• Non ci sono risultati.

Capitolo 1 Premesse Anatomo-chirurgiche

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Capitolo 1 Premesse Anatomo-chirurgiche"

Copied!
8
0
0

Testo completo

(1)

PREMESSE ANATOMO-CHIRURGICHE

1.1- Anatomia del retto e del canale anale

Il retto, ultimo tratto intestinale, è un organo situato in un’ area anatomicamente protetta, circondato dal bacino, dalla sua muscolatura di supporto e dagli organi del sistema genito- urinario: gli eventi della traumatologia classica, pertanto, incidono sul retto in misura molto inferiore rispetto ad altri visceri. Per lo stesso motivo, le lesioni ano-rettali gravi si accompagnano solitamente ad ancor più gravi lesioni di altri organi.

Originando a livello della terza vertebra sacrale, come continuazione del colon sigmoideo, il retto termina a livello della giunzione ano-cutanea (linea di Hilton o anal verge); la descrizione anatomica, definita in questi termini, ci consente di identificare

vari segmenti (come si vede in Figura 1):

- il canale rettale, che include il canale anale (CA), compreso tra la linea ano-cutanea e la base della linea dentata e il canale rettale (CR), esteso per circa 2 cm dalla base della linea dentata fino all’ anello rettale (“anorectal ring”);

- il retto inferiore, esteso per circa 4-8 cm fino alla prima valvola di Houston - il retto medio, esteso prossimalmente fino ai 10-12 cm.

(2)

Fig. 1- Retto e canale ano-rettale

(da Frank H. Netter, Atlante di Anatomia Umana, Novartis Edizioni, modificato)

Linea di Hilton

Margine ano-cutaneo (anal verge) Retto superiore Retto medio Retto inferiore CR CA

(3)

1.2- Fisiopatologia dei traumi pelvi-perineali

La distinzione appena menzionata, risulta molto importante nella pratica abituale per la definizione topografica (ispettiva ed endoscopica) delle patologie parietali e delle lesioni rettali: tuttavia, riveste un ruolo meno rilevante nel processo di valutazione della maggior parte delle lesioni traumatiche, essendo solo parzialmente predittiva sul coinvolgimento di altre strutture. A tal proposito, una definizione anatomica più idonea per la valutazione del danno e la programmazione di interventi immediati di damage control, è quella che prevede la suddivisione dell’ano- retto in extra e intra-peritoneale.

Il terzo superiore del retto è ricoperto sia anteriormente che lateralmente dal peritoneo, il terzo medio solo anteriormente ed il terzo inferiore non ha rivestimento peritoneale14. La riflessione peritoneale cade sulla parete anteriore, a circa 7,5-8,5 cm dal margine anale nei maschi, mentre nelle femmine è situata tra 5 e 7,5 cm, potendo variare da soggetto a soggetto; posteriormente è localizzata usualmente, tra i 13 e i 15 cm dal margine anale15.

Essa, rappresenta quindi un landmark anatomicamente molto variabile: tale suddivisione, in settore extra e intra-peritoneale, offre però, un valido riferimento per l’ esplorazione chirurgica obbligatoria (open o laparoscopica, in base all’entità e al tipo di lesione) e indica, in forma ancor più indiretta, una quantificazione della gravità del trauma.

In realtà, sarebbe azzardato applicare tali distinzioni per stimare, seppur in modo probabilistico, la gravità di un traumatismo: talvolta danni estremamente gravi possono

(4)

pur sconfinate al di sopra della riflessione peritoneale, possono comportare conseguenze del tutto limitate senza necessità di resezione o di diversione fecale.

Un compromesso accettabile e di uso pratico, è quello di considerare, nella stadiazione anatomica del danno traumatico, i vari livelli e i vari piani in corrispondenza dei quali si è venuto a realizzare l’insulto maggiore.

Sarà utile quindi considerare, a fini esemplificativi, la struttura anatomica ano-rettale come facente parte di un complesso anatomico piramidale, a coda tronca inferiore, con limite inferiore posto a livello del piano perineale ano- rettale e quello superiore a livello del cingolo scheletrico sacro- ischio- pubico13 (Fig. 2).

Fig. 2 - Rappresentazione con piramide tronca dei piani convenzionali per la stadiazione della sede della lesione.

