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ISTITUTO FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

capitolo generale XVI

atti

R O M A 17 A P R I L E - 28 L U G L I O 1975

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V

II - GOVERNO DELL’ ISTITUTO

M odificazioni di strutture

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ISTITUTO FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

capitolo generale XVI

atti

R O M A , 17 A P R I L E - 28 L U G L I O 1975

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Roma, 8 settem bre 1975

C arissim e Sorelle,

a viva voce le buone Isp e ttric i vi hanno già dato relazione del lavoro svolto nel Capitolo X V I, che tanta im portanza avrà per la vitalità del no stro Is titu to spe­

cialm ente n ell’ora p resente della Chiesa e della società.

Ma perché tu tte possiate avere la facilità di leggere e m editare individualm ente le trattazion i dei vari argo­

m e n ti che furono oggetto di stu d io del Capitolo, vederli nel loro ordine logico, conoscerli nella loro im po sta ­ zione d o ttrinale e salesiana e nei fr u tti delle delibera­

zioni che ne sono scaturite, vi p resen to oggi la stesura degli A tti del Capitolo e insiem e le dieci relazioni delle C om m issioni di studio.

So che li a tten d ete con vivo desiderio, così com e si atten d e tu tto ciò che interessa la vita della nostra cara Congregazione, che abbiam o scelto e che am iam o com e Famiglia nostra, e sono sicura che accoglierete « senza p arentesi e senza forzature », com e ci ha d etto il rev.m o R e tto r Maggiore, tu tto ciò che è stato deliberato.

A p roposito delle p rim e Regole don B osco diceva:

« A nulla varrebbe il saperle anche a m em oria se poi non si m e ttessero in pratica ».

A p roposito degli A tti del Capitolo e di tu tti gli al­

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tri d o cu m en ti capitolari dobbiam o pure ripetere: « A nulla varrebbe leggere q u esti nuovi libri, se non ne assim ilassim o i co n ten u ti e non li traducessim o in vita personale, com unitaria e apostolica ».

I lavori del Capitolo sono sta ti accom pagnati sem ­ pre dalla p resenza illum inante di Maria S S .m a e p er sua intercessione abbiam o p o tu to m eglio riscoprire la no­

stra id en tità di Figlie di Maria A usiliatrice alla luce delle origini e nella realtà di oggi.

La sua m aterna guida ci doni ora luce n ell’assim ila­

zione e slancio n ell’attuazione dei d o cu m en ti capitolari, in m odo che ognuna di noi, personalm ente, venga nella decisione così salesiana: « C om incio io! ».

L ’im pegno personale di ciascuna diverrà ferm e n to di vita nuova p er tu tta la Congregazione.

Ce l’ottenga la M adonna, nostra M adre e Ausiliatrice.

aff.ma Madre Suor ERSILIA CANTA

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BREVE CRONISTORIA DEL CAPITOLO

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N ella circolare d ell’o tto b re 1973, la S u p erio ra Gene­

rale, M adre E rsilia C anta, com unicava u fficialm ente a tu tto l’I stitu to il tem a del C apitolo G enerale, che si sareb b e iniziato nell’ap rile del 1975, in qu esti term ini:

Te m a d e l Ca p it o l o

La formazione della Figlia di Maria Ausiliatrice, per una graduale conquista della sua identità di persona consacrata apostola, operante fra le giovani con lo spirito di Don Bosco e di Madre Mazzarello nella società e nella Chiesa, oggi.

Un allegato indicava gli asp e tti fondam entali in tre so tto tem i p e r facilitare l ’app ro fo n d im en to del lavoro nelle com unità.

I - La form azione della FMA; persona consacrata alla « sequela C hristi » in un m ondo in cam bia­

m ento.

II - La co stan te fedeltà all’im pegno della co nsacra­

zione-m issione della FMA esige la form azione a un a vita religiosa p ro fo n d am en te ra d ic a ta nella fede, in tim am e n te p e n e tra ta dallo sp irito di pre­

ghiera e fo rtific ata d a ll’esercizio d ell’abnegazione.

I II - La FMA, m em bro di u n Is titu to in serito nella m issione salvifica della Chiesa, realizza nella società u n disegno di Dio in fedeltà al carism a del Fondatore.

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Ogni su o ra veniva p u re in v ita ta a stu d ia re con serie tà le C ostituzioni ad ex p erim en tu m del Capitolo Generale Speciale del 1969 p e r p ro p o rre eventuali e­

m endam enti.

Iter della consultazione

Il tem a del C apitolo G enerale era fru tto di un labo­

rioso ite r di consultazione.

• N ell’agosto 1972 la M adre G enerale aveva chiesto a tu tte le Isp e ttric i, riu n ite a M ornese p e r le cele­

brazioni del C entenario, di p ro p o rre e n tro il gen­

naio 1973 tre tem i di studio.

• Dal gennaio all’ap rile 1973 il Consiglio G enerale ave­

va stu d iato i 195 tem i p erv en u ti ed erano em ersi cinque arg om enti fond am en tali, che, o p p o rtu n a ­ m ente fo rm u lati, eran o s ta ti rim a n d a ti alle Is p e t­

tric i perché, dopo aver fa tta la consultazione, esp ri­

m essero la loro preferenza.

• Il risu lta to di tale consultazione p o rtò alla scelta del tem a del Capitolo, che la M adre G enerale com u­

nicò a ll’I s titu to n ell’o tto b re 1973.

Le Isp e tto rie stu d iaro n o con im pegno il te m a p ro ­ posto e ne stesero il docum ento ufficiale nei C apitoli Isp e tto ria li.

Anche le C ostituzioni furono oggetto di studio, fa tto a grup pi di suore o singolarm ente. C iascuna poteva spedire d ire tta m e n te al C entro gli em endam en ti giudi­

cati o p p o rtu n i. Ne arriv aro n o circa 20.000 e fu ro n o dili­

gentem ente catalogati.

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Lo stesso m eto do di sch e d atu ra p e r argom en to ven­

ne a d o tta to p e r le S intesi isp etto riali (i docum enti u f­

ficiali p re p a ra ti dai C apitoli Isp e tto ria li), nella trip lice linea che g eneralm en te p resentav ano: p a rte teo rica di prin cip i - rilievo di situazioni am bien tali - pro po ste.

F urono p u re catalogati gli a ltri c o n trib u ti di lavoro che arriv aro n o da ogni p a r te dell’I stitu to :

— le risp o ste ai q u estio n ari inviati al p erso n ale in form azione (po stu lan ti e novizie: 500)

— le risp o ste ai q u estio n ari inviati alle allieve delle n o stre scuole secondarie (15.379)

— le risp o ste ai q u estio n ari inviati a 1950 exallieve perch é esp rim essero i p roblem i e le rich ieste delle associazioni.

O ltre gli schedari, d estin ati a facilitare alle Capi­

to lari il lavoro di consultazione, fu rono un valido sus­

sidio p e r l’ap p ro fo n d im en to del tem a i 46 lavori m o­

nografici sugli asp e tti fondam entali della form azione, com pilati da suore e sp e rte a p p a rte n e n ti a varie Isp e t­

torie.

Le Isp e ttric i co n trib u iro n o p u re a d are u n a visione reale d ell’I stitu to , inviando al C entro u n a relazione con la p an o ram ica delle opere sociali della p ro p ria Isp e tto ria .

Q uesto il lavoro che ha p reced u to il C apitolo e ha m a tu ra to u n a vera p artecipazione di preghiera, di in te­

resse, di attesa.

Nelle pagine che seguono e raccolto il fru tto del la­

voro ca p ito lare ancor più intenso, im pegnato e so p ra t­

tu tto « p re g ato ».

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IL CAPITOLO Arrivo delle Capitolari

Le C apitolari in nu m ero di 143, p rovenienti da 65 Isp e tto rie che estendono la loro azione apo stolica in 60 nazioni, sono p re sen ti a Rom a, in casa Generalizia, il 4 ap rile 1975.

Nei giorni seguenti, la R egolatrice del Capitolo, Ma­

d re M. Ausilia Corallo, p re se n ta loro il m ateriale sche­

dato, giunto dai vari C apitoli Isp e tto ria li e l'abbozzo del R egolam ento del C apitolo stesso.

