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Filosofia del diritto 1 (al) — Portale Docenti - Università  degli studi di Macerata

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(1)

LEZIONI FRONTALI

Materiale aggiuntivo: slides Inizio mercoledi 24 febbraio AULA IV

LEZIONI FRONTALI

Materiale aggiuntivo: slides Inizio mercoledi 24 febbraio AULA IV

DIDATTICA INTEGRATIVA Docenti:

Dott.ssa Viviana Bianconi Dott.ssa Ida Coco

Dott.ssa Myriam Referza DIDATTICA INTEGRATIVA Docenti:

Dott.ssa Viviana Bianconi Dott.ssa Ida Coco

Dott.ssa Myriam Referza

SEMINARIO (3 CFU)

“Le origini del totalitarismo”

Dott.ssa Viviana Bianconi

INIZIO: 11 marzo ore 15 AULA

“Don Minzoni”

Colloquio facoltativo SEMINARIO (3 CFU)

“Le origini del totalitarismo”

Dott.ssa Viviana Bianconi

INIZIO: 11 marzo ore 15 AULA

“Don Minzoni”

Colloquio facoltativo ERMENEUTICA

DELLA

FATTUALITA’

E

COSTITUZIO NALISMO CONTEMPO RANEO

ERMENEUTICA DELLA

FATTUALITA’

E

COSTITUZIO NALISMO CONTEMPO RANEO

ANNO ACCADEMICO 2009/2010 FILOSOFIA DEL DIRITTO 1 A-L

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

T I T O L O

D E L

C O R S O

PIANO DELL’

OFFERTA FORMATI VA

SUPPORTO DIDATTICO ALLE LEZIONI del II Semestre A.A. 2009/2010

(2)

Che cos’è il diritto?

Che cos’è il diritto?

All’interno delle coordinate storico, geografiche, istituzionali nelle quali Il PRINCIPIO DI RAPPRESENTANZA è il FONDAMENTO MATERIALE dell’ESERCIZIO LEGITTIMO DEL POTERE, vale l’equazione

DIRITTO=STATO DIRITTO=STATO

Adoperando l’espressione STATO intendiamo oggi:

1. Innanzitutto lo STATO MODERNO (con caratteri che NON si ritrovano nelle strutture politiche delle epoche storiche precedenti);

2. Quindi, la sua forma attuale di STATO COSTITUZIONALE DI DEMOCRAZIA PLURALISTA.

Con questa equazione riconosciamo come DIRITTO IL SISTEMA COMPLESSO DI REGOLAMENTAZIONI DEL RAPPORTO INDIVIDUO-SOCIETA’-STATO

Attraverso il quale:

1. L’INDIVIDUO (popolo, nazione) mantiene ed esercita il possesso originario della SOVRANITA’.

2. Il POTERE che lo STATO RICEVE DAGLI INDIVIDUI (contratto, rappresentanza) è COSTITUZIONALMENTE IMBRIGLIATO così da non tradursi in ARBITRIO.

3. E’ GIURIDICAMENTE GARANTITA E PROMOSSA L’IDENTITA’ FATTUALE DI OGNI SINGOLO e, con essa, l’UGUAGLIANZA NELLA DIVERSITA’.

4. Lo STATO resta l’ORDINAMENTO GIURIDICO ORIGINARIO, pur riconoscendo e promuovendo la PLURALITA’ DEGLI ORDINAMENTI dei quali si compone strutturalmente il SOCIALE.

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

(3)

A. L’equazione DIRITTO=STATO (valida solo all’interno delle coordinate storico, geografiche, istituzionali nelle quali è RISCONTRABILE una legittimazione dell’Autorità politica come prodotto dell’accordo tra individui uguali) è il risultato di un FATTO:

Il PASSAGGIO (anch’esso riscontrabile solo all’interno di precise coordinate storico, geografiche, istituzionali)

dal SUBJECTUM al SOGGETTO attraverso il quale si instaura nell’occidente europeo continentale, a partire dal XVI secolo, la legittimazione materiale dell’autorità, BASE DELL’ORDINE GIURIDICO MODERNO.

Il PASSAGGIO (anch’esso riscontrabile solo all’interno di precise coordinate storico, geografiche, istituzionali)

dal SUBJECTUM al SOGGETTO attraverso il quale si instaura nell’occidente europeo continentale, a partire dal XVI secolo, la legittimazione materiale dell’autorità, BASE DELL’ORDINE GIURIDICO MODERNO.

ELEMENTI BASE DELLA RAGIONE GIURIDICA MODERNA ELEMENTI BASE DELLA RAGIONE GIURIDICA MODERNA

B. Ogni trattazione sul DIRITTO, all’interno delle coordinate dove vale la LEGITTIMAZIONE MATERIALE DELL’ AUTORITA’, ha nel passaggio dal Subjectum al Soggetto la sua QUESTIONE PRELIMINARE, e nei confini di quella stessa LEGITTIMAZIONE il suo PRIMARIO CAMPO DI COMPRENSIONE.

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

(4)

C. Dal Subjectum al Soggetto: questo passaggio imposta correttamente la comprensione dei MODI, delle FORME, dei TERMINI attraverso i quali si instaura e si sviluppa quello che chiamiamo DIRITTO MODERNO.

D. Dal Subjectum al Soggetto. Ciò che questi due termini SEGNANO è il passaggio - da una CONDIZIONE D’ESSERE, correttamente espressa dal termine Subjectum, - ad un’altra CONDIZIONE D’ESSERE, della quale il termine Soggetto esprime il RISULTATO DA RAGGIUNGERE E GARANTIRE.

Non sono STRUTTURE FONDAMENTALI, quelle che si presentano come Subjectum o come Soggetto

Non sono STRUTTURE FONDAMENTALI, quelle che si presentano come Subjectum o come Soggetto

REALI CONDIZIONI DI ESISTENZA STORICAMENTE DETERMINATESI REALI CONDIZIONI DI ESISTENZA STORICAMENTE DETERMINATESI

MA MA

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

(5)

COSI’

E. CONTENUTI ED OBBIETTIVI DEL DIRITTO MODERNO vanno posti - SEMPRE SUL PIANO DELLE REALI CONDIZIONI DI ESISTENZA, - MAI SU QUELLO DELLE ESSENZE.

E’ sempre e solo l’instaurarsi storico della CONDIZIONE DI

ESISTENZA all’interno della quale l’uomo da Subjectum diviene Soggetto

E’ sempre e solo l’instaurarsi storico della CONDIZIONE DI

ESISTENZA all’interno della quale l’uomo da Subjectum diviene Soggetto

E’ QUESTO FATTO E’ QUESTO FATTO

Quello che decide CARATTERI, CONTENUTI, OBBIETTIVI del DIRITTO MODERNO

Quello che decide CARATTERI, CONTENUTI, OBBIETTIVI del DIRITTO MODERNO

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

(6)

GLOSSARIO del passaggio dal Subjectum al Soggetto spiegato sul piano delle CONDIZIONI STORICHE DI ESISTENZA.