(5)

Questo schema permette di identificare tre livelli strutturali essenziali, due dei quali (A e B) comprendenti il retto extraperitoneale, ed il restante (C) il retto intraperitoneale. Nel livello inferiore (A e A1) viene compresa la quasi totalità del complesso muscolo-scheletrico che forma il pavimento pelvico (Fig. 3).

Fig. 3 - Pavimento pelvico

(da Frank H. Netter, Atlante di Anatomia Umana, Novartis Edizioni, modificato)

sinfisi pubica

m. trasverso superficiale

d l i

fascia inf. del diaframma

fascia inf. del diaframma

pelvico

centro tendineo del m. sfintere est.

ano m. sfintere esterno

dell’ano m. coccigeo m. elevatore dell’ano m. elevatore dell’ano o pubococcigeo Fascia otturatoria sacro

(6)

Un danno traumatico concentrato a tale livello ha la massima probabilità di produrre lesioni sfinteriali, vaginali e uretrali, soprattutto quando il trauma produce una diastasi del cingolo pelvico, fratture scomposte del pube e delle branche ischio- pubiche o un crushing completo del bacino.

Le lesioni che si estrinsecano ad un livello immediatamente superiore (A1 e B), a loro volta, comportano di regola un coinvolgimento, in gradi diversi, di vescica uretra e/o vagina, presupponendo che si realizzino a causa della cessione di un’energia cinetica di intensità maggiore, ad esempio incidenti con macchine da lavoro pesanti, crushing antero-posteriore, investimento stradale.

Le strutture comprese nei livelli B e C sono invece quelle maggiormente lese a seguito di traumi ad elevata energia, sia di tipo chiuso che penetrante, e sono il target abituale delle lesioni da arma da fuoco, da impalamento e da esplosione di ordigni (mine blast). Una netta prevalenza per il livello C si ha invece in caso di colpi da arma da fuoco esplosi dall’alto (snipers, cecchini).

Per quanto riguarda l’aspetto pratico, le lesioni penetranti che interessano i livelli B e C impongono comunque un accesso chirurgico combinato, addomino-pelvico, al fine di esplorare integralmente il focolaio di lesione e mettere in atto un tempestivo damage control: lesioni come queste sono quelle che più spesso producono una “exsanguinating

hemorrhage” in rapporto alla distribuzione dei vasi arteriosi e del drenaggio venoso del

(7)

Fig. 4 -Arterie dell’intestino retto e del canale anale (da Frank H. Netter, Atlante di Anatomia Umana,

(8)

Fig. 5 - Vene dell’intestino retto e del canale anale (da Frank H. Netter, Atlante di Anatomia Umana,

Novartis Edizioni)

Figura

Fig. 1- Retto e canale ano-rettale
Fig. 3 - Pavimento pelvico
Fig. 4 -Arterie dell’intestino retto e del canale anale  (da Frank H. Netter, Atlante di Anatomia Umana,
Fig. 5 - Vene dell’intestino retto e del canale anale  (da Frank H. Netter, Atlante di Anatomia Umana,

Riferimenti

Documenti correlati

Secondo la ricostruzione del giudice di primo grado, l'immobile promesso in vendita fu acquistato dal venditore il 16 aprile 2002, circa due mesi dopo

La natura da sola non è capace, però, di superare le fasi più critiche e le malattie più tenaci: diventa indispensabile l’arte del medico... We

- attestato completo di qualifica e periodo di assunzione su carta intestata e con firma autenticata nei modi previsti dalla normativa vigente rilasciato dal

l'elemento oggettivo del delitto in esame. Con il secondo motivo si eccepisce la violazione dell'art. Ad avviso del ricorrente, la motivazione sarebbe

La Corte territoriale, in ogni caso, nell'esaminare la questione e nel dichiarare la prescrizione ha, comunque, ritenuto di ridurre l'entità della pena inflitta in

In ogni caso, peraltro, si evidenzia come, contrariamente a quanto ritenuto dalla Corte territoriale, dagli atti di causa fosse comunque ricavabile la prova

Ciò in quanto l'apprendimento insorgente da fatto del lavoratore medesimo e la socializzazione delle esperienze e della prassi di lavoro non si identificano e

618 c.p.p., avendo rilevato la possibile insorgenza di un contrasto di giurisprudenza sulla facoltà, in capo alla Corte di cassazione, in caso di declaratoria di