Vengono quindi elette dall'A ssem blea cinque Capi­

to lari che saran n o in caricate della revisione del Rego­

lam ento. Sono invitate a fare da S cru ta tric i nella ele­

zione le due Isp e ttric i più anziane: M adre F e rre ro G iuseppina e M adre Böhm A ntonietta.

Come S eg retaria delle operazioni di scru tin io viene p ro p o sta all'assem blea e ap p ro v ata Sr. E rsilia S can­

ziani.

Commissioni di studio

Vengono poi fo rm a te le dieci C om m issioni di stu dio in caricate di ap p ro fo n d ire u n p artic o la re a sp e tto del tem a del Capitolo. A ntecedentem ente ogni C apitolare aveva già esp resso le sue preferenze p e r le singole C om m issioni, che sono così suddivise p e r argom ento:

I Commissione: F o r m a z i o n e d e l l a FMA p e r s o n a CONSACRATA ALLA « SEQUELA C H R IS T I » IN UN MONDO IN CAMBIAMENTO

II Commissione: La f o r m a z i o n e d e l l a FMA a l l a VITA DI FEDE

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III Commissione: La f o r m a z i o n e d e l l a FMA a l l a p r e g h i e r a

IV Commissione: L a f o r m a z i o n e d e l l a FMA a l l o s p i r i t o d i a b n e g a z i o n e

V Commissione: I l c a r i s m a d e l F o n d a t o r e , l o s p i ­ r i t o E LA M ISSIO N E DELL’ISTITUTO

VI Commissione: I l M e t o d o P r e v e n t i v o n e l l e s u e FONTI PER UNA FEDELE ATTUAZIONE RISPONDENTE ALLE ESIGENZE DEL MONDO GIOVANILE, OGGI

VII Commissione: La P a s t o r a l e G i o v a n i l e , c o n p a r ­ t i c o l a r e INTERESSE PER GLI AMBIENTI POPOLARI

VIII Commissione: F o r m e e m o d i r i s p o n d e n t i a l p l u ­ r a l i s m o DELLE SITUAZIONI AMBIENTALI

IX Commissione: I n s e r i m e n t o n e l l a P a s t o r a l e d ' IN S IEM E PARROCCHIALE E DIOCESANA, CON PARTICO­

LARE RIFERIMENTO ALLA PASTORALE DEGLI ADULTI

X Commissione: Le v a r i e t a p p e d e l l a f o r m a z i o n e

DELLA FMA PER UN APPROFONDIMENTO DELLE SUE

LINEE ESSENZIALI E PER LA FORMULAZIONE DI UN DOCUMENTO-GUIDA.

Santi Esercizi

Dal 9 al 16 aprile, nella p reg h iera e nel raccoglim en­

to dei S an ti E sercizi p re d ic a ti dal rev. Don Antonio Jav ierre d ell’U niversità Pontificia Salesiana, le Capi­

to lari si p re p a ra n o al grave com pito che le attend e.

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Il 15 aprile, alla ricchezza dei S anti E sercizi si aggiun­

ge la grazia della partecipazione, nella B asilica di S. Pie­

tro , alle funzioni p er l’acquisto del Giubileo.

Il giorno 16 il rev.m o R e tto r M aggiore, con u n a con­

celebrazione eu caristica e con l’om elia, conclude i S an ti Esercizi.

Inizio ufficiale del Capitolo

L’inizio ufficiale del C apitolo avviene l’indom ani m a ttin a con la M essa dello S p irito S anto co nceleb rata dal R e tto r M aggiore, d a Don G iuseppe Z avattaro suo V icario p e r le FMA, e dai Salesiani teologi Don Paolo N atali e Don R aim ondo F rattallo n e, consulenti d u ra n te i lavori del Capitolo.

All’om elia del R e tto r M aggiore fa seguito, in aula, il suo discorso di a p e rtu ra , in cui egli svolge il te m a di fondo sul ra p p o rto tr a la fed eltà ai valori p eren n i e le esigenze di a d a tta m e n to ai tem pi.

In seguito la M adre nom ina, col consenso d ell’as­

sem blea, quale S egretaria, Sr. Anna P aterno, e d ich iara u fficialm en te ap e rto il C apitolo G enerale XVI.

Il giorno 18 la riunione si inizia al m a ttin o con la le ttu ra del teleg ram m a in cui il S an to P ad re Paolo VI, benedicendo p a te rn a m e n te le C apitolari e i loro lavori, au sp ica p e r tu tte u n rin n o v ato fe rv ore di v ita consa­

c ra ta e di servizio ecclesiale.

Il caloroso applauso che segue esp rim e la filiale ri­

conoscenza di tu tte p e r la b o n tà del Santo P adre e il voto rin n o v ato della p eren n e fedeltà.

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La M adre ric o rd a poi, con com m ossa riconoscenza, le indim enticabili figure di M adre Angela Vespa, M adre C arolina Novasconi, M adre E lba Bonom i, che ta n to h an n o lavorato p e r l'attu azio n e d ell’u ltim o C apitolo e che o ra c e rtam en te ci sono p re sen ti dal Cielo con la loro intercessione. R icorda p u re la ca ra M adre Bianca P a tri che, in preg h iera e in o fferta, co n tin u a a lavorare sem pre p e r l’I stitu to .

Legge qu in d i la sua Relazione sullo stato della Con­

gregazione nel sessennio 1969-1975 facendo conoscere le variazioni geografiche e n um eriche avvenute, il cam po apostolico sem pre vastissim o, i vari problem i so rti e i conforti ricevuti dalla generosità delle n o stre sorelle.

Un pensiero p artic o la re va alle suore co stre tte , in alcuni paesi, a lavorare nel silenzio e nel sacrificio, e va specialm ente alle suore del V ietnam sem pre più sulla linea del fuoco.

Nel pom eriggio, dopo varie discussioni, il Regola­

m ento del C apitolo è app ro v ato nella sua definitiva ste su ra rie la b o ra ta d all’ap p o sita Com m issione. E ssa 1’

h a re d a tta tenendo conto degli em endam en ti p ro p o sti dalle C apitolari.

Vengono quin d i elette dieci S cru ta tric i p e r le ope­

razioni di scrutinio.

Con u n ’a ltra votazione si eleggono M oderatrici p er i d ib attiti: M adre M arinella C astagno - M adre Ida G rasso - Sr. R osalia T ortorici.

La M adre nom ina infine tre a iu ta n ti p e r la S egreta­

ria del Capitolo: Sr. M ichelina Secco - Sr. Gem m e Rosa Sr. Rosso E rn esta.

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Conferenze orientative

Nei giorni 19-20-21 ap rile le C apitolari sono aiu tate nelle loro riflessioni dalla p aro la di p ersone qualificate, che illu stran o im p o rta n ti tem i:

— P adre I. B eyer SJ, Decano della F acoltà Teolo­

gica della P ontificia U niversità G regoriana:

« II carism a degli Is titu ti Religiosi »

— Don E. Viganò SDB, Consigliere G enerale p er la form azione:

« I l carism a di Don B osco »

— Sr. M. E. P osada FMA, D ocente di S p iritu a lità Salesiana al Pontificio Is titu to di Scienze d ell’

Educazione di Torino:

« Il messaggio di Santa Maria M azzarello com e fo n te di spiritualità delle FMA »

— Sr. E. R osanna FMA, D ocente di Sociologia p re s­

so lo stesso Istitu to :

« M ondo in cam biam ento e form azione. P rospet­

tive sociologiche »

Le C apitolari hanno poi negli in co n tri serali della B uona N otte con le M adri del Consiglio u n a p an o ram i­

ca in tere ssa n te dello sviluppo storico d ell'I stitu to , e dalla M adre ricevono ricchezza di o rien ta m e n ti p e r a t­

tu a re in fed eltà e sem plicità la n o stra vocazione di FMA.

Il 21 aprile l’E conom a Generale, M adre L aura M ara­

viglia, esprim e d ap p rim a la sua riconoscenza p e r il la­

voro intelligente e generoso com piuto dalla ca ra M adre B ianca P atri e p re se n ta poi all’assem blea la situazione

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finanziaria d ell’I stitu to , le realizzazioni a ttu a te e qu el­

le in progetto.

