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2022_02_21_VIA_Studio Impatto Ambientale (7255 KB)

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(1)

COMUNE DI RONCADE Provincia di Treviso

STUDIO IMPATTO AMBIENTALE

PROPONENTE: SUINAL DI MERLO LUIGI

Strenghetto Ilaria Dottore Agronomo Via Dello Sport 1 Loreggia (PD) Cel. 3498373165 – Mail: ilaria.strenghetto@gmail.com

PROGETTO: AMPLIAMENTO ALLEVAMENTO SUINICOLO

(2)

Sommario

Premessa ... 6

1 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE ... 7

1.1 Stato di fatto - Descrizione dell'allevamento ... 7

1.1.1 Descrizione delle strutture di allevamento ... 7

1.1.2 Descrizione degli impianti presenti in allevamento ... 10

1.1.3 Descrizione delle strutture di stoccaggio dei reflui zootecnici ... 11

1.1.4 Descrizione dell’attività di allevamento ... 12

1.1.5 Adozione delle Migliori Tecniche Disponibili (BAT) ... 14

1.1.6 Verifica della congruità urbanistica ... 14

1.1.7 Identificazione catastale ... 16

1.2 Stato di progetto - Descrizione della proposta progettuale... 17

1.2.1 Descrizione delle modifiche strutturali ... 17

1.2.2 Descrizione degli impianti post ampliamento ... 19

1.2.3 Descrizione delle nuove strutture di stoccaggio dei reflui zootecnici... 21

1.2.4 Descrizione dell’attività di allevamento ... 21

1.2.5 Adozione delle Migliori Tecniche Disponibili (BAT) ... 23

1.2.6 Verifica della congruità urbanistica ... 23

1.2.7 Identificazione catastale ... 25

1.3 Valutazione delle alternative di progetto ... 26

2 QUADRO PROGRAMMATICO ... 27

2.1 Strumenti di pianificazione e programmazione territoriale ... 28

2.1.1 Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto ... 28

2.1.2 Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Treviso ... 32

2.1.3 Il Piano di Assetto del Territorio (PAT) ... 35

2.1.4 Il Piano degli Interventi (PI) ... 37

2.1.5 Il Piano di Classificazione Acustica... 38

2.2 Aree ambientalmente sensibili ... 38

2.3 Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera ... 43

2.4 Piano di Tutela Acque della Regione Veneto ... 44

2.5 Direttiva nitrati ... 44

2.6 Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio Legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 (BUR n. 45/2004) ... 45

2.7 Conclusioni del Quadro Programmatico ... 46

3 QUADRO AMBIENTALE ... 47

(3)

3.1.1 Caratteristiche meteoclimatiche dell’area ... 48

3.1.2 Qualità dell’aria ... 51

3.1.3 Fonti informative... 51

3.1.4 Qualità dell’aria nell’area di studio ... 51

3.1.5 Analisi degli impatti e metodologia... 57

3.1.6 Valutazione di impatto odorigeno... 64

3.1.7 Scala di impatto... 65

3.1.8 Valutazione degli impatti ... 65

3.1.9 Mitigazioni ... 66

3.1.10 Conclusioni ... 66

3.2 Ambiente idrico ... 67

3.2.1 Area vasta ... 67

3.2.2 Area ridotta ... 73

3.2.3 Fonti informative... 74

3.2.4 Gestione delle acque ... 74

3.2.5 Metodologia ... 74

3.2.6 Scala di impatto... 74

3.2.7 Valutazione degli impatti ... 74

3.2.8 Mitigazioni ... 75

3.2.9 Conclusioni ... 75

3.3 Suolo e sottosuolo ... 76

3.3.1 Fonti informative... 76

3.3.2 Geomorfologia... 76

3.3.3 Pedologia ... 78

3.3.4 Tipologia suoli ... 81

3.3.5 Metodologia ... 83

3.3.6 Scala di impatto... 83

3.3.7 Valutazione degli impatti ... 83

3.3.8 Mitigazioni ... 84

3.3.9 Conclusioni ... 84

3.4 Rumore ... 85

3.4.1 Fonti informative... 85

3.4.2 Normativa di riferimento ... 85

3.4.3 Analisi degli impatti ... 85

3.4.4 Scala di impatto... 86

3.4.5 Valutazione degli impatti ... 86

3.4.6 Mitigazioni ... 87

3.4.7 Conclusioni ... 87

(4)

3.5 Aspetti naturalistici (Vegetazione, Flora, Fauna, Ecosistemi) ... 88

3.5.1 Situazione ambientale dell'area ... 88

3.5.2 Fonti informative... 99

3.5.3 Valutazione degli impatti ... 100

3.5.4 Scala di impatto... 100

3.5.5 Mitigazioni ... 101

3.5.6 Conclusioni ... 101

3.6 Paesaggio ... 102

3.6.1 Area vasta ... 102

3.6.2 Fonti informative... 102

3.6.3 Normativa di riferimento ... 103

3.6.4 Stato dei luoghi ... 108

3.6.5 Valutazione degli impatti ... 109

3.6.6 Metodologia ... 109

3.6.7 Scala di impatto... 110

3.6.8 Impatti in fase di esercizio ... 110

3.6.9 Mitigazioni ... 111

3.6.10 Conclusioni ... 111

3.7 Inquinamento luminoso ... 111

3.7.1 Normativa di riferimento ... 112

3.7.2 La situazione nel Comune di Roncade ... 112

3.7.3 Valutazione degli impatti ... 113

3.7.4 Scala d’impatto... 113

3.7.5 Mitigazioni e monitoraggi ... 113

3.7.6 Conclusioni ... 113

3.8 Movimentazione dei mezzi e viabilità ... 114

3.8.1 Fonti informative... 114

3.8.2 Situazione dei trasporti ... 117

3.8.3 Valutazione degli impatti ... 117

3.8.4 Scala di impatto... 118

3.8.5 Mitigazioni ... 118

3.8.6 Conclusioni ... 118

3.9 Componente Socio - economica ... 119

3.9.1 Area di analisi ... 119

3.9.2 Fonti informative... 119

3.9.3 Valutazione degli impatti ... 121

3.9.4 Scala di impatto... 121

(5)

3.9.6 Conclusioni ... 122

3.10 Salute pubblica ... 123

3.11 Cumulo con altri progetti ... 124

4 MISURE DI MITIGAZIONE ... 125

5 CONCLUSIONI DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE ... 129

(6)

Premessa

L'azienda agricola SUINAL DI MERLO LUIGI (P.IVA 02201270283 - C.F.

MRLLGU64C26C743A) iscritta alla Camera di Commercio di Treviso dal 11/09/1995 codice REA TV – 345469, con sede legale in Comune di Cittadella (PD) in via Muri D’Orsato n. 38 e sede operativa in Comune di Roncade (TV) in Via Principe n. 139 dove conduce un allevamento di suini da riproduzione e la coltivazione dei fondi agricoli aziendali che comprendono una superficie agricola di circa 200 Ha (di cui 178 circa di SAU) localizzati nei Comuni di Roncade (TV), Quarto d'Altino (VE), Massa Fiscaglia (FE), Comacchio (FE), Portomaggiore (FE), Argenta (FE).

L'azienda viene condotta in forma diretta dal Titolare Merlo Luigi il quale intende procedere con l’ampliamento dell’attività di allevamento suinicolo presso il sito operativo di Roncade (TV), la progettazione e l’avvio del nuovo impianto necessitano dell’attivazione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e variante della Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) n. 296 del 2019.

Contestualmente alla presente istanza la Ditta presenta richiesta delle seguenti autorizzazioni:

1) Nulla Osta alla costruzione rilasciato dal Comune di Roncade (TV);

2) Approvazione del Piano aziendale da parte di AVEPA;

3) Parere igienico - sanitario;

4) Parere di invarianza idraulica del Consorzio di Bonifica Piave.

