Sinthesi Engineering s.r.l. sede legale: via Mira, 20/8 - 31053 Pieve di Soligo (TV)
sede operativa: via Bellucci, 35 - 31010 Farra di Soligo (TV) P.iva e C.F. 03930730266 Telefono 0438.82216 Fax 0438.82476 www.studiosinthesi.net
STUDIO PREVISIONALE DI IMPATTO ODORIGENO
(Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n.152 e ss.mm.ii.)
COMMITTENTE
SUINAL DI MERLO LUIGI
SEDE LEGALEV
IAP
RINCIPE, 139 – 31056 R
ONCADE(TV)
OGGETTO
A
MPLIAMENTO DI ALLEVAMENTO SUINICOLOINDIRIZZO
V
IAP
RINCIPE, 139 – 31056 R
ONCADE(TV)
Pieve di Soligo, lì 04 febbraio 2022 ………..
IL TECNICO
PER.IND.CRISTIAN BORTOT
2/35 INDICE
PREMESSA ... 3
INQUADRAMENTO GEOGRAFICO ... 5
DESCRIZIONE DEL PROGETTO ... 6
NORMATIVA DI RIFERIMENTO ... 9
DESCRIZIONE DEI MODELLI DI CALCOLO ... 10
ANALISI DELLE COMPONENTI METEOCLIMATICHE ... 13
DESCRIZIONE DEGLI SCENARI DI EMISSIONE ... 22
APPLICAZIONE DEI MODELLI DI CALCOLO E RISULTATI ... 32
CONCLUSIONI ... 47
BIBLIOGRAFIA ... 49
ALLEGATI
Allegato 01. Rapporti di prova analisi odorimetriche.
Allegato 02. Rapporti di calcolo BPIP per effetto building downwash.
Allegato 03. Matrici di calcolo CALPUFF su scenari di esercizio e mappe di dispersione.
3/49 PREMESSA
La ditta Azienda Agricol Suinal di Merlo Luigi è attiva nell’ambito del settore agroalimentare e nello specifico nella filiera di produzione di suini per l’avviamento agli stabilimenti di ingrasso.
La ditta è attualmente autorizzata in regime di Autorizzazione Integrata Ambientale presso uno stabilimento sito in Via Principe, 139 in Comune di Roncade (TV).
L’attività ad oggi consiste nell’allevamento di scrofe e scrofette con fini riproduttivi per la produzione di suinetti da avviare agli stabilimenti da ingrasso, all’interno di fabbricati rurali suddivisi in sezioni tipologiche diverse a seconda degli animali accasati e che si possono sostanzialmente ricondurre a:
scrofette e scrofe in gestazione (902 scrofette da 110 a 130 kg + 872 scrofe, potenzialità massima);
scrofe in sala parto / lattazione (404 capi, potenzialità massima);
suinetti in svezzamento venduti a peso inferiore a 30 kg (8.750 capi, potenzialità massima).
Nell’ottica della ridefinizione, ammodernamento ed aumento della potenzialità di allevamento, l’azienda ha intenzione di presentare un progetto di ampliamento, con realizzazione di nuovi fabbricati rurali per l’allevamento degli animali e la realizzazione di nuove vasche fuori terra per lo stoccaggio dei liquami di risulta, in affiancamento a quella esistente, le quali (compresa quella esistente) saranno completamente coperte con tensostruttura fissa.
La nuova potenzialità nella configurazione per cui si intende richiedere l’autorizzazione è la seguente:
scrofette e scrofe in gestazione (751 scrofette da 110 a 130 kg + 4.320 scrofe, potenzialità massima);
scrofe in sala parto / lattazione (1.108 capi, potenzialità massima);
suinetti in svezzamento venduti a peso inferiore a 30 kg (30.020 capi, potenzialità massima).
Il progetto così definito è soggetto a Procedimento Autorizzativo Unico Regionale (P.U.A.R.), all’interno del quale, e specificamente in riferimento al quadro ambientale dello Studio di Impatto Ambientale, si inserisce il presente studio volto alla valutazione previsionale dell’impatto odorigeno generato dai ricoveri degli animali e dalle altre sorgenti potenzialmente significative, sulla base di criteri percettivi e di eventuale molestia con analisi della dispersione di odore in unità odorimetriche (ouE).
In assenza di specifiche normative di riferimento su base nazionale e regionale, la presente relazione tecnica è quindi volta alla valutazione previsionale dell’impatto odorigeno generato dall’allevamento esistente, seguendo le indicazioni tecniche delle più recenti delibere regionali in materia, tra le quali le linee guida regionali “Valutazione dell’impatto odorigeno da attività produttive – LG 44.01/SCE ed.1 rev. 0 – 23.072018”
a cura di A.R.P.A. Friuli Venezia Giulia, unitamente alle linee guida della Regione Autonoma Trentino Alto Adige e della Regione Lombardia, nonché in ottemperanza ai criteri indicati all’Allegato 1 del documento A.R.P.A.V. “Orientamento operativo per la valutazione dell’impatto odorigeno nelle istruttorie di Valutazione Impatto Ambientale e Assoggettabilità” del 29 gennaio 2020.
La valutazione si articola pertanto sulla valutazione del contributo di emissioni odorigene prodotto dall’attività nei seguenti scenari operativi:
Scenario 1-SDF: contributo odorigeno dell’allevamento nella configurazione attualmente autorizzata;
Scenario 2-SDP: contributo odorigeno dell’allevamento nella nuova configurazione di progetto;
4/49 Gli scenari in questione, che producono emissioni di tipo odorigeno valutate a partire da fattori di emissione opportunamente dimensionati sulla base di rilevamenti odorimetrici sui ricoveri e sorgenti esistenti, è stato analizzato applicando un opportuno modello 3D lagrangiano non stazionario a puff, validato a livello nazionale e riportato alle schede della normativa UNI 10796:2000, con risultati che sono quindi confrontati con i valori soglia per la percettibilità e l’eventuale molestia, indicati da documenti tecnici specifici di settore a livello nazionale e, se disponibili e pertinenti, regionali.
Il design di analisi consente inoltre, congruentemente con gli obiettivi del S.I.A., di effettuare opportune verifiche circa le modificazioni/variazioni tra lo stato attuale di fatto e quello futuro di progetto.
5/49 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO
L’allevamento oggetto di studio si trova all’interno di una vasta area ad utilizzo prevalentemente agricolo situata nella porzione meridionale del territorio comunale di Roncade, a circa 510 m a NNE del Fiume Sile ed a circa 1,7 km ad E del centro abitato di Quarto d’Altino (VE), con accesso su strada sterrata, laterale alla piccola infrastruttura viaria di Via Principe, a Sud dell’insediamento.