Un applauso caloroso sottolinea la speranza p e r il risc a tto della c a setta della V alponasca, testim o n e dei fervori eucaristici e m arian i di san ta M aria M azzarello.

La M adre n om ina u n a C om m issione p e r la revisione della Relazione finanziaria: essa, dopo averla p re sa in esam e, ne riferisce all’assem blea, m o stran d o apprezza­

m ento e g ra titu d in e p e r la chiarezza ed esattezza ri­

sco n tra te nei docum enti.

Il 21 ap rile iniziano i lavori nelle C om m issioni di studio e nella C om m issione di C oordinam ento, fo rm a ta dalla M adre G enerale, dalla R egolatrice del Capitolo, dai m em b ri del Consiglio G enerale, dalle dieci P resi­

d en ti delle C om m issioni e dalle tre M oderatrici.

Il prim o d ib a ttito in au la è sulla ristru ttu ra z io n e del Governo C entrale d ell’I stitu to .

Il C apitolo si o rie n ta verso u n nuovo tip o di Consi­

glio fo rm ato da:

c o n s i g l i e r e i n c a r i c a t e di p a rtic o la ri se tto ri di attiv ità e re sid e n ti p iù a lungo al C entro;

c o n s i g l i e r e v i s i t a t r i c i che colle loro visite, fa­

cilitino i ra p p o rti t r a le Isp e tto rie e il C entro.

Elezione della Superiora Generale e della Vicaria

Nel giorno com m em orativo della n asc ita di S. Ma­

ria M azzarello — 9 maggio — m e n tre in cappella le suore si susseguono in tu rn i di adorazione, si svolge in

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au la l’elezione della S u p erio ra G enerale e della sua Vi­

caria.

MADRE ERSILIA CANTA è rie le tta fra l ’esultanza generale

MADRE MARGHERITA SOBBRERO è p u re rico n ­ fe rm a ta nella sua carica.

Presiede l’a tto im p o rta n te il R etto r M aggiore col suo V icario p e r le FMA, Don G iuseppe Z avattaro.

Le C apitolari, n e ll’affid are u n ’a ltra volta l’I s titu to a M adre E rsilia C anta, esprim ono la loro fiducia p ien a in lei, la riconoscenza p ro fo n d a p e r la sua to tale dedizione e la sicurezza che la sua fede, il suo equilibrio, la sua sin cera a p e rtu ra alle perso n e e alle situazioni, sa p ra n ­ no arm onizzare u n ità e plu ralism o nella fed eltà al ca­

rism a, secondo le esigenze della Chiesa e della società oggi.

La d a ta p e r le elezioni delle Consigliere sa rà stab i­

lita in seguito.

V isita di S. E. M onsignor Agostino M ayer

Il giorno 13, la fe sta della n o s tra S an ta riveste p a r­

ticolare solen nità p e r la presenza di S. Ecc. Mons. Ago­

stino M ayer, S egretario della S acra Congregazione dei Religiosi, che d u ra n te la concelebrazione eu caristica so tto lin ea n ell’om elia la docilità di S. M aria M azzarello allo S p irito S anto, e, n ell’au la capitolare, trac cia all’

assem blea le linee sicure p er u n rinnovam en to che re n ­ da più a u ten tica la sequela C hristi: rinnov am ento se­

condo le d irettiv e del Concilio, nella fedeltà al carism a

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e alle sane trad izio n i d ell’I stitu to , nella p artecipazion e alla v ita della C hiesa e n ell’attenzione ai segni dei tem pi.

T ra tte n en d o si poi con le M adri del Consiglio, p a rte ­ cipa loro le ricchezze della sua v asta esperien za di vita religiosa e della sua p ro fo n d a v ita spirituale.

P reseguono in ta n to i lavori delle Com m issioni, le presen tazio n i in assem blea dei vari risu lta ti dello stu ­ dio e seguono le relative discussioni.

U na nuova Com m issione, c o stitu ita da dieci m em b ri scelti dalla M adre sui tre n ta no m inativi p ro p o sti d all’

assem blea, h a l’incarico di rie la b o ra re gli articoli delle C ostituzioni secondo gli em endam enti m an d ati dalle suore.

P er co o rd in are in m odo organico lo svolgim ento del lavoro nei vari setto ri, la P residenza, d ’accordo con la C om m issione di C oordinam ento, istituisce:

— u n a C om m issione in caricata della revisione del M anuale com p osta d a q u a ttro m em bri;

— u n ’a ltra di cinque m em b ri p e r p re n d e re in esa­

m e le m odifiche rich ie ste p e r l’ab ito religioso;

— e u n a terz a fo rm a ta dai m em b ri della 3A Com­

m issione p e r la ristru ttu ra z io n e del L ibro delle preghiere.

Una so sta sp iritu ale n ell'intenso lavoro è d a ta dalla partecipazio ne, nel m attin o del 21 m aggio, alla conce­

lebrazione eu c aristica n ella B asilica del Sacro Cuore, all’a lta re di M aria A usiliatrice, dove Don Bosco celebrò la sto rica M essa in te rro tta più volte dal pianto.

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Udienza Pontificia

V erso sera, in Piazza S. P ietro, pren d iam o p a rte a u n a grandiosa udienza pontificia, a cui sono p re sen ti circa centom ila persone.

Il « grazie » del P apa p e r l ’o p era che le FMA svolgo­

no nella Chiesa, e la S ua p a te rn a espressione: « ... Sono la n o stra consolazione!... » sono dono prezioso e stim o ­ lo fo rte p e r essere tu tte , sem pre, confo rto al P apa e alla Chiesa.

L’8 giugno il card. R aul Silva H e n rìquez, P rim ate del Cile, presiede la concelebrazione eucaristica.

All’om elia, tra e n d o sp u n to dalla frase di Gesù:

« P referisco la m iserico rd ia al sacrificio », e so rta tu tte ad essere segni più credibili di m isericord ia, di genero­

sità, di pace.

Dal 12 al 16 giugno si sospendono i lavori cap ito lari perché le D elegate d ’Ita lia devono re carsi nelle loro sedi p e r v o tare nelle elezioni am m in istrativ e e regionali.

Il 23 giugno viene discusso e app ro v ato il prog etto della C onferenza In te risp e tto ria le : u n organism o in te r­

m edio nella s tr u ttu r a di governo. E u n ’esperienza che p o trà essere a ttu a ta con g ra d u alità e flessibilità, p e r u n arricch im en to reciproco delle Isp e tto rie .

Elezioni delle Consigliere

P artico lari preghiere precedono la gio rn ata del 24 giugno che segna l ’elezione delle Consigliere resid enti.

Alla vigilia, la M adre com unica che M adre M aria

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Jacqueline e M adre M elchiorrina B iancardi chiedono che nelle elezioni non si tengano p re se n ti i loro nom i dato che, nella ristru ttu ra z io n e del Governo C entrale, le m ansioni ad esse affid ate sono sta te assu n te da a ltri organism i.

La com m ozione d ell’assem blea a tte s ta la g ra titu d in e e la stim a di tu tte le C apitolari p e r il loro lavoro gene­

roso e p e r la loro esem plare testim onianza.

Il 24 a p re l ’adun anza il rev.m o R e tto r M aggiore che p re se n ta il Consiglio G enerale com e il cen tro m o to re d ell’I stitu to , in cui i vari m em bri, in piena collabo ra­

zione con la M adre, recepiscono i fe rm en ti nuovi e li integrano coi valori peren n i p e r l’anim azione di tu tto l 'I stituto.

