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Teatro Verdi Gorizia Mercoledì 12 feb. Angela Finocchiaro in veste inedita con Ho perso il filo

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Academic year: 2022

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Teatro Verdi Gorizia Mercoledì 12 feb. Angela Finocchiaro in veste inedita con “Ho perso il filo”

Una commedia, una danza, un gioco, una festa: tutto questo è Ho perso il filo, lo spettacolo del cartellone Eventi Smile in scena mercoledì 12 alle 20.45 al Teatro Verdi di Gorizia. Protagonista sarà Angela Finocchiaro, in una versione decisamente inedita. Attrice comica tra le più apprezzate del p a n o r a m a t e l e v i s i v o , c i n e m a t o g r a f i c o e t e a t r a l e italiano, sfodererà tutta la sua voglia di mettersi in g i o c o , m e t t e n d o s i a l l a p r o v a i n m o d o s o r p r e n d e n t e con linguaggi espressivi mai affrontati prima, per raccontare con la sua stralunata comicità

foto Paolo Galletta

e ironia un’avventura straordinaria, emozionante e divertente al tempo stesso: quella di un’eroina pasticciona e

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anticonvenzionale che parte per un viaggio, si perde, tentenna ma poi combatte fino all’ultimo il suo spaventoso Minotauro.

Oggi Angela Finocchiaro è Teseo, il mitico eroe che si infila nei meandri del Labirinto per combattere il terribile Minotauro. Una volta entrata nel Labirinto, però, niente va come previsto. Viene assalita da strane Creature, un misto tra acrobati, danzatori e spiriti dispettosi, che la circondano, la disarmano, la frullano e tagliano il filo che le assicura la via del ritorno. Disorientata, isolata, impaurita, scopre di essere finita in un luogo magico ed eccentrico, un Labirinto, che si esprime con scritte e disegni: ora che ha perso il filo, il Labirinto le lancia un gioco, allegro e crudele per farglielo ritrovare.

Mileva, il debutto di Ksenija Martinovic al Teatro San Giorgio a Udine

Dopo Diario di una casalinga serba, opera prima di Ksenija Martinovic, il CSS Teatro stabile di innovazione del FVG sostiene ora Mileva, una produzione risultato di un percorso di un anno di lavoro creativo che ha iniziato a svilupparsi come ricerca nel corso di una delle Residenze artistiche per le arti performative a Villa Manin del Progetto Dialoghi.

Mileva nasce attorno all’enigmatica personalità di Mileva Maric. Ideato e creato da Ksenija Martinovic, attrice e autrice di Belgrado da molti anni attiva in Italia e da lei interpretato assieme all’attore e danzatore Mattia Cason.

L’invisibile presenza di una donna, una matematica e fisica serba, un tracciato biografico disseminato da indizi che ne

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suggeriscono il ruolo fondamentale nello sviluppo della teoria della relatività e del lavoro di Albert Einstein – di cui fu prima moglie – e un amore in cui tutto “è relativo”.

Un’attrice/ricercatrice naviga sul web per raccogliere uno dopo l’altro frammenti di una storia a lungo taciuta. Una biografia ricostruita come un puzzle a cui mancano molte tessere. La biografia, l’ennesima, di una scienziata la cui intelligenza e le cui scoperte sono state messe in secondo piano, quasi occultate, a vantaggio di un collega uomo.

Ma cosa pensare se lo scienziato in questione è la mente più geniale del XX secolo, Albert Einstein, e lei, la donna scienziata, è Mileva Maric, la sua prima moglie, ma anche la prima donna ammessa al corso di fisica al Politecnico di Zurigo? Spazio, tempo e gravità diventano metafore di un amore e delle sue ombre.

Avvolta nelle riflessioni che negano e minimizzano i risultati ottenuti dal genere femminile nella storia, l’attrice ⁄ ricercatrice viene ripetutamente interrotta da una presenza maschile che rende sempre più difficile il compito della ricerca. Un tessuto sonoro creato dal performer, a poco a poco, conduce la protagonista laddove inizialmente pareva rifiutarsi di andare, in quel luogo della memoria dove le ragioni della sua ricerca sembrano intrecciarsi con l’esistenza tragica di Mileva Maric, in una paradossale quanto dolorosa immedesimazione.

Mileva ha debuttato in prima assoluta ieri sera. Oggi e domani si replica alle ore 21 e domenica 9 febbraio alle ore 19 al Teatro S. Giorgio di Udine per la Stagione Teatro Contatto 38.

mtr

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La Prosa curiosa 30 anni Teatro Miela Una “stagione”

nella stagione.