L'allevamento, con l’attuale richiesta, supera la capacità produttiva prevista dal D.Lgs.

152/2006 All. III, lett. ac): impianti per l’allevamento intensivo di pollame o di suini con più di:

 85.000 posti per polli da ingrasso,

 60.000 per galline,

 3.000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg),

 900 posti per scrofe,

viene sottoposta a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e successiva

Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) secondo quanto previsto dall'art. 27- bis del

D.Lgs. 152/2006.

(7)

1 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE

Lo scopo del quadro di riferimento progettuale è quello di descrivere l'allevamento e le soluzioni adottate per la sua gestione. In particolare verranno analizzate le soluzioni tecniche adottate, nonché le misure, gli interventi e i provvedimenti utilizzati per migliorare l’inserimento dell’opera nell’ambiente.

Nel presente capitolo viene descritto lo stato di fatto e lo stato di progetto dell'allevamento a seguito della richiesta di ampliamento.

1.1 Stato di fatto - Descrizione dell'allevamento

L'allevamento è ubicato in area agricola nel Comune di Roncade (TV) in Via Principe n.139 dove insiste il centro aziendale con i fabbricati adibiti ad allevamento di suini da riproduzione.

Le strutture di allevamento risultano distanti dai centri abitati e dalle case sparse.

L’allevamento risulta attivo dagli anni ‘60 con una diversa compagine sociale, acquisito dall’attuale gestore nel 1996 che dal 2015 ha intrapreso un percorso di ristrutturazione ed ampliamento dei fabbricati ad uso allevamento.

Il sito produttivo risulta caratterizzato da una buona viabilità e da un facile collegamento con la rete stradale comunale e sovracomunale.

L'indirizzo produttivo principale è l'allevamento di suini da riproduzione collegato all'attività di coltivazione di terreni agricoli che determina un nesso funzionale tra le due attività, ovvero un adeguato rapporto tra i reflui zootecnici prodotti in allevamento e il loro utilizzo agronomico.

1.1.1

Descrizione delle strutture di allevamento

Di seguito si riporta la visualizzazione delle strutture di allevamento con immagine di Google

Earth:

(8)

La freccia indica il sito di allevamento relativo alla zona di fecondazione, gestazione e sala parto delle scrofe, inoltre è presente il settore di svezzamento dei suinetti e il settore verri, individuato.

L’immagine seguente evidenzia la planimetria dello stato di fatto:

La superficie pertinenziale ammonta a 25.154,00 mq, mentre la superficie coperta esistente delle strutture di allevamento ammonta a 10.918,33 mq.

La superficie scoperta pavimentata ammonta a 2.071,00 mq.

L’allevamento è costituito da tre fabbricati raggruppati a formare un’unica struttura, le principali caratteristiche sono rinvenibili nella documentazione progettuale allegata.

La tabella seguente riporta la ripartizione delle superfici utili di allevamento per categoria di allevamento, evidenziando la potenzialità massima e la presenza media:

Box/poste Superficie utile

Superficie per capo

Potenzialità massima

Presenza media

numero mq mq numero capi numero capi

Scrofe: Gestione in Branco Gestazione Ovest lungo strada (701) 1 151 2,025 75 75

Scrofe: Gestione in Branco Gestazione Ovest lungo strada (702-703-704-713) 4 764 2,025 377 377

Suinetti: Svezzamento Svezzamento (714-715) 2 596 0,300 1.987 1.700

Suinetti: Svezzamento Svezzamento (878-865) 14 235 0,300 783 600

Suinetti 7 - 30 kg - infermeria Svezzamento (864-858) 7 168 0,300 infermeria

Gestazione in Branco - infermeria Sala (911-962) 621 2,025 infermeria

Scrofette: 110 - 130 Kg - infermeria Sala (911-962) 315 1,000 infermeria

Scrofette: 110 - 130 kg Sala (911-962) 902 1,000 902 582

Scrofe: Gestione in Gabbia Gestazione Fecondazione Gabbia Singola 420 420 420

Scrofe: in lattazione Sala Parto vecchia (601-622) 188 188 188

Scrofe: in lattazione Sala Parto centrale (6192-6111) 216 216 216

Verri Verri (856-857) 2 12 6,000 2 2

Suinetti: 7 - 30 kg Svezzamento vecchio (1001-1010) 10 1.794 0,300 5.980 5.500

Suinetti: 7 - 30 kg - infermeria Svezzamento vecchio (1011-1012) 2 168 0,300 infermeria STATO DI FATTO - CARATTERIZZAZIONE DELLE STRUTTURE

Categoria Riferimento alla planimetria stato di fatto

(9)

La tabella seguente riporta il sistema di stabulazione per categoria animale:

Per i dettagli ed i particolari degli utilizzi delle singole strutture si rimanda alle tavole di progetto.

Di seguito viene sintetizzata la potenzialità massima e la presenza media dei capi nel complesso aziendale:

Scrofe: Gestione in Branco Gestazione Ovest lungo strada (701) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem Scrofe: Gestione in Branco Gestazione Ovest lungo strada (702-703-704-713) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem Suinetti: Svezzamento Svezzamento (714-715) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem

Suinetti: Svezzamento Svezzamento (878-865) Libera in box

Suinetti 7 - 30 kg - infermeria Svezzamento (864-858) Libera in box

Gestazione in Branco - infermeria Sala (911-962) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem Scrofette: 110 - 130 Kg - infermeria Sala (911-962) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem Scrofette: 110 - 130 kg Sala (911-962) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem Scrofe: Gestione in Gabbia Gestazione Fecondazione Gabbia Singola In gabbia singola - Pavimento Totalemente Fessurato (PTF) - Vacuum sistem Scrofe: in lattazione Sala Parto vecchia (601-622) In gabbia singola - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Soglia di tracimazione Scrofe: in lattazione Sala Parto centrale (6192-6111) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaschetta svuotamento a

fine ciclo a 28 gg

Verri Verri (856-857) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Soglia tracimazione

Suinetti: 7 - 30 kg Svezzamento vecchio (1001-1010) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem Suinetti: 7 - 30 kg - infermeria Svezzamento vecchio (1011-1012) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem Suinetti: 7 - 30 kg - infermeria Svezzamento vecchio (1013) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem

STATO DI FATTO - CARATTERIZZAZIONE DELLE STRUTTURE

Categoria Riferimento alla planimetria stato di fatto Tipo stabulazione

Potenzialità massima

Presenza media numero capi numero capi

TOTALE SCROFE 1.279 1.276

TOTALE SCROFETTE 902 582

TOTALE SUINETTI 7 - 30 Kg 8.750 7.800

TOTALE VERRI 2 2

STATO DI FATTO - RIEPILOGO NUMERO CAPI

Categoria

(10)

1.1.2

Descrizione degli impianti presenti in allevamento

I principali impianti presenti in allevamento sono:

a) Silos stoccaggio materie prime;

b) Impianto di alimentazione ed abbeveraggio;

c) Sistema di ventilazione;

d) Sistema di riscaldamento;

e) Cella dei morti;

f) Stoccaggio rifiuti.

a) Silos stoccaggio materie prime

Nel sito di allevamento sono presenti 4 silos nell’area identificata nelle tavole planimetriche come

“Area S4”, ed altri 9 silos nell’area identificata come “Area S5”.

Nell’area identificata come “Area S3 cucina” sono presenti n. 2 vasche di alimentazione in questa area viene preparata la “broda” che viene fornita come alimentazione agli animali.