Figura 1: Corografia su base ortofoto satellitare con evidenziazione dell’area dell’allevamento oggetto di studio.
Allevamento SUINAL
6/49 DESCRIZIONE DEL PROGETTO
L’analisi di cui alla presente relazione riguarda l’attività di allevamento suinicolo di scrofe e suinetti per un totale di circa 10.928 capi accasabili (suddivisi in 902 scrofette in gestazione, 872 scrofe in gestazione, 404 scrofe in sala parto / lattazione, 8.750 suinetti in svezzamento), all’interno di edifici rurali esistenti / autorizzati.
Il progetto prevede la realizzazione di nuovi fabbricati e l’ampliamento di uno esistente in conseguenza alla volontà di aumentare la capacità di allevamento, che verrà portata ad un totale di 36.199 capi accasabili (suddivisi in 751 scrofette in gestazione, 4.320 scrofe in gestazione, 1.108 scrofe in sala parto / lattazione, 30.020 suinetti in svezzamento).
In tutti i ricoveri, sia esistenti che di progetto, è presente un sistema di areazione forzata che capta l’aria e la convoglia all’esterno attraverso dei camini ubicati sulla copertura.
Si propone alla figura seguente una schematizzazione delle aree di allevamento (suddivise in esitenti/autorizzate e di progetto), che tiene conto sia della diversa tipologia di animali / fasi di allevamento, sia dei sistemi di captazione e convogliamento in esterno dell’aria, in modo da indivudare delle sezioni di tipo omogeneo.
Figura 2: Planimetria con disposizione e numerazione degli elementi strutturali dell’allevamento suddivisi in esistenti/autorizzati (blu) ed in progetto (rosso).
Alla seguente tabella si riporta la suddivisione dei capi accasabili nelle varie sezioni di allevamento individuate in figura 2, con indicazione ulteriore del numero e tipologia dei camini di ventilazione.
Si specifica che la consistenza di allevamento è considerata (qui, come nel resto dello studio) in termini massimi e non tiene quindi conto delle presenze effettive medie (a causa ad esempio del tasso di mortalità atteso per gli animali), nell’ottica di applicazione del principio di massima cautela.
5A 1
4
3
7
8
5B 5C
2
6
9
7/49
Sezione Tipo Scrofette SDF Scrofe Suinetti Tipo Scrofette SDP Scrofe Suinetti Ventilazione 1 Gestazione
Svezzamento -- 452 1.987 Gestazione 751 663 -- n.12 Ø820
2 -- -- -- -- Gestazione -- 2.151 -- n.14 Ø820
3 Gestazione 902 -- -- Gestazione -- 907 -- n.7 Ø820
4 Gestazione
Svezzamento -- 420 783 Gestazione -- 599 -- n.4 Ø700
n.4 Ø500
5A Sala parto -- 216 -- Sala parto -- 240 -- n.18 Ø500
5B -- -- -- -- Sala parto -- 240 -- n.16 Ø500
5C -- -- -- -- Sala parto -- 240 -- n.26 Ø500
6 -- -- -- -- Sala parto -- 200 -- n.10 Ø820
7 Sala parto -- 188 -- Sala parto -- 188 -- n.18 Ø500
8 Svezzamento -- -- 5.980 Svezzamento -- -- 6.913 n.20 Ø500
9 -- -- -- -- Svezzamento -- -- 23.107 n.15 Ø820
Tabella 1: Ripartizione dei capi accasabili nelle diverse sezioni di allevamento nello stato attuale autorizzato (SDF) ed in quello di progetto (SDP), con indicazione del numero e tipologia di camini di ventilazione asserviti.
Ulteriormente, per lo stoccaggio degli effluenti zootecnici, l’azienda dispone di una vasca di forma ovale (denominata vasca V1), di superficie pari a 2.409 m2 ed altezza pari a 4,5 m, ubicata a nord del complesso dei ricoveri, con una piccola vasca di carico di forma rettangolare di 18 m2, immediatamente a sud della vasca principale. Nello stato di progetto, per fare fronte alla nuova quota di effluenti potenzialmente producibili, è prevista la realizzazione di n.5 vasche (V2, V3, V4, V5, V6) di diametro pari a 32,38 m (superficie pari a circa 852 m2 cad.) ed altezza pari a 6 m (con altezza massima del pelo libero del liquido pari a 5,80 m), poste a Nord-Est del complesso dell’allevamento. La posizione delle vasche è proposta alla figura seguente.
Figura 3: Planimetria con disposizione delle vasche coperte per lo stoccaggio degli effluenti zootecnici.
V1
V2 V3 V4 V5 V6
8/49 Sia la vasca pre-esistente che quelle di nuova realizzazione saranno completamente coperte mediante inserimento di struttura fissa costituita da tendone con telo in PVC con 2-3 aperture di sfiato di diametro 15 cm sulla sommità (per permettere il deflusso dell’aria a velocità lentissima).
Figura 4: Prospetti e sezioni degli edifici adibiti a ricovero animali nello stato di progetto.
Figura 5: Planimetria, prospetti e sezioni delle nuove vasche per lo stoccaggio dei reflui zootecnici.
Si specifica ulteriormente che le tecniche di allevamento prevedranno opportunamente la presenza e l'uso delle migliori tecnologie disponibili (MTD) anche in base a quanto richiamato nel BRef europeo “JRC Science For Policy Report – Best Availabel Techniques (BAT) Reference Document for the Intensive Rearing of Poultry and Pigs – 2017”.
9/49 NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Per quanto riguarda l’odore, attualmente in Italia non esistono riferimenti che riportino limiti di accettabilità in immissione su base nazionale.
Tuttavia è importante sottolineare che Regioni quali ad esempio la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna ed il Trentino Alto Adige e da ultima il Veneto (con linea guida A.R.P.A.V.) hanno emanato linee guida specifiche relative alla caratterizzazione delle emissioni gassose in atmosfera derivanti da attività a forte impatto odorigeno
Le linee guide lombarde specificamente prevedono che “il progettista di un nuovo impianto o di una modifica sostanziale con ripercussioni sulle emissioni odorigene o in caso di conclamate problematiche olfattive, deve, partendo da dati di bibliografia o da esperienze consolidate o da indagini mirate, ricercare tutte le possibili fonti di disturbo olfattivo, associare a queste fonti una portata d’odore (ouE/s) e, sulla base dei dati metereologici […] e l’orografia del territorio, utilizzare un modello di dispersione […] per verificare quale sarà l’entità del disturbo olfattivo provocato nel raggio di 3 km dai confini dello stabilimento sui ricettori presenti in questa area”.
