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EHFsicurezza per la cultura

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Academic year: 2022

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EHF s i c u r e z z a p e r l a c u l t u r a

A N N O X X V I I - N . 1 G E N N A I O 2 0 1 8

I vincitori del Premio H d’oro 2017

La Fondazione Enzo Hruby per il Teatro La Fenice di Venezia

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma, 1, LO/MI

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EHF sicurezza per la cultura

Anno XXVII - N. 1 - gennaio 2018

editore

FONDAZIONE ENZO HRUBY Via Triboniano, 25 - 20156 Milano direttore responsabile

CARLO HRUBY redazione GIULIA LAZZERI SIMONA NISTRI ILARIA SARRA

grafica e impaginazione M. GRAZIA TIOZZO servizi fotografici ANTONELLA MARTINO M. GRAZIA TIOZZO Stampa: Target Color S.r.l.

Via Cassano d'Adda 13, 20139 Milano Registrata presso il Tribunale di Milano al n. 612 in data 14/11/1992. Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma, 1, LO/MI.

In caso di mancato recapito restituire all’e di tore che si impegna a pagare la relativa tassa presso il CMP di Roserio - Milano.

È proibito riprodurre in tutto o in parte, senza citare la fonte, articoli, fotografie o disegni di questa pubblicazione.

Finito di stampare nel mese di gennaio 2018 Per ricevere gratuitamente EHF registratevi al sito

www.fondazionehruby.org, dove è anche possibile leggere e scaricare la copia digitale della rivista

gli amici

della Fondazione

CENTRO SISTEMI ANTIFURTO Torino

www.csa-antifurto.it ELETTRON Brescia

www.elettronsicurezza.it GRUPPO DAB

Roma

www.gruppodab.it METROVOX Roma

www.grupposipro.com/az_metrovox.htm TELEFONIA E SICUREZZA

Como

www.telefoniaesicurezza.it UMBRA CONTROL Perugia

www.umbracontrol.it IN COPERTINA:

ALCUNI DEI PROGETTI PIÙ RECENTEMENTE SOSTENUTI DALLA FONDAZIONE ENZO HRUBY

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma, 1,LO/MI

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EDITORIALE

Beni culturali e sicurezza: un dialogo necessario

Si è da poco concluso un anno d’oro per i musei italiani: come ha indicato il Ministro Dario Franceschini e riportato sul sito del MiBACT, nel 2017 per la prima volta sono stati superati i 50 milioni di visitatori, con un incremento di circa 5 milio- ni rispetto al 2016.

Non possiamo che essere soddisfatti per questo risultato e ci auguriamo che pos- sa presto essere accompagnato da un programma organico in grado di porre la si- curezza al centro del dibattito sulla protezione e la valorizzazione dei nostri beni culturali. Questo anche alla luce del fatto che all’aumentare dei visitatori aumenta- no in maniera proporzionale anche le esigenze di sicurezza dei luoghi della cultu- ra, ed è solo agendo in un’ottica preventiva che è possibile offrire una reale prote- zione ai nostri beni culturali. Non è invece accettabile che il tema della sicurezza venga portato alla ribalta quasi unicamente in occasione dei furti clamorosi, come quello recente di alcuni dei gioielli esposti nella mostra "Tesori dei Moghul e dei Maharaja" ospitata a Palazzo Ducale a Venezia, rubati da una teca in pieno giorno.

Come abbiamo più volte ripetuto, la carenza di sistemi di sicurezza adeguati alla consistenza e alla capillare diffusione del patrimonio sul territorio non è tanto un problema di risorse quanto di scarsa sensibilità verso il tema della prevenzione e poca conoscenza delle attuali tecnologie, che oggi permettono di assicurare alle opere una protezione costante, sempre attiva, e con costi contenuti. Le apparec- chiature di sicurezza e di videosorveglianza vanno però correttamente utilizzate e sottoposte a regolare manutenzione; è inoltre importante affidarsi ai migliori pro- fessionisti del settore, i soli in grado di progettare un impianto su misura in base al- le specifiche esigenze di sicurezza. Anche quest’anno abbiamo potuto apprezza- re notevolmente il loro operato in occasione della dodicesima edizione del Premio H d’oro, che ha fatto registrare un gran numero di candidature di altissimo livello, con progetti all’insegna dell’innovazione e dell’integrazione delle tecnologie.

Progetti che sempre più spesso, nell’ambito dei beni culturali e anche della video- sorveglianza urbana, non si limitano a garantire la massima tutela dell’oggetto del- la protezione ma diventano anche un efficace strumento per la valorizzazione di opere, edifici e monumenti e per la promozione turistica del territorio.

Ecco allora l’importanza del dialogo tra due mondi solo apparentemente distinti co- me quello della sicurezza e quello dei beni culturali. La nostra Fondazione cerca costantemente di favorirlo e ci fa piacere constatare che altri professionisti del set- tore abbiano compreso il nostro messaggio e si siano uniti a noi, contribuendo al raggiungimento dei nostri obiettivi.

Il Teatro La Fenice di Venezia, l’Accademia di Belle Arti di Urbino, Palazzo Martinengo a Brescia: questi sono solo alcuni dei progetti più recentemente soste- nuti dalla nostra Fondazione, a cui ne seguiranno tanti altri in questo nuovo anno importante che si apre. L’anno in cui spegneremo le nostre prime 10 candeline de- dicate al patrimonio culturale italiano e alla sua protezione.

CARLO HRUBY

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1 editoriale

Beni culturali e sicurezza: un dialogo necessario

CARLO HRUBY

3 in breve 4 l’intervista

Tra Rinascimento e modernità nel segno dell’arte

Intervista a Giorgio Londei, Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Urbino

SIMONA NISTRI

8 tesori dimenticati 10 lavori in corso 11 i progetti

Nel cuore del Rinascimento italiano un nuovo progetto sostenuto dalla Fondazione Hruby

GIULIA LAZZERI

13 Fondazione Hruby e società Elettron per Palazzo Martinengo a Brescia

GIULIA LAZZERI

16 Nuovi occhi elettronici per La Fenice

GIULIA LAZZERI

20 il Premio H d’oro

I vincitori del Premio H d’oro 2017

SIMONA NISTRI

27 notizie 28 l’evento

Appuntamento con la grande musica per il tradizionale Concerto di Natale nella Basilica di Sant’Ambrogio

GIULIA LAZZERI

30 storie e racconti

Una passeggiata con Monet

ILARIA SARRA

32 Italia museo a cielo aperto

in questo numero

4

13

16

20

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I GIOVANI E LA PROTEZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE Dopo Milano, Firenze e Genova, il ciclo di incontri “I giovani e la protezione del patrimonio culturale”

approda in nuove città italiane. Il primo incontro del 2018 si svolge il 16 febbraio al Museo Egizio di Torino;

seguiranno poi gli

appuntamenti del 7 marzo al Teatro Malibran di Venezia e del 19 aprile al Teatro Civico di Varallo (VC). Questo progetto itinerante, destinato agli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori e delle università, è stato ideato dalla Fondazione Enzo Hruby per sensibilizzare le nuove generazioni sul valore dei beni culturali del nostro Paese e sull’importanza della loro protezione.

