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FUNEBRE ELOGIO ROMA 1828 FR. GREGORIO MARIA TERENZI. DEI ss. QUIRICO E GIULITTA IN ROMA. fr. TOMMASO-GIACINTO CIPOLLETTI DEL FU M. R. P. L.

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(1)

J

FUNEBRE ELOGIO

DEL FU

M. R.P.L.

FR. GREGORIO MARIA TERENZI

dell’ordine

dei padri predicatori

PARROCO dellaVEN. CHIESA

DEI

ss.

QUIRICO E GIULITTA IN ROMA

PronuncUtoindett^aitta neUesolenni Esequie lii5Dicembre1827

DALVI. R. p. maestro

fR. TOMMASO-GIACINTO CIPOLLETTI

CoràpAGnoB8I.BMOp.maistrotic.cerbralb DELL' ISTB5S’ OBBISB.

ROMA 1828

PA* TOnCIlJDIGIUSEPPE SALVIUCCI E FIGLIO

CON APPHOVAZION4.

f

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(2)

,,Jn

mortuum produc

lacrjmas,et g]uasi dira ,,passusincipeplorare.»>et

fac

luotum

secundum

,,meritumejus

£cclesiastic.c.xxiviii. iG. i8.

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(3)

3

'

Appetta

frai notturni silenzj dell*amata mia solitudinelavostravoce

mi

giunse,o Signori,voce,' direbbe Geremia, (i) dilamento,di lotto,e di pianto,cheinvitavamiacelebrareconpateticaOra- zionela

memoria

delPastor vostro chiarissimoGre- gorio-Maria Terenzi,io

mi

sentii (ve1*confesso) stringereilcuoredauna

mano

dighiaccio,eaprirsi piuttosto a gemere,chea ragionare. Poichédauna parte l’angustia deltempopresentavaall’afflitta

men-

teun

campo

da squallideimmagini ingombrato,c confuso lasciandotiin fotse sulla sceltadeicoloripro- pri!dellesue gesta:dall’ altraal vedere eh’iofeci sottol’abbassata falcedi morte,e apièdi questa inesorabile tiranna dell’umanitàprosteso,e spento un mio fratello di monastica professione, un mio collegaun giorno nel pastora! ministero, un

mio

amico, e consorte negli studjdi coltivarela vigna del

comun

Padre... Ahi! chesentivami ancoraco-

me

perfìerascossa trepidarnelle fibre,commoversia fremito tutteagitate dal gravecolpe le

membra,

ri-

garsid’uu sudorfreddolafronte,equest’occhiin-

(i)Gcr.c. iS.

9

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(4)

4

felicidi largopianto inondatismarrirsifrale tene- kredelsuo sepolcro.

£

in unasituazione cotanto penosaavròiolena asuperareil montedella mir- ra,eilcolledell*amaroincenso (i) edifunebri fiori alSantuario tolti spargere la

tomba

del mio fratello, del vostroPadre,enon dovrò giustamente temered'esacerbare,anziché temperareil

comune

immedicabileaffanno.Tacervi poinonposso,o Si- gnori, ebe per giunta del

mio

cordoglio affacciasi all’agitata fantasia la sospicione,che dalle labbra diunoall’illustreDefunto perpiùtitoliaderente po- tesseuscirneunalaude,laqualecomecché ben

me-

ritata,trovassepur nuilamanconelmalignosecoloinvi- limento.Ciòperaltro,chepaventarpotrebbelapro- fana eloquenzausa a creare sognate virtù peristrug- gere incensiaderoipiù sognatinonpuòaver luogo (e lo viprotesto ) in facciaa quest’ are sacrate su cuisiversò ilsangue d’un Dioscrutatoredelle reni,e deicuori (a)inun labbrodalunga stagio- ne sacroallaverità; népuò sostenersi a frontedi un popolo conoscitore delmeritodellaCausa,ead unaporzione di gregge,che traquestiestremi uf- fizjnonsa obliarelecure vigilantissime del suo

Pa-

store.Sarà pertanto sospettalacommendazione, che adulando molce1’orecchio dei grandi nella

mon«

(1)Gamie,cantic.c.4^.

(2)Gerem.11.ao.Psal.7.10.

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(5)

«lanagloriacresciati;sospettasaràquella

pompa

fu- nerea,cheaprePurna dei dolori, elariempiedel pianto dei Potentati, echealforaleapparatodicoc- chi da fosca gramagliacoperti, di cavalliornatidi nere piume,alrancosquillo disorde trombe misto alcupo

rimbombo

dei lugubritamburi, al

mor-

moriodei sacrimetallironzanti

come

la voce'della morte, edallesalve dei guerrieribronzitrattotratto interrotteannunzialapiù grandedellesciagure.

'Ma

la voceditutto unpopolononmentisce, edèpur giustoportareallaluce delgiornolevirtù diunPri- vato, che ignote all*occhio del

Mondo

son tanto belleagliocchi diun Dio.

'

Or

questo pensiero

mi

ristora grandemente,e ricrea, oSignori,che favellandoiodiGregorio-Mà- riaTerenzi viparlodi un

uom

divirtùa voi note, diun

uomo

, chetrassea caratterela pietosa dol- cezzadel Pastor buono. Parveanzi, chequal fido discepolodell*angelico S.

Tommaso

s*avvisassedif- fonderla datresorgenti

triplex

donum maxime debemus

dare

,,dalcuore, dal labbro, edalla

ma-

no. Dal cuore traendo una teneracompa'jsionede corde compassionemydallabbro spiegandounacon- solazione soave,deore dulcis'verbi consolationenij dalla

mano

versando un*abbondevole sovvenimento de

manu

temporalem substantiam. Angiolitutelari di questoSantuario

,ediquesto gregge,voi,che

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(6)

0

testimonj foste delle azionidi un tanto

uomo

^

dell ! inquestoper esso di refrigerio,per noi di merito pietosissimo giorno ricordate aluile nostre lagrime

} e i nostri suffragi^ c a noi riportate le più belle speranze della di lui protezione dai Cielo.