Le linee guida trentine in analogia richiamano che “le domande di autorizzazione in materia ambientale relative a nuove attività o al riesame dell’AIA o ad attività di trattamento FORSU devono essere corredate da uno studio di impatto odorigeno mediante simulazione di dispersione […]”.
A livello regionale risulta comunque utile potersi riferire alle linee guida ufficiali sull’impatto odorigeno emanate dalla Regione Autonoma Trentino Alto Adige e dalla Regione Emilia Romagna, all’interno delle quali sono proposti dei livelli soglia per il disturbo differenziati per fasce di distanza dalle sorgenti e per destinazione d’uso dei luoghi in cui sono localizzati i recettori, limiti che sono di fatto richiamati anche nel documento operativo di A.R.P.A.V. del 29.01.2020 per la Regione Veneto.
In particolare tale documento, richiamando le linee guide trentine, stabilisce come criterio orientativo di accettabilità valori di concentrazioni orarie di picco (intese come 98° percentile della concentrazione di odore su base annuale) pari a:
per recettori in aree residenziali:
1 ouE/m3 a distanza > 500 m dalle sorgenti 2 ouE/m3 a distanza di 200÷500 m dalle sorgenti 3 ouE/m3 a distanza < 200 m dalle sorgenti
per recettori in aree non residenziali:
2 ouE/m3 a distanza > 500 m dalle sorgenti 3 ouE/m3 a distanza di 200÷500 m dalle sorgenti 4 ouE/m3 a distanza < 200 m dalle sorgenti
10/49 DESCRIZIONE DEI MODELLI DI CALCOLO
Per la dispersione degli inquinanti è stato utilizzato il modello lagrangiano 3D non stazionario di diffusione a puff costituito da pacchetto software MMS CALPUFF versione 1.14 della MAIND S.r.l., che implemente il codice CALPUFF sviluppato dalla Earth Tech Inc. per conto del California Air Resources Board (CARB) e dell’E.P.A.. Il modello di calcolo è corredato dal pre-processore dati meteorologico CALMET per la fornitura di dominio meteorologico ed orografico in 3D (per l’eventuale analisi anche in presenza di orografia complessa) e da post-processore dati Run Analyzer della MAIND S.r.l. (per l’elaborazione dei dati di concentrazione e l’ottenimento di medie, massimi, percentili, ecc.).
La relazione generale che rappresenta la concentrazione di un inquinante in un generico punto dello spazio (x, y, z) dovuta ad un puff (k) centrato nel punto (x’, y’, z’) e di massa mk è la seguente:
1,5 2 2 2 2 2 22 exp ' 2
exp ' 2
exp ' , 2
,
z y
z x y x
k
x x y y z z
z m y x
C
[1]Nel caso in cui il piano campagna e la sommità del PBL influenzino la dispersione verticale allora la relazione [1] tiene conto dell’effetto di riflessione causato dai suddetti piani, secondo la formulazione seguente:
2 2 2 22 exp ' 2
exp ' , 2
,
y x
y x
k
g x x y y
z m y x
C
[2]
dove g rappresenta la dispersione in senso verticale ed è il risultato delle riflessioni multiple del puff col suolo e con la sommità del PBL, ad altezza h:
n z
z
nh
g z
2 22 2 exp '
2 2
[3]La relazione [3] risulta comunque applicabile unicamente quando il suolo è pressoché piatto. In presenza di orografia complessa il modello fornisce diverse opzioni di correzione, tra le quali per il presente caso di studio è stata scelta la Correzione Partial Plume Penetration, per la quale l’altezza del puff viene valutata tenendo conto anche della stabilità atmosferica, secondo degli specifici coefficienti per ciascuna classe di Pasquill.
Per quanto riguarda le funzioni sigma di dispersione, esse descrivono il progressivo inglobamento di aria all’interno del puff, associato alla turbolenza. Generalmente non è possibile accertare se la distribuzione rispetto ai due assi coordinati orizzontali (x e y) sia veramente differente, per cui molto spesso viene assunta l’eguaglianza delle relative sigma di dispersione.
Se si valuta inizialmente il contributo alla turbolenza dovuto al PBL, dato un puff con baricentro nel punto P del PBL una formulazione generale per
ye
zè la seguente (Hanna et al., 1977):11/49
v y
lyyt
t tf t t
[4a]
w z
lzzt
t tf t t
[4b]dove:
t = tempo di volo del puff (tempo trascorso dalla sua immissione);
w
v
e
= coefficienti di dispersione trasversale e verticale rispetto al vento in P;fy e fz = funzioni dipendenti dal livello di connettività del PBL e dal tempo.
Le relazioni per determinare i coefficienti di dispersione trasversale e verticale di cui alle formule [4] si differenziano a seconda della stabilità atmosferica e della quota del puff (z), rapportata all’altezza dello strato di miscelazione (h).
Nello strato superficiale (z < 0,1h):
2 1 3 2
* 2
1 3 2
*
4 0,6 ,1 6 2 , 9
L
u z L
u h
wv
[5]
dove u* è la velocità di frizione del vento ed L è la lunghezza di Monin-Obukhov
Nello strato di miscelazione (0,1h < z < 0,8h):
3 , 6 u*2 0 , 35 w
*2
21
w ,1 2 u*2 0 , 35 w
*2
21
0 , 35 w
*2
21v
[6]dove w* è la velocità convettiva caratteristica.
Nello strato neutro:
0 , 9 ,1 3 exp 0 , 9
exp 8
,1 z h
wz h
v
[7]Nello strato stabile:
1 ,1 3 1
6
,1 u
*z h
43 wu
*z h
43v
[8]Per quanto riguarda invece le funzioni f, si utilizzano le seguenti formule proposte da Irwin (1983):
0 se 100
945 , 0 1
0 se 9 500
, 0 1
9 1000 , 0 1
1 2 1 1 2 1
1 2 1
t L t L f
f t
z y
[9]
12/49 Il modello consente quindi di calcolare i coefficienti di dispersione direttamente sulla base delle variabili meteo-climatiche secondo le formule precedenti, oppure consente di utilizzare i coefficienti di dispersione di Pasquill-Gifford (1976) per le aree rurali e di McElroy-Pooler (1968) per quelle urbane. Questa seconda opzione tiene conto del tipo di uso del suolo (categoria land use secondo codifica Corine Land Cover) e della classe di stabilità atmosferica.