1. Diritto moderno. Ha il suo atto di nascita nel riconoscimento del fatto che spetta ad ogni uomo la condizione di soggetto, che in quanto tale è uguale ad ogni altro uomo, e che in forza di questa parificante soggettività, ha pieno titolo a legittimare l’autorità giuridica, semplicemente attraverso un patto (o contratto), senza bisogno di alcuna altra giustificazione (naturale, storica, divina, metafisica). Questo accordo di soggettività, riconosciuto come esclusiva (originaria) fonte di legittimazione e questa stessa legittimazione, senza la quale non abbiamo l’ordine giuridico che nella storia del pensiero e delle istituzioni occidentali qualifichiamo come diritto moderno, pongono IN PRIMO PIANO L’ESSERE SOGGETTO.

SOGGETTO E DIRITTO MODERNO COSTITUISCONO UN BINOMIO INSCINDIBILE.

2. Essere-soggetto. Non va trattato come una essenza, qualcosa di già dato, una sorta di proprietà attribuibile all’in sé dell’uomo. Esso si presenta piuttosto come una condizione di esistenza da fare, da realizzare, per la quale occorre sempre garantire reali possibilità di attuazione. Non un essere (secondo le categorie filosofiche tradizionali), non una realtà costitutiva dell’uomo, bensì un modo d’essere che si attua come aver-da-essere. Vale la legge: si è Soggetto solo all’interno di una condizione di esistenza nella quale il posto dell’uomo è di esistere garantito come Soggetto.

3. Aver-da-essere, condizioni di esistenza da fare, reali possibilità di attuazione. Sono questi i confini del piano proprio all’essere soggetto. Espressioni che è un errore ritenere indicative della condizione di Soggetto come condizione di pura possibilità. E’ IL PASSAGGIO STORICO DAL SUBJECTUM AL SOGGETTO LO SPAZIO REALE ALL’INTERNO DEL QUALE L’ESSERE- SOGGETTO SI PRESENTA COME CONDIZIONE DI ESISTENZA GIURIDICAMENTE GARANTITA. NON C’E’

SOGGETTO AL DI FUORI DI QUESTO PASSAGGIO E DELL’ORDINE GIURIDICO MODERNO CHE LO PROMUOVE E GARANTISCE.

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

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4. Subjectum e Soggetto: non essenze, bensì modi d’essere. Modi d’essere che solo reali condizioni di esistenza rendono effettivi. In prima approssimazione, soggetto è il modo d’essere che il diritto moderno ha da garantire, garantendo la condizione di esistenza all’interno della quale non dominano né sono giuridicamente garantiti i modi e le forme storiche del Subjectum.

5. Hobbes (pensiero di). DE NATURA, DE HOMINE, DE CIVE: PARADIGMA DELL’ORDINE GIURIDICO MODERNO; BASE ESPLICATIVA DEL CORRETTO SIGNIFICATO DI SUBJECTUM E DI SOGGETTO; inizio del passaggio dall’ESSERE all’AVER-DA-ESSERE COME BASE DELLA LEGITTIMAZIONE MATERIALE DELL’AUTORITA’.

6. De Natura. Campo del dover essere secondo il modello (essenza) che l’ontologia fissa e sostiene come ordine delle cose. Destino della necessità impresso nel reale dalla ontologia così che niente valga mai di per sé (per la sua semplice ed esclusiva fattualità), ma valga sempre e solo se immagine, ripetizione, copia di una essenza, se parte di quello che, secondo le essenze, viene stabilito come ordine delle cose (Natura). Natura: campo del modo d’essere secondo la Logica dell’originario e la sintassi autentico- inautentico (Principio del Fondamento). Paradigma del modo d’essere secondo un vor-ge-stellt. Ontologia come Logica (rappresentazione) dell’ente (Nietzsche). Modo dell’abitare secondo il dominio. Condizione di esistenza di assoggettamento ai modi ed alle forme del dominio.

7. Ontologico. Tutto quanto riconduce la realtà ad un Principio del Fondamento e instaura una condizione di esistenza (materiale, storica, giuridica) determinata dalla Logica dell’originario e dal modo d’essere del vor-ge-stellt.

8. Vor-ge-stellt. Modo d’essere di chi si pone rispetto a ciò che muta, che ha da essere, che ancora non è, che dunque sta davanti (vor) sempre riconducendolo a qualcosa che in quanto ritenuto già dato (ge-), in quanto considerato posto una volta per tutte (ge-stellt) vale come senso, principio, misura dell’essere ed è con ciò l’autentico (essenza, origine, verità) del quale essere copia, immagine, parte, così da poter valere come una identità.

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

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13. Dal de Natura al de Cive, dal Subjectum al Soggetto. Ciò che si attua è il passaggio: 1. dalla condizione nella quale è obbligo per essere ripetere il modello dato come l’originario (essenza), perché solo così si vale (si è parte dell’ordine autentico delle cose), all’aver da essere una esistenza nella quale ciò che vale è essere secondo la fattualità; 2. dall’essere assoggettato alla ripetizione di un già sempre dato (Subjectum) all’aver da fare, da realizzare una condizione d’essere nella quale ciò che vale non ha bisogno d’altro per valere che della sua fattualità. QUESTO SPECIFICO NON-ASSOGGETTAMENTO, UNA VOLTA GIURIDICAMENTE GARANTITO COME REALE CONDIZIONE DI ESISTENZA, QUESTO E’ LO STATUS DI SOGGETTO.

14. Aver da essere (dell’uomo), aver da fare (del diritto). Ciò che l’uomo ha da essere è ESISTERE COSI’ DA VALERE SECONDO FATTUALITA’ E NON IN QUANTO RIPETIZIONE DI MODELLI. QUESTA SPECIFICA CONDIZIONE DI ESISTENZA, NELLA QUALE HA POSTO L’UOMO SOGGETTO, E’ IL DA FARE CHE SPETTA AL DIRITTO REALIZZARE.

12. De Cive. Condizione d’essere non assoggettata al destino della necessità proprio al De Natura. Spazio di esistenza dell’uomo che può ritenersi soggetto-in-quanto-non-assoggettato-all’ordine-della-ripetizione-dell’originario (Natura, naturale, autentico). Questo esattamente significa: IN QUANTO VALE NON PERCHE’ COPIA O IMMAGINE DI UN MODELLO, MA SECONDO LA PROPRIA SPECIFICA FATTUALITA’.

9. Ontologica. Condizione d’essere che destina l’esistere a ripetere quanto posto come principio (essenza, fondamento) determinando una necessità dalla quale dipende senza appello se e quanto si ha diritto ad essere riconosciuti come una identità (cioè se si vale come un essere), oppure se non si ha questo diritto, in quanto si è, ma come ciò che appartiene all’effimero, all’inautentico, a ciò che è trascurabile.

10. Ontologia. Rappresentazione del reale (ripetizione di ciò che, posto come l’originario, vale come modello) secondo la sintassi dei gradi d’essere (scissione autentico-inautentico come senso e misura di ciò che è).

11. Ontologica (esistenza). Modo dell’abitare improntato al dominio. Una natura (ge-) è posta così da chiamare l’intero reale a rendere ragione del suo essere (se autentico o inautentico). L’intero reale è assoggettato a gradi d’essere.

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

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17. Fattualità (accadere della). Non il puro campo dell’accadere, la successione seriale dei fatti, bensì la specifica condizione d’essere che storicamente diventa realizzabile garantendo il passaggio dal Subjectum al Soggetto.

18. Fattualità (campo della). Specifico campo operativo del diritto moderno. Spazio della garanzia dell’identità dell’uomo la cui condizione d’essere non è determinata dalla ripetizione di un modello.