Nell’area identificata come “Area S6” sono presenti n. 2 silos utilizzati per la miscelazione della broda e sono stoccate altre materie prime su bancali.

b) Impianto di alimentazione ed abbeveraggio

L’impianto di alimentazione è distinto per:

- suinetti fino ai 30 kg: il sistema prevede una distribuzione dell’alimento tal quale tramite catenaria di anelli di plastica a mezzo di una catena di acciaio che corrono in un tubo di acciaio (distribuzione di mangime finito secco) dai silos alle strutture di ricovero degli animali. L’impianto di distribuzione è di tipo discontinuo, è operativo ogni giorno per circa due ore, non esercita in pressione e lavora a temperatura ambiente. La distribuzione avviene sostanzialmente mediante il riempimento di cassoni in acciaio con blocco automatico del sistema al termine dell’operazione di carico per l’alimentazione a volontà degli animali;

- scrofe in sala gestazione con gabbia singola e sala parto: il sistema prevede una distribuzione dell’alimento a liquido, la distribuzione della “broda” quale miscelazione del mangime solido con la fase liquida (acqua); vi è una vasca di miscelazione e la tubazione in acciaio per la distribuzione nei box di allevamento e nei truogoli multipli nel reparto di gestazione a gabbia singola, a mezzo di calate coordinate da elettrovalvole. L’impianto di distribuzione è di tipo discontinuo, è operativo ogni giorno per circa due ore, esercita in pressione e lavora a temperatura ambiente;

- scrofe in gestazione in branco: il sistema prevede una distribuzione dell’alimento tal quale tramite catenaria di anelli di plastica a mezzo di una catena di acciaio che corrono in un tubo di acciaio (distribuzione di mangime finito secco) dai silos verticali alle strutture di ricovero degli animali in apposite postazioni “autoalimentatori” che attraverso il riconoscimento del singolo animale, distribuiscono la razione. L’impianto di distribuzione è di tipo continuo, non esercita in pressione ed

(11)

Per quanto riguarda l’abbeveraggio degli animali, l’acqua dopo essere stata prelevata da pozzo artesiano, viene convogliata in autoclavi che attraverso la rete di distribuzione porta l’acqua ai singoli abbeveratoi di tipo antispreco. La fornitura di acqua viene garantita in continuo.

c) Sistema di ventilazione

Il sistema di ventilazione è di due tipi:

1. ventilazione naturale: sistema presente esclusivamente nell’area di gestazione in box e verri, dove lungo le pareti sono presenti le aperture a vasistas il cui funzionamento viene gestito da centraline elettroniche;

2. ventilazione forzata: sistema presente nelle aree destinate alle sale parto, allo svezzamento, ed alla gestazione in gabbia singola; viene eseguita con estrattori posizionati a soffitto azionati da una centralina elettronica che ne controlla la velocità in relazione alla temperatura richiesta in ambiente di allevamento.

d) Sistema di riscaldamento

Il sistema di riscaldamento, nelle sale parto e negli ambienti di svezzamento, è costituito da tubi radianti nei quali scorre acqua riscaldata tramite dei bruciatori a gas GPL.

Nelle sale parto, inoltre, sono utilizzate lampade radianti per consentire il massimo confort dei suinetti.

Il controllo della temperatura interna agli ambienti viene effettuato tramite apposite centraline elettroniche poste nei corridoi esterni di ogni singola stanza.

e) Cella dei morti

L’allevamento è dotato di due celle frigorifere destinate allo stoccaggio dei capi morti. La dimensione risulta opportunamente adeguata alle esigenze dell’allevamento. Le due celle sono posizionate nell’area identificata nelle tavole planimetriche come “Area S1”.

I capi morti sono periodicamente ritirati da ditte specializzate ed autorizzate che provvedono a rilasciare l’opportuna documentazione attestante il ritiro.

f) Stoccaggio rifiuti

Il sito è dotato di un’area dedicata allo stoccaggio temporaneo dei rifiuti generati dall’attività di allevamento, tale area chiusa e coperta, è identificata nelle tavole planimetriche come “Area S2”.

1.1.3

Descrizione delle strutture di stoccaggio dei reflui zootecnici

Nel sito di allevamento è presente una vasca scoperta per lo stoccaggio dei liquami, di forma ovale, realizzata con struttura prefabbricata in calcestruzzo a perfetta tenuta, con capacità volumetrica complessiva pari a mc 11.650 e con un volume utile di invaso pari a mc 11.000. La struttura è divisa da un setto divisorio in due parti di uguale dimensione volumetrica, pari a mc 5.500 ciascuna.

Al fine di dimostrare la congruità della capacità di stoccaggio totale rispetto alla normativa vigente relativa allo stoccaggio dei liquami zootecnici l’allevamento deve dimostrare di avere un volume minimo di stoccaggio pari al volume dei reflui (liquame + acqua piovana) prodotto in 180 giorni, suddiviso in almeno due sezioni.

(12)

La produzione annuale di reflui zootecnici ammonta a 16.543 mc mentre la quantità di acqua piovana che intercetta la superficie scoperta della vasca è calcolata in 1.407 mc annui. Pertanto il volume totale di effluente non palabile è pari a 17.950 mc annui, ovvero la quantità prodotta in 180 giorni è pari a circa 8.975 mc da suddividere in almeno due sezioni.

Dai conteggi sopra riportati si evidenzia che la disponibilità complessiva di stoccaggio è nettamente superiore al fabbisogno necessario, con una ulteriore disponibilità di stoccaggio pari a 2.025 mc ovvero un surplus pari al 22%.

Di seguito si riportano alcune immagini della struttura di stoccaggio:

1 2

3 4

Foto 1: immagine tratta da Google Earth, si evidenzia la vasca di stoccaggio con il settore divisorio centrale Foto 2: Particolare della vasca interna durante un intervento di verifica dello stato di tenuta

Foto 3 e 4: Particolare della condizione attuale delle giunture

1.1.4

Descrizione dell’attività di allevamento

L’attività di allevamento consiste nell’allevamento di suini da riproduzione a ciclo aperto, ovvero i suinetti nati, vengono allevati per circa tre mesi fino al raggiungimento del peso 25 - 30 kg, successivamente sono venduti ad allevamenti da ingrasso.

Il ciclo produttivo relativo a questo tipo di allevamento prevede le seguenti fasi:

a) Ricevimento scrofette, attesa del primo calore;

b) Fecondazione e gestazione delle scrofe e delle scrofette;

c) Parto;

d) Svezzamento suinetti fino al peso di 25 - 30 kg;

(13)

a) Ricevimento scrofette, attesa del primo calore

Le scrofette da rimonta vengono acquistate da allevamenti specializzati nella selezione di animali riproduttori. Giungono in azienda tramite autocarri e sono destinate ad un fabbricato ad uso quarantena. Trascorsa la quarantena le scrofette sono trasferite nel sito in esame e precisamente nel settore gestazione in box multipli in attesa del primo calore. In tale locale dedicato alle scrofette, gli animali sono liberi di muoversi avendo a disposizione una superficie non inferiore a 1 mq/capo. In questa zona viene effettuata giornalmente la stimolazione con il verro, il quale ha una importante funzione nello stimolare il calore.

Al raggiungimento del primo calore utile, la scrofetta viene fecondata, tale periodo normalmente corrisponde all’età di 7 - 8 mesi.

b) Fecondazione e gestazione delle scrofe e delle scrofette

La fecondazione delle scrofe e delle scrofette è di tipo artificiale, ovvero si utilizza del seme, acquistato da centri specializzati.

Le scrofette vengono inseminate in box e vi permangono fino alla prossimità del parto. Le scrofe dopo il parto, vengono fecondate in gabbia nel reparto fecondazione/gestazione e successivamente, accertata la gravidanza, vengono trasferite nel reparto gestazione in box multipli, dove permangono fino alla prossimità del parto. La gestazione dura 3 mesi, 3 settimane e 3 giorni, ossia 114 giorni, la scrofa entra in calore dopo 5 - 7 giorni dallo svezzamento.

c) Parto

Il parto avviene in un locale attrezzato con diverse gabbie in grado di ospitare le scrofe con la relativa nidiata fino al termine del periodo di allattamento che è di circa 28 giorni.