Primadifar paroladellefatiche dalvigilantis- simoReligiososostenutenellacura del greggeil

dn

ritto ordin richiede parlardiquelle, cheabil lore^

seroallepastoraliincombenze. Nato Gregorio-Maria Terenzidaonesti Genitorinon viddelasuacullaib lustreper vanititoli,efregi,cheilfollesecoloesti-

ma

, bensì perquelli, chesono grandi, cprege«

voliinnanzialCiclo.

Uu

cuoreeglisortì di molli, edilicate fibre tessuto in una temperad*amore,e ditristezza facileasentirfremito alf aspetto deimi- seri,che sirestringeallepene,e beneficando di- latasi

,inchinevolealiatenerezza, edal pianto,un cuor dolce,buono,sensibile, e di generosa

com-

passion traboccante,,de Corde compassionem,,L*au«

stcravirtù,chefugge dai torreggianti palagi deifa- mosidel

mondo

,ecalpesta aun tempo ilfascino degl'idolatrati pregiudizi, e le

memorie

degl*im- maginosiGenealogisti precipitandonegliabissidella obblivioneilfintoEroerecasi condilettoall’oscuro tugurio,edallarusticalecapanna,equiviperfezio<*

nandoidonidellanaturasollcya dall’ignobilepol-

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(7)

vereilpqv^ro^edil tnendico (i) per farne oggetto d*ammirazioneal motido^agli Angeli

,edaglino- mini(a)non chedellacompiacenzadiunDio. Ellaper inano degliaccortiParentisull’aurorade’giorni suoi presentossi a GregorioMaria Terenzicon quelle at- trattive

jchesono tanto soaviallacandida innocenza»

A

leiil mostrarsi, alui1’accoglierla fuun punto solo.Posciachénonaidettamidellastravagante odier- nasaccenteria^ bensì a massimereligiose educato fino dai primi lampi delP incertaragione, edirei quasifin dallefascie tuttigli afiettirivolsea Cristo Signore,cheèil fonte d’eterna vita (3);e nell*

anno nonodell*et^suavedesi dolcementepreso ad unaspecialedevozione allagran Vergine Madre di Dioya cuiinaureo vincolo associavadappresso

un

cultopeculiareall’ìnclitaSerafinada Siena. Intanto quellaProvvidenza che dall’armento diJetroscelse ilLiberatore delpopolsuo(4)ydalle,campagnedel Tecue trasse

Amos

adannunciare a

Geroboamo

le sue tremendevendette (5),e sullasponda* delmare dall’eserdziodelle reti,edell’atno chiamòPietro fondatoredellasua Chiesa (C)

manda

alcuor delTe«

(0Pi.7. ' :

()I.Corintfa* c. 4* * -

(3)Joan. c.,4. i4.

^, (4)Exod.c.3.IO.

(5)PropheiiaAmosc.i.i.c.7.7.

'

()nUuii.c.4**8.

l'é*I**

. . <*

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(8)

8

rcnzinon peranco trilustreunadi quelle voci

jcfiè toccandoi disparati confinidel

Mondo

operaconin- vincidiifortezza,esparged'intornouna quasispi- rabilesoavità (i);

L'umida

notteaveva giàpertré volte abbassato sulsopito

Mondo

loscèttroquando

ilsonnofuggendosempredagliòcchi delbuongar- zoneinsenoalcuposilenzioditutteqnaùtèlécose eglisente nell'intimo dell'animaPinsolitavoce,die per bentre fiate gl' ispira d' offrirle ilsacrificòili se medesimo entro i claustralih;cinti del mio

Gu- sman

Patriarca. Allodolce',efotteinsinuazionequel cuoretenero,èdinnocentescuote

,siappassiona ,

s'espande,egiàdivora col desideriolevie di

Mad-

<dalena,e diMarta, perle quali

camminar

dònno gli alunni del raguardevolissimo Istituto.'Ad ese- guirne peraltro'

V

ispirato disegno

, quanti ostacoli s'attraversanochenon

men

ardùo'1*appalesano,tua pressoché a rìtiscire impossibile! Ùn*età-fievole

,

nè ancora a sciogliereilvoto ben' atta

,

un

angli- sta fortuna nellafamiglia,il

Mondo,

lacnicortec- cia, edilfioreripromettonoilpitibrillantesoggior- 'no dovescorrono adovizia gliagi di una*vitali- bera,e lusinghiera,l'inferno,che fa passeggiare perla fantasia facile a riscaldarsi una folla diso- gniammaliatoli,

1'aspettostessodel Cielo,chefra gli atri

nembi

versa leterribili ampolle(a)funesti

(i)Sap.c.8.I*

Apocal.c. 1.etseq.

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(9)

9

emblemidipersecuzioni,edi straggi, eGesù

me-

desimo,che si presenta quale lo vide il pallido giornof che illuminò la sua morte...

Oh

questo gruppo di oggetti spaventatori avrebbe senza &llo sgomentato

P

animo de’piùintrepidi.

Ma

perGre- gorio -Maria Terenzi è uno stimolo a non tenere ozioso iltalentodelPadroneevangelico(i), ondela pietà coltivando,c le

umane

lettere allagrand’ope- rasi disponga

, non è,che un’invito ad abbrac- ciare1’Aitar sacrosanto

,eprostrarsi all’adorateIm- magini del santissimoFondatore,diCaterinaSene- se,e ditanti nobilissimi Eroi dell’Oi‘dinegiàtra- scclto,eaflidarepoi alladivinaProvvidenzal’im- presa affrettandonecoi votiildesialo

momento.

Ec- colo,che fraisospiri,ele lagrimesulquartolu- stro già spunta. Già dirotti i vincoli della carne, e delsangue, posta*in oblio la sua terra natale

,

sordoallegrida della costernata, eribellante natu- ra io loveggo presentarsial gran sacriUzio a piè di NorbertoMaria Bianchetti(2),edalle magnifiche spondedel

Romano

Tebrosecolui

movendo

alla città dell’etrusco

amo

regina compierlo nella solitudine intitolataall’EvangelistaS.Marco,plaustro per esatta

(1)ÌVIalth.c.25.i5.

(2)Il1\T.R.P-L.NorlicrtoÌW.Biliu'lictti,uomopervir- tù cdottrinachiarissimoeraVicarioGeneraledellaCongregatio- iic diS.MarcoiliPirsuzequandoilTerenzili2^.Vebrajo1785.

vestir abitoDomenicano,

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(10)

IO

regolareosservanza riputatissimo.