Si p rocede alle votazioni e risu ltan o elette:

— M adre Maria Ausilia Corallo

C onsigliera p e r la Form azione p erm a n en te

— M adre Ilk a Perillier M oraes

C onsigliera p e r la F orm azione iniziale

— M adre Lidia Carini

C onsigliera p e r le M issioni

— M adre M arinella Castagno

C onsigliera p e r la P asto rale Giovanile

— M adre Letizia G alletti

C onsigliera p e r la P asto rale degli ad u lti

— M adre Laura Maraviglia

C onsigliera ed E conom a G enerale

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Il 25 giugno, p re se n te anco ra il rev.m o R e tto r Mag­

giore e il suo vicario, vengono elette le C onsigliere Vi­

sita to c i:

— M adre C arm en M artin M oreno

— M adre E m ilia Anzani

— M adre Maria del Pilar L etón - d ell’ls p e tto ria C olom biana N. S. della Neve

— M adre R o setta M archese - d ell’Isp e tto ria Lom­

b a rd a M aria Im m aco lata

— M adre E lba M ontaldi - dell’Is p e tto ria A rgentina N. S. del R osario

Relazioni delle Commissioni capitolari

Le dieci C om m issioni in tan to , dopo aver stu d iato l ’ab b o n d a n te m ateria le p erven uto dalle Isp e tto rie , p re ­ sentano a tu rn o , p e r mezzo delle singole p re sid e n ti, le relazioni sugli argom enti loro assegnati, co rre d a te da p ro p o ste operative.

R ielab o rate le une e le a ltre coll’assunzione degli em endam enti fa tti dall'assem blea, vengono approvate.

Le C om m issioni delle C ostituzioni e del M anuale, te­

n u to conto delle p ro p o ste fa tte dalle suore, p re sen tan o a loro vo lta in aula i v ari artico li em endati o rinnovati.

Ogni articolo è riveduto e votato.

Una più ac cu ra ta ste su ra definitiva viene affid ata a u n a C om m issione post-capitolare, sia p e r le C ostitu­

zioni, sia p e r il M anuale.

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Chiusura del Capitolo

Il 27 luglio, a ch iu su ra del Capitolo, si svolge u n a solenne concelebrazione eu c aristica p re sie d u ta dal R et­

to r M aggiore, a cui fanno corona dieci S u p erio ri Sa­

lesiani.

È l’espressione conclusiva p iù efficace del ring razia­

m ento vivissim o a Dio p e r ta n ta ricchezza di grazia, di luce d o n ata in q u esti m esi, d ire tta m e n te d all’azione in­

visibile del Suo S pirito e di M aria SS.m a, e in d ire tta ­ m en te attra v e rso la b o n tà p a te rn a del R e tto r Maggio­

re e la d ispo nibilità fra te rn a , ricca di com petenza e di sp irito salesiano, dei RR. S alesiani consulenti.

In au la il R e tto r Maggiore, dopo aver espresso il suo com piacim ento p e r il bilancio larg am en te positivo dei lavori del Capitolo, p e r l'equilibrio d im o strato n el­

la com pilazione dei docum enti, fa voti perch é le Deli­

berazioni, trasm esse con fedeltà e a ttu a te con am ore, accrescano il valore vitale d ell’I stitu to : l'u n ità dello sp irito nel filone della tradizione salesiana.

Il m attin o seguente — 28 luglio — con la le ttu ra del verbale di ch iu su ra e delle D eliberazioni, ap p ro v ate con la firm a di tu tte le C apitolari, si chiude definitiv am ente il C apitolo G enerale XVI, che h a p o rta to u n nuovo ric­

co c o n trib u to p e r la con q u ista della n o stra id e n tità di Figlie di M aria A usiliatrice.

Alla M adonna, F ondatrice, M adre e M aestra d ell’I­

stitu to , il n o stro grazie filiale.

23

(22)

SINTESI DELLE RELAZIONI CAPITOLARI

(23)

P R E M E SSA

Gli « A tti del Capitolo Generale X V I » raccolgono in fo rm a sintetica, p u r conservando tu tti i conten uti, le relazioni elaborate dalle singole com m issio n i e presen­

tate in assem blea p er l'approvazione.

Nella com pilazione degli A tti si è riten u to o p p o rtu ­ no sudd ividere gli argom enti in capitoli, com p ren d en ti ciascuno il con ten u to di una o più relazioni.

A ll’esam e della situazione esistenziale in cui la FMA è chiam ata oggi a operare — un m ondo in co nti­

nuo cam biam ento so tto la spinta di in flu e n ti fen o m en i socio-culturali — (cap. I), segue lo stu d io sul carism a di S. G. B osco e di S. M. M azzarello e sullo spirito del­

l ’I stitu to : o rien ta m en ti sicuri p e r la consacrazione-m is­

sione della FMA (cap. II).

La fede, la preghiera e l’esercizio d ell’abnegazione vengono p resen ta ti com e elem enti fo n d a m en ta li della form azione della FMA chiam ata alla « Sequela C hristi » (cap. III).

Il S iste m a Preventivo, stile della nostra azione edu­

cativa, viene stud ia to in chiave attuale nelle sue com ­ p o n en ti essenziali: ragione, religione, am orevolezza (cap. IV ).

Segue la presentazione della nostra azione apostoli­

27

(24)

ca nel cam po giovanile, tra gli a dulti e nella pastorale d ’insiem e della Chiesa locale (cap. V).

F ondam entale è lo stu d io che risponde d iretta m en te al tem a del Capitolo: la fo rm azion e della FMA.

Fin dalla sua entrata n ell’Is titu to , la FMA viene orientata verso la conquista graduale della sua speci­

fica id entità di religiosa salesiana (form azione iniziale) e, con un continuo processo di a p p ro fo n d im en to e di aggiornam ento, viene aiutata a valorizzare e a vivere sem p re più responsabilm ente gli im pegni della sua vo­

cazione (form azione p erm a n e n te) (cap. VI).

A conclusione, si p resen ta la ristru ttu ra zio n e data dal Capitolo al Governo Centrale e le linee di un Orga­

nism o in term ed io — C onferenza In terisp etto ria le — p ro p o sto alle Isp e tto rie che desiderano sperim entarlo in un clim a di collaborazione reciproca p er un m ag­

gior increm ento della vita religiosa nei loro a m bienti (cap. V II).

Al term in e di ogni trattazione sono riportate le Deli­

berazioni prese dal Capitolo, relative all’argom ento esposto.

28

(25)

I - LA FIGLIA DI MARIA AUSILIATRICE VIVE IN UN MONDO IN CONTINUO CAMBIAMENTO

(26)

P er p o te r stab ilire con chiarezza le linee m etodolo­

giche della « fo rm azione della FMA » — tem a centrale del C apitolo — è necessario p a rtire d a ll’esam e della situazione am bientale in cui oggi essa è ch iam ata a vi­

vere e operare.

La 1a C om m issione, quindi, a ffro n ta il non facile com pito di stu d iare 1’ « i n f l u s s o d e i f e n o m e n i s o c io l o­

g i c i SULLA MENTALITÀ E SUGLI ATTEGGIAMENTI DELLA

FMA ».

La società oggi

I profo ndi m u tam en ti che rivoluzionano la società a livello econom ico, scientifico e tecnico, di com unica­

zione e di collaborazione internazionale, influiscono su ll’uom o e gli danno u n a nuova visione di se stesso, del m ondo e di Dio.

• L’uom o scopre in sé forze nuove e approfond isce nuovi asp e tti della sua re a ltà personale; sente di a p p a rte n e re a u n a specifica cu ltu ra, m a ten d e all’

integrazione e allo scam bio di e sp e rie n z e con a ltri uom ini; p re n d e coscienza di essere p ro tag o n ista della storia; dom ina la tecnica e crea il suo am bien­

te secondo il calcolo e la razionalizzazione; rifiu ta ogni schiavitù e sfru ttam e n to .

• La nuova visione del m ondo lo p o rta a fa r cad ere i privilegi delle classi sociali; a cercare la socializ­

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zazione, ad ac c e tta re il p lu ralism o delle c u ltu re e dei valori; a d are p iù im p o rtan za al p ro g resso tec­

nico e scientifico che alle re a ltà trasc en d en ti e ad o rie n ta rsi verso filosofie che p o rta n o a ll’angoscia e allo scetticism o.

• La visione di Dio tende a lib era rsi da u n a concezio­

ne p iu tto sto in telle ttu a listica. L ’uom o di oggi è p o r­

ta to a sen tire Dio com e P adre, ricco di m isericordia e di perdono, che accoglie tu tti: è il Dio-per-l’uom o, che m u o re perch é l'uom o viva. Dio irro m p e nel m ondo e nella sto ria, p e rc o rre lo stesso cam m ino dell'uom o; non im pone la fuga del m ondo e dei p roblem i te rre s tri, m a chiam a l'uom o ad essere suo co llab o rato re nella m issione salvifica.

