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MODULO B: LEZIONE 5. Riferimenti T.U D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81; Misure di Prevenzione; Valutazione del Rischio Incendio; Gestione delle Emergenze.

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(1)

MODULO B :

“LEZIONE 5”

Riferimenti T.U D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81;

Misure di Prevenzione;

Valutazione del Rischio Incendio;

Gestione delle Emergenze.

Riferimenti T.U D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81;

Misure di Prevenzione;

Valutazione del Rischio Incendio;

Gestione delle Emergenze.

(2)

Rischio Incendio

2. Nei luoghi di lavoro soggetti al presente decreto

legislativo devono essere adottate idonee misure per

prevenire gli incendi e per tutelare l’incolumità dei

lavoratori.

(3)

Rischio Incendio

• DM 26/08/1992 Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica

• DM 10/3/1998 – Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro

• DPR. 01/08/2011, n. 151 Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi

• Decreto Ministeriale 07/08/2017 regola tecnica

prevenzione incendi attività scolastiche

(4)

Rischio Incendio

Scuole a rischio incendio basso: quando vi sono

meno di 100 persone presenti, sono presenti

sostanze complessivamente a basso tasso di

infiammabilità, le condizioni locali e di esercizio

offrono scarse possibilità di sviluppo di principi di

incendio e, in caso di incendio, la possibilità di

propagazione dello stesso è da ritenersi limitata.

(5)

Rischio Incendio

Scuole a rischio incendio medio: quando il numero

persone presenti è maggiore di 100 ma inferiori a

1000 in cui sono presenti sostanze infiammabili e/o

condizioni locali e/o di esercizio che possono favorire

lo sviluppo di incendi, ma nei quali, in caso di

incendio, la probabilità di propagazione dello stesso

è da ritenersi limitata.

(6)

Rischio Incendio

Scuole a rischio incendio elevato: quando il numero

persone presenti è maggiore di 1000 in cui sono

presenti di sostanze altamente infiammabili e/o per

le condizioni locali e/o di esercizio sussistono notevoli

probabilità di sviluppo di incendi e nella fase iniziale

sussistono forti probabilità di propagazione delle

fiamme.

(7)

Rischio Incendio

In relazione al livello del rischio incendio gli addetti alla prevenzione incendi nominati dal datore di lavoro devono frequentare il corso di formazione addetti antincendio a rischio basso; a rischio medio; a rischio elevato.

Durata e contenuti sono regolati dall’Allegato IX del

D.M. 10/03/1998

(8)

Rischio Incendio

Scuole a rischio incendio basso: quando vi sono meno di 100 persone

corso di formazione addetto antincendio rischio basso

di 4 ore, senza l’obbligo di sostenere l’esame di

idoneità tecnica presso il Comando provinciale dei VVF

(9)

Rischio Incendio

Scuole a rischio incendio medio: quando il numero persone presenti è maggiore di 100 ma inferiori a 1000 ci sono due casi distinti

a) ≥100 e fino a 300 presenze contemporanee

corso di formazione addetto antincendio rischio medio

di 8 ore, senza l’obbligo di sostenere l’esame di

idoneità tecnica presso il Comando provinciale dei VVF

(10)

Rischio Incendio

Scuole a rischio incendio medio:

b) ≥300 e fino a 1.000 presenze contemporanee

corso di formazione addetto antincendio rischio medio

di 8 ore, con l’obbligo di sostenere l’esame di idoneità

tecnica presso il Comando provinciale dei VVF

(11)

Rischio Incendio

Scuole a rischio incendio elevato: quando il numero persone presenti è maggiore di 1000

corso di formazione addetto antincendio rischio elevato

di 16 ore, con l’obbligo di sostenere l’esame di idoneità

tecnica presso il Comando provinciale dei VVF

(12)

Rischio Incendio

Aggiornamento (art. 37 c 9 del D.Lgs. 81/2008)

I lavoratori incaricati dell’attività di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza devono ricevere un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico [...]