Oh

solitudine escla-

merò

a questopasso col

Magno

Basilio (i),ohso- litudine!Valle verdeggiante

, e armatatorre dell’

insuperabile Davidde, terradi promissione,ecu- stoditogiardinodel celeste Padre, ovela pura ru- giada delladivina graziadalle tumultuose adunanze fuggendoirriga, efa crescereipiòelettigermidi santità,tu lovedesti il fervoroso Novizio discor- rere per gli amati tuoi campi,e sotto la guida dell’ottimo Orlandi (a) averpienelemanideipiò beifioridellevirtòla modestia,che gli

compone

10sguardo,lasemplicità,chegliserenalafronte , 1*umiltà,che ne governa ipensieri,lapurità

,che ne diriggegliaffetti,1*obbedienza,che ne cattiva 11 volere, il silenzio

,che ne guarentiscelo spiri- to,la devozione,cheneattivalacarità,

ma

so- pratuttolateneracompassione,'cheneregolailcuo- re., corde compassionem,,

.

Questa è ilsubjetto frequente delle sue lodi ,

r

argomento importante delle sueammonizioni, il generoso motivo de*suoisacrifizj.Egli l’attinse alle fonti vivifiche diquel Salvatore (3),chebeatissimo in se

medesimo

vollenondimenosperimentare dino- strainfermanaturale debolezze. Cosi passeggiando

(1)Delaad.solit.Vitae.

(2)11B. P. Serafino Giuseppe OrlandiglifuMaestrode'No- vizj.

(3)li.c.12.S.

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(11)

il Terenzì con eroico coraggio fra i triboli , e le spine(li questavalledi lagrime

^edesercitato tra lemiserie,eleangustie nelcuordel secolo,e nel cuore del Chiostro finalmente dopolaprovadiben quarantatre lunescioglie aDiolà in Fiesoleilso- lenne suo voto (i). Farmiquidi vedere, o Signo- ri

, lamaravigliosascaladiGiacob,chebaciata dai zefiri,e rispettata dalle procelle tutta di siderealu- cecosparsadallabassaterramette caponel Cielo, eperledileipartitebraccia gli Angiolielettial- triascendonfestosi,altridiscendono provvidi,

men-

tre

F

istessoIddio sulla punta eccelsa si assidein aria dimaestà temperata da una soavitàinesplica- bile diPàradiso. Scala baeclo attestaBernardo(a) est disciplinareligiosa.Ascendeper essa Gregorio- MariaTerenzi insieme a quegli Angioli,cheindol- cecontemplazione senvolano aDio,e ricco di su- perni lumiscende cogli altri aspiegarefra gliuo- minile deliziedel Cielo

Angelos ascendentes,et descendentes per

eam

,et

Dominum innixum

sca- lee(3).

Qua

sottola disciplinaprimadelpio, e dotto Lettor Cinatti inFirenze, poscia sottoladi- rezione dell’egregio Maestro Idelfonso Olivareznel

(i)Professòildi9.Agosto 1786. nellemanidelM.R.P.

L.FrancescoFelicePalozziessendoVicarìa Generaledell'auzi- dettaCongregazioneilM.R. P. L. FilippoMariaSereni.

(1)Ser. 68.incant.

(3)Genes.a8.xa.i3.

4

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(12)

I#

Collegiodi S.

TommasQ

d*Aquinoin questa Metro*

poli del Cattolico

Mondo

diletlorallaurea fregiato(i) invitai

Compagni

adavanzare da prodinon

mena

nellascienza,chenella santaperfezion sospirata.

La

entrambein amichevol npdq congiunte

y

muove

ad Anagni sostenitoredel sacro Claustroy e del

tem-

pioye mostrasialCristianopopolo qualeundìl’

An-

gelo, chedi celesti fiammela

man

ricolma spar- gendoandavatesulle tribù d’Israello(a) Scalayri- piglia Basilio (3) estascensus

ad

perfoctionemycui-:

men

chdritas.

Ed

eccoloallospuntare del secolno- stronella cittàdeisette colli fissarsuasede postoalla testad*unaporzion digreggeelettissimaye segnar un*epoca luminosa, cheisecolinel precipitoso lororavvolgimentoforsenoncancelleranno giammai.

Siapurerta, cdifficile lamisticascala,ch’egli pianta traVoi.Avviun-Dio, conchiude Girolamo (4),che porgeai lassiladestra,etuttiai virtuositravagli coll’aspetto giocondissimo riconforta, p^dit Jacob, scalantyet desuper innitentem

Dominum

utlassis

manum

porrigeret,ut ascendentes suo

ad

laborem provocaretaspectu.

Ma

potrò iorilevareimotidelcuorecompas^

sionevole di Gregorio-Maria Terenzi senza ricordare

(i)Avvennenel ijgS- (i)Gcnes.c.a8.la.i3.

(3)InPs.1. (4)Kp. adJolian.c.i.

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(13)

i3

ì*eràdidìcilissiiriain cuiegliversava igloriosi su- dori sullamistica vigna diDio? Era queltempo

,

<

incuiTempiaBabelle teneva in

mano

uncalicedi tenebrosi mister]

,edebriadel sangue deinòbili, e dei Sacerdoti,deipopoli, ede’Regnanti in

mezzo

a un orrido

nembo

d'armi, ed*armati

piombò

dall’AlpinevosesopralabellaItalia, epenetròsin neglistali inviolabili dellaGliiCsaadinnalbcrarviil vessillod’unafolle eguaglianza, e diunachimerica libertà.Eranquei giórni di fanatismo, difurore

, e di scandaloj incuiuno spirito di vertigine tra- volgevalementi,e cangiando Talberoin trono, i fasciin uno scettro aveva concepito il disegno di tuttoingojare sacro, e profano, lacerareilpaciQcò cuoredella Sposadi Cristo, trarla in obbrobrio,

edirrisionede’suoinemici

,espegnerne fin anche la nobil vita...

O

tristi tempi,e tropponeri co- stumi!

