; 34051; 34053; 34050; 34049; 34048; 34047; 34046; 34045; 34037; 34044; 34042; 34040; 34041; 34043; 34036; 34034; 34035; 34033; 34032; 34029; 34028; 34031; 34030; 34027; 34026; 34017; 34016; 34025=34009=34005; 34007=34008; 34006; 34004; 34068 48 34066 35000 33 35068; 35067; 35065; 35063; 35060; 35052 47 35045; 35044; 35043; 35042; 35041; 35040; 35039;

(16)

200

20%

80%

Giacitura primaria Giacitura secondaria

Area Fase UUSS in giacitura primaria UUSS in giacitura secondaria

35038; 35031; 35011; 35037; 35036; 35035; 35034; 35033; 35032; 35013=35003 36000 33 36031; 36030; 36029; 36033; 36032; 36027 34 36004; 36009 37 36012; 36026 38 36022; 36023; 36016; 36001 37000 42 37030; 37058; 37060; 37059; 37031; 37032 38000 34 38048; 38053; 38059; 38043; 38040; 38084 36 38036; 38035 38 38052; 38019 39000 33 39064; 39062 44 39039; 39014; 39025; 39066=39037 47 39058; 39042; 39019; 39036; 39032; 39028; 39026; 39024; 39023; 39053; 39027; 39022; 39043; 39049; 39045; 39057; 39051; 39050; 39041; 39038; 39034; 39040; 39017; 39016; 39031; 39030; 39029; 39021; 39013 48 39003; 39011; 39009; 39006; 39004; 39002 51000 44 51045; 51077; 51074 48 51039; 51034; 51079; 51008; 51009; 51096; 51025; 51052=51042; 51020; 51095=51043; 51059; 51069; 51076; 51075; 51029; 51037; 51073; 51091; 51097; 51030b; 51072; 51084; 51081; 51085; 51038; 51004=51005; 51003

Tab. 4. Elenco UUSS considerate in giacitura primaria e secondaria.

In base alla distinzione operata tra strati in giacitura primaria e secondaria è possibile osservare come anche in questo caso siano questi ultimi depositi a restituire le percentuali più alte di materiale ceramico (Fig. 63).

La maggior parte del vasellame proviene dalla fase 33, relativa al cantiere per la costruzione della pieve di inizio XI secolo, dalla 43, riferibile all’obliterazione del fossato dopo una delle ultime distruzioni del borgo alla fine del XII secolo, e dalla fase 46, databile al secondo quarto del XIII secolo.

I materiali recuperati nel riempimento della spoliazione della canaletta nell’area 35000, di metà-seconda metà XIII secolo, sono stati considerati come pertinenti alla fase precedente poiché probabilmente parte del corredo dei canonici del secondo quarto del XIII secolo, mentre la ceramica proveniente dagli strati di distruzione relativi alla capanna, alla taverna e ai pozzi, sono da datarsi al 1248, momento in cui il borgo subisce l’ultima distruzione violenta. Discorso a parte va fatto per la maiolica arcaica, rinvenuta solo in strati posteriori alla distruzione del 1248, quindi riferibile probabilmente alle operazioni di spoliazione realizzate dalla metà del XIII fino al XV secolo.

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201 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Altre classi Acroma depurata 2.2.5 I contesti ceramici 2.2.5.1 Acroma depurata Dati quantitativi

La ceramica acroma depurata bassomedievale è rappresentata da un totale di 23245 frammenti pari a 3654 forme minime.

Il vasellame acromo da mensa e dispensa rappresenta una delle classi maggiormente attestate senza soluzione di continuità dalla fase 33 alla 47.

Le fasi di maggior attestazione della classe sono quelle relative alla fase di cantiere della pieve a tre navate (1000-1020), e alla fase legata a una delle distruzioni del borgo databile alla fine XII secolo (fig. 64).

Tipologie

Il panorama del corredo in acroma depurata mostra una netta prevalenza di forme chiuse per la fase di inizio e metà XI secolo, nel primo quarto e alla metà del XIII secolo. Le forme aperte, invece, sono ben attestate tra 1020 e 1050 e tra fine XII e inizio XIII secolo. In particolare le forme chiuse sono quasi totalmente rappresentate dai contenitori per la mescita, brocche e boccali, attestati sempre da alte percentuali, mentre le forme per la conservazione degli alimenti, gli orcioli, si attestano su percentuali molto basse e sono presenti solo nella prima metà dell’XI, tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo e nel secondo quarto del XIII secolo.