Non è ancora stato emanato uno specifico decreto che

disciplini durata e periodicità di tale aggiornamento.

(13)

Rischio Incendio

Aggiornamento (Circ. 12653-23/02/11 Direzione Centrale del Corpo dei Vigili del Fuoco)

Per far fronte alle numerose richieste di attivazione dei

corsi di aggiornamento, la Direzione Centrale del

Corpo dei Vigili del Fuoco ha emanato una circolare

valida sull'intero territorio nazionale, secondo la quale

gli aggiornamenti andrebbero ripartiti nel modo

seguente:

(14)

Rischio Incendio

Aggiornamento (Circ. 12653-23/02/11 Direzione Centrale del Corpo dei Vigili del Fuoco)

Aggiornamento rischio incendio basso: 2 ore

Aggiornamento rischio incendio medio: 5 ore

Aggiornamento rischio incendio elevato: 8 ore

(15)

Rischio Incendio

Aggiornamento (Circ. 12653-23/02/11 Direzione Centrale del Corpo dei Vigili del Fuoco)

Questa circolare non ha forza di legge, ma è

comunque un'indicazione uniforme ed univoca che

aiuta ad adempiere all'obbligo di aggiornamento

periodico stabilito dal D.Lgs. 81/2008

(16)

Rischio Incendio

Periodicità aggiornamento: La circolare del 26/01/2012 della Direzione Regionale dei Vigili del fuoco dell’Emilia Romagna in risposta ad un quesito del Comando Provinciale dei Vigili del fuoco di Forlì- Cesena, definisce che la periodicità di 3 anni possa essere adeguata, in analogia al primo soccorso, anche per la formazione in materia di prevenzione incendi.

Nella circolare viene comunque ribadita la non

sussistenza di un vincolo di legge e

conseguentemente la necessaria valutazione dal parte

del Datore di Lavoro.

(17)

Rischio Incendio

DM 10/3/1998 – Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro ALLEGATO VII INFORMAZIONE E FORMAZIONE ANTINCENDIO

7.1 - GENERALITÀ

E' obbligo del datore di lavoro fornire ai lavoratori una

adeguata informazione e formazione sui principi di base

della prevenzione incendi e sulle azioni da attuare in

presenza di un incendio.

(18)

Rischio Incendio

DM 10/3/1998 – Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro ALLEGATO VII INFORMAZIONE E FORMAZIONE ANTINCENDIO

7.2 - INFORMAZIONE ANTINCENDIO

Il datore di lavoro deve provvedere affinché ogni lavoratore riceva una adeguata informazione su:

a) rischi di incendio legati all'attività svolta;

b) rischi di incendio legati alle specifiche mansioni svolte;

c) misure di prevenzione e di protezione incendi adottate

nel luogo di lavoro [...]

(19)

Rischio Incendio

DM 10/3/1998 – Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro ALLEGATO VII INFORMAZIONE E FORMAZIONE ANTINCENDIO

d) ubicazione delle vie di uscita;

e) procedure da adottare in caso di incendio [...]

f) i nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze e pronto soccorso;

g) il nominativo del responsabile del servizio di

prevenzione e protezione dell'azienda.

(20)

Rischio Incendio

DM 26/08/1992 Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica 12 NORME DI ESERCIZIO

12.0. Deve essere predisposto un piano di emergenza e devono essere fatte prove di evacuazione, almeno due volte nel corso dell’anno scolastico.

12.1. Le vie di uscita devono essere tenute

costantemente sgombre da qualsiasi materiale.

(21)

Rischio Incendio

DM 26/08/1992 Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica 12 NORME DI ESERCIZIO

12.2. É fatto divieto di compromettere la agevole

apertura e funzionalità dei serramenti delle uscite di

sicurezza, durante i periodi di attività della scuola,

verificandone l’efficienza prima dell’inizio delle lezioni.