E

inmezzo ataldisordineche fa,chedi- ceil Terénzipostoda Dio su questocollespecula- tore(i)d’un’ insidiatissimo grégge? Pieno il cuore d’amaritudine, e ridondante d’assenzio ingrato sull*

esempiodìGeremiabagnadilagrimelerovinedella santacittàin attestato di quellatenera compassio- neycheagitavagUilcuore.

Ma

poiallavistadelle

comuni

tribplazioni dimenticando affatto se stesso Eglinon pensa, che aconsolarei suoi fratelli,e

(i)Ezechiel.i3.7.

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(14)

>4

tanto èIozelo di sue paroley che fa tosto suc- cedereaimali1’alleggiamento deore dulcis'ver*

biconsolationem,,

Voivelvedeste,oSignori, passeggiareperque- stecontrade a somiglianzad’un Angelodipaceca- vandoil benedaitesori del suobuoncuore (i) e snodando dallasuaabbondanzala lingua (s)e quà troncarelitigj,edisgombrare amarisospetti,

com-

porrepartiti, e conciliardifferenze,quivi raccoglie- re pietosamentelelagrime dellavedova,dell’orfa- na,del pupillo

,ivi mandareinperpetuo bandogli odj,lerivalità,iclamori,e altrovestabilirlacon- cordia, edestinguerefazioni.Ilsuo passaggio peral- trononè

come

un torrente,cheal soffiardelP au- strorigònGandodiacquestrappanellasuapiena la selva, el’armento,e lascia

orme

funeste sull’inon- date

campagne

,

ma

è simile a regai fiume, che placido, emaestoso scorrendo portal’abbondanza

, ela feracità nelle terrecui bagna, edinaffia.

La

dilicatezzadellecircostanze raddoppialavigilanza

,

e rattivitàdel Terenzi. Eglimollipbcaincerto

mo-

dosestesso,è presente a tutto,tuttoeglivede

,.e sente, a tutto risponde, e tuttoprevienecon soa- vissimo accorgimento.

U

suo genio fatto,più gran- dedai trasporti dello zelo con una illuminatadi- screzioncombinatoloinnalzasopralasua xondizio-

\

(i)Matth.c.la.35.

(i)Eroe.

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(15)

nc,cdegliè

V uomo

spedito dal Cielo inmezzo delpopolsuOfefail suogreggeSantuariodelDio dipace,e dicarità.

Cum

uterqueaderii

( direb- beapropositoil mellifluodiGhiaravalle (i)

)i>ide- liceicompassionisaffecius,et zelus justitiaene- Cesse est,ut adsitspiritusdiscretionis. Nelgo- ,vernodell’amatesue pecorelleadopera

ambe

le ver- ghe cheil rapito Profetamirò tener nelladestra^ e nella

manca

ildivino Pastore

,laseverità cioè^ elapiacevolezza

,quellaper fiaccare 1’orgoglio dei piòrestii

yquesta per trarre i piò arrendevolinei vincolidellasanta dilezione. Della*seconda valevasi difrequente:

ma

sela prima suo malgrado

ma-

neggiardovevatalvolta^e se nell’impeto delloze- locorreggendoitraviatifuggivagliqualcheaccento

,

che sembrasseun pocolino tintodi fiele ne risen- tiva tostocrucio sigrandeyche pago non era fin- ché nelcuore del corretto fratello non avesse in- generatiisensidella piòalta amistà.

Ben

lungidal tenore di certi seguacidell’asiatico fasto, chefra lecortinedell’impostare s’involanoa chili avvi- cina nè glilasciano altro fruttoy che 1’acerba di- stinzione d’aver lettoin que’volti barberi,efo- schi lanojay che lor cagionava lasua presenza

,

Gregorio-MariaTerenzi apre a tutti liberol’accesso, tuttiaccoglie con maniere ufiiziose

, ed

umane

,e (i)In tem. Rctarrect. serm.i.c.5<6.

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(16)

iG

quasi ignorando la distinzione deiranglii , suiquali tanto brigasiil

mondo

incivilitodà piuttostoaimi- seri,eai deboli lapreferenza,dacché in tutti

,e

più inessi riguardavaT immagini delCreatore

,il prezzo deldivin sangue, ele

gemme

più lucide del razionalediGesùCristo.Parlapoisemprea tutti colla stessaurbanità,ascoltatutticollastessapazien- za,rispondecolla stessadolcezza,tenendofermo quan- togiàscrisse lasapienza (i)responsio mollis...lin-

gua

placahilis dulciseloquio.

Popolo avventurato, e degno d’ esserlo vera- mente avresti potuto

mai

chiamarne’ tuoi votiun Pastoremi Padre diluipiù tenero, e più obbli- gante? Avvezzo sempre afar sue le altrui mise- riepoteva egliconconfidenza ripetere

come

l’Apo- stolo alpopolodiCorinto:Chiè tra voi,miei

ama-

tissimifigliinGesùCristoychi ètravoi,che langue tralefrizzantiinfermità

yedionon nepartecipile graveolenti esalazioni,e gli aliti nauseosi,e non infermi ancor io per dogliaacerba?quisinfirma- tuTyetego non infirmar? (a) Chi divoi mirasi espostoalbersaglio delladisgrazia,o sotto iltor- mentode’ferrei ceppi, e delledure cateneeh’io non

mi

strugga d’internoafianno? quisscandali- zalury etego non uror?Avvi tra voichi ansa,

/

(i)Proverb.c.iS> eti6.

(i)Corìnth.c.11.

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(17)

*7

«trafela sottoilcumulo dell*angosciosefatiche, ó sottoilflagellodella tribolazìond’ogni genere, ch’io non ne porli sopra quest’omeriilpeso?plusegoin laborihus plurimis.V’ ha chi

geme

nel tetro or- ror dellecarceri,eh’io non ne risenta gli strettì vincoli,e non corra arecargli i copiosi sussidj, e curanon prendaodell’afililta Consorte,ode’fi- gliuolifamelici, o del Vegliocadente?in carceri- bus ahundantius

.

Che

se avvieneper mala sorte, chetalun cada,e sparso diatrosangueboccheggi sullemuriccia

,eccomipietosoSamaritano(<)aver- sarbalsami sopralepiaghe, adaffliggermioltre

mU

sura, e risentirne l’inesprimibile irritazione nelle miefibrein plagissupra

modum, £

se per ultimo lapallidamorteaggira «ottoivostri tettifralenere

ombre

ilmietitoresuoferro...

