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Biblioteca digitale sella Società Ligure di Storia Patria

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(1)

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" j

1

ATTI

D E L L A

SOCIETÀ L I G U R E

STORIA PATRIA

— —

V O L U M E X X I — F a s c i c o l o I.

9

G E N O V A

T I P O G R A F I A D EL R. I S T I T U T O S O R D O - M U T I

MDCCCLXXX1X

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ATTI

D E L L A

S O C I E T À L I G U R E

D X

S T O R I A P A T R I A

La Prefazione si darà in appresso,

con numerazione romana.

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ATTI

4 *

D E L L A

S O C I E T À L I G U R E

DI

STORIA PATRIA

* ‘

V O L U M E X X I

G E N O V A

T I P O G R A F I A D E L R. I S T I T U T O S O R D O - M U T I

M D C C C L X X X 1 X

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S T O R IA C R O N O L O G IC A

D E L C O N V E N T O D I S. M A R I A D I C A S T E L L O

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E P O C A P R IM A

1435 — 1 5 3*

D A L L A F O N D A Z I O N E D E L C O N V E N T O A L L * E R E Z IO N E D E L L A C o N G R E G A -

zioN E d i Lo m b a r d i a in p r o v i n c i a, d e t t a d e l lu n a e d e l la l t r a Lo m b a r d i a.

1435 — 1444

F O N D A Z IO N E D E L C O N V E N T O

REESiSTEVANO in Genova alla fondazione del convento di S. M. di Castello altre due case domenicane, una d’ uomini, il vetusto cenobio di san Dom enico, la seconda di donne, cioè il monastero, pur esso antico, dei santi apo­

stoli Giacomo e Filippo ; quello fabbricato entro la cer­

chia murale della città, questo appena fuori la porta, detta

di san Germano o di santa Caterina dell’ A c q u a s o la ,

ed o g g i demolita per fare luogo alla spaziosa piazza

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C o rvetto , che interseca le nobili vie Roma e Assarotti ; l’ ultim a delle quali occupa la migliore parte della villa un di posseduta dalle monache. Scaduti entrambi, ce­

nobio e monastero, dal primitivo spirito di osservanza, avevano mestieri di specchiarsi in un modello di religiosa co n v iv e n za , che li scotesse dal torpore e ne ringagliar­

disse i nervi di claustrale disciplina.

O pportuna all’ uopo giunse, verso la metà del xv se­

c o lo , la doppia erezione del convento di Castello e del vicino monastero di s. Silvestro, i quali, per un fortu­

nato contraccolpo, nello stabilirsi essi medesimi sopra solide basi nelle proprie sedi, operarono, a breve inter­

vallo, il ripristinamento della vita regolare e la deside­

rata riforma nelle comunità consorelle ; in quella dei ss. G iacom o e Filippo dapprima, e che più n’abbisognava, poi di s. D om enico, la quale oppose molto minore re­

sistenza. Un felice risveglio erasi destato nell’ Ordine domenicano in Italia allo scorcio del mille trecento, do­

v u to alla novella Congregazione di Lombardia, sorta nel 1 3 9 1 in seno all’ omonima provincia, per opera di santi e dotti uom ini; la quale cominciata in s. Dome­

nico di V en ezia, mano mano venne dilatandosi per le terre e città d’ Italia, specie la superiore. Presevi parte anche la L ig u ria , ove si ravvivò un infuocato zelo di rifiorimento di disciplina, che vigeva già nelle case di Finale e Savona verso il 1430, mercé l’ impulso dato­

g li da più e più religiosi di lodevoli costumi e singo­

lare bontà di vita. Si bramava eziandio un convento in

G en o va, per introdurre il nuovo sistema nella capitale

della repubblica, siccome città la meglio acconcia allo

scopo di farlo vieppiù conoscere e prosperare, mediante

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— 5 —

la maggiore copia di vocazioni, la pietà e larghezza dei cittadini e la presenza del governo, da cui spera- vasi valido aiuto e protezione.

Concepitane l’ idea, senza sapere ancora il come e dove metterla ad effetto, i promotori di essa, a mezzo del pro­

curatore generale deir Ordine presso la romana c u ria , p. Giacomo del R e g n o , fecero ricorso a papa Eugenio IV, chiedendo il permesso d’ erigere un convento di stretta os­

servanza in Genova, ovunque ne trovassero il luogo, a senso loro, acconcio. Quel pontefice, benevolo quant’altro mai e generoso verso i domenicani, dai quali né leg­

gieri né pochi ausili ricevuto avea nelle lunghe ed aspre lotte combattute a pro’ della Chiesa, accolta la domanda, emanò il 22 giugno 1435 una graziosa sua bolla, con cui permise ai supplicanti 1’ erezione in detta città d’ una nuova casa a tutto loro grado; e dato che una chiesa, o cappella già esistente, venisse loro offerta, soggetta a cura d’anime, concedeva potesserla accettare, assumendone gli obblighi e nominando il titolare in persona di un re­

ligioso del proprio o d’altro istituto, ed anche sacerdote secolare, amovibile a piacimento. Il tenore di questa bolla, conservata intatta nell’ archivio nostro, è come segue.

(N . 1) {22 giugno 1435)

E u gen iu s episcopus, servus s e rv o ru m D ei, dilectis filiis, universis fratribus O r d in is fratrum predicatorum , in illius regu la ri o b ser­

vantia d e g e n t ib u s, salutem et apostolicam benedictionem .

S a cr e religion is z e lu s , sub q u a , mund.mis abiectis il l e c e b r i s , d e v o tu m et sedulum exhibetis A ltissim o fam u la tu m , non indigne m ere tu r, ut petitionibus v e s t r i s , illis presertim que divini cultus a u g m e n tu m , et religionis propagation em respicere dign oscun tur , q u a n tu m c u m D e o possumus, favorabiliter annuamus. H in c est

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q uo d n o s, v e s t r i s , n e c n o n d ile cti filii Ia co bi de R e g n o , s a c r e th e o lo g ie m ag istri, ac gen eralis O r d i n i s vestri p r in c ip a lite r in r o ­ mana curia p ro cu rato ris , in hac parte s u p p lic a tio n ib u s i n c l i n a t i , vobis et v e s tru m cuilibet u n am v e l u n u m , e c c l e s i a m , c a p e l l a m , s iv e lo c u m e cclesiasticu m in c iv ita te v e l d iecesi ian u e n si c o n s is t e n ­ tem , etiam si ecclesia ipsa p a ro c h ia lis e x i s t a t , si v o b is aut v e ­ s tr u m alicui, seu aliquibus, alias c a n o n ic e c o n c e d a t u r , r e c ip ie n d i , n ec non illam ve l illum in d o m u m c o n v e n t u a l e m , ad in s ta r alia­

r u m d o m o r u m O r d in is v e s t r i , p ro usu et h a b ita tio n e p e r p e t u is n o n n u llo ru m ipsius O r d in is f ra tru m , c u m e c c le s ia , c a m p a n ili, c la u ­ s t r o , r e fe c to rio , d o r m it o r io et aliis necessariis o ffic in is , iu r e p a r o ­ chialis ecclesie alieno q u o libet se m p e r s a l v o , ac d ie c e san i lo ci et cuiu scu m q u e alterius licentia su p er h o c m in im e r e q u i s i t a , r e c i ­ piendi, edificandi et c o n s t r u e n d i, seu r e c i p i , edificari et co n s tr u i fa­

cie n d i, et in ea perpetuo habitandi, fel. ree. B o n ifa c ii p ape v m predecessoris n o s t r i , qua p ro h ib e tu r ne fratres dicti O r d i n i s in ali­

qua civ itaté, castro ve l v illa , aut alias q u o c u m q u e l o c o , d o m u m de n o v o con struere et ed ificare, seu co n strui et e d ificari face re

i

presumant, absque Sedis a p o sto lice licen tia s p e c i a l i , n o n facien te plen am et expressam ac de v e rb o ad v e r b u m de p r o h ib itio n e huius- m odi m e n t i o n e m , et quibusvis aliis c o n stitu tio n ib u s a p o s t o l i c i s , ceterisque contrariis nequ aqu am obstantibus, a u cto ritate a p o sto lica , t e n o re p r e s e n tiu m , plenam et liberam licen tiam c o n c e d i m u s , et etiam potestatem .

Et n ih ilo m in u s , si et postquam e c c le s ia m , cap ellam , seu l o c u m concedi et in d o m u m co n v e n tu ale m h u iu sm od i e r ig i c o n t i g e r i t , ut prefertur, d o m u i tunc c o n stru cte p re d icte , ac o m n ib u s et sin­

gulis in ea pro tem p ore degentibus fra tribu s, e o r u m q u e servien tib u s et p e r so n is , ut omnibus et singulis p r iv ile g iis , e x e m p t io n ib u s , in­

duitis et gratiis, aliis dom ibus prefatis per S e d e m a p o sto lica in ve l alias generaliter concessis, uti et gauder.e valean t, a u c to ritate pre- d ic ta , con cedim us pariter et indulgem us.