20. Ermeneutica della fattualità. Chiarificazione dei modi e delle forme di assoggettamento a modelli, delle quali il diritto moderno deve liberarsi. Esatta comprensione della identità fattuale per la quale il diritto moderno deve garantire la condizione di esistenza. Comprensione delle condizioni d’essere non riconducibili alla ripetizione di un modello. Superamento del modo del vor-ge-stellt (modo d’essere ontologico), della Logica dell’originario, della sintassi autentico-inautentico.

19. Realtà fattuale. Il reale non dominato dal Principio del Fondamento (modo d’essere del vor-ge-stellt) e non assoggettato alla sintassi autentico-inautentico (condizione d’essere del Subjectum).

16. Essere-Soggetto (spazio reale dell’) . Non è una essenza, ma una condizione di esistenza da realizzare superando modi e forme della condizione di Subjectum. Modo d’essere che necessita sempre di uno spazio reale di esistenza. Si è soggetto se si ha lo spazio per esistere come soggetto. Si esiste come soggetto se innanzitutto non dominano modi e forme del Subjectum.

15. Subjectum, Soggetto (condizione di). Non essenze, bensì condizioni di esistenza sostenute da specifiche condizioni d’essere. A. Sostenuta la prima dalla condizione nella quale essere significa ripetere un gia-sempre-dato. La conformità ad una essenza, a ciò che è posto come originario, come fondamento, è solo questo che da diritto ad essere riconosciuti come identità reale. B. Sostenuta la seconda dalla condizione nella quale essere ed essere fattuale coincidono, senza altro riconoscimento se non del fatto che si è e del modo specifico di questo essere.

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

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Principio generale di metodo della ragione giuridica moderna: rispetto del fatto che essere- soggetto non è un’essenza, ma un modo d’essere (storico) da tradurre in condizione di esistenza (storicamente: da tradurre in modo d’essere non assoggettato al Principio del Fondamento).

APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO

1. Nel campo delle condizioni di esistenza Subjectum e Soggetto sono modi d’essere.

1. Nel campo delle condizioni di esistenza Subjectum e Soggetto sono modi d’essere.

2. In questo campo possiamo correttamente parlare di un modo d’essere ontologico e di un modo d’essere fattuale.

2. In questo campo possiamo correttamente parlare di un modo d’essere ontologico e di un modo d’essere fattuale.

3. I modi d’essere sono modi dell’abitare le cui forme, se rintracciate legittimano la conclusione che si è in presenza di condizioni di esistenza nelle quali il posto dell’uomo

3. I modi d’essere sono modi dell’abitare le cui forme, se rintracciate legittimano la conclusione che si è in presenza di condizioni di esistenza nelle quali il posto dell’uomo

- può essere solo quello di Subjectum,

- ovvero esclusivamente quello di Soggetto.

- può essere solo quello di Subjectum,

- ovvero esclusivamente quello di Soggetto.

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

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4. Sul piano dei modi d’essere, Subjectum e Soggetto sono PARADIGMI 4. Sul piano dei modi d’essere, Subjectum e Soggetto sono PARADIGMI

CHE L’ORDINE GIURIDICO DEVE SOSTENERE O ELIMINARE, CHE STORICAMENTE HA SOSTENUTO O ELIMINATO (diritto premoderno e diritto moderno), CHE PUO’ GARANTIRE O NON GARANTIRE (ordine giuridico moderno).

CHE L’ORDINE GIURIDICO DEVE SOSTENERE O ELIMINARE, CHE STORICAMENTE HA SOSTENUTO O ELIMINATO (diritto premoderno e diritto moderno), CHE PUO’ GARANTIRE O NON GARANTIRE (ordine giuridico moderno).

5. Oggetto dell’ordine giuridico moderno è la garanzia del MODO D’ESSERE DEL SOGGETTO Il che significa, non garanzia giuridica del modo assoggettante della ontologia.

6. Essere soggetto: modo d’essere che necessita sempre di un reale spazio di esistenza e della garanzia che questo spazio riconosca l’uomo nella sua identità fattuale e non come ripetizione di un modello.

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

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Principio della ragione giuridica moderna: si è Soggetto se si ha lo spazio per esistere come Soggetto, si esiste come Soggetto se non dominano modi e forme del Subjectum.

QUESTA STRUTTURA DELL’ESSERE SOGGETTO IMPRIME AL DIRITTO MODERNO LA SUA SPECIFICA DINAMICA.

DOVENDO REALIZZARE UNA CONDIZIONE DI ESISTENZA, ALL’INTERNO DELLA QUALE IL POSTO DELL’UOMO E’ DI SOGGETTO E NON DI SUBJECTUM, IL DIRITTO MODERNO DEVE GARANTIRE UNO SPAZIO ALL’INTERNO DEL QUALE NON DOMINANO MAI MODI E FORME RICONDUCIBILI ALLA LOGICA DELL’ORIGINARIO.

LA DINAMICA E’ IMPRESSA DAL FATTO DI DOVER COSTANTEMENTE SUPERARE MODI E FORME ATTRAVERSO LE QUALI ESSERE NON VALE DI PER SE’, MA SOLO SE RIPETE CORRETTAMENTE UN MODELLO POSTO COME ORIGINARIO.

L’ESSERE-SOGGETTO E’ UNA CONDIZIONE D’ESSERE CHE NON

PUO’ MAI ESSERE RICONDOTTA ALLA LOGICA DELL’ORIGINARIO

L’ESSERE-SOGGETTO E’ UNA CONDIZIONE D’ESSERE CHE NON

PUO’ MAI ESSERE RICONDOTTA ALLA LOGICA DELL’ORIGINARIO

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

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ORDINE GIURIDICO MODERNO

A. Cambia il sistema delle fonti di diritto sulla base della legittimazione materiale dell’Autorità.

B. Nasce lo Stato.

C. Si afferma il Principio di Sovranità autonoma e non derivata.

D. Le coordinate culturali e l’ordine giuridico si spostano dal Giusnaturalismo al Positivismo giuridico, perfezionando progressivamente questo spostamento.

E. L’uomo viene giuridicamente garantito e promosso quanto alla sua identità fattuale.

N.B. NIENTE DI TUTTO QUESTO PUO’ ESSERE COMPRESO SUL PIANO DELLE ESSENZE. NE’ GLI ATTORI, CHE COMPAIONO SULLA SCENA GIURIDICA

( INDIVIDUO, SOVRANITA’, STATO), NE’ LA LEGITTIMAZIONE MATERIALE DELL’AUTORITA’ (CHE

RIVOLUZIONA IL TRADIZIONALE SISTEMA DELLE FONTI DI DIRITTO), NE’ I MODI E LE FORME CHE IL

DIRITTO MODERNO ASSUME NEL SUO PROGRESSIVO IMPORSI STORICO.

N.B. NIENTE DI TUTTO QUESTO PUO’ ESSERE COMPRESO SUL PIANO DELLE ESSENZE. NE’ GLI ATTORI, CHE COMPAIONO SULLA SCENA GIURIDICA

( INDIVIDUO, SOVRANITA’, STATO), NE’ LA LEGITTIMAZIONE MATERIALE DELL’AUTORITA’ (CHE

RIVOLUZIONA IL TRADIZIONALE SISTEMA DELLE FONTI DI DIRITTO), NE’ I MODI E LE FORME CHE IL

DIRITTO MODERNO ASSUME NEL SUO PROGRESSIVO IMPORSI STORICO.

