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8.1.2.2. Area di valutazione 2

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8.1.2.2. Area di valutazione 2

8.1.2.2.1. Scheda 2.1 “Produzione acqua calda sanitaria da fonti rinnova- bili”

La scheda richiede di ridurre i consumi ener- getici necessari alla produzione di acqua cal- da sanitaria, incentivando così l’utilizzo di pannelli solari termici per la fornitura del servizio.

La valutazione della scheda è effettuata sulla base di un criterio quantitativo. La determi- nazione del punteggio avviene secondo un processo articolato nelle seguenti fasi:

1. determinazione del fabbisogno annuo di energia termica (EPACS,tot);

2. determinazione della quantità annuale di energia termica per ACS prodotta

dagli eventuali sistemi basati su fonti rinnovabili (EPACS,rin);

3. calcolo della percentuale fornita da fonti rinnovabili sul fabbisogno totale di energia termica (rACS,rin), desunta dal rapporto tra le quantità determinate ai punti 2 e 3, (indicatore di prestazione della scheda).

tot ACS

rin ACS rin

ACS

EP

r EP

, ,

,

= 100 ⋅

( 8.1 )

Sulla base dalla Relazione Tecnica redatta in conformità all'art. 28 della legge n. 10/1991 relativa ai cinque organismi edilizi previsti dall’intervento, si riportano i seguenti valori, relativi ai fabbisogni energetici per la produ- zione di acqua calda sanitaria.

Organismo edilizio

Fabbisogno energetico EPACS,tot

[kWh/m2 anno]

EPACS,rin

[kWh/m2 anno] rACS,rin EPACS

[kWh/m2 anno]

Edificio 1 20,19 11,30 0,560 8,89

Edificio 2 19,55 10,82 0,553 8,73

Edificio 3 20,25 11,58 0,572 8,67

Edificio 4 21,41 12,15 0,567 9,26

Edificio 5 20,90 11,95 0,572 8,95

Tabella 8.3: Fabbisogno energetico globale per la produzione di energia termica, quota garantita dagli impianti solari termici e indicatore di prestazione richiesto dalla scheda. L'ultima colonna riporta i valori relativi al fabbisogno di energia termica per la produzione di acqua calda sanita- ria richiesti ad integrazione alla pompa di calore elettrica aria-acqua e, in rare situazioni, al ge- neratore di calore d'integrazione.

L’impianto a pannelli solari deputati alla produzione dell’energia termica per acqua calda sanitaria soddisfano dunque una quota superiore al 50% del fabbisogno totale, co- me richiesto dalla vigente normativa nazio- nale (D.P.R. 59/2009).

La quota rimanente di fabbisogno è garanti- ta dalla pompa di calore aria-acqua a servizio dell’impianto di riscaldamento. Tale genera- tore, alimentato da energia elettrica prodot-

ta dall’impianto fotovoltaico, potrebbe co- munque essere considerato fonte rinnovabi- le. Poiché il Protocollo VEA 2009 penalizza la produzione di energia termica per l’acqua calda sanitaria da sistemi alimentati ad e- nergia elettrica, si adotta una interpretazio- ne cautelativa, che non prevede questo in- cremento dei rapporti rACS,rin. Per i cinque organismi edilizi, dunque, si assegna il pun- teggio +2.

(2)

Punteggio attribuito Situazione

-1 Produzione di acqua calda sanitaria

con l’alimentazione da sistemi elettrici 0 Assenza di sistemi per la produzione di energia termica

per la produzione di acqua calda da fonti rinnovabili

+1 rACS, rin < 50%

+2 50% ≤ rACS, rin < 75%

+3 rACS, rin ≥ 75%

Tabella 8.4: Attribuzione del punteggio della scheda 2.1 ai cinque organismi edilizi previsti nell'intervento. Il punteggio conseguito è il medesimo per i cinque edifici.

8.1.2.2.2. Scheda 2.2 “Produzione energia elettrica da fonti rinnovabili”

La scheda pone l’obiettivo di ridurre i con- sumi di energia elettrica, promuovendo l’impiego di impianti alimentati da fonti rin- novabili per la sua produzione.

La scheda richiede quindi di calcolare il fab- bisogno annuo di energia elettrica FEL inclu- dendo i consumi dei dispositivi elettrici sia privati che ad uso comune (elettrodomestici, illuminazione artificiale degli alloggi e con- dominiale, impianti di condizionamento, im- pianti ascensore, etc.); successivamente si calcola la quantità di energia elettrica pro- dotta da sistemi alimentati a fonti rinnovabili FEL,rin, ricavando infine la percentuale rEL,rin data dal rapporto tra i due termini.

[%]

,

100

,

= ⋅

EL rin EL rin

EL

F

r F

( 8.2 )

L'intervento prevede l'installazione di due distinti impianti, caratterizzati da campi fo- tovoltaici costituiti da moduli in silicio poli- cristallino da 245 Wp l'uno:

- per il primo, a servizio degli edifici 1 e 2, è prevista una potenza di picco com- plessiva pari a 12,74 kWp, equamente divisa tra i due corpi (22 moduli per cia- scun edificio);

- per il secondo impianto, a servizio degli edifici 3, 4 e 5, è prevista una potenza di picco pari rispettivamente a 8,33;

7,35; e 8,33 kWp, (34 moduli per gli edi- fici 3 e 5, 30 moduli per il 4).

Organismo edilizio

Produzione annuale di energia e- lettrica da impianto fotovoltaico

[kWh/anno]

Fabbisogno annuo di energia elettrica

[kWh/anno]

rEL,rin

Edificio 1 11338,3 13988,0 81,1%

Edificio 2 12096,1 14513,3 83,3%

Edificio 3 8387,4 10835,6 77,4%

Edificio 4 8307,0 11793,7 70,4%

Edificio 5 9064,9 13135,1 69,0%

Tabella 8.5: Calcolo del rapporto rEL,rin per l’attribuzione dei punteggi relativi alla scheda 2.2.

(3)

Sulla base dei dati contenuti nella Relazione Tecnica redatta in conformità all'art. 28 della legge n. 10/1991, si ricavano i valori di ener- gia elettrica prodotta annualmente dagli im- pianti fotovoltaici e dell'energia elettrica an- nualmente richiesta dai carichi alle utenze.

Dal calcolo emerge una copertura del fabbi- sogno annuale di energia elettrica da parte degli impianti fotovoltaici superiore al 50%

in tutti gli organismi edilizi; si assegna con- seguentemente il punteggio +3 ai cinque e- difici.

Punteggio attribuito Situazione

- -

0 Assenza di sistemi per la produzione

di energia elettrica da fonti rinnovabili

+1 rel, RIN < 25%

+2 25% ≤ rel, RIN < 50%

+3 rel, RIN ≥ 50%

Tabella 8.6: Attribuzione del punteggio alla scheda 2.2. Gli indicatori di prestazione calcolati for- niscono il medesimo punteggio per i cinque organismi edilizi.

8.1.2.2.3. Scheda 2.3 “Produzione energia termica da fonti rinnovabili”

La scheda richiede il contenimento dei con- sumi energetici relazionati al servizio di ri- scaldamento, con l’impiego di fonti rinnova- bili. È dunque opportuno, ai sensi del Proto- collo, privilegiare sistemi di produzione di energia termica che evitino l’impiego di combustibili fossili.

La valutazione della schedasi basa ancora su un criterio quantitativo. La determinazione del punteggio avviene secondo un processo articolato nelle seguenti fasi:

1. calcolo del fabbisogno annuo di energia primaria per il riscaldamento EPI, tot; 2. determinazione della quantità annua di

energia termica per il riscaldamento E- PI, rin prodotta da sistemi basati su fonti rinnovabili;

3. calcolo della percentuale rI,rin garantita da fonti rinnovabili rispetto al fabbiso- gno totale di energia termica.

tot I

rin I rin

I

EP

r EP

, ,

,

= 100⋅

( 8.3 )

Dalla Relazione Tecnica redatta in conformi- tà all'art. 28 della legge n. 10/1991 relativa ai cinque organismi edilizi erano stati dedotti i fabbisogni di energia primaria per il riscal- damento, che costituiscono l’indicatore di prestazione della scheda 1.1.