V o l u m u s tamen, quod si co n cessio huiusm odi de p aroch iali e c ­ clesia forsan facta fuerit, illa propterea debitis non fraudetur o b ­ sequiis, sed prior et fratres in dom o pro te m p o re d eg e n te s h uiu s­

m o d i, illius parochianorum anim arum curam per u n u m e x eis, aut

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alium regularem seu secularem idoneum presbyterum , quem ad h o c , quoties eis placuerit dumtaxat, e l ig e n d u m , habere e t e x e r ­ c e re , aliaque ipsius, pro tempore, debita et consueta onera s u p p o r ­ tare o m n in o teneantur et debeant.

D a tu m Florentie, anno incarnationis D o m in ic e m illesim o quadrin­

g e n te s im o trigesim o quinto , decimo calendas iu li i , pontificatus n ostri anno quinto ( i ) .

Passarono sei anni d’ infruttuose ricerche, e persistendo nondimeno nel vagheggiato disegno i padri nostri, Id­

dio che, nella sua sapienza, dal male suol trarne un bene spesse volte m aggiore, apri l’ adito ad effettuarlo a tutta loro insaputa, coll’ inspirare ai parrocchiani della chiesa prepositurale e collegiata di S. M. di Castello d’ intro­

durvi i domenicani della nuova osservanza, della santi­

monia e preclare virtù dei quali la fama era giunta ai loro orecchi. Dispiacenti mostravansi quei fedeli sul modo con cui il servizio ecclesiastico entro il tempio, e fuori nella cura parrocchiale, compivasi. Smessa la salmodia del coro, negletta la parola evangelica, penuria di messe, lontani o non attendenti i pochi canonici ed i cappel­

lani, che per stipendio o per titolo di beneficio erano in obbligo prestarvisi. Il cattivo esempio veniva dal- 1’ a lto , in quanto che il prevosto stesso della collegiata, Melchiorre Fattinanti, come colui che fruiva un secondo canonicato in altra chiesa di Genova (N . S. delle V i­

gne), impotente perciò ad adempiere il dovere di pastore d’ anime a Castello, trasandavane l’ esercizio; esegu en d o l’ andazzo dei tempi, che correvano nefasti alla chiesastica

(i) L ’ autografo membranaceo conservasi nel nostro a rch ivio ; e lo cita anche il com pilatore del Bullarium Ordinis Fratrum Praedicatorum, che lo pubblicò a pag. 43 del tom o III, ove di ciò fa testimonianza.

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disciplina, chiarivasi nè punto nè poco disposto a farla rifiorire nel seno del suo capitolo. L e cose giu n ­ sero a tale estremo, che il clero locale più non soccor­

rendo della necessaria ufficiatura, neppure nei dì festivi, il popolo, le autorità laiche ed i corrucciati parrocchiani si mossero a reclamare.

Adunque « essendo doge di Genova T o m m a s o Campo- Iregoso, unito ad alcuni signori di famiglia Giustiniani, e altri notabili della parrocchia, a ciò portati dallo zelo dell’ onore di Dio e della salute delle anim e, ricorse a papa Eugenio IV, chiedendo

1

’ amozione del preposito e dei canonici dalla chiesa di Castello, avendoli trovati

#

mancanti così nella residenza necessaria, com e nell’ am­

ministrazione dei sacramenti, e supplicò d’ introdurvi i padri domenicani, detti dell’ osservanza. Per il c h e , il pontefice commise V esame di questa causa, e la giustifi­

cazione dell’ esposto, all’ abate dell’ insigne monastero di s. Venerio di Tiro, nella diocesi di G e n o v a , conferen­

dogli libera podestà, ogni qual volta fosse ritrovato quel clero alieno dal debito culto, negligente e trascurato nel servizio della chiesa, di sopprimere il nome di pre­

positura e canonicato, di cappellano e prebenda, con as­

segnare i frutti, redditi e proventi, assieme col possesso universale della chiesa e abitazione, delle officine, pos­

sessioni e suppellettili, dei censi, calici, apparati, libri, e d ogni altra sorta di m o b ili, cosi di chiesa come di casa, ai domenicani dell’ osservanza ; i quali possano liberamente in esso luogo erigere un loro c o n v e n to , e istituire alla cura parrocchiale uno dei padri del mede­

simo Ordine, oppure altro sacerdote da essi nominato.

Così consta nella bolla di commissione emanata in

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Fiorenza addì 14 giugno 1 4 4 1 , che si conserva nell’ ar­

chivio del convento ( 1 ) » , col suo sigillo plumbeo in­

tegro e ancora appeso. E del seguente tenore :

(.N . 2 ) ( 1 4 giugno 1 4 4 1 )

E ugen ius ep isco p us, etc. dilecto f ilio , abbati m onasterii sancti V e n e r ii de T i r o , ianuensis d iecesis, salutem etc.

R o m a n i pontificis sapientia c ir c u m s p e c t a , cu n ctaru m orbis e c ­ c lesiaru m solicitudinem g e r e n s , circa ea que illarum d ire ctio n e m c o n cern ere n o s c u n tu r , diligenter intendit , necnon sublatis ab ipsis” dispendiis s i n g u l is , et universis circum stantiis debite c o m ­ pensatis j non nu nquam , prout etiam id pro divini cultus a u g m e n to et religion is p r o p a g a tio n e , ac alias salubriter expedire c o n s p i c i t , earum status alternat atque c o m m u t a t, grataque in eisdem D e o plantaria s u b r o g a t , ut exinde ecclesie ipse prosperis gratu len tur even tibu s , ac felicia in spiritualibus et tem poralibus suscipiant in­

crem enta.

S ane pro parte dilectorum filiorum, nobilis viri T h o m e de C a m - p o fre g o so d u c i s , ac non nu llorum nobilium de I u s t in ia n i s , c iv iu m i a n u e n s i u m , nobis nuper exhibita petitio c o n t i n e b a t , q u od licet collegiata ac parochialis ecclesia B eate M arie de C a s t e l lo I a - n u e n , una ex antiquioribus ecclesiis in civitate ianuensi c o n si­

sten tib u s, ac alias nobilis et in s ig n is , necnon in ea una p r e p o ­ situra, que dignitas inibi principalis, ac curata et electiv a c o n s i s t i t , et quatu or canonicatus et totidem p r e b e n d e , et n on n u lle p e r­

petue sine cura c a p e l la n ie , pro u n o p reposito et q u atu o r c a ­ n on icis , necnon certis capellanis inibi in missis et aliis divinis officiis perpetuo servire debentibus, instituti fore noscantu r, tam en a m ultis annis c it ra , p r e p o s itu s , canonici et capellani in terim exi- stentes dicte e c c l e s i e , seu eorum m aior pars , debitam apud eam residentiam facere neglexeru n t ac n e g lig u n t, illaque p ro pterea, ac alias d iv e rsim o d e in missarum celebratione et d ivin oru m ex h ib itio n e, defectum non m odicu m , necnon plura in spiritualibus et tem poralibus

(1) Notizie cronologiche delia chiesa parrocchiale e del convento di S. M ? dì Ca­

stello. Ms. a fol. 1 e 2.

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s u s t i n u i t , prout hodie s u s t in e t , detrimenta. C u m a u t e m , sicut ead em petitio su b iu n g e b a t, dux et qui parochiani dicte ecclesie sun t, cives p r e d i c t i , provide considerent ac sp e re n t q uod p r o ­ pter v ita m lau dabilem , necnon virtutes et opera fru ctuo sa reli­

g io s o r u m O rdin is fratrum predicatorum, sub illius regu la ri obser­

v a n tia degentium, ecclesia i p s a , si i l l a , suppressis in ea preposi­

tu ra, capellaniis ac canonicatibus £t prebendis p r e d ic t is , in d o m u m co n v e n tu ale m eius O rdin is erig e re tu r, dictorum que su p p r im e n d o ­ r u m res et bona omnia ad usum prioris et fratrum in d o m o ipsa pro tem p o re com m oran tium * et alias ad fabricam et utilitatem d icte dom us perpetuo concederentur et applicarentur , n o n solu m ex in d e reformationem et augmentum s u s c ip e r e t, sed u n iv e rsi de c iv itate predicta, et alii fideles in ea pro te m p o re c o m m o r a n te s , plu rim a suarum animarum u tilitate , consolationes et gau d ia -sen­

tir e debeant. Q u a re pro parte ducis et civium p re d icto ru m nobis fu it hum iliter supplicatum, ut super hiis opportune p r o v i d e r e , d e benignitate apostolica, dignaremur.