(22)

Rischio Incendio

DM 26/08/1992 Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica 12 NORME DI ESERCIZIO

12.3. Le attrezzature e gli impianti di sicurezza devono essere controllati periodicamente in modo da assicurarne la costante efficienza.

12.10. Il titolare dell’attività deve provvedere affinché

nel corso della gestione non vengano alterate le

condizioni di sicurezza [...]

(23)

Rischio Incendio

DM 26/08/1992 Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica - 1.2 CLASSIFICAZIONE

Le scuole vengono suddivise, in relazione alle presenze effettive contemporanee in esse prevedibili di alunni e di personale docente e non docente, nei seguenti tipi:

tipo 0: scuole con numero di presenze contemporanee fino a 100 persone;

tipo 1: scuole con numero di presenze contemporanee da 101 a 300 persone;

tipo 2: scuole con numero di presenze contemporanee da 301 a 500 persone;

tipo 3: scuole con numero di presenze contemporanee da 501 a 800 persone;

tipo 4: scuole con numero di presenze contemporanee da 801 a 1200 persone;

tipo 5: scuole con numero di presenze contemporanee oltre le 1200 persone.

(24)

Rischio Incendio

DM 26/08/1992 Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica 8 SISTEMI DI ALLARME

8.0. Generalità

Le scuole devono essere munite di un sistema di allarme in grado di avvertire gli alunni ed il personale presenti in caso di pericolo.

Il sistema di allarme deve avere caratteristiche atte a

segnalare il pericolo a tutti gli occupanti il complesso

scolastico ed il suo comando deve essere posto in

locale costantemente presidiato durante il

funzionamento della scuola.

(25)

Rischio Incendio

Il sistema di allarme può essere costituito, per le scuole di tipo 0-1-2, dallo stesso impianto a campanelli usato normalmente per la scuola, purché venga convenuto un particolare suono.

Per le scuole degli altri tipi deve essere previsto

anche un impianto di altoparlanti..

(26)

Rischio Incendio

DM 26/08/1992 Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica

5. MISURE PER L’EVACUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA 5.0. Affollamento

5.1. Capacità di deflusso 5.2. Sistema di via di uscita

5.3. Larghezza delle vie di uscita 5.4. Lunghezza delle vie di uscita

5.5. Larghezza totale delle uscite di ogni piano

5.6. Numero delle uscite

(27)

Rischio Incendio

Affollamento: Il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in:

aule: 26 persone/aula. Qualora le persone effettivamente presenti siano numericamente diverse dal valore desunto dal calcolo effettuato sulla base della densità di affollamento, l’indicazione del numero di persone deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilità del titolare dell’attività;

aree destinate a servizi: persone effettivamente presenti + 20%;

refettori e palestre: densità di affollamento pari a 0,4 pers./m2.

Capacità di deflusso: La capacità di deflusso per gli edifici scolastici deve

essere non superiore a 60 persone per modulo

(28)

Rischio Incendio

Sistema di via di uscita: Ogni scuola, deve essere provvista di un sistema organizzato di vie di uscita dimensionato in base al massimo affollamento ipotizzabile in funzione della capacità di deflusso ed essere dotata di almeno 2 uscite verso luogo sicuro.

Gli spazi frequentati dagli alunni o dal personale docente e non docente, qualora distribuiti su più piani, devono essere dotati, oltre che della scala che serve al normale afflusso, almeno di una scala di sicurezza esterna o di una scala interna a prova di fumo e resistente al fuoco.

Larghezza delle vie di uscita: La larghezza delle vie di uscita deve essere multipla del modulo di uscita e non inferiore a due moduli (m 1,20).

La misurazione della larghezza delle singole uscite va eseguita nel punto più stretto della luce. Anche le porte dei locali frequentati dagli studenti

devono avere, singolarmente, larghezza non inferiore a m 1,20.