In prossimità del trentesimo compleanno del Teatro Miela, Bonawentura rilancia la sua “Prosa Curiosa” con una piccola serie di spettacoli teatrali raffinati e allo stesso tempo popolari. Il teatro come opportunità di svago e di conoscenza, dove nello stesso allestimento, si possono trovare oltre a linguaggi diversi, classici elaborati, poesia, stand up, storie di truffe e industriali

illuminati. Un piccolo filo rosso lega tre racconti, quello d i O l i v e t t i , d i Z a n u s s i e B r o v e d a n i e d e l l e l o r o industrie, ma altre connessioni legano gli spettacoli tra loro.

Paolo Rossi presenterà, in anteprima nazionale, “Il comandante delle cause perse” nuovo progetto che spazia dall’Iliade alla Jannacceide, il premio Ubu 2018 Gianfranco Berardinei giorni precedenti al nuovo spettacolo “I figli della frettolosa”

terrà al Teatro Miela, assieme a Gabriella Casolari, un laboratorio per formare il coro d e l l o s p e t t a c o l o , A n t o n i o Cornacchione racconterà la vera s t o r i a d e l l ’ i m p r e n d i t o r e Olivetti parallelamente con la s u a e s p e r i e n z a d i r e t t a d i impiegato in azienda.

Antonello Taurino (spettacolo di apertura della rassegna) ci svelerà lo scherzo del secolo sul presunto ritrovamento delle opere di Modigliani del 1984. I Papu con il loro “Si fa presto

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a dire elettrodomestico” parleranno di Zanussi, e del rapporto azienda territorio nella vicina Pordenone.

E poi ancora le storie di Aida Talliente con “Il Vangelo delle Beatitudini”, uno spettacolo ispirato a storie spesso dimenticate una delle quali dedicata a Don Mario Vatta e alla sua comunità di San Martino al campo a Trieste.

E infine Osiride Brovedani (produzione Bonawentura), ovvero la storia del signor “Fissan” e della sua azienda nata in una palazzina del rione di San Giacomo. La Prosa Curiosa appunto, e curiosando nel ridottino del Teatro troveremo ancora altri piccoli spettacoli da camera con reading come Barbablu e lo Zeno stand up di Stefano Dongetti. La curiosità è ciò che accomuna i protagonisti della nostra stagione nella stagione.

Artisti legati al Teatro Miela per affinità e visione che, con la loro disponibilità, hanno contribuito a creare di un intenso cartellone in un teatro “Instabile” giunto a questo importante traguardo.

I biglietti per gli spettacoli sono disponibili in prevendita c/o biglietteria del teatro Miela (tel. 0403477672) tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00 oppure su vivaticket.

Segnaliamo che è disponibile una riduzione under 30 per festeggiare i 30 anni del teatro.

Una speciale PROMOZIONE a € 32,00 è riservata a chi acquisterà entro il 10 aprile 4 spettacoli a scelta all’interno della rassegna.

Per maggiori info: www.miela.it

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Al via la rassegna TOO SHORT TO WAIT – da domani al 9 feb.

a Torino: per il 19° GLOCAL FILM FESTIVAL

TOO SHORT TO WAIT

a n t e p r i m a S p a z i o P i e m o n t e : : 1 9 ° Glocal Film Festival

6

9 febbraio 2020

::

Il Movie (via Cagliari 40/e – Tor ino)

Primo giorno di proiezioni :: giovedì 6 febbraio 2020

Giovedì 6 febbraio si apre la quattro-giorni di proiezioni di TOO SHORT TO WAIT – anteprima Spazio Piemonte, rassegna dedicata ai cortometraggi piemontesi e prima fase della 19ª edizione del Glocal Film Festival che si terrà dal 12 al 16 marzo 2020 al Cinema Massimo MNC.

Fino a domenica 9 saranno 103 i cortometraggi che si alterneranno sul grande schermo della sala Il Movie di via Cagliari 40/e a Torino, di

c u i 9 4 i n S P A Z I O

PIEMONTE – sezione competitiva riservata alle opere piemontesi sotto i 30

’ realizzate nel 2019 e 9 in TORINO FACTORY – contest di video teaser per filmmaker under 30.

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Anthropocene LOL_dei NERDO

In programma non mancano anche quest’anno gli appuntamenti CORSI CORTI.

PICCOLE STORIE DI CINEMA, incontri che porteranno in sala – ogni giorno in apertura delle proiezioni serali – diverse tipologie di professionisti affermati nel campo del cinema e dell’audiovisivo per condividere la p r o p r i a e s p e r i e n z a e v i s i o n e , s v e l a r e a n e d d o t i e c o n s i g l i di insider esperti, a coloro che vogliono seguire questo percorso artistico e lavorativo.