N o s igitur, cultus augm entum a : religionis p ro p a g a tio n e m huius­

m o d i , nostris potissime tem poribus, ubique lo c o r u m v ig e r e in­

tensis desideriis affectantes, ac alias de premissis c e rt a m notitiam n o n h a b e n t e s , huiusmodi supplicationibus inclinati, discretion i tue per apostolica scripta m an d a m u s, quatenus de prem issis om nibus et singulis, et earum circumstantiis universis, auctoritate nostra, di­

lig e n te r te informes, et si per informationem h u iu sm o d i ea vera esse repereris, super quo tuam conscientiam oneram u s, prepositu ram , n e c n o n omnes et singulos canonicatus et prebendas ac capellanias p r e d ictas, quarum omnium fru ctus, redditus et p ro v e n tu s centum et quinquaginta florenorum auri de c a m e r a , secun d u m c o m m u n e m estim ationem , valorem , ut ipsi dux et cives a s s e r u n t , n o n e x ce ­ du n t , in dicta ecclesia prorsus et omnino s u p p rim e re et extin- g u e r e , illisque suppressis et extinctis, ecclesiam prefatam cum ha­

b itatio n ib u s, hortis , #officinis et pertinentiis suis o m n ib u s et conti­

g u is et ad ipsam sp ectan tib u s, in d o m u m co n v e n tu ale m predicti O r d in is , pro usu et habitatione perpetuis quorundam fra tru m O r ­ dinis *et observande p re d icto ru m , creare et erigere , n e cn o n om nia et singula ecclesie, prepositure, capeìlaniarum et can on icatu u m et

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preben darum prefatorum possessiones, census, responsiones et bona mobilia et immobilia , necnon libros , calices , paramenta , cetera- que ecclesiastica ornamenta , domui erigende, ac fratribus presen- tibus et futuris Ordinis et observande htìiusmodi, perpetuo ac libere d o n a r e , applicare et appropriare, eadem auctoritate, p ro cu re s. Ita quod liceat illis ex fratribus ipsis, quos magister generalis pro t e m ­ pore existens dicti O rdinis ad id duxerit e l i g e n d o s , per se vel alium seu a l i o s , ecclesie cum contiguis habitationibus , h o r tis , of­

ficinis et pertinentiis, ac libris , calicibus , paramentis et o rn a m e n tis h u iu sm o d i, quam prim um ipsa ecclesia in d om um co n v e n tu ale m per eo s, v ig o r e presentium, erecta f u e r i t , ut prefertur , necn on priori et fratribus in dicta erigenda d o m o pro tem p ore degentibu s, quam p rim u m , simul vel successive, veri prepositus, canonici et ca- pellani ecclesie predicte cesserint vel d e c e s s e rin t, seu alias prepo- situram , canonicatus et prebendas ac capellanias ipsas q u o m o d o - libet dimiserint, etiam simul vel successive, b o n o ru m , p ossession u m , c e n s u u m , responsionum , iurium que et pertin en d aru m p re d icto ­ rum possessionem , auctoritate propria, libere apprehendere et p e r ­ petuo retinere, necnon illorum o m n iu m et sin gulo ru m f r u c t u s , redditus et proventus ad u s u m , fabricam et utilitatem predictas co n v e rte r e et e x p o n e r e , inibique structuras et edificia ad co n v e n - tualitatem necessaria et opportuna construi f a c e r e , n ecn o n ipsis presentibus et futuris fratribus in d o m o predicta perpetuo habitare et m o r a r i , diecesani loci et cuiuscum que alterius super h o c lic e n ­ tia m in im e requisita.

N o n obstantibus privilegiis ac literis per Sedem apostolicam , v e l alias q u o m o d o libet ecclesie, preposito, canonicis et capellanis predi- ctis concessis , quorum om nium tenores ac si de verb o ad verbum presentibus inserti f o r e n t , haberi v o lum u s pro e x p r e s s i s , n ecn o n felicis recordation is Bonifacii pape vnr predecessoris n o s t r i , illa presertim qua, inter cetera, prohibetur ne fratres de O rd in ib u s m en ­ dicantium in aliqua civitate dom um de novo recipere presu m an t absque*Sedis apostolice licentia speciali, faciente plenam et exp res­

s a m , ac de verb o ad verbum de prohibitione huiusmodi m en tion em , ac aliis apostolicis con stitu tio n ib u s, necnon ecclesie et O rd in is p re d icto ru m , iu ra m e n to , confirmatione a p o sto lica , vel q uacum que

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firm itate alia roboratis statutis et consuetudinibus, ceterisque co n ­ trariis quibuscum que; aut si aliqui super provisionibus sibi faciendis de prepositura ac canonicatibus et prebendis , n ecn o n capellaniis h u iu sm o d i speciales, vel aliis beneficiis ecclesiasticis in illis partibus g e n e rale s prefate Sedis vel legatorum eius literas im petrarint, etiam si per inhibitionem , reservationem et decretum, v e l alias quomo- d o libet sit processum ; quas quidem literas et processus ad prepo- situram , canonicatus et prebendas ac capellamas predictas volum us n o n e x t e n d i, sed nullum per hoc e i s , quoad assecu tion em digni­

tatu m , canonicatuum et prebendarum vel beneficiorum aliorum preiudiciu m g e n e r a r i, et quibuslibet aliis p riv ile g iis, indulgentiis et literis apostolicis generalibus vel specialibus, qu o ru m cu m q u e te­

n o r u m existant, per que presentibus non expressa v e l totaliter non in serta, effectus earum impediri valeat quom odolibet ve l differri, et de quibus quorumcum que totis tenoribus habenda sit in nostris li­

teris mentio specialis.

N o s enim si erectionem predictam per t e , v ig o r e presentium, fieri contigerit, priori et fratribus in dom o pro te m p o re degentibus h u i u s m o d i , ac eidem domui, ut omnibus et singulis privilegiis, e x e m p t io n ib u s , induitis et gratiis per Sedem predictam et alias q u o m o d o libet aliis Ordinis huiusmodi domibus , prioribus et fra­

tribus generaliter concessis, uti valeant, pariter et gau dere, aucto­

ritate apostolica, tenore presentium, de speciali gratia indu lgem us;

ac volum u s et ordinamus quod propterea cura paroch ian oru m pro te m p o re existentium ecclesie predicte nullatenus n e g l i g a t u r , sed per unum e x fratribus predictis vel secularem, a priore pro tem ­ p o r e existente domus huiusm odi, ad id pro tem p o re deputandum sacerd otem idoneum, laudabiliter exerceatur.

D a tu m Florentie, anno incarnationis Dominice m illesim o quadrin­

g en tesim o quadragesimo p r i m o , decimo octavo calendas i u l i i , pontificatus nostri anno undecimo ( i ) .

( i ) A n che di questa bolla l’ autografo pergameno sta in archivio di Castello, e ne pende tuttavia il bollo plum beo, come dissi del precedente. V e n’ è anzi la seconda copia in membrana e una terza cartacea , autenticata dal notaio L a zza ro M agnasco, scrivano del podestà di G e n o v a , e sottoscritta da altri due

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In questo mentre trovossi di passaggio a Genova il generale dell’ Ordine, p. Bartolomeo T exier, francese, uom o d’ eccellenti qualità fornito , morto poi a Lione nel 1449, chiaro per miracoli, vivo e defunto; il quale, come è a credere, aiutò non poco il buon avviamento dell’ intrapresa fondazione. Importava infatti assaissimo a lui, capo supremo della domenicana religione, che i suoi frati ottenessero un' altra casa in questa' illustre m etropoli, e v ’ imprendessero a vivere secondo il pri­

m itivo spirito del sacro istituto. Visto non per tanto che il processo delle cose andava in lu n g o , quando m ag­

giori e più urgenti cure d’ ufficio chiamavanlo altrove , in data 25 agosto 1441 lasciò in sua vece a ricevere la consegna della chiesa e canonica di Castello i padri A n ­ tonio da Vercelli, vicario generale della Congregazione di Lombardia, e Cristoforo Spinola, genovese, conferendo loro pieni poteri di rappresentarlo, uniti o d isgiu n ti, a compimento dell’ opera. L ’ autografo cartaceo di questa sostituzione 1’ abbiamo in archivio ( 1 ) .

Il di 15 settembre successivo, il doge Campofregoso spedi anch’ egli, suo nunzio e procuratore, il nobile uom o Stefano Cattaneo, all’ abate di s. Venerio, dal papa dele­

gato a certificare i fatti, per esortarlo a mettere mano

notai pubblici, G erolam o Carrega ed Egidio Da-M ezzano, ad instantiam rev. pat.

fratris Petri de Cossano sindici etc. timentis de amissione ipsarum. T erm in a c o s ì:

Hec acta sunt lanue in sala de medio palatii Serravalis communis, anno 144j die iS maii, presentibus testibus Nicolino de Bosco et Rapimele de Auria, q. l o . , civibus la n u e, vocàtis, etc.