La configurazione dei generatori di calore previsti a servizio di ciascun edificio prevede una pompa di calore elettrica aria-acqua, alimentata dall’impianto fotovoltaico, prin- cipalmente a servizio del riscaldamento in- vernale e della produzione di acqua calda sanitaria in subordine, integrata da un gene- ratore di calore standard multistadio modu- lante a servizio del riscaldamento e, solo in caso di necessità imputabile a carichi di pun- ta per la richiesta di acqua calda sanitaria, alla produzione di ACS stessa.

(4)

Si prevede che il generatore d’integrazione entri in funzione per periodi brevi, quando:

- la pompa di calore è in modalità di sbrinamento, ossia quando la tempera- tura dell’aria esterna (che ne costitui- sce la sorgente fredda) è pari a 0°C;

- la temperatura dell’aria esterna si ap- prossima ai valori della temperatura e- sterna di progetto, pari a -5 °C, condi- zione in cui la pompa di calore lavora con un COP relativamente basso.

Data la ridotta frequenza con cui queste condizioni si verificano nell'arco della sta-

gione invernale, si ritiene che l’energia com- plessivamente erogata dal generatore di ca- lore ausiliario in questi periodi non superi il 10% di quella complessiva richiesta per il ri- scaldamento invernale degli ambienti.

Perciò non si assegna all’indicatore di pre- stazione rI,rin il valore 100%, dovuto alla pre- senza in ciascun edificio di un generatore di calore alimentato a fonti rinnovabili (con ge- neratore integrativo a metano), ma un più cautelativo 90%.

Ai cinque organismi edilizi viene perciò asse- gnato il punteggio +3.

Punteggio attribuito Situazione

-1 Impianti di riscaldamento a carbone, gasolio e metano

0 Impianto di riscaldamento a metano con caldaia a condensazione, oppure impianto di teleriscaldamento alimentato da combustibili fossili

+1 rI, rin < 35 %

+2 35 % ≤ rI, rin < 70%

+3 rI, rin ≥ 70%

Tabella 8.7: Attribuzione del punteggio alla scheda 2.3. Il punteggio è il medesimo per i cinque or- ganismi edilizi in oggetto.

8.1.2.3. Area di valutazione 3

8.1.2.3.1. Scheda 3.1 “Utilizzo di materiali riciclati e di recupero”

La scheda permette di valutare la riduzione della produzione di rifiuti e consumo di ma- terie prime nel campo dei materiali da co- struzione, attraverso l’uso di componenti ed elementi tecnici riciclati e recuperati.

La scheda richiede di valutare la percentuale di volume di materiale riciclato o recuperato rispetto alla totalità del volume dell’edificio.

La valutazione quantitativa prevede il calcolo del volume Vi di ogni singolo componente e del volume totale Vtot dei materiali:

= ∑

i i

tot

V

V

( 8.4 )

Si calcola poi il volume complessivo Vtot,R dei materiali che siano:

- recuperati a seguito di smontaggi o demolizioni;

- provenienti dal recupero di inerti edili;

- derivati da riciclo, come segue:

= ∑

i iR

R

tot

V

V

, , ( 8.5 )

L’indicatore di prestazione per la valutazione quantitativa è dato dal seguente rapporto:

[%]

,

⋅ 100

=

tot R tot

V

v V

( 8.6 )

Ai fini della valutazione si sono considerati riciclati i seguenti materiali:

(5)

- gli elementi cupolari in plastica riciclata per la realizzazione di chiusure inferiori aerate;

- il fibrogesso, un impasto di gesso natu- rale e fibre di cellulosa derivanti dal ri- ciclaggio della carta;

- la fibra di legno, composta da fibre di legno pressate derivanti da residui non trattati della lavorazione del legno.

Tale scelta deve senz'altro essere vista come una valutazione di progetto che potrà essere perfezionata al momento della fornitura dei materiali e della realizzazione dell'edificio, in quanto solo allora sarà possibile disporre dei dati definitivi inerenti la percentuale di ma- teriale riciclato presente nell'edificio e, spe- cificamente, in ciascun elemento tecnico.

In base ai dati contenuti nei due Computi Metrici Estimativi di data 25/05/2012, riferiti rispettivamente ai volumi fuori terra e inter- rate, si sono analizzate le singole voci allo scopo di uniformare l'unità di misura com- plessiva ad un volume; gli orientamenti ge- nerali di calcolo si possono così riassumere:

- si sono mantenute inalterate le voci espresse in [m3];

- le voci espresse in [kg] (armature in FeB44K) sono state normalizzate divi- dendo i singoli valori per la densità del materiale;

- le voci inerenti i serramenti sono state divise per componente trasparente e opaca, ipotizzando un rapporto medio di 0,75:0,25 tra le due componenti;

- le voci espresse in unità di superficie sono state trasformate in volumi im- piegando lo spessore dichiarato dello strato funzionale o, laddove non dichia- rato nei Computi, ricavandolo dagli e- laborati progettuali grafici;

- le voci espresse in [ml] (ad esempio zoccolature e pluviali) sono state tra- sformate in volumi ricavando la sezione del singolo elemento corrispondente alla voce.

La valutazione dei volumi pertinenti alle o- pere interrate ha consigliato di ripartire i vo- lumi stessi in quote uguali ai cinque organi- smi edilizi, eccezion fatta per quelle opere immediatamente attribuibili, per funzione e continuità, a ciascun edificio (ad esempio le comunicazioni verticali). Analogo ragiona- mento è stato effettuato per le aree esterne di pertinenza.

Si riportano di seguito i valori complessivi ottenuti per ciascun organismo edilizio.

Poiché le percentuali calcolate per ciascun edificio ricadono all'interno dello stesso in- tervallo, si attribuisce il punteggio +1 a tutti i cinque corpi.

Organismo edilizio

Volume materiali riciclati [m3]

Volume totale [m3]

Percentuale v

Edificio 1 703 2439 28,81%

Edificio 2 736 2469 29,82%

Edificio 3 568 2246 25,30%

Edificio 4 541 1860 29,07%

Edificio 5 526 2117 24,84%

Tabella 8.8: Volume di materiali riciclati presenti in ciascun organismo edilizio; calcolo dell'indi- catore di prestazione.

(6)

Punteggio attribuito Percentuale di volume v realizzato con materiale riciclato o di recupero

-1 v < 5

0 5 ≤ v < 20

+1 20 ≤ v < 40

+2 40 ≤ v < 60

+3 v ≥ 60

Tabella 8.9: Attribuzione del punteggio della scheda 3.1 ai cinque edifici oggetto di studio.

8.1.2.3.2. Scheda 3.2 “Riciclabilità dei mate- riali”

La scheda richiede di valutare l’impiego di materiali che potranno essere successiva- mente riciclati o reimpiegati, contribuendo così alla riduzione del consumo di materie prime e alla produzione di rifiuti provenienti da demolizioni non selettive. È quindi neces- sario valutare la percentuale di materiale che sia riciclabile rispetto alla totalità del vo- lume edificato.