Il modello è inoltre in grado di trattare le situazioni di calma di vento senza ricorrere all’eliminazione dal set di dati meteo dei record corrispondenti alle suddette situazioni.
In particolare il trattamento delle calme di vento è descritto al paragrafo 2.14 della guida utente del modello (Scire et al., 2000), specificando che in dette condizioni sui puff rilasciati vegnono attuati i seguenti accorgimenti:
la posizione del centro del puff rimane immutata;
l’intera massa di inquinante da rilasciare nel corso dell’ora è posta in un unico puff;
il puff è posto istantaneamente alla quota finale di innalzamento;
non è calcolato l’effetto scia degli edifici;
la crescita dei parametri σx e σy è calcolata esclusivamente in funzione del tempo;
i parametri σv e σw (velocità turbolente) sono eventualmente modificati affinchè non siano inferiori ad un minimo prefissato.
Il modello è inoltre in grado di descrivere correttamente la dispersione nel caso di terreno complesso.
Il modello è pertanto tra quelli espressamente indicati per l’effettuazione di studi di impatto odorigeno con validazione a livello nazionale da parte di I.S.P.R.A. ed inserimento nelle schede specifiche della normativa UNI 10796:2000.
13/49 ANALISI DELLE COMPONENTI METEOCLIMATICHE
Il modello di calcolo sopra descritto fornisce dati di concentrazione al suolo per i parametri prescelti che sono influenzati, oltre che dalla portata massiva di emissione, anche da parametri meteoclimatici quali la velocità e la direzione del vento, la classe di stabilità atmosferica, l’altezza di rimescolamento.
E’ stata quindi condotta una valutazione delle componenti meteoclimatiche dell’area oggetto di studio su base annuale. I dati utilizzati per la modellazione sono stati forniti direttamente da MAIND S.r.l. con formattazione per l’inserimento nel modello di calcolo. Nello specifico i dati forniti sono stati ricostruiti attraverso un’elaborazione mass consistent sul dominio tridimensionale per un’area vasta che comprende anche il sito di studio, effettuata con il modello meteorologico CALMET con le seguenti risoluzioni (orizzontali e verticali):
Origine SW: x = 287601,00 m E – y = 5040864,00 m N UTM fuso 33 – WGS84 Dimensioni orizzontali totali: 20 km x 20 km
Risoluzione orizzontale: dx = dy = 1000 m
Risoluzione verticale: 0-20-50-100-200-500-1000-2000-4000 m sul livello del suolo.
Coordinate punto richiesto: 45,577207°N; 12,399375°E
Figura 6: Ortofoto con indicazione del dominio meteorologico, punto generatore ed eventuali stazioni sito-specifiche.
14/49 Per il calcolo e la calibrazione del modello sono stati utilizzati i dati della rete delle stazioni sinottiche nazionali ed internazionali certificate SYNOP-ICAO (Organizzazione Internazionale degli Aeroporti Civili) presenti nell’intorno dell’area interessata, con integrazione di dati ricavati da stazioni della rete A.R.P.A.V. In particolare sono state utilizzate sia stazioni di superficie (rif. figura 7) sia stazioni profilometriche (rif. figura 8).
Figura 7: Stazioni locali e SYNOP-ICAO di superficie più prossime all’area di intervento.
Figura 8: Stazioni locali e SYNOP-ICAO di superficie e profilometriche più prossime all’area di intervento.
15/49 Nel dettaglio i dati delle stazioni della rete SYNOP-ICAO sono i seguenti:
Stazioni di superficie SYNOP-ICAO
VENEZIA TESSERA LIPZ 161050 [45,505°N – 12,352°E]
Stazioni di radiosondaggio SYNOP-ICAO
SAN PIETRO CAPOFIUME 16144 [44,65°N – 11,62°E]
UDINE RIVOLTO 16045 [45,97°N – 13,05°E]
LINATE PROFILO 16080 [45,43°N – 9,28°E]
I dati delle stazioni della rete SYNOP-ICAO sono stati integrati con i dati disponibili (nello stesso intervallo temporale) dalle seguenti stazioni meteo della Rete A.R.P.A.V. Veneto:
Mogliano Veneto (anemometro 10 m) [45,580°N – 12,308°E]
Cavallino Treporti (*) [45,458°N – 12,486°E]
(*) solo dati di pressione, temperatura, umidità e precipitazione.
L’analisi si è concentrata sulla serie oraria elaborata da CALMET nel periodo campione disponbile dal 01.01.2020 al 31.12.2020, per un totale di 8784 ore valide su 8784 (100%), ed ha considerato i parametri di temperatura oraria, direzione prevalente del vento, velocità media del vento, altezza di rimescolamento, classe di stabilità atmosferica. I dati rilevati hanno permesso di ricostruire gli andamenti dei vari parametri su base annuale. Si precisa che i dati meteorologici sono aggiornati su base annuale dal database disponibile e, stante anche la debole variabilità meteorologica dell’area, il set a disposizione è da ritenersi pienamente rappresentativo delle condizioni atmosferiche di dispersione degli effluenti odorigeni.
Il campo meteorologico tridimensionale così creato è stato opportunamente formattato in modo da poter essere direttamente inserito nel software di calcolo modellistico, il quale pertanto permette di effettuare dei run in short-term, con valutazione su base oraria (per un totale di 8784 simulazioni) di tutti i principali parametri meteorologici connessi con le dinamiche che regolano la dispersione dei puff di inquinanti (temperatura, direzione e velocità del vento, classe di stabilità atmosferica, altezza della quota di inversione termica).
Nei sottoparagrafi seguenti si riporta la sintesi dei risultati dell’analisi statistica dei dati elaborati da CALMET per la definizione delle principali caratteristiche meteorologiche dell’area di analisi, presentando i valori riferiti alla cella in cui sono presenti le sorgenti emissive (Nx = 10; Ny = 10).
16/49 Temperatura
L’analisi delle medie giornaliere del campo termico calcolato da CALMET per la cella di Roncade ha permesso di evidenziare un range termico di -2,5°C – 34,1°C, con una media annuale di 14,4°C.
Figura 9: Valori di temperatura minima, massima e media su base annuale stagionale e mensile.
(Fonte dati: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Roncade, 2020).
Figura 10:Andamento dei valori di temperatura minima, massima e media su base annuale.
(Fonte dati: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Roncade, 2020).
