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Academic year: 2022

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(1)RASSEGNA STAMPA 01-11-2018 1. ADN KRONOS Tumori: mille nuovi casi cancro pancreas al mese, nel Dna 'chiave' per batterlo 2. QUOTIDIANO SANITÀ Manovra. Il testo “bollinato” inviato al Quirinale 3. QUOTIDIANO SANITÀ Grillo: “Leggi 833, 180 e 194: atti di grande valore politico, che forse oggi un po’ manca” 4. QUOTIDIANO SANITÀ Welfare. Ok da Regioni a riparto fondi Politiche sociali e Non autosufficienza 5. DOCTOR 33 Pubblicità sanitaria, proposta di legge per vietare quella commerciale 6. ASKA NEWS Sanità: proposta di legge per vietare la pubblicità commerciale 7. ITALIA OGGI Contratti p.a., 500 euro di aumento annuo 8. LIBERO MILANO Anche se criticata, l'omeopatia usata da 11 milioni di italiani 9. ADN KRONOS Salute: studio, essere sovrappeso o sottopeso 'ruba' fino a 4 anni vita 10. LA REPUBBLICA Alzati e cammina, con la stimolazione spinale.

(2) 31-10-2018 Lettori 80.400 http://www.adnkronos.com. Tumori: mille nuovi casi cancro pancreas al mese, nel Dna 'chiave' per batterlo Tortora (Gemelli), la prospettiva è legata alla mappatura del genoma 31 ott. (AdnKronos Salute) - Non sono certo incoraggianti gli ultimi dati del registro Airtum sul cancro del pancreas. "Nel 2018 la stima è di 13.300 nuovi casi, cioè più di mille al mese in Italia. Con un lieve aumento nelle donne. Nel 2015 ci sono stati 11.400 decessi per questa malattia e le stime sulla sopravvivenza purtroppo sono ancora quelle di qualche anno fa: a 5 anni dalla diagnosi il dato è di circa l'8% e a 10 anni del 3%". Parola di Giampaolo Tortora, direttore dell'Oncologia Medica del Policlinico Gemelli e luminare della terapia contro il cancro al pancreas, che spiega all'Adnkronos Salute come le prospettive più interessanti contro questa neoplasia siano "legate alla decodificazione del genoma del pancreas". "Si tratta di una malattia che incute ancora timore e ha un'aura nefasta", dice l'esperto. Ma la ricerca non si ferma. "Fino a poco tempo fa avevamo una sola risorsa terapeutica, in questi ultimi anni sono stati messi a punto due diversi regimi di chemioterapia, ciascuno costituito da due o tre farmaci, che hanno avuto un impatto importante su sopravvivenza e qualità vita dei pazienti. Oggi - racconta - abbiamo pazienti a cui possiamo offrire uno spettro, per quanto minimo, di trattamenti disponibili, ma c'è anche tanto altro in corso". Quest'anno il Nobel è andato ai 'papà' dell'immunoterapia. "Il tumore del pancreas è peculiare e bizzarro nei suoi comportamenti e l'immunoterapia ha deluso quando l'abbiamo usata nello stesso modo in cui aveva avuto successo contro altri tipi di tumore. Così però - continua Tortora - abbiamo capito che nel tumore del pancreas esiste un microambiente: un mondo fatto di cellule, proteine, sostanze infiammatorie. Ebbene, il tumore è in grado di corrompere il microambiente e trasformarlo in un meccanismo di autoprotezione. Dunque prima bisogna lavorare sul microambiente, modificarlo e" disinnescare "questo sistema di protezione, poi agire con l'immunoterapia. Tanti studi in corso stanno sperimentando questo approccio, con prospettive molto promettenti".C'è poi la questione 'alimentazione e stili di vita'. "Tra i fattori di rischio noti per questa neoplasia c'è il fumo - sottolinea Tortora - ci sono poi alcune malattie ereditarie rare che possono predisporre, ma" nel mirino dei medici ci sono anche "obesità, una dieta ricca di grassi, o il diabete", che figurano nella lista dei fattori predisponenti. "La nostra preziosa dieta mediterranea è un valido supporto per cercare di contrastare lo sviluppo malattia, ma anche accompagnare i pazienti in terapia". Al Gemelli è stato appena inaugurato il Pancreatic Advanced Research Center, un centro specializzato già operativo, che mette in rete chirurghi, oncologi, radioterapisti, gastroenterologi e altri specialisti in un team multidisciplinare operativo. "Ciascun paziente dal momento della diagnosi viene inserito in un percorso diagnostico terapeutico organizzato, e viene accompagnato dal team in tutte le tappe del suo cammino", assicura l'esperto.Se questo è l'approccio più innovativo dal punto di vista della diagnosi e cura della malattia, grazie alla ricerca è "in corso una rivoluzione contro il tumore del pancreas. Le prospettive più interessanti sono legate alla decodificazione del genoma del cancro. Un grande consorzio internazionale, di cui faccio parte, sta decodificando i geni di tutti i tumori e lo sta facendo anche per il pancreas. Questa analisi sistematica ci ha mostrato che non esiste un unico adenocarcinoma del pancreas ma ce ne sono tanti diversi, causati da alcune alterazioni particolari. Ebbene, piccole percentuali di pazienti hanno delle alterazioni per le quali abbiamo già un farmaco ad hoc. E più si individuano queste alterazioni, più aumenta la possibilità di mettere a punto un nuovo farmaco mirato". La rivoluzione sognata dagli oncologi 20 anni fa è già iniziata..