Il primo ‘corso corto’ – giovedì 6 ore 21.30 – è con il collettivo NERDO, studio creativo e di animazione torinese dall’esperienza decennale riconosciuta a livello internazionale con premi come Promax, Bassawards, The Motion Awards e che ha li ha visti lavorare per brand tra cui Google, Nike, RAI, Sky, Mediaset, MTV. Daniele Gavatorta, Executive Creative Director & Partner, presenterà i corti Beer, libera interpretazione della poesia Beer di Bukowski, che ha riscosso grande successo ed è stato tra i finalisti del Festival di Annecy 2016; Relationshapes, nove brevissime insta-stories che uniscono libertà d’espressione e sperimentazione da ogni membro del team Nerdo; e l’ultimo Anthropocene, LOL, che affronta un tema attuale – la crisi climatica – e passa in rassegna tutti i disastri in corso per concludere con l’inevitabile apocalisse che, però, risulta tale soltanto per il genere umano.

La rassegna di cinema breve prende il via già dal mattino con una doppia proiezione mattutina, alle 9.30 e alle 11.30, che vede in programma i 28 cortometraggi realizzati dagli studenti di scuole medie e superiori di diverse cittadine del Piemonte (Buttigliera Alta, Carignano, Omegna, Rosta, Torino e Torre Pellice). Un’incredibile partecipazione, sintomo di una familiarità sempre più spiccata tra i giovani nell’uso del linguaggio audiovisivo reso accessibile dai mezzi digitali, che diventano anche un

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modo per affrontare temi delicati come l’educazione sessuale, il bullismo, il cyberbullismo e l’integrazione. In programma anche il corto fuori concorso Booktrailer Lanterna magica, realizzato dagli alunni dell’Istituto Romolo Zerboni di Torino.

Relationshapes_ dei NERDO

Alle 19.30, in calendario il blocco DOC con Il Fotografo di Vanchiglia del torinese Maurizio Orlandi, che racconta la storia del fotografo Giovanni Ghija e della sua famiglia, conosciuti da sempre nel quartiere come i fotografi storici di Vanchiglia-Vanchiglietta; Le valli della Salamandra di Lanza di Marco Tessaro, girato sulle Alpi Cozie, tra Italia e Francia, che mostra l’ambiente di montagna dove vive un anfibio poco conosciuto presente esclusivamente in queste valli, la Salamandra di Lanza; Passaggi di Beppe Leonetti, selezionato al 37° TFF e finanziato dallo Short Film Fund di Film Commission Torino Piemonte, unisce le vite di padre e figlio; e Storie Invisibili. La resilienza nei campi profughi palestinesi in Libano di Andrea Tomasetto, girato a Beirut con il giornalista Luca Rolandi, è un viaggio all’interno dei Campi Profughi Palestinesi in Libano, per scoprirne le vite, le persone, le vicende, mettendo sotto i riflettori, in primo luogo, non i problemi, ma le soluzioni.

A l l a p r e s e n t a z i o n e d e i N E R D O p e r C o r s i C o r t i d e l l e 2 1 . 3 0 , segue ART&CARTOON con, tra gli altri, 3 corti di affermati

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animatori: X.Y.U. di Donato Sansone, un piano sequenza in cui parti umane mutano nel gioco di una continua trasformazione fisica e spaziale; Sono un Poeta, Cara di Vincenzo Gioanola, che illustra ironicamente una delle prime poesie di Guido Catalano; Corkscrewed di Massimo Ottoni, storia di un corteggiamento, premiato ai festival Farm Film, Cinanima, Cartoon Club, Oaxaca film fest e Lund fantastik film fest.

Insieme a questi anche 5 corti degli studenti del CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia – Animazione anch’essi degni di svariati festival internazionali: Coscienza Pulita di Francesco Corrado, Sara Binetti, Francesca De Toni, Simone Stassano; Maga Wanda di Jacopo Martinello, Domenico Acito, Giulia Auditore, Andrea Parisella, Marta Treccani; Pilgrim di Matteo Ricci, Andrea Berardi; The King Dom di Marco Raffaelli, Elena Sorrentino, Giacomo Bianchi, Melania Campanaro e Whatever Happened To Darwin di Sara Crippa, Leonardo Altieri, Giulia Manna, Maria Nocerino.

Il pubblico in sala avrà la possibilità di votare i corti preferiti e 5 di questi entreranno a far parte della rosa dei 20 che approderanno a marzo al Glocal, insieme ai 15 corti selezionati dalle curatrici Chiara Pellegrini e Roberta Pozza. Tutti i corti che accederanno alla sezione competitiva Spazio Piemonte gareggeranno per il PREMIO TORÈT Miglior Cortometraggio (1.500 €), il Premio ODS – Miglior Attore, Premio ODS – Miglior Attrice e Miglior Corto d’Animazione assegnati dalla giuria di professionisti del campo, oltre ai premi speciali dei partner Cinemaitaliano.info, Scuola Holden, Machiavelli Music, Seeyousound International Music Film Festival – Premio Vecosell Miglior Videoclip, il Premio Miglior Corto Scuole e il Premio del Pubblico.