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

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Ciò che determina la DINAMICA propria all’ordine giuridico moderno è proprio il FATTO che in esso non si tratta mai di ESSENZE o di STRUTTURE FONDAMENTALI.

Sempre abbiamo a che fare con una CONDIZIONE D’ESSERE per la quale

occorre garantire la sua SPECIFICA CONDIZIONE DI ESISTENZA.

Sempre abbiamo a che fare con una CONDIZIONE D’ESSERE per la quale

occorre garantire la sua SPECIFICA CONDIZIONE DI ESISTENZA.

E QUESTA CONDIZIONE DI ESISTENZA, QUALI CHE SIANO I SUOI MODI O LE SUE FORME, NON PUO’

MAI ESSERE TRASFORMATA IN UNA ESSENZA, UNA LOGICA DELL’ORIGINARIO, UN PRINCIPIO DEL FONDAMENTO.

L’ESSERE-SOGGETTO non può avere posto dove, in qualunque forma, domina il modo del VOR-GE-STELLT.

L’ESSERE-SOGGETTO non può avere posto dove, in qualunque forma, domina il modo del VOR-GE-STELLT.

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

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INDIVIDUO INDIVIDUO

STATO STATO SOVRANITA’

SOVRANITA’

Legittimazione materiale dell’Autorità

DINAMICA DINAMICA

DINAMICA

a. ATTORI:

Individuo.

Sovranità.

Stato

b. PERNO:

Legittimazione materiale dell’autorità

c. DINAMICA:

Instabilità del rapporto tra gli Attori

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

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A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

Dal Subjectum al Soggetto: storicamente PARADIGMA di questo PASSAGGIO è HOBBES.

De Natura. De Homine. De Cive.

a. Nascita dell’Individuo, della Sovranità, dello Stato.

b. Nascita dei diritti civili.

c. Contrapposizione Ius-Lex.

d. Contrapposizione Individuo-Stato.

Compare l’Io-soggetto.

L’uomo prende coscienza di sé e della sua autonomia.

Emancipazione dal fisico e dal metafisico.

Signoria sul tempo, il divenire, le cose.

Hybris moderna.

CREPUSCOLO DEGLI DEI CREPUSCOLO DEGLI DEI AL NATURALE SI

SOSTITUISCE L’ARTIFICIALE AL NATURALE SI SOSTITUISCE L’ARTIFICIALE

INTERPRETAZIONE TRADIZIONALE

INTERPRETAZIONE TRADIZIONALE

(17)

Dal Subjectum al Soggetto: storicamente, paradigma di questo passaggio è HOBBES.

A. Il dato: De Natura De Homine De Cive

De Natura: condizione dell’uomo Subjectum De Cive: si instaura il Soggetto

Che cosa ci dice questo dato?

1. Letture tradizionali (Manuali. Storia della filosofia del diritto.

Storia delle Istituzioni).

2. Sintesi: la specifica condizione descritta nel De Natura si riassume nel fatto che l’uomo, causa l’essenza e per essenza, è assoggettato a contrapposizioni insanabili che generano uno stato di conflitto permanente

B. Comprendere il dato dal quale muove Hobbes significa innanzitutto comprendere la specifica condizione descritta nel De Natura. QUESTO SIGNIFICA RISPONDERE ALLA DOMANDA: PONENDOSI OLTRE QUALE SPECIFICO ASSOGGETTAMENTO L’UOMO ACQUISTA LO STATUS DI SOGGETTO?

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

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Vocabolario base.

A. De Natura.

1. ambito di ciò che identifica l’uomo sul piano delle realtà in sé, delle realtà date già da sempre, proprie all’uomo in modo inalienabile;

2. regione della necessità, di ciò di cui non si dispone, che è dato una volta per tutte.

B. De Natura: ciò che tratta di quanto nell’uomo c’è del mondo delle cose immodificabili, sottratte ai mutevoli caratteri dell’accadere, stabili e permanenti.

C. De Natura: scienza della Natura dell’uomo, cioè della sua Essenza.

D. De Natura: descrizione della condizione d’essere naturalmente propria all’uomo(necessariamente, inalienabilmente, per Essenza), dello status che l’uomo ha per sua stessa Natura (Essenza) nell’ordine delle cose.

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

(19)

Prime metodologiche osservazioni sulla posizione di Hobbes.

A. Si può dire senz’altro che, attraverso il De Natura, Hobbes non vuole innanzitutto descrivere una situazione storica o politica, un assoggettamento dell’uomo a qualcuno o a qualcosa.

Trattando della Natura dell’uomo, Hobbes non si colloca sul piano del potere, del suo esercizio, delle sue leggi, condizioni e conseguenze.

B.

Si deve dire, invece, che, descrivendo lo status dell’uomo a partire dalla sua Natura, Hobbes pone la condizione umana sul piano ontologico, delle cose date una volta per tutte, e con ciò descrive l’uomo, il suo status, la sua esistenza a partire da quello che, secondo la tradizione occidentale, va trattato e considerato come ciò che fonda, sostiene, giustifica, da senso e ragione alle cose.

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

(20)

La precisazione del piano sul quale poggia l’analisi di Hobbes è decisiva.

Chiarito questo infatti ne deriva che quanto Hobbes descrive nel De Natura, quanto dice dell’uomo e della sua condizione, in sintesi tutto quanto accade in quell’ambito ACCADE PER CAUSE ONTOLOGICHE,

accade dunque

1. secondo ciò che è dato una volta per tutte,

2. secondo ciò che fonda, giustifica, sostiene, da senso e ragion d’essere.

Ai fini della comprensione di ciò che accade con Hobbes ed a partire da Hobbes vale dunque come principio metodologico il fatto che

il De Natura non tratta di possibilità ma di necessità e questo secondo quanto il termine necessità significa in un ambito ontologico.

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

(21)

De Natura: trattando del mondo delle Essenze essa tratta dell’ordine della necessità che a questo mondo è proprio

.

Vocabolario.

Ordine della necessità: la necessità come ordine imposta alle cose; la realtà come ciò che ha senso e ragion d’essere se e per il fatto che ha in sé qualcosa che non muta, qualcosa di stabile, che permane nonostante e contro il divenire; la stabilità, ciò che non muta, che sottrae al divenire, come ciò che esclusivamente vale, perché sola sostiene, fonda, da senso; la stabilità come decreto, in quanto prima di ogni altra essa per le cose vale (le fonda) e solo per essa le cose, la realtà hanno il loro primario valore (sono, hanno senso).

Necessario: ciò che è così com’è e non c’è alcuna possibilità di cambiarlo. Lo sono le cose date una volta per tutte, quelle che non mutano; per tradizione concettuale: le essenze .

Necessità: quella che senz’altro si attua e si attua in un modo già da sempre stabilito, che è ineluttabile quale che sia il divenire e l’accadere.

La necessità come ordine: ciò che permane nonostante il divenire, contro il divenire e contro l’occasionalità dell’accadere visto come fondamento, il permanente contrapposto al mutevole, il permanente come senso.

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

(22)

E’ secondo l’ordine della necessità impresso nelle cose dal fondamento che l’uomo è Subjectum.

