101
‘Again, there lies beneath us, curtained by the mist, a Metro-polis—and the curta-in, agacurta-in, is about to rise. But, in this case, let us have it rise, not on the existing city, but on a city of the imagination1.’
4.0 Cambiamento Progressivo, esempi. Sviluppo dei tessuti
urbani nel futuro secondo il cinema di fantascienza
4.1
Premessa alla classificazione
La categoria CP, come menzionato in precedenza, è assegnabile principalmente alle CFR. Tuttavia, il carattere ibrido e eterogeneo delle rappresentazioni, permette alle volte di assegnare etichette applicabili anche ai nuclei urbani delle CFI. Un numero ancora minore di eccezioni può essere riscontrato tra le Città Fantastiche. Ad ogni modo, questa assegnazione risulta talvolta forzata; altre volte sono intere categorie a dimostrarsi più adatte ad altri gruppi. La naturale e spontanea ibridazione delle tipologie dei nuclei urbani filmici, si traduce in una loro simultanea appartenenza a più gruppi di classificazione. Le metropoli trascendono i propri tratti distintivi sfumando i confini di appartenenza, non sempre marcati e chiari. Un nucleo urbano immaginato, esprimendo caratteristiche di diverse categorie, dimostra la complessità dei processi urbani distintivi delle città reali che sono caratterizzate dal confluire di qualità commerciali, industriali, storiche, portuali o altre. Sono appunto le metropoli a rappresentare un misto di peculiarità diverse, come la città di Roma, una capitale politica, città globale2 ma anche un’importantissima città storica.
Esistono comunque, sia in realtà che nel cinema di fantascienza, le città più facilmente identificabili sotto un'unica categoria o etichetta. Come già indicato nel paragrafo precedente, Boris Vian ha notato che diverse categorie possono essere assegnate allo stesso tempo a un
1
Ferriss H., The Metropolis of Tomorrow, Ives Washburn Publisher, New York, 1929. p.109.
102
singolo elemento. Per limitare questa molteplicità nell’assegnazione di diverse etichette, bisogna considerare i caratteri più distintivi di ogni città filmica in questione.
Con questa Premessa proviamo dunque a classificare alcuni film di fantascienza secondo la modalità individuata nel presente lavoro.
103
4.2
Metropolis
Anno di produzione: 1927
Categoria: Gigantismo informe, Insensata Città Industriale, Città modello: Metropoli tedesche degli anni 20’
Anno di rappresentazione: 2026
In un futuro non molto lontano, grazie allo sforzo congiunto di migliaia di operai, sarà eretta una metropoli: dall’infinita grandezza, monumentale, bellissima e costruita con le più moderne tecnologie, architetture e materiali più avanzati, nonché alimentata dall’energia prodotta grazie all’opera dei suddetti operai che infine vengono marginalizzati e dimenticati nella città sotterranea. All’insensato sfruttamento delle masse operaie da parte della classe dirigente, personificata nel capo supremo di Fredersen, viene posto un termine. I lavoratori, alimentati dall’ira, si ribellano e non vogliono più lavorare dieci ore al giorno, servire le macchine malvagie e rischiare la loro vita. Le macchine della Power Room che forniscono l’energia alla città di Metropolis vengono distrutte. Infine è il figlio di Fredersen a mediare l’accordo finale tra il padrone e gli operai.
Metropolis è un testo filmico saturo di significati simbolici, è un film che presenta la città del futuro composta da diversi livelli: le catacombe, la città sotterranea degli operai, le fabbriche del sottosuolo e la città della superficie. Forse, per questi motivi, la verosimiglianza della città immaginata è molto dubbia, la stessa struttura non risulta molto realistica ed è stata già criticata al tempo in cui il film è stato prodotto.
La spettacolare visione di Metropolis è il risultato dello sforzo congiunto di diverse persone. In principio è stato Fritz Lang a proporre l’affascinante metropoli del futuro:
Fritz Lang (…) conceived the idea for a film about a great future city while entering New York harbor in 1924. The Manhattan Lang saw, a jumble of masonry spires (which Metropolis’s designers would
compress into a composition of overlapping facets reminiscent of a cubist collage)3.