La valutazione quantitativa prevede il calcolo del volume Vi di ogni singolo componente e del volume totale Vtot dei materiali impiega- ti, considerando i medesimi contributi ed analogamente a quanto effettuato per la scheda 3.1:

= ∑

i i

tot

V

V

( 8.7 )

Si calcola poi il volume complessivo Vtot,RIC dei materiali considerati riciclabili:

= ∑

i iRIC

RIC

tot

V

V

, , ( 8.8 )

L’indicatore di prestazione per la valutazione quantitativa è dato dal rapporto tra queste due grandezze:

[%]

,

⋅ 100

=

tot RIC tot

V

w V

( 8.9 )

Ai fini della valutazione si sono esaminate innanzitutto le possibilità di disassemblaggio delle unità tecnologiche costituenti gli orga- nismi edilizi, decisamente elevate in virtù della tecnologia costruttiva a secco adottata, e successivamente le loro potenzialità di riu- so / riciclo. A tale scopo si considera volume dei materiali

riciclabili / riutilizzabili:

- le strutture portanti in X-LAM, sia oriz- zontali che in elevazione, in quanto connesse a secco. Tali strutture portan- ti rientrano a pieno titolo nei materiali naturali, privi di agenti inquinanti, inte- ressate da processi di trattamento scarsamente inquinanti;

- i pannelli in fibrogesso, applicati a pa- reti perimetrali, partizioni interne, par- tizioni orizzontali quali sottofondo a secco;

- i pannelli in lana di roccia, impiegati nelle chiusure perimetrali, nelle parti- zioni interne ed a controsoffitto;

- i pannelli in fibra di legno e fibra di le- gno mineralizzata impiegati nelle chiu- sure perimetrali come isolamento a cappotto;

- le pavimentazioni, le pareti e le zocco- lature in ceramica, listoncini di legno, pietra naturale, in quanto la tecnologia a secco ne consente una non difficile rimozione;

- le opere in ferro e le pavimentazioni in masselli nelle sistemazioni esterne;

- i serramenti interni ed esterni.

(7)

Anche questa valutazione sarà perfezionabi- le al momento della fornitura dei materiali e della realizzazione dell'edificio.

Analogamente alla scheda 3.1, si sono ana- lizzate le singole voci per ottenere le indica- zioni sui volumi previsti.

Organismo edilizio

Volume materiali riciclabili [m3]

Volume totale [m3]

Percentuale w

Edificio 1 1838 2439 75,36%

Edificio 2 1868 2469 75,66%

Edificio 3 1680 2246 74,79%

Edificio 4 1431 1860 76,91%

Edificio 5 1662 2117 78,47%

Tabella 8.10: Volume di materiali riciclabili presenti in ciascun organismo edilizio; calcolo dell'in- dicatore di prestazione.

Punteggio attribuito Percentuale di volume w costituita da materiali riciclabili

-1 w < 10

0 10 ≤ w < 30

+1 30 ≤ w < 50

+2 50 ≤ w < 70

+3 w ≥ 70

Tabella 8.11: Attribuzione del punteggio della scheda 3.2 agli organismi edilizi oggetto dell'inter- vento. La valutazione attribuita è la medesima per i cinque edifici, in quanto le percentuali calco- late sono tutte superiori al 70%.

8.1.2.3.3. Scheda 3.3 “Certificazione dei ma- teriali”

La scheda richiede di valutare il peso ponde- rale di materiali certificati e a ridotto carico ambientale di cui è previsto l'impiego, incen- tivandone l’impiego; l'indicatore di presta- zione è costituito dalla percentuale di mate-

riale opportunamente certificato rispetto alla totalità dell’edificio.

A differenza delle precedenti schede, la valu- tazione è effettuata in base al peso, e non in base al volume, dei materiali impiegati, in- troducendo un coefficiente di ponderazione dei singoli pesi dipendente dalla certificazio- ne di ciascun componente.

(8)

Peso ponderale Situazione

0,5 Materiale, componente o pacchetto sprovvisto del marchio CE 1,0 Materiale, componente o pacchetto provvisto del marchio CE 1,2 Materiale, componente o pacchetto provvisto di certificazione obbligatoria,

1,4

Materiale, componente o pacchetto prodotto da un’azienda conforme alle norme ISO 14000 o al regolamento EMAS; oppure, provvisto di una dichiarazione comple-

ta di tutte le materie componenti, indicate in percentuali, del processo e del luogo di produzione, ed inoltre le istruzioni per l’utilizzo e lo smaltimento del prodotto

1,6 Materiale, componente o pacchetto provvisto

di etichetta ecologica da autodichiarazione

1,8 Materiale, componente o pacchetto provvisto di etichette ecologiche sottoposte ad un controllo indipendente, come le dichiarazioni ambientali di prodotto

2,0 Materiale, componente o pacchetto provvisto di etichette ecologiche sottoposte ad una certificazione esterna

Tabella 8.12: Pesi ponderali previsti dalla scheda in relazione a possibili certificazioni di prodotto.

La valutazione quantitativa prevede il calcolo del peso Qi di ogni singolo componente e del peso totale Qtot dei materiali impiegati:

= ∑

i i

tot

Q

Q

( 8.10 )

Si calcola poi il peso ponderale PI dei mate- riali in funzione della loro certificazione.

L’indicatore di prestazione per la valutazione quantitativa è dato dal seguente rapporto:

∑ ⋅

=

i i

i i i

C

Q

Q

I P

( 8.11 )

Analogamente alla valutazione effettuata per le schede 3.1 e 3.2, si sono impiegati i Computi Metrici Estimativi disponibili al 25/05/2012 per valutare i contributi in peso delle singole voci; a differenza delle due schede precedenti, però, è stato necessario impostare il peso specifico di ciascun mate- riale al fine di ottenere l'unità di misura ri- chiesta per il calcolo dell'indicatore.

La valutazione assumerà un carattere più preciso nel momento in cui saranno indivi-

duati i produttori dei materiali e della speci- fica denominazione dei materiali stessi; solo allora sarà possibile valutare univocamente il grado di certificazione dei componenti ef- fettivamente impiegati.

Ai fini della valutazione si sono attribuiti:

- il peso 1,4 agli strati funzionali realizzati con elementi cupolari in plastica ricicla- ta impiegati nella realizzazione delle chiusure inferiori aerate;

- il peso 2,0 agli strati costituiti in lana di roccia, in quanto i materiali sul mercato sono tipicamente provvisti di etichette ecologiche da certificazione esterna (e- tichetta ecologia indipendente marchio EUCEB, European Certification Board for Mineral Wool Products);

- il peso 1,8 al sistema strutturale X-Lam, in quanto il materiale è spesso accom- pagnato da etichette ecologiche ripor- tanti dichiarazioni basate su parametri stabiliti, sottoposte ad un controllo in- dipendente (PEFC, Promoting Sustaina- ble Forest Management). La condizione assunta è cautelativa rispetto ad una etichettatura ecologica FSC (Forest

(9)

Stewardship Council), che avrebbe por- tato all'attribuzione del peso 2,0;

- il peso 1,8 agli strati funzionali costituiti in fibra di legno e fibra di legno minera- lizzata, poiché tipicamente sono ac- compagnati dall’etichettatura PEFC;

- il peso 1,4 agli strati in fibrogesso, in quanto materiali riciclati e quindi ac- compagnati da una dichiarazione rela- tiva alle materie componenti.

A tutte le altre voci è stato attribuito il peso 1,0, corrispondente alla marcatura CE per i materiali da costruzione, i quali non ne pos- sono più essere sprovvisti.

Si riportano di seguito i valori complessivi calcolati per ciascun organismo edilizio. Es- sendo gli indicatori dei cinque organismi edi- lizi compresi tra i valori 1,10 e 1,30, ogni sin- golo organismo edilizio si attesta sul punteg- gio +1.

Organismo edilizio

Volume materiali riciclabili [m3]

Volume totale [m3]

Percentuale w

Edificio 1 1838 2439 75,36%

Edificio 2 1868 2469 75,66%

Edificio 3 1680 2246 74,79%

Edificio 4 1431 1860 76,91%

Edificio 5 1662 2117 78,47%

Tabella 8.13: Volume di materiali certificati presenti in ciascun organismo edilizio; calcolo dell'indicatore di prestazione.

Punteggio attribuito Indicatore IC

-1 IC < 1,00

0 1,00 ≤ IC < 1,10

+1 1,10 ≤ IC < 1,30

+2 1,30 ≤ IC < 1,50

+3 IC ≥ 1,50

Tabella 8.14: Attribuzione del punteggio della scheda 3.3 agli organismi edilizi oggetto dell'inter- vento. La valutazione attribuita è la medesima per i cinque edifici.