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(25) 01-11-2018  . LETTORI 1.606. http://www.doctor33.it/ . Pubblicità sanitaria, proposta di legge per vietare quella commerciale. Una proposta di legge per vietare la pubblicità commerciale in ambito sanitario. Parte dall'Ordine dei medici di Milano l'impulso per la proposta di legge già depositata alla Camera dalla deputata Rossana Boldi, vicepresidente della Commissione Affari Sociali, che avvia il suo iter parlamentare. L'Ordine dei medici di Milano da anni va sostenendo che l'attuale deriva commerciale pubblicitaria nella sanità sarebbe il frutto di una estensiva e non appropriata interpretazione delle normative vigenti, mantenendo, tra l'altro, nel suo Codice Deontologico, insieme a pochi altri Ordini in Italia, il divieto di effettuare pubblicità commerciale in ambito sanitario. «Proprio sulla base di questo convincimento» ricorda Roberto Carlo Rossi, presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (OMCeO) di Milano «tre anni fa, commissionammo allo studio legale Scoca e Associati di Roma un parere pro veritate sulla pubblicità sanitaria. L'approfondita analisi del nostro impianto normativo è arrivata alla conclusione che in Italia non è mai stata liberalizzata la pubblicità commerciale in campo sanitario, ma, dopo la legge Bersani, solo quella informativa». Dopo questa iniziativa FNOMCeO ha istituito una Commissione sulla pubblicità sanitaria presieduta dallo stesso presidente OMCeO di Milano, Roberto Carlo Rossi. In questi giorni infine l'OMCeO Milano vede il proprio lavoro, condotto anche in.

(26) collaborazione con la Commissione Albo Odontoiatri nazionale e con ANDI e AIO, concretizzarsi nella stesura di proposta di legge affidata alla deputata Boldi. I punti cardine della proposta possono essere così riassunti: le informazioni in ambito sanitario devono escludere qualsiasi elemento di carattere promozionale o suggestionale nel rispetto della libera e consapevole determinazione del paziente; verifica preventiva del messaggio pubblicitario da parte degli Ordini territoriali di competenza e della Federazione in caso di messaggi diffusi su scala nazionale, lasciando valido il principio del silenzio assenso (per evitare che gli Ordini, soprattutto i grandi, vengano paralizzati da pratiche per il rilascio autorizzativo), rimanendo comunque salvo la possibilità di controllo successivo con connessa facoltà di emissione di motivato provvedimento ordinistico locale o centrale che ne impedisca la diffusione; in caso di violazione delle disposizioni sull'informativa Sanitaria, gli Ordini territoriali, anche su segnalazioni delle Federazioni, procedono in via disciplinare nei confronti dei professionisti o delle società iscritti e segnalano all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM e non più AGCM), per l'eventuale adozione dei provvedimenti sanzionatori di competenza; vincolo di iscrizione dei direttori sanitari presso l'Ordine territoriale in cui si trova la struttura da loro diretta, per permettere agli Ordini di competenza di effettuare un efficace controllo deontologico sulle informative sanitarie. «E' una Proposta di legge fortemente ancorata all'art. 32 della Costituzione - aggiungono Roberto Carlo Rossi, e Andrea Senna, presidente CAO OMCeO MI - che tutela il cittadino/paziente nella sua libera e ragionata scelta di ciò è meglio per la sua salute senza che il suo discernimento sia condizionato da messaggi fuorvianti. Ma che trova anche conforto nella sentenza della Corte di Giustizia Europea del 4 maggio 2017 che, di fatto, usando quasi le stesse parole del parere pro veritate, raccomandava gli Ordini di controllare l'informazione sanitaria a tutela della salute e della libera determinazione del paziente». «Ci auguriamo - concludono il presidente OMCeO MI e il presidente CAO OMCeO MI - che questa proposta di legge possa concretizzarsi in tempi ragionevoli nell'interesse di tutti i cittadini italiani»..

(27) 31-10-2018 LETTORI 12.000 http://www.askanews.it/salute/. Sanità: proposta di legge per vietare la pubblicità commerciale Iniziativa dell'Ordine dei medici di Milano. Milano, 31 ott. (askanews) – Parte dall’ordine dei medici di Milano, in collaborazione con altre realtà dele professioni sanitarie, l’impulso per una proposta di legge per vietare la pubblicità commerciale in ambito sanitario. La proposta di legge è già stata depositata alla Camera dalla deputata Rossana Boldi, vicepresidente della Commissione Affari Sociali, e avvia quindi il suo iter parlamentare. L’Ordine dei medici di Milano da anni va sostenendo che l’attuale deriva commerciale pubblicitaria nella sanità sarebbe il frutto di una estensiva e non appropriata interpretazione delle normative vigenti, mantenendo, tra l’altro, nel suo Codice Deontologico, insieme a pochi altri Ordini in Italia, il divieto di effettuare pubblicità commerciale in ambito sanitario. “Proprio sulla base di questo convincimento – ricorda Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine del medici chirurghi e odontoiatri (OMCeO) di Milano – tre anni fa, commissionammo allo studio legale Scoca e Associati di Roma un parere pro veritate sulla pubblicità sanitaria. L’approfondita analisi del nostro impianto normativo è arrivata alla conclusione che in Italia non è mai stata liberalizzata la pubblicità commerciale in campo sanitario, ma, dopo la legge Bersani, solo quella informativa”. Dopo questa iniziativa la Federazione nazionale degli ordini del medici (FNOMCeO) ha istituito una Commissione sulla pubblicità sanitaria presieduta dallo stesso presidente.