(1) C om incia c o s ì: In Dei filio sibi carissimis fratribus, Antonio de Vercellis, conventuum reformatorum et reformandorum provinciarum s. Dominici et Lombar­

die vicario generali, ac fratri Christopboro de Spinulis, ianuensi, Ord. Pred., f r . Bar- tholomeus Texeritis, eiusdem Ord. magister etc; e fu gi;\ pubblicato a pag. 225 della mia precedente opera, L’ antica Collegiata di S. M. di Castello.

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sollecita alla disamina dei gravami apposti ai canonici della collegiata, e pronunciarne il diffinitivo giudizio. La scritta autentica che recava, composela il buon latinista e cancelliere della repubblica, Giacomo Bracelli ( i ) . Invano però; che quando il messo ducale giunse alla residenza dell’ abate, questo od era morto o per altro incaglio non potè compiere il papale mandato. A vuto lingua di ciò, Eugenio-IV investi allo stesso scopo dei medesimi poteri due nuovi commissari, Angelo Grassi, vescovo d’Ariano nel regno di Napoli, e l’ abate di s. T eodoro fuori le mura di Genova, ai quali indirizzò una bolla identica affatto alla prima che mandato avea al superiore di-Tiro, neppur corretta la data (2). I due commissari mossero tosto questa volta, l’ uno da Firenze, ove trovavasi alla corte del papa, e l’altro dal nostro vicino sobborgo, ad ese­

guire il comando avuto. Terminato il processo e rac­

colte sul luogo le debite informazioni, il vescovo fé’

ritorno alla città dei fiori, dove il giorno 9 aprile del seguente anno 1442 proferi la finale sentenza; con cui, dichiarato d’ avere riconosciute vere le accuse fatte ai neghittosi canonici, e più che giuste le querele sporte alla romana curia, aboliva ed estingueva la collegiata secolare di S. M. di Castello, non che i canonicati (erano quattro in tu tto ), le prebende e cappellanie della chiesa ; la quale, in un co’ beni suoi mobili ed immobili, diritti, libri, scrit­

ture e pertinenze d’ ogni maniera, assegnava ai padri

(1) L ’ antica Collegiata di S. M. di Castello, pag. 227.

(2) T rovasi inserita a pag. 134 del tomo III del Bullarium OrJ. Praed., de­

sunta dal tomo IV , col. 895, ediz. 2. dell’ Italia sacra dell’ U g h e lli, e il no­

stro archivio non la possiede per la ragione, crediamo n oi, d’ essere il du­

plicato della precedente, cambiato il solo nome del primo destinatario.

(21)

Predicatori dell’ osservanza, in adempimento della missione affidatagli dal pontefice. L ’ autografo cartaceo, conservato in archivio nostro, e che reca tutt’ ora l’ impronta del bollo indi staccatosi, dice cosi :

( N . j ) (y aprile 14 4 2)

A n g e lu s , D ei et apostolice Sedis gratia, episcopus Arian en sis, in ro m an a curia residens, executor ad infrascripta, una cum m inistro

£

in h ac parte collega, cum illa clausula « quatenus vos v e l alter v e ­ strum », a S e d e apostolica specialiter deputatus, universis et singulis ad q u e m vel ad quos presentes nostre litere pervenerint, ac infra- scrip tu m tangit negotium seu tangere poterit q u o m o d o libet in fu­

turum , quibuscum que nominibus censeantur aut quacum que preful- g e an t dignitate, salutem in dom ino et presentibus fidem indubiam adbibere.

L it e r a s sanctissimi in C h r is to patris et domini nostri, dom in i E u g e n ii divina providentia pape quarti, eius vera bulla p lu m b ea c u m cordula canapis impendenti, m ore romane curie bullatas, sanas et integras, non vitiatas non canzelatas (sic), neque in aliqua sui parte suspectas, sed om ni prorsus vitio et suspicione caren tes, nobis per r e lig io s u m viru m , fratrem Iacobum de R e g n o , sacre pagine p r o ­ fessorem ac totius O rd in is fratrum predicatorum p ro cu rato re m g e ­ n e r a le m , de cuius procurationis mandato nobis legitima e xtitit facta fides, co ram notario publico et testibus infrascriptis presen tatas, nos cum ea qua decuit reverentia noveritis recepisse. Q u a ru m q u id em literarum apostolicarum tenor de verbo ad verbum sequitur et est talis. E u g e n iu s ep isco p us, servus se rvo ru m D e i , venerabili fratri episcopo A rian en si, et dilecto filio priori prioratus sancti T h e o d o r i extra m u ro s Ia n u e , salutem... R om ani pontificis providentia etc.

(come sopra nel documento N .° 2 , e nella nota 2 a pag. 1 4 ) .

P o s t quarum quidem literarum apostolicarum presentationem et r e ce p tio n e m , nobis et per nos, ut prem itfitur, factam et productam per prefatum fratrem Iacobum procuratorem nom ine procuratoris, co ram nobis nonnullis testibus fide dignis ad inform andum anim um nosftrum... de et super universis et singulis in dictis literis aposto licis

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e x p re s s a tis et c o n t e n t is , c o n seq u en ter fuimus pro p arte dicti fratris Iacobi p ro cu rato ris, n o m in e procu ratoris q u o supra, debita c u m instantia re q u is iti, quatenus ad ex ecu tio n em d ictaru m literarum a p o sto lica ru m et in eisdem co n te n to ru m , iuxta traditam seu d ir e c ­ ta m a S e d e ap osto lica nobis form am , p ro ced ere d ig n arem u r.

N o s igitu r A n g e lu s , episcopus et e x e cu to r prefatus, attendentes re q u is itio n e m h u iu sm o d i fore iustam et co n so n a m r a t io n i, v o l e n - t e s q u e m an datum a p o sto licu m nobis in hac parte d irectu m r e v e ­ r e n t e r e x e q u i, ut ten e m u r, et quia ex dictis et depositionibus testium p r e d ic t o r u m co ram nobis, ut prem ittitu r, p r o d u c to r u m , re ce p to ru m , a d m is s o r u m , et in fo rm a Juratorum atque per nos e x a m in a to ru m , in v e n im u s o m n ia et sin gula in prem issis literis apostolicis c o n ­

tenta v e rita te f u lc ir i; idcirco auctoritate a p o sto lica , nobis in hac parte com m issa , preposituram , nec non om n es et sin gulos can oni- catus et prebendas ac capellanias collegiate et parochialis ecclesie b eate M a r ie de C a s te llo , cum habitationibus, hortis et officinis et p e r tin e n d is o m n ib u s ei con tiguis et ad ipsam spectan tibu s, in d o ­ m u m c o n v e n tu a le m re lig io so ru m viro ru m fratrum O rd in is predica- to r u m , sub illius regulari observantia degentium , pro usu et habita­

tio n e perpetuis, c reav im u s et erexim us ac cream us et e rig im u s ; nec n o n o m n ia et singula d ictoru m ecclesie, prepositure, capellaniarum ac c an o n icatu u m et prebendarum possessiones, census, respon sion es et b o n a m obilia et im m o b il ia , nec non libros, calices, p aram enta, cete raq u e ecclesiastica o rnam en ta dicte dom ui, ut prem ittitur, erecte p e r n o s , fratribus presentibus et futuris O rd in is et o b s e rv a n d e h uiu sm o d i perpetuo ac libere dedim us, applicavim us et appropria- v im u s , ac damus, applicam us et appropriam us per p re se n te s , ita q u o d liceat illis e x fratribus ipsis quos m agister g e n e r a lis , p ro te m ­ p o re existens dicti O rd in is, ad id duxerit eligendos, per se vel alium seu alios ecclesie cu m contiguis habitationibus, h o rtis et officinis et p e rtin e n d is ac libris, calicibus, paramentis et ornam entis huiusm odi, n e c n o n priori et fratribus in dom o predicta degentibus, q u am pri­

m u m , simul vel successivè, veri prepositus, canonici et capellani e c ­ clesie prefate cesserint vel decesserint, seu alias p repo situ ram , ca- nonicatus et prebendas ac capellanias ipsorum q u o m o d o lib e t d im i­

serint , simul vel s u c c e s s i v e , bonorum , possessionum , censuu m ,

1 6

(23)

respon sion um , iuriumque et pertinendarum predictorum possessionem , auctoritate propria, libere apprehendere et perpetuo r e tin e re , nec non illo ru m om nium et singuloru m fructus, redditus et proven tu s ad usum fabrice et utilitatem predictorum con v ertere et exp on ere, inibique et structuras et edificia ad conventualitatem necessaria et opportuna construi facere, nec non ipsis presentibus et futuris fra­

tribus in d o m o predicta perpetuo habitare et m orari, diecesani loci et cu iu scu m q u e alterius super lioc licentia m in im e requ isita, non obstantibus iam dictis literis apostolicis expressatis.