La Chiesa di fronte al mondo d ’oggi

Il Concilio V aticano II, p ren d en d o a tto che la tr a ­ sform azione sociale e cu ltu ra le che stiam o vivendo è di stra o rd in a ria im portanza, in q u an to « ha i suoi r i­

flessi anche sulla vita religiosa » (GS 4 c), sente che è com pito della C hiesa « sc ru ta re i segni dei tem pi e in­

te rp re ta rli alla luce del Vangelo » (GS 4), ed invita i fedeli ad « arm onizzare la conoscenza delle nuove scien­

ze, delle nuove d o ttrin e e delle p iù re cen ti scop erte con la m orale e il pen siero cristian o » (GS 62 f).

In q u esta costruzione della « c ittà te rr e s tre » i reli­

giosi hanno un com pito in sostituibile: quello di colla­

b o ra re sp iritu alm e n te perch é sia fo n d a ta nel Signore, a Lui d ire tta , così che non lavorino invano quelli che la stan n o edificando (cf LG 46 b ) .

È necessario quindi che i religiosi sappiano con­

giungere la contem plazione a ll'a rd o re apostolico (cf PC 32

(28)

5 e) e che, nella fedeltà al ca rism a del p ro p rio Istitu to , tengano p re se n te l'u tilità della C hiesa universale e del­

le diocesi, ad a tta n d o le o pere stesse alle necessità dei tem p i e dei luoghi (cf PC 20).

La risposta della FMA al m ondo d ’oggi

Il discorso p ro g ram m atico del san to P ad re Paolo VI alle FMA nel cen ten ario d ell’I stitu to poneva u n a do­

m anda: « S a p rà la v o stra Congregazione risp o n d ere all’

appello della Chiesa, nella to rm e n ta ta o ra che volge? » e trovava u n ’u n ica ris p o s ta che p o tesse g a ra n tire l’av­

venire dell’I stitu to , la stessa v italità e fecondità del passato : la santità.

P ro p rio p erch é santi, Don Bosco e M adre M azzarello furono vigili e a tte n ti ai bisogni dei luoghi e dei tem pi, ne seppero cogliere le urgenze e risp o n d erv i p ro n ta ­ m en te e concretam ente, p e r aiu tare, attra v e rso l’ed u­

cazione cristia n a della gioventù, la costruzio ne di u na

« città te rre s tre » che fosse « fo n d a ta nel S ignore ».

Oggi noi FMA davanti al plu ralism o delle ideologie, dei fenom eni sociologici, delle situazioni am bientali, dobbiam o:

1) aver ch iara la n o s tra id en tità : « co n sacrate » da Dio in un Is titu to p er u n a « m issione » da com pie­

re specialm ente tr a i giovani;

2) aver chiaro il n o stro atteggiam ento: attenzione ai

« segni dei tem p i » p e r sap e r scegliere, n ell’attu ale m om ento storico, so ltan to quei valori che, p assa n ­ do all’in tern o della n o stra v ita co n sacrata, possano

33

(29)

essere tra sfig u ra ti e assu n ti ai fini della « m issio­

ne » nel ca rism a di Don Bosco e di M adre Mazza­

rello.

*

A ttraverso u n diligente studio delle « S intesi » che ogni C apitolo Isp e tto ria le h a inviato al C entro, la Com­

m issione h a cercato di rilevare, nei lim iti del possibile, le incidenze positive e negative dei fenom eni sociologici sulla n o s tra re a ltà di consacrate-apostole.

M ettendo a b ase la definizione di FMA:

COMUNITÀ’ D I PE R SO N E CONSACRATE P E R UNA M ISSIO N E nel mondo d’oggi e secondo il carisma del Fondatore

h a rilevato an z itu tto com e esigenza fon dam en tale la dim ensione com unitaria p e r u n ’au ten tica realizzazione della vocazione salesiana.

COMUNITÀ di persone consacrate

Gli elem enti costitu tiv i di u n a vera co m u n ità di con­

sac rate sono:

• fede, speran za e carità;

• sp irito di fam iglia, in u n clim a di fiducia e di stim a reciproca, dove ciascuna si sen ta valorizzata e am a­

ta, co rresponsabile e collab o ran te al bene della co­

m unità;

• rice rca com une della v o l o n t à d i Dio in m o m enti p artic o la rm en te im pegnativi, alla luce della sua Parola;

34

(30)

• creatività nella sua dinam ica in te rn a (orario, p re ­ ghiera, program m azione, verifiche, ecc.).

I fenom eni sociologici a ttu a li possono e se rcitare u n influsso positivo sulla co m u n ità a livello di fede, facen­

do p a ssa re i suoi m em b ri da u n a fede tradizion ale a u n a più m a tu ra e vissuta, aiu tan d o li a p u rifica re l’idea di Dio e a sen tirlo m aggiorm ente D io-Persona vivente, a dargli u n a risp o sta perso n ale e com u n itaria, in c a r­

n a ta negli avvenim enti, e ad in serirsi in u n m ondo scien­

tifico, tecnico e razionalizzato senza p erd ere la p ro p ria identità.

E ssi però p re sen tan o il pericolo di p o rta re i reli­

giosi a m e tte re in questio n e tu tto quello che fin ora avevano cred u to e p ra tic a to e, di conseguenza, a creare u n capovolgim ento di valori b asa to sulla sola ragione um ana.

L’atteggiam ento delle Isp e tto rie di fro n te a tale re a ltà è sta to quello di prom u o v ere corsi, gio rn ate di stu d io p e r l ’ap p ro fo n d im e n to della S. S c rittu ra , della Teologia e del M agistero della Chiesa, com e p u re di su scitare nelle suore in tere sse alla riflessione person ale o co m u n itaria sulla P arola di Dio, p e r a iu ta rle a cresce­

re nella fede e a te stim o n ia rla più consapevolm ente con la vita.

La fede così riv italizzata ha stim olato:

un senso più vivo d ell’abnegazione, elem ento in di­

spensabile alla v ita religiosa, che è configurazione a C risto m o rto e riso rto e disp o n ib ilità gioiosa di servi­

zio ai fratelli nel piano divino della salvezza;

un desiderio di preghiera più au ten tica, più p erso ­ nale e perso nalizzante, vero in co n tro con il Dio vi­

vente.

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Abnegazione e p re g h ie ra nelle loro form e p iù in te­

rio ri e au ten tich e aiu tan o quin d i la FMA a non subire l'in flu sso negativo dei fenom eni sociologici e a stab i­

lire u n co n tatto più p ro fo n d o con Dio.

Comunità di PERSONE consacrate

Un « segno dei tem p i » è l ’esigenza della personaliz­

zazione, il voler essere v alu tate p e r quello che si è e non « m assificate », la rich ie sta di u n « p lu ralism o » che p e rm e tta delle scelte re sp o n sa b ili e la con sid era­

zione d ell’im p o rtan za del ruolo che la « d o n n a » h a nella società.

N ella co m u n ità religiosa, la p re sa di coscienza del valore della persona h a c e rtam en te u n ’influenza po si­

tiva p er l'a p e rtu ra al dialogo, nella stim a e nel ris p e t­

to reciproco. T uttavia alcune Is p e tto rie denunciano deviazioni rig u ard o alla prom ozione della perso n a: ec­

cessivo p erso nalism o a scapito della c a rità fratern a ,

« schiav itù del diplom a », m alsano criticism o, rifiu to delle n ecessarie s tru ttu re , ecc.

P er n eu tralizzare tali influssi negativi, si è cercato di avviare le FMA a un re tto uso della lib ertà, m a tu ra n ­ dole a u n sano sp irito critico e a scelte resp onsab ili, com e p u re a u n a le ttu ra dei « segni dei tem p i » illum i­

n a ta dagli irrin u n cia b ili p rin cìp i evangelici e dal c a ri­

sm a p eren n e dei n o stri F on datori.