8.1.2.3.4. Scheda 3.4 “Inerzia termica”

La scheda richiede di valutare la qualità dell’inerzia termica delle chiusure verticali

opache, al fine di rendere possibili condizioni di comfort termico estivo negli ambienti confinati. La scheda richiama genericamente l’impiego di materiali ed elementi tecnici

(10)

“pesanti”, che permettano un’elevata capa- cità termica e, contemporaneamente, una ridotta trasmittanza termica.

La valutazione viene effettuata determinan- do il coefficiente di sfasamento dell’onda termica φ, misurato in ore, ed il fattore di attenuazione fa, parametro adimensionale.

La scheda prevede, quali "metodo e stru- menti di verifica", una valutazione tabellare

ai sensi della norma UNI 10375:1995, noti la trasmittanza termica U, lo spessore s e la massa superficiale mv della parete perime- trale.

In alternativa si possono impiegare appositi software, basati sul calcolo dinamico del tra- sferimento del calore attraverso i compo- nenti edilizi, che facciano riferimento alla norma UNI EN ISO 13786:2008.

Figura 8.12: Soluzioni tecnologiche impiegate per le chiusure perimetrali (A/B/C).

La verifica è stata svolta (con l'ausilio del sof- tware commerciale Edilclima EC700) per le pareti perimetrali che delimitano gli ambien- ti confinati verso l’ambiente esterno; la solu- zione tecnologica impiegata è prevista in tut-

ti e cinque gli edifici, per cui la prestazione valutata è la medesima.

La soluzione tecnologica si presenta in tre diverse varianti, denominate "A", "B" e "C", in cui permane lo spessore complessivo della

(11)

parete perimetrale; lo spessore dello strato portante si riduce progressivamente con la quota, a vantaggio dello spessore dello stra- to termoisolante in lana di roccia.

Nella tabella successiva sono riassunti i pa- rametri più significativi relativi alle presta- zioni inerziali della chiusura perimetrale, per ciascuna delle tre varianti previste.

Parametro Unità di

misura A B C

Spessore complessivo [m] 0,345

Massa superficiale [kg/m2] 137,00 128,00 120,00

Trasmittanza termica totale [W/m2 K] 0,192 0,178 0,165

Fattore di attenuazione fa [-] 0,051 0,058 0,068

Coefficiente di sfasamento dell’onda termica φ [h] 15,5 14,7 14,0 Trasmittanza termica periodica YIE [W/m2 K] 0,010 0,010 0,011 Tabella 8.15: Prestazioni inerziali della chiusura perimetrale verticale.

Dalla verifica effettuata emerge un compor- tamento eccellente della parete perimetrale in termini di inerzia termica: infatti lo sfasa- mento è superiore alle 12 ore ed il carico termico estivo derivante dalla sollecitazione termica solare sulla superficie esterna della chiusura perverrà agli ambienti interni solo nelle ore notturne.

Si evidenzia che tale soluzione tecnologica rientra tra quelle tecniche e materiali inno-

vativi che permettano di contenere le oscil- lazioni della temperatura degli ambienti in funzione dell’andamento dell’irraggiamento solare, nell’ambito della disciplina nazionale sulle prestazioni energetiche ed inerente, in particolare, l’inerzia termica.

La prestazione inerziale offerta dalla chiusu- ra perimetrale si classifica inoltre come ot- tima ai sensi della normativa nazionale sulla certificazione energetica.

Punteggio attribuito Condizione sfasamento (attenuazione)

-1 Φ < 6 ore (fa > 0,60)

0 6 ore < Φ < 8 ore (0,40 < fa < 0,60)

+1 8 ore < Φ < 10 ore (0,30 < fa < 0,40)

+2 10 ore < Φ < 12 ore (0,15 < fa < 0,30)

+3 Φ > 12 ore (fa < 0,15)

Tabella 8.16: Attribuzione del punteggio alla scheda 3.4. Il punteggio è riferito ai cinque organi- smi edilizi semplici oggetto dell'intervento.

(12)

8.1.2.3.5. Scheda 3.5 “Controllo dell’umidità delle pareti”

La scheda valuta la qualità prestazionale del- le chiusure verticali opache rispetto al requi- sito “controllo della condensa interstiziale”, al fine di evitare fenomeni di condensa all’interno delle pareti stesse.

La scheda richiede di effettuare la verifica termo igrometrica della parete in sede pro- gettuale, con l’obiettivo primario di valutare la necessità di applicare appositi strati fun- zionali per il controllo del flusso di vapore acqueo all’interno della parete:

- teli ad alta traspirazione, con spessore dello strato d’aria equivalente inferiore a 10 cm;

- freni al vapore, per i quali lo spessore dello strato d’aria equivalente è com- preso tra 1 ml e 20 ml;

- barriere al vapore, caratterizzate da uno spessore dello strato d’aria equiva- lente superiore a 20 ml.

L’attribuzione del punteggio è effettuata sul- la base dell’esito della verifica igrometrica (formazione / non formazione di condensa interstiziale) e dell’impiego di strati funzio- nali dedicati al controllo del flusso di vapore.

La verifica è stata condotta per le pareti pe- rimetrali che delimitano gli ambienti confi-

nati verso l’ambiente esterno. La soluzione tecnologica verificata è impiegata in tutti e cinque gli edifici, per cui la prestazione valu- tata è la medesima per i cinque organismi edilizi.

Per effettuare la verifica, si è elaborato un foglio di calcolo per l’elaborazione delle ca- ratteristiche fisico - tecniche dei materiali impiegati per individuare i processi di trasfe- rimento e diffusione del vapore all’interno della parete perimetrale.

La verifica è stata svolta per le pareti peri- metrali che delimitano gli ambienti confinati verso l’ambiente esterno, analizzando le tre varianti previste della chiusura perimetrale.

La verifica igrometrica riportata in appendice evidenzia che, anche in assenza di barriera a vapore, le soluzioni "A" e "B" della chiusura perimetrale sono esenti da fenomeni di con- densa interstiziale; la tipologia "C" invece necessita effettivamente dell'introduzione di carta kraft tra il pannello di fibrogesso ed il primo strato termoisolante in lana di roccia.

Dato che la stratigrafia "C" di chiusura peri- metrale trova limitata applicazione negli edi- fici oggetto di studio (quinto ed ultimo piano degli organismi 1, 2, 4 e 5) si ritiene oppor- tuno attribuire alla scheda il punteggio +3, valido per tutti gli edifici previsti nell'inter- vento.

Punteggio attribuito Situazione

-1 Mancanza di certificazione dei materiali

e/o della verifica progettuale del punto di condensa

0 Verifica progettuale e formazione di condensa nei limiti di legge con utilizzo di barriera al vapore

+1 Verifica progettuale e formazione di condensa nei limiti di legge con utilizzo di freno al vapore

+2 Verifica progettuale e formazione di condensa nei limiti di legge senza utilizzo di barriera o freno al vapore

+3 Verifica progettuale senza formazione di condensa nei limiti di legge senza utilizzo di barriera o freno al vapore Tabella 8.17: Attribuzione del punteggio alla scheda. Il punteggio è il medesimo per tutti gli edifi- ci oggetto dell'intervento.

(13)

8.1.2.4. Area di valutazione 4

8.1.2.4.1. Scheda 4.1 “Consumo e recupero acqua”

La scheda richiede di valutare la presenza di eventuali sistemi che consentano di captare, filtrare e stoccare l’acqua proveniente dalle precipitazioni meteoriche e le acque grigie in uscita dagli organismi edilizi, provenienti da- gli scarichi degli apparecchi sanitari.

Gli usi a cui destinare le acque recuperate richiamati dal Protocollo VEA 2009 sono:

- alimentazione di reti antincendio, se presenti;

- irrigazione di aree verdi pubbliche o comuni;

- alimentazione di cassette dei WC;

- alimentazione di lavatrici opportuna- mente predisposte;

- lavaggio di aree pavimentate e di au- tomobili;

- impieghi correlati alle esigenze di cli- matizzazione.

