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Musica. Musica registrata. e tecnica. by satw 1/22

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Academic year: 2022

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by satw 1/22

TechnoScope

Musica e tecnica Musica

Musica registrata

Fin dal Medioevo esistono strumenti musicali meccanici in grado di ripro- durre autonomamente e automatica- mente una melodia. Ma è solo a par- tire dall’Ottocento che i suoni vengono registrati per poi essere ri- prodotti. All’inizio fu il

fonografo,

inventato nel 1877 da Thomas Edi- son. Seguendo le oscillazioni sonore, una puntina incideva una traccia on- dulata su un cilindro. Riportando la puntina nella posizione iniziale del solco e girando la manovella si pote- vano ascoltare i suoni registrati. Leg- germente smorzati, ma comunque con un effetto sensazionale.

La riproduzione del suono migliorò decisamente con il grammofono. Un piatto rotondo sostituiva il cilindro del fonografo: il disco. La nascita del

grammofono

nel 1887 si deve a Emil Berliner, inventore tedesco emi- grato negli Stati Uniti. Anche sul disco del grammofono i suoni erano incisi come solchi a spirale e venivano ri- prodotti attraverso un megafono, con una buona resa di ascolto. I primi dischi erano realizza-

ti in gommalacca – una resina naturale di consistenza dura,

prodotta da un insetto, la cocciniglia della lacca. Estremamente fragili, ave- vano costi esorbitanti. Le cose cam- biarono con l’avvento dei primi dischi in polivinilcloruro. I bassi costi di pro- duzione favorirono la diffusione dei dischi in PVC in tutto il mondo dalla metà degli anni Cinquanta.

Nel 1979 i

compact disc (CD)

iniziarono la conquista del mercato musicale. Rispetto al disco in vinile, il CD non è un supporto audio, bensì un supporto dati. Le oscillazioni so- nore vengono convertite in una serie di zeri e uno, e memorizzate come traccia a spirale su un disco di plasti- ca. Un raggio laser scannerizza la traccia convertendola in suono. Ma da metà anni Novanta la musica si memorizza

come file MP3.

La

sigla si riferisce a un formato di file in cui un file musicale viene compresso fino a circa un decimo delle sue di- mensioni originali. L’MP3 ha avuto un impatto enorme sull’industria di- scografica: grazie a questa tecnolo- gia un piccolo disco rigido può con- tenere fino a 1000 canzoni e brani musicali, che si possono trasmettere tramite Internet.

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«C'est le ton qui fait la musique», recita un vecchio adagio francese. Infatti la musica è composta da toni, che si formano con le oscillazioni che si propagano nell’aria sotto forma di onde. Esattamente come le spirali che si creano quando lanciamo un sasso in acqua. I toni sono dunque onde sonore meccaniche.

L’orecchio umano li percepisce perché fanno vibrare il timpano.

Con il supporto della tecnica oggi è possibile convertire queste onde sonore, o analoghi segnali audio, in segnali digitali, memorizzarli, elaborarli, mixarli o dotarli di particolari effetti.

Digitale significa che le informazioni relative ai toni vengono convertite in valori numerici prima di essere memorizzate. In fase di riproduzione avviene il processo contrario: affinché sia possibile l’ascolto tramite un altoparlante o le cuffie, i segnali digitali devono venire riconvertiti in segnali analogici.

Tutti gli strumenti musicali producono onde sonore: nella chitarra le corde vibrano quando vengono pizzicate, nel violino quando l’archetto le sfiora, nel pianoforte premendo un qualsiasi tasto si attiva un martelletto che batte sulla corda che fa vibrare il timpano.

La musica è composta da toni, cioè da molteplici onde sonore prodotte da strumenti (o suoni).