(29)

Rischio Incendio

Lunghezza delle vie di uscita: La lunghezza delle vie di uscita deve essere non superiore a 60 metri e deve essere misurata dal luogo sicuro alla porta più vicina allo stesso di ogni locale frequentato dagli studenti o dal personale docente e non docente.

Larghezza totale delle uscite di ogni piano: La larghezza totale delle uscite di ogni piano è determinata dal rapporto fra il massimo affollamento ipotizzabile e la capacità di deflusso. Per le scuole che occupano più di tre piani fuori terra, la larghezza totale delle vie di uscita che immettono all’aperto, viene calcolata sommando il

massimo affollamento ipotizzabile di due piani consecutivi, con

riferimento a quelli aventi maggiore affollamento

(30)

Rischio Incendio

Numero delle uscite: Il numero delle uscite dai singoli piani dell’edificio non deve essere inferiore a due.

Esse vanno poste in punti ragionevolmente contrapposti.

Per ogni tipo di scuola i locali destinati ad uso collettivo (spazi per esercitazioni, spazi per l’informazione, ecc.) devono essere dotati, oltre che della normale porta di accesso, anche di almeno una uscita di larghezza non inferiore a due moduli, apribile nel senso del deflusso, con sistema a semplice spinta, che porti in luogo sicuro. Le aule didattiche devono essere servite da una porta ogni 50 persone presenti.

Le porte devono avere larghezza almeno di 1,20 ed aprirsi nel senso dell’esodo quando il numero massimo di persone presenti nell'aula sia superiore a 25 e per le aule per esercitazione dove si depositano e/o manipolano sostanze infiammabili o esplosive quando il numero di persone presenti sia superiore a 5. Le porte che si aprono verso corridoi interni di deflusso devono essere realizzate in modo da non

ridurre in larghezza utile dei corridoi stessi.

(31)

Rischio Incendio

DM 10/3/1998 – Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro

ALLEGATO III MISURE RELATIVE ALLE VIE DI USCITA IN CASO DI INCENDIO

3.1 – DEFINIZIONI 3.2 – OBIETTIVI

3.3 - CRITERI GENERALI DI SICUREZZA PER LE VIE DI USCITA 3.4 - SCELTA DELLA LUNGHEZZA DEI PERCORSI DI ESODO

3.5 - NUMERO E LARGHEZZA DELLE USCITE DI PIANO

3.6 - NUMERO E LARGHEZZA DELLE SCALE

(32)

Rischio Incendio

DM 10/3/1998 – Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro

ALLEGATO III MISURE RELATIVE ALLE VIE DI USCITA IN CASO DI INCENDIO

3.8 - MISURE PER LIMITARE LA PROPAGAZIONE DELL'INCENDIO NELLE VIE DI USCITA

3.9 - PORTE INSTALLATE LUNGO LE VIE DI USCITA 3.10 - SISTEMI DI APERTURA DELLE PORTE

3.11 - PORTE SCORREVOLI E PORTE GIREVOLI

3.12 - SEGNALETICA INDICANTE LE VIE DI USCITA 3.13 - ILLUMINAZIONE DELLE VIE DI USCITA

3.14 - DIVIETI DA OSSERVARE LUNGO LE VIE DI USCITA

(33)

Rischio Incendio

L’informazione, la formazione e l’addestramento

costituiscono efficaci strumenti di prevenzione,

elementi fondamentali per l‘attiva partecipazione da

parte di ciascun lavoratore al sistema di gestione

della salute e della sicurezza. Sono fondamentali

anche in relazione alle procedure di evacuazione.

(34)

Rischio Incendio

Oltre alle prove di evacuazione è utile prevedere momenti di informazione ed esercitazioni per i docenti e per gli alunni (le modalità dipendono dalla loro età) per memorizzare le azioni e le procedure da porre in atto quando si deve evacuare l’edificio.