Per quanto riguarda le forme aperte i catini sono rappresentati dalle percentuali più alte nelle fasi di prima metà XI secolo e dalla metà del XII alla seconda metà del XIII secolo. Le coppe/ciotole, le scodelle e i coperchi/tappi risultano invece attestati, con percentuali molto basse, solo alla fine del XII secolo e nel secondo quarto del XIII.

Il corredo è arricchito anche da forme per l’illuminazione, candelieri con o senza vasca, da mettere in relazione forse all’uso che se ne faceva negli edifici religiosi.

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202 Il corredo da mensa e dispensa di inizio XI secolo è dominato da catini con orlo estroflesso, bordo squadrato o arrotondato e corpo globulare o troncoconico (SG.AD.catino.1.; SG.AD.catino.2.; SG.AD.catino.4.; SG.AD.catino.5.; SG.AD.catino.6.; SG.AD.catino.7.1, SG.AD.catino.7.2, SG.AD.catino.7.3) e da boccali con orlo estroflesso o verticale a fascia e ansa a nastro spessa complanare all’orlo (SG.AD.fca.1.1, SG.AD.fca.2.1, SG.AD.fca.2.2), che sembrano continuare la tradizione altomedievale delle ceramiche acrome depurate o decorate con colature di ingobbio rosso (cfr. infra Cantini). Il panorama è arricchito da catini con orlo a tesa introflesso (SG.AD.catino.19.1) a volte provvisti di anse (SG.AD.catino.20.), con orlo a “S” (SG.AD.catino.23.), di sicura produzione locale, ansati troncoconici con orlo introflesso e bordo ingrossato internamente (SG.AD.catino.21.1), da boccali con orlo estroflesso (SG.AD.fca.4.1, SG.AD.fca.4.2, SG.AD.fca.4.3, SG.AD.fca.4.4) e introflesso (SG.AD.fca.13.1) e da forme chiuse ansate con orlo sagomato (SG.AD.fca.6.); sono presenti in questo periodo anche orcioli con orlo verticale (SG.AD.orciolo.2.1) o sagomato a becco di civetta (SG.AD.orciolo.3.1). Sembrano del tutto assenti le brocche con orlo trilobato che iniziano a comparire, in pochi esemplari, dalla metà del secolo (SG.AD.fca.11.1), quando, invece, il corredo si semplifica e scompaiono orcioli e catini. La situazione rimane invariata fino alla fine del XII secolo, quando il panorama si arricchisce di nuove forme come coppe/ciotole con orlo ingrossato e arrotondato (SG.AD.coppa/ciotola.2.1) e coperchi. Sempre nello stesso periodo assistiamo alla nascita di nuovi tipi di catini dotati tesa (SG.AD.catino.11.1), con orlo a fascia (SG.AD.catino.13.1) o verticale (SG.AD.catino.12.1), orlo sagomato a becco di civetta (SG.AD.catino.17.1) e orlo introflesso (SG.AD.catino.18.2 e SG.AD.catino.18.3); continuano a essere prodotti i catini con orlo breve estroflesso e arrotondato (SG.AD.catino.7.4), presenti anche all’inizio dell’XI secolo, e quelli con orlo a tesa introflesso che si fa più assottigliato e squadrato (SG.AD.catino.19.2). Iniziano a essere prodotti orcioli con orlo a fascia (SG.AD.orciolo.1.), mentre i boccali continuano a essere caratterizzati dall’orlo a fascia verticale o leggermente introflesso (SG.AD.fca.2.3 e SG.AD.fca.3.) e dall’orlo estroflesso (SG.AD.fca.4.6), sempre con ansa a nastro complanare all’orlo; iniziano a comparire anche le forme chiuse ansate con alto collo verticale e stretto (SG.AD.fca.9.1). Nel primo quarto del XIII secolo assistiamo nuovamente a una semplificazione del corredo da mensa e dispensa: rimane in uso, infatti, un solo tipo di brocca con orlo trilobato (SG.AD.fca.11.4), mentre dal secondo quarto del secolo sembra letteralmente esplodere il corredo da mensa e dispensa con la reintroduzione dei catini globulari o troncoconici con orlo estroflesso (SG.AD.catino.7.5), con tesa (SG.AD.catino.11.2), con orlo sagomato a becco di civetta (SG.AD.catino.17.2) e con orlo introflesso SG.AD.catino.18.5). Si assiste inoltre all’introduzione di nuovi tipi come i catini troncoconici con bordo ripiegato verso l’interno (SG.AD.catino.8.) e con orlo introflesso e bordo ingrossato internamente (SG.AD.catino.22.); ricompaiono anche i boccali con orlo estroflesso (SG.AD.fca.4.10) e quelli con alto collo verticale e stretto (SG.AD.fca.9.2); sono presenti poi nuovi boccali con corpo carenato (SG.AD.fca.7.1) o piriforme (SG.AD.fca.8.1) e viene introdotto il boccale tipo “Busi” (SG.AD.fca.10.1), sicuramente proveniente dall’area pisana160