Q u e om nia et singula, nec non prefatas literas apostolicas et h un c nostrum processum , ac om nia et singula in eis contenta vobis om nibus et singulis supradictis intimamus, insinuamus et notificamus, ac ad vestram et cuiuslibet vestrum notitiam deducimus et deduci v o lu m u s per presentes. In quorum om nium et sin gulo ru m fid em , et testim on iu m p r e m is so r u m , presentes literas fieri et per notarium publicum istrumentum subscribi et publicari m andavim us, nostriqu e sigilli iussimus appositione comm uniri.

D a t u m F lo ren tie, in d o m o habitationis nostre, sub anno a nati­

vitate D o m in i m illesim o quadringentesim o quadragesimo s e c u n d o , indictione q u in ta , die vero lune, nona mensis a p r il is , pontificatus prefati dom ini nostri, domini Eugenii pape quarti anno d u od ecim o, presentibus ibidem discretis viris, Iuliano de G rassis laico, et Io an n e P ile y , cle rico Sipontine et Cam eracensis diecesuum, testibus ad pre- missa vocatis specialiter et rogatis.

Fu questa sentenza, dice la cronaca di Castello, per ordine di papa Eugenio consegnata al p. Giacomo del Regno, procuratore generale dell’ Ordine, che la trasmise al p. Cristoforo Spinola, all’effetto di darle esecuzione ; il quale ai 17 ottobre 1442 venne a prendere possesso della chiesa, scortato dalla nobile comitiva dei signori, dottore Stefano Cattaneo su mentovato, Nicolò Giusti­

niani , Benedetto A ssereto, Paolo G uarco, Luca P i s s o , ed altri ragguardevoli personaggi della città e parrocchia.

Finita la cerimonia, e stanti ancora nel luogo sacro i

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A t t i Soc. L i o . S t. P a t r i a . Serie 2.* Voi. XXI. 3

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testimoni ridetti, s’ avanzò Beltrame Avondano, prevosto dei ss. Cosma e Damiano (chiesa vicinissima a Castello), protestando a nome dell’ arcivescovo Giacomo Imperiale, tale presa di possesso cedere in onta e disonore proprio e del clero genovese. Il perchè, non consentendovi in guisa veruna, comandava allo Spinola si partisse subito, sotto pena di due mila scudi d’ oro, e dichiarava incorsi nella scomunica lui e tutti che aveangli suggerito siffatto con­

siglio, o prestato comecchessia aiuto e favore. Ma il do­

menicano mantenutosi fermo nel tutelare i suoi diritti, e mostrare la giustizia e legittimità del preso possesso, ne fu indi scacciato a mano armata ( i ) . Il ricorso alla forza, voluto dal cronista, è vero soltanto nel senso che gli sgherri trovaronsi presenti, crediamo n o i , e pronti, occorrendo, a fare atto di violenza, cui il p. Cristoforo cansò, limitandosi ad una controprotesta legale verso Beltrame e il suo mandante , pei danni e interessi fino al valore di ducati tre mila (2).

C o m ’ ebbe il doge inteso lo scandaloso avvenimento, spedì il suo vicario all’ arcivescovo per vedere modo di comporre con le buone l’ insorto litigio. Di che, presa m aggior ansa il prelato, fece risposta che a questi soli patti avrebbe smesso dal rigore: si differisse a prendere il legittimo possesso dopo la festa di s. Martino,

1

’ 11 novembre venturo, e nel mezzo tempo il doge scrivesse altra lettera al papa in commendazione del prevosto e dei canonici di Castello. Che se il pontefice ricusava

(1) T ro va si a fol. x x iv del ms. avente per titolo Liber in quo etc. citato a pag. x x x i v del Discorso Preliminare.

(2) L ’ antica Collegiata ecc. a pag. 230. Q uesto prevosto in altre carte del tem po è spesso ricordato e chiam ato Beltravms de Avondanis.

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■#

rivocare la decretata soppressione, anziché ai domenicani, la chiesa e casa di Castello si consegnassero ai canonici "di s. Giorgio in A lga (fondati dallo stesso papa), i quali abitavano fuori Genova, presso l’ Annunziata di Sturla.

Soprammodo astuta ne sembra quest’ ultima proposta, ideata ad arte per solleticare l’ amor proprio dell’ uomo, guadagnare tempo e mandare a monte il progetto !

Intanto il vicario ducale, con la balìa ricevuta dall’ una e l’altra parte, potè fare l’ inventario delle robe, paramenti, arnesi e oggetti tutti pertinenti alla chiesa, addì 22 ot­

tobre 1442, alla presenza del prevosto Melchiorre Patti­

nanti, p. Cristoforo Spinola,, fra Giovanni d’ Oneglia suo converso, Benedetto Assereto, Benedetto Trucco e Bat­

tista Vernazza, tre signori dimoranti accosto il tem pio;

e ai 13 novembre, cioè dopo s. Martino, nulla in con­

trario essendo venuto da Roma, per commissione del doge resosi a Castello il notaio Ilario Benedetti, consegnò al p. Spinola le chiavi della chiesa, e con esse i beni ed effetti nell’ inventario registrati ; e ciò davanti otto rispet­

tabili cittadini, Stefano Cattaneo dottore in legge, Simone Giustiniani, Raffaele e Manuele Saivago, Giovanni e N i­

colò Giustiniani-Campi, Benedetto Assereto, A n to n io Ingiberti e Gerolamo Guarco ( 1 ) .

Il Campofregoso, a mandar paghe le voglie dell’ arci­

vescovo, scrisse realmente al pontefice in favore dei cano­

nici di Castello, ma Eugenio, di lui più accorto, stette fermo nella prima risoluzione, e gli rispose, paternamente correggendolo della mostrata debolezza, ed esortandolo, con vivace parlare, a non cedere alle insidie dell’ alto e

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(I) O p. cit. a pag. 253.

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basso clero, nel mettere in mala voce presso il suo trono i- degni figli di s. Dom enico; fare sì invece che i mede­

simi fossero lasciati tranquilli e mantenuti nell’ uso della chiesa loro aggiudicata ( i ) . Sotto il medesimo giorno, 5 novembre 1442, ma d’ un tenore diverso, il papa di­

resse un altro breve all’ arcivescovo, in cui lamentò con severe parole l’ inqualificabile guerra da lui mossa ai do­

menicani, religiosi per santità di vita e per larga copia di dottrinacommendevolissimi. Diceva: meravigliare gran­

demente come lui, capo e pastore della chiesa genovese, avesse ardito presentargli supplica, affine di ottenere la revoca della sentenza di soppressione del capitolo cano­

nicale di Castello, la quale, ove anche non fosse stata decisa, era suo stretto dovere implorare a calde istanze dalla santa Sede. False ed effimere essere le ragioni ad­

dotte dagli oppositori alla pontificia bolla, calunniose le loro asserzioni, con che aggravavano viemaggiormente la propria coscienza, e rendevano ognor più manifesta la necessità del doloroso taglio operato (2 ). Vinte di tale guisa le difficoltà frapposte all’ esecuzione del papale de­

creto , e resi ossequenti loro malgrado, se ne togli l’ar­

civescovo, i contraddittori, fu agevole al p. Cristoforo presentarsi la seconda volta alla chiesa di Castello a prenderne il quieto ed ultimo possesso. Ciò che fece il 13 novembre 14 4 2, in compagnia del commissario e vicario ducale, Giacomo Giustiniani, ed alla presenza di molti nobili cittadini e parrocchiani, ed i testimoni già sopra nominati.

— 20 —

(1) O p. cit. a pag. 236.

(2) O p. cit. a pag. 238.