:: TIMELINE GLOCAL FILM FESTIVAL 2020 ::

6 – 9 febbraio 2020, Sala Il Movie, TOO SHORT TO WAIT

12 – 16 marzo 2020, Cinema Massimo MNC, GLOCAL FILM FESTIVAL

14 – 15 marzo 2020, CSC Animazione, MASTERCLASS Disegnare il cinema con GIUSEPPE LIOTTI

TOO SHORT TO WAIT :: anteprima Spazio Piemonte :: Glocal Film Festival

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6 – 9 febbraio 2020 :: Il Movie (via Cagliari 40/e – Torino)

Ingresso 5 € / Ridotto 3 € under12 / gratuito per i soci Piemonte Movie INFO: www.piemontemovie.com – [email protected] – 328.845.82.81 facebook.com/PiemonteMoviegLocal – twitter.com/piemontemovie

AD OCCHI CHIUSI in scena dal 6 al 9 febbraio al Teatro TRAM

Dal 6 al 9 febbraio al Teatro TRAM Andrea Fiorillo sarà protagonista in “Ad occhi chiusi”, scritto e diretto da Luca Pizzurro. Un monologo denso di suspense che racconta una verità terribile ed affronta un tema sempre più attuale e scottante.

Luca Pizzurro, regista e autore romano, ha elaborato e messo in scena per la prima volta lo spettacolo dieci anni fa ma la tematica, che si scopre solo alla fine, è ancora una delle più discusse dall’opinione pubblica.

AD OCCHI CHIUSI” è un testo in cui l’autore, immedesimandosi nella psiche di un “carnefice”, ne porta in scena pensieri, soliloqui, immaginazioni.

Ci troviamo di fronte ad un punto di vista scomodo, insolito, destabilizzante: l’autore segue i pensieri di uno strano personaggio, che compie le sue

“azioni” in nome dell’amore.

Sulla scena ritroviamo un uomo affascinante, che ci

apre le porte della sua casa romana, regalandoci il

piacere di sentire l’odore del caffè appena fatto,

dell’ascolto di buona musica e del fascino di un

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libro di cui non sapremo mai il titolo.

Dietro questa rassicurante apparenza, però, si nasconde una verità terribile ed inaccettabile per la società: ma non per lui che, “ad occhi chiusi”, commette i suoi crimini dettati e reiterati da una coerente visione dell’amore.

È uno spettacolo che si snoda lentamente con molta suspense e molte aspettative e attese da parte dello spettatore per rivelare alla fine una verità indicibile.

Date e orari

da giovedì 6 a domenica 9 febbraio 20120

giovedì e venerdì: ore 21.00 – sabato: ore 19.00 – domenica: ore 18.00

Prezzi

intero: € 12,00 | under 26 e Web: € 10,00

Luca Pizzurro studia al DAMS a cui unisce un

percorsoformativo che lo mette in contatto con le

tecniche recitative di maestri delteatro come

Eugenio Barba, Jerzy Grotowsky, Dario Fo. Dal 1993

inizia unabrillante e intensa carriera di autore,

regista e attore che lo vede nei teatrinazionali ed

europei, nonché in produzioni televisive al fianco

di importantiregisti e attori italiani, tra i quali

Arnoldo Foà, Giancarlo Sepe, WalterManfrè, Luigi De

Filippo, Monica Guerritore. Dal 1995 è fondatore e

direttoredella Compagnia Teatrale “Viaggi&Miraggi”,

e dal 2008 ha ingestione la conduzione e la

Direzione Artistica del Teatro del Torrino di

R o m a i n i z i a n d o c o s ì u n a r i c c a a t t i v i t à d i

programmazione, progettazione e produzioneteatrale

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per bambini, ragazzi e adulti e una intensa attività di formazioneteatrale per tutte le fasce d’età. Tra i premi: con”Salmocinquantacinqueversodiciotto” ha vinto nel 2001 il primo premiocome migliore spettacolo del Festival del Teatro Classico di Altamura (BA) e ilpremio come miglior adattamento da Teatro Classico del Concorso CarolaFornasini-E.T.I., Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico; on

“FuoriSede” ha vinto nel 2013 il primo premio come miglior spettacolo delConcorso Teatro Giovani indetto dall’AGIS; con “L.P. Nome e Cognome”ha vinto nel 2015 il Premio Internazionale di drammaturgia

“Lago Gerundo” diMilano; con “Je m’en fous” ha vinto nel 2016 il Premio Fersen alla Regia –Milano; con

“Charlie Chaplin a Man’s Story” ha vinto nel 2017 il PremioL’Italia dei Visionari – Cantù e il terzo posto del Premio Internazionale didrammaturgia Lago Gerundo Milano.