Oh

!chealcolpofa- taleben volentieriio stesso sottoporrei ilcollo per camparne1’amato greggeinmortibus frequenter, efatto tuttodi tutti

mi

dividoleangustie,eporto incuorelepenedelladesolatafamiglia... Ahi perù, che mentreiotalicosevinarro voi ricordale, oSi- gnori, quei giorniinfausti,deiqualialtrisimilinon torningiammaiall’etàdellaChiesa,quando,stac- catoa viva forza il Pastor

sommo

dallasantasua sede

, vidersi iminorinon tardar guariaseguirlo nei tormentosissimiesigli.Quel Monarcapotente,che

(i)Lue. IO.33.

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(18)

i8

dallerive dellaSennaardiva chiudereinpugnoide>

slinidell'Europa rivolgeancheleabominevolimire contro un povero Monacello.

La

scismaticaSamaria ' era prodigadi lodi aigiuramentitraditi, edallafe- deinsultata,egl'incertiPartigianidell'infonda lega assediavanol'

uomo

temente Dio costringendolo al vietato giuro,onde nonesporre sestesso,elagreg- giaaiterribili effettid'un adirato potere.

Ma

Voilo miraste intrepido affrontaretra iprimiivincoli, e sefacessemestieri la stessamorteanziche macchiar l'anima d'alcunreato. Qualeperònefosse ilcordo- glio in quel

momento

durissimo,incuisi divisedal popolsuopiò senepenetra col sentimento,chepossa esprimersiaparola.Ilsolequasiinfosca caligineri-

tiratiavevaalbalzo occidentaleisuoiraggi, palli- da,elentavedevasi piegarelalunaaponentel'ar- genteo corno, e piò mesta,chemaispuntarlanotte dellevigiliealgranDomenico sacre (i)quando in- timatogli l'ordine di partirealletre dellanotteilve>

(i)InnnManoscrittodell’illustreDefuntointitolatoGior- Mleggesi

A

diZAgosto1810 versoleore a3italiane io TervmiCuratoeranelMomsterodiS.CaterinadaSienaa Monte Magnanapoli,ove facevaleveci di Confessorequando misiportòunVìglietlocon cuimisiordinava onninamente dover partire,e che peròalleoretredellanottemifissi por- tatoaPiazzaNavona Bureaudi Polizia senza Baule,

ma

con solofagotto.Salitatigliamici, che unitamentoad unafolla diParocchianieranoaccorsiadirmiaddiomistaccai dalla cura,cherettaaveva percirca anni9.

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(19)

*9 deste vibrar soltanto allasuaSposalaChiesa tene*

ri, tacitieloqaentissinai sguardi,edaggirarliposcia fravoi dilettissimepecorelle

,cheaffollatepiangen*

do,elamentando glifacevatecorona, ecoprendo di baci devotila

mano

sacerdotale alternavatecol ca*

ro

nome

isinghiozzi,lelagrime,lepreghiere. Al fioco balenardelle faci eileggevasugliocchi stralu- natisulletremole lahbra, sullegote cascantiil vo- stro incalcolabile affanno, c cumulatesoprailsuo cuorelevostrepenemandavaavoiilverbo dicon- solazione,edipace,,deore dulcis verbi conso- lationemy e solamentelietonell’intimotestimonio del- lasuabellainnocenza (i)al SupernoPastor vicon- segna, vibenedice,eparte.

Amata

greggia,addio. Squallida, solitariacol voltoal suolodimesso, etuttaassortaneituoifune- stipensieriparmi vederti alentipassi tornare fra l’ombre tetre di quellatristissima notteal vedovo ovile, eseguirloposcia col cuore verso il cimin

monte

,e tralegole degliAppennini,einFiren- ze,inFelsina,in

Parma

,cnonvedesisferraredai curvilididellaSpezzia, solcaretempestosissimi

ma-

ri,ed approdareinBastia;e finalmenterestringersi neltetrocareerdiCalvi.Eraperò

soprammodo

mi-

(i)Leggesi in detto Giornale

A

di4Agosto giorno sacro al Patriarca S.DomenicodotaciabbandonareRoma,Parrocchia,

Amici nonper altrodelittosenon per averfatto del bene fino aquelpunto.

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(20)

ilò

rabile,cheun

uomo

pertanticrudelistrazi aflicvò^

lito,esottoilflagello delle buferedelcontinente, c del

mare

,tra leprigionìe,gl’insulti,lepersecu- zioni,tra lafame,e la sete(i), edogni foggia diprivazionediprofondisospirifiaccando il cuore traleangustie desolantissime delpopolsuo,potes«

senullamancoserbareallegroilsembiantesenza fug- girgligiammai diboccaunvolantelamento;edan>

zi ricreassemai sempreicompagnidellasua tribo- lazione collagiocondezza de’suoisermoni,eilgreg- ge

Romano

colla soavità dolcissima dellesuelette- re, ovefragli altridocumenticonfessavaingenuo lo

non

hoaltroattacco^ cheallaProvvidenza divina ccolle opere, e collevoci laburbanza confonde delvetusto,che del

moderno

filosofico sopracciglio.

Or

dovesonoiseguitatori, e gli allievi della carnai sapienzadiquesto secolo infatuatoP(a)eibal- di profanatoridell’augusto

nome

della filosofia, eli sdolciatissimi Padri delgenere

umano

,chefabbri- carpromettevanol’universalefelicità ?Dov’è, dirò meglio,l’odiataBabelle,chetuttomiseaperturba- mento,cda confusion l’universoP

Un

soffiodell’ira

di Dio ladissipò. Cecidit Babilon

magna

ceci*

(i)Itiquesto giornalesiha dai 9 Agosto iBia* /ino al pri- maOttobre di dettoAnnofummoprigionisemaniente conpa- ne,edactjiut.

(a)I.AdCk>rimh.c.l.ao.

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(21)

dit(i).Ruppesi, sfrantumossialsuo cadereloscet- tro terror dellegenti,eodonsilevoci, cheadan*' nod’Assiria assordavano Paer commosso. Potenza tantoorgogliosa cessa divantare ituoitrionfi, na- sconditi nellapolvere,e nelle tenebre perchè non più tichiameranno l’arbitradeitroni,eladispen- salrice dellecorone.Sadetacens

, etintra intene- brasquia nonvocaberis ultra

Domina Regnorum

(a).