17/49 Direzione e velocità del vento
L’analisi preliminare volta all’identificazione della direzione prevalente del vento nell’area ed alla quantificazione della sua intensità media ha preso in considerazione un anno tipo (2020) per un totale di 8784 dati orari validati.
Per ogni ora sono stati considerati i parametri di direzione prevalente di provenienza del vento e valore della velocità del vento, espressa in m/s, così come elaborata da CALMET.
La soglia per la definizione di calma di vento è posta a u < 0,3 m/s.
Figura 11:Distribuzione generale della velocità del vento su base annuale per singolo settore angolare di provenienza.
(Fonte dati: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Roncade, 2020).
18/49 La nuova versione del modello consente di estrapolare anche i dati stagionali di velocità e direzione del vento, che sono riassunti alla seguente figura.
Figura 12:Distribuzione stagionale della velocità del vento per singolo settore angolare di provenienza.
(Fonte dati: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Roncade, 2020).
I dati statistici generali tabellati di cui alla precedente figura 11 sono inoltre riproposti schematicamente alla seguente figura.
19/49 Figura 13:Distribuzione annuale della direzione prevalente del vento.
(Fonte dati: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Roncade, 2020).
In ottemperanza a quanto richiesto e previsto al punto 4 dell’Allegato A.1 delle Linee Guida della Regione Veneto, in relazione alla valutazione delle eventuali anomalie conseguenti alla trattazione delle calme di vento, vengono riassunti di seguito le informazioni statistiche riguardo alla distribuzione della velocità del vent nel set meteorologico utilizzato.
Percentuale dei dati validi di velocità e direzione del vento: 100%
Percentuale dei dati di velocità del vento debole (u < 0,5 m/s): 9,77%
Percentuale dei dati di calma di vento (u < 0,3 m/s): 1,96%
Valore minimo della velocità del vento: 0,00 m/s
Valore massimo della velocità del vento: 10,53 m/s
Valore medio della velocità del vento: 1,83 m/s
Moda della velocità del vento: 0,63 m/s
Mediana della velocità del vento: 1,45 m/s
25° percentile della velocità del vento: 0,89 m/s
75° percentile della velocità del vento: 1,96 m/s
Il modello delle calme di vento è applicato in condizioni di vento debolissimo (u < 0,3 m/s, con incidenza ≈ 2%), condizione che permette di ottenere una simulazione più cautelativa per i recettori.
20/49 Classe di stabilità atmosferica
La categorizzazione delle classi di stabilità atmosferica dipende dalla velocità media del vento e dal valore di radiazione solare (in periodo diurno) e di copertura nuvolosa (in periodo notturno).
Per la determinazione percentuale dell’occorrenza delle varie classi di stabilità nel presente studio sono stati considerati i valori medi calcolati sulla base dell’elaborazione oraria prodotta da CALMET per l’area di Roncade fornita da MAIND Srl, per un totale di 8784 dati orari validati nell’anno 2020.
I valori considerati sono quindi riassunti e riportati nella seguente tabella.
A B C D E F+G Totale
Anno 1,67 17,54 20,07 16,37 4,94 39,40 100
Primavera 2,36 19,93 21,65 20,65 5,98 29,44 100
Estate 3,99 25,41 20,88 10,78 4,66 34,28 100
Autunno 0,14 12,45 18,82 16,90 5,49 46,20 100
Inverno 0,18 12,27 18,91 17,17 3,62 47,85 100
Fonte: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Roncade, 2020.
Tabella 2: Classi di stabilità atmosferica. Frequenze annuali e stagionali.
Figura 14: Distribuzione delle frequenze annuali di accadimento delle classi di stabilità atmosferica per l’area di analisi.
(Fonte dati: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Roncade, 2020).
21/49 Figura 15: Distribuzione delle frequenze stagionali di accadimento delle classi di stabilità atmosferica per l’area di analisi.
(Fonte dati: MAIND Srl - Elaborazione CALMET per loc. Roncade, 2020).
La distribuzione delle classi di stabilità per l’area oggetto di studio presenta quindi una prevalenza delle condizioni di stabilità forte (F), seguite dalle condizioni di instabilità medio-bassa (B e C) e neutre (D) ed infine di stabilità moderata in periodo notturno (E) e di instabilità forte associabile a giornate con forte radiazione solare e scarsa ventilazione (A).
Si ricorda che il modello utilizza coerentemente i dati meteorologici specifici di ogni singola cella del dominio meteorologico, a seconda dell’ubicazione geografica dei punti di calcolo. I dati presentati nei paragrafi precedenti sono quindi indicativi e rappresentativi della cella specifica in cui risulta compresa l’attività oggetto di studio.
Si certifica inoltre che il modello è stato condotto considerando le variabili continue meteorologiche elaborate dal pre-processore CALMET, con i risultati sintetizzati in precedenza.
22/49 DESCRIZIONE DEGLI SCENARI DI EMISSIONE
La presente relazione di valutazione previsionale di impatto odorigeno ha preso in considerazione le emissioni prodotte dall’allevamento di proprietà della ditta Azienda Agricola Suinal di Merlo Luigi in relazione ad un progetto di ampliamento dell’allevamento, per la quale è attivata la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.
In relazione alle informazioni a disposizione sono stati analizzati i seguenti scenari di emissione:
Scenario 1-SDF: contributo odorigeno dell’allevamento nella configurazione attuale;
Scenario 2-SDP: contributo odorigeno dell’allevamento nella nuova configurazione di progetto;
Sono quindi riportate di seguito le metodologie impiegate per la definizione delle sorgenti e per la quantificazione dell’odore immesso da ciascuna di esse, per l’applicazione dei modelli di calcolo nei vari scenari di emissione considerati.
Determinazione del fattore di emissione
Per la determinazione del fattore di emissione, nel caso specifico non esistono in letteratura dati univoci per la tipologia di attività, ma solamente dei range di valori valutati da studi specifici, i quali sono tuttavia molto variabili. Per ovviare alla notevole incertezza nei dati aggregati, anche a livello dei più recenti BRef europei, si è pertanto scelto di effettuare un’analisi odorimetrica mirata sulla condizione esistente, con tecnica di odorimetria dinamica ai sensi della norma UNI EN 13725:2004.
E’ stato quindi valutato di effettuare delle misure odorimetriche secondo la UNI EN 13725:2004 sia sui ricoveri attualmente occupati (valutando le tre tipologie di animale/fase di allevamento per cui esistono dati di letteratura, ovverosia scrofe in gestazione, parto, svezzamento), sia sulle vasche di stoccaggio liquami, per la valutazione dei fattori di emissione specifici nello stato di fatto, i quali, stante l’analogia delle sorgenti, sono poi riferiti allo stato di progetto al netto dell’incremento numerico dei capi (con aumento del numero dei ricoveri) e degli interventi di copertura sulle vasche di stoccaggio.