Subjectum: assoggettato. Sul piano ontologico ciò vale per l’uomo come per ogni altro ente. Tutto infatti di ciò che è reale è ontologicamente assoggettato all’ordine della necessità imposto alle cose da ciò che le fonda, da ciò che permette ad esse di permanere, di durare, di apparire, dunque di essere, nonostante il divenire.

Subjectum. Per l’uomo significa che la sua esistenza è indelebilmente improntata, segnata, qualificata dal fatto che ciò che di lui vale, ciò che gli conferisce consistenza, senso, identità è ciò che di lui non muta, che di lui è inalienabile, dato una volta per tutte.

Ordine della necessità: ontologicamente l’uomo è destinato dal fondamento ed il suo destino è segnato dal fatto che, comunque, quale che sia il divenire del suo esistere, quali che siano gli accadimenti, egli vale per quanto ha come essenza e non per la sua esistenza.

Ordine della necessità: decreto che fissa per l’uomo il destino al quale è assoggettato senza speranza. Per questo destino l’uomo ha uno status ed è secondo questo stesso destino che ha uno specifico modo

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

(23)

Sul piano ontologico, ciò che il Fondamento imprime nelle cose è un

DESTINO DELLA NECESSITA’

dal quale dipendono status e modo d’essere delle cose stesse.

Se allora

A. ciò che è dato una volta per tutte e che fonda è antinomico rispetto al divenire ed all’accadere, come lo è per l’ontologia (improntata alla contrapposizione in quanto scienza di ciò che permane di fronte, contro, nonostante il mutare);

B. se questa antinomia, in quanto poggia su ciò che è dato una volta per tutte, è insanabile;

SARA’ ALLORA DESTINO DELLA NECESSITA’ RITROVARE L’ACCADERE OVUNQUE SEGNATO DA QUESTA INSANABILE ANTINOMIA. ONTOLOGICAMENTE APPARTERRA’ AD ESSO COME CONDIZIONE (STATUS) L’

ESSERE IL TERRENO DEL CONFLITTO COSTANTE ED IRRISOLVIBILE (MODO) TRA TUTTO CIO’ CHE E’

DELL’ESSENZA (ESSERE) E TUTTO CIO’ CHE ATTIENE AL MUTAMENTO (ESISTENZA, DIVENIRE).

A.A. 2009/2010 Filosofia del diritto A-L Prof. Adriano Ballarini

(24)

Conclusione

Trattando della Natura dell’uomo, Hobbes tratta per questo di una condizione di conflittualità permanente. Permanente perché ontologica.

Sul piano della ontologia, infatti, non importa quale sia la causa specifica del conflitto.

In Hobbes è la natura dell’uomo come ius in omnia ciò che genera la situazione di guerra di tutti contro tutti.

Stesso risultato, stessa situazione, si ha quale che sia l’essenza (natura).

Sul piano ontologico è DESTINO DELLA NECESSITA’ che l’esistenza sia il terreno del conflitto irriducibile impresso in essa dalla antinomia insanabile con l’essenza.

Ogni essenza assoggetta l’esistenza al destino della conflittualità irriducibile tra antinomie insanabili.

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Subjectum

Status ontologico di colui che è assoggettato come destino alla antinomia insanabile tra essenza ed esistenza ed a tutti i conflitti irriducibili che questa antinomia imprime nell’accadere.

Condizione d’essere di chi è costantemente lacerato da antinomie insanabili e da conflitti irriducibili.

Condizione di esistenza dell’uomo che antinomie insanabili e conflitti irriducibili rendono estraneo a sé stesso, al mondo, agli altri.

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N.B. Spiegando il Subjectum sul piano ontologico abbiamo impostato correttamente la comprensione del passaggio dal Subjectum al Soggetto. Questo tuttavia, sebbene necessario per le reali possibilità di riuscita della ricerca, non basta ai fini del nostro oggetto, che è e resta quello di comprendere l’essere soggetto come base della legittimazione materiale dell’Autorità e dunque come condizione di realtà del diritto che giunge fino a noi attraverso le forme del binomio DIRITTO=STATO.

Per comprendere esattamente quel passaggio dobbiamo compiere un passo decisivo . Dobbiamo trattare l’ONTOLOGIA INNANZITUTTO COME UNA SPECIFICA, REALE CONDIZIONE DI ESISTENZA STORICAMENTE DETERMINATASI.

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Con ciò non si escludono altri piani, né vengono negate letture e comprensioni diversamente impostate.

Piuttosto, il fatto che quell’accadimento si è dato storicamente ed il modo nel quale esso si è dato, questi dati vengono assunti come prioritario oggetto di indagine. Che quello con il quale si ha a che fare è un fatto con un suo specifico modo d’essere, questa constatazione precede ogni altra considerazione.

La scelta di metodo diviene così anche una scelta di campo. Inevitabilmente, lavorare sul piano dei modi d’essere, stando all’interno delle coordinate storiche, geografiche ed istituzionali alle quali apparteniamo, nelle quali dominante è in ogni caso il sistema concettuale improntato alla comprensione del reale secondo la filosofia dell’essere, significa innanzitutto che il fenomeno non viene comunque ricondotto ai tradizionali schemi concettuali ai quali la nostra realtà culturale fa comunque riferimento. Non si parte allora da nessuna realtà pre-data. Il fenomeno non si commisura con verità prime o ultime (quali che siano) capaci di definirne senso ed identità. Lo si descrive piuttosto assumendo come principio metodologico il fatto che il piano sul quale esso si mostra e si impone come un essere è innanzitutto quello del suo specifico modo d’essere. Il che è una scelta di campo, perché sposta la ricerca, dalla regione dell’ essere (mondo delle verità pre-date o delle essenze), a quella delle cose per le quali (almeno nei limiti del divenire, dove esse, fin tanto che sono, ancora non sono) non c’è alcun essere se non in quanto modo d’essere (non c’è alcuna realtà prima, al di fuori, di fronte al fatto che, fin tanto che siamo, ancora non siamo).

Il rapporto con qualunque fenomeno, sia esso storico, naturale, esistenziale, sociale o giuridico, può essere instaurato facendo come scelta di metodo quella di trattarlo innanzitutto come un puro e semplice fatto storicamente determinatosi.

ATTENZIONE!

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.

Dall’Essere al modo d’essere: per la nostra ricerca, lo spostamento di piano ha conseguenze immediate e rilevanti.

Sono conseguenze che riguardano:

1. il metodo;

2. l’oggetto;

3. il campo di indagine.

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A. IL METODO. Da questo momento la ricerca deve attenersi innanzitutto alla seguente impostazione.

Trattare l’ontologia come un fatto storicamente determinatosi significa trattarla come un modo d’essere che ha nel Subjectum la reale e necessaria condizione di esistenza ad essa conforme.

Di conseguenza, ponendoci su questo piano, il SUBJECTUM si dimostra come lo STATUS di quella specifica condizione di esistenza storica che la tradizione occidentale chiama CONDIZIONE ONTOLOGICA.

A sua volta, sul piano dei fatti storicamente determinatisi, la condizione ontologica è lo status che ha nei modi e nelle forme della ontologia la sua reale e necessaria condizione di esistenza.

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Sul piano delle realtà storicamente determinatesi occorre assumere come conclusione il fatto che

la condizione ontologica è una forma di esistenza storica

strutturata secondo modi specifici.

Questi modi li conosciamo. Sono 1. l’antinomia insanabile tra Essenza ed Esistenza e 2. la conflittualità permanente.