Andrea Fiorillo si è formato presso il Teatro Sancarluccio di Napoli dove, sotto la direzione a r t i s t i c a d i B i a n c a M a s t r o m i n i c o e P i n a Cipriani, ha studiato dal 1 9 9 4 a l 1 9 9 9 , p e r p o i entrare in compagnia come attore professionista. Ha lavorato con Julia Varley dell’Odin Teatret presso il T e a t r o M e r c a d a n t e d i Napoli, ha preso parte alla Mobile Academy a Berlino, sotto la direzione di Chen Shi Zheng, Qian Yi e Jossi Wieler, ed ha studiato Commedia Dell’Arte con Ferruccio Soleri.

Premiato nel 2003 come attore emergente ha lavorato

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in teatro tra gli altri con Bianca Mastrominico, Franco Zaccaro, Manuele Morgese, Ugo Gregoretti, Nadia Baldi e Luca Pizzurro. Ha prestato più volte il suo volto al cinema ed alla televisione accanto a registi come i fratelli Taviani e Maurizio Scaparro.

Recita spesso in lingua inglese e si divide tra Napoli, Roma e Madrid, dove ha in serbo progetti futuri.

Gabriella Galbiati

GRADO: Il POLIFONICO DI RUDA con BEAUTIFUL THAT WAY tra musica sacra e colonne sonore di film

Beautiful that way è il suggestivo titolo che il Coro Polifonico di Ruda ha voluto

dare al concerto che il Circuito ERT ospiterà, fuori abbonamento, all’Auditorium Biagio Marin di

Grado sabato 8 febbraio alle 20.45. Il coro a voci pari maschili diretto da Fabiana Noro

sarà accompagnato dal violoncello di Antonio Merici, dal pianoforte di Ferdinando Mussutto

e dalle percussioni di Gabriele Rampogna. Il concerto vera replicato venerdì 28 febbraio al

Teatro Lavaroni di Artegna.

Beautiful that way è un intrigante percorso artistico tra conosciute composizioni di musica da

film e belle pagine di musica sacra per coro maschile. Il

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programma della serata propone, tra gli

altri, pezzi popolari come Madonie e Guerra, tratti da Canti Rocciosi di Giovanni Sollima

nell’adattamento di Ferdinando Mussutto, la Suite for Vajont di Remo Anzovino, titoli celebri

come Halleluja di Leonard Cohen, 1492 di Vangelis e Gladiator di Hans Zimmer, oltre al brano

che dà il titolo al concerto: Beautiful that way di Nicola Piovani, arrangiato da Alessandro

Cadario.

Fondato nel 1945, il Coro Polifonico di Ruda ha cantato in tutto il mondo con concerti di

prestigio in Russia, America del Nord e del Sud, Asia e in tutta Europa. Custode della tradizione

musicale friulana, il coro maschile collabora con le principali orchestre italiane per particolari

progetti sinfonico-corali, pubblica la collana ‘Organi e tradizioni organarie in Friuli Venezia Giulia’

ed ha all’attivo una ventina di cd e partecipazioni a importanti trasmissioni radio e televisive.

Fabiana Noro dirige il Polifonico di Ruda dal 2003 e, oltre ai numerosi premi ottenuti con la

corale della Bassa Friulana, svolge un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero come

pianista di cantanti di fama internazionale, fra cui Bonaldo Giaiotti, Alfredo Mariotti, Vincenzo

Bello, Lella Cuberli e numerosi altri. È stata Maestro collaboratore di numerosi corsi di

perfezionamento per cantanti lirici e ha ricevuto i premi Moret d’aur (il più prestigioso premio

del Friuli-Venezia Giulia assegnato da una giuria di giornalisti e critici musicali) e Segno donna

Come detto, il concerto è presentato fuori abbonamento al costo di 10 euro (biglietti

interi) e 8 euro (ridotti e abbonati alle stagioni del Circuito ERT). Maggiori informazioni al

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sito www.ertfvg.it e chiamando la Biblioteca Falco Marin di Grado (0431 82630).

Pasolini: in mostra a Casarsa le opere dell’illustratore del NewYorker dedicate a Versuta da sabato 8 febbraio

O r a d i q u e l t e m p o m i s e m b r a t u t t o perfetto”: così diceva Pasolini dei giorni in cui, nel Casèl in mezzo ai campi di Versuta, si riuniva il piccolo gruppo di alunni dell’Academiuta di lenga furlana, la scuola fondata dal poeta nel borgo alle porte di Casarsa dove si era rifugiato con la madre nell’ottobre del 1944, per restarvi fino al 1947, tra i bombardamenti degli ultimi fuochi del conflitto e i primi timidi passi del Dopoguerra.