LA FONDAZIONE HRUBY PER LA GRANDE MOSTRA DEDICATA A RAFFAELLO

Dal 27 gennaio al 6 maggio si svolge alla GAMeC (Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea) di Bergamo la mostra

“Raffaello e l’eco del mito”.

Oltre venti capolavori del genio del Rinascimento, in prestito dai più importanti musei del mondo, dialogano con le opere di altri grandi maestri antichi e moderni. In occasione della mostra – organizzata dalla Fondazione Accademia Carrara e realizzata in collaborazione con la GAMeC – la Fondazione Enzo Hruby è intervenuta per sostenere la protezione puntuale di alcuni dei capolavori esposti.

IL 5X1000 PER LA SICUREZZA DELLA CULTURA

È possibile anche quest’anno sostenere le attività della Fondazione Hruby con il contributo del 5x1000, trasformando la propria dichiarazione dei redditi in un atto concreto per la protezione dei beni culturali. È sufficiente firmare sui modelli di dichiarazione nel riquadro dedicato alle

“organizzazioni non lucrative di utilità sociale” e riportare, sotto la propria firma, il codice fiscale della Fondazione: 97477410159.

Donare il 5x1000 non costa nulla e non è in contrasto con l’8x1000: si possono utilizzare entrambi per destinare parte delle proprie imposte a diversi fini sociali.

CANALETTO IN MOSTRA A ROMA A PALAZZO BRASCHI Inaugura l’11 aprile la mostra "Canaletto 1697- 1768", che verrà ospitata fino al 19 agosto al Museo di Roma, Palazzo Braschi, in occasione delle celebrazioni per il 250° anniversario della morte del grande pittore veneziano. In questa occasione sarà esposto un consistente nucleo di opere, tra dipinti e disegni, inclusi alcuni tra i più pregevoli capolavori dell’artista provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.

Nell’ambito di questa iniziativa – organizzata dall’Associazione

MetaMorfosi – la Fondazione Hruby sostiene la protezione specifica di alcune delle opere in mostra.

in breve

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L’INTERVISTA

Tra Rinascimento e modernità nel segno dell’arte

INTERVISTA A GIORGIO LONDEI, PRESIDENTE DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO

SIMONA NISTRI

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“DURANTE LA SUA BREVE PREMINENZA CULTURALE, URBINO HA ATTRATTO ALCUNI DEI PIÙ INSIGNI UMANISTI E ARTISTI DEL RINASCIMENTO,

CHE CREARONO UN ECCEZIONALE COMPLESSO URBANO DI NOTEVOLE OMOGENEITÀ,

LA CUI INFLUENZA IN EUROPA ARRIVÒ

LONTANO”.

(Una delle motivazioni per l'iscrizione del centro storico di Urbino tra i beni patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO) Dopo gli splendori dell’Umanesimo e

del Rinascimento, la “piccola città d’Urbino”, come ebbe a definirla Bal - das sarre Castiglione nel Cortegiano, ha conservato il proprio prestigio in ambito culturale e artistico.

Universalmente nota per aver dato i na- tali, tra gli altri, a Raffaello Sanzio e Federico Barocci, Urbino permane in- tatta nel suo fascino e si fa testimone di un passato glorioso custodito e tra- mandato sino ai giorni nostri.

Ed è proprio con questo spirito, in equilibrio tra tradizione e innovazione, che opera l’Accademia di Belle Arti, istituzione di alta cultura per lo studio delle arti visive, guidata dal 2013 dal- l’urbinate Giorgio Londei.

Nel 1980, appena trentenne, diventa Sindaco della città che l’ha vista cre- scere e da quel momento ogni sua azione è stata tesa verso un migliora- mento concreto di Urbino. Cosa ha si- gnificato e significa tuttora aver ammi- nistrato per oltre dieci anni una città come Urbino, piccolo centro ma culla del Rinascimento italiano e patrimonio UNESCO?

Dopo aver amministrato Urbino per circa tredici anni, recuperando, tra l’altro, il quadro di Raffaello Santa Caterina d’Alessandria dagli Stati Uniti, come Presidente dell’Isia ho restaurato il Convento di Santa Chiara insieme ad una squadra di oltre cento persone, e ora sto ripetendo l’operazione al Convento dei Carmelitani Scalzi, sede dell’Accademia di Belle Arti. Città, Convento di Santa Chiara (sede dell’Isia) e Convento dei Carmelitani Scalzi (sede dell’Accademia di Belle Arti) sono patrimonio dell’UNESCO.

Questo comporta che quando si realiz- zano gli interventi che ho citato si ha una grande responsabilità dovuta all’elevato spessore culturale dei siti coinvolti.

Lei è stato testimone e ha seguito da vicino la vicenda clamorosa del furto dei capolavori trafugati da Palazzo Ducale nel 1975. Cosa ci può raccon-

una grandissima eco a livello naziona- le, e non solo, e cha ha dato il via a una serie di azioni legate alla necessità di garantire una tutela concreta al patri- monio culturale italiano?

Come amministratore a servizio della comunità urbinate ho avuto l’onore di realizzare un libro, un lavoro di consi- derevole valore artistico, che ripercorre puntualmente, grazie alle collaborazio- ni con il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e la Magistratura, le vi- cende di quel clamoroso furto. Da quell’episodio ho tratto un solo inse- gnamento, un solo ed unico fondamen- tale insegnamento, ovvero che esiste- vano sistemi di allarme assolutamente insufficienti e inadeguati.

Da quella vicenda, nel tempo, fortuna- tamente si è imparato qualcosa, ma ancora non è sufficiente. La tutela del patrimonio artistico deve essere al pri- mo posto di ogni scelta culturale e am- ministrativa.

Gli studenti dell’Accademia di Belle Arti, che lei dirige, sono in qualche mo- do gli eredi di quei grandi Maestri che durante il Rinascimento hanno reso Urbino un centro nevralgico dell’arte e della cultura. Che ruolo gioca questa

“illustre discendenza” nelle scelte di- dattiche e nella quotidiana gestione dell’Accademia?

Gli studenti dell’Accademia di Belle Arti sono consapevoli che studiano nel- la città di Raffaello, e in generale in un contesto culturale e naturale capace di trasmettere stimoli fondamentali per la loro creatività.

Alcuni si fermano qui dopo il periodo di studi, ma anche chi va via dopo la lau- rea rimane indissolubilmente legato al territorio e alle esperienze uniche che ha vissuto a Urbino, e che rivivono in tutto ciò che realizzano artisticamente.

Credo, quindi, che siano coscienti di dare il meglio nella loro produzione culturale.

E devo dire, inoltre, che gli studenti dell’Accademia si stanno sempre di più affermando a livello nazionale ed

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L’INTERVISTA

e studiare con l’assoluta consapevo- lezza che il luogo in cui passano le loro giornate è un luogo tranquillo e sicuro.

Oltre al suo impegno costante per la città di Urbino, lei come Senatore ha avuto modo di operare anche a livello nazionale. In base alla sua esperienza, in che stato versano i beni culturali del nostro Paese, anche dal punto di vista Quali esigenze di sicurezza può avere

un luogo come l’Accademia di Belle Arti, inserito in un contesto di assoluto pregio storico come l’ex Convento set- tecentesco dei Carmelitani Scalzi, e quotidianamente fruito da centinaia di studenti?