Sul piano della storia, questi modi diventano parametri attraverso i quali uno status si mostra identificabile come la condizione d’essere conforme e necessaria ad una forma di esistenza ontologica.

Lo spostamento dall’essenza alle forme di esistenza vale ora come principio di metodo

.

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Attuando questo principio, i termini del passaggio dal Subjectum al Soggetto vengono reimpostati.

Subjectum. Abbiamo detto: colui che, secondo l’ordine della necessità, vale per quanto ha come essenza e non per la sua esistenza. Subjectum come assoggettato alla scissione insanabile tra essenza ed esistenza ed alla conflittualità permanente che questa antinomia comporta.

Ciò che qualifica lo status di Subjectum è dunque che appartiene ad una condizione nella quale, ciò che comunque vale è ciò che si ha come essenza. Tutto il resto accade per conseguenza.

Essenza: secondo la tradizione l’in sé delle cose, la verità prima, già-sempre-data, immodificabile ed inalienabile.

Se ci spostiamo sul piano delle forme storiche di esistenza, anch’essa è un modo d’essere. E’ il modo per il quale ciò che vale è comunque ciò che dura, che non muta, che non cambia, che si ripete. Se ciò che permane viene contrapposto in modo insanabile a ciò che muta, abbiamo antinomie e conflittualità, di fatto un modo d’essere secondo l’essenza.

Subjectum: condizione propria ad una forma di esistenza identificabile come ontologica perchè strutturata nel modo d’essere specifico dell’essenza.

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Se accettiamo lo spostamento dall’essere al modo d’essere, dall’ essenza alle condizioni di esistenza il Subjectum diventa dunque una CONDIZIONE DI ESISTENZA PARADIGMATICA.

Viene con ciò realizzato un risultato determinante ai fini della comprensione del passaggio dalla condizione di Subjectum a quella del Soggetto. Compiamo del pari un passo avanti non secondario nella corrispondente comprensione dei termini propri a quello che definiamo ordine giuridico moderno.

Posti sul piano dei modi d’essere, là dove riscontriamo una esistenza assoggettata ad antinomie insanabili ed a conflitti irriducibili, una esistenza lacerata ed estraniata, lì possiamo riconoscere il modo d’essere specifico dell’essenza e concludere che siamo di fronte ad una forma di esistenza ontologica

Quella che in questo modo ci si presenta è senz’altro una condizione di assoggettamento, una condizione d’essere correttamente definibile e descrivibile secondo i modi e le forme storicamente proprie al Subjectum, una condizione nella quale non c’è posto per l’uomo soggetto.

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Il De Natura di Hobbes va trattato come un paradigma.

A. Sul piano delle forme storiche di esistenza, il Subjectum non è circoscrivibile allo status dell’uomo pre-moderno. Esso si mostra come la condizione di ogni uomo sia assoggettato ad un destino della necessità, di ogni uomo la cui condizione d’essere sia definibile ontologica perché strutturata secondo il modo delle essenze.

B. Su questo piano, modi e forme d’essere riconducibili al De Natura, dovunque e comunque si presentino, indicano modi e forme di assoggettamento a destini della necessità DAI QUALI L’UOMO DEVE ESSERE SOTTRATTO se deve essere posto nella condizione e nel modo d’essere di soggetto.

Come paradigma, il De Natura di Hobbes mostra LA CONDIZIONE DI REALTA’ del diritto moderno

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Condizione di realtà del diritto moderno

A. Se, sul piano delle forme storiche di esistenza, il Subjectum non è semplicemente identificabile con lo status dell’uomo pre-moderno;

B. se piuttosto esso si mostra come la condizione di ogni uomo sia assoggettato ad un destino della necessità, di ogni uomo cioè la cui condizione d’essere sia definibile ontologica perché strutturata secondo il modo delle essenze;

C. se su questo piano, modi e forme d’essere riconducibili al De Natura, dovunque e comunque si presentino, indicano modi e forme di assoggettamento a destini della necessità DAI QUALI L’UOMO DEVE ESSERE SOTTRATTO per poter essere posto nella condizione e nel modo d’essere di soggetto.

ALLORA

A. Non basta superare l’ontologia storica per passare dal Subjectum al Soggetto, e con essi dall’ordine giuridico classico all’ordine giuridico moderno.

B. Ciò che occorre superare (ciò che giuridicamente è necessario non garantire) sono tutti i modi e le forme attraverso le quali si instaura una forma di esistenza ontologica e con essa un modo d’essere assoggettato a destini della necessità.

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OCCORRE SEMPRE RIPETERLO! Le coordinate sono quelle storiche e geografiche all’interno delle quali accade storicamente il passaggio dal Subjectum al Soggetto, si instaura la legittimazione materiale dell’Autorità, vale il binomio diritto=Stato.

Nei confini segnati da queste coordinate, se assumiamo lo spostamento dall’essere al modo d’essere e dall’

essenza alle condizioni di esistenza, il chiarimento del passaggio dal Subjectum al Soggetto e, con esso, di ciò che il diritto deve garantire volendo, come il diritto moderno vuole, porsi oltre modi e forme di esistenza ontologica, questo chiarimento riceve un percorso preciso.

Ne abbiamo individuato i principi di metodo, occorre ora definirne l’oggetto e poi i campi di indagine

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B. L’OGGETTO.

Poiché la condizione ontologica è lo status che ha nei modi e nelle forme della ontologia la sua reale e necessaria condizione di esistenza;

poiché è questa condizione, segnata da antinomie insanabili e da conflitti irriducibili, quella che separa il Subjectum dal Soggetto;

dato questo, si dimostra chiaramente oggetto della ricerca il modo d’essere che fa della ontologia la forma di esistenza all’interno della quale non c’è posto per la condizione di soggetto, bensì esclusivamente per quella di subjectum.

Individuare e definire esattamente questo modo è il passo decisivo che da alla ricerca la sua direzione definitiva, segnandola attraverso precisi obbiettivi.

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Modo d’essere dell’ontologia: il fondamento come ordine della necessità

Sappiamo che questo significa:

a. la necessità come ordine imposta alle cose; la realtà come ciò che ha senso e ragion d’essere se e per il fatto che ha in sé qualcosa che non muta, qualcosa di stabile, che permane nonostante e contro il divenire;

la stabilità, ciò che non muta, che sottrae al divenire, come ciò che esclusivamente vale, perché sola sostiene, fonda, da senso; la stabilità come decreto, in quanto prima di ogni altra essa per le cose vale (le fonda) e solo per essa le cose, la realtà hanno il loro primario valore (sono, hanno senso);

b. che l’ esistenza dell’uomo è indelebilmente improntata, segnata, qualificata dal fatto che ciò che di lui vale, ciò che gli conferisce consistenza, senso, identità è ciò che di lui non muta, che di lui è inalienabile, dato una volta per tutte;

c. che l’uomo è destinato dal fondamento ed il suo destino è segnato dal fatto che, comunque, quale che sia il divenire del suo esistere, quali che siano gli accadimenti, egli vale per quanto ha come essenza e non per la sua esistenza.