. Sempre di tradizione pisana sono le brocche con orlo introflesso e ansa a nastro complanare all’orlo (SG.AD.fca.13.5). Anche gli

160 B

(19)

203 orcioli ricompaiono con tipi simili a quelli presenti all’inizio dell’XI secolo con orlo sagomato a becco di civetta (SG.AD.orciolo.3.2) o verticale (SG.AD.orciolo.2.2). Vengono reintrodotte nel corredo anche le coppe/ciotole che presentano ora un orlo a sezione triangolare (SG.AD.coppa/ciotola.1.1).

Un buon numero di oggetti, 38, appartenenti al corredo da mensa e dispensa è decorato, la maggior parte con semplici sinusoidi o con segni incisi di varie forme. In particolare all’inizio dell’XI secolo sono attestate sinusoidi, segni incisi e bolli che perdurano almeno fino al secondo quarto del XIII secolo. Le stampigliature sono presenti solo all’inizio dell’XI secolo, mentre durante le ultime fasi di vita del borgo e del complesso religioso assistiamo alla comparsa di nuovi motivi decorativi quali rotellature e motivi incisi sulle anse delle grandi brocche. Per quanto riguarda i bolli all’inizio dell’XI secolo sono attestati quelli a graticcio composito, che trovano confronti a Fauglia161, nel territorio pisano162 e in quello lucchese, alla Romita di Asciano e Case Santa Barbara163 e quelli a graticcio “modificato” che non trovano confronti.

Tra 1020 e 1050 è presente un bollo a raggera su forme chiuse che non trova confronti in altre zone della Toscana, mentre nel secondo quarto del XIII secolo compaiono i bolli a rosetta a 4 petali del tutto simili a quelli di area pisana164.

Motivi decorativi particolari sono quelli che caratterizzano le anse delle grandi brocche nel secondo quarto del XIII secolo: sono motivi a “8” oppure pettinature che sembrano diffondersi nel territorio di Castelfranco di Sotto165, a Pieve a Nievole166.

Sempre nello stesso periodo compare su un catino una decorazione composta da motivi geometrici realizzati a rotella che trova confronti con esemplari, esclusivamente chiusi, rinvenuti a Firenze in via dè Castellani167 e a Palazzo Vecchio168. Decorazioni di questo tipo sono attestate in area renana169 e nella Provenza170, ma non trovano altri confronti in territorio toscano o italiano; quel che è certo è che gli impasti del materiale fiorentino e del catino rinvenuto a San Genesio possono considerarsi caratteristici della valle dell’Arno, quindi presumibilmente prodotti nelle vicinanze.

Aspetti tecnologico-produttivi

La totalità del vasellame acromo depurato risulta foggiato a tornio veloce, se si escludono i candelieri realizzati a mano.

Sul totale delle forme minime nove risultano interessate da difetti di produzione, sette ascrivibili alla cosiddetta anima a sandwich, indice di uno scarso controllo del ciclo di cottura del manufatto, o ad arrossamenti e fire clouds, difetti che non impedivano l’utilizzo o la commercializzazione del prodotto. Altri due oggetti hanno invece subito cotture a temperature troppo elevate e risultano quindi stracotti, sbollati o deformati. Il vasellame da

161 D

ANI,VANNI DESIDERI 1981, p. 477.

162

PASQUINUCCI,DEL RIO, MENCHELLI 1997, p. 65, n. 18; MENCHELLI 1993, p. 482, num. 2; BERTI,GELICHI

1995, pag. 217, num. IV.

163 D

ANI,VANNI DESIDERI 1981, p. 481.

164 B

ERTI,GELICHI 1995, pag. 217, num. IIIa; MENCHELLI 1993, p. 482, num. 3.

165

CIAMPOLTRINI,MANFREDINI,SPATARO 2007, p. 28.

166 C IAMPOLTRINI,PIERI 2003, p. 51. 167 C ANTINI 2007, p. 193. 168 B RUTTINI 2013, pp. 98-99. 169 CANTINI 2007, p. 193. 170 D’A RCHIMBAUD 1981, pp. 311-315.