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( N . 4) ( i } novembre 1 4 4 2 )

In nom ine D om ini amen. C u m verum sit, quod venerabilis Ira- ter C hristo p h o ru s de Spinulis, ianuensis, O rd in is predicatorum, degens sub regulari observantia dicti Ordinis, suo n om ine et n o m in e et v ice totius eiusdem O rdinis, acceperit corporalem possessionem pa­

cificam et quietam ecclesie sancte Marie de C a s te llo , Ia n u en , anno presenti die decima septima mensis octobris proxim e p reteriti, cum om nibu s et singulis solemnitatibus consuetis, deputatus ad predicta, et sic electus per reverendissimum in C hristo patrem, dom inum fratrem B arth o lo m eu m T e x e r iu m , totius O rdin is predicatorum g e n e r a le m , sacre th e o lo g ie professorem dignissim um, in observatione literaru m aposto licarum et processus reverendi in C h r is to patris, dom ini A n ­ geli, D ei et apostolice Sedis gratia episcopi A rianen sis et a p o sto lici executoris, ac etiam literarum dicti dom ini generalis, de quibus o m ­ nibus et singulis latius, continetur in instrum ento apprehensionis possessionis dicte ecclesie, ut supra, scripto manu mei notarii sub­

scripti m illesim o et die, ad quod, brevitatis causa, relatio habeatur, et ex eadem ecclesia ad requisitionem reverendissimi in C h r is to patris et domini, domini archiepiscopi ianuensis m an u m ilitari e x ­ pulsus fuit, qui dominus archiepiscopus seculare brachium , ut as­

seritur, im p lo ra v it, et extra dictam ecclesiam steterit dictus frater C h r is to p h o r u s usque in hodiernam diem et horam :

Et cum v e r u m sit, quod illustris et excelsus dominus, d o m in u s dux ianuensis non habuerit notitiam de dicta c o n t r o v e r s i a , que vertebatur inter dictum dom inum archiepiscopum et prepositum dicte ecclesie ex una parte et dictum fratrem C h risto p h o ru m e x altera, volen sq u e quod unicuique reddatur quod suum est, ea o m n ia et singula com m iserit spectabili vicario dom inationis sue: P o s t quam quidem com m issio n em immediate dictus reverendissimus dom inu s archiepiscopus cum fratre C hristop horo et parochianis infrascriptis dicte ecclesie convenit, ut per eos asseritur, quod si a dicta die infra festum sancti Martini proxim e elapsum , ex parte reveren d is­

simi in C h r is to patris et domini, domini archiepiscopi iamdicti, seu venerabilis prepositi dicte ecclesie presentarentur et ostenderentur litere aposto lice, ex rom ana curia e m a n a te , revocantes literas et

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22 —

p r o c e s s u s dicci d o m in i tratris C h r is t o p h o r i, q u o d tunc et eo tantum d ictu s d o m in u s p repo situ s reduceretu r in c o rp o ra le m p ossession em d ic te e c cle s ie pacificane et quietam , si v e r o n o n presen taren tur, quod e o tu n c elap so testo san cti M artin i red u ceretu r et im p o n eretu r d ictu s d o m in u s frater C h r is t o p h o r u s in p ossession em pacificam et q u ie ta m dicte ecclesie: E t cum v e n t a s sit, quod hacten us non ostense n e q u e presen tate fuerint dicto d o m in o du cali v ic a rio alique apostolice lite r e e x parte dicti reverend issim i dom in i arch iep iscop i, neque p re p o ­ siti, n eq u e etiam alterius person e pro eis ve l eo ru m altero, et dictus frater C h r is t o p h o r u s h acten u s p rivatus fuerit p ossessione predicta : I d c ir c o Paulus de M e za n o , habitator Ianue, de m andato et c o m ­ m is s io n e dicti spectabilis dom ini ducalis vicarii et c o m m is s a r ii, ut su p ra , in presen tia n ob iliu m et e g re g io r u m paroch ian oru m dicte e c c le s ie et testium in frascrip torum , q u o ru m n o m in a sunt hec : dominus S te p h a n u s C atan eu s le g u m d o c t o r , d o m in u s Ioan n es Iu stin ian u s, d o m in u s N ico la u s Iustinianus et A n to n iu s de Ingibertis et plurium a lio ru m , induxit et im p osuit et redu xit dictum venerabilem fratrem C h r i s t o p h o r u m presen tem et h u m iliter acceptantem , nom inibus quibus supra, in co rpo ra lem p ossession em pacificam et quietam dicte ec­

clesie, in eo gradu, statu et con dition e quibus erat eo tem p o re quo d ictam p ossession em accep it ut s u p r a , dando in manibus eiusdem p ro priis quam plu rim as claves p ortaru m et cam eraru m ac shcristie d icte ecclesie et in ven ta riu m de bonis eiusdem co n fe ctu m , et hoc n o n obstantibus om nibu s exceptionibus et contradictionibus dicti r e v e re n d issim i dom ini archiepiscopi. E t que omnia processerunt et e x e c u tio n i mandata fuerunt de m andato dicti dom ini vicarii ut supra, s cien te, v o le n te et mandante illustre et excelso d om in o , d om ino duce predicto, p rou t asserunt dictus dom inus frater C h risto p ho ru s ac e tia m iam dicti dom ini. D e quibus om nibus et singulis dictus vene­

rabilis frater C h risto p h o ru s ac supradicti domini parochiani ro ga v e ru n t fieri per m e notarium subscriptum h oc presens publicu m istru- m e n tu m , in fidem et testim onium veritatis et prem issorum .

A c t a sun t hec I a n u e , in dicta ecclesia apud portam m agnam dicte e c c l e s i e , anno a nativitate D o m in i m illesim o quadringentesimo q uad ragesim o secundo, indictione quinta secundum Ianue cursum, die martis, decima tertia novembris, paulo ante nonam , presentibus

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23

testibus nobilibus viris Raphaele quondam Iacobi et M anuele de Sal- vaticis et L o d isio de Sigestro, civibus Ianue, vocatis et rogatis.

E g o Ioannes Baptista de Murtura, de C a m u lio , filius B arth o lo m e i, sacri imperii auctoritate notarius ianuensis, predictis omnibus interfui et rogatu s scripsi.

A questo punto l’ arcivescovo, recatosi a sua personale offesa l’ occupazione avvenuta, disordinò malamente, e quasi poco fosse il contrastare all’ espressa volontà del sommo gerarca, non ostante i rimproveri avuti pocanzi dal medesimo, incrudelì a danno dei miti religiosi, con­

tro i quali e loro fautori fulminò un’ ingiustissima sco­

munica, e fu a un pelo di colpirli d’ interdetto. Crescendo quindi nella torta via dello sdegno, dopo avere fatto spogliare la chiesa di Castello degli oggetti più neces­

sari ai culto, volle al sacrilegio aggiungere il ridicolo,

col tagliar le funi delle campane; azioni tutte indecorose

a un prelato che segga al governo d’ una porzione della

Cristianità: come a buon diritto se ne lagnò con lui

nel secondo breve, che per quel motivo gli scrisse l’ in ­

collerito pontefice. Stavamo in attesa, -dicea, d’ un tuo

foglio, nunzio della fedele esecuzione dei nostri comandi,

e ne giunse invece l’ amara notizia del prorompere tuo

sbrigliato contro pii religiosi e divoti laici, da te colpiti

d’ ecclesiastica censura, in cui noi li dichiariamo non

incorsi, e il procedere tuo sconvenientissimo alla dignità

che occupi. Vogliamo perciò che ne li assolva, e sotto

precetto d’ obbedienza t’ ingiungiamo di cessare dalla

persecuzione, di che gli hai fatti segno: né ti prendere

vergogna del ritrattare il male commesso, se pur ti cale

non provocare da vantaggio l’ animo nostro a rigor

(30)

—r

m aggiore ( i ) . T ale la epistola di Eugenio IV al ge­

novese prelato, che se restò punto al vivo dalle acerbe rampogne toccate dalla più augusta autorità del mondo, nulla tuttavia rimise, come porrà in chiaro il seguito, della sua crudezza co’ domenicani, invasori, secondo lui, della canonica di Castello.

A lq u a n ti giorni dopo la spedizione della precedente lettera, e forse dietro saputa dell’ agra sua contenenza, M elchiorre Fattinanti ex prevosto, sentendosi rumoreg­

giare su l capo la tem pesta, pel suo m eglio consegnava a m ano dei padri Cristoforo Spinola e Bartolomeo Ca sta g n o la, presenti due testimoni, Benedetto Assereto e A n to n io Ingiberti, massari della chiesa, i calici, utensili ed alcun altro o g g e tto di valore, non che le reliquie 1 santi possedute dalla medesima, e di tutto il consegnato si com pilò m in u to catalogo dal notaio Battista Calestano

1

’ 8 dicembre 1442 ( 2 ) . Ma, come noteremo fra breve, p o c o fu e quasi nulla quello che dal Fattinanti ven^

p a le s a to , e m ag giore d’ assai e il più ricco ciò che ai canonici e dal prevosto stesso era s ta to , mesi innanzi, trafugato e nascosto. In questo mentre, e malgrado il fie l°

rim provero all’ arcivescovo, da essi per avventura igno r a t o , i canonici del tempio metropolitano

s ’ a g g i u n s e r o

di rinforzo nella contesa, sostenendo i pretesi diritti dei loro collegh i di Castello : cosi uno avulso, non deficit alter, anzi un corpo intiero. Era membro dell’ uno e dell altro capitolo, A n to n io Moltedo, ed é luogo a credere che,

(1 ) O p . c it. a pag. 241. Ha la data 28 novem bre 1442.