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Sappiamo anche che,

Se ciò che è dato una volta per tutte e che fonda è antinomico rispetto al divenire ed all’accadere, come lo è per l’ontologia (improntata alla contrapposizione in quanto scienza di ciò che permane di fronte, contro, nonostante il mutare);

se questa antinomia, in quanto poggia su ciò che è dato una volta per tutte, è insanabile;

SARA’ ALLORA DESTINO DELLA NECESSITA’ RITROVARE L’ACCADERE OVUNQUE SEGNATO DA QUESTA INSANABILE ANTINOMIA. ONTOLOGICAMENTE APPARTERRA’ AD ESSO COME CONDIZIONE (STATUS) L’ ESSERE IL TERRENO DEL CONFLITTO COSTANTE ED IRRISOLVIBILE (MODO) TRA TUTTO CIO’ CHE E’

DELL’ESSENZA (ESSERE) E TUTTO CIO’ CHE ATTIENE AL MUTAMENTO (ESISTENZA, DIVENIRE).

Sul piano ontologico, ciò che il Fondamento imprime nelle cose è un DESTINO DELLA NECESSITA’ dal quale dipendono status e modo d’essere delle cose stesse.

Lo status è quello di assoggettato ad antinomie insanabili; il modo d’essere è quello della conflittualità irriducibile. Da qui una condizione di esistenza lacerata ed estraniata.

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Tutto questo appartiene ai risultati già acquisiti.

Ciò che dobbiamo acquisire, è la comprensione del fatto che

il FONDAMENTO, sul quale poggia una qualunque ONTOLOGIA, non è mai una REALTA’, bensì sempre e soltanto una IPOTESI

ipotesi posta come necessità secondo una logica deduttiva di tipo naturalistico.

Realizziamo così il passo decisivo sul piano della comprensione del modo d’essere che fa della ontologia la forma di esistenza all’interno della quale non c’è posto per la condizione di soggetto, bensì esclusivamente per quella di subjectum.

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Il percorso per giungere a questa comprensione è impostato da Nietzsche

Esso può essere fatto coincidere con la

da lui progettata a partire dal settembre 1885 secondo la successione LOGICA, FISICA, MORALE, ARTE, POLITICA.

“Nuova interpretazione dell’accadere”

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LOGICA

Alla base della esperienza del reale c’è una ipotesi. Di fronte al fatto che si diviene, che tutto è in mutamento, che fintanto che si è ancora si ha da essere, di fronte a questo viene fatta valere una deduzione logica: se si diviene, comunque si è; sempre, dire che si diviene, significa anche dire che si è; essere nel mutamento è sempre essere nonostante il mutamento; e se si è nonostante il mutamento, allora qualcosa si sottrae al mutamento stesso. Il divenire è possibile perché qualcosa di diverso da esso, di opposto ad esso, di estraneo ad esso lo sostiene. Risultato: il divenire è possibile, perché ad esso si oppone l’essere; il divenire è possibile grazie al fatto che ad esso si oppone l’essere, grazie al fatto che essere e divenire sono due potenze tra loro completamente ed irrimediabilmente opposte. La potenza dell’essere fa da baluardo alla potenza del divenire permettendo che le cose siano.

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Alla base dell’esperienza del reale c’è una ipotesi. L’essere non è infatti una realtà che si sperimenta. L’unica cosa che si sperimenta è il divenire. Si suppone però come necessario che NON PUO’ ESSERCI UN DIVENIRE SENZA QUALCOSA DI TOTALMENTE DIVERSO DA ESSO , DI OPPOSTO AD ESSO CHE LO SOSTENGA.

L’ipotesi è la seguente: si è nel mutamento, DUNQUE deve esserci qualcosa che non muta, ALTRIMENTI NON SI SAREBBE NEANCHE. Questo qualcosa che non muta DEVE AVERE IL CARATTERE DEL TOTALMENTE ALTRO RISPETTO A CIO’ CHE MUTA.

Questo TOTALMENTE ALTRO, che sempre e comunque la realtà PRESUPPONE, questa IPOTESI NECESSARIA, senza la quale non si darebbe la possibilità di configurare qualcosa come ESSERE, è il FATTO IPOTETICO ORIGINARIO da PORRE ALLA BASE DI OGNI REALTA’ ABBIA IL CARATTERE DEL DIVENIRE. Esso, PER IL REALE, è il FONDAMENTO.

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Fatto ipotetico originario, il fondamento ha uno specifico modo d’essere: esso GIUSTIFICA.

Poiché a. vale la deduzione logica: si è nel divenire, dunque deve esserci qualcosa che non diviene, ALTRIMENTI NON SI SAREBBE NEANCHE,

b. il fatto ipotetico originario, l’ipotesi, è FONDAMENTO COME CIO’ CHE GARANTISCE DAL NON ESSERE, COME CIO’ CHE PORTA DAL NON ESSERE ALL’ESSERE E MANTIENE NELL’ESSERE.

Il FONDAMENTO, ciò senza cui non si sarebbe neanche, SOSTIENE SUL NULLA E SOTTRAE DAL NULLA.

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La condizione d’essere del reale che diviene è che, per essa, TUTTO DIPENDE DAL TOTALMENTE ALTRO CHE COMUNQUE VA PRESUPPOSTO E TUTTO E’ IN GIOCO RISPETTO AL TOTALMENTE ALTRO. ESSERE REALE E’ ESSERE GIUSTIFICATO DAL FATTO IPOTETICO ORIGINARIO.

Nel campo del divenire, non c’è un essere che di per sé abbia una qualche consistenza, perché niente nel divenire si sostiene da solo. Secondo LOGICA, tutto dipende totalmente da quel qualcosa CHE GIUSTIFICA, E LOGICAMENTE NON PUO’ ESSERE CHE COSI’. Secondo logica è infatti solo ipotizzando un totalmente altro dal divenire che si giustifica il divenire stesso. L’ipotesi logica impone che, dato il divenire, necessariamente qualcosa dal nulla porta tra le cose che sono e necessariamente tra di esse mantiene, qualcosa che non diviene ed i cui caratteri sono del tutto estranei al divenire stesso. Per tutto ciò, il REALE FONDAMENTO delle cose che sono, l’essenza della realtà E’ LA DIFFERENZA PRESUPPOSTA, INCOLMABILE tra ciò che diviene e ciò che non diviene. Il modo d’essere del reale che diviene, di conseguenza, è ESSERE ALLO SPECCHIO, essere una IMMAGINE, una RAPPRESENTAZIONE dell’IPOTETICO FATTO ORIGINARIO che unicamente giustifica, senza il quale non si sarebbe, che dunque solo HA CONSISTENZA E PUO’ RITENERSI UN ESSERE IN SE’.

COSI’

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Glossario secondo il progetto nietzschiano di nuova interpretazione dell’accadere.

Fondamento. Non una verità. Neanche una realtà. Esso e’ una deduzione logica necessaria, inderogabile che giustifica e spiega il fisico. Una deduzione formulata semplicemente per opposto, per differenza-dal- fisico-stesso, sul presupposto semplicemente postulato che il fisico non è, non ha possibilità di essere se non è giustificato da qualcosa di oltre-fisico. Un postulato logico, una ipotesi come necessità alla base delle cose che sono.

Onto-logia. Modo d’essere del fondamento. Giustificazione delle cose che sono a partire da una ipotesi oltre-la-fisica.

Ontologico. Ordine delle cose improntato alla necessità di essere giustificate da una ipotesi oltre-fisica come condizione per valere come essere-fisico

Natura ontologica. Identità per differenza da ciò che giustifica. Essere in quanto immagine riflessa di ciò che è posto come fondamento.