(20)

204 mensa e dispensa interessato da difetti di produzione sembra concentrarsi nella prima metà dell’XI secolo, alla fine XII e nel secondo quarto del XIII secolo, quando la residualità è molto alta. Per quanto riguarda il trattamento delle superfici un manufatto è lisciato, in fase 46, e un altro presenta una steccatura in prossimità del fondo all’inizio dell’XI secolo. Lo stacco del fondo si presenta a cordicella in otto individui e lisciato su un oggetto.

L’analisi macroscopica dei corpi ceramici ha permesso l’identificazione di due produzioni nei periodi 8, 9 e 10, tutte molto depurate e caratterizzate dalla presenza di pochi e minuti inclusi presenti già nella frazione sabbiosa dell’argilla come calcite, ossidi di ferro e mica bianca (cfr. infra). L’elemento che distingue l’impasto D1 da quello denominato D2 è la presenza di microfossili nel primo (Fig. 65), componenti che caratterizzano i depositi argillosi presenti all’interno dell’area di scavo e immediatamente a Sud (Fig. 66).

Fig. 65. Microfossile nell’impasto D1.

San Genesio

Argille ricche di microfossili

Fig. 66. Localizzazione dei depositi argillosi ricchi di microfossili.

(21)

205 L’impasto maggiormente attestato è il D1, anche nelle fasi 36 e 37 quando sembrano essere utilizzate nel sito esclusivamente ceramiche da mensa prodotte in loco, mentre il D2 è presente con buone percentuali all’inizio dell’XI secolo e alla metà del XIII secolo (Fig. 67).

Per quanto riguarda il rapporto impasto/forme è possibile osservare come tutte le forme presenti a San Genesio siano prodotte con entrambi gli impasti, mentre coperchi/tappi e fuseruole sono prodotti solo con il corpo ceramico D2, quindi di sicura importazione da aree limitrofe.

In particolare è possibile notare l’utilizzo dell’impasto D1 per produrre orcioli, verosimilmente prodotti in loco per la conservazione delle derrate alimentari.

0.00 10.00 20.00 30.00 40.00 50.00 60.00 70.00 80.00 90.00 100.00 D1 D2

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206

Catalogo

Forme aperte

Catini

Tipo: SG.AD.catino.1. Catini con orlo molto estroflesso e bordo a sezione triangolare

Sottotipo: SG.AD.Catino.1.1

N. dis.: 189

Diametro: orlo 48 cm.

Decorazione: sinusoide sul bordo. Impasto: D1, D2.

Posizione stratigrafica: US 1007, periodo 8, fase 43, numero minimo: 1; US 35059, periodo 12, fase 50, numero minimo: 1; US 15002, periodo 12, fase 50, numero minimo: 3.

Datazione del contesto stratigrafico: f. XII secolo; XIX-XX secolo.

Riferimenti bibliografici:

AGRIPPA et alii 1985, tav. III, num. 9,

Rocca San Silvestro (Li), seconda metà XI-inizio XII secolo.

PASQUINUCCI,STORTI 1989, tav. 40, num. 6, Giardino dell’Arcivescovado (Pi), postclassico.

Datazione probabile: f. XII secolo.

Sottotipo: SG.AD.Catino.1.2

N. dis.: 210

Diametro: orlo 42 cm. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 20004, periodo 11, fase 49, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: XV-XVIII secolo.

Riferimenti bibliografici:

CANTINI 2003, tav. 26, num. II.7.6, Montarrenti (Si), XII-XIII secolo.

Datazione probabile: in base al confronto con le analoghe varianti tipologiche è databile alla fine del XII secolo.

Tipo: SG.AD.catino.2. Catini

troncoconici con orlo estroflesso e bordo squadrato

Sottotipo: SG.AD.catino.2.1

N. dis.: 50010

Diametro: orlo 36 cm. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 3172, periodo 8, fase 33, numero minimo: 1.

Datazione del contesto stratigrafico: 1000-1020.

Datazione probabile: 1000-1020.

Sottotipo: SG.AD.catino.2.2

N. dis.: 1492

Diametro: orlo 39 cm. Trattamento delle superfici:

Decorazione: sinusoide sul bordo interno. Impasto: D2.

Posizione stratigrafica: ripulitura, numero minimo: 1.

Datazione probabile: in base al confronto con le analoghe varianti tipologiche è databile al primo quarto dell’XI secolo.

Tipo: SG.AD.catino.3. Catini globulari con orlo estroflesso e bordo squadrato Sottotipo: SG.AD.catino.3.1

N. dis.: 50234

Diametro: orlo 28 cm.