(2) O p . cit. a pag. 243. È la prim a vo lta questa, che dalle nostre carte ^ fatta m enzione, com e dim orante a C astello, del p. C a s t a g n o l a , p o ' s e c o n c a rio in terin a le e p rim o p rio re effettivo.

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per c o n s e r v a r e am endue le d ig nità, si costituisse pala­

d in o del n u o v o a rm e g g io . Sembra però abbia durato b r e v e s t a g i o n e , e fosse to lto di mezzo alla lesta con u n a p r o n t a b o lla d ’ E u g e n io I V del 5 aprile 1443, dove i m p o s e s i le n z io ad entrambe le collegiate, confermando e r i n c a l z a n d o , con marcata insistenza, j precedenti de­

creti ( 1 ) .

D e l r e s to , a dare briga ai nostri nell’ insediamento a C a s t e llo , n o n tro varo n si neppur soli l’ arcivescovo e il c le r o s e c o la r e della città. L e carte dell’ archivio ci infor­

m a n o q u a lm e n t e i padri rom itan i di s. A go stin o , scesi n e ll’ a r r i n g o alla loro volta, presero a pretesto del litigio la s o v e r c h i a ed illegale vicinanza che correva fra il loro c o n v e n t o di s. T e c la (

1

’ ora dissacrata chiesa di s. A - g o s t i n o n e ll’ o m o n im a via e p ia z z a ), è la nuova abita­

z io n e dei d o m en ican i. P ertan to , venuti in corpo, priore e frati di q u e lla co m u n ità in num ero di n o v e, il 23 no­

v e m b r e 1 4 4 2 , dallo Spinola, alla sua presenza e di due padri d o m e n ic a n i già ivi dom iciliati, Teobaldo di Caval- l e r m a g g i o r e e T e r a m o A lb in gan a, protestarono in forma g i u r id i c a sì, m a serbando cortesi modi, contro il possesso d e lla c h ie s a e la erezione dell’ attiguo convento, perché p o s t o m e n o distante dal loro lo spazio delle cento qua­

r a n ta c a n n e dalle c o s titu zio n i apostoliche prescritto. E in c i ò g l i a g o s tin ia n i erano nel legittim o loro diritto;

c o m e n o n

1

’ era m eno lo Spinola, rispondendo aver esso a g i t o c o r r e tt a m e n t e per incarico superiore, e non rico­

n o s c e r e n e l l ’ O r d in e rom itano privilegio alcuno, che mi­

n o ra s s e g l i a m p lissim i del proprio istituto.

( 1 ) O p . c it. a p a g . 244.

— 25 - -

(32)

(-V- / )

(2j

novembre 1442) In n o m i n e D o m in i am en . F rater Benedictus B axadon e, prior e c c l e s ie et c o n v e n t u s s. T e d e de lan ua, O r d in is h e rem itaru m s.

A u g u s t i n i, n e c n o n infrascripti fratres, vid elicet baccalarii et lecto res, c e t e r iq u e fratres d icte e cclesie et c o n v e n tu s , q u o ru m n o m in a sunt h e c : fr. A n g e l u s de A m e lia baccalarius , fr. A u g u stin u s de V e r g o l e c t o r , fr. G r e g o r i u s de P a p i a , fr. N ico la u s de R o m a , f r . Gabriel d e V e r n a t i a , fr. T h o m a s de F lo r e n t ia , fr. A b ra h am de Spedia, fr. G u ille lm u s , de F ra n cia :

C o n s t it u t i c o r a m v e n e r a b ili fratre C h r is t o p k o r o de Spinulis et so c iis, O r d in is p re d ica to ru m s. D o m in ic i et co n v en tu s predicti in l a n u a c o n stitu ti, d icu n t et exp on u n t quod nuper ad e o r a m notitiam p e r v e n i t q u o d prefatus frater C h r is to p h o r u s de Spinulis et s o c i i , ign ari et inscii iu sta ru m c o n v e n tio n u m , o rdin um et pactoru m vi­

g e n t i u m in ter quatu or O r d in e s , vid elicet p red icatoru m , m in o r u m , h e r e m it a r u m s. A u g u stin i et carm elita ru m Beate M a r i e , editorum e t c o m p o s i t o r u m in B asilea anno de m c c c c x x x v die 11 mensis a p r i l is , et quarum q uid em o r d in a tio n u m , cum subscriptionibus et s ig illis p end entibus g e n e raliu m roboratis autentice, extat scriptura, q u a r u m t e n o r seq u itur et est talis ( 1 ) . O rd in a tio n ib u s q uoqu e et in h ib itio n ib u s aposto licis est parendum , ne ullius O rd in is fratres ad c o n s t r u c t io n e m m o n a s t e r i i , ecclesie seu o ratorii lo cu m presu m an t a c c ip e re v ic in u m l o c o fratrum alterius O rd in is infra cen tu m qua­

d r a g in ta can n aru m s p a t i u m , per S ed em aposto licam p r e ta ^ a tu m , sin e ip so ru m licen tia et assensu, prout et s icu t, sic v e l aliter, in d ictis c o n v e n tio n ib u s c o n tin e tu r , o ccu p a ve ru n t et occupare iDten- d u n t , et sibi vin d icare ecclesiam sancte M arie de C a s te llo , c o n ti­

g u a m et v ic in a m ecclesie et conventui s. T e c l e O rd in is h e re m i­

ta ru m predicte, et h o c infra spatium cannarum cen tu m quadraginta, m e n s u r a n d o per aerem , prout dicta m ensuratio fieri debet. E t h oc in g r a v e d a m n u m , preiudicium et iacturam dicti co n v en tu s et e c cle s ie s. T e c l e , et que o c c u p a tio , apprehensio et erectio dicti

(1) Manca nella presente carta il citato tenore, ma lo trovam m o a parte, ed è riportato subito dopo, cioè nel docum ento N.° 7, a pag. 31.

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conventus in ecclesia predicta sancte Marie fit et fierivi detur co n tra expressu m tenorem dictarum conventionum.

Ideo dicti prior et fratres superius nom inati, suo nom ine et n o ­ mine convelatus s u i, et nomine et vice reliquorum fratrum dicti Ordinis, pro interesse dicte ecclesie et conventus s. T e c l e et totius dicti O rdinis, fraterne, pie et amicabiliter m onent et requ irunt dictos fratrem C hristo p ho ru m et socios, quatenus desistant et desistere debeant ab apprehensione et occupatione dicte ecclesie san cte M a ­ rie de C a s te llo , et ab erectione et constructione ac edificatione dicti conventus Ordinis predicatorum s. D om in ici in dicta ecclesia de C astello , et hoc attentis conventionibus et ordinibus inter pre- dictos generales editis et servatis. A lite r si secus fieret, e x n unc protestantur solem niter contra dictos fratres C h r is to p h o r u m et socios de inobservantia dictorum capitulorum et c o n v e n tio n u m , et de penis censurarum apostolicarum et de omnibus aliis p e n i s , damnis, interesse et expensis que dicti fratres patiuntur v e l in po­

sterum pati possent occasionibus supradictis. Et predicta p ro p o n u n t, requirunt et protestantur o m n i 'i u r e , v i a , m odo et form a quibus melius et validius possunt, rogantes te notarium infrascriptum qua­

tenus de premissis conficias publicum instrum entum in fidem pre- m issorum .

M C C C C X X X X I I die veneris x x m n ovem bris in vesperis in clau­

stro ecclesie sancte Marie de Castello Ianue. Deposita et presen tata fuit presens protestatio et scriptura coram venerabilibus d o m in is , fratre C h risto p h o ro de Spinulis, fratre T h e o b a ld o de C a v a le r io m a ­ iori et fratre T h e r a m o de Albingana, Ordinis predicatorum, per v e ­ nerabiles prenom inatos, fratrem Benedictum Baxadone p rio re m dicte ecclesie et conventus s. T e c le , O rdinis herem itarum s. A u g u stin i, fratrem A n g e lu m de A m elia baccalarium, fr. A u g u stin u m de V e r g o lectorem , fr. G regoriu m de Papia, fr. N ico laum de R o m a , fr. G ab rie l de V e r n a tia , fr. T h o m a m de F lo r e n t ia , fr. ‘ A b ra h a m de Spedia, fr. G uillelm um de Francia. Scientes et requiren tes et protestantes in omnibus et per om nia prout in suprascripta scriptura protestationis continetur e tc ., et per me dictum nota­

rium lecta et publicata de verbo ad verbum coram prefatis d om in is fratribus C h r i s t o p h o r o , T h e o b a ld o et T h e r a m o , presentibus etc.