L’Accademia di Belle Arti di Urbino aveva un assoluto bisogno di sicurezza per fare in modo che professori e allie- vi possano, rispettivamente, insegnare

Urbinate doc, si laurea in Filosofia e Pedagogia con una tesi su "Il mistici- smo di Pascal e il razionalismo di Voltaire" e consegue il diploma di Cultura professionale giornalistica rila- sciato dalla Scuola Superiore di Giornalismo dell'Università di Urbino.

Per tredici anni, dal 1980 al 1993, rive- ste il ruolo di primo cittadino del Comune di Urbino contribuendo, tra le altre cose, al recupero dagli Stati Uniti del dipinto di Raffaello Santa Caterina d’Ales sandria, oggi esposto alla Galleria Nazionale delle Marche.

Nel 1992 viene eletto Senatore della Repubblica nella XI Legislatura e, nel

1994, nella XII Legislatura.

Nel 2003 diventa Accademico Bene - merito dell'Accademia Raffaello di Urbino e nel 2012 gli vengono ricono- sciuti i meriti per il restauro, e conse- guente recupero, del Convento di Santa Chiara, vincendo il Premio Nazionale Rotondi ai salvatori dell'arte, prestigioso riconoscimento che prende il nome dall'ex soprintendente di Urbino Pa squale Rotondi, che durante la se- conda guerra mondiale salvò circa 10 mila opere d'arte italiane dalla distru- zione e dal saccheggio delle truppe na- ziste. Dal 2013 è Presidente dell’Acca - demia di Belle Arti di Urbino.

GIORGIO LONDEI

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ABSTRACT

After the splendours of Humanism and the Renaissance, the city of Urbino retained its prestige in the cultural and artistic fields. Universally known for having given birth, among others, to Raffaello Sanzio and Federico Barocci, Urbino remains intact in its charm and becomes a testament to a glorious past preserved and handed down to the present day. The Academy of Fine Arts operates precisely with this spirit, balanced between tradition and innovation, as an institution of high culture for the study of visual arts, led since 2013 by Urbino’s Giorgio Londei, who was also Mayor of Urbino and Senator of the Italian Republic. Londei emphasizes that the students of the Academy of Fine Arts are aware that they are studying in the city of Raphael, and in general in a cultural and natural context capable of transmitting fundamental stimuli for their creativity. In terms of protection, Londei stressed that in Italy there are many sites of artistic and cultural importance that should be protected and safeguarded with better standards than today, and that it is therefore necessary to invest in security.

della sicurezza contro gli episodi cri- minosi?

Quando sono stato Senatore della Repubblica mi sono impegnato molto sui beni culturali promuovendo, ad esempio, la legge speciale per la cadu- ta delle mura di Urbino e per gli inter- venti a Gubbio, Senigallia e in altri cen- tri dell’antico Ducato. Nel Montefeltro e in Italia esistono tantissimi siti di rile- vanza artistica e culturale che andreb-

bero protetti e custoditi con standard migliori di quelli attuali. Ma una mag- giore sicurezza può essere garantita prima di tutto con finanziamenti ade- guati. Per concludere, se posso fare una battuta finale, credo che sui beni culturali italiani, tra i più importanti al mondo, di fronte a tanti episodi crimi- nosi avvenuti, e che sarebbe lungo elencare, sia necessario e doveroso in- vestire soprattutto in sicurezza.

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UN VIAGGIO ATTRAVERSO L’ITALIA ALLA SCOPERTA DEI NUMEROSI TESORI DIMENTICATI DEL NOSTRO PAESE. MOLTI DI ESSI NECESSITANO DI UN’ADEGUATA PROTEZIONE, PRESUPPOSTO INDISPENSABILE PER LA LORO VALORIZZAZIONE.

narsi centinaia di studenti dell’Università negli scavi dei resti dell’unica fortezza etrusca, è abbandonato. Anni e anni di lavoro andati sprecati. Ormai la vegeta- zione ha preso il sopravvento, gli unici ad entrare sono cinghiali e animali sel- vatici”. Un vero peccato, data l’impor- tanza del sito e lo sforzo per riportare gli importanti resti alla luce e per restaura- re la struttura. Come ha sottolineato lo studioso, dal 2013, dopo la conclusione dei lavori, il parco è chiuso, in stato di abbandono. Come si legge nell’articolo del “Corriere Fiorentino”: “Nessuno for- se vuole farsi carico delle spese, non ci sono dipendenti, informazioni per visi- tarlo, né orari di apertura […] Il parco potrebbe essere un valore aggiunto, ma è un problema culturale: si continua a puntare solo sul Brunello, non esiste al- tro. Eppure, in quei 15 anni di scavi e re- stauri, seguiti da studenti di tutto il mon- do, da troupe televisive internazionali, fu fondamentale proprio il generoso ap- porto dei montalcinesi che ospitavano l’équipe nelle sedi storiche dei quartieri, e degli sponsor che ci aiutarono. Un danno incalcolabile per Montalcino, che potrebbe vantare, duemila anni prima della fortezza medicea, una analoga struttura etrusca a difesa della propria libertà”. Il nostro augurio è che venga presto trovata una soluzione per tutela- re e valorizzare questa importante area archeologica che rischia di andare per- duta per sempre.

Inaugurato e subito dopo abbandonato.

Questo il destino di uno dei tanti siti cul- turali che costellano il nostro Paese. Si tratta del parco archeologico di Montalcino, sorto per valorizzare i resti di un’importante fortezza etrusca com- posta di tre circuiti difensivi, celata per secoli nei boschi intorno alla cittadina famosa nel mondo per il suo vino e sve- lata nel 1993 nel corso di una campa- gna di scavo. Lo stato di abbandono in cui oggi versa il parco archeologico è stato denunciato dal professore di etru- scologia Luigi Donati sulle pagine del primo numero di “Archeologia Viva”

(Giunti) del 2018, ripreso da un articolo del “Corriere Fiorentino”. Come riportato proprio dal quotidiano, in data 7 gen- naio, “il sito, che per anni ha visto alter-

MONTALCINO (SI)

IL FORTE ETRUSCO ABBANDONATO

tesori dimenticati

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PELLA (NO)

LA CHIESA DI SAN FILIBERTO A RISCHIO CROLLO

È l’unica chiesa dedicata a questo santo in Italia; è un sito antico, risa- lente all’XI secolo, con un pregevo- le campanile di epoca romanica;

presenta anche delle cappelle set- tecentesche affrescate: tutti questi elementi non sono finora bastati a salvare la chiesa di San Filiberto dall’oblio e dal degrado. Uno stato di abbandono che si è protratto a tal punto che oggi la chiesa presenta evidenti crepe dovute a un cedi- mento strutturale ed enormi mac- chie di umidità sui muri interni. Prima che possa essere troppo tardi, questa im- portante testimonianza del nostro patrimonio culturale deve essere adeguatamen- te messa in sicurezza e ristrutturata.

COLTANO (PI)

UN BENE DA RISCOPRIRE: LA STAZIONE RADIOTELEGRAFICA MARCONI

Un altro bene da salvare segnalato da Italia Nostra: si tratta della stazione radio- telegrafica di Coltano, realizzata da Guglielmo Marconi con le avveniristiche ap- parecchiature nate dal suo genio e inaugurata insieme al re Vittorio Emanuele agli inizi del Novecento.

