1
Indice
Introduzione……….1
Sezione 1 - Il collezionismo a Lucca: considerazioni generali………5
Cap. 1. Le quadrerie nei resoconti di viaggio e nella letteratura
guidistica locale……….6
Cap. 2. Considerazioni sulla formazione delle quadrerie lucchesi
del Sei-Settecento……….31
2.1 I Pubblici Banditori………38
2.2 La conoscenza delle quadrerie attraverso gli inventari
legali……….41
Sezione 2 - Uno sguardo mirato: i casi delle Collezioni Buonvisi,
Mansi e Conti………54
Cap. 1. La quadreria di Palazzo Buonvisi………..55
Cap. 2. La quadreria di Palazzo Mansi………..64
Cap. 3. La quadreria di Palazzo Conti………78
Sezione 3 - Dentro le mura. Gli artisti lucchesi nelle collezioni
cittadine……….97
Cap. 1. I pittori lucchesi nelle collezioni private………..98
Cap. 2. Il Cinquecento………102
2.1 - Lorenzo Zacchia………..102
2
Cap. 3. Il Seicento………108
3.1 - Paolo Guidotti………..108
3.2 - Paolo Biancucci………...114
3.3 - Pietro Paolini………...118
3.4 - Pietro Ricchi……….143
3.5 - Pietro Testa………..150
3.6 - Girolamo Scaglia……….155
3.7 - Simone del Tintore………...161
3.8 - Giovanni Marracci………..165
3.9 - Antonio Franchi………174
3.10 - Giovanni Coli e Filippo Gherardi……….182
3.11 - Francesco del Tintore………196
Cap. 4. Il Settecento………200
4.1 - Domenico Brugieri………200
4.2 - Francesco Gibertoni………203
4.3 - Giovan Domenico Lombardi………207
4.4 - Gaetano Vetturali……….216
4.5 - Pompeo Girolamo Batoni……….220
4.6 - Giuseppe Antonio Luchi………...230
4.7 - Lorenzo Castellotti………...236
4.8 - Giovan Domenico Paladini……….242
4.9 - Padre Francesco Carlini……….244
Illustrazioni……….246
Appendice Documentaria………441
Bibliografia……….530
Fonti Manoscritte……….543
3
Introduzione
In questo lavoro, che si articola in tre distinte sezioni, mi sono occupato di alcune questioni relative al collezionismo lucchese tra Seicento e, soprattutto, Settecento. Nella prima sezione, ho cercato di ricostruire le testimonianze storiche riguardanti la conoscenza delle quadrerie nobiliari lucchesi, basandomi in primis sulle numerose testimonianze dei viaggiatori e grand-tourists stranieri (Nicolas Audebert, Michel Eyquem de Montaigne, Montesquieu, Georg Christoph Martini ed altri) giunti in Italia dal Cinquecento in poi allo scopo di conoscere e studiare le bellezze dei luoghi e dell’arte, che scelsero Lucca come una delle tappe del loro percorso, sia sulle notizie offerte dalle guide della città pubblicate tra l’Ottocento (Tommaso Trenta, Antonio Mazzarosa, Enrico Ridolfi) e il secolo scorso (Isa Belli Barsali). Ho poi allargato il quadro sviluppando alcune considerazioni relative alle motivazioni ed agli orientamenti di gusto che stanno alla base della formazione di una quadreria, ponendo attenzione alla scelta dei dipinti e alla loro distribuzione nelle pareti. Questi due aspetti possono essere ricostruiti attraverso la consultazione degli inventari, visto che la maggior parte delle collezioni è stata alienata tra Otto e Novecento a seguito dell’abolizione dell’istituzione fedecommissaria e del declino economico delle antiche famiglie nobiliari. Molti degli inventari che ho consultato sono stati redatti dai Pubblici Banditori e Stimatori della Repubblica nell’occasione di divisioni ereditarie, vendite all’incanto e fallimenti. Per questo motivo ho ritenuto opportuno fornire alcune indicazioni sull’origine e la funzione di questa specifica magistratura dai cui atti, conservati presso l’Archivio di Stato di Lucca, si ricavano indicazioni fondamentali sul collezionismo lucchese in età moderna. Riguardo quest’ultimo, mi è parso utile illustrare le origini e le fasi di costituzione di tre delle più importanti raccolte esistenti a Lucca, quelle dei Buonvisi, dei Mansi e dei Conti. In questa sezione, la seconda del lavoro, ho potuto utilizzare i risultati degli studi che, a partire dai contributi di Haskell, sono stati via via compiuti. Così facendo ho cercato di fornire di un contenuto più specifico le indicazioni, a carattere più generale, che ho formulato nella parte precedente.
4
Nella terza sezione ho raccolto le indicazioni ricavate dalla lettura di un numero consistente di inventari, in parte pubblicati (anche se non sempre integralmente), in parte inediti. Riguardo a questi ultimi, li ho rintracciati effettuando una ricerca a largo raggio nel fondo archivistico dei Pubblici Banditori, al quale ho fatto cenno più sopra. Ho compiuto questo lavoro nell’intenzione di redigere una sorta di censimento dei nomi degli artisti lucchesi, attivi tra il Cinquecento e il Settecento, citati nella documentazione. Mi interessava difatti quantificare le presenze di ciascuno di essi allo scopo di intendere in che modo i lucchesi pensavano alla loro specifica tradizione figurativa. Ho raccolto i risultati di questa indagine dedicando a ciascun artista un singolo capitolo nel quale, dopo aver fornito una veloce rassegna delle indicazioni che si ricavano dalle fonti e dall’antica letteratura artistica, ho inserito in ordine cronologico le informazioni che ho recuperato consultando gli inventari. Questo lavoro di verifica e di confronto si è esteso coinvolgendo naturalmente la bibliografia più recente ad essi relativa. Così facendo mi è stato possibile avanzare, in alcuni casi, ipotesi di identificazione delle opere oppure introdurre precisazioni sulle loro vicende collezionistiche.