La scrofa partorisce solitamente senza bisogno di assistenza da parte dell’operatore, che interviene solo in caso di parto problematico.

La scrofa in questa fase è particolarmente aggressiva e protettiva della nidiata per cui ogni eventuale intervento da parte dell’operatore per assistenza alla scrofa o ai suinetti può costituire un fattore di rischio. In questa zona dell’allevamento viene attuata una accurata pratica igienica con pulizia e disinfezione delle strutture della sala parto.

d) Svezzamento dei suinetti fino al peso di 25 - 30 kg

Dopo la fase di allattamento che termina a circa 28 giorni, i suinetti sono allontanati dalla madre e trasferiti nell’area svezzamento dove sono allevati in box fino al peso di 25 - 30 kg che viene raggiunto a circa 90 giorni di età.

Successivamente i suinetti vengono venduti ad altri allevamenti specializzati nell’attività di

ingrasso.

(14)

e) Gestione dei reflui zootecnici

L'azienda per quanto riguarda la gestione dei reflui di allevamento ha deciso di farne uso diretto nei terreni aziendali ed in asservimento nel rispetto a quanto previsto dal DM 25/02/2016 e dalla DGR 1835 del 07 agosto 2007 e s.m.i. (DGR 813 del 22 giugno 2021).

L’azienda provvede annualmente alla presentazione della Comunicazione Nitrati, del Piano di Utilizzazione Agronomica (PUA) e alla presentazione del registro delle concimazioni azotate, che sono predisposti tramite applicativo regionale.

1.1.5

Adozione delle Migliori Tecniche Disponibili (BAT)

La gestione dell’allevamento prevede l’adozione delle migliori tecnologie disponibili (BAT) riportate nelle BAT Conclusions pubblicate nel febbraio del 2017 sulla Gazzetta Ufficiale UE di seguito riassunte:

1) Controllo della temperatura interna e l'umidità degli ambienti di stabulazione con sistemi computerizzati;

2) Controllo della riduzione di azoto escreto con le deiezioni attraverso adeguate strategie nutrizionali;

3) Controllo delle emissioni di odori: normativamente per questa tipologia di impianti non sono obbligatori sistemi di abbattimento in quanto economicamente non sostenibili.

L’azienda ha adottato tutte le migliori tecniche di gestione al fine di ridurre le emissioni;

4) Controllo delle emissioni delle polveri: per il contenimento delle polveri l’azienda ha adottato gli accorgimenti gestionali indicati nella documentazione AIA;

5) Controllo delle emissioni rumorose: gli elementi generatori di rumore sono a ridotta emissione e contenuti in ambienti confinati. L’azienda nel Sistema di Gestione Ambientale allegato alla Documentazione AIA, ha previsto un piano di gestione del rumore;

6) Controllo delle emissioni dallo stoccaggio degli effluenti; internamente alle strutture di allevamento le deiezioni (liquami) sono periodicamente rimosse riducendo i fattori emissivi. Nel sito è presente una vasca ovale attualmente scoperta con utilizzo di paglia flottante che riduce le emissioni in aria;

7) Controllo delle emissioni dallo spandimento degli effluenti: per ridurre le emissioni odorigene nella fase di distribuzione dei reflui si provvede ad immediato incorporamento degli stessi al suolo.

Verifica della congruità urbanistica

(15)

stabulazione e di stoccaggio delle deiezioni, rispetto alla normativa delle distanze urbanistiche e nello specifico i criteri definiti con la DGR 856/2012, si identifica il sito come di seguito: allevamento connesso al fondo (non intensivo) in classe 3 fascia 2 con punti 41.

Di seguito si riporta la visualizzazione delle distanze urbanistiche su CTR:

Con riferimento alla normativa relativa alla compatibilità ambientale e sanitaria viene

garantito il rispetto delle distanze di 1.000 metri da allevamenti suinicoli intensivi (DGR 751

del 04 giugno 2019). Nella pagina seguente si riporta l’immagine Google Earth con il buffer

relativo alla distanza sopra indicata:

(16)

All’interno del buffer di 1.000 metri non sono presenti altri allevamenti intensivi di suini.

1.1.7

Identificazione catastale

Catastalmente le strutture di allevamento interessano i mappali 22 - 240 - 257 del foglio 51

del Comune di Roncade (TV) visibili nella tavola seguente riportata di seguito:

(17)

1.2 Stato di progetto - Descrizione della proposta progettuale

Con la proposta progettuale non viene variato l’indirizzo produttivo aziendale che permane quello di allevamento di suini da riproduzione collegato all'attività di coltivazione di terreni agricoli.

Il progetto prevede:

1. un ampliamento delle strutture di allevamento con un incremento dei capi allevati, 2. la realizzazione di cinque nuove vasche di stoccaggio dei liquami coperte;

3. la copertura della vasca di stoccaggio dei liquami esistente;

4. la realizzazione di un deposito attrezzi agricoli di 960 mq.

1.2.1

Descrizione delle modifiche strutturali

Di seguito si riporta la visualizzazione del sito oggetto di modifiche strutturali in ampliamento con immagine di Google Earth:

La freccia indica l’ambito dove avviene l’ampliamento.

L’immagine seguente evidenzia la planimetria dello stato di progetto:

La superficie coperta post ampliamento delle strutture di allevamento risulta la seguente:

(18)

superficie coperta esistente 11.481,80 mq superficie coperta in ampliamento 23.584,49 mq superficie coperta di progetto 35.066,29 mq

superficie pavimentata 2.066,00 mq

superficie scoperta di pertinenza 22.027,71 mq

La tabella seguente riporta la ripartizione delle superfici utili di allevamento per categoria, evidenziando la potenzialità massima e la presenza media nella situazione post ampliamento:

La tabella seguente riporta il sistema di stabulazione per categoria di allevamento:

Box/poste Superficie utile

Superficie per capo

Potenzialità massima

numero mq mq numero capi

Scrofette: Gestazione in Branco Settore box scrofette (702-705) 4 1.108 1,476 751

Scrofe: Gestazione in Gabbia Singola Box (101…..-…. 584) 420 420

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 1 (701-712-713-714-715) 5 1.342 2,025 663

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 2 (706-707-708-709-710-711-716-717-718-

719-720-721-722-723-724) 15 4.356 2,025 2.151

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 3 (911-912-921-922-931-932-941-942-951-

952-961-962) 6 1.837 2,025 907

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 4 (858…-…878) 21 403 2,250 179

Scrofe: Parto in gabbia Settore 5 (6011... -…. 6302) 30 720

Scrofe: Parto in gabbia Settore 6 (6311... -…. 6402) 10 200

Scrofe: Parto in gabbia Settore 7 (601... -…. 614) 14 140

Scrofe: Parto in gabbia Settore 7 (614... -…. 622) 4 48

Verri Verri (856-857) 2 12 6 2

Suinetti: Svezzamento 7 - 30 kg Settore 8 (1001-1013) 13 2.074 0,3 6.914

Suinetti: Svezzamento 7 - 30 kg Settore 9 (1101-1130) 30 6.932 0,3 23.107

STATO DI PROGETTO - CARATTERIZZAZIONE DELLE STRUTTURE INTERNE

Categoria Riferimento alla planimetria stato di progetto

Scrofette: Gestazione in Branco Settore box scrofette (702-705) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem

Scrofe: Gestazione in Gabbia Singola Box (101…..-…. 584) In gabbia singola - Pavimento Totalemente Fessurato (PTF) - soglia di tracimazione equiparrata al Vacuum

sistem

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 1 (701-712-713-714-715) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 2 (706-707-708-709-710-711-716-717-718- 719-720-721-722-723-724)

Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 3 (911-912-921-922-931-932-941-942-951- 952-961-962)

Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 4 (858…-…878) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem

Scrofe: Parto in gabbia Settore 5 (6011... -…. 6302) In gabbia singola - Pavimento Totalemente Fessurato (PTF) - Vacuum sistem

Scrofe: Parto in gabbia Settore 6 (6311... -…. 6402) In gabbia singola - Pavimento Totalemente Fessurato (PTF) - Vacuum sistem

Scrofe: Parto in gabbia Settore 7 (601... -…. 614) In gabbia singola - Pavimento Totalemente Fessurato (PTF) - svuotamento a fine ciclo equiparrato a Vacuum

sistem

Scrofe: Parto in gabbia Settore 7 (614... -…. 622) In gabbia singola - Pavimento Totalemente Fessurato (PTF) - Vacuum sistem

Verri Verri (856-857) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) -

Soglia tracimazione

Suinetti: Svezzamento 7 - 30 kg Settore 8 (1001-1013) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Tipo stabulazione

STATO DI PROGETTO - CARATTERIZZAZIONE DELLE STRUTTURE INTERNE Categoria Riferimento alla planimetria stato di progetto

(19)

Per i dettagli ed i particolari degli utilizzi delle singole strutture si rimanda alle tavole di progetto.

