1 1. Introduzione
La ricerca geotermica in Italia riveste un ruolo fondamentale nell’ambito dello sviluppo sostenibile delle risorse energetiche rinnovabili, come testimoniato da un’attività esplorativa, impiantistica e produttiva sviluppatasi in modo particolare nell’ultimo cinquantennio.
L’evoluzione tettonica del territorio italiano e soprattutto, l’assottigliamento crostale del margine occidentale della placca Adriatica, conseguente alla collisione tra placca Africana e quella Eurasiatica (figura 1_1), ha determinato la risalita in tempi geologici molto recenti di corpi magmatici lungo la fascia tirrenica dell’ Italia centro-meridionale e insulare.
Tali corpi, la dove sono rimasti confinati come ampie intrusioni a media profondità, costituiscono la fonte di calore necessaria all’istaurarsi di un sistema geotermico.
La ricostruzione dell’andamento delle temperature in profondità (figura 1_2), realizzata con i dati dei sondaggi eseguiti in Italia per la ricerca geotermica e di idrocarburi conferma che le principali anomalie termiche sono distribuite lungo la fascia tirrenica del territorio italiano.
A partire dagli anni ’70, tutte le aree geotermiche italiane di potenziale interesse industriale sono state esplorate essenzialmente da Enel e in Joint Venture con ENI (Buonasorte et alii, 1995).
Ad oggi, la Toscana, è la regione a maggiore vocazione geotermica, producendo con i campi di Larderello-Travale e Monte Amiata circa 700 MW di energia, ovvero il 25%
della produzione toscana e l’1.9% di quella nazionale.
Negli ultimi venti anni, in tali aree, la ricerca si è spostata verso obiettivi in ambienti
geologico-strutturali nuovi e più profondi rendendo parzialmente obsolete le
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tradizionali tecniche d’indagine e quindi essenziale lo sviluppo di nuovi approcci metodologici per la ricostruzione di modelli geotermici.
Figura 1_1.
Distribuzione delle strutture principali e dei corpi magmatici:1.: thrust-fronte della catena appenninica;
2.: limite approssimativo dell’avampaese;
3.: principali strutture tettoniche;
4.: principali aree vulcaniche.
Da Bertini et alii, 2004.