36

(32)

Comunità di persone CONSACRATE

Gli a ttu a li fenom eni sociologici che p o rta n o l’uom o a u n a visione n a tu ra listic a della vita, p ossono eserci­

ta re la loro influenza negativa sulle co m u n ità e sulle suore, svalutando il significato dei v o ti religiosi.

La FMA desidera quin d i re n d ersi sem p re più con­

sapevole del loro valore, p e r viverli più in ten sam en te com e dono totale a Dio e d isponibilità ai fratelli.

La c a s t i t à, v i s s u t a a p p u n t o n e l l a s u a p i e n e z z a d i d o n o , c o s t r u i s c e l a c o m u n i t à , v i v i f i c a n d o l a c o n q u e l l o s p i r i t o d i f a m i g l i a c h e i m p e d i s c e f r u s t r a z i o n i , i s o l a ­ m e n t i e r i c e r c a d i c o m p e n s a z i o n i .

La p o v e r t à è s e n tita so p ra ttu tto com e atteggiam en­

to interiore di chi sa di non possed ere nulla, m a di aver tu tto ricevuto da Dio; è v issu ta nel lavoro, n ella pa rte­

cipazione dei beni a ll’in tern o della com unità, in un ten o re di v ita che esclude ogni superfluità.

In u n a società do m in ata dal consum ism o, la FMA deve testim o n ia re che i suoi in tere ssi sono quelli del Regno di Dio, nel servizio dei fratelli.

L ’o b b e d i e n z a, p e r n o n e s s e r e a n n u l l a t a d a l l ’a u t o s u f ­ f i c i e n z a e d a l l ’i n d i v i d u a l i s m o c r i t i c o a c u i p o r t a i l f e n o ­ m e n o a t t u a l e d e l l a r a z i o n a l i z z a z i o n e , d e v ’e s s e r e a p p r o ­ f o n d i t a n e i s u o i f o r t i v a l o r i r e l i g i o s i d e l l'um iltà e dello spirito d i fede, c o s ì c h e , r e s a p i ù a u t e n t i c a , c o s c i e n t e , e f a t t a c o m e l i b e r a s c e l t a , r e n d a l a FMA c o r r e s p o n s a ­ b i l e n e l l e d e c i s i o n i p e r i l b e n e d e l l a c o m u n i t à .

L ’a u t o r it à o g g i v i e n e c o n s i d e r a t a i n u n a n u o v a l u c e :

la superiora, p e r s o n a u m a n a m e n t e e s p i r i t u a l m e n t e m a t u r a , d e v e f a v o r i r e n e l l a c o m u n i t à l a r i c e r c a d e l ­

(33)

la v olontà di Dio, il dialogo p e r u n a verifica, la cor­

re sp o n sa b ilità di tu tte e deve sap e r an im are a u na p ro fo n d a v ita di fede e di preghiera.

• II governo, a tu tti i livelli, dev'essere a p e rto al dia­

logo, così che, p u r n ell’u n ità dello sp irito , si adegui alle esigenze p lu ralistic h e socio-culturali e p a sto ­ rali con form e apostoliche varie e più flessibili.

Comunità di persone consacrate PER UNA MISSIONE

Come l'uom o d'oggi rivela u n a g ran de resp o n sab ilità n e ll’assu m ere le re a ltà tem porali, così anche la vita religiosa viene co n sid erata n e ll'u n ità inscindibile di consacrazione-m issione, cioè nel suo in serim en to nel m ondo p e r com piere con C risto la su a o p era di salvezza.

La co m u n ità delle FMA è quin di segno della p re ­ senza di C risto tr a gli uom ini; non è u n gruppo di am i­

cizia, m a è o p era dello S pirito, inviata da Lui all’evan­

gelizzazione dei giovani, pa rticolarm ente poveri, abban­

donati e pericolanti.

È necessario quindi fo rm a re vere co m un ità educanti, ricche di valori da com unicare, a p e rte al dialogo, inse­

rite n ell’am b ien te in cui operano p e r u n a presenza viva della Chiesa, d a cui hanno ricevuto la m issione.

DELIBERAZIONE

1. Nel p lu ralism o delle ideologie e dei fenom eni socio­

logici del m ondo attu ale, la FMA, a tte n ta ai « segni dei tem p i », sa p rà scegliere solo quei valori che sono in consonanza con la sua consacrazione, e che, da q u esta assu n ti e trasfig u rati, possono servire alla « m issione » nel carism a di Don Bosco e di M adre Mazzarello.

38

(34)

Il - IL CARISMA LO SPIRITO E LA MISSIONE DELL’ ISTITUTO DELLE FMA, OGGI

(35)

Concluso lo studio dei fenom eni socio-culturali che c a ratteriz zan o l’a ttu a le m om en to storico in cui la FMA deve op erare, si p assa a co n sid erare il ca rism a e la m issione d ell’I stitu to di cui fa p arte .

La relazione è p re p a ra ta dalla 5a Com m issione.

L'invito fa tto dal Concilio agli Is titu ti religiosi di u n continuo rito rn o alle fo n ti e a ll’ispirazione prim itiv a p e r un rinnovam ento della v ita religiosa stessa (cf GS 54), im pegna la FMA a una conoscenza più genuina e ap p ro fo n d ita del ca rism a del F o ndatore.

Il carism a, nella sua incarnazione storica, è ap erto co n tin u am en te al nuovo, com e lo S p irito che lo vivifica è ap e rto alla p eren n e novità di Dio.

R innovarsi nella fed eltà al carism a originario non significa quin di esp rim erlo p assivam ente nelle form e concrete della su a p rim a realizzazione, ben sì farlo vi­

vere nella sua essenza in un linguaggio com prensibile all'uom o d ’oggi.

IL C ARISM A

Il ca rism a è un « dono » dello S p irito S anto dato a u n a p erso n a o a u n grupp o di perso n e p e r il b en e di tu tta la Chiesa (cf 1 Cor 12,7).

La sua origine, quindi, è ch iaram en te so p ra n n a tu ra ­ 41

(36)

le e non va confusa con le doti e le inclinazioni dell'in­

dividuo, anche se qu este ne possono divenire u n a valida espressione.

La varietà dei carism i nella Chiesa d im o stra la fe­

con d ità dello S p irito di Dio che, d istrib u en d o i suoi doni com e a Lui piace, dispensa, tra i fedeli di ogni ordine, grazie speciali con le quali li re n d e a d a tti e p ro n ti ad assu m ersi varie opere e uffici, u tili al rin n o ­ vam ento e alla m aggior espansione della Chiesa (cf LG 12) .

Se p e rta n to gli Is titu ti religiosi re sta n o fedeli al carism a del p ro p rio F ondatore, arricchiscono g rand e­

m en te la C hiesa e ne sottolineano la divina fecondità.

Aspetti del carisma

È o p p o rtu n o fare alcune precisazioni, p e r u n a m i­

gliore com prensione dei term ini.

i l c a r i s m a d e l f o n d a t o r e - R iferendoci a Don Bo­

sco, esso è l’insiem e dei doni di n a tu ra e di grazia, non esclusi quelli tau m atu rg ici, che ebbe dallo Spi­

rito S anto, p e r il com pim ento della sua m issione. È perso n ale e, com e tale, in trasm issib ile (cf PC 1).

i l c a r i s m a d i f o n d a z i o n e, invece, vissuto da Don Bo­

sco e da M adre M azzarello e p a rte cip ato alle p rim e co m unità di V aldocco e di M ornese, ap p a rtien e al tem po delle origini. P er noi FMA è quello che chia­

m iam o « sp irito di M ornese ».

i l c a r i s m a p e r m a n e n t e è quello che tu tto r a vive n ell’Is titu to p e r la p e re n n ità d ell’azione dello Spi­

rito S anto che, p re sen te nelle n o stre com unità, ci aiu ta ad ap p ro fo n d ire sem pre più in u n a fedeltà 42

(37)

rinnov atrice, la n o stra specifica id e n tità nella Chiesa.

Il ca rism a p erm a n en te ci im pegna a « sc ru ta re i segni dei tem pi e ad in te rp re ta rli alla luce del Van­

gelo » (GS 4).