Di seguito viene sintetizzata la potenzialità massima e la presenza media dei capi nel complesso aziendale post ampliamento:

1.2.2

Descrizione degli impianti post ampliamento

I principali impianti presenti in allevamento sono:

a) Silos stoccaggio materie prime;

b) Impianto di alimentazione ed abbeveraggio;

c) Sistema di ventilazione;

d) Sistema di riscaldamento;

e) Cella dei morti;

f) Stoccaggio rifiuti.

a) Silos stoccaggio materie prime

Nella situazione di progetto è prevista la realizzazione di una “Area S7” nella quale sono installati 4 nuovi silos di stoccaggio dei mangimi. Qualora si rendesse necessario si prevede l’installazione di

Potenzialità massima numero capi

TOTALE SCROFE 5.428

TOTALE SCROFETTE 751

TOTALE SUINETTI 7 - 30 Kg 30.020

TOTALE VERRI 2

STATO DI PROGETTO - RIEPILOGO NUMERO CAPI

Categoria

(20)

b) Impianto di alimentazione ed abbeveraggio

Nella situazione di progetto il sistema di alimentazione ed abbeveraggio non varia rispetto alla condizione attuale, pertanto l’impianto di alimentazione è distinto per:

- suinetti fino ai 30 kg: il sistema prevede una distribuzione dell’alimento tal quale tramite catenaria di anelli di plastica a mezzo di una catena di acciaio che corrono in un tubo di acciaio (distribuzione di mangime finito secco) dai silos verticali alle strutture di ricovero degli animali. L’impianto di distribuzione è di tipo discontinuo, è operativo ogni giorno per circa due ore, non esercita in pressione e lavora a temperatura ambiente. La distribuzione avviene sostanzialmente mediante il riempimento di cassoni in acciaio con blocco automatico del sistema al termine dell’operazione di carico per l’alimentazione a volontà degli animali;

- scrofe in sala gestazione con gabbia singola e sala parto: il sistema prevede una distribuzione dell’alimento a liquido, la distribuzione della “broda” quale miscelazione del mangime solido con la fase liquida (acqua); vi è una vasca di miscelazione e la tubazione in acciaio per la distribuzione nei box di allevamento e nei truogoli multipli nel reparto di gestazione a gabbia singola, a mezzo di calate coordinate da elettrovalvole. L’impianto di distribuzione è di tipo discontinuo, è operativo ogni giorno per circa due ore, esercita in pressione e lavora a temperatura ambiente;

- scrofe in gestazione in branco: il sistema prevede una distribuzione dell’alimento tal quale tramite catenaria di anelli di plastica a mezzo di una catena di acciaio che corrono in un tubo di acciaio (distribuzione di mangime finito secco) dai silos verticali alle strutture di ricovero degli animali in apposite postazioni “autoalimentatori” che attraverso il riconoscimento del singolo animale, distribuiscono la razione. L’impianto di distribuzione è di tipo discontinuo,è operativo ogni giorno per circa due ore, non esercita in pressione ed esercita a temperatura ambiente.

Per quanto riguarda l’abbeveraggio degli animali, l’acqua dopo essere stata prelevata da pozzo artesiano, viene convogliata in autoclavi che attraverso la rete di distribuzione porta l’acqua ai singoli abbeveratoi di tipo antispreco. La fornitura di acqua viene garantita in continuo.

c) Sistema di ventilazione

Nella situazione di progetto è prevista esclusivamente un sistema di ventilazione di tipo forzata eseguita con estrattori posizionati a soffitto azionati da una centraline elettroniche che ne controllano la velocità in relazione alla temperatura richiesta in ambiente di allevamento.

d) Sistema di riscaldamento

Il sistema di riscaldamento, negli ambienti di svezzamento è costituito da tubi radianti nei quali scorre acqua riscaldata tramite dei bruciatori a gas GPL.

Nelle zone parto, il nido è riscaldato tramite l’utilizzo di appositi tappetini riscaldati ad acqua calda, e tramite utilizzo di lampade elettriche ad infrarosso consentendo il massimo confort per gli animali.

Il controllo della temperatura interna agli ambienti viene effettuato tramite apposite centraline

(21)

e) Cella dei morti

La Ditta ritiene sufficiente l’attuale dimensionamento delle due celle frigorifere destinate allo stoccaggio dei capi morti, verrà mantenuta la stessa posizione nell’area identificata nelle tavole planimetriche come “Area S1”. In tale area, all’occorrenza sarà possibile ampliare il numero delle celle frigorifere.

f) Stoccaggio rifiuti

La Ditta ritiene sufficiente il dimensionamento dell’attuale area dedicata allo stoccaggio temporaneo dei rifiuti generati dall’attività di allevamento, tale area rimane identificata nelle tavole planimetriche come “Area S2”.

1.2.3

Descrizione delle nuove strutture di stoccaggio dei reflui zootecnici

La Ditta prevede la realizzazione di cinque nuove vasche di stoccaggio per liquami coperte della capacità volumetrica complessiva di 24.691,33 mc ed un volume utile di invaso di 23.868,29 mc.

Le vasche saranno realizzate in struttura prefabbricata in calcestruzzo e saranno a perfetta tenuta.

I nuovi volumi utili sommati a quelli del vascone esistenti pari a 11.000 mc, consentiranno uno stoccaggio utile complessivo di 34.868,29 mc.

Tenuto conto che la produzione annuale di reflui zootecnici nella situazione di progetto ammonta a 54.454 mc, al fine di dimostrare la congruità della capacità di stoccaggio delle strutture rispetto alla normativa vigente relativa allo stoccaggio dei liquami zootecnici, l’allevamento deve disporre di uno stoccaggio minimo pari a 27.227 mc, ovvero al volume di reflui prodotti in 180 giorni.

Nella situazione di progetto tutte le vasche di stoccaggio reflui saranno coperte pertanto non saranno presenti acque piovane da stoccare.

Dai conteggi sopra riportati si evidenzia che la disponibilità complessiva di stoccaggio è nettamente superiore al fabbisogno calcolato di complessivi 7.641 mc.

1.2.4

Descrizione dell’attività di allevamento

L’attività di allevamento consiste nell’allevamento di suini da riproduzione a ciclo aperto, ovvero i suinetti nati, vengono allevati per circa tre mesi fino al raggiungimento del peso 25 - 30 kg, successivamente sono venduti ad allevamenti da ingrasso.