E proprio ai luoghi pasoliniani di Versuta, testimoni della gioventù di Pier Paolo e ispirazione di molte sue intense pagine, è dedicata la mostra che apre nel 2020 le attività del Centro Studi Pasolini di Casarsa, grazie all’omaggio che a questo luogo, così carico di ricordi e significati, rese l’artista Mario Micossi. “Ju pai ciamps di Versuta. Incisioni, graffiti e disegni sui luoghi di Pasolini” è il titolo dell’esposizione che s’inaugura sabato 8 febbraio alle 17.30 a Casarsa in Casa Colùs a cura di Gianfranco Ellero, grazie alla disponibilità di Elena e Anna Micossi, appassionate custodi

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dell’eredità dello zio, con il sostegno del Comune cittadino e della Regione Friuli Venezia Giulia.

Nato ad Artegna nel 1926, Micossi fu pittore ed incisore di fama internazionale, le cui opere sono oggi esposte in gallerie e musei di Vienna, New

York, Berlino, Tokyo, Boston, Chicago e San Francisco. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Roma, si trasferì fino al 1955 a New York, dove ottenne l a r g a f a m a a n c h e g r a z i e a disegni e litografie realizzati per la celebre rivista ‘’The New Y o r k e r ’ ’ . I l s u o p u n t o d i

riferimento rimase sempre il paesaggio friulano, chel’artista continuò a ricreare per tutta la sua vita, ispirando tra l’altro alcune delle prose e poesie giovanili di Pasolini.

Nel 1994, inseguendo la prospettiva dell’arco delle Alpi Giulie, Micossi capitò quasi per caso a Versuta, in una trasparente giornata d’inverno: “Una rivelazione! È da qui che il profilo completo di quel meraviglioso capriccio geologico, che sono le Giulie, appare in tutto il suo splendore”. Nel corso di diversi mesi egli frequentò quei luoghi, cui Pasolini aveva legato i suoi anni di gioventù, realizzando disegni a matita, graffiti e piccoli acquerelli in formato cartolina, alcuni dei quali furono pubblicati l’anno seguente nel volume Ciasarsa San Zuan Vilasil Versuta, curato già allora da Gianfranco Ellero per la Società Filologica Friulana.

Ora alcune di queste opere resteranno in mostra fino all’8 marzo nelle sale del Centro Studi un tempo dimora della madre di Pasolini: le vedute della chiesetta trecentesca di Sant’Antonio abate, i filari di gelsi, le vigne e i campi di granturco palpitano nel tocco sapiente dell’artista, riportando l’eco dei giorni felici del poeta legati alla nascita dell’Academiuta. Della piccola scuola di Versuta

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fondata nel 1945 cade infatti nel 2020 la ricorrenza dei 75 anni, cui sarà dedicato dal Centro Studi un ricco calendario di iniziative che, a partire proprio da questa esposizione, metteranno al centro l’importante anniversario pasoliniano.

Info: www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it

Lambrusco & Champagne, alla Casa delle Storie di Reggio Emilia sabato 8 febbraio alle ore 21

Francesco Benozzo e Fabio Bonvicini coinvolgeranno il pubblico in una divertente presentazione-concerto proposta nell’ambito del progetto SHOW – SaveHumanityOpenWor(l)d, a cura del Teatro dell’Orsa.

Come a un medico dei matti venne in mente di fare del lambrusco il vino dell’Emilia: questo il suggestivo sottotitolo di Lambrusco & Champagne, libro a cura di Francesco Benozzo e Fabio Bonvicini che i due autori- musicisti (arpe e canto il primo, flauti, organetto e canto il secondo) presenteranno, in forma di un coinvolgente spettacolo-concerto, sabato 8 febbraio alle ore 21 alla Casa delle Storie di Reggio Emilia nell’ambito della rassegna SHOW a cura del Teatro dell’Orsa.

La serata costituirà la prima presentazione a Reggio Emilia del volume, pubblicato nel 2020 da Corsiero Editore.

«A metà dell’Ottocento, in una terra d’Emilia che anche i quadri dei pittori coevi ci mostrano caratterizzata da paesaggi in cui le zone selvose si intrecciano a quelli delle estese e antiche piantate dei

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vigneti, Antonio Galloni, l’illuminato direttore dell’Istituto San Lazzaro –uno dei maggiori manicomi italiani dell’epoca–, avanza alla Società agraria reggiana la suggestiva proposta di fare del lambrusco il vino della regione, con lo scopo di ottenere un prodotto adatto all’esportazione» raccontano i due autori «Nella sua idea visionaria, oltre ad arginare il crescente numero di persone affette da pazzia a causa di un eccessivo consumo di vini di diverse varietà, questa operazione dovrebbe creare una bevanda alcolica in grado di competere con i pregiati vini d’Oltralpe».

Francesco Benozzo

Francesco Benozzo insegna Filologia romanza all’Università di Bologna.

Poeta e musicista (arpa celtica), ha all’attivo diverse centinaia di pubblicazioni nell’ambito della filologia medievale, dell’etnofilologia, della preistoria delle lingue d’Europa e dell’origine del linguaggio.

Come cantautore e arpista ha pubblicato undici album prodotti tra Italia, Gran Bretagna e Danimarca.