Nel « ca rism a p erm a n en te » p re n d e p u re fisionom ia la f a m i g l i a s a l e s i a n a nei g ruppi che la com pongo­

no: Salesiani, FMA, C ooperatori, che Don Bosco fon­

dò d irettam en te , e in quelli che lo S p irito in seguito h a suscitato , com e le V olontarie di Don Bosco, o che anco ra su sciterà nel tem po.

I L C A R IS M A D I D O N B O S C O : E S P E R I E N Z A D E L L ’ A M O R E R E D E N T I V O D I C R I S T O P E R I G I O V A N I

Il carism a di don B osco è u n dono dello S pirito Santo, che, attraverso una particolare sensibilità alla carità evangelica, lo rese partecipe della m issione salvi­

fica di Cristo R edentore m ediante l’educazione cristia­

na dei giovani e, tra questi, dei più poveri e abbandonati.

E sso si realizza so tto la guida di Maria « M adre e ; M aestra ».

• Don Bosco h a vissuto fo rte m e n te l ’esperienza della carità evangelica so p ra ttu tto a riguardo dei giovani, così da afferm are: « Se io m ettessi ta n ta sollecitu­

dine p e r il bene d ell'anim a m ia q u a n ta ne m etto p er il bene delle anim e altru i p o tre i essere sicuro di salvarla » (MB V II 250). R ichiam ando l’insegnam en­

to del M aestro: « Chi accoglie questi piccoli, acco­

glie Me » (Mc 9,37) indica ai suoi figli la m isu ra della carità: « T ra ttiam o i giovani com e tra tte re m ­ m o Gesù C risto stesso se, fanciullo, ab itasse nel no­

stro collegio » (MB XIV 847).

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(38)

A ppare evidentissim o che, rad ice di q u esta donazio­

ne ai giovani, è in Don Bosco la fede e l'am o re totale p e r Dio. Sono anco ra sue parole: « T u tto d arei p e r guadagnare il cuore dei giovani, così da p o terli re ­ galare al Signore » (MB V II 250). « H o p ro m esso a Dio che fino l’u ltim o re sp iro sareb b e sta to p e r i m iei giovani» (MB X VIII 258).

• Don Bosco ha rivolto la sua c a rità p rincip a lm en te ai giovani poveri e abbandonati, quelli che egli chia­

m ava la « perico lan te gioventù », p e r salvare la quale e g uadagn arla a Dio, era disposto a c o rrere avanti fino alla te m e rità (cf M B XIV 662).

P er q uesto la sua o p era fu audace e dinam ica, fles­

sibile ai bisogni del tem po: « Si accondiscenda p ro ­ p rio sem pre m olto dove si può; pieghiam oci alle esigenze m oderne, p u rc h é non si ab b ia a fare con tro coscienza » (MB X III 283).

II m ovente d ell’a ttiv ità e creativ ità di don Bosco era la gloria di Dio e il bene delle anim e, accom pagnato p erò sem pre da gran d e sp irito di distacco e da fid u ­ cioso abbandono alla volontà di Dio, sicu ro che Egli guidava le sue opere (cf M B VI 585).

• Don B osco h a fo n d ato i S alesiani e le FMA guidato da Maria « M adre e M aestra » (MB V II 676). Que­

sta re a ltà è com provata d a tu tta la sto ria del sor­

gere e dello svilupparsi prodigioso delle due Con­

gregazioni, nonché dagli im m ancabili « segni d all’

alto » che accom pagnavano lo svolgersi della sua m issione.

« M aria è la fo n d a tric e e so sten itrice delle n o stre o pere » (MB V II 334) rip etev a sovente. « E ssa vuole che rip oniam o in Lei tu tta la n o stra fiducia » (MB I I I 32).

44

(39)

La carità apostolica

anima della Congregazione Salesiana

Don Bosco, ra d u n an d o nel 1854 i p rim i S alesiani p e r fo n d a re la nuova Congregazione, definì il loro u n irsi

« un esercizio pratico della carità verso il prossim o »;

sulla stessa linea è il p rim o m essaggio che m andò, p er mezzo di Don P estarino, a M aria M azzarello e a P etro ­ nilla a M ornese: « P regate p u re , m a fa te del bene p iù che p o tete, specialm ente alla gioventù ».1

P iù tard i, nelle C ostituzioni sia dei Salesiani che delle FMA, la « salvezza del p ro ssim o » sarà p re s e n ta ta com e scopo d ell’I stitu to , insiem e a quello della « san ti­

ficazione dei suoi m em b ri ».

L’ap o sto lato diventa così esp ressione visibile della c a rità verso Dio; consacrazione e m issione form an o u n t u t t ’uno della n o stra id e n tità nella Chiesa.

L A C O N S A C R A Z I O N E - M I S S I O N E

disponibilità radicale a Dio che manda

D all’e te rn ità Dio ci h a am ate in q u esto p ro g e tto di v ita a servizio della gioventù. Noi, a n o s tra volta, Lo am iam o con am o re esclusivo, continuand o, nella no­

s tra v ita d o n ata alle giovani, la sua o p era di redenzione.

Vivere nella fed eltà la n o s tra consacrazione diventa quin d i u n ’esigenza asso lu ta perch é la donazione alle giovani po ssa essere to tale e an im are ogni espressio ne della n o stra v ita p erso n ale e com unitaria.

1 C r o n i s t o r i a - L a p r e p a r a z io n e e la f o n d a z i o n e 1828-1872, a c u r a d i Sr. Ca p e t t i G. (R o m a , S c u o la tip . p r iv . F M A 1974) I 118.

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• La m i s s i o n e h a u n solo p ro fo n d o significato eccle­

siale e carismatico:

a) già co m e b attezzate noi siam o co rrespo nsab ili della m issione salvifica della Chiesa (cf LG 33);

b) com e religiose diventiam o p e r i n o stri fratelli

« segno visibile » di Dio a cui ci siam o con sacra­

te e che, n o n o stan te il n o stro lim ite, vuole ser­

virsi di noi p e r esp rim ere la sua presen za d ’a­

m ore tr a gli uom ini;

c) com e FMA esprim iam o il ca rism a p ro p rio d ell’

Is titu to , che h a u n suo tipico stile di ap ostolato ; la catechesi evangelizzatrice a servizio della gio­

v entù nella Chiesa.

Dovendo noi an n u n c ia re il regno di Dio, dobbiam o vivere p erso n alm en te in grande un ione con Lui (cf E T 9);

il giorno in cui la n o s tra dedizione ap o sto lica fosse tale da farci m e tte re Dio al secondo posto, no n ci sa­

reb b e più « m issione », p erch é diventerem m o incapaci di an n u n c ia re il Regno.

I d e s t i n a t a r i della « m issione »

Già a p ro p o sito del ca rism a abbiam o visto com e Don Bosco, p u r dirigendo la sua o p era a favore di tu tti gli adolescenti e i giovani, desse la sua p re feren za ai più poveri e bisognosi, p ro p rio p erch é privi di mezzi eco­

nom ici e senza fam iglia o perch é la fam iglia era inca­

pace di educarli.

In q u esta lin ea Don Bosco ebbe p artic o la rm en te cu ra della gioventù operaia, interv enend o n ell’asp e tto sociale-cristiano del problem a.

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C oerente alla sua m issione di sacerd o te educatore, p re p ara v a pro fessio n alm en te e cristian a m e n te i giova­

ni, perch é p o tessero in se rirsi nel m ondo del lavoro in m odo responsabile.

P er q u an to rig u ard a i destinatari della « m issio ne » delle FMA, Don Bosco, fondand o l’I stitu to , conferm ò la linea seguita dalla com unità delle Figlie d ell’I m m a­

colata in M ornese, cioè quella di accogliere fanciulle da educare, dando la p referen za a quelle del popolo.

N elle C ostituzioni FMA del 1875 e del 1885 — testi d ire tta m e n te seguiti da Don Bosco — le opere elencate sono: scuole - ed u cato ri - asili infantili - o ra to ri fe sti­

vi - lab o rato ri.

Una n o rm a d a ta da Don Bosco nel 1879 a M adre M azzarello, p e r l'accettazione degli « asili infantili » nel caso di nuove fondazioni, era che ci fosse « sem p re la condizione di p o tervi svolgere l’o ra to rio festivo e te ­ n ere il lab o ra to rio p e r le giovanette del popolo » (MB XIV 225).