“19 novembre 1911. I miei migliori saluti trasmessi per telegrafo senza fili dall’Italia in America. Pisa ore 5.47 pom.”: ecco il testo di uno dei primi tele- grammi trasmessi, indirizzato al Direttore del New York Times. Si pensi che qui passò il segnale con cui Marconi accese le luci della statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro, il 12 ottobre 1931.

Insomma, un luogo da cui è passata la storia della modernità, un luogo che ha segnato la nascita della tecnologia: questo non è finora bastato a salvare la sta- zione radiotelegrafica, che dagli anni Settanta giace in stato di abbandono, in- gombra di macerie, vulnerabile all’azione delle intemperie e dei malintenzionati, dimenticata. Ci auguriamo che possa essere presto recuperata e adeguatamen- te valorizzata.

GERACE (RC)

IL CONVENTO DEI CAPPUCCINI DA SALVARE

Costituito dall’edificio conventuale vero e proprio e dalla chiesa annessa, che conserva tre pregevoli altari barocchi, il convento dei Cappuccini situato nella piana di Gerace vantava un tempo an- che una ricca biblioteca, saccheggiata quasi interamente nel secolo scorso dopo l’abbandono del complesso.

Nonostante lo stato di degrado in cui versa l’edificio, il convento ha un gran- de valore storico e architettonico e mo- stra ancora le antiche strutture delle celle, della cantina, del refettorio, della cucina, del chiostro, del pozzo e della biblioteca. L’Associazione Italia Nostra l’ha segnalato nella Lista Rossa dei be- ni da salvare, sottolineando che “l’isola- mento dal contesto cittadino e la man- cata destinazione d’uso acuiscono si- curamente il generale stato di degrado.

Il bene, di notevole interesse storico e cultuale, versa in condizioni di assoluta problematicità. Poiché si tratta di un ra- ro esempio di architettura primitiva con- ventuale dei Cappuccini in Calabria se ne auspica il recupero”.

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lavori in corso

Nell'ambito delle proprie attività volte alla protezione del patrimonio culturale italiano, la Fondazione Enzo Hruby ha avviato una collaborazione con la Fondazione Teatro La Fenice per so- stenere un progetto pluriennale desti- nato all'implementazione e all'adegua- mento del sistema di videosorveglian- za del celeberrimo teatro, che diventa così modello di riferimento per la sicu- rezza delle strutture e degli spettatori.

La realizzazione della prima parte del progetto è stata resa possibile anche grazie alle persone che hanno soste- nuto la Fondazione Enzo Hruby attra- verso il contributo del 5X1000 devolu- to nel 2015. Nell’ambito di questo inter- vento ha inoltre offerto il proprio contri- buto la società Riello UPS.

Palazzo Martinengo, nel centro storico di Brescia, è stato edificato intorno alla metà del Seicento per vo- lontà del conte Cesare IV Martinengo Cesaresco.

Attualmente sede degli uffi- ci della Provincia e di impor- tanti mostre, è stato recen- temente oggetto di un arti- colato intervento di prote- zione sostenuto dalla Fondazione Hruby con il contributo della società Elettron, azienda Amica del- la Fondazione. Il progetto antintrusione e di videosorveglianza ha interessato l’in- tero edificio comprese le sale nelle quali è ospitata, fino al 10 giugno, la mostra

“Picasso, De Chirico, Morandi”.

VENEZIA

TEATRO LA FENICE

URBINO

ACCADEMIA DI BELLE ARTI

BRESCIA

PALAZZO MARTINENGO

Dopo la Casa Natale di Raffaello e gli oratori di San Giuseppe e di San Giovanni Battista, la Fondazione Hruby è tornata a Urbino per sostenere un nuovo importante progetto: la messa in sicurezza dell’Accademia di Belle Arti.

Il progetto, articolato in due fasi corrispondenti alle due sedi dell’Accademia, è stato affidato alla società Umbra Control di Perugia, azienda Amica della Fondazione. La prima fase dei lavori ha riguardato la sede distaccata dell’Accademia e si è recentemente conclusa, offrendo un’adeguata protezione alle aule e ai laboratori attraverso le più avanzate tecnologie di sicurezza. Il progetto proseguirà nei prossimi mesi con un nuovo intervento destinato alla sede storica dell’Accademia.

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I PROGETTI

Nel cuore del Rinascimento italiano un nuovo progetto sostenuto

dalla Fondazione Hruby

LA FONDAZIONE TORNA A URBINO PER LA PROTEZIONE DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI

GIULIA LAZZERI

Corsi didattici di alto livello ma anche mostre, seminari, conferenze, spetta- coli teatrali, edizioni d’arte.

Offre tutto questo e molto altro l’Accademia di Belle Arti di Urbino, sor- ta nel 1967 in una città di straordinarie tradizioni artistiche e culturali che ri- mandano agli splendori del Rinascimento, al genio di Federico Barocci e al cittadino più illustre, Raffaello Sanzio, che qui ebbe i natali.

Per un’istituzione di così chiara fama non poteva mancare una sede di ugua- le livello, che è stata presto identificata nell’ex Convento settecentesco dei Carmelitani Scalzi, appositamente re- staurato nel 1967 per la sistemazione dell’Ac ca demia. Nel corso del tempo l’incremento del numero degli studenti iscritti e l’evoluzione dell’ordinamento didattico hanno richiesto l’allestimento di nuovi spazi.

È nata così la sede distaccata di via Del Cassero, che include molti labora- tori, tra cui quelli di scultura e cerami- ca, tecniche incisorie, serigrafia, fon- deria, restauro e plastica ornamentale.

Proprio da questa sede – che necessi- tava urgentemente di protezione dati i molti materiali e strumenti di pregio presenti nei vari spazi – è mosso l’im- pegno della Fondazione Hruby per so- stenere la protezione dell’intera Accademia di Belle Arti di Urbino.

Un progetto articolato in due fasi, corri- spondenti alla sede principale e alla

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I PROGETTI

Umbra Control di Perugia, azienda Amica della Fondazione.

La prima fase dei lavori, che come an- ticipato ha riguardato la sede distacca- ta di via Del Cassero, si è recentemen- te conclusa e ha permesso di offrire un’adeguata protezione agli spazi: 16 aule e spazi comuni dislocati su due li- velli (piano terra e primo piano). Per la protezione dell'Acca demia di Belle Arti sono state utilizzate le più avanzate tecnologie di sicurezza in un sistema estremamente funzionale.

La stesura dei cavi si è avvalsa di tu- bazioni e canaline esistenti, integrate

per ragioni strutturali non è stato possi- bile intervenire con fori nelle pareti, so- no state installate apparecchiature senza fili.

A completamento del sistema è stata utilizzata una tastiera touchscreen con ampio schermo da 5 pollici, che oltre a garantire la giusta sicurezza e facilità d’uso, si integra per la sua estetica in modo ottimale al contesto.

Si è dunque conclusa con successo la prima fase di questo importante pro- getto, che proseguirà nei prossimi me- si con il nuovo intervento destinato alla sede storica dell’Accademia, in via dei

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Brescia: con il suoi tremila anni di storia e il suo patrimonio vasto, diffuso e stra- tificato su tutto il territorio cittadino è una sorta di microcosmo dell’Italia inte- ra, un unico e incredibile museo diffu- so. Dalle testimonianze dell’età del Bronzo alle vestigia dell’Impero Romano, dalla dominazione longobar- da – che le ha valso l’inserimento da parte dell’UNESCO nella lista dei beni patrimonio mondiale dell’umanità – al Rinascimento, passando per le meravi- glie barocche e neoclassiche fino al- l’età contemporanea, non c’è stato un lustro nella storia della città che non ab- bia lasciato traccia di sé.