L’indicatore di prestazione è qualitativo e concerne la presenza di sistemi di captazio- ne, accumulo e distribuzione dell’acqua pio-

vana e delle acque grigie negli organismi edi- lizi, predisposti per uno o più degli usi so- praccitati.

Dall’analisi della scala di benchmark, si con- clude che:

- nel caso in cui siano recuperate solo le acque meteoriche, o solo le acque gri- gie, è attribuibile un punteggio com- preso nell’intervallo [0;+2] in dipen- denza dalla diversificazione degli usi fi- nali delle acque recuperate;

- nel caso vi sia la compresenza di siste- mi di recupero di entrambe le tipologie di acque, è attribuibile il punteggio +3.

Nell'intervento sono previsti un impianto di recupero delle acque meteoriche provenien- ti dalla copertura dei soli edifici 1 e 2, desti- nato al servizio di lavaggio delle autovetture, e un impianto di recupero delle acque grigie per tutti i cinque edifici al fine di irrigare le aree verdi e alimentare delle cassette dei WC.

Vista la configurazione degli impianti di re- cupero e trattamento delle acque e gli usi ai quali essi sono destinati, risulta necessario diversificare come segue la valutazione da assegnare ai cinque corpi di fabbrica.

Punteggio attribuito

agli edifici 1, 2 Configurazione dei sistemi di recupero delle acque

-1 Sistemi di recupero assenti

0 Sistemi di recupero presenti per acque meteoriche o per acque grigie a fini irrigui o antincendio

+1 Sistemi di recupero presenti per acque meteoriche o per acque grigie a fini sanitari

+2 Sistemi di recupero presenti per acque meteoriche o per acque grigie a fini sanitari e irrigui

+3 Sistemi di recupero presenti per acque meteoriche e per acque grigie a fini sanitari, irrigui e/o antincendio

Tabella 8.18: Attribuzione del punteggio agli edifici 1 e 2.

(14)

Punteggio attribuito

agli edifici 3, 4, 5 Configurazione dei sistemi di recupero delle acque

-1 Sistemi di recupero assenti

0 Sistemi di recupero presenti per acque meteoriche o per acque grigie a fini irrigui o antincendio

+1 Sistemi di recupero presenti per acque meteoriche o per acque grigie a fini sanitari

+2 Sistemi di recupero presenti per acque meteoriche o per acque grigie a fini sanitari e irrigui

+3 Sistemi di recupero presenti per acque meteoriche e per acque grigie a fini sanitari, irrigui e/o antincendio Tabella 8.19: Attribuzione del punteggio agli edifici 3, 4 e 5.

8.1.2.4.2. Scheda 4.2 “Controllo e inquina- mento acque”

La scheda richiede di valutare la presenza di sistemi che permettano il controllo della qualità delle acque reflue in uscita dagli or- ganismi edilizi prima di essere riutilizzate o convogliate alla rete fognaria.

Il Protocollo VEA 2009 richiama le seguenti strategie per raggiungere tale obiettivo:

- separazione delle reti idrauliche per l’allontanamento delle acque gravitanti sulle coperture e per le acque gravitan- ti sulle superfici carrabili di pertinenza agli organismi edilizi;

- captazione delle acque meteoriche gravitanti sulle superfici carrabili, stoc- caggio e purificazione con opportuni si- stemi;

- predisposizione di uno spazio di lavag- gio dei veicoli e di intercettazione delle acque reflue da tale attività;

- installazione di un impianto di sub- irrigazione per l’utilizzo delle acque in- tercettate e trattate.

L’indicatore di prestazione è qualitativo e fa riferimento alla presenza, o all’assenza, di strategie per la riduzione dell’inquinamento

delle risorse idriche presenti ed utilizzate nel sito.

Per i cinque organismi edilizi è previsto un impianto per il recupero ed il riutilizzo delle acque grigie, costituito da:

- un pozzetto di adduzione delle acque grigie provenienti dalle docce e dai la- vabi, dotato di un troppo pieno;

- una vasca settica tripartita;

- un pozzetto dotato di un filtro poliure- tanico e troppo pieno;

- un bacino di fitodepurazione a flusso sommerso subverticale, vicino all'in- gresso carrabile entro un’area esterna recintata;

- un serbatoio di accumulo;

- un sistema di due pompe per il rilancio alle abitazioni;

- un sistema di disinfezione;

- cinque serbatoi di 500 litri ciascuno per l’accumulo e la distribuzione agli alloggi posizionati nei sottotetti.

Nota la configurazione degli impianti per il trattamento delle acque grigie ed i servizi alle quali essere saranno destinate, si attri- buisce alla scheda il punteggio massimo.

La valutazione è la medesima per i cinque organismi edilizi previsti dall’intervento.

(15)

Punteggio attribuito Controllo delle acque reflue

-1 Assenza di qualsiasi metodo di controllo

sullo stato delle acque reflue

0 Predisposizione di sistemi convenzionali

di smaltimento delle acque reflue

- -

+2

Attuazione di strategie per impedire che acque potenzialmente inquinate del sito confluiscano senza trattamento alle condutture esistenti

+3

Attuazione di strategie avanzate per impedire che acque potenzialmente inquinate del sito confluiscano senza trattamento alle condutture esistenti Tabella 8.20: Individuazione dello scenario più attinente al progetto ed attribuzione del punteg- gio ai cinque organismi edilizi previsti nell’intervento.

8.1.2.4.3. Scheda 4.3 “Permeabilità delle aree esterne”

Il criterio richiede di verificare se la sistema- zione delle aree esterne di pertinenza sono trattate in modo da:

- garantire un continuo rinnovamento della risorsa idrica;

- ridurre l’impatto ambientale dovuto alle superfici trattate con materiali arti- ficiali (ad esempio passaggi pedonali e carrabili);

- mitigare l’effetto “isola di calore”.

Tali obiettivi sono perseguiti mediante la previsione di soluzioni tecnologiche di co- perture a verde e attraverso l’adozione di adeguate pavimentazioni alle superfici car- rabili e calpestabili, in modo da evitare l’asfaltatura e consentire così un più rapido reintegro delle risorse idriche di falda.

L’indicatore di prestazione è espresso in termini percentuali e valuta il rapporto tra l’area totale esterna di pertinenza ATOT e la somma delle aree esterne permeabili APERM:

[ ] %

⋅ 100

=

TOT PERM

PERM

A

p A

( 8.12 )

Alla superficie delle aree esterne di perti- nenza può essere sommata, se presente, l’area assegnata a giardini pensili o a coper- ture a verde.

Il Protocollo VEA 2009 non prevede alcuna pesatura delle aree permeabili in base all’effettiva permeabilità delle aree stesse;

l’assegnazione di ciascuna tipologia di aree esterne deve essere quindi valutata caso per caso secondo un criterio positivo/negativo.

Il punteggio è stato calcolato basandosi sulla sistemazione delle aree esterne interessate dall’intero intervento; non sono quindi stati attribuiti punteggi ai singoli edifici, ma ai cinque corpi di fabbrica si è attribuito il me- desimo punteggio valido per tutta l’area og- getto d’intervento. La scelta è giustificabile in quanto sono sì previste limitate aree e- sterne di pertinenza separate e quindi riferi- bili a ciascun edificio, ma grandissima parte delle sistemazioni esterne è comune ai cin- que organismi edilizi.

Si procede innanzitutto alla determinazione della superficie totale delle aree esterne di pertinenza. Successivamente si analizzano le caratteristiche superficiali delle singole aree costituenti le pertinenze esterne degli orga- nismi edilizi, con riferimento alla tavola della

(16)

"Planimetria generale" (Tavola 8.1) che ri- porta le sistemazioni esterne.