La scuola m a te rn a diventava così u n mezzo p e r in­

serirsi in u n'azione p asto ra le che si apriv a alle adole­

scenti e alle giovani.

Oggi, gli stu d i di psicologia indicano q u an to sia fon­

d am en tale p e r la stru ttu ra z io n e della p erso n alità l’arco di età dei b im bi dai 3 ai 6 anni.

C’è quindi p e r la FMA tu tta u n a possib ilità di azio­

ne preventiva, che però non si lim ita al b am bino, m a si a p re alla collaborazione con le fam iglie e qu in d i dà cam po p e r im pegnarsi in u n ’im p o rtan te p asto ra le fa­

m iliare.

lu n i t à d e l l a m i s s i o n e si esp rim e a ttra v e rso la

p l u r a l i t à d e l l e f o r m e n ell’azione pastorale.

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La m issione, p ro p rio p e r la s to ric ità che segna ogni su a esperienza, è in tim am en te legata ai fenom eni socio-culturali del tem po in cui si realizza.

Don Bosco è stato m olto sensibile ai p roblem i dei giovani del suo tem po; si può d ire che m otivazione con creta del suo agire erano l’ispirazione so p ra n n a­

tu ra le e la p a rtic o la re situazione in cui i giovani si trovavano.

Q uesto dinam ism o è im p o rtan tissim o s o p ra ttu tto oggi, poiché i giovani richiedono solleciti in terv en ti educativi in risp o sta ai loro problem i. L’u n ità della m issione non significa u n ifo rm ità di attuazion e pa­

storale, m a creativ ità in funzione dei d estin atari, secondo u n crite rio pedagogico di ad a tta m e n to fe­

dele ai p rin cìp i e flessibile n ell’attuazione.

STILE DELLA M ISSIO N E: IL SISTEMA PREVENTIVO

La n o stra m issione h a u no « stile » p ro p rio : quello del m etodo preventivo, che m ira a ll’a u ten tica pro­

m ozione integrale delle giovani. E ssa si m a tu ra in un clim a di evangelizzazione e di catechesi-vita, resa efficace dalla co rresp o n sab ilità e dalla testim o n ia n ­ za di tu tta la « com unità-educante ».

Nel sogno dei nove anni, a G iovannino Bosco viene p re se n ta ta la m issione che Dio gli affida. N elle p a­

ro le del Personaggio c’è, in sintesi, lo sp irito del m e­

todo preventivo: « N on con le percosse (ragione), m a con la m an su etu d in e (amorevolezza) e la ca rità (religione) dovrai guadagnare q u esti tu o i am ici. Ap­

p u n to perch é tali cose ti sem brano im possibili, devi re n d erle possibili con l’obbedienza (spirito di fede) e con l’acquisto della scienza (tecniche um ane) » (cf MB I 124). E v eram ente Don Bosco non fu m ai teorico; fu ed u cato re alla fede-vita.

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Il m etodo preventivo, nelle sue com ponenti pedago­

giche, e ra già p re se n te n ell’esperienza degli educa­

to ri del tem po, m a Don Bosco vi infuse uno spirito nuovo: quello della carità evangelica, con la caratte­

ristica propria di u n ’am abilità d iffu siva e gioiosa.

Ne è docum ento storico specialm ente la le tte ra che scrisse da R om a il 10 maggio 1884 (MB XVII 107-141).

Oggi il m etodo preventivo dev’essere riattu alizzato nella su a espressione storica, m a q u esta n on può essere confusa con l ’elem ento carism atico, che è p erm an en te.

P ro p rio nel m etodo preventivo la FMA a ttu a l’espe­

rienza più fo rte della c a rità red en tiv a di C risto che viene a dialogo con gli uom ini, e risp e tta n ell’am ore la p erso n alità del singolo.

LA COMUNITÀ: ESPERIENZA DI CAPITA VISSUTA IN STILE SALESIANO

Lo spirito salesiano

Lo sp irito di un Is titu to è la risp o sta sto rica del F on d ato re e dei suoi figli al dono del carism a. D iventa uno stile di vita.

Lo sp irito salesiano, quindi, esp rim e in alcuni atteg ­ giam enti c a ra tte ristic i il dono di c a rità apostolica che lo S pirito Santo h a infuso in Don Bosco.

E ssi sono princip alm ente:

• Lo spirito di fam iglia, che ha la sua rad ice nella trasfo rm azio n e che l’E u c a ristia deve o p erare in noi.

N ella sto rica le tte ra del maggio 1884 Don Bosco ri­

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cord a ai S alesiani la necessità di re n d ere « visibile » l’am o re verso i giovani. Q uesta esperienza dev'esse­

re fa tta an c o ra p rim a tr a i m em b ri della com u nità religiosa.

Don Bosco sapeva a d a tta rsi al passo, alle forze, al ritm o di crescita sp iritu ale dei suoi figli. Ciascuno, vicino a lui, m atu ra v a ed esprim eva se stesso.

La ricchezza della ca rità si m an ife sta nel risp etto , nella com prensione e nel dialogo; « lo sp irito sale­

siano è b o n tà, carità, vera fa m iliarità » scrisse Don Bosco a Don C ostam agna (MB XVII 628-629).

Visione o ttim istica e fiduciosa della vita che si ra d i­

ca nella speran za teologale, si m an ifesta in qu ell’equi­

librio così c a ra tte ristic o che, isp iran d o si a S. F ran ­ cesco di Sales, so tto lin ea in ogni cosa l’asp e tto positivo, crede nelle possib ilità di bene dell’uom o, e si ad o p era senza so sta p e r la costruzio ne del Re­

gno di Dio nel m ondo.

• Laboriosità instancabile e piena di iniziativa, « u r­

genza di c a rità » (cf 2 Cor 5,14): lavoro che diventa fo rm a p ra tic a di ascesi p e r la co n tin u a d ispon ibilità che esige, m a che è p u re contem plazione, se vissuto alla presenza am orosa di Dio.

• Capacità di a da ttam ento che nasce da au ten tico sp irito di po v ertà e di unione con Dio. Chi è ra d ic a­

to nel Dio « fedele » scopre, nel farsi della sto ria, quello che « di buono, di vero, di onesto » (cf Fil 4, 8) p re se n ta il tem po e lo valorizza p e r u n im pegno p e r­

sonale, in u n continuo distacco dalle sue p erson ali sicurezze e in quella vivacità di iniziative a cui allu­

deva Don Bosco quando afferm ava: « Io vedo che

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q ualora ci ferm assim o, la Congregazione incom ince­

rebb e a dep erire ».2

• Fede profonda e sem plice, caratterizzata da spiri­

tualità eucaristico-mariana.

La fede di Don Bosco, b a sa ta su sodi stu d i teologici e fa tta di fo rti convinzioni, si esprim e in stile sem ­ plice e popolare, perch é egli h a sem pre p re sen ti i suoi d estin atari. L ’E u ca ristia è « il p rincipio vitale della sua p ietà »3 perch é esp rim e l ’am ore di Gesù Salvatore che an im a tu tta la n o s tra m issione; la m ediazione di M aria m a tu ra la crescita di C risto in sé e nei suoi figli.

• Fedeltà filiale al Vicario di Gesù Cristo e al Magi­

stero della Chiesa, che Don Bosco realizza nella de­

dizione alla Chiesa locale, in un im pegno concreto di catechesi in carn ata nei p roblem i del suo tem po p e r fo rm a re « bu o n i cristian i e onesti cittad in i »

(cf M B XIV 211).

Q uesta c a ra tte ristic a dello sp irito salesiano ci deve re n d ere p artic o la rm en te a tte n ti a ll’esortazione del Concilio perch é la catechesi si addica nel m etodo

« alla m entalità, alla capacità, a ll’età e al genere di vita degli u d ito ri » {CD 14).

La com unità che ama

L’esperienza q u o tid ian a della ca rità fra te rn a e ap o­

stolica vissuta nello sp irito salesiano co struisce la co­

2 C f Ba b b e h i s3, C r o n a c h e . C f A n n a l i , II 727.

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