Gli alunni delVangelo esultarono al mirare<il dito dell’Onnipotente nuovamenteeretto a revesciare ne- gli abissidel mareun’altroEgitto,eaguidare nel- le terredei PadrisuoiunaltroIsraello. Parlo

,oSi- gnori,diquellagiornata,chefuper Gregorio -Maria Terenziunverotrionfo,quandoreduce alpatrio

Te-

brovedonsileviedi Flainminioribollire di gente uscitaadincontrarlo, odesiunincredibilfermentodi pubblicacommozione,etuttoun popolo l’accoglie quasi novello Profeta. Deicanticidi giubilo, delle vocidi benedizione risuonanole contradedella latina cittàelevoltediquesto

Tempio

eccheggianoagl’ in- niarmoniosi di grazie alDio degli eserciti,edal Signoredellebattaglie.

, Più teneraemozioneecci tossialloraquandoegli ripreseaspiegare lalegge santa,e a difiònderele ricchezzedel santuario, quando istruisce ignoranti

(1)Apocal.c.i8.2.

(2 ) Jsai.c.4?-46. X

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(22)

aa

dalla vispagioventùfino alladilonabata vecchiezza, e nei Tribunali di Penitenza dischiude a

comune

con- fortounaProbaticaassaipiù celebre di quella diGe*

rosoliina (i).lunumerevoli languentirifinitidallata- bedimalvaggie abitudini, ciechi,che nelsonnodel- lepassionidominatricifuggonlaluce di verità,zop- pi,cheincostanti dividonogliomaggitraParca,e

Dagone

,aridi,chenongustanoil cibodell*orazio- ne,e della caritàtuttisiaffollano intorno a quest*

Angelodi paceaspettando ilsalutifero

moto

delle acquedelloSpirito Santo. Egli parla

,etuttiven- gonoconsolatialtriandando

mondi

dalle lorcolpe

,

esono di que*ribaldi,chepunitiper legged'officio restarono presialledolcezze di suemaniere,altrica- minandosnelliperleviedella cristianaperfezione,e sono diquelle anime,cheonel secolo,o nel chio- strofregiated’aureezone seguono ondeche

muova

l’Àgnello immacolato(i)

Sebbenelaconsolazionedell’animoèdigranlun*

gavantagiata dal sovvenimento abbondevole,che escedallasua

mano

de marni temporalem substan- tiam. Io freno astentolanojaquantunquevoltem’in- controa leggere,oadascoltarlejattanze di quei

,

cheall’età nostra Filantropi sonoappellati,iqualisde- gnando quaivieti

nomi

isacrosantivocabolidi fratel- lanza cristiana, e dicaritàprotestanocon tuttociò

» (i)Joan.5.3.

(3)Apoc.c.7.9.eti4-4>

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(23)

a3 di risentirenelfondo delcuoreidolci fremiti della natura abbastanza portata^commessi dicono,ad

ama-

re, eadajutareiloro simili.Oli paroledirial'Apo- stolo(i)dicristianonongiàsenon vengondalcuore caldo del fuoco diGesùCristo,

ma

divacuobronzo, chesuona, edivanocembalo,chetintinnisce.Quand*

èchecotesti amici dell’

uman

generesacrifichino un picciolloro interesseonde metterlagiojaintante fa- migliepovere,e desolate? AllasolaReligionediCri- stoappartieneformardegliuomini

come

ilTerenzi

,

che chiudendo in petto uncuore dissinteressatolo espandeacompassionede’miseri,loportasullabbro per consobrli,l’ha sulla

mano

perajutarlico’benefi- zj. Sembreràpoi strano, che un

uomo

sfornitodi ampieferaci terre,ediricche sorgenti d’oro,c d’ar- gento potesse tante versar limosinada provvedere con dignitàall’ordimento del

Tempio

,edagl’incessan- tibisogni delpopol suo sopra ogni altro misero,e gramo.

Ma

sepongasi

mente

allatempera dellapie- tosadolcezza d’un Pastorbuono,vedrassiancor di leg- gieri,eh’Egli mille industrie adoperava,perchèo- gnuntrovasseilnecessario sostentamento, e l’avaro secoloapprendesse

,chelagrandezzadicuoresirin- viene più generosa,e conta neineglettitugurj,che sottoidoratisoffittidellaprofana magnificenza.Ave- vagià Egliprimadellamalaugurata invasioneristo- rata laCasadelSignore,eassortita di nitidi,e de-

(i)AdCoriiiUi.c.i«.i.

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(24)

a4

ccnlissimi arredi.Nelsuo ritorno ahi! die lavedo posta ignotuiniosamentearapina

,adisertamenlo

,a

aquallore.Piùdoglioso di

Neemia

,ediGiuda

geme,

e sospiratrailvestibolo, el’altare, nèpone

modo

all’inconsolabilcordoglio

,finché non giungaa rido- narlaIIIsuo copioso

yesplendente decoro. Eglitor- nandomiral’abitaziondel Pastore scarca distoviglie senzaesservitampoco unpagliericciosu cui adagiare lestanche

membra

, nò v’hamezzodi provveder- losi, nòV*hansostanze valevoli a coprirlebisogna delvestito,o del vitto, etrovasiin circostanzesi dure, che avrebberosgomentatoogni altro

je co-

stretto! ad abbandonare1’ovile.

Ha

però un cuor grande;Eglinonèmercenario,che l’armentonon cura.

E

Pastore,

ma

de’più teneri, che la Chiesa

ama

siccome Sposa,elepecorelle^siccomefiglie.