Le analisi sono state condotte in data 25.10.2021 dal laboratorio LOD di Udine nel rispetto delle indicazioni tecniche di cui all’Allegato A.2 del documento orientativo A.R.P.A.V. del gennaio 2020 (prelievo diretto su sacchetto con pompa in depressione per sorgenti puntiformi e wind tunnel a bassa velocità per sorgenti areali non forzate).
Di seguito si riportano i risultati delle varie sorgenti analizzate.
Sorgenti puntiformi forzate – Ricoveri 4 (gestazione), 7 (sala parto) ed 8 (svezzamento)
Le emissioni di 3 ricoveri campione (suddivisi per tipologia: 4 – gestazione; 7 – sala parto; 8 – svezzamento) sono state valutate direttamente a livello dei torrini di espulsione. Per ciascun ricovero sono stati eseguiti n.2 campioni ed è stato valutato: il numero di capi presenti, il numero di torrini attivi, la superficie complessiva dei torrini attivi, la velocità media di espulsione.
In questo modo è stato possibile valutare una portata di emissione in ouE/s che, riferita al numero di capi, ha fornito il fattore di emissione per le 3 diverse tipologie/fasi di allevamento, che sono poi riferite ai restanti ricoveri nei due scenari (stato di fatto e stato di progetto).
23/49 In particolare le condizioni rilevate nella giornata di analisi sono state le seguenti:
ricovero 4 (gestazione): n. 4 torrini Ø 700 mm; velocità di espulsione media 4 m/s; 599 capi ricovero 7 (sala parto): n. 14 torrini Ø 500 mm; velocità di espulsione media 1,5 m/s; 188 capi ricovero 8 (svezzamento): n. 18 torrini Ø 500 mm; velocità di espulsione media 3 m/s; 5.500 capi Si riportano nella seguente tabella i dati riassuntivi per il calcolo del fattore di emissione da ricoveri esistenti.
Sorgente ID
Campione
Concentrazione di odore (ouE/m3)1
Concentrazione di odore media
(ouE/m3)2
Velocità media dell’aria
sulla superficie
emissiva (m/s)
Superficie emissione di
totale (m2)
Portata di odore
(ouE/s)
Capi accasati
nella giornata di analisi
Portata di odore
capo per (ouE/ s)
Ricovero 4 1 2 1.100 490 734 4,0 1,5386 4.518 599 7,5
Ricovero 7 3 4 430 380 404 1,5 2,7475 1.666 188 8,9
Ricovero 8 5 6 1.400 790 1.052 3,0 3,5325 11.145 5.500 2,0
1 Rif. Rapporto di prova LOD SRL n. RT 930/21 02.02.2022 (Allegato 01).
2 In riferimento a quanto previsto dalla norma UNI EN 13725:2004 la concentrazione media è fornita in media geometrica, in quanto la stessa risulta essere più rappresentativa dell’intensità olfattiva media riferita a n misure della medesima sorgente. Questo dipende dal fatto che l’intensità di odore è funzione logaritmica della concentrazione di odore, ovvero I = log (C). A partire da questa considerazione, dovendo determinare il valore di concentrazione relativo all’intensità media, in termini matematici si ha:
n
n
n i
i
C
n C C
1
log 1 log
log
,da cui n n n
n
C
iC C C C
C
1 2 3...
1
che non è altro che la definizione di media geometrica.
Tabella 3: Risultati dell’analisi odorimetrica sui ricoveri esistenti a ventilazione naturale.
Il valori ottenuti, pari rispettivamente a 7,5 ouE/s*capo per la gestazione, 8,9 ouE/s*capo per la sala parto e 2,0 ouE/s*capo per lo svezzamento risultano compresi nei relativi range rispettivamente di 1,3 – 57 ouE/s*capo per scrofe in gestazione con liquame liquido (slurry system), 5,6 – 100 ouE/s*capo per scrofe in sala parto con liquame liquido (slurry system) e 1,1 – 12,1 ouE/s*capo per suinetti in svezzamento con liquame liquido (slurry system) indicati nel BRef europeo a cura di Satonja et al. (2017) e appaiono quindi congrui per le valutazioni modellistiche che verranno esplicitate più avanti nella relazione.
Sorgenti areali diffuse – Vasca di stoccaggio liquami esistente V1
Per la determinazione del fattore di emissione di una sorgente areale di odore senza flusso indotto è generalmente necessario fare riferimento a parametri quali il flusso specifico e la portata di odore.
Il flusso specifico di odore (SOER – Specific Odour Emission Rate) è una grandezza che, nel caso di una sorgente areale senza flusso indotto, indica le unità odorimetriche emesse per unità di tempo e di superficie. Tale parametro, espresso in unità odorimetriche per metro quadrato e per secondo (ouE/s/m2) è
24/49 calcolato moltiplicando il valore di concentrazione di odore (cod) per la portata di aria neutra introdotta nella cappa dinamica utilizzata per il campionamento, e successivamente dividendo per l’area di base della cappa stessa:
WT base
aria od
A
Q SOER c
,
[10]La concentrazione di odore all’uscita della cappa, ossia la quantità di sostanze odorigene che passano dalla fase liquida alla fase gas per effetto della corrente di aria inviata nella cappa (convezione forzata) è funzione della velocità della corrente stessa sul pelo libero della superficie liquida.
Più precisamente, considerando che il trasferimento di materia dalla fase liquida alla fase gas avviene secondo le leggi della teoria dello strato limite di Prandtl, è possibile verificare su base empirica che la concentrazione di odore è proporzionale all’inverso della radice quadrata della velocità:
c
od 1 v
[11]Per questo motivo, anche il flusso specifico di odore è funzione della velocità dell’aria inviata sotto cappa, ed in particolare esso è proporzionale alla radice della velocità stessa:
v SOER
[12]Stante la dipendenza di SOER da cod si rileva comunque che il fattore SOER derivato da analisi a velocità controllata è attribuibile alla sorgente in qualunque situazione in quanto, anche aumentando la velocità, il potenziale maggiore trasporto è compensato da una diminuzione proporzionale della concentrazione per un fattore medesimo (0,5 per l’odore), che produce una sostanziale invarianza della portata di odore.