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Fabio Bonvicini

Fabio Bonvicini insegna Lettere all’Istituto agrario Zanelli. Unisce all’attività di docente quella di musicista e ricercatore delle tradizioni musicali emiliane. Dirige il coro “Al tursèin” di Nonantola e suona diversi strumenti popolari in vari gruppi musicali. Con Corsiero editore, in coppia con Gianluca Magnani, ha pubblicato nel 2016 il fortunato libro/cd Albero bell’albero e altre storie dedicato al canto tradizionale per l’infanzia, ormai giunto alla quarta edizione

Benozzo e Bonvicini hanno realizzato insieme i cd Libertà l’è morta, Ponte del diavolo e Un requiem laico.

La Casa delle Storie si trova in via Sergio Beretti 24/D, Quartiere Gattaglio, Reggio Emilia.

I n f o s u l p r o g e t t o S H O W :

http://www.teatrodellorsa.com/progetti-speciali/show-save-humanity-open-w orld/.

Prenotazioni: [email protected], 351 5482101.

Michele Pascarella Ufficio stampa Teatro dell’Orsa 346 4076164 michelepascarellateat

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Maya Orfei Circo Madagascar Senigallia dal 7 all’11 febbraio

Il Maya Orfei Circo Madagascar, ha una capacità sensazionale, quella di conquistare con il suo eclettico show il pubblico, artisti circensi di elevata maestria, di rango internazionale in pista. Il grande complesso circense dal 7 all’11 febbraio è a Senigallia in via Raffaello Sanzio, per continuare il suo tour di successo.

In programma i seguenti spettacoli: venerdì 7 febbraio ore 17.30 e 20.30; sabato 8 febbraio ore 15.30 e 18.00; domenica 9 febbraio ore 15.30 e ore 18.00; lunedì 10 ore 17.30 e ore 20.30; martedì 11 febbraio spettacolo unico ore 17.30.

Stupore incantevole, coreografie s f a r z o s e d i l u c i e c o l o r i , acrobati, equilibristi, clown, contorsionisti, giocolieri, antipodisti, addestratori in s i m b i o s i c o n i l o r o a m a t i animali, ecco il Maya Orfei Circo Madagascar. Una favola da vivere intensamente, attraverso lo charme del presentatore, Dario De Felice, che con il suo stile dialettico, illustrerà le numerose attrazioni internazionali e pluripremiate: l’Alta Scuola di Equitazione dell’audace Tamara Bizzarro, Daniele Martini con la sua maestosa cavalleria; Tyron Colombaioni, autore di comic sketch, giocoliere e ventriloquo in pista, con il suo goliardico coniglio Bunny; forti emozioni e carica di adrenalina con l’attrazione del globo della morte del team Lucena Extreme dei motociclisti spericolati Junior & Kevin;

l’addestratore Giorgio Piazza con il suo avvincente numero in gabbia con tigri, leoni e il suo felino doc il leone bianco Artù; l’affascinante Stefany Stojcic alle cinghie aeree;

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Massimo Martini e il suo team di animali esotici che si rinnova nella coreografia: cammelli, zebre, la simpatica e cordiale giraffa, il goloso ippopotamo e l’imponente elefante ed ancora lama, watussi e struzzi. Bellezza artistica e massima agilità, con l’antipodismo di Frida Sambiase e il numero di verticali e contorsionismo di Nicole e Kimberly Martini. Tradizione circense ed innovazione, non poteva mancare l’ultima attrazione

targata USA, dall’America l’auto Transformer amata da grandi e piccini ed ancora tante altre sorprese da scoprire

esclusivamente sotto lo chapiteau.

Inoltre la domenica mattina, dalle ore 10:00 alle ore 13:00, è possibile visitare il grande Zoo viaggiante. Una squadra al completo quella del Maya Orfei Circo Madagascar, pronto a segnare goal, nel cuore del suo amato pubblico.

Per ulteriori informazioni e promo, è possibile consultare le pagine web: www.madagascarcircus.it www.mayaorfei.it

dal 5 febbraio JEZABEL dal romanzo di IRENE NEMIROVSKY con ELENA GHIAUROV – al Teatro ROSSETTI DI TRIESTE

Va in scena dal 5 febbraio al Politeama Rossetti – a pochi giorni dal debutto nazionale – “Jezabel” dal romanzo di Irène Némirovsky: la complessa e antesignana figura della

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protagonista, una donna che non accetta di invecchiare, è interpretata dalla bravissima Elena Ghiaurov. Diretto da Paolo Valerio lo spettacolo replica fino a domenica 9 febbraio nel cartellone Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia”.