In base all'analisi effettuata, l'indicatore di prestazione calcolato vale

% 63 , 75 78 100

, 5696

28 ,

4308 ⋅ =

PERM =

p ( 8.13 )

Punteggio attribuito Percentuale pPERM

-1 pPERM < 30 %

0 30 % < pPERM < 45 %

+1 45 % < pPERM < 60 %

+2 60 % < pPERM < 75 %

+3 pPERM > 75 %

Tabella 8.21: Attribuzione del punteggio alla scheda 4.3. Il punteggio è riferito ai cinque organi- smi edilizi semplici oggetto dell'intervento.

8.1.2.5. Area di valutazione 5

8.1.2.5.1. Scheda 5.1 “Comfort ambientale esterno”

La scheda pone l’obiettivo di garantire l’instaurarsi di condizioni di benessere negli ambienti esterni di pertinenza agli organismi edilizi, secondo i seguenti cinque aspetti:

- comfort termico;

- controllo dei flussi d’aria;

- comfort visivo percettivo;

- inquinamento acustico;

- inquinamento luminoso.

La valutazione di questa scheda avviene veri- ficando la presenza di strategie progettuali volte a favorire il comfort relativo agli aspet- ti sopraccitati, ed espresse attraverso oppor- tuni studi.

La valutazione è effettuata per tutta l’area oggetto d’intervento, assegnando quindi il medesimo punteggio a tutti i cinque organi- smi edilizi. Tale scelta è giustificata dal fatto che l’analisi degli aspetti correlati al comfort ambientale esterno è riferita alle aree ester-

ne comprese nell’intervento valutate nel lo- ro complesso.

Sulla base della documentazione esaminata, si può affermare che:

- l’inquinamento acustico dell’area è ri- dotto, in quanto l’area d’intervento si colloca in un contesto privo di sollecita- zioni sonore ambientali gravose (assen- za di sorgenti di rumore, intese come arterie ad elevato flusso veicolare, in- sediamenti produttivi, entro un raggio di 500 metri dal sito oggetto di valuta- zione);

- evidente intento progettuale è stato trattare le aree esterne diversificando- ne la localizzazione, ricorrendo a diversi trattamenti superficiali e permettendo quindi lo svolgimento di diverse attività (ingressi veicolari e pedonali ben deli- neati, parcheggio di relazione, percorsi pedonali, aree gioco per bambini ed aree dedicate agli animali) in spazi chia- ramente riconoscibili e delimitati;

- la destinazione di un’elevata porzione delle aree esterne a verde, e la riduzio- ne delle aree asfaltate consente una

(17)

notevole riduzione dell’effetto “isola di calore”, principale effetto negativo ri- chiamato da Protocollo VEA 2009 sul comfort termico nelle aree esterne;

- il controllo dei flussi d’aria è stato pre- so in considerazione soprattutto per quanto concerne la stagione invernale, mediante l’orientamento degli edifici e la predisposizione di una barriera vege- tale sul lato prospiciente la pista cicla- bile, esposto a nord-est;

- l’illuminazione artificiale delle aree di pertinenza prevede apparecchi adatti

all’uso in esterno, ad elevata efficienza energetica e direzionati in modo tale da annullare il flusso luminoso disperso verso l’alto secondo quanto previsto dalla L. R. Friuli Venezia Giulia 15/2007.

L’illuminazione artificiale delle perti- nenze riguarderà gli spazi di comunica- zione, quali vialetti pedonali, i percorsi attraverso i giardini e le aree carrabili, riducendo quindi i flussi luminosi non strettamente necessari.

Sulla base di quanto riscontrato si attribuisce alla scheda il punteggio +3.

Punteggio attribuito Scenario

-1 Assenza di soluzioni per il comfort ambientale esterno 0 Presenza di uno studio previsto in “Metodi e strumenti di verifica”

+1 Presenza di due studi previsti in “Metodi e strumenti di verifica”

+2 Presenza di tre o quattro studi previsti in “Metodi e strumenti di verifica”

+3 Presenza di tutti gli studi previsti in “Metodi e strumenti di verifica”

Tabella 8.22: Attribuzione del punteggio alla scheda 5.1. Il punteggio è riferito ai cinque organi- smi edilizi semplici oggetto dell'intervento.

8.1.2.5.2. Scheda 5.2 “Integrazione con l’ambiente naturale e costruito”

La scheda pone l’obiettivo di garantire un armonioso inserimento dell’intervento con le caratteristiche dell’ambiente circostante, dai due punti di vista naturale e costruito.

In “Metodo e strumenti di verifica” sono ci- tati i contenuti di tali analisi, quali il rilievo delle caratteristiche significative del territo- rio, dei materiali e delle tipologie costrutti- ve, antecedentemente e successivamente l’intervento.

Analogamente alla scheda precedente, l’indicatore di prestazione è costituito da opportune scelte progettuali che dimostrino la coerenza dell’intervento con i caratteri dell’ambiente circostante.

Come avvenuto nella scheda precedente, la valutazione della scheda 5.2 riguarda tutti i

cinque organismi edilizi oggetto di interven- to.

L’intervento di via Cesare dell’Acqua, è bene ricordarlo, si prefigura come un progetto pi- lota per l’edilizia sostenibile nella Regione Friuli Venezia Giulia; avendo tale intervento un carattere sperimentale, è inevitabile che siano presenti delle soluzioni architettoni- che, distributive e tecnologiche parzialmente diverse da quelle tipiche dell’ambiente co- struito circostante, ad esempio consideran- do le soluzioni impiegate per realizzare le strutture portanti.

La tipologia edilizia complessiva adottata, riconducibile a quella "in linea", caratterizza- ta da un corpo di comunicazioni verticali po- sto centralmente rispetto alla pianta, da due fronti principali nei quali si concentrano le aperture e dall’aggregazione sul lato corto della pianta, non si pone in contrasto con gli

(18)

elementi significativi presenti nell’area; si adegua infatti alla clivometria del terreno, evitando una contrapposizione planimetrica e volumetrica con gli edifici presenti nei lotti adiacenti.

A maggior ragione, visto il carattere speri- mentale e tecnologico dell’intervento, appa- re significativa la trattazione riservata all’inserimento dell’intervento nell’ambiente naturale. Tale obiettivo è stato raggiunto at- traverso:

- il rilievo fotografico dell’area, in modo da evidenziare i punti notevoli;

- l’individuazione delle specie vegetali maggiormente adatte all’area oggetto d’intervento (alberi ad alto fusto, spe- cie arbustive, piante tappezzanti e per giardino);

- la previsione di opportune dimore che consentano di ridurre l’impatto delle nuove costruzioni sulla fauna locale.

L’analisi appena descritta ha permesso di rendere l’intervento armoniosamente inseri- to nel contesto ambientale circostante, sen- za arrecare problematicità dal punto di vista dell’aspetto e della salvaguardia ambientale.

Punteggio attribuito Scenario

-1 Integrazione scarsa o assente con l’ambiente naturale e costruito

0 Dimostrazione dell’esistenza di soluzioni progettuali conformi agli strumenti normativi e di pianificazione

+1 Presenza di uno studio tra quelli presenti

in “Metodo e strumenti di verifica”

- -

+3 Presenza entrambi gli studi tra quelli presenti in “Metodo e strumenti di verifica”

Tabella 8.23: Attribuzione del punteggio alla scheda 5.2. Il punteggio è riferito ai cinque organi- smi edilizi semplici oggetto dell'intervento.

8.1.2.5.3. Scheda 5.3 “Illuminazione natu- rale”

La scheda valuta la qualità dell’illuminazione naturale negli ambienti confinati per otti- mizzare il comfort visivo.

La valutazione secondo il Protocollo VEA 2009 avviene calcolando il valore del Fattore Medio di Luce Diurna, ai sensi della Circ.

Min. LL. PP. 3151/1967 sui fronti maggior- mente sfavoriti; successivamente si confron- ta tale valore con la scala di benchmark as- sociata alla scheda.

Il metodo è applicabile esclusivamente nei casi in cui si verifichino entrambe le condi- zioni seguenti:

- spazi di forma regolare con profondità perpendicolare alla parete considerata inferiore a 2,5 volte la distanza tra la quota del pavimento e la quota supe- riore della porzione trasparente del serramento;

- giacitura verticale dei serramenti.