Tuttavia, è stato l’artista tedesco Erich Kettelhut a preparare i concept[38] e a realizzare il primo progetto. Kettelhut era stato influenzato da diverse fonti come ad esempio: le visioni contemporanee della New York del futuro pubblicate nella Guida Turistica (1911, Moses King) , le avanguardie futuriste nonché l’emergente Movimento Moderno. Infatti:
104
Metropolis could loosely be called Modernist in design, although it also displays expressionist, Art Deco and Gothic influences4.
Un’altro critico descrive lo stile di Metropolis come:
Expressionism with emerging strands of modernism5.
La città, per acquisire la sua forma definitiva, ha attraversato diverse fasi di elaborazione. Uno dei primi disegni di Kettelhut mostrava un’affascinante città del futuro, ibrida, con una visione perlopiù utopica. Era una via di mezzo tra la città del Gigantismo Informe e la Città Neotecnica, quest’ultima si esprimeva con la pulita ed elegante architettura del Movimento Moderno:
(…) an all-glass Tower that recalls both a similar structure proposed by Mies In 1922 and the sleeker, though no less energic, Schocken Department Stores designed by Erich Mendelsohn Turing
the second half of 1920s6.
Il Gigantismo Informe invece, veniva espresso con dei canyon circondati da crescendi di grattacieli disposti in modo caotico[38]. La parte centrale della città era occupata da una gigantesca torre di 150 piani con una piattaforma per l’atterraggio degli aerei nella sua sommità. Questa visione idilliaca risultava poco adatta al soggetto del film.
4
Cornea C., Science fiction cinema between fantasy and reality, Edinburgh University Press, Edinburgh, 2007. p.17.
5
Albrecht D., Designing Dreams: Modern Architecture in the Movies, Harper and Row, New York, 1986., p.75.
105
[Fig.38] A sinistra: il concept per Metropolis di Fritz Lang (Kettelhut, 1925); a destra: il panorama di Metropolis (Thea von Harbou, 1927).
La versione finale del progetto per Metropolis consisteva in una città ipertrofica, tipica del Gigantismo Informe. Vari livelli di strade sovrapposte si intrecciavano, circondati da montagne di palazzi accatastati a modo di cubist collage. Il precedente grattacielo centrale di 150 piani venne rimpiazzato dalla inquietante, Nuova Torre Di Babele (già menzionata in precedenza)7.
La città di Metropolis non è solo ciò che è visibile alla superficie, ma è anche una città sotterranea; infatti la città del film di Lang è un esempio di metropoli dualistica, su modello della città del futuro in Aeilta Queen of Mars (Unione Sovietica, 1924) o più recenti In Time (Stati Uniti, 2011) e Totall Recall (Stati Uniti, 2012). Essa sembra composta da organismi separati e antitetici, è una città bipolare che simbolizza la polarizzazione della società urbana e le differenze di classe. La frattura è tale da provocare l’attrito tra le due città (o parti di un’unica città) che sfocia in una specie di rivoluzione o collusione della città stessa. Infatti, la dualistica Metropolis è una città pseudo - utopica. Sotto terra, con le Power Rooms e case degli operai, si materializza l’Insensata Città Industriale:
(…) Nel punto stesso in cui la supermeccanizzazione si impadronisce della produzione economica e dei rapporti sociali, una superstizione ingannevole, una selvaggia irrazionalità riappaiono nella
metropoli8.
7
(cfr. cap. 2.3).
106
Questa descrizione della Tirannopoli, operata da Mumford, riassume la situazione in cui si trovano i cittadini della Metropolis. L’industria delle Power Rooms riflette il clima dell’architettura di Sant’Elia, anche essa ispirazione per il set della Metropolis9
: ‘Vi compaiono le scale (…) raddoppiate’10
e altri elementi tipici, tanto caratteristici dei progetti di Sant’Elia11
.
È il contemporaneo progetto di Walter Gropius e Adolf Meyer, di Werkbund pavilion del 1914, ad elevare l’architettura industriale a ‘uno scopo quasi religioso’12 che echeggia nelle strutture delle Power Room.
Metropolis non pretende rappresentare una città esistente, concreta, ma una visione vagamente associabile ad una generica metropoli tedesca. Infatti, come scrive un critico: ‘Metropolis è la visione della città tedesca del futuro’13
, il modello di riferimento sono dunque le metropoli tedesche degli anni ’20.