- 27 —

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Q u i q u id e m ven erabilis dom inus frater C h r is to p h o r u s de Spi­

nulis statim et in con tin en ter, auditis suprascriptis per m e notarium lectis et publicatis ut supra, dicit quod eisdem non c o n se n tit nisi in facientibus pro i p s o , requirens copiam p re d icto ru m dictorum p e r d icto s p rio re m et fratres s. A u g u s t i n i, quibus, habita copia, r e s p o n d e b it suis loco et tem pore.

A c t a sunt hec o m n ia I a n u e , in dicto claustro ecclesie sancte M a r i e de C a s t e l l o , anno etc. m illesim o q u ad rin gen tesim o quadra­

g e s i m o s e c u n d o , indictione quinta secundum e t c . , die v e n e ris , v i g e s i m o tertio m ensis n ovem bris in v e s p e r is , presentibus ibidem v e n e ra b ilib u s dom inis p resbytero Bern ard o de S co n a (sic), preposito e c cle sie ss. N a z a r ii et C e l s i , Ianuen., fratre B arth o lo m e o de Silva- ritia, O r d in is I e r o s o l y m i t a n i , rectore ecclesie s. F i d e i , Ianuen. et C h r i s t o p h o r o de V i a , civ e I a n u e , testibus ad p rem issa vocatis etc.

Segue :

V e n e r a b il is in C h r is t o p a t e r , frater C hristop horu s de Spinulis, O r d i n i s p red icato ru m de observantia, suo n o m in e et n o m in e et vice c e t e r o r u m de dicto O r d in e de observantia, audita protestatione e id e m facta per p r io r e m et fratres O rd in is herem itaru m s. A u g u ­ stini, o p p o n e n d o et respon den d o ad presens dicit: quod cum O r ­ d in e p red icto nihil habet a g e re , et per consequens adm iratur de d icta protestation e. Insu per, salvis premissis, dicit quod non c o n ­ se n tit con ten tis in dicta protestatione oretenus vel in scriptis, ad h o c u t valeat suo et dictis nom inibus respon dere consulte ubi et q u a n d o videbitur. R eq u iren s ad cautelam copiam co rre cta m dicto­

r u m p r iv il e g io r u m ; negans dictus frater C h r i s t o p h o r u s , dictis n o m in ib u s , d ictu m p rio rem et fratres habere aliqua privilegia que p o s sin t infrin gere ve l in dubium revocare privilegia concessa fra­

tribu s s. D o m in ic i O rd in is predicatorum. Protestans con tra dictum p r io r e m et fratres de iniuria sibi illata, occasione c o n te n to ru m in d icta protestation e. E t predicta dicit ad presens, salvis sibi om nibus aliis respon sion ibu s et e xception ib u s, que in futurum dicto fratri C h r i s t o p h o r o , dicto n o m in e, videbitur expediens et utile allegare p o sse . R eq u ire n s dictus frater C hristo p ho ru s, dictis nom in ibus, de p re m issis fieri publicum instrum entum in fidem p rem isso ru m .

M C C C C X X X X I I die veneris vigesim o tertio mensis n o v em b ris,

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parum post vesperas, in claustro ecclesie sancte Marie de C a s te llo . Deposita et presentata fuit presens scriptura mihi notario in fra - scripto in presentia testium infrascriptorum per prefatum v e n e ra ­ bilem fratrem Christophorum, suo et dicto nomine d icen tem , re­

quirentem et protestantem in om nibus et per omnia prout in ea continetur, et per me dictum notarium infrascriptum lecta et pu­

blicata in presentia dictorum testium infrascriptorum.

. A c ta sunt hec Ianue, in claustro predicto anno etc. quad rin gen te­

simo quadragesim o secu n d o, indictione quinta secundum etc. die veneris, vigesim o tertio mensis novem bris predicti, parum p ost v e sp e ras, presentibus ibidem egregio et providis v ir is , d om in is Step h an o C atan eo legum d o cto re , N icolao Iustiniano et A n t o n io de Ingibertis, civibus Ianue, ad hec vocatis specialiter et rogatis.

A n n o et die predictis, parum post predicta, ante ostium maius ecclesie sancte Marie de Castello predicte, lecta et publicata fuit suprascripta scriptura per me notarium infrascriptum ( i ) c o r a m v e ­ nerabilibus fratre Benedicto Baxadone priore ecclesie et c o n v e n tu s s. T e c l e de Ianua, Ordinis heremitarum s. A u g u stin i, fratre A b r a ­ ham de Spedia, Ordinis antedicti, in presentia testium in frascrip to­

rum, ad instantiam et requisitionem prefati fratris C h r is to p h o r i, suo et dicto n om ine presentis, dicentis et protestantis et requ iren tis in om nibus et per om nia prout superius in dicta scriptura co n tin e tu r, presentibus ibidem providis viris N ico lao de C am u lio , q. Io. et A n d r e a de S p ign o , q. Io. civibus Ianue, testibus ad premissa vo catis etc.

Il giorno dopo, lo stesso priore di s. Tecla, Benedetto Basadonne, recossi a Castello con notaio e un suo frate a leggere al p. Cristoforo un lungo atto di convenzione stipulata, ratificata e sottoscritta il 2 aprile 14 3 5 , ne^

sinodo di Basilea, dai maestri generali dei quattro Ordini mendicanti, dove fra vari altri lodevolissimi articoli era pur questo della distanza delle singole case per le cento quaranta canne.

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(1) In calce al presente non compare la firma del notaio, ma sta nel seguente.

(36)

( N . 6 ) (2 4 novembre 14 4 2 •)

*

In n o m in e D o m in i am en . N o v e r i n t u niversi et sin gu li p resen tem p a g in a m inspecturi, q u od ven erabilis d o m in u s, frater B en ed ictu s Ba­

x a d o n e , p rio r ecclesie et co n v e n tu s s. T e c l e de Ianua, O rd in is h e r e m it a r u m s. A u g u s tin i, et frater A b r a h a m de Sp ed ia, dicti O r ­ dinis, e o ru m n o m in ib u s et n o m in e et v ic e o m n iu m et s in g u lo ru m a lio r u m fratrum dicti O r d in is , in presentia m ei notarii et testium in fra s c rip to ru m , tradidit et p r e s e n t a v i ven erabili fratri C h r is to p h o r o de S p in ulis, p resen ti et recipienti, presen tibus etiam ibid em fratre D o m i n i c o de C a m u lio , fratre B a r th o lo m e o de C a s t a g n o la et fratre T h e o b a l d o de C a v a l e r io m aio ri, cop iam c o n v e n tio n u m , o rd in u m et p a cto ru m v ig e n tiu m inter quatuor O r d i n e s , v id e lice t p red ica­

t o r u m , m in o r u m , h e re m ita ru m s. A u g u stin i et carm elitarum B eate M arie, e d ito r u m et c o m p o s ito r u m in Basilea, inter generales d ic t o r u m O r d in u m , m c c c c x x x v die 1 1 m ensis aprilis , c o rre c ta m per m e dictu m n o tariu m le g e n t e m de ve rb o ad v e rb u m c o r a m p refato v en erab ile fratre C h r is t o p h o r o a u s c u lta n te , in presentia f ra tru m p re n o m in a to r u m et testium infrascriptorum , de quibus c o n ­ v e n tio n ib u s et pactis in scriptura protestation is die heri deposita per prefatos d o m in o s , fratrem B enedictum B ax a d o n e p rio re m et fratres dicte ecclesie et con v en tu s s. T e c l e fit m en tio. E t de pre- dictis r o g a v it prefatus venerabilis frater Benedictus B ax a d o n e prior per m e n o tariu m publicum infrascriptum confici debere presens p u b lic u m in stru m en tu m in fidem veritatis p rem isso ru m .

A c t u m Ianue, in claustro ecclesie sancte M arie de C aste llo , anno etc. m ille s im o q u a d rin g e n te s im o q uadragesim o secund o, indictione q u in ta secund um e t c ., die sabati, v ig e sim o quarto m ensis n o ­ v e m b r is in tertiis, presentibus ibidem rev e re n d o in C h r i s t o patre, d o m in o fratre C h r is t o p h o r o R a v a s c h e r io , abate m o n a sterii s. A n - d ree de B o r z o n o , O rd in is s. Benedicti, et Ioann e de P r im o ( ? ) , o lim b a m b a x a r io , civ e Ianue, testibus ad p rem issa v o c a tis specialiter etc.

E g o Iacobus B o n v in u s , Io a n n is, imperiali auctoritate notarius p u b licu s et curie archiepiscopalis ianuensis scriba, predictis om n ibu s et singulis, dum sic ut prem ittitur agerentur, dicerentur et fierent,

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