Decorazione: sinusoide sul bordo interno. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: ripulitura, numero minimo: 1.

Datazione probabile: basso Medioevo.

Tipo: SG.AD.catino.4. Catini globulari con orlo estroflesso e bordo a sezione triangolare

Sottotipo: SG.AD.catino.4.1

N. dis.: 216

Diametro: orlo 37 cm.

Decorazione: sinusoide sul bordo interno. Impasto: D1

(23)

207 Posizione stratigrafica: US 3219, periodo

8, fase 33, numero minimo: 1; US 34004, periodo 8, fase 46, numero minimo: 1; US 3059, periodo 11, fase 49, numero minimo: 1.

Datazione del contesto stratigrafico: 1000-1020; s.q. XIII secolo; s.m. XV-XVIII secolo. Datazione probabile: 1000-1020. Sottotipo: SG.AD.catino.4.2 N. dis.: 50236 Diametro: orlo 34 cm.

Decorazione: sinusoide sul bordo interno. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: ripulitura, numero minimo: 1.

Riferimenti bibliografici:

simile in CIAMPOLTRINI, NOTINI 1987,

fig. 13, num. 164, Montecatino (Lu), f. XI-XIII secolo.

Datazione probabile: in base al confronto con le analoghe varianti tipologiche è databile al primo quarto dell’XI secolo.

Tipo: SG.AD.catino.5. Catini globulari

con orlo estroflesso e bordo

arrotondato esternamente Sottotipo: SG.AD.catino.5.1

N. dis.: 50094

Diametro: orlo 45 cm.

Decorazione: sinusoide sul bordo interno. Impasto: D2.

Posizione stratigrafica: US 28060, periodo 8, fase 33, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: 1000-1020.

Riferimenti bibliografici:

CANTINI 2003, tav. 20, num. II.1.3,

Montarrenti (Si), X-XI secolo.

Inedito, via del Lante (Pi), s.m. XIII secolo.

Simile in CIAMPOLTRINI, MANFREDINI,

SPATARO 2007, fig. 6, num. 3, Travalda

(Pi), XI-XIII secolo.

Datazione probabile: 1000-1020.

Sottotipo: SG.AD.catino.5.2

N. dis.: 1499

Diametro: orlo 34 cm.

Decorazione: doppia sinusoide sul bordo interno.

Impasto: D2.

Posizione stratigrafica: US 35045, periodo 9, fase 47, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: m.-s.m. XIII secolo.

Datazione probabile: s.q. XIII secolo.

Sottotipo: SG.AD.catino.5.3

N. dis.: 1115

Diametro: orlo 30 cm.

Decorazione: sinusoide sul bordo. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 30011, periodo 12, fase 50, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: XIX-XX secolo.

Datazione probabile: basso Medioevo.

Tipo: SG.AD.catino.6. Catini globulari con orlo estroflesso e bordo squadrato Sottotipo: SG.AD.catino.6.1

N. dis.: 1361

Diametro: orlo 38 cm. Impasto: D2.

Posizione stratigrafica: US 29124, periodo 8, fase 34, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: 1020-1050.

Datazione probabile: 1020-1050.

Tipo: SG.AD.catino.7. Catini globulari con orlo breve estroflesso

Sottotipo: SG.AD.catino.7.1

(24)

208 Diametro: orlo 51 cm.

Decorazione: doppia fascia di sinusoidi sul bordo interno, singola fascia di sinusoidi sul bordo esterno.

Impasto: D2.

Posizione stratigrafica: US 30092, periodo 8, fase 33, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: 1000-1020.

Riferimenti bibliografici:

PASQUINUCCI,STORTI 1989, tav. 40, num. 8, Giardino dell’Arcivescovado (Pi), postclassico.

Datazione probabile: 1000-1020.

Sottotipo: SG.AD.catino.7.2

N. dis.: 50038

Diametro: orlo 30 cm.

Decorazione: sinusoide sul bordo. Impasto: D2.

Posizione stratigrafica: US 3219, periodo 8, fase 33, numero minimo: 1.

Datazione del contesto stratigrafico: 1000-1020.

Datazione probabile: 1000-1020.

Sottotipo: SG.AD.catino.7.3

N. dis.: 1360

Diametro: orlo 32 cm.

Decorazione: sinusoide sul bordo. Impasto: D2.

Posizione stratigrafica: US 29124, periodo 8, fase 34, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: 1020-1050.

Datazione probabile: 1020-1050.

Sottotipo: SG.AD.catino.7.4

N. dis.: 89

Diametro: orlo 32 cm.