Il ciclo produttivo relativo a questo tipo di allevamento prevede le seguenti fasi:

a) Ricevimento scrofette, attesa del primo calore;

b) Fecondazione e gestazione delle scrofe e delle scrofette;

c) Parto;

d) Svezzamento suinetti fino al peso di 25 - 30 kg;

(22)

a) Ricevimento scrofette, attesa del primo calore

Le scrofette da rimonta vengono acquistate da allevamenti specializzati nella selezione di animali riproduttori. Giungono in azienda tramite autocarri e sono destinate ad un fabbricato ad uso quarantena. Trascorsa la quarantena le scrofette sono trasferite nel sito in esame e precisamente nel settore gestazione in box multipli in attesa del primo calore. In tale locale dedicato alle scrofette, gli animali sono liberi di muoversi avendo a disposizione una superficie non inferiore a 1 mq/capo.

In questa zona viene effettuata giornalmente la stimolazione con il verro, il quale ha una importante funzione nello stimolare il calore negli animali grazie alla grande quantità di feromoni prodotti.

Al raggiungimento del primo calore utile la scrofetta viene fecondata, tale periodo normalmente corrisponde all’età di 7 - 8 mesi.

b) Fecondazione e gestazione delle scrofe e delle scrofette

La fecondazione delle scrofe e delle scrofette è di tipo artificiale, ovvero si utilizza del seme, acquistato da centri specializzati.

Le scrofette vengono inseminate in box e vi permangono fino alla prossimità del parto. Le scrofe dopo il parto, vengono fecondate in gabbia nel reparto fecondazione/gestazione e successivamente, accertata la gravidanza, vengono trasferite nel reparto gestazione in box multipli, dove permangono fino alla prossimità del parto. La gestazione dura 3 mesi, 3 settimane e 3 giorni, ossia 114 giorni, la scrofa entra in calore dopo 5 - 7 giorni dallo svezzamento.

c) Parto

Il parto avviene in un locale attrezzato con diverse gabbie in grado di ospitare le scrofe con la relativa nidiata fino al termine del periodo di allattamento che è di circa 28 giorni.

La scrofa partorisce solitamente senza bisogno di assistenza da parte dell’operatore, che interviene solo in caso di parto problematico.

La scrofa in questa fase è particolarmente aggressiva e protettiva della nidiata per cui ogni eventuale intervento da parte dell’operatore per assistenza alla scrofa o ai suinetti può costituire un fattore di rischio. In questa zona dell’allevamento viene attuata una accurata pratica igienica con pulizia e disinfezione delle strutture della sala parto.

d) Svezzamento dei suinetti fino al peso di 25 - 30 kg

Dopo la fase di allattamento che termina a circa 28 giorni, i suinetti sono allontanati dalla

(23)

che viene raggiunto a circa 90 giorni di età.

Successivamente i suinetti vengono venduti ad altri allevamenti specializzati nell’attività di ingrasso.

e) Gestione dei reflui zootecnici

L'azienda per quanto riguarda la gestione dei reflui di allevamento ha deciso di farne uso diretto nei terreni aziendali ed in asservimento nel rispetto a quanto previsto dal DM 25/02/2016 e dalla DGR 1835 del 07 agosto 2007 e s.m.i. (DGR 813 del 22 giugno 2021).

L’azienda provvede annualmente alla presentazione della Comunicazione Nitrati, del Piano di Utilizzazione Agronomica (PUA) e alla presentazione del registro delle concimazioni azotate, che sono predisposti tramite applicativo regionale.

1.2.5

Adozione delle Migliori Tecniche Disponibili (BAT)

Nella condizione di progetto la Ditta continuerà ad applicare le migliori tecnologie disponibili (BAT) ad oggi già in uso e descritte nella situazione dello stato di fatto.

Si evidenzia che rispetto alla condizione dello stato di fatto, la percentuale di effluente zootecnico in stoccaggio in ambiente coperto sarà pari al 100% del volume totale prodotto.

1.2.6

Verifica della congruità urbanistica

Considerando la potenzialità media dei capi allevati riportata nel presente capitolo i sistemi di stabulazione e di stoccaggio delle deiezioni, rispetto alla normativa delle distanze urbanistiche e nello specifico i criteri definiti con la DGR 856/2012, si identifica il sito come di seguito: allevamento in classe 3 con un punteggio compreso nella prima fascia di punti 30.

Rispetto alla condizione dello stato di fatto, nella situazione di progetto saranno realizzate le seguenti variazioni strutturali:

1. Copertura della vasca dei liquami esistente e delle vasche di stoccaggio dei liquami di progetto;

2. Modifica della ventilazione all’interno degli ambienti di stabulazione che passa da sistema di “tipo naturale” a ventilazione “forzata”;

tali modifiche determinano una riduzione del punteggio come definito dalla DGR 856/2012 e

di conseguenza vengono ridotte le fasce di rispetto generate dall’allevamento, in particolare

si evidenzia che la distanza dalle case sparse si riduce da 200 mt a 150 mt. Di seguito si

riporta la visualizzazione delle distanze urbanistiche su CTR:

(24)

Con riferimento alla normativa relativa alla compatibilità ambientale e sanitaria anche nella

situazione di progetto viene garantito il rispetto delle distanze di 1.000 metri da allevamenti

suinicoli intensivi (DGR 751 del 04 giugno 2019). Nella pagina seguente si riporta l’immagine

Google Earth con il buffer relativo alla distanza sopra indicata:

(25)

1.2.7

Identificazione catastale

A seguito dell’ampliamento i mappali interessati sono: 21 – 22 – 88 – 89 – 240 - 257 del

foglio 51, del Comune di Roncade (TV) visibili nella tavola riportata di seguito:

(26)

1.3 Valutazione delle alternative di progetto

In questo capitolo vengono valutate ed analizzate le eventuali alternative alla soluzione progettuale presentata.

Le alternative valutate vengono di seguito sinteticamente elencate:

 ALTERNATIVA “0”: realizzazione dell’allevamento con la localizzazione e la tecnologia descritta nel Quadro Progettuale,

 ALTERNATIVA “1”: realizzazione dell’allevamento in un’area diversa da quella prevista,

 ALTERNATIVA “2”: realizzazione dell’allevamento con tecnologia diversa.

ALTERNATIVA “0”:

L’alternativa “0” prevede il mantenimento dell’attuale situazione, questa opzione può essere ritenuta valida in quanto:

1) esiste la possibilità di migliorare la potenzialità produttiva attraverso un perfezionamento delle economie di scala che la nuova condizione permetterà di attuare,

2) una potenzialità produttiva maggiore rappresenta un elemento di forza nella fase contrattuale sia in fase di acquisto che di vendita.

ALTERNATIVA “1”:

L’alternativa “1” prevede la realizzazione dell'allevamento in un’area diversa da quella descritta nel progetto, questa opzione non può essere ritenuta valida in quanto:

1) non risulta possibile effettuare le economie di scala che la formulazione proposta permette sicuramente di raggiungere,

2) i costi connessi alla realizzazione del nuovo progetto risultano molto più elevati basti pensare alla nuova viabilità, alla casa del custode, allacciamenti e al personale che risulterebbe per entrambi i siti di produzione sottooccupato.

ALTERNATIVA “2”:

L’alternativa “2” prevede l'attività di allevamento con una tecnologia diversa da quella proposta, questa opzione non può essere ritenuta valida in quanto:

1) esiste una precisa richiesta di mercato,

2) la scelta della tecnologia impiantistica adottata rappresenta un miglioramento dal

punto di vista del benessere animale, della tecnologia oggi disponibile e il rispetto

delle BAT conclusions.

(27)

2 QUADRO PROGRAMMATICO

Lo scopo del quadro di riferimento programmatico, secondo quanto previsto dall’Allegato VII alla Parte II del D.lgs. 152/2006 e s.m.i., contenente le norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale, è principalmente quello di fornire gli elementi conoscitivi necessari a stabilire le relazioni fra l'attività di allevamento e gli atti di pianificazione e programmazione del territorio e del settore specifico di intervento, nonché verificarne la coerenza.