In questo contesto la Fondazione Enzo Hruby è intervenuta a fianco della so- cietà Elettron – azienda bresciana Amica della Fondazione – per sostene-

Brescia, il seicentesco Palazzo Marti - nengo, sede degli uffici della Provincia e di importanti mostre, come quella at- tualmente in corso dedicata a tre gran- di dell’arte: Picasso, De Chirico e Morandi.

I lavori sono stati realizzati dalla società Elettron, che ha installato un sistema in- tegrato antintrusione e di videosorve- glianza in grado di offrire sicurezza al palazzo e alle preziose opere custodite in occasione delle mostre.

“Sostenere la protezione di Palazzo Martinengo – ha dichiarato Carlo Hruby – è per noi motivo di soddisfa- zione per diverse ragioni. In primo luo- go per l’importanza dell’edificio e delle opere esposte nella mostra in corso, e per la splendida collaborazione che si è creata con la società Elettron, azien-

Fondazione Hruby e società Elettron per Palazzo Martinengo a Brescia

GIULIA LAZZERI

I PROGETTI

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I PROGETTI

Fondazione e che ha deciso di offrire il proprio contributo anche in occasione di questo specifico progetto. Questa partecipazione concreta che accompa- gna l’attività della Fondazione ci per- mette di intensificare la nostra azione e di contribuire con sempre maggiore for- za alla diffusione della cultura della si- curezza e alla protezione dei beni cul- turali del nostro Paese”.

Nei tre piani dell’edificio – interrato, pia- no terra e primo piano – è stata realiz- zata un’adeguata protezione perimetra-

stre tramite sensori di tecnologia avan- zata. Inoltre, in ogni ambiente interno sono stati installati rivelatori di movi- mento in grado di rilevare eventuali ten- tativi di intrusione. Il cuore del sistema è gestito da una centrale di ultima ge- nerazione con collegamento diretto con il personale addetto e le Forze dell’Ordine.

Il sistema antintrusione è stato integrato con un avanzato sistema di videosorve- glianza in grado di offrire, in caso di ne- cessità, un valido supporto alle indagi-

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ALCUNI DEI CAPOLAVORI ATTUALMENTE ESPOSTI A PALAZZO MARTINENGO costituito da numerose telecamere po-

sizionate sia all’interno dell’edificio per controllare ogni singolo ambiente, sia all’esterno per controllare i punti di ac- cesso. Gli impianti sono integrati da un sistema di supervisione installato su un server dedicato che permette di elabo- rare le informazioni ricevute dalla cen- trale e dai videoregistratori e le offre in modo funzionale e immediato agli ope- ratori su dei monitor in modo grafico.

Ad esempio pop-up sulla mappa grafi- ca relativi ad immagini di zone dove è

pertura di una porta, un oggetto sottrat- to/abbandonato o ancora persone che corrono.

“Per Elettron – ha dichiarato il titolare Giorgio Perdercini – la protezione del Palazzo Martinengo ha un sapore dav- vero speciale; oltre ad esser stato il pri- mo progetto di collaborazione con la Fonda zione, la realizzazione ci ha per- messo di restituire alla comunità bre- sciana in modo tangibile la fiducia che per anni il territorio di Brescia e provincia ha riposto in noi, consentendoci di cre-

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I PROGETTI

Nuovi occhi elettronici per La Fenice

GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE CON LA FONDAZIONE ENZO HRUBY IL CELEBRE TEATRO VENEZIANO DIVENTA MODELLO DI RIFERIMENTO PER LA SICUREZZA DELLE STRUTTURE E DEGLI SPETTATORI ATTRAVERSO LE TECNOLOGIE PIÙ AVANZATE

GIULIA LAZZERI

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La Fenice è un mito. Il mito dell'essere favoloso che rinasce ogni volta dalle proprie ceneri e il mito del celebre tea- tro che a Venezia porta il suo nome e che ha avuto in sorte un analogo desti- no. Era il 29 gennaio 1996 quando i no- tiziari di tutto il mondo hanno trasmes- so le immagini del rogo devastante di origine dolosa che lo ha avvolto e di- strutto. E anche questa volta – la se- conda da quando il Teatro venne fon-

to il suo splendore, e dal celebre con- certo inaugurale diretto da Riccardo Muti il 14 dicembre 2003 prosegue, stagione dopo stagione, la propria sto- ria di spettacoli, balletti e concerti me- morabili. Può sembrare riduttivo parla- re di questo tempio della cultura con argomenti che non evochino nomi co- me Stravinskij, Verdi, Puccini, Rossini, Wagner, Prokofiev, o le opere più gran- di mai scritte e rappresentate.

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I PROGETTI

se ci soffermiamo a pensare che “die- tro alla meraviglia di uno spettacolo o di un concerto sublimi – come ha sot- tolineato Carlo Hruby, Vice Presidente della Fondazione Enzo Hruby – ci sono sempre una macchina scenica e una struttura organizzativa e impiantistica assolutamente precise e affidabili”. “In questo discorso – ha proseguito Carlo

che deve ovviamente essere ai massimi livelli in un contesto come il Teatro La Fenice, che è fruito quotidianamente da centinaia di spettatori e che è uno dei più importanti e presti- giosi luoghi di spettacolo in Italia. È per noi una grande soddisfazione aver attivato questa importante collabora- zione con la Fondazione Teatro La Fenice, che ha dimo- strato una sensibilità non co- mune verso il tema della sicu- rezza e della protezione del proprio straordinario teatro in una logica di analisi e preven- zione dei rischi”.

Nell’ambito delle proprie atti- vità volte alla protezione del patrimonio culturale italiano, la Fondazione Enzo Hruby ha in- fatti avviato una collaborazione con la Fondazione Teatro La Fenice per sostenere un pro- getto pluriennale destinato al- l'implementazione e all'ade- guamento del sistema di vi- deosorveglianza del Teatro.

La prima fase dei lavori, realiz- zata dalla società Umbra Control di Perugia, azienda Amica della Fondazione, ha permesso l’aggiornamento funzionale e tecnologico di parte dell'impianto con due obiettivi: l’adeguamento degli apparati e degli strumenti di controllo e gestione e l’incre- mento della copertura di deter- minate aree.

L’intervento, in particolare, ha riguardato la sostituzione di nu- merose telecamere esistenti in diverse zone del Teatro, sia all'interno sia all'e- sterno, con nuove telecamere di ultima generazione connesse in rete, installate nel massimo rispetto della struttura ar- chitettonica e dei manufatti esistenti. In questa prima fase dei lavori è stata inol- tre implementata parte dell’architettura di rete, tenendo in considerazione il IL TEATRO LA

FENICE.

FOTO DI MICHELE CROSERA

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controllo è stata realizzata una delle due postazioni di lavoro previste, costi- tuita da un client e due monitor per la visualizzazione e la gestione dei flussi video live e registrati.

Tutti i componenti del sistema hanno un’alimentazione di supporto costituita da gruppi ausiliari UPS offerti dalla so- cietà Riello UPS che, in caso di man- canza di rete, garantiscono autonomia all'impianto.