Oggigiorno esistono al mondo città con i caratteristici canyon artificiali, come le pareti composte dei grattacieli di Hong Kong. Addirittura, alcune città industriali della Corea del Nord, con le loro case standardizzate, richiamano la spettrale città sotterranea di Metropolis. Tuttavia, generalmente, la realtà si rivela molto diversa da quanto pronosticato nella visione di Fritz Lang. La Berlino di oggi non è diventata un’altra Metropolis; di conseguenza, la capitale tedesca non è una Megalopoli Informe, ma al contrario, ‘è economicamente e socialmente meno divisa di quanto non lo era nel 1927’1415.
9 (cfr. cap. 2.3).
10
Longatti A., Disegni di Sant’Elia, Banca popolare di Lecco, Lecco, 1984. p.10.
11
(cfr. cap. 2.3).
12 (…) an allmost religious pursuit. Neumann D., Film Architecture From Metropolis to Blade Runner, Prestel,
Munich, New York, 1999. p.98.
13
Metropolis is the vision of the German city of the future Thomas M., Architectures of illusion, From Motion Picture to Navigable Interactive Environments, Intellect Books, Bristol, 2003. p.83.
14 Cornea C., Science fiction cinema between fantasy and reality, Edinburgh University Press, Edinburgh, 2007.
p.25. 15
This rappresentations are made in period of political instability, hyperinflation, economic depression ecc. ‘’Metropolis can therefore be seen as an exaggeration of a known world.’’ Ivi, p.18.
107
4.3
Things To Come
Anno di produzione: 1936
Categoria: Città Neotecnica, Città Biotecnica Città Modello: Londra (qui Everytown) Anno di rappresentazione: 2036
Diretto da William Cameron Menzies il film Things to Come è una visionaria rappresentazione di società umana e del suo evolversi nel futuro, presso la città di Everytown simboleggiante la capitale Inglese.
La storia di Things to Come è conosciuta per aver prognosticato la seconda guerra mondiale16. Il film inizia con i preparativi dei cittadini per il natale del 1940. Gli abitanti della città eterna ignorano i segni della guerra imminente, il conflitto infine, scoppia alla vigilia del Natale del 1940. Il mondo travolto dai combattimenti non riesce a rialzarsi per decenni fino al momento in cui nasce una civiltà socialista altamente tecnologizzata, volta a porre fine ai conflitti distruttivi. Infine viene costruita una nuova Everytown del futuro, gli enormi machinari scavano una gigantesca galleria sotterranea, preparando il posto alla costruzione della città sotterranea dell’avvenire. Si presenta una struttura urbana gigantesca e visionaria, somigliante a un formicaio:
Before our very eyes, Everytown is transformed from twentieth-century postwar rubble to twenty-first-century gleaming metropolis17.
È una Città Neotecnica molto avanzata tecnologicamente, la visione della Everytown in futuro è caratterizzata da un design premonitorio:
(…) large flat television screens as modern digital tv sets then green planes of the land above the city that is placed underground, resembling the shopping precincts of today18.
Non mancarono tuttavia le critiche alla scenografia all’audace struttura della metropoli futura del La vita futura:
Things to Come’s vision of future civilization consist of beehive cities built into monster excavations – whether underground or in the sides of mountains I cannot say, since the photography at this point becomes very trick. The point is that the cities lie somewhere out of the sun, which according to one of
the wise men is a poor thing at best, shining down there or in there, wherever it is, the people of the
16 Ivi, p.18.
17
Albrecht D., Designing Dreams: Modern Architecture in the Movies, Harper and Row, New York, 1986., p.163.
18
Cornea C., Science fiction cinema between fantasy and reality, Edinburgh University Press, Edinburgh, 2007. p.18.
108
future manufacture their own light ray as we do our central heat; and bask athletically in glass houses… Try as I did to think otherwise, I could only think that living in an electric ice box, you on
your tray and I on mine. The whole picture was for me intolerably prosy and grotesquely unconvincing. I was confirmed in a former suspicion, namely, that the future is the dullest subject on
earth (van Doren 1936)19.
L’architettura del film, disegnata dallo scenografo ungherese Vincent Korda20
, era molto all’avanguardia nel 1936, e ancor oggi sorprende per il suo carattere avveniristico. Negli anni in cui venne prodotto il film, non esistevano delle architetture simili al mondo, le forme futuristiche di Things to Come hanno superato il proprio tempo trovando forme analoghe, solo a cominciare dalla fine degli anni ’60, con le costruzioni neofuturiste[39]. È probabile che il set visionario del film abbia influenzato gli ulteriori sviluppi dell’architettura:
The architectural vocabulary of Things to Come was an uncanny foreshadowing of the style of the hotels designed by architect and developer John Portman three decaes later21[39].