I principali documenti programmatici e settoriali attinenti alle aree di interesse ed ai temi trattati risultano essere:

 a livello regionale il:

 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC);

 Piano di Tutela delle Acque (PTA);

 Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (PRTRA);

 Aree sensibili e vincoli;

 a livello provinciale il:

 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP);

 a livello comunale il:

 Piano di Assetto del territorio (PAT);

 Piano degli Interventi (PI);

 Piano di Classificazione Acustica Comunale;

 a livello settoriale la:

 LR 11 del 2004 e DGR 856 del 2012;

 Direttiva nitrati.

Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC)

LR n. 11 del 2004 e DGR 856 del 2012

Piano Territoriale di Coordinamento

Provinciale (PTCP) Direttiva

Nitrati

Piano di Tutela delle Acque (PTA) Piano Regolatore

Generale (PRG)

Piano di Classificazione Acustica

Aree sensibili e vincoli Piano Regionale di Tutela e

Risanamento dell'Atmosfera

QUADRO PROGRAMMATICO

PAT

(28)

2.1 Strumenti di pianificazione e programmazione territoriale

2.1.1

Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto

Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) vigente, adottato dalla Giunta Regionale con DGR n° 7090 in data 23/12/1986 e approvato dal Consiglio Regionale con DCR n. 250 in data 13/12/1991, disciplina l’intero territorio della Regione Veneto.

Il P.T.R.C. individua degli ambiti territoriali meritevoli di approfondimento urbanistico in ordine alle emergenze ambientali naturalistiche già esistenti, per cui si sono resi necessari degli studi di settore e/o area; illustra, per ciascuno dei sistemi e delle aree, gli obiettivi dell'azione pubblica e privata per la tutela, la trasformazione e l'uso del territorio; definisce le aree da sottoporre a particolare disciplina o da assoggettare a Piani Territoriali per cui fornire particolari direttive.

Con deliberazione di Giunta Regionale n. 372 del 17/02/09, ai sensi della legge regionale 23 aprile 2004 n.11 (art. 25 e 4), è stato adottato il nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento.

Con DGR n. 118/CR del 4.8.2009 e n. 136/CR del 6.10.2009 la Regione del Veneto ha successivamente contro dedotto alle osservazioni pervenute al PTRC 2009 adottato e trasmesso lo stesso al Consiglio Regionale per le determinazioni di competenza.

Con DGR n. 1705 del 26.10.2011 è stato dato avvio alla predisposizione di una variante parziale al PTRC 2009, ai sensi della L.R. 11/2004, con riferimento alla tematica paesaggistica, di cui al D.lgs. 42/2004, e ad un aggiornamento dei contenuti urbanistico - territoriali, conseguente alle mutate condizioni dei comparti dell’economia, della produttività, dei servizi di eccellenza, della sicurezza idraulica, ma anche delle nuove esigenze di federalismo.

A seguito della DGR n. 566 del 3.4.2012, che individuava nella Direzione Pianificazione Territoriale e Strategica l’autorità procedente per l’elaborazione del Documento Preliminare e del Rapporto Ambientale preliminare della suddetta variante, con DDR n. 15 del 6.4.2012, sono stati adottati il Documento Preliminare e il Rapporto Ambientale preliminare della variante parziale al PTRC 2009 con valenza paesaggistica e sono state avviate le procedure di concertazione e consultazione, ai sensi della LR 11/2004, del D.Lgs. 152/2006 e della DGR 791/2009.

La variante parziale al Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC 2009) con

(29)

n. 427 del 10 aprile 2013, è stata pubblicata nel Bollettino ufficiale n. 39 del 3 maggio 2013.

Con delibera del Consiglio Regionale n. 62 del 30 giugno 2020 è stato approvato il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento aggiornato al 2020.

Rispetto alla proposta progettuale si è ritenuto di valutarne la coerenza con riferimento ai seguenti tematismi del PTRC aggiornato al 2020:

1) Uso del suolo, l'area dove si inserisce l'allevamento ricade in un ambito definito Area ad elevata utilizzazione agricola.

2) Uso del suolo e acque, l'area dove si inserisce l'allevamento ricade in un ambito

definito Privo di tutela o vincoli.

(30)

3) Biodiversità, l'area dove si inserisce la proposta progettuale ricade in un ambito definito medio - bassa diversità dello spazio agrario.

4) Energia e Ambiente, l’area dove si inserisce la proposta progettuale ricade in area priva di aziende a rischio di incidente rilevante, priva di “Sito Inquinato di Interesse Nazionale” e priva di “Aree con alta concentrazione di inquinamento elettromagnetico”.

5) Sviluppo Economico Produttivo e Turistico, l’area dove si inserisce la proposta

progettuale ricade in area prettamente agricola e non è presente area prettamente

(31)

6) Sistema del Territorio Rurale e della Rete Ecologica, l’area dove si inserisce la proposta progettuale ricade in area ad elevata utilizzazione agricola e distante dalla Rete Ecologica.

Analisi della coerenza: la proposta progettuale risulta coerente con il PTRC.

(32)

2.1.2

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Treviso

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) è formato secondo le disposizioni della L.R. Veneto 23 Aprile 2004 n. 11 “Norme per il governo del territorio”, dell’art. 20 del D.Lgs n. 267/2000 e del PTRC approvato con DCR n.250 in data 13/12/1991 ed il PTRC adottato con deliberazione di Giunta Regionale n. 372 del 17/02/09. Con Deliberazione di Giunta della Regione del Veneto n. 1137 del 23 marzo 2010 è stato approvato il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Treviso.

Gli elaborati grafici del PTCP sono i seguenti:

 Tavola. n. 1.1.A. e 1.1.B “Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale” – “Aree soggette a tutela";

 Tavola. n. 1.2.A e 1.2.B “Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale ” – “Pianificazione di livello superiore";

 Tavola. n. 1.3.A e 1.3.B “Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale ”; "Aree naturalistiche protette"

 Tavola. n. 1.4 A e 1.4.B “Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale ” - "Vincoli militari ed infrastrutturali";

 Tavola n. 2.1.A e 2.1.B “Carta della Fragilità” - "Aree soggette a dissesto idrogeologico e fragilità ambientale";

 Tavola n. 2.2.A e 2.2.B “Carta della Fragilità” – “Aree soggette ad attività antropiche”;

 Tavola n. 2.3.A e 2.3.B “Carta della Fragilità” – “Rischio di incidente industriale rilevante";

 Tavole dal n. 2.4.I a 2.4.X “Carta della Fragilità” – “Carta delle aree a rischio archeologico”;

 Tavola. n. 2.5 “"Carta delle fragilità" - "Fasce filtro"

 Tavola. n. 3.1.A e 3.1.B “Sistema Ambientale naturale” - - "Carta delle reti ecologiche";

 Tavola n. 3.2.A e 3.2.B "Sistema Ambientale naturale" - "Livelli di Idoneità faunistica"

 Tavola. n. 4.1.A e 4.1.B “Sistema Insediativo - Infrastrutturale”;

 Tavola dal n. 4.2.I al n. 4.2.XIII "Sistema insediativo infrastrutturale" - "Carta dei Centri Storici";

 Tavola dal n.4.3.I al n. 4.3.XIII "Sistema insediativo infrastrutturale" - "Carta delle Ville Venete, Complessi ed Edifici di pregio architettonico";

 Tavola dal n. 4.4.I al n. 4.4.XIII "Sistema insediativo infrastrutturale" - "Carta delle Ville Venete, Complessi ed Edifici di pregio architettonico di INTERESSE PROVINCIALE"

Tavola. n. 5.1.A e 5.1.B “Sistema insediativo infrastrutturale" - "La Grande Treviso - Il sistema dei parchi".