Le hit dalla camera Le hit dalla camera

La digitalizzazione ha cambiato radicalmente la produzione musicale. Prima, produrre un disco comportava costi ingenti. I grandi studi di registrazione come gli Abbey Road Studios (Beatles, Pink Floyd, ma anche la colonna sonora della saga di Harry Potter) o gli Hansa Tonsstudios (Iggy Pop, Nick Cave) di Berlino, entrati nella leggenda, hanno rivoluzionato le tecniche di registrazione grazie agli imponenti mezzi tecnologi- ci di cui disponevano. Ma sempre più spesso la musica che incontra lo spirito del tempo esce dai piccoli studi di home recording grazie alle tante opportunità offerte dal computer e ai prezzi in calo delle apparecchiature di tecnica del suono. Che da tempo non si tratti più solo di una nicchia riservata agli amatori lo dimostra l’esempio di Billie Eilish, che ha registrato le sue prime hit nella camera del fratello. Bastano un computer ad alte prestazioni e un buon microfono, un’interfaccia audio collegata al computer che converte i segnali analogici in segnali digitali. Due monitor nearfield, ossia altopar- lanti da studio, che riproducono i toni il più fedelmente possibile, a cui va aggiunto un cosiddetto subwoofer per mixare i sound elettronici.

Avete voglia di registrare, elaborare e remixare i suoni per conto vostro? O di imparare come si crea il cinema da ascolto, cioè come si registra un radiodramma? Equipag- giato con ogni sorta di strumenti musicali, microfoni e tecnologie all’avanguardia, il Fahrendes Tonstudio, uno studio di registrazione itinerante, in un batter d’occhio trasforma ogni aula scolastica in uno studio di registra- zione perfettamente attrezzato. Perché non condividere questa esperienza con i vostri insegnanti?

Ma potete anche creare da soli il vostro personalissimo mondo di suoni: AUDIYOU Kids aiuta a registrare un testo radiofonico. Il sito web offre consigli ed esercizi, suoni e sot- tofondi musicali, oltre alle istruzioni per registrare, tagliare e mixare i toni. E per attrezzare uno studio a regola d’arte.

Le hit dalla camera

Le hit dalla camera

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Musica e tecnica: una è ricca di pathos e sentimento e cambia continuamente stato d’animo. L’altra è oggettiva e impersonale e insiste sulle regole, ma sa anche trovare soluzioni pratiche per tutti i problemi, o quasi. Non sono fatte l’una per l’altra ma spesso possono fare grandi cose insieme. Le riflessioni di un musicologo e di un artista di musica computerizzata su questa strana coppia.

Quasi migliori amici Quasi migliori amici

L’arte è

l’interpretazione delle regole.

Anche il pianoforte è uno strumento tecnico – esattamente

come il computer.

Victor Ravizza,

musicologo e docente

presso l’Università di Berna.

Felix Bänteli,

artista e mediatore artistico, organizza workshop di meccatronica

in un’interfaccia tra arte e tecnica.

Per scaricare Sonic Pi: https://sonic-pi.net/

I n t e r v i e w

Quasi migliori amici Quasi migliori amici

Technoscope: Come si relaziona- no tra loro tecnologia e musica classica?

Victor Ravizza: Chi studia uno strumento al conservatorio naturalmente deve conoscere e comprenderne anche gli aspetti tecnici. Inoltre deve padroneg- giare la tecnica esecutiva. Non è un caso se tra i grandi musicisti ce ne sono molti particolarmente dotati sotto il profilo tecnico. Ma ciò che conta veramente nella musica è l’interpretazione. È lì che comincia l’arte.

Un’arte in grado di cogliere e preservare la tecnica.

Esatto. Le registrazioni dei con- certi oggi possono essere talmen- te perfette sotto l’aspetto tecnico che chi le ascolta praticamente non nota nessuna differenza rispetto a un’esibizione dal vivo.

Eppure anche nelle migliori regi- strazioni manca qualcosa: riman- gono sempre uguali. Quel legge- ro formicolio che percepisco ogni volta durante un concerto, qui è completamente assente. A un

Technoscope: Fare musica con il computer – come funziona?

Felix Bänteli: Ad esempio con Sonic Pi, un software open source che si può scaricare gratuitamente ed è compatibile con tutti i sistemi operativi. Sonic Pi trasforma il com- puter in un sintetizzatore. In uno strumento musicale che produce suoni con la tensione elettrica. Allo stesso tempo il computer diventa anche un apparecchio di registrazione, un dispositivo che permette di registrare, riprodurre, remixare o sovrapporre i sample (mash-up). Il bello di Sonic Pi è che da solo combina tutte queste funzioni.