“Per un teatro come il nostro – ha sotto- lineato Andrea Erri, direttore generale della Fondazione Teatro La Fenice – la sicurezza è una priorità, quanto lo sono la qualità della produzione artistica e l’apprezzamento degli spettatori. Un luogo come la Fenice, terzo luogo cultu-

di visitatori, ha la necessità di essere salvaguardato e protetto, anche in virtù del patrimonio culturale che rappresen- ta, tanto straordinario quanto fragile. Per questo siamo molto grati alla Fonda - zione Enzo Hruby, che ha da tempo in- trapreso una preziosa collaborazione con il nostro Teatro, e ci auguriamo che questa partnership si consolidi e ampli- fichi sempre più. Siamo inoltre convinti che la cultura della sicurezza debba es- sere perseguita con grande vigore e condivisa quale principio fondamentale soprattutto con le nuove generazioni, perché la bellezza che abbiamo l'onore di vivere ogni giorno a contatto con il Teatro più bello del mondo ci appartie- ne, e abbiamo la responsabilità di la-

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I vincitori del Premio H d’oro 2017

SIMONA NISTRI

IL PREMIO H D’ORO

È stata un grande successo la dodice- sima edizione del Premio H d’oro che si è tenuta nei suggestivi spazi del Museo Egizio di Torino lo scorso 27 no- vembre.

L’emozione dei vincitori, la soddisfazio- ne dipinta sui loro volti quando hanno ritirato il premio che li ha decretati co- me migliori in Italia, nelle varie catego- rie premiate, ha reso orgogliosi tutti noi che ci dedichiamo per un intero anno lavorativo alla realizzazione di un pre-

della sicurezza.

Il lavoro di selezione della Giuria que- st’anno è stato particolarmente impe- gnativo ed è stato diviso in due giorni, vista la partecipazione di ben 172 aziende con oltre 200 progetti; a valu- tazione conclusa i progetti finalisti sono stati 63 e le aziende 54.

A consegnare le prestigiose H ai vinci- tori, oltre al Presidente Enzo Hruby e al Vice Presidente Carlo Hruby, anche Evelina Christillin, Presidente della GUARDATE IL FILMATO DEDICATO

ALLA CERIMONIA DI CONSEGNA

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ABSTRACT

The ceremony of the twelfth H d’oro Award, the recognition that is conferred every year by the Enzo Hruby Foundation to the installation companies that stand out for the best projects of security systems, took place in Turin at the Egyptian Museum. Among the 63 finalist projects, chosen by the jury from 200 candidates, 9 installations won the H d’oro Award and 10 the Special Prizes.

Quest’anno la Giuria ha assegnato 9 Premi H d’oro, il Premio Speciale Sicurezza su misura e 9 nuovi Premi speciali: Museo integrato, Sicurezza ad alta velocità, Residenza intelligente, Sicurezza e Design, Negozio sicuro, Città sicura, Sicurezza condominiale, Sicurezza integrata, Arte in movimento, Sicurezza e valorizzazione.

L’appuntamento è al prossimo anno per scoprire le migliori realizzazioni di sicurezza degli installatori più qualifi-

I VINCITORI DELLA DODICESIMA EDIZIONE DEL PREMIO H D’ORO

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DOME SECURITY TECHNOLOGIES Udine

DENOMINAZIONE E LOCALITÀ IMPIANTO:

Due opere poste all’esterno della Fondazione Palazzo Grassi, Punta della Dogana, Venezia

IMPIANTO REALIZZATO:

Sistema antintrusione, di videosorveglian- za e video analisi

IL PREMIO H D’ORO

BENI CULTURALI MUSEALI

LIFE3 Verona

DENOMINAZIONE E LOCALITÀ IMPIANTO:

Centro logistico di alimentari, Tavazzano (LO)

IMPIANTO REALIZZATO:

Sistema di security e safety

INFRASTRUTTURE E SERVIZI

LOCKED Napoli

DENOMINAZIONE E LOCALITÀ IMPIANTO:

Pio Monte della Misericordia, Napoli IMPIANTO REALIZZATO:

Sistema antintrusione, antieffrazione, di videosorveglianza, controllo accessi e antincendio

BENI CULTURALI

ECCLESIASTICI

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SURVEYE Brescia

DENOMINAZIONE E LOCALITÀ IMPIANTO:

Erantec srl, Sud Italia IMPIANTO REALIZZATO:

Sistema di protezione perimetrale tramite telecamere termiche con video analisi e telecamere ottiche di contesto

INFRASTRUTTURE E SERVIZI

COMMERCIO E INDUSTRIA

ALLARM SUD Andria

DENOMINAZIONE E LOCALITÀ IMPIANTO:

Abitazione privata in provincia di Andria

IMPIANTO REALIZZATO:

Sistema antintrusione e di videosorveglianza

RESIDENZIALE

ENRICO DE BERNARDI Valduggia (VC)

DENOMINAZIONE E LOCALITÀ IMPIANTO:

Bruno Guidi srl, Grignasco (NO) IMPIANTO REALIZZATO:

Impianto automatizzato con antifurto e videocontrollo

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ELECTRIC SERVICE Milano

DENOMINAZIONE E LOCALITÀ IMPIANTO:

Abitazione privata in Svizzera IMPIANTO REALIZZATO:

Sistema antintrusione, di videosorveglian- za, controllo accessi e domotica

IL PREMIO H D’ORO

INTERNATIONAL AWARD

ENET SOLUTIONS Gallarate (VA) DENOMINAZIONE E LOCALITÀ IMPIANTO:

Comune di Somma Lombardo (VA) IMPIANTO REALIZZATO:

Sistema di videosorveglianza e video analisi

VIDEOSORVEGLIANZA URBANA

ELETTRO TECHNOLOGY Suzzara (MN)

DENOMINAZIONE E LOCALITÀ IMPIANTO:

Ricovero attrezzature per l’agricoltura, Guastalla (RE)

IMPIANTO REALIZZATO:

Sistema antintrusione e di verifica video

SOLUZIONI SPECIALI

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PREMI SPECIALI

SICUREZZA SU MISURA

CENTRO SICUREZZA Ivrea

Abitazione privata in provincia di Torino

MUSEO INTEGRATO

CALEFFI – GRUPPO SECURITY

Viadana (MN) MUVI (Musei di Viadana) Viadana (MN)

SICUREZZA AD ALTA VELOCITÀ

BF ELECTRIC Castelletto di Branduzzo (PV) Kartodromo 7 Laghi Kart Castelletto di Branduzzo (PV)

RESIDENZA INTELLIGENTE

TELEIMPIANTI Bologna

Fondazione CEUR (Centro Europeo Università e Ricerca) Roma

SICUREZZA E DESIGN

LUMA IMPIANTI Buttapietra (VR) Azienda vinicola nel veronese

NEGOZIO SICURO, CITTÀ SICURA

PALETTA LUIGI Alessandria

Impianto “Se scappi ti vedo” commissionato da alcuni commercianti di Alessandria

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PREMI SPECIALI

SICUREZZA CONDOMINIALE

IL PREMIO H D’ORO

TELEVIBA ELETTRONICA Rozzano (MI) Condominio in provincia di Milano

SICUREZZA INTEGRATA

VTECH Bregnano (CO) Abitazione privata in provincia di Como

ARTE IN MOVIMENTO

SOLUZIONE TRE Torino

Automezzo adibito al trasporto di opere d’arte

SICUREZZA E VALORIZZAZIONE

T&B COMPUTERS Quarona (VC) Portale webcam in Valsesia (VC)

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notizie

RUBATO IN FRANCIA UN DE CHIRICO DI VALORE INESTIMABILE

L’opera di Giorgio De Chirico trafugata, dal titolo Composizione con autoritratto del 1926 appartenente al Museo di Belle Arti di Beziers, era esposta in un hotel della stessa città, adibito a museo. Il quadro apparteneva alla collezione privata di Jean Moulin, eroe della resistenza francese durante la seconda guerra mondiale, custodita nell’hotel Fabregat.