[Fig.39], A sinistra: CFR sotterranea Biotecnica di Things to Come (1936); al centro: l’interno di Hyatt Embarcadero di John Calvin Portman, (San Francisco 1973)22; a destra: Renaissance Center (John Calvin Portman, Detroit, 1972)23.
Il set della futura Everytown ha influenzato anche visioni cinematografiche ulteriori, il funzionamento e la struttura di Everytown instaura molte analogie con il più recente City of
19 Neumann D., Film Architecture From Metropolis to Blade Runner, Prestel, Munich, New York, 1999. p.120. 20
Scenografo ungherese si è ispirato dalle idee formali di Le Corbusier esposte nel Verso una Architettura.
21
Albrecht D., Designing Dreams: Modern Architecture in the Movies, Harper and Row, New York, 1986. p.164.
22
Immagine disponibile su https://en.wikipedia.org/wiki/Renaissance_Center#/media/File:RenCeninterior.jpg consultato il 24/10/2015.
23
Immagine disponibile su
https://en.wikipedia.org/wiki/John_C._Portman,_Jr.#/media/File:Embarcadero_Hyatt_Atrium.JPG consultato il 24/10/2015.
109
Domes del film Logan’s Run (1976). L’Everytown è stata disegnata come l’antidoto al problema della congestione, tipica della Città Neotecnica.
Sono notevoli: gli alberi piantati sulle futuristiche terazze, il verde diffuso all’interno delle strutture, i veicoli che si muovono silenziosamente all’interno dei tubi sottovuoto, tutti elementi tipici della Città Biotecnica24.
Everytown (…) is a cityof ultramodern architecture, with trees on terrasses, glass, plexiglass and steel, oval forms (…)25
.
Tuttavia risulta difficile decidere se la Everytown è una Città Biotecnica poiché la tecnologia rappresentata nel film risulta molto ambigua. Non ci viene spiegato che tipo di energia viene impiegato, né se l’inquinamento è solo un vago ricordo di un lontano passato. Guardando il film, possiamo solo intuire lo stato effettivo delle cose, o meglio, non sappiamo se ciò che vediamo è la visione prototipo di una città eco sostenibile.
La Everytown di Things to Come è dunque una Città Neotecnica, con alcune caratteristiche della Città Biotecnica. La struttura urbana non si integra con la natura, si sottrae ad essa e, senza alterarla, viene costruita sottoterra.
A higher phase of civilization than the present, where there is greater wealth, finer order, higher efficiency. Human affairs in that more organized world will not always be hurried, they will not be crowded, there will be more leisure, more dignity. The rush and jumble and strain of contemporary life due to the uncontrolled effects of mechanism are not to be raised to the nth power. On the contary,
they are to be eliminated. Things, structures, in general, will be great, yes, but they will not be monstrous26.
4.4
Blade Runner
24 (cfr. cap. 3.3.6). 25Neumann D., Film Architecture From Metropolis to Blade Runner, Prestel, Munich, New York, 1999. p.118.
110
Anno di produzione: 1982
Categoria: Gigantismo Informe, Insensata Città Industriale Città Modello: Los Angeles
Anno di rappresentazione: 201927
Durante i prossimi 20-30 anni Los Angeles diventerà una gigantesca, ipertrofica megalopoli. La popolazione si accrescerà notevolmente e gli androidi, comunemente chiamati replicanti, verranno inviati su altri pianeti. Quest’ultimi verranno prodotti e usati come forza lavoro nelle colonie. Tale visione del futuro viene annunciata dal famoso film Blade Runner del regista americano Ridley Scott. Il film ci racconta la storia di uno degli agenti speciali Blade Runner, specializzato nel dare la caccia ai replicanti che fuggono dalle fabbriche, dalle miniere delle colonie e si insediano illegalmente sulla terra. I replicanti sono talmente avanzati tecnologicamente che risulta molto difficile distinguerli dalle persone vere.