Il metodo richiamato nel Protocollo VEA 2009 è applicabile a tutti i 173 vani di fascia funzionale primaria (camera da letto, sog- giorno, cucina) presenti nei cinque organismi edilizi. La valutazione è stata effettuata sud- dividendo l’analisi per singolo organismo edilizio semplice (cinque corpi di fabbrica corrispondenti ai cinque spazi di comunica- zione verticale), per fronte (fronti Nord e Sud di ciascun O.E.) e per livello o quota.

(19)

( 1 ) 100 [%]

= ⋅

M

M

S r

t

FLD A ε ψ

( 8.14 )

A: Area della superficie trasparente della finestra t: coefficiente di trasparenza del vetro

ε: fattore finestra

ψ: coefficiente relativo all’arretramento del piano della finestra rispetto al filo esterno della facciata

rm: coefficiente medio di riflessione luminosa delle super- fici interne

S: area delle superfici interne che delimitano l’ambiente confinato, compresa l’area delle chiusure trasparenti

Poiché il Fattore Medio di Luce Diurna verifi- ca le condizioni di illuminazione naturale de- gli ambienti confinati in condizioni di irrag- giamento diretto nullo, quindi in presenza di sola radiazione solare diffusa, la distinzione tra i fronti Sud (con orientazione della fac- ciata di 31° circa verso ovest) e Nord (nor- male orientata di 31° circa verso Est) è stata effettuata allo scopo di individuare i fronti sfavoriti 'oggetto della valutazione.

Sulla base delle soluzioni tecnologiche adot- tate per le partizioni interne, sono state ipo- tizzate le seguenti finiture, al fine di attri- buirvi un opportuno coefficiente di riflessio- ne ρ:

- per le pareti interne e per i soffitti, un intonaco al civile bianco (ρ=0,8);

- per i pavimenti, una finitura in tinta chiara nelle cucine (ρ=0,6) e in tinta media negli altri spazi principali (ρ=0,3).

Denominazione O.E. Fronte / orientazione N. alloggi N. vani

E01 Sud

1

Sud / 31° da S verso O

10

24

E01 Nord Nord / 31° da N verso E 19

E02 Sud

2

Sud / 31° da S verso O

10

25

E02 Nord Nord / 31° da N verso E 19

E03 Sud

3

Sud / 31° da S verso O

8

15

E03 Nord Nord / 31° da N verso E 15

E04 Sud

4

Sud / 31° da S verso O

10

14

E04 Nord Nord / 31° da N verso E 14

E05 Sud

5

Sud / 31° da S verso O

10

14

E05 Nord Nord / 31° da N verso E 14

Tabella 8.24: Distinzione di vani ed alloggi per fronte ed esposizione.

(20)

Quota O.E. Fronte / orientazione N. alloggi N. vani

+2,50 1,2,3 Sud / 31° da S verso O 4 15

+4,00 4,5 Nord / 31° da N verso E 4 8

+5,45 1,2,3 Sud / 31° da S verso O 6 24

+6,95 4,5 Nord / 31° da N verso E 4 12

+8,40 1,2,3 Sud / 31° da S verso O 6 26

+9,90 4,5 Nord / 31° da N verso E 4 12

+11,35 1,2,3 Sud / 31° da S verso O 6 26

+12,85 4,5 Nord / 31° da N verso E 4 12

+14,30 1,2,3 Sud / 31° da S verso O 6 26

+15,80 4,5 Nord / 31° da N verso E 4 12

Tabella 8.25: Distinzione di vani ed alloggi per quota.

Le gradazioni cromatiche delle finiture influi- scono sul Fattore Medio di Luce Diurna in quanto determinano il parametro rm come media pesata sulla superficie dei coefficienti di riflessione luminosa delle singole superfi- ci. Per la valutazione del coefficiente ψ, l’arretramento del piano delle chiusure tra- sparenti rispetto al filo esterno della facciata è stato assunto pari a 0,315 ml.

Emerge una marcata differenza tra i Fattori Medi di Luce Diurna calcolati per i fronti Sud e Nord; se i fronti Sud sono complessiva- mente caratterizzati da una buona illumina- zione naturale, i fronti Nord presentano va- lori sensibilmente inferiori all’ 1%.

Il ridotto livello di illuminazione naturale di alcuni vani è spiegabile in considerazione dei fatti che seguono.

- Il mutuo ombreggiamento portato dagli organismi edilizi riduce il coefficiente ε, fattore finestra, in termini di ostruzione esterna; in particolare, i fronti Nord degli organismi 1 e 2 sono ombreggiati dagli organismi 4 e 5, ed i fronti Sud

degli organismi 4 e 5 sono ombreggiati dagli organismi 1 e 2. Tale ombreggia- mento, ovviamente, assume valori più marcati ai livelli inferiori e decresce con la quota.

- Le verande poste sui fronti Sud degli organismi edilizi riducono sensibilmen- te il valore di FLDM in alcuni vani, in quanto costituiscono un aggetto oriz- zontale caratterizzato da una lunghezza di sporto media di 2,18 ml, a fronte di un’altezza d’interpiano di 2,50 ml.

- L’arretramento del piano della finestra rispetto al filo esterno della facciata comporta l'assegnazione al coefficiente ψ di un valore inferiore a 1 in tutti i lo- cali valutati.

Come si evince dalla verifica effettuata, per tutti gli edifici è attribuito il punteggio -1.

Risulta fortemente penalizzante l'espressa necessità, riportata nel Protocollo, di consi- derare la prestazione di illuminazione natu- rale soltanto sui fronti maggiormente sfavo- riti.

(21)

Figura 8.13: Valori significativi del fattore medio di luce diurna. Le distinzioni sono effettuate per valore significativo (valore minimo, media pesata sulla superficie utile dei vani, media ar ca), per edificio (01-05) e per fronte (fronti nord e sud).

0.00 1.00

E01 Sud E01 Nord E02 Sud E02 Nord E03 Sud E03 Nord E04 Sud E04 Nord E05 Sud E05 Nord

E01 Sud E01

Nord E02 Sud Nord

MIN 0.22 0.25 0.18

MED.PES. S.U. 2.28 0.68 1.92

MEDIA 2.40 0.68 1.92

: Valori significativi del fattore medio di luce diurna. Le distinzioni sono effettuate per valore significativo (valore minimo, media pesata sulla superficie utile dei vani, media aritmeti-

05) e per fronte (fronti nord e sud).

2.00 3.00 4.00 5.00

E02

Nord E03 Sud E03

Nord E04 Sud E04

Nord E05 Sud E05 Nord

0.19 0.25 0.20 0.83 0.20 0.49 0.10

0.52 2.28 0.56 2.07 0.48 1.12 0.57

0.50 2.38 0.57 2.40 0.49 1.15 0.56

(22)

Punteggio attribuito Scenario

-1 FLDM < 2,00

0 2,00 ≤ FLDM < 2,50

+1 2,50 ≤ FLDM < 3,00

+2 3,00 ≤ FLDM < 2,00

+3 FLDM ≥ 4,00

Tabella 8.26: Attribuzione del punteggio alla scheda 5.3. Il punteggio conseguito è valido per tutti i cinque edifici oggetto dell'intervento.

8.1.2.5.4. Scheda 5.4 “Isolamento acustico”

La scheda persegue l’obiettivo di ridurre la trasmissione del rumore aereo proveniente dall’ambiente esterno, del rumore aereo e strutturale (da calpestio e impattivo) tra uni- tà immobiliari adiacenti e del rumore gene- rato dagli impianti tecnici.

Il Protocollo richiede di valutare la presenza di strategie che consentano di rispettare i limiti imposti dal D.P.C.M. 5/12/1997 sui re- quisiti acustici passivi degli edifici. Il Proto- collo individua quattro settori:

- isolamento acustico di facciata;

- isolamento acustico delle partizioni in- terne;

- isolamento acustico da calpestio e da agenti atmosferici;

- isolamento acustico dei sistemi tecnici, a funzionamento continuo e disconti- nuo.