L’assenza di telecamere sia all’interno dei locali che ospitano la collezione sia nelle strade adiacenti, ha reso il lavoro dei ladri molto facile; i delinquenti hanno tagliato la tela con un coltello asportandola dalla cornice.

FURTO DI GIOIELLI IN MOSTRA A PALAZZO DUCALE

Il 3 gennaio sono stati rubati in pieno giorno dalla teca che li conteneva alcuni gioielli della mostra “Tesori dei Moghul e dei Maharaja”, ospitata a Palazzo Ducale a Venezia. Gli oggetti esposti erano in Italia per la prima volta per questa importante mostra dedicata alle gemme e ai gioielli indiani dal XVI al XX secolo: oltre 270 oggetti che raccontano cinquecento anni di storia dell’arte orafa legata, per origine o ispirazione, al subcontinente indiano.

Sono al vaglio degli inquirenti le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza.

FURTO SACRILEGO A MATERA

Un altro furto ai danni del patrimonio culturale ecclesiastico. A metà dicembre a finire nel mirino dei ladri è stata la chiesa di San Francesco d’Assisi a Matera. Dopo essersi introdotti indisturbati nell’edificio, i malviventi hanno estratto i fiori in argento custoditi tra le dita della mano destra della Madonna della Bruna, protettrice della città di Matera. Un reato che ha molto colpito la comunità dei fedeli, che da sempre partecipano con devozione alla secolare festa della Madonna della Bruna. Come vuole la tradizione, il 2 luglio la statua della Madonna presa recentemente di mira dai ladri viene portata in processione sul carro trionfale lungo le strade gremite di gente.

RECUPERATI DUE QUADRI DI LUZZATI RUBATI DA UNA MOSTRA

Due opere del noto pittore e scenografo genovese Emanuele Luzzati, La Rosaura e La Rosaura vedova scaltra, sono state sottratte nel mese di dicembre dall’ospedale Multimedica di Sesto San Giovanni (MI), dove si trovavano esposte. Visionando le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza dell’ospedale, i Carabinieri impegnati nelle indagini hanno notato che un visitatore della mostra aveva nascosto qualcosa di voluminoso sotto al cappotto, per poi allontanarsi. L’autore del furto ha potuto così essere riconosciuto in un 65enne che si era recato nella struttura ospedaliera per alcuni accertamenti.

FURTO AI DANNI DI UNA CHIESA PIEMONTESE

La chiesa di San Martino di Breclema a Romagnano Sesia, in provincia di Novara, ha ricevuto la visita dei ladri nel periodo natalizio. I malviventi hanno rubato molti manufatti custoditi all’interno dell’edificio religioso: quadri che rappresentano la Via Crucis risalenti ai primi del Novecento, una croce in ferro e un dipinto raffigurante la Madonna col bambino.

La chiesa è tra le più antiche della zona, risalente all’XI secolo e all’interno della quale, grazie a scavi archeologici, sono stati portati alla luce reperti, monete e mura risalenti al IX secolo.

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L’EVENTO

Appuntamento con la grande musica per il tradizionale Concerto di Natale nella Basilica di Sant’Ambrogio

GIULIA LAZZERI

Il Natale è per definizione un periodo magico, in cui il tempo pare fermarsi ma allo stesso tempo proseguire come in una sorta di realtà parallela; è sicura- mente un momento dedicato agli affetti e anche ai bilanci a chiusura dell’anno.

Per la nostra Fondazione è, di certo, le-

nualmente, si tiene nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano e che è anche occasione di incontro con tutti gli amici della Fondazione Enzo Hruby, coloro che condividono con noi gli stessi valo- ri e gli stessi obiettivi.

Quest’anno abbiamo voluto rinnovare

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classica nel concerto che si è tenuto il 21 dicembre e che ha visto protagonista una giovane violoncellista dal grandissi- mo talento, Erica Piccotti, accompagna- ta dalla prestigiosa Orchestra Sinfonica Carlo Coccia di Novara diretta dal Maestro Michele Brescia. Nelle navate della Basilica più bella di Milano – alla quale la Fondazione è strettamente le- gata e che è stata oggetto di uno degli interventi di protezione pluriennali so- stenuti nell’ambito delle proprie attività – sono risuonate le note della Sinfonia in la maggiore n. 4 op. 90 “Italiana” di Mendelssohn, dell’Adagio con variazio- ni per violoncello e orchestra di Respighi e delle Variazioni su un tema Rococò op.33 di Tchaikovsky.

Questo tradizionale appuntamento con la grande musica si abbina armoniosa- mente al percorso legato al settore mu- sicale che la Fondazione Hruby sta por- tando avanti nell’ambito del proprio im- pegno per la protezione del patrimonio culturale italiano.

All’interno di questo filone si collocano la protezione del Museo del violino di Cremona e quella di Palazzo Bianco a Genova, dove è custodito il prezioso violino “Cannone” di Paganini.

Sempre in questo ambito, si colloca an- che un altro progetto molto prestigioso sostenuto dalla Fondazione, destinato alla protezione del Museo del Teatro al- la Scala di Milano, dove sono custoditi importanti strumenti antichi.

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Una passeggiata con Monet

LIBERAMENTE ISPIRATO DAL DIPINTO CAMPO DI PAPAVERI A VÉTHEUIL DEL PITTORE FRANCESE

ILARIA SARRA

Era la prima volta che andavo a trova- re i nonni in quella casa.

Era la prima volta che vedevo prati co- sì grandi e colori così brillanti.

Era la prima volta che la mamma mi permetteva di uscire a giocare fuori,

STORIE E RACCONTI

CAMPO DI PAPAVERI A VÉTHEUIL (1880). IL DIPINTO È STATO SOTTRATTO NEL 2008 INSIEME AD ALTRI CAPOLAVORI DALLA E.G. BÜHRLE COLLECTION DI ZURIGO E SUCCESSIVAMENTE RITROVATO

Parigi non è città per giocare, diceva la mamma, ci sono pericoli dappertut- to, carrozze trainate da cavalli e car- rozze a vapore che viaggiano senza animali, ma sputano fumo da dietro...

mamma dice che è il progresso... io

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Alla casa dei nonni, a Vétheuil, si arri- va dopo tre giorni di viaggio con la carrozza, quella trainata dai cavalli, che papà ha fatto prendere a me e mamma per stare comodi durante il tragitto.

Papà mi ha dato anche dei biscotti e mi ha detto di offrirli ai cuginetti, quan- do fossi arrivato.