(28) OMCeO di Milano, Roberto Carlo Rossi. In questi giorni infine l’OMCeO Milano vede il proprio lavoro, condotto anche in collaborazione con la Commissione Albo Odontoiatri nazionale e con ANDI e AIO, concretizzarsi nella stesura di proposta di legge affidata alla deputata Boldi. I punti cardine della propsta possono essere così riassunti: 1- le informazioni in ambito sanitario devono escludere qualsiasi elemento di carattere promozionale o suggestionale nel rispetto della libera e consapevole determinazione del paziente; 2verifica preventiva del messaggio pubblicitario da parte degli Ordini territoriali di competenza e della Federazione in caso di messaggi diffusi su scala nazionale, lasciando valido il principio del silenzio assenso (per evitare che gli Ordini, soprattutto i grandi, vengano paralizzati da pratiche per il rilascio autorizzativo), rimanendo comunque salvo la possibilità di controllo successivo con connessa facoltà di emissione di motivato provvedimento ordinistico locale o centrale che ne impedisca la diffusione; 3-in caso di violazione delle disposizioni sull’informativa Sanitaria, gli Ordini territoriali, anche su segnalazioni delle Federazioni, procedono in via disciplinare nei confronti dei professionisti o delle società iscritti e segnalano all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM e non più AGCM), per l’eventuale adozione dei provvedimenti sanzionatori di competenza; 4-vincolo di iscrizione dei direttori sanitari presso l’Ordine territoriale in cui si trova la struttura da loro diretta, per permettere agli Ordini di competenza di effettuare un efficace controllo deontologico sulle informative sanitarie. “E’ una Proposta di legge fortemente ancorata all’art. 32 della Costituzione – aggiungono Roberto Carlo Rossi, e Andrea Senna, presidente CAO OMCeO MI – che tutela il cittadino/paziente nella sua libera e ragionata scelta di ciò è meglio per la sua salute senza che il suo discernimento sia condizionato da messaggi fuorvianti. Ma che trova anche conforto nella sentenza della Corte di Giustizia Europea del 4 maggio 2017 che, di fatto, usando quasi le stesse parole del parere pro veritate, raccomandava gli Ordini di controllare l’informazione sanitaria a tutela della salute e della libera determinazione del paziente”. “Ci auguriamo – concludono il presidente OMCeO MI e il presidente CAO OMCeO MI – che questa proposta di legge possa concretizzarsi in tempi ragionevoli nell’interesse di tutti i cittadini italiani”..

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(32) 31-10-2018 Lettori 80.400 http://www.adnkronos.com. Salute: studio, essere sovrappeso o sottopeso 'ruba' fino a 4 anni vita Roma, 31 ott. (AdnKronos Salute) - Essere in sovrappeso o sottopeso potrebbe costarci fino a 4 anni di vita, suggerisce uno studio che appare su 'Lancet Diabetes and Endocrinology'. Un'analisi fra le più estese del suo genere, che ha coinvolto quasi 2 milioni di persone visitate da medici nel Regno Unito. I ricercatori hanno scoperto che, a partire dall'età di 40 anni, le persone che si piazzano all'estremità superiore della scala dell'indice di massa corporea (Bmi) normale hanno il più basso rischio di morire. Mentre le persone che si classificano nella parte estrema superiore o inferiore del Bmi rischiavano di avere vite più brevi.Il Bmi, ricordano gli autori dell'Università di Exeter, viene calcolato dividendo il peso di un adulto per il quadrato della sua altezza. Un punteggio 'sano' va da 18,5 a 25. La maggior parte dei medici è convinta che misurare il Bmi sia il metodo migliore per capire se un paziente è obeso, perché è un metodo preciso e semplice, ricorda la Bbc online. Prendendo in considerazione questo indicatore, lo studio ha mostrato che l'aspettativa di vita di uomini e donne obesi è rispettivamente inferiore di 4,2 e 3,5 anni rispetto a quella delle persone che si trovano nella 'casella' Bmi normale. La differenza per uomini e donne sottopeso è invece di 4,3 anni (uomini) e 4,5 anni (donne). Un Bmi 'sballato' è stato associato a tutte le cause di morte, ad eccezione degli incidenti legati al trasporto: dal cancro, alle malattie cardiovascolari, alle malattie respiratorie..

(33) ISTITUZIONALE SANITÀ.

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