Rispetto ai dettami del D.P.C.M. 5/12/1997, il Protocollo VEA 2009:

- non impone la verifica in opera dei re- quisiti acustici passivi, ma richiama il Decreto per quanto concerne i limiti di isolamento acustico minimo e livello di rumore massimo immesso, che costi- tuiscono il livello corrispondente al punteggio 0;

- richiama quindi la presenza di strategie per il conseguimento del "livello 0" o superiore.

Per quanto concerne l’isolamento acustico ai rumori aerei provenienti dall’ambiente e- sterno, si fa riferimento alla stratigrafia della chiusura perimetrale verticale, già esaminata nelle schede 3.4 e 3.5. Il documento “Valu- tazione dei requisiti acustici passivi degli edi- fici” di data 11/06/2012 fornisce, per la pa- rete perimetrale, un valore dell’indice del potere fonoisolante pari a RW = 56 dB.

Tale valore va successivamente rapportato all’indice di valutazione dell’isolamento acu- stico di facciata D2m,nT,W ai sensi della norma UNI EN 12354 parte 3, che tiene conto delle aperture finestrate presenti sulle pareti e della presenza di fori di ventilazione; tale in- dice è inoltre normalizzato rispetto al volu- me dell’ambiente ricevente e alle superfici che delimitano il volume stesso.

Al fine di garantire la condizione D2m,nT,W >

40 dB, è prevista l'adozione di serramenti caratterizzati da valori dell’indice del potere fonoisolante compresi nell’intervallo [33÷38 dB], in funzione della geometria del singolo ambiente ricevente, come evidenziato nel documento “Valutazione dei requisiti acusti- ci passivi degli edifici”. I piccoli elementi di facciata dovranno invece possedere un po- tere fonoisolante apparente Dn,e almeno pari a 48 dB.

L'indice di valutazione del potere fonoisolan- te apparente di facciata, normalizzato rispet- to all'ambiente ricevente, dovrà quindi esse- re rivalutato in presenza di dati certificati inerenti i serramenti posti in opera, che do-

(23)

vranno presentare le caratteristiche minime suddette. Complessivamente, però, si può affermare che la strategia per ottenere l'iso- lamento acustico di facciata minimo richie-

sto dalla normativa è, ai sensi del Protocollo VEA 2009, ben delineata, in quanto definisce le prestazioni minime per corrispondere al pieno soddisfacimento del requisito.

Figura 8.14: Calcolo previsionale del potere fonoisolante apparente R'w della chiusura perimetra- le (desunto dal documento “Valutazione dei requisiti acustici passivi degli edifici” aggiornato all'11/06/2012).

Per quanto concerne le partizioni interne, è necessario operare la distinzione fra parti- zioni a giacitura verticale e a giacitura oriz- zontale. Per quanto concerne i divisori tra unità immobiliari distinte e tra unità immo- biliare e comunicazioni verticali, il documen- to “Valutazione dei requisiti acustici passivi degli edifici” di data 11/06/2012 fornisce un valore dell’indice del potere fonoisolante pari a RW = 53 dB.

I solai d’interpiano, intesi come barriera alla propagazione del rumore aereo, possiedono un indice del potere fonoisolante valutato in 52 dB, superiore al limite di legge.

Per quanto riguarda la partizione interna verticale di separazione tra diverse unità

immobiliari, i percorsi laterali di trasmissione sonora per via aerea strutturale potrebbero comportare una riduzione di 2 dB dell'indice di valutazione, che si attesta quindi al valore R'w=51 dB, superiore rispetto al limite di leg- ge imposto dal D.P.C.M. 5/12/1997.

In base all'Allegato 3 al documento si evince che i percorsi laterali di trasmissione sonora riducono il potere fonoisolante apparente del solaio d'interpiano (valutato privo del controsoffitto) di circa 1 dB. Considerando che detto controsoffitto comporta sicura- mente un beneficio in isolamento acustico, si può affermare che il solaio d'interpiano manifesti un indice di valutazione R'w > 50 dB.

(24)

Figura 8.15: Calcolo previsionale del potere fonoisolante apparente R'w della partizione interna tra distinte unità immobiliari (desunto dal documento “Valutazione dei requisiti acustici passivi degli edifici” aggiornato all'11/06/2012).

Figura 8.16: Calcolo previsionale del potere fonoisolante apparente R'w del solaio d'interpiano (desunto dal documento “Valutazione dei requisiti acustici passivi degli edifici” aggiornato all'11/06/2012).

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Per quanto concerne il successivo requisito acustico passivo, l'indice di valutazione del livello normalizzato di pressione sonora da calpestio, sono stati impiegati dei certificati di prova attestanti un valore di partenza del- la sola componente strutturale in X-LAM pari a Ln,w = 87,3 dB, un valore elevato a causa della ridotta massa superficiale dello strato portante stesso. È stata quindi analizzata la riduzione del rumore da calpestio stesso, escludendo il positivo contributo del contro- soffitto, in base ai contenuti della norma UNI EN 12354 parte 2 e UNI/TR 11175 sull'atte- nuazione del livello di pressione sonora ∆Lw. Complessivamente l'indice di valutazione si attesta a Ln,w = 56 dB, valore ben inferiore al limite imposto dal D.P.C.M. 5/12/1997, pari a 63 dB.

Gli impianti tecnologici sono stati analizzati dal progettista acustico suddividendoli in:

- impianti idrici;

- impianti di scarico e ventilazione;

- impianti meccanici.

Per quanto concerne gli impianti di distribu- zione dell'acqua, il documento “Valutazione dei requisiti acustici passivi degli edifici” de- finisce le opportune strategie da applicarsi per la riduzione del rumore trasmesso dalla rete di distribuzione, con riferimento:

- alla riduzione delle velocità all’interno delle tubazioni al di sotto del valore cri- tico di 2,5 m/sec;

- all’adozione di una rubinetteria a ridot- ta emissione sonora e alla predisposi- zione di opportuni giunti elastici per la prevenzione dei fenomeni di colpo d'a- riete;

- all’isolamento acustico delle tubazioni, in particolar modo dei tratti rettilinei, con materiale resiliente per ridurre la trasmissione vibrazionale del rumore lungo le tubazioni stesse;

- alla predisposizione di collari dotati di inserti disaccoppiante in materiale ela- stico per tubazioni, tali da evitare che il rumore possa trasferirsi dalla tubazione alla partizione a cui è fissata per via strutturale.

La scelta dell'ascensore è volta a minimizza- re la rumorosità emessa; inoltre la predispo- sizione di due distinti paramenti nella parti- zione che separa il vano ascensore dagli al- loggi permette un notevole incremento dell'isolamento acustico nei confronti del rumore emesso dall'impianto stesso.

Pur non essendo possibile disporre in fase progettuale dei valori di livello di rumore prodotto dagli impianti tecnici, sono senz'al- tro presenti adeguate strategie progettuali per gli impianti stessi, corrispondendo così positivamente alle richieste espresse dal Protocollo VEA. In base alle soluzioni tecno- logiche che si intende adottare, si assegna a ciascuno degli edifici il punteggio massimo.

Punteggio attribuito Scenario

-1 Nessuna strategia adottata per contenere il rumore entro i limiti di legge in uno o più dei settori individuati

0 Adozione di limitate strategie per la riduzione del rumore in modo da ga- rantire il rispetto dei limiti di legge nei quattro settori

+1 Adozione di strategie per una riduzione ulteriore del rumore in uno dei quattro settori

- Adozione di strategie per una riduzione ulteriore del rumore in due dei quattro settori

+3 Adozione di strategie per una riduzione ulteriore del rumore in tre dei quattro settori, o in tutti i settori

Tabella 8.27: Attribuzione del punteggio ai cinque edifici oggetto dell'intervento.

Riferimenti

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