(33)

Di seguito si analizzano le Tavole più significative dal punto di vista ambientale:

1) Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale: L'allevamento non rientra in un ambito con vincoli;

2) Carta della Fragilità: L'allevamento rientra in un ambito con pericolosità idraulica moderata;

(34)

3) Sistema Ambientale: il sito di allevamento è esterno agli ambiti del sistema ambientale ed in prossimità di un’area definita cava estinta che da decenni è utilizzata come terreno agricolo coltivato a seminativo;

4) Sistema Insediativo: il sito dell'allevamento è esterno agli ambiti del sistema insediativo;

Analisi della coerenza: la proposta progettuale risulta coerente con il PTCP.

(35)

2.1.3

Il Piano di Assetto del Territorio (PAT)

La Giunta Regionale del Veneto con Deliberazione n.3682 del 30.11.2009, pubblicata nel Bollettino ufficiale regionale (BUR) n. 104 del 22.12.2009, ha ratificato il Piano di Assetto del Territorio del Comune di Roncade a seguito degli esiti della Conferenza di Servizi del 14.10.2009.

Il Piano di Assetto del Territorio ha acquisito efficacia in data 5 Gennaio 2010 ed è costituito dai seguenti elaborati grafici:

 Tavola 1 Nord e 1 Sud - Carta dei vincoli della Pianificazione Territoriale;

 Tavola 2 Nord e 2 Sud - Carta delle invarianti;

 Tavola 3 Nord e 3 Sud - Carta delle fragilità;

 Tavola 4 Nord e 4 Sud- Carta della trasformabilità;

 Tavola 4.1 - Dimensionamento A.T.O.;

Gli elaborati grafici del PAT analizzati sono i seguenti:

 Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale l'allevamento non rientra in un

ambito con vincoli ed è in territorio agricolo identificato nel P.A.I (Piano di Assetto

Idrogeologico) come area a rischio idraulico P1.

(36)

 Carta delle Invarianti: l'allevamento rientra in territorio definito “Ambito Agricoli Integri”.

 Carta delle Fragilità: il sito dell'allevamento rientra nelle aree idonee.

(37)

 Carta della Trasformabilità: l'allevamento è situato in territorio agricolo senza vincoli;

Analisi della coerenza: la proposta progettuale risulta coerente con il PAT.

2.1.4

Il Piano degli Interventi (PI)

Il Comune di Roncade (TV) è dotato di Piano degli Interventi e delle successive varianti.

Dall'analisi della Tavola 1.1.1 del PI vigente variante n. 4 si evidenzia che l'ambito dell'allevamento ricade in zona agricola integra distante da corridoi ecologici.

Estratto del PI:

Analisi della coerenza: l'ambito delle strutture di allevamento risulta coerente con il Piano

degli Interventi.

(38)

2.1.5

Il Piano di Classificazione Acustica

Il Comune di Roncade è dotato dello strumento di classificazione acustica e relativo regolamento approvato con delibera n.44 del 29/06/2001.

Il territorio comunale è stato suddiviso in zone acustiche omogenee alle quali sono assegnati i valori limite assoluti di emissione, i valori limite assoluti di immissione, i valori limite differenziali di immissione, i valori di attenzione e i valori di qualità previsti dalla normativa vigente.

Dalla cartografia della Zonizzazione Acustica si osserva che la proposta progettuale ricade in zona acustica di classe terza definita "Classe III Rurale - aree di tipo misto”.

Analisi della coerenza: la proposta progettuale risulta coerente con il Piano di Classificazione Acustica.

2.2 Aree ambientalmente sensibili

L'area di intervento risulta nelle vicinanze dell’ambito territoriale del Parco Regionale del Fiume Sile. Nelle tavole seguenti viene evidenziata la localizzazione del progetto e le caratteristiche territoriali e vocazionali dell’ambito rispetto al Parco Regionale del Fiume Sile e dei Siti della Rete Natura 2000.

Sito web Regione Veneto - PTRC: Confini del Parco regionale del Fiume Sile

(39)

Piano ambientale Parco Regionale del Fiume Sile: Caratteristiche

L’immagine evidenzia le caratteristiche ossia l’utilizzo del territorio all’interno del perimetro del Parco del Sile che risulta essere in questo ambito terreni agricoli coltivati ed urbanizzati.

La proposta progettuale risulta:

3. in territorio agricolo coltivato come completamente coltivata risulta l’area del Parco più prossima al sito;

4. molto distante da Zona di riserva naturale orientata;

5. molto distante da Zone agricole di tutela paesaggistica.

(40)

Piano ambientale del Parco Regionale del Fiume Sile: Attitudini

Il Piano ambientale del Parco identifica come:

6. “Zona a prevalente attitudine naturalistica” la fascia di territorio a ridosso del Fiume Sile;

7. Il resto del territorio in prossimità del sito di allevamento, è identificato come “Zona a

prevalente vocazione agricola” ossia territorio agricolo completamente coltivato.

(41)

Piano ambientale del Parco Regionale del Fiume Sile: Aziende agricole con allevamenti

Il Piano ambientale ha già identificato la presenza di aziende agricole con allevamento, tra queste risulta identificato e noto il sito in esame.

Piano ambientale del Parco Regionale del Fiume Sile: Grado di vulnerabilità

Il Piano ambientale ha definito la Vulnerabilità del territorio, compreso all’interno del

(42)

perimetro del Parco ed esterno con un Buffer di oltre 500 mt, qualificandola in una scala da Grado “Estremamente elevato” a Grado “Bassissimo o nullo”.

La Vulnerabilità all’interno del perimetro del Parco risulta con un grado di Vulnerabilità Basso, mentre nell’area prossima all’allevamento in esame, il grado di Vulnerabilità è definito bassissimo o nullo.

Rete Natura 2000

Localizzazione e distanze dell’allevamento Localizzazione degli Habitat prioritari

Nell’immagine sopra si evidenzia la distanza tra il sito di allevamento e gli Ambiti della Rete Natura 2000.

La proposta progettuale dista dal sito più vicino circa 600 metri mentre dagli altri due siti la distanza è superiore a 3 km.

La distanza rispetto agli Habitat Prioritari risulta superiore a 3 km.

Analisi della coerenza: la proposta progettuale risulta coerente con il Piano Ambientale del

Parco Regionale del Sile e con i Siti Natura 2000.

(43)

2.3 Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera

La Regione Veneto con DGR n. 1855 del 29 dicembre 2020 ha approvato la "Revisione della zonizzazione e classificazione del territorio regionale ai sensi degli artt. 3 e 4 del D.Lgs 13.08.2010 n. 155 approvata con DGR n. 2130 del 23.10.2012. Deliberazione n. 121 /CR del 17.11.2020".

Rispetto a quanto previsto dal D.Lgs. 155/2010 in Veneto sono stati individuati 5 agglomerati, ciascuno costituito dal rispettivo Comune Capoluogo di provincia, dai Comuni contermini e dai Comuni limitrofi connessi ai precedenti sul piano demografico, dei servizi e dei flussi di persone e merci, visibili nell'immagine seguente:

Dopo l’individuazione degli agglomerati, della zona “Alpi e Prealpi” e della zona “Fondovalle”, la regione ha provveduto a definire le altre zone del territorio regionale.

La classificazione dei Comuni è stata realizzata in aree a differente criticità a seconda che il valore di densità emissiva comunale fosse inferiore o superiore a 6 tonnellate/anno km

2

, mediana regionale della densità emissiva calcolata considerando tutti i Comuni del territorio regionale. Tale valore costituisce dunque il discriminante tra le zone a minore e maggiore criticità in relazione allo stato della qualità dell’aria. I risultati della valutazione delle densità emissive hanno evidenziato una situazione analoga a quella della zonizzazione approvata con DGRV 2130/2012, ovvero l’esistenza di una zona centrale del Veneto a maggiore densità emissiva e di un’altra zona, a minore densità emissiva.

Il Comune di Roncade è stato classificato come “Agglomerato di Treviso” IT0518.

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