Scritto nel 1936 “Jezabel” di Iréne Némirovsky è un romanzo molto antesignano e per molti versi inquietante se guardato con gli occhi di oggi, per quante sono le attinenze con il nostro tempo. Diretto da Paolo Valerio, nell’adattamento di Francesco Niccolini, diviene ora uno spettacolo, con al suo centro la figura di una donna che non riesce ad accettare di invecchiare: una notevole prova d’attrice per Elena Ghiaurov.

Anche nel nostro presente sembra non esserci più posto né comprensione per la fragilità, l’imperfezione, la vecchiaia.

Ed un’attrice intelligente, sensibile, affascinante come Elena Ghiaurov si addentra in questa riflessione, incarnando un personaggio ricco di inquietanti suggestioni e di verità.

Il sipario si apre su un processo in cui la protagonista è accusata di omicidio. La donna, sessantenne ed ancora molto bella, avrebbe ucciso il proprio amante di quarant’anni più giovane. A ritroso si percorre dunque la sua vita, scoprendola capace di superare più di un matrimonio, gravi lutti, difficoltà, ma non di affrontare la paura di invecchiare, di non essere bella, di perdere la possibilità di stare al centro dell’attenzione.

È significativo che nella messinscena la danza sia una sorta di filo conduttore nella vita della protagonista, che balla da quando appare in società, appena diciottenne, fino alla fine.

«Jezabel – dice Paolo Valerio – è un romanzo crudele, umano e sublime. Il sentimento di smarrimento che ci attraversa,

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leggendo Irène Némirovsky, è l’immagine da cui sono partito per il progetto di regia. Una miriade di personaggi che entrano ed escono dalla vita di Jezabel – le donne amiche ma rivali, gli uomini, mariti e amanti, la figlia risoluta, il ricordo di una madre assente ed egoista – con Elena Ghiaurov che incarna un’eroina tragica, antica e contemporanea. Una scena che racconta oggetti che oscillano nell’incessante scorrere del tempo. E per ogni persona o cosa, l’ineluttabile paura della perdita. L’istante, come il piacere, non si può fermare. E come il teatro è evanescente, impalpabile, così Jezabel scivola nella sua vita, da un amore all’altro, nel disperato tentativo di fermare il destino. In realtà, la passione e il sangue la guidano nell’abisso dei suoi desideri.

Lo scontro è con tutti, contro tutti e contro sé stessa. E quel che rimane è una disperata solitudine, simile alla pace del cuore di una musica che si dissolve in lontananza».

Nata a Kiev nel 1903 da un banchiere ebreo, Iréne Némirovsky vive un’infanzia agiata a San Pietroburgo: a causa della Rivoluzione d’Ottobre nel 1918 fugge con la famiglia, che si trasferisce a Parigi. Trascorre lì un periodo di grande vitalità e intensità culturale: si laurea alla Sorbona a pieni voti, inizia a scrivere e a pubblicare con successo, sposa Michel Epstein, un ingegnere ebreo russo da cui ha due figlie.

Il suo romanzo d’esordio è “Le malentendu” (1926): seguono altri diciassette titoli, fra cui “Un enfant prodige”, “David Golder”, “Le bal”, “Les mouches d’automne” e scrive anche molti racconti. Forse il più noto fra i suoi lavori è la raccolta “Suite française” apparso postumo nel 2004 (dal secondo libro è stato tratto l’omonimo film diretto da Saul Dibb): un drammatico affresco del periodo della seconda guerra mondiale in Francia, che l’autrice purtroppo non riesce a completare. Viene infatti perseguitata per le leggi razziali:

fugge da Parigi, mette in salvo le figlie (che poi pubblicheranno l’opera della madre) ma né lei né il marito si salvano dalla deportazione nel 1942 ad Auschwitz, dove muoiono

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entrambi.

Iréne Nèmirovsky è una delle voci femminili più significative e originali della letteratura fra le due guerre: a causa della sua vita, toccata dalle tragedie del Novecento, la sua importanza è emersa nella sua pienezza solo negli ultimi decenni.

Alla Sala Assicurazioni Generali lo spettacolo replica alle ore 20.30 dal 5 all’8 febbraio e domenica 9 febbraio alle ore 16. Per biglietti e prenotazioni si suggerisce di rivolgersi alla Biglietteria del Politeama Rossetti, agli altri consueti punti vendita, o via internet sul sito www.ilrossetti.it.

Informazioni anche al numero del Teatro 040.3593511.

JEZABEL

dal romanzo di Irène Némirovsky adattamento di Francesco Niccolini con Elena Ghiaurov

e con Roberto Petruzzelli, Leonardo De Colle, Francesca Botti, Sara Drago,

Giulia Odetto, Jozef Gjura al piano Sabrina Reale regia Paolo Valerio

movimenti di scena Monica Codena scene Antonio Panzuto

costumi Luigi Perego

consulenza alle luci Luigi Saccomandi musiche Antonio Di Pofi

produzione Teatro Stabile di Verona – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Stabile di Napoli Teatro Nazionale

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