La suacommiserazionefattapiù viva dalcon- frontotraleproprie,el’altruimiserie dallaricor- dazioneditante angustiedaluisperimentate, e dalla luttuosavistadella presente penuriadelpopol suo

,

questacommiserazione resa più intensa dallabeni- voglienzadel gregge non conosce altra legge che quelladel benefizio,nòaltroconianechequellodella povertàsollevata.Quindiècheleprimesollecitudini sono pelgregge,e in mezzo a tanta indigenza ca- dutiappenanelle suemani or trenta,orquaranta c piùscudiperprovvedersi di vestimenta,tuttigli

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(25)

35 distrìbtiisceaipoverifch’EglicredepiSi dise stes-

seihcce^ìtosi^e postoinobblidse medesimoèsolo ititcìitóa spargéreintutti icuorila gioja delsuo ntomoi

0

Toidunque, che dall’angustia consunti, pieni di paurososquallóre:dagliocchiinfossati ver- sateilpiantò,ecollalinguasull’arse fauciritratta empitel’aerdolente disingulti,edistrida tergete àlfinédalmestocìgliolelàgrime,e frenatesulcon- vulsolabbro isospiri.Gregorio-Maria Terenzi imita

lanatura, làeguale agli uominitutto dii,enulla ri- ceve, opurese nericevèè conteil cuore

umano

,

chedalleveneilsàriguenella dèstra sua cavità ac- cogliendo,lo rimbalzasùbito' nellasinistra

, eper

learterie,onde farlo'nnóvamentecircolarefino all*

ultimeramificazio'nnelle venera benefizio‘continuò dì tuttoil corpo.Poveri,adunque, infermi,lan- guenti, e quantigemetenellaindigenza, traetevipur òggi innanzi.Poichéseil'riccoavaro torce lungi dà voii‘sufòipassi',se

P uom

delgran

Mondo

sdegna altero’i vostri Cencitemendoimbrattarvi ilsuono- bilesguardo, bensaprà compensarei‘violativostri diritti unTerenzi, chein voivede, edapprezzala spiranteimmaginedell’appassionato 'Signore, nelcui spiritovigiudica'con quellacarità,"checorrispónde pienamenteaititolidiPastore, ediPadre. cri- stoditveritàiem inseculum

(

mi

vien talento 'd’ap- plicargliidivinitratti,chearpeggiando cantòilco-

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(26)

aG

fonato Profeta) (i

)

Qui

custodii •oeritatem in scCU*

lum

yfacitjudiciumyinjutiampatientibus. Luridi agricoltorij ai qualilasterile glebadacopiososu*

dorèinafllatanegòisuoifrutti

,echealzanolecaL lose mani implorando pietà,Artieri, ai quali una guerra intorniatadallafunestatorma di tutti gli af*

fanni,chiuseleportede' facoltosisenza speranza di procacciarsiscarsopaneacosto d'incessanti tratagU ritrovanoappòilTerenzi dichesaziarel’ingorda

me

y, dat escam esurientibus. Eccolo infacciaa quei miseri avanzi del dolore, e dei pianto,che ant cor risentono gravi le destre diquei lacciservili

, dielors'annodavano nelle battaglie,Eccolo negli orridiricinli,ove un popolo disventurati espia giu- stamenteildelitto,inmezzoallevittimedella

.

pub- blicaindignazione,e delleleggi, che traggoQsia stento lestridenti catene a versare generosi soc- corsi,a recar loro nellapenitenzala libertà di fi- gliuolidiDio,eplacar anchedegli uominila giu- stizia

Dominus

sohit compcditos.

Deh

quante ani-

me

coll'opportune provvidenze rischiaraadaltread- ditandoiprecipizi copertida fioriticespugli,altre dall’inerzia,e dalmolleozio togliendo

Dominus

il- luminatcaecos. Famiglie orfane,c derelitte

, che piangonoinconsolabili1’estintocapo

,truppedimi- serabili,che svengonoper inediasullepubblichevie,

(0P».i45.

}

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(27)

Vederiincurvati sotto il doppiopesodegli anni,e delle sciagure,ai qualifugge ornai dagli occhi la luce,escorronotra gliaffannosianeliti letardela*-

grimetrovano in luila

mano

benefica, chelisol- leva,e li ristora negli Ospedali.

Dominus

erigit etisos.Eglilatimida innoceniiaditantepovere Don- zollette,e di tanti pudichi garzoni studiosamente provvede,eneivenerati asili dellapielli rassicura

Dominus

diligitjustos.VenganopellegrinipolveroÀ a scioglieresull*adorata

tomba

dei Principi .degli Apostoli,ilvolo,vengano daiRegni,e dallePro^

VincieafHitti

, ed oppressi, tutti

^li

abbraccia , tuttiricovera,e aluttidàajuto,eduniversaleprov- vedimento.

Dominus

custodiiadvenas.

Che

spet- tacoloI Pupilliabbandonati,iVaiqualipareva

,che brancolasseiltartareoDragone,os*aggirasse inbruno

ammanto

la,morte.Vedove, oheprostese supochi sarmenti stringendo alsetto inariditoiboccheggianti

figliinvocavano1*estremofato,verginifluttuanti- tra l'inopia, ela seduzione tutti riconoscono in Gre^

gorio-Maria Terenziilliberatore, ilconsolatore.,ed

ilPadre

pupiUum

et

viduam

suscipiet, tuttipro- testano per di luimezzo campali dalie perìide in- sidie de*lornimicietviàs peccatoriimdisperdei,

e tutticantano.aDioun* inno eterno dibenedizio- ne,diringraziamento.e dilaude

Regnabit

Deus

tuus Sion ingenerationem,etgenerationem.

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(28)

38

Sepertanto lacontagione,che non dallaL!^

hiaj o dal Bosforo,

ma

dalla misorìa, edalla fa-

me

introdotta pelle italecontrade serpeggiava con tant*eccidionon guasta, nòtronca questa porzione

j

digreggealleopportunesovvenzionidelpioPastore s*ascriva.S’ascrivaalui,che osservandouna po- vertànonsolnimicad^ogni superfluo,

ma

ancor te- nacedi consentirgliilnecessario, e'quantoappenaal- ladecenza bastasse

,non però certoaibisognidella natura dalle angustesue prowedigioni sapevade- trarrefinle limosine deiSacrifizj peraccrescere il

numero de*Sacerdoti,elefunzioni di Chiesaso- stenerecon maestà,eamava diramarnela massima parteinseno deipoverelli.