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Condizione ontologica. Esistenza allo specchio. Specchio del fatto che nel divenire si è solo se giustificati. Specchio della differenza tra ciò che di per sé vale (l’oltre-fisico) e ciò che di per sé non vale (il fisico). Rappresentazione della differenza che vale come fondamento all’interno della quale le cose valgono, sono giustificate, hanno il grado dell’essere se, e solo se, ripetono, sono rappresentazioni di quella differenza medesima. Il grado di rappresentazione costituisce il grado d’essere.

Modo d’essere ontologico. Assoggettamento. Volontà di potenza. Una ipotesi viene posta come necessità delle cose per essere, come la Natura che le sostiene ed alla quale devono rendere interamente conto. Una ipotesi che, in quanto giustifica, è imposta e si impone alle cose senza dover rendere conto di altro se non del fatto che giustifica. Il modo d’essere ontologico è Al di là del bene e del male.

Fisica. L’ipotesi come condizione di realtà. La condizione di realtà delle cose che sono come Natura delle cose stesse. La rappresentazione della Natura come la realtà. La prassi della differenza come realtà ed oggetto della Fisica. La Volontà di potenza come prassi ontologica. La Fisica come Teoria delle formazioni dominanti.

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Morale. Il totalmente altro come realtà e verità. Lacerazioni e conflittualità dell’esistenza come inappagabile tensione al vero di per sé irraggiungibile. L’antinomia insanabile spiegata a partire dalla colpa. Le condizioni di esistenza scambiate per manifestazioni della verità. Il reale sottoposto alle scissioni vero-falso, bene-male, autentico-inautentico. L’ipotesi logica estraniata e falsificata.

L’esistenza allo specchio come alienazione. La rappresentazione come l’innaturale e l’effimero.

Fin qui Nietzsche. Da qui, l’ applicazione del progetto di Nietzsche per realizzare il passo decisivo sul piano della comprensione del modo d’essere che fa della ontologia la forma di esistenza all’interno della quale non c’è posto per la condizione di soggetto, bensì esclusivamente per quella di subjectum.

Tutto ciò, OCCORRE SEMPRE RIPETERLO, avendo come oggetto una ricerca che affronta il passaggio dal Subjectum al Soggetto, in quanto attraverso di esso si instaura la legittimazione materiale dell’Autorità ed acquista forma istituzionale il binomio diritto=Stato.

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Tutto ciò avendo raggiunto come risultato

A. che non basta superare l’ontologia storica per passare dal Subjectum al Soggetto, e con essi dall’ordine giuridico classico all’ordine giuridico moderno;

B. che ciò che effettivamente occorre superare (ciò che giuridicamente è necessario non garantire) sono tutti i modi e le forme attraverso le quali si instaura una forma di esistenza ontologica e con essa un modo d’essere assoggettato a destini della necessità.

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Con Nietzsche, l’ontologia diventa un MODO D’ESSERE, il modo di una IPOTESI (modello, idea, interpretazione) che GIUSTIFICA PER DIFFERENZA.

E’ ontologica, a questo punto, qualunque forma di esistenza il cui modo d’essere è la RAPPRESENTAZIONE DI MODELLI posti come GIUSTIFICAZIONE DELL’ESISTERE STESSO, cioè qualunque forma di esistenza nella quale un MODELLO E LA SUA RIPETIZIONE sono ciò che esclusivamente conferiscono SENSO e RAGIONE D’ESSERE.

L’ontologia diventa un modo d’essere. Come modo d’essere ha FORME che vanno oltre quelle dell’ontologia classica.

Come modo d’essere, l’ontologia diventa PARADIGMA di ciò che a. determina la condizione di Subjectum e b. deve essere superato se si vogliono superare modi e forme di esistenza ontologica.

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(50)

La nuova interpretazione dell’accadere di Nietzsche diventa interpretabile come paradigma del passaggio dal Subjectum al Soggetto in quanto PARADIGMA DEL SUPERAMENTO di ogni condizione di esistenza ontologica

.

Attraverso Nietzsche, i modi del DESTINO DELLA NECESSITA’ vanno 1. Dalle forme naturalistiche dell’Ontologia classica (LOGICA. FISICA);

2. Alla condizione dell’Io e di ogni forma di esistenza strutturata secondo il binomio Io- non Io, soggetto-oggetto, Io-mondo (ARTE);

3. Fino al totalitarismo ideologico come produzione di modelli-uomo e modelli- ambiente (POLITICA).

Sono tutti i modi che Nietzsche riconosce propri alla VOLONTA’ di POTENZA (la FISICA come LOGICA) e che la tradizione ha estraniato in INTERPRETAZIONI MORALI DELL’ACCADERE (il FONDAMENTO, l’IO come VERITA’, l’ ONTOLOGIA COME SCIENZA DEL VERO).

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Successione dei risultati raggiungibili a partire dal fondamento come ipotesi logico deduttiva e dalla condizione ontologica come esistenza allo specchio.

A. Modo d’essere del fondamento: logica dell’originario; vor-ge-stellt.

Il comparire di questo modo, quale che sia l’originario, quale che sia il già-sempre-dato (ge-) indica una forma di esistenza allo specchio, all’interno della quale è posta come fondamento la differenza tra qualcosa che giustifica (conferisce senso e ragione d’essere) e ciò che è giustificato. In questa forma di esistenza il dato fondante è la differenza (quale che sia) e si ha identità solo per differenza. Un qualunque fatto, ma anche una qualunque ipotesi, così come un’idea o un modello possono valere come ciò per differenza dal quale si è giustificati, ciò di cui, per valere come essere, come identità, occorre essere rappresentazione. Si può dire che, ovunque l’esistenza è nel modo del vor-ge-stellt, lì siamo in presenza di una forma di esistenza improntata al fondamento, dunque ad una forma di esistenza ontologica. Dato quanto con Nietzsche si è detto dell’ontologia, siamo in presenza di una condizione che assoggetta il reale ad essere immagine, specchio, rappresentazione di ciò che, posto come giustificazione, si impone come senso e ragione d’essere. Il modo d’essere del fondamento, quale che esso sia, è il ritorno dell’uguale (Nietzsche), cioè la continua ripetizione del fondamento stesso (fatto,

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(52)

B. Subjectum. Status di qualunque uomo assoggettato da un modello (sociale, storico, naturale, ideale) a valere, ad avere identità esclusivamente per differenza dal modello stesso. Condizione d’essere propria a qualunque forma di esistenza allo specchio

C. Diritto. Così come non basta superare l’ontologia storica per passare dal Subjectum al Soggetto, e con essi dall’ordine giuridico classico all’ordine giuridico moderno, ma occorre superare tutti i modi e le forme attraverso le quali si instaura una forma di esistenza ontologica, ugualmente, per superare il modo d’essere ontologico occorre superare i modi e le forme del fondamento.

D. Modi del fondamento: modi e forme di esistenza allo specchio; condizioni di esistenza che lasciano posto esclusivamente ad identità per differenza.

Questione dell’Io.

Questione dell’ideologia totalitaria.

L’Io e l’ideologia totalitaria come esistenze allo specchio, modi e forme del fondamento, dunque modi e forme del Subjectum.

Netta separazione della condizione di esistenza dell’Io dalla condizione di soggetto. Il primo antitetico al secondo. L’Io come forma preparatoria dell’ideologia totalitaria.

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