La popolazione della futura Los Angeles (dell’anno 2019) è molto eterogenea e nonostante ciò è accomunata da un destino simile: tutti gli abitanti sono imprigionati nella Megalopoli Informe, sopraffatta dal disordine e inquinamento. I più ricchi abitanti fuggono sugli altri pianeti abitabili28, analogamente a come al giorno d’oggi il ricco della metropoli fugge in periferia verde e tranquilla, lontano dal caos, spazzatura, ipertrofia soffocante, traffico e rumore. Pertanto risulta che il ‘quadro dell’architettura non fosse caotico abbastanza, un labirinto di fili del telegrafo, di pali del tram, di ponti ferroviari, di strutture sopraelevate, di avvisi réclame completano il disordine visivo29’. Inoltre, ‘Le industrie
attossicano materialmente l’aria o le acque senza possibilità di rimedio30’. Le ultime due frasi
citate da Lewis Mumford sono volte a descrivere l’Insensata città industriale; è sorprendente quanto esse, scritte un secolo fa, per descrivere un tipo di città esistente da quasi due secoli, sembrano estremamente adatte a descrivere la situazione e carattere della metropoli immaginaria del 2019. Infatti è Dietrich Neumann a dare una descrizione simile della Los Angeles del film:
A key concept for the design of the city’s architecture was that of ‘’retrofitting’’ or ‘’layering’’ – the continuous repair and adaptation to changing needs, which lead to the compelling imagery o
27
Los Angeles of 2019, which has long been abandoned (…) Neumann D., Film Architecture From Metropolis to Blade Runner, Prestel, Munich, New York, 1999. p.150.
28
Los Angeles (…) has long been abandoned by the wealthy middle class for a better life on other planets and seems to be inhabited mostly by outcasts and criminals (…) Neumann D., Film Architecture From Metropolis to Blade Runner, Prestel, Munich, New York, 1999. p.150.
29
Mumford L., La cultura delle città, Edizioni di Comunità, Milano, 1954. p.190.
111
buildings covered by webs of pipes, ducts, and thechnological debris (…)there is acid rain and constant darkness31.
Questa nuova città non assomiglia molto alla Los Angeles odierna, a soli quattro anni dalla data in cui è ambientato il film. Oggi, la Los Angeles è una delle più grandi metropoli statunitensi con più di 13 milioni di abitanti, è una città ricca, affascinante e ordinata. Grazie alla forza lavoro crescente, i flussi migratori provenienti dall’intero globo, la metropoli statunitense cresce e si espande di continuo, al contrario della ormai satura e degradata città di Blade Runner. La Los Angeles di Blade Runner, potrebbe assomigliare di più alle odierne megalopoli ipertrofiche, come per esempio Shenzhen. La visione del futuro di Ridley Scott, risulta molto lontana dalla Los Angeles che possiamo vedere oggi.
Le architetture di Blade Runner sono ispirate da vari film di fantascienza precedenti, incluso Metropolis32, del quale sono state prese in prestito forme volte a mostrare il carattere monumentale della metropoli ipertrofica, come per esempio il già citato in precedenza Office Headquarters inspirato alla Nuova Torre di Babele di Metropolis33[40].
[Fig.40], A sinistra: Nuova Torre di Babele nel film Metropolis (1927); a destra: Pollice Office Headquarters, Blade Runner (1989).
Los Angeles del 2019 mostra tante delle caratteristiche dell’Insensata città industriale34, come l’abbassamento di qualità di vita a causa: dell’inquinamento causato
31
Wheale N., The Postmodern Arts: An Introductory Reader, Routledge, Londra, 1995. pg.107.
32
(cfr. cap. 2.3) e (cfr. cap. 3.3.4).
33
The largest and most impressive model, comparable to the ‘’Stadtkrone’’ tower in Metropolis, was the seven-hundred-story headquarters of the Tyrell Corporation, the intergalactic manufacturer of replicants and artificial wildlife (…) Neumann D., Film Architecture From Metropolis to Blade Runner, Prestel, Munich, New York, 1999. p.47.
112
dall’industrie, della mancanza di luce naturale, del degrado sociale e dell’evidente problema dei rifiuti. Nello stesso tempo la città di Blade Runner è una megalopoli del Gigantismo Informe35 di 90 milioni abitanti36, essa si mostra dinanzi ai nostri occhi con i suoi grattaceli e le torri di forme composte e irregolari che sorgono un poco ovunque in maniera disordinata. Le strade mai rette non portano da nessuna parte, ad ogni angolo si intravedono: bancarelle dei negozi addossati ai palazzi, insegne pubblicitarie, fili e cavi che completano il disordine in cui sembrano vivere perlopiù delinquenti.