Per riuscirci bisogna essere un genio dell’informatica?

Assolutamente no. Certo, Sonic Pi è anche un linguaggio di programmazione. Chi fa musica con il software impara anche a pro- grammare. Ma è stato sviluppato apposita- mente per le scuole: l’utente viene guidato passo dopo passo nel processo di apprendi- mento. Funziona anche da soli davanti allo schermo a casa.

La musica riguarda anche la creatività, le emozioni. Come può ricrearle una macchina?

Anche il pianoforte in fondo è solo uno strumento tecnico. Ha dei tasti che si devono

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I n t e r v i e w

concerto aspetto con trepidazio- ne il momento in cui il pianista o la violinista affronta questo o quel passaggio. Assistere a questa interpretazione dal vivo in una sala da concerto è sempre un’esperienza coinvolgente. Le registrazioni invece, anche le migliori, rimangono statiche, qualcosa di inanimato.

Il computer renderà superflui gli strumenti musicali?

Non nella musica classica, che ha bisogno del respiro dei solisti, della loro personalissima scrit- tura. La musica classica è scritta per gli strumenti, è fissata sullo spartito. Ogni concerto rende viva la musica grazie all’ensemble tra i diversi artisti e artiste.

premere per produrre i suoni. Esattamente come la tastiera del computer. Il meccanismo è diverso, ma il fatto che esista un legame con le emozioni e la creatività, dipende da noi. Dal valore che diamo a questo strumen- to e da come sfruttiamo le possibilità che ci offre. Ciò che in quanto artista apprezzo particolarmente di Sonic Pi è poter rendere visibile a tutti in tempo reale sul palcosce- nico il codice su cui sto lavorando, con il supporto di un proiettore. Grazie a questo live coding il pubblico può seguire e capire come nasce la musica computerizzata.

La musica computerizzata quindi può essere considerata a pieno titolo «vera» musica?

Le musiciste e i musicisti lavorano con i mezzi più disparati, provano, sperimentano.

Musica techno, hip-hop, musica classica sin- fonica: non farei nessuna separazione. L’ap- proccio alla musica può anche essere diverso, ma resta comunque il fatto che la musica è sempre cultura. Inoltre è bello anche lo scambio a cui un programma open source come Sonic Pi riesce a dare vita: attorno al software si è sviluppata una community creativa internazionale, che si scambia codici e track e, insieme, esplora le affascinanti

opportunità che offre la musica elettronica.

Link utili

Potrai trovare maggiori informazioni sulle professioni e sui percorsi formativi sul sito svizzero dell’orientamento:

orientamento.ch/professioni; orientamento.ch/formazioni; orientamento.ch/studi Il bassista della band che suonerà si presen- terà con una serie di pedali che daranno al suono del suo basso elettrico un’identità personale. I primi pedalini distorsori sono stati inventati da persone che avevano principalmente due interessi: l’elettrotec- nica e la musica. Il passaggio dall’analogico al digitale ha quindi permesso ad ingegne- ri informatici, elettronici, elettrotecnici o a fisici e matematici di partecipare alla conti- nua evoluzione tecnologica che ci consente oggi di suonare, registrare, campionare, sintetizzare, ascoltare… insomma: di vive- re la musica. Grazie agli ultimi sviluppi nel campo dell’intelligenza artificiale, in parti- colare del machine learning, con un’appli- cazione installata sul loro smartphone, gli spettatori potranno registrare una sequen- za di concerto e identificare in pochi secon- di il nome della band e il titolo del brano.

Come vedi le possibilità sono innumerevoli e troverai sicuramente la tua strada.