Al fine di valutare l’entità delle emissioni di odore in funzione delle condizioni di ventilazione è sufficiente sfruttare le relazioni che legano concentrazione e flusso specifico alla velocità dell’aria inviata sotto cappa.
Anche nel caso delle sorgenti senza flusso indotto, la grandezza che consente di valutare le emissioni di odore è la portata di odore (OEF – Odour Emission Factor), espressa in unità odorimetriche al secondo (ouE/s), e calcolata in questo caso come prodotto fra il flusso specifico di odore e la superficie della sorgente.
sorgente
A SOER
OEF
[13]Di seguito si riporta la valutazione del fattore di emisisone per la vasca di stoccaggio esistente.
Sorgente ID campione Concentrazione di odore (ouE/m3)1
Superficie di emissione
(m2)
S.O.E.R.
(ouE/m2*s) Portata di odore (ouE/s)
Vasca V1 7 410 2,409 1,46 3.506
1 Rif. Rapporto di prova LOD SRL n. RT 930/21 del 02.02.2022 (Allegato 01).
Tabella 4: Risultati dell’analisi odorimetrica sui vasche di stoccaggio areata e non areata.
25/49 Stato di fatto (SDF)
Nello scenario considerato le emissioni odorigene si producono in corrispondenza dei ricoveri esistenti ed alla vasca di stoccaggio esistente scoperta, con i fattori di emissione rilevati al sottoparagrafo precedente.
Unicamente per la categoria delle scrofette in gestazione, in ragione di un peso vivo medio pari a circa la metà di quello di una scrofa matura si stima un fattore di emissione pari a 3,8 ouE/s/capo (pari quindi al 50%
del F.E. per le scrofe mature in gestazione).
Per i vari ricoveri, in ragione della presenza di torrini di estrazione ed in virtù della relativa vicinanza ed omogeneità di disposizione degli stessi, si stima la presenza di un camino equivalente di superficie pari alla somma di ogni torrino presente nella specifica porzione di fabbricato, con una velocità di emissione pari al valore medio tra quello massimo garantito di circa 12,5 m/s (condizione di ventilazione estiva) e quello minimo derivante dalla cubatura minima di aria da estrarre in periodo invernale per ciascun capo sulla base delle indicazioni di Turchi e Contini (2013) e pari rispettivamente a circa 29 m3/capo per le scrofe in gestazione, a circa 35 m3/capo per le scrofe in allattamento (attribuito quindi alle sale parto) ed a circa 8 m3/capo per le i suinetti in svezzamento.
Per ogni sorgente si sitma un’emissione a temperatura di 293 K, costante per tutto l’anno e considerando sempre la massima occupazione teorica dell’allevamento (valutando quindi una condizione verosimilmente sovrastimata, per quanto cautelativa, che non considera le normali fluttuazioni del numero di animali dovute ad es. alla mortalità).
Per la vasca ellittica, in ragione delle caratteristiche del modello utilizzato, la stessa è convertita in una superficie quadrangolare di medesima estensione, con il baricentro coincidente al centro dell’ellisse perimetrale (la portata di emissione è quindi esattamente quella emessa dalla struttura ellittica senza che la lieve modifica di tipo geometrico possa incidire sulla dispersione). Anche in questo caso l’emissione è valutata come costante su tutto l’anno, senza quindi considerare eventuali periodi di svuotamento della vasca per pulizie/manutenzioni.
Si riconoscono quindi le sorgenti di cui alla seguenti tabelle.
Sorgente Coordinate UTM 33 Diametro equivalente
(m)
Altezza di emissione
(m)
Velocità di emissione
(m/s)
F.E.
(ouE/s/capo) Numero capi
Flusso di massa (ouE/s)
X Y
E1 297034 5050299 2,84 7,8 4,5 7,5 2,0 1.987 452 7.364
E3 297054 5050260 2,16 7,1 7,3 3,8 902 3.428
E4 297040 5050258 1,72 7,6 7,4 7,5 2,0 420 987 4.716
E5A 297118 5050248 2,12 3,0 2,9 8,9 216 1.922
E7 297055 5050307 2,12 7,5 2,5 8,9 188 1.673
E8 297073 5050242 2,54 5,0 8,0 2,0 5.980 11.960
Tabella 5: Dati dimensionali ed emissivi delle sorgenti puntiformi nello scenario Stato di Fatto (SDF).
26/49 Sorgente
Coordinate UTM 33 Altezza di
emissione (m)
F.E.
(ouE/m2*s)
Superficie emissiva
(m2)
Flusso massa di (ouE/s)
AX AY BX BY CX CY DX DY
V1 297001 5050450 297062 5050416 297045 5050383 296981 5050425 4,5 1,46 2.409 3.517
Tabella 6: Dati dimensionali ed emissivi delle sorgenti areali nello scenario Stato di Fatto
Si rimanda alla figura seguente per l’identificazione spaziale delle sorgenti odorigene considerate nello scenario stato di fatto (SDF).
Figura 16: Disposizione delle sorgenti odorigene nello scenario stato di fatto.
In azzurro sorgenti puntiformi, in giallo sorgenti areali diffuse.
Ulteriormente, per le sole sorgenti puntiformi, il modello applica lo specifico algoritmo di calcolo per la valutazione dell’effetto scia degli edifici (building downwash), con coefficienti calcolati direttamente dal software BPIP integrato al modello (cfr. Allegato 02 per report di calcolo).
E1
E4
E5A E7
E8 E3 V1
27/49 Per l’applicazione, si sono considerati tutti gli edifici di altezza superiore ad hsorg/ 1,5 (nel raggio di 200 m dalla sorgente. Nella figura seguente si riporta la disposizione corografica di tutti gli edifici considerati, secondo la schematizzazione che prevede l’inserimento di figure di tipo quadrangolare nel modello di calcolo.
Figura 17: Ortofoto con indicazione degli edifici considerati per l’effetto di building downwash nello scenario Stato di Fatto (SDF).
Alla seguente tabella si riportano le coordinate dei vertici in pianta di ciascun edificio (in senso antiorario partendo dal vertice A di NW) e l’altezza considerata.
Edificio
Coordinate (UTM 33)
Altezza
A (NW) B (NE) C (SE) D (SW) (m)
X(m) Y(m) X(m) Y(m) X(m) Y(m) X(m) Y(m)
1 297050 5050341 297068 5050332 297016 5050246 269999 5050256 6,3
3+4+7 297068 5050341 297101 5050313 297045 5050218 297012 5050238 6,4
5 297122 5050299 297141 5050288 297093 5050210 297074 5050221 6,9
8 297101 5050309 297117 5050299 297041 5050174 297027 5050182 4,6
Tabella 7: Coordinate in pianta ed altezza degli edifici considerati per l’effetto building down wash nello scenario Stato di Fatto (SDF).