Blade Runner ‘depicts a road we’re heading down now – class separation, the growing gulf between rich and poor, the population explosion – and it offers no solutions’37.
4.5
Total Recall
Anno di produzione: 2012
Categoria: Gigantismo Informe, Città Neotecnica.
35 (cfr. cap. 3.3.7).
36
He and his conceptual designer speculated that, in a city of 90 million people (…) Neumann D., Film Architecture From Metropolis to Blade Runner, Prestel, Munich, New York, 1999. p.44.
113
Città Modello: Londra e le metropoli del continente australiano. Anno di rappresentazione: Seconda metà del XXI secolo.
Total Recall (2012) è un remake del film di Paul Verhoeven Total Recall del 1990. L’esempio può risultare interessante in quanto CFR la cui struttura ricalca molto il famosissimo e già descritto Metropolis (1927). Questo esempio ci mostra come le visioni del futuro prodotte nel passato, echeggiano durante intero secolo, lasciando le proprie tracce un poco ovunque. Nel film sono rappresentate due metropoli collegate da un unico mezzo di comunicazione, un tunnel. Una delle due è la città degli operai (la Colonia), che lavorano per fornire di beni e di energia la città ‘sovrastante’: la Londra del futuro (rappresentata dall’Unione Federale di Britannia). Come nel caso di Metropolis, anche qui sono presenti due donne antitetiche: l’eroina (Maria nel film Metropolis) che guida il protagonista e l’intera Colonia38 alla rivoluzione; e l’antieroina, moglie del protagonista (Maria-Robot nel film Metropolis), che invece ostacola la ribellione. Nel film, come anche in Metropolis è importante il tema della polarizzazione sociale, qui finiscono le similitudini dell’opera di Fritz Lang con Totall Recall (2012), che tra l’altro ha raccolto pessime recensioni39.
La città di Colonia è una metropoli del Gigantismo Informe che somiglia, stilisticamente alle Megalopoli est-asiatiche, mentre strutturalmente alla Kowoolon Walled City di Hong Kong e ai progetti di Arata Isozaki delle città sospese in aria4041[7-8]. Il progetto di Isozaki venne originalmente dedicato alla città di Tokio, per risolvere il problema del rapido incremento del caos urbano della metropoli Giapponese, ma la sua realizzazione più riuscita sembra essere il set del film Total Recall (2012):
megastruttural forest of towers supporting an interconnected urban environment hovering above the chaos of the existing city. In contrast to the utopian schemes of Kenzo Tange’s42.
La città dell’Unione Federale di Britannia invece, è una ricca megalopoli che assomiglia molto più al neotecnico panorama della futura, pulita e supermoderna Washington del film Minority Report (Stati Uniti, 2002)43, la città si sviluppa su diversi livelli di strade magnetiche, colme di futuristiche macchine veloci. Entrambi i centri urbani mostrati nel film
38
(cfr. cap. 2.3).
39
IMDB.com, Inc, 2015, www.imbd.com.
40
(cfr. cap. 2.3).
41 Ivi. 42
Oshima K.T., Isozaki A, Arata Isozaki, Ken Tadashi Oshima, Phaidon Press Limited, New York, Londra, 2009., p.36.
114
hanno in comune il problema del sovraffollamento, nessun o poco spazio viene lasciato alla natura, ciò risulta tipico delle Città Neotecniche e ancor più di Gigantismo Informe. Le metropoli di Total Recall (2012) sono anche un caso di Città cinta di mura44, nel film non vengono mostrate le strutture difensive, ma siamo informati che tutta la popolazione mondiale si rifugia nell’Unione Federale di Britannia e nella Colonia, dovuto all’abbandono del inabitabile, degradato mondo esterno.
Le città future di Total Recall (2012) mostrano molteplici influenze, nonostante alcuni loro aspetti sembrano poco probabili, la visione è molto spettacolare, esteticamente piacevole e stimolante:
Today the effors of modern film architects stand not only as a model of creative confluence of the artistic disciplines, but as a challenge waiting to be taken on by their successors, the future
generations of designers of dreams45.
44
(cfr. cap. 3.3.2).