Decorazione: sinusoidi sul bordo interno. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 1007, periodo 8, fase 43, numero minimo: 1.

Datazione del contesto stratigrafico: f. XII secolo.

Riferimenti bibliografici:

simile in GRASSI 2003, pag. 299, num.

II.4.2a, Campiglia (Li), fine IX-X secolo. Datazione probabile: f. XII secolo.

Sottotipo: SG.AD.catino.7.5

N. dis.: 30

Diametro: orlo 31 cm.

Decorazione: sinusoide sul bordo. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 1018, periodo 8, fase 43, numero minimo: 1.

Datazione del contesto stratigrafico: s.q. XIII secolo.

Datazione probabile: s.q. XIII secolo.

Tipo: SG.AD.catino.8. Catini

troncoconici con orlo estroflesso e bordo ripiegato verso l’interno

Sottotipo: SG.AD.catino.8.1

N. dis.: 1223

Diametro: orlo 31,5 cm.

Decorazione: fascia di sinusoidi sul bordo esterno e sinusoide sulla parete esterna. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 34007, periodo 8, fase 46, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: s.q. XIII secolo.

Riferimenti bibliografici:

simile in BRUTTINI 2011, tav. IV, num.

1.2.4.2, Palazzo Vecchio (Fi), 1333. Datazione probabile: s.q. XIII secolo.

Sottotipo: SG.AD.catino.8.2

N. dis.: 482

Diametro: orlo 26 cm.

Decorazione: sinusoide sulla parete interna.

Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 24001, periodo 12, fase 50, numero minimo: 1.

(25)

209 Datazione del contesto stratigrafico:

XIX-XX secolo.

Riferimenti bibliografici:

simile in BALDI,BRUTTINI 2007, tav. VII,

num. 20.1.76, via dè Castellani (Fi), XIII secolo.

Simile in GRASSI 2010, fig. 6, num. 10,

Toscana meridionale, IX secolo.

Datazione probabile: in base al confronto con le analoghe varianti tipologiche è databile al s.q. XIII secolo.

Tipo: SG.AD.catino.9. Catini

troncoconici con orlo appena

estroflesso e bordo ingrossato

esternamente

Sottotipo: SG.AD.catino.9.1

N. dis.: 212

Diametro: orlo 35 cm.

Decorazione: sinusoide sul bordo interno. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 3059, periodo 11, fase 49, numero minimo: 1.

Datazione del contesto stratigrafico: XV-XVIII secolo.

Datazione probabile: basso Medioevo.

Tipo: SG.AD.catino.10. Catini

troncoconici con orlo appena

estroflesso e gola interna Sottotipo: SG.AD.catino.10.1

N. dis.: 1506

Diametro: orlo 30 cm.

Decorazione: sinusoide sul bordo. Impasto: D2.

Posizione stratigrafica: US 35053, periodo 12, fase 50, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: XIX-XX secolo.

Datazione probabile: basso Medioevo.

Tipo: SG.AD.catino.11. Catini con tesa Sottotipo: SG.AD.catino.11.1

N. dis.: 110

Descrizione morfologica: catino con tesa, orlo superiormente appiattito, ingrossato e arrotondato esternamente.

Diametro: orlo 36 cm. Impasto: D1, D2.

Posizione stratigrafica: US 1007, periodo 8, fase 43, numero minimo: 1; US 3019, periodo 12, fase 50, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: f. XII secolo; XIX-XX secolo.

Riferimenti bibliografici:

BALDI, BRUTTINI 2007, tav. VII, num.

20.1.82, via dè Castellani (Fi), fine XIV secolo.

RENZI RIZZO 2000, pag. 168, num. 4, piazza dei Cavalieri (Pi), prima metà XI secolo.

Datazione probabile: f. XII secolo.

Sottotipo: SG.AD.catino.11.2

N. dis.: 1207

Descrizione morfologica: catino con tesa, orlo superiormente appiattito, ingrossato e arrotondato esternamente.

Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 34004, periodo 8, fase 46, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: s.q. XIII secolo.

Datazione probabile: s.q. XIII secolo.

Tipo: SG.AD.catino.12. Catini con orlo

verticale e bordo ingrossato e

arrotondato

Sottotipo: SG.AD.catino.12.1

N. dis.: 186

Diametro: orlo 33 cm. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 1007, periodo 8, fase 43, numero minimo: 2.

Datazione del contesto stratigrafico: f. XII secolo.