«Non dire mai che i sogni sono inutili perché inutile è la vita di chi non sa sognare» diceva Jim Morrison. Il primo consiglio, Rasmus, è perciò di continuare a coltivare la tua passio- ne, indipendentemente da quella che potrà essere la tua scelta formativa e professiona- le. Il mondo della musica non si avvale però solo di docenti e performer, ci sono una moltitudine di profili professionali con com- petenze variegate uniti dal medesimo inte- resse. Proviamo ad immaginare un grande concerto!

Sarebbe impossibile realizzarlo senza opera- tori di palcoscenico ed elettronici multime- diali. Qualcuno di loro potrebbe aver prose- guito la formazione per diventare tecnico del suono ed occuparsi della regia monito- rando il soundcheck, provvedendo alla regi- strazione dell’evento e al mixaggio dei brani grazie a software sviluppati da ingegneri informatici.

Sono un grande appassionato di musica. Suono il basso elettrico e mi piacerebbe vivere di musica grazie alla mia band, ma è solo un sogno... Vorrei però che la musica facesse parte del mio futuro professionale, ma non mi vedo fare il conservatorio né il docente. Quali altre vie formative esistono? Rasmus, 15 anni

Tullio Ramelli

Orientatore scolastico e professionale (e musicista amatoriale)

Scelta degli

studi e del lavoro

? !

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1 2 3 2 1 7

4 4

5

6 8

9

- +

=

: :

Emozioni da un lato, freddi calcoli dall’altro:

cosa c’entra la musica con la matematica? La risposta è semplice: c’entra, eccome! La mu- sica si può descrivere con i numeri e ha sem- pre qualcosa a che fare con le proporzioni tra le cifre. Numeri nella musica? Ma certo!

Da un lato abbiamo il tempo, che fa sì che un brano segua uno schema che si può contare con la massima precisione: quattro tempi durano esattamente il doppio rispetto a due tempi. Anche le note hanno una durata pre- cisa: esiste la nota, la minima (1/2), la semi-

minima (1/4), la croma (1/8), la semicroma (1/16). Inoltre anche gli intervalli tra i singoli toni si possono esprimere in numeri: nell’ot- tava (la classica sequenza Do-Re-Mi-Fa-So- La-Si-Do delle lezioni di musica), il tono su- periore vibra sempre con frequenza doppia rispetto al tono inferiore, pertanto il rappor- to di frequenza tra i due toni è 2:1. Non vo- gliamo rendere la cosa troppo complicata, ma un fatto è certo: tutto ciò che ascoltiamo si può descrivere con una funzione matema- tica. E ciò che risuona armoniosamente nelle nostre orecchie spesso corrisponde a model- li matematici.

La musica

sa anche

fare i calcoli 7

4

: 8

Ludwig van Computer

La Decima Sinfonia di Ludwig van Beethoven è nota anche come l’«In- compiuta» perché il grande compositore morì prima di riuscire a por- tare a termine la sua ultima opera. Ci ha pensato un computer suppor- tato dall’Intelligenza Artificiale (IA) a ultimare l’opera del Maestro.

Con il termine «intelligenza artificiale» si definiscono i programmi informatici in grado di eseguire autonomamente determinati compi- ti. Un team di esperti musicali e informatici ha inserito nel computer tutti i dati possibili su Beethoven. Ricavando le informazioni dalle numerose sinfonie, sonate per pianoforte e dai quartetti d’archi, il computer ha «assimilato» la straordinaria scrittura del compositore, la cui genialità stava proprio nel non attenersi sempre alle regole. Il programma ha quindi elaborato le possibili varianti per completare la Decima Sinfonia, di cui esiste solo una prima stesura. Il team di esperti ha poi selezionato le più rappresentative tra tutte le varianti e le ha reinserite nel sistema. Dai dati così rielaborati il computer ha ricavato, rigo per rigo, ulteriori varianti.

Il 9 ottobre 2021, quasi 195 anni dopo la morte di Beethoven, Bonn ha ospitato la premiere dell’ultima sinfonia del grande compositore. Un esperimento sulla collaborazione tra uomo e macchina a cavallo tra arte e scienza che ha suscitato il plauso generale.