Azzurro = Edificio 1 Giallo = Edificio 3+4+7 Verde = Edificio 5 Arancio = Edificio 8
28/49 Stato di progetto (SDP)
Nello scenario SDP si valuta l’impatto dovuto alla ridefinizione dell’allevamento, con la realizzazione di nuovi ricoveri, al risistemazione e l’aumento dei capi accasabili ed alla realizzazione di nuove vasche in aggiunta a quella esistente, con inserimento di copertura fissa su ciascuna di esse.
La definizione delle sorgenti puntiformi è quindi effettuata secondo le metodologie già espresse al sottoparagrafo seguente, al netto della diversa portata di odore dovuta alla ridefinizione del numero di capi accasabili e, in alcuni casi, del cambio di tipologia di fase di allevamento o animale ricoverato ed attribuendo lo stesso valore di fattore di emissione determinato per via metrico-analitica alle varie fasi di allevamento.
Per quanto riguarda invece le vasche di stoccaggio dei liquami, l’intervento di copertura fissa con telone in PVC, porterà ad una considerevole diminuzione dell’odore emesso, di fatto azzerando il fenomeno di trasporto attivo operato dal vento sulla superficie libera dello stoccaggio. La nuova condizione emissiva sarà invece costituita da una diffusione a bassissima velocità che si realizzerà sostanzialmente nella luce che viene lasciata libera tra l’orlo del tendone ed il perimetro di ogni vasca.
Per una quantificazione di tale emissione si ipotizza in prima istanza (ed in via fortemente cautelativa) che la concentrazione misurata sul pelo libero pari a 410 ouE/m3 possa risultare costante e saturare quindi tutto il volume conico prodotto dalla superficie libera della vasca ed il tendone stesso.
Considerando che per la vasca V1 ellittica esistente il perimetro sia pari a circa 187 m e che per ciascuna delle nuove vasche (da V2 a V6) il perimetro sia pari a circa 103 m, che la luce tra tendone e bordo vasca sia di circa 5 cm e considerando una velocità di diffusione pari a 0,05 m/s (5 volte superiore al limite di risoluzione dei più precisi anemometri portatili) si ottengono i seguenti valori di portata:
V1: 187 m x 0,05 m x 0,05 m/s x 410 ouE/m3 ≈ 192 ouE/s V2 – V6: 103 m x 0,05 m x 0,05 m/s x 410 ouE/m3 ≈ 106 ouE/s
Il fattore di emissione per unità di superficie sale quindi a circa 20,5 ouE/m2/s ma si realizza su una superficie fortemente inferiore, con il conseguente contenimento della dispersione di odore di circa il 95% rispetto ad una diffusione diretta con trasporto del vento dalla superficie libera.
La nuova portata di odore è quindi attribuita alle varie vasche, con la specificazione che le nuove vasche da V2 a V6, essendo costruite sostanzialmente contigue le une alle altre, sono considerate come un’unica sorgente equivalente di forma rettangolare (di pari superficie totale), con portata di odore totale pari a 530 ouE/s (106 ouE/s x 5).
Anche in questo caso di valuta un’operatività costante per tutto l’anno, con massimo dei capi accasabili e (per le sorgenti puntiformi forzate) una temperatura media di 293 K.
29/49 Si riconoscono quindi le sorgenti di cui alla seguenti tabelle.
Sorgente Coordinate UTM 33 Diametro equivalente
(m)
Altezza di emissione
(m)
Velocità di emissione
(m/s)
F.E.
(ouE/s/capo) Numero capi
Flusso di massa (ouE/s)
X Y
E1 297034 5050299 2,84 7,8 6,3 3,8 7,5 751 663 7.826
E2 297102 5050371 3.06 7,6 7,5 7,5 2.151 16.133
E3 297054 5050260 2,16 7,1 7,3 7,5 907 6.803
E4 297040 5050258 1,72 7,6 7,3 7,5 599 4.493
E5A 297118 5050248 2,12 3,0 3,2 8,9 240 2.136
E5B 297058 5050167 2,00 5,9 3,6 8,9 240 2.136
E5C 297175 5050365 2,54 5,9 2,2 8,9 240 2.136
E6 297149 5050370 2,58 6,9 1,8 8,9 200 1.780
E7 297055 5050307 2,12 7,5 2,5 8,9 188 1.673
E8 297073 5050242 2,54 5,0 8,3 2,0 6.913 13.826
E9 297127 5050204 3,18 9,2 9,5 2,0 23.107 46.214
Tabella 8: Dati dimensionali ed emissivi delle sorgenti puntiformi nello scenario Stato di Progetto (SDP).
Sorgente
Coordinate UTM 33 Altezza di
emissione (m)
F.E.
(ouE/m2*s)
Superficie emissiva
(m2)
Flusso massa di (ouE/s)
AX AY BX BY CX CY DX DY
V1 297001 5050450 297062 5050416 297045 5050383 296981 5050425 4,5 20,5 9,35 192
V2_V6 297254 5050335 297284 5050316 297360 5050453 297329 5050470 5,8 20,5 25,85 530 Tabella 9: Dati dimensionali ed emissivi delle sorgenti areali nello scenario Stato di Progetto (SDP)
Si rimanda alla figura seguente per l’identificazione spaziale delle sorgenti odorigene considerate nello scenario stato di fatto (SDP).
30/49 Figura 18: Disposizione delle sorgenti odorigene nello scenario stato di progetto.
In azzurro sorgenti puntiformi, in giallo sorgenti areali diffuse.
Analogamente a quanto indicato per lo stato di fatto, anche nello stato di progetto per le sole sorgenti puntiformi, il modello applica lo specifico algoritmo di calcolo per la valutazione dell’effetto scia degli edifici (building downwash), con coefficienti calcolati direttamente dal software BPIP integrato al modello (cfr.
Allegato 02 per report di calcolo).
Per l’applicazione, si sono considerati tutti gli edifici di altezza superiore ad hsorg/ 1,5 (nel raggio di 200 m dalla sorgente. Nella figura seguente si riporta la disposizione corografica di tutti gli edifici considerati, secondo la schematizzazione che prevede l’inserimento di figure di tipo quadrangolare nel modello di calcolo.
E1
E4
E5A E7
E8 E3 V1
E5C
E5B
E2 E6
E9
V2 – V6