(26)

210

Tipo: SG.AD.catino.13. Catini con orlo verticale a fascia

Sottotipo: SG.AD.catino.13.1

N. dis.: 194

Diametro: orlo 32 cm. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 1007, periodo 8, fase 43, numero minimo: 1.

Datazione del contesto stratigrafico: f. XII secolo.

Datazione probabile: f. XII secolo.

Tipo: SG.AD.catino.14. Catini con orlo

verticale e bordo ingrossato

internamente Sottotipo: SG.AD.catino.14.1 N. dis.: 1524 Diametro: orlo 31 cm. Impasto: D2. Posizione stratigrafica: US 39043, periodo 9, fase 47, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: m.-s.m. XIII secolo.

Datazione probabile: m. XIII secolo.

Tipo: SG.AD.catino.15. Catini con orlo

verticale e bordo ingrossato

esternamente

Sottotipo: SG.AD.catino.15.1

N. dis.: 50047

Diametro: orlo 26 cm. Impasto: D2.

Posizione stratigrafica: US 3189, periodo 8, fase 33, numero minimo: 1.

Datazione del contesto stratigrafico: 1000-1020.

Riferimenti bibliografici:

simile in CIAMPOLTRINI 1999, fig. 3,

num. 15, Palaia (Pi), XI secolo. Datazione probabile: 1000-1020.

Tipo: SG.AD.catino.16. Catini con orlo

verticale e bordo superiormente

appiattito Sottotipo: SG.AD.catino.16.1 N. dis.: 166 Diametro: orlo 35 cm. Impasto: D1. Posizione stratigrafica: US 15001, periodo 12, fase 50, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: XIX-XX secolo.

Riferimenti bibliografici:

DANI, VANNI DESIDERI 1981, pag. 477, tav. 1, n. 16, Fauglia (Pi), XI-XII secolo. Simile in BALDI,BRUTTINI 2007, tav. VI,

num. 20.1.70, via dè Castellani (Fi), XIII secolo.

Datazione probabile: XI-XIII secolo.

Sottotipo: SG.AD.catino.16.2

N. dis.: 494

Diametro: orlo 42 cm. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 24001, periodo 12, fase 50, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: XIX-XX secolo.

Riferimenti bibliografici:

simile in CIAMPOLTRINI, ABELA 1998, pag. 128, num. 12, Castelfranco di Sotto (Pi), inizi XV secolo.

Datazione probabile: basso Medioevo.

Tipo: SG.AD.catino.17. Catini con orlo sagomato a becco di civetta

Sottotipo: SG.AD.catino.17.1

N. dis.: 74

Diametro: orlo 32 cm.

Decorazione: fascia di sinusoidi sul bordo esterno.

Impasto: D2.

Posizione stratigrafica: US 1007, periodo 8, fase 43, numero minimo: 1.

Datazione del contesto stratigrafico: f. XII secolo.

(27)

211 simile in CIAMPOLTRINI 1999, fig. 6,

num. 10, Cerretello (Pi), XI-s.m. XIII secolo.

Datazione probabile: f. XII secolo.

Sottotipo: SG.AD.catino.17.2

N. dis.: 1204

Diametro: orlo 30 cm.

Decorazione: fascia di sinusoidi sul bordo esterno.

Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 34004, periodo 8, fase 46, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: s.q. XIII secolo.

Riferimenti bibliografici:

simile in CIAMPOLTRINI, NOTINI 1987,

fig. 13, num. 1, Montecatino (Lu), XII-XIII secolo.

Datazione probabile: s.q. XIII secolo.

Tipo: SG.AD.catino.18. Catini

globulari con orlo introflesso Sottotipo: SG.AD.catino.18.1

N. dis.: 536

Diametro: orlo 22 cm.

Decorazione: fascia di sinusoidi sulla superficie esterna.

Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 22006, periodo 12, fase 50, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: XIX-XX secolo.

Riferimenti bibliografici:

DANI, VANNI DESIDERI 1981, pag. 477, tav. 1, num. 15, Fauglia (Pi), XI-XII secolo.

GRASSI 2010, fig. 6, num. 7, Toscana

meridionale, IX secolo.

Simile in CANTINI 2003, tav. 21, num. II.2.5, Montarrenti (Si), residuo.

Datazione probabile: XI-XII secolo.

Sottotipo: SG.AD.catino.18.2

N. dis.: 113

Diametro: orlo 20 cm. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 1007, periodo 8, fase 43, numero minimo: 1.

Datazione del contesto stratigrafico: f. XII secolo.

Datazione probabile: f. XII secolo.