Per ascoltare un estratto su Youtube:

www.youtube.com/watch?v=LjFkfQqOU-Q

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«La musica esprime ciò che non può essere detto e su cui è impossibile rimanere in silenzio»,

scrisse Victor Hugo. L’intuizione dello scrittore francese oggi è confermata dalla ricerca sul cervello.

Deve essere stata una scena piuttosto insolita: è notte, sia- mo in una stanza d’ospedale, circondati da una miriade di apparecchiature tecniche, lampade riscaldanti e respiratori artificiali accanto a box di plastica trasparenti. E proprio al centro, un uomo in camice bianco seduto su una sedia suo- na il violoncello. Come mai? Perché Harald Schachinger, responsabile del reparto prematuri di un ospedale di Berli- no, ha scoperto che la musica fa bene ai minuscoli pazienti:

battito cardiaco e respirazione si normalizzano e aumentano le probabilità di sopravvivenza.

Suoni (più e meno) tranquillizzanti

Che la musica influisca sul nostro stato d’ani- mo non è un segreto. Una melodia allegra ci rende di buonumore e accelera i nostri passi, mentre una musica triste ci fa venire le lacri- me agli occhi. Non è un caso se nei centri commerciali viene trasmesso un gradevole sottofondo musicale con cui i commercianti intendono stimolare il buonumore (in altre parole, favorire la propensione agli ac- quisti) della clientela.

A quanto pare, la musica è un lin- guaggio privo di vocaboli che accomuna la maggior parte degli esseri umani. Sono le conclusioni a cui è

giunta anche la ricerca sul cervello, che ha di- mostrato che l’ascolto della musica attiva pro- cessi complicati (e non ancora del tutto chiariti) nel nostro cervello. La musica che percepiamo come bella stimola tra l’altro la produzione di dopamina, l’ormone della felicità, e abbassa i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. Un prin- cipio di cui si è appropriata anche la medicina:

quando i pazienti non possono (più) venire aiutati con le parole – in caso di Alzhei-

mer, depressione, insonnia o auti- smo – la musicoterapia può ave- re un effetto consolatorio,

calmante e rilassante, se non addirittura allevia-

re il dolore.

Suoni (più e meno) tranquillizzanti

Amelie, Mentee

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Hai domande o suggerimenti per il team Technoscope?

Scrivici! technoscope@satw.ch

I rumori si propagano nell’aria sotto forma di onde sonore. L’intensità acustica, dunque il livello sonoro, si può misurare e

viene espressa in decibel.

La soglia di udibilità, ovvero il valore al di sotto del quale l’orecchio umano non è in grado di percepire alcun rumore, è pari a 0 decibel (dB): un respiro o una piuma che cade a terra.

In discoteca il livello di intensità acu

stica (fino a 110 dB) è lo stesso di quello prodotto da un m

artello pneu

matico o da una sega circolare.

Il fruscio delle fogl

ie o il ronzio di una

zanzara a

rrivano a 10 dB.

Una norm

ale conve

rsazione varia da 4

0 a 50 dB, un neona

to che strilla o una m

oto possono arrivare a 80 dB.

Un rum

ore persistente

superiore a 85 dB pro

voca stress. E 130 dB – il rumore del decollo di

un caccia a reazione

– corrisponde a

lla nostra soglia di dolore. In q

uesto caso è ra ccoman

dabile tapparsi le orecchie perché già dopo pochi

minuti si rischi ano da

nni permanen

ti all’udito.

Colophon

SATW Technoscope 01/22 | Gennaio 2022 | www.satw.ch/technoscope

Idea e redazione: Ester Elices | Collaboratori di redazione: Christine D’Anna-Huber |

Graf ica: Andy Braun | Foto: Adobe Stock, Victor Ravizza, Felix Bänteli | Foto di copertina: Adobe Stock | Traduzione: Ars Linguae | Stampa: Egger AG

Abbonamento gratuito e ordini supplementari

SATW | St. Annagasse 18 | CH-8001 Zurigo | technoscope@satw.ch | Tel +41 44 226 50 11 Il prossimo Technoscope uscirà nell’aprile 2022 sul tema «Droni»

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