Ma

egliripetehaec quid

•intertantosì(i)Possobenioviepiò restringerla mensa,Pabito, equanto.

m*

èuopo, onde anoh poclie caseancor, di nobile 'gente

ma

dicaduta

man-

tenerfissi sussidjsenzaeh*elleconoscan la

mano

, die lorgliappresta...Ahi però,chetroppo scarsa è la fonteoveè tanto vastoil bisogno.I/aecquid inter tantosP Alle frotte deimiseri ognidì rina- scentiEgli ripetecolPrincipe degli Apostoli (a)«r-

gentum

,et

aurum non

estmiki,

quod auiem

ha-

^beohoc tibido.

Un

volatiledallecanarienomato

,

cheineleganteprigionetra mille vezzi soavemente gorglieggia

, vesti,e calzaritesté allestitiper gua*

(i)Joann.c.

&

9- (s)Actor. c. 3. 6.

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(29)

39

rentirla persona dal crudo verno vittuagliepre- paralealpropriorifocillanaento,sindoni

,pannolini ,

e quanto

mi

ritrovo di avere iteneinpace chetuttoè vostro (fuod

autem

haheo hoctibido.

Sed

haecijuid suntintertaiitos ?Pongasidunquelacausa dei poveri in

mano

a Dio., edegli,che.havolontà potentissima d'inclinareovunquegliaggradaicuori degliuomini(i)

muova

tostoa favoredegl’iadigentiglianimide'fa>

coltosi. Disse,eseco trattenendo per poco stante i suoi miserivien presto un-offerta

, che gli con- soli,e una fama non menzognera eccita da lungi moltissimi, che a lorosoccorso nelle di lui

mani

vistose

somme

ripongonoconconfidenza, e

un Ma-

gnate

Romano

offresispontaneo atuttelespeseoc- correntipeimatrimoni de’ miserabili, edei tapini, eunincognitoPersonaggioloscontraimprovvisosulla soglia del

Tempio

(.han quattroanni ) gli pre- senta ben 100scudiinoro pe’ bisognosi,e richie- stodel

nome

rispondeconundolcesorriso,e dispare..

Ah

! un

uom

sibenefico,e dolce troppo pre- sto dall’invidamortecifurapito.

Ma

doveva

£gU

puredì tante preclare gesta averda Dio amplissimo guiderdone.11Cielo gli diè avvisodegliabbreviati giorni del suo pellegrinaggio quandotra gli albor matutini rovesciollosulpavimento,eneritrasse la clavicolainfranta

,epotè poi nellapenosacura dar 1’ultimaprova diquella pazienza,che trairim-

4

(i)Froc.ai.i.

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(30)

3o

proveriygl* insulti

^e le busso de* suoidislealifi^

gli componendo sullegiunte mani il capo in un profondosilenzioaveva conservato sempretranquilla}

si permise depoiregiammai lesueamatec1au«

strali divise

}nè ommettere

T

esercizio} eladire*

zìone dellesollecitudini pastorali.11 Cieloglieldi- chiarò mentre giàfavellavadelsuo vicino passag- gio additandonele circostanze}edallestiva le

me-

morie deipoveri, affinchèottenesserodopoilsuo spirareil prontissimo sovvenimento.

Ma

erascritto cheegliquantunqued’alquanti giorni traesse a stento 1*egre sue

membra

nelTribunale di Penitenza

,in quel

campo

dibattaglia,ove'frequente debellava

1*inferno

}e rintuzzavalearmidelle istizzilecupidi-

^tà}in Taccia diquel Santuario,doveofPerivapel po*

polo l'ostiadipacO} e del divo amore infiammava

ipetti dei giovani,e de* vegliardinell* eserciziodel suo ministero, nell’attod’aprireall’animeilCielo colla potestàdellechiavifosseda improvviso colpo oppresso}ohdepoi rottelevene,sparsoilsanguenel cerebro,e agitatedaviolenta convulsionele fibredo- poilsopimento di quattr* orenell’annosessantesimo terzo dell’età sua nelvigesimo settimo del pastorale regime untode’ sacriolj spirò.

Oh

mortequanto perlui bendispostopre-r ziosa} altrettantopernoimeschiniterrìbile}e deso- lante! Poiché e chi sull’orlodelladolente pupilla

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(31)

3^ pu6frenareilcorsoall*aasaro piantoperl’acerbaper- dita,chene

portammo

?

Commovente

spettacoloegli èpurevedereitìgli dellàsua dilezioneaccorrere in

follaintornoalferetro tutti contemplarquel

sem-

biantechespirava virtù,einnamoravadeliapurez»

za,altribenedir quelle labbra,chespiegavano il

verbodel Paradiso,questi baciar lemani,chedai reati prosciolserotante coscienze, quegliabbracciar teneramentelepiante,cheda pertuttosegnavanoor-

me

di beneGzj

,echitraisospirimostrarle vesti, dii*1manto,chileottenutelargizionicornoun tem- pofecero queidiJoppeintornoallaspogliadella cari*

tatevol Tabita(i).

Or

inquestosettimo giorno,die vnalarga pietà

d

aperse anuovelagrimeilvarco noi ricordandolateneracompassioneeh*eidiSbndevadal cuorelaconsQÌ|ZÌonesoave ch’egli versava dal labbro, eilsovvenimento abbondevole,a cui aprivala

mano

de corde compassionem,deore diUcìs verbiconso- lationem,demanif,temporalem substantiamsparge-

remo

sullasuatomba nongiàtazzedispumosolatte

,o

nembi

di pallideviole,e di purpurei giacinti,

ma

orazioni,indulgenze, esacriGzj,e

come

avantag- gio del defunto TeodosioilgrandeAmbrogio(a)pre- gheremoincessantemente,dielacaraanimanei ta- bernacolieterni riposi,eviva.Tt^

Domine da

requiem perfectamservo tuo^.requiemillam,

quam

parasti

(1)Actor.c.9.3g.

(2)Orai,de Obilu Theodosii§.36. Z^.

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(32)

3^

sanctis piis..»Dllexi

,et ideo prosequor

eum

usque

ad

regionem

vivorum

ynec deseram,donec fletuyetprecibus indticamvirum

quo

sua nierita

vocaìitin

montem Domini

sanctum

yubi perenni^

vita.

fine.

IMPR1MA.TUR.

JFr,Jot,M,yeìtiS.P.A.flla/j.

IMPRIMATUR.

J.Della Porla Palr, Constanlinop. Pìeerg.

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