Sottotipo: SG.AD.catino.18.3

N. dis.: 63

Diametro: orlo 18 cm. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 1007, periodo 8, fase 43, numero minimo: 1.

Datazione del contesto stratigrafico: f. XII secolo.

Riferimenti bibliografici:

simile in CANTINI 2003, tav. 22, num.

II.2.9, Montarrenti (Si), X-XI secolo. Datazione probabile: f. XII secolo.

Sottotipo: SG.AD.catino.18.4

N. dis.: 1401

Diametro: orlo 27 cm. Impasto: D2.

Posizione stratigrafica: US 51037, periodo 10, fase 48, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: XIV-m. XV secolo.

Riferimenti bibliografici:

simile in CIAMPOLTRINI 1999, fig. 6,

num. 9, Cerretello (Pi), XI-s.m. XIII secolo.

Simile in BALDI, BRUTTINI 2007, tav. II, num. 20.1.22, via dè Castellani (Fi), XIII secolo.

Datazione probabile: XIII secolo.

Sottotipo: SG.AD.catino.18.5

N. dis.: 170

Diametro: orlo 30 cm. Impasto: D2.

(28)

212 Posizione stratigrafica: US 34009,

periodo 8, fase 46, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: s.q. XIII secolo.

Riferimenti bibliografici:

CIAMPOLTRINI 1979, fig. 3, num. 21,

Palaia (Pi), XI secolo.

CANTINI 2003, tav. 22, num. II.2.6,

Montarrenti (Si), s.m. VIII-IX.

Simile in CIAMPOLTRINI 1999, fig. 6, num. 6, Cerretello (Pi), XI-s.m. XIII secolo.

Simile in BALDI,BRUTTINI 2007, tav. II,

num. 20.1.25, via dè Castellani (Fi), XIII secolo.

Datazione probabile: s.q. XIII secolo.

Tipo: SG.AD.catino.19. Catini con orlo a tesa introflesso

Sottotipo: SG.AD.catino.19.1

N. dis.: 32

Diametro: orlo 25 cm.

Decorazione: sinusoide sul bordo. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 1031, periodo 12, fase 50.

Datazione del contesto stratigrafico: XIX-XX secolo.

Riferimenti bibliografici:

CANTINI 2003, pag.121, num. II.2.13, Montarrenti (Si), X-XI secolo.

Simile in BOLDRINI, GRASSI 1999, tav.

IV, num. 20, Rocca San Silvestro (Li), XI secolo.

Datazione probabile: X-XI secolo.

Sottotipo: SG.AD.catino.19.2

N. dis.: 67

Diametro: orlo 35 cm. Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 1007, periodo 8, fase 43, numero minimo: 1.

Datazione del contesto stratigrafico: f. XII secolo.

Riferimenti bibliografici:

simile in CANTINI 2003, tav. 22, num.

II.2.13, Montarrenti (Si), X-XI secolo. Datazione probabile: f. XII secolo.

Sottotipo: SG.AD.catino.19.3

N. dis.: 1067

Diametro: orlo 24,5 cm.

Decorazione: sinusoide sul bordo e sulla superficie esterna.

Impasto: D1.

Posizione stratigrafica: US 29054, periodo 8, fase 39, numero minimo: 1; US 28001, periodo 12, fase 50, numero minimo: 1.

Datazione del contesto stratigrafico: 1150-1248. Datazione probabile: 1150-1248. Sottotipo: SG.AD.catino.19.4 N. dis.: 1205 Diametro: orlo 30 cm. Impasto: D1. Posizione stratigrafica: US 34004, periodo 8, fase 46, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: s.q. XIII secolo.

Datazione probabile: s.q. XIII secolo.

Sottotipo: SG.AD.catino.19.5

N. dis.: 1497

Diametro: orlo 32 cm.

Decorazione: sinusoide sulla superficie esterna.

Impasto: D2.

Posizione stratigrafica: US 35069, periodo 12, fase 50, numero minimo: 1. Datazione del contesto stratigrafico: XIX-XX secolo.

Riferimenti bibliografici:

BOLDRINI, GRASSI 1999, pag. 444, num. 20, Rocca San Silvestro (Li), XII secolo. Inedito, Ex Laboratori Gentili (Pi), t.q. XIII secolo.

Figura

Fig. 57. Localizzazione di San Genesio e di San Miniato.
Fig. 58. Ricostruzione grafica del cantiere di ampliamento della pieve (illustrazione Angelique Coltè, cura scientifica  Federico Cantini).
Fig. 59. Planimetria delle fasi bassomedievali del sito.
Fig. 60. Valori percentuali della residualità per fasi.
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