La casa dei nonni appare all’improvvi- so dopo l’ultima curva di una grande salita ed è proprio come quelle che mi piace disegnare con i bastoncini colo- rati che papà mi ha portato dal suo ul- timo viaggio a Londra.

Ad accogliermi ci sono i cuginetti, tre maschi e tre femmine, hanno i vestiti da gioco e la nonna mi ha detto che li cucirà anche per me perché non pos- so andare in giro come un nobile vec- chietto, così ha detto alla mamma e poi ha aggiunto che dovrebbe farmi un fratellino perché stare da solo non mi fa bene.

Quando sono entrato a salutare il non- no Arnaud, l’ho trovato nel salotto a parlare con un signore dalla barba fol- ta e nera e dagli occhi che scrutavano sempre qualcosa, sembrava che ti guardasse attraverso.

A me sembrava vecchio, meno del nonno però vecchio, ma la mamma mi ha detto che aveva poco più di trent’anni, l’età di papà.

Il nonno mi ha presentato e mi ha det- to il nome del signore, Claude, un pit- tore nato a Parigi che stava cercando nella natura la sua ispirazione, tentan- do una nuova tecnica di disegno. Il si- gnor Claude mi ha chiesto se mi pia- cesse disegnare e mi ha fatto vedere alcuni suoi schizzi... non so se fossero belli... erano tutti puntini vicini e colo- rati, da vicino non si capiva cosa c’era disegnato, ti dovevi allontanare e allo- ra capivi che tutti quei pallini verdi era- no un prato, quelli blu il mare, quelli gialli il sole...

Il signor Claude dormiva anche lui a casa dei nonni e lo vedevo uscire tutte le mattine presto e tornare al pomerig- gio, prima però che scendesse il buio

vedere la perfezione dei colori.

Un pomeriggio pioveva e allora ha chiamato me e i cuginetti e ci ha per- messo di colorare con lui, ha detto che eravamo delle promesse; io non ho ca- pito cosa dovessimo promettere, però lui era molto soddisfatto mentre lo di- ceva e allora sono stato contento.

Una mattina la mamma e la zia hanno portato me e il mio cuginetto a fare una passeggiata nel campo dietro casa dei nonni.

Un campo bellissimo nel quale spicca- va il colore rosso. Erano fiori, con i pe- tali rossi e un puntino nero in mezzo, la mamma mi ha detto che si chiamano papaveri. Il signor Claude ci ha chie- sto il permesso di venire con noi e di poter dipingere mentre noi passeggia- vamo.

La mamma e la zia hanno detto di sì e mentre noi correvamo e camminavamo tra l’erba alta, lui ha poggiato il caval- letto e la tela e si è messo a disegna- re.

Prima che facesse buio siamo tornati a casa e il signor Monet (il nonno mi ha detto che questo era il suo cognome) ci ha fatto vedere il quadro che aveva dipinto quel pomeriggio.

Eravamo noi quattro: io, la mamma, la zia e il cuginetto in mezzo al prato con i fiori rossi. “L’opera si chiama Campo di papaveri a Vétheuil”, ha detto il si- gnor Claude “e vuole essere un omag- gio che lascio a te, mio caro Arnaud”.

Il nonno ha ringraziato, si è commosso e mi ha chiesto se mi piacesse. Mi pia- ceva moltissimo anche se a me e alla mamma, il signor Monet non aveva fat- to nemmeno gli occhi... ma forse face- va parte di questa nuova tecnica, que- sto impressionismo...

L’amicizia del signor Claude col nonno è durata per sempre e io ho visto praticamente per tutta la mia vita quel quadro appeso alla parete della sala.

Ogni volta che lo guardavo mi veniva in mente quella prima volta a casa dei nonni, quella prima volta che avevo vi- sto i cuginetti e quella volta che avevo

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Italia museo a cielo aperto

QUANDO SENTO CHE MI PRENDE LA DEPRESSIONE, TORNO A FIRENZE A GUARDARE LA CUPOLA DEL BRUNELLESCHI: SE IL GENIO DELL’UOMO È ARRIVATO A TANTO, ALLORA ANCHE IO POSSO E DEVO PROVARE A CREARE, AGIRE, VIVERE

Franco Zeffirelli

VICENZA, TEATRO OLIMPICO

ROMA, NOTTURNO AL COLOSSEO

VENEZIA, PIAZZA SAN MARCO

MILANO, CASTELLO SFORZESCO FIRENZE, CHIESA DI SANTA CROCE DUOMO DI BRESCIA

UNO SPAZIO PER I NOSTRI LETTORI Vi invitiamo a mandarci le vostre foto che pubblicheremo in questa rubrica dedicata alle bellezze del nostro Paese all’indirizzo info@fondazionehruby.org

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The Enzo Hruby Foundation, the only one of its kind in Italy and in Europe, was set up in Milan in 2007 and was officially endorsed at national level by legal persons pursuant to Presidential Decree 10/02/2000,

n. 361.

The Foundation takes its name from Enzo Hruby, the founder and current President of HESA S.p.A., who in the second half of the Sixties first introduced electronic security in Italy.

The Enzo Hruby Foundation is a non- profit organization that pursues goals characterized by social value.

Its aim is “promoting a security culture conceived as the protection and security of public and private properties in particular with respect to the artistic, monumental, historical and countryside heritage by the use of appropriate technologies”.

The Enzo Hruby Foundation assumes the costs of the installation of the security systems of some major cultural heritage landmarks. In order to achieve its institutional goals,

promotes studies, research, seminars, conferences and publications on the issues of security and correct use of available technologies.

The Foundation's initiatives include

“H d’oro” Award, whose aim is to honour every year the best security installations made, and the quarterly magazine EHF – Sicurezza per la cultura (EHF – Security for culture), its official organ.

La Fondazione Enzo Hruby, la prima in Italia e in Europa per la protezione del patrimonio artistico del nostro Paese, è stata costituita a Milano nel 2007 e il 10 marzo 2008 ha ottenuto dalla Prefettura di Milano il riconoscimento nazionale di personalità giuridica ai sensi del D.P.R. 10/02/2000 n. 361.

Prende il nome da Enzo Hruby, fondatore e attuale Presidente di HESA S.p.A., che nella seconda metà degli anni Sessanta introdusse per primo in Italia la sicurezza elettronica.

Scopo della Fondazione, che non ha finalità di lucro e persegue obiettivi connotati da valenza sociale, è la promozione di una cultura della sicurezza intesa quale

protezione e salvaguardia dei beni pubblici e privati di interesse artistico, monumentale, storico e paesaggistico attraverso il corretto impiego di tecnologie appropriate.

La Fondazione Enzo Hruby offre un contributo concreto alla protezione del patrimonio del nostro Paese, assumendosi l’onere della messa in sicurezza di edifici, beni ed opere di particolare valore culturale.

Per il conseguimento dei propri fini istituzionali, promuove la realizzazione di studi, ricerche, seminari, convegni e pubblicazioni sulle tematiche della sicurezza e l’ottimale utilizzo delle tecnologie disponibili.

Le iniziative della Fondazione Enzo Hruby comprendono il Premio H d’oro, che ogni anno viene conferito alle aziende d’installazione che si sono distinte per le migliori realizzazioni di sicurezza, e la pubblicazione della rivista EHF – Sicurezza per la cultura, organo ufficiale della Fondazione.

La Fondazione Enzo Hruby

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Riferimenti

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