• Imparare a riconoscere i segnali d’allarme

• Conoscere la segnaletica

• Conoscere i percorsi di evacuazione

• Provare i percorsi di evacuazione

(35)

Rischio Incendio

Oltre alle prove di evacuazione è utile prevedere momenti di informazione ed esercitazioni per i docenti e per gli alunni (le modalità dipendono dalla loro età) per memorizzare le azioni e le procedure da porre in atto quando si deve evacuare l’edificio.

• Imparare a riconoscere i segnali d’allarme

• Conoscere la segnaletica

• Conoscere i percorsi di evacuazione

(36)

Procedure di emergenza

PROCEDURE DI EMERGENZA

(37)

Procedure di emergenza

Gestione delle emergenze. Piano e procedure di emergenza

Responsabilità del datore di lavoro

I compiti del datore di lavoro per l’implementazione del sistema di gestione delle emergenze, in ottemperanza a quanto riportato nella Sezione VI del Titolo I del D.lgs.

81/08 e nel DM 10/03/1998, comprendono:

• il rispetto delle disposizioni generali in materia di gestione delle emergenze

• la nomina e la relativa formazione dei lavoratori addetti alla lotta antincendio e primo soccorso,

• la redazione del piano di emergenza e evacuazione

• le relative prove di esodo .

(38)

Procedure di emergenza

L’organizzazione dei necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di primo soccorso, salvataggio, lotta antincendio e gestione dell’emergenza

Gestione delle emergenze. Piano e procedure di emergenza

(39)

Procedure di emergenza

La programmazione degli interventi necessari affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave e immediato, possano cessare la loro attività, o mettersi al sicuro, abbandonando immediatamente il luogo di lavoro

Gestione delle emergenze. Piano e procedure di emergenza

(40)

Procedure di emergenza

La presenza di mezzi di estinzione idonei alla classe di incendio ed al livello di rischio presenti sul luogo di lavoro, tenendo anche conto delle particolari condizioni in cui possono essere usati.

Gestione delle emergenze. Piano e procedure di emergenza

(41)

Procedure di emergenza

La presenza di presidi di primo soccorso idonei al tipo di attività che si svolge nell’istituto

Gestione delle emergenze. Piano e procedure di emergenza

(42)

Procedure di emergenza

Il controllo e la manutenzione degli impianti e delle attrezzature antincendio e dei presidi di primo soccorso

Gestione delle emergenze. Piano e procedure di emergenza

(43)

Procedure di emergenza

Il datore di lavoro, al fine di proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori dalle conseguenze di incidenti o di emergenze, deve predisporre procedure di intervento adeguate da attuarsi al verificarsi di tali eventi.

Tale misure comprendono esercitazioni di sicurezza da effettuarsi a intervalli connessi alla tipologia di istituto e la messa a disposizione di appropriati mezzi di primo soccorso

Gestione delle emergenze. Piano e procedure di emergenza

(44)

Procedure di emergenza

Il piano di emergenza descrive le procedure di mobilitazione dei mezzi e delle persone atte a fronteggiare una determinata situazione di emergenza, attribuibile ad un evento anomalo rispetto alle condizioni ordinarie di lavoro.

Gestione delle emergenze. Piano e procedure di emergenza

(45)

Procedure di emergenza

Un piano di emergenza deve avere i seguenti elementi essenziali

Procedura di attivazione del sistema di allarme

Procedura di attivazione degli enti preposti al soccorso (VV.FF., 118, Forze di polizia, Protezione civile)

Procedura di evacuazione totale o parziale dei locali

Gestione delle emergenze. Piano e procedure di emergenza

(46)

Procedure di emergenza

Un piano di emergenza deve avere i seguenti elementi essenziali

Procedure particolari a tutela dei disabili

Procedure per la chiusura od apertura delle porte Procedure di supporto all'azione dei vigili del

fuoco

Gestione delle emergenze. Piano e procedure di emergenza

(47)

Procedure di emergenza

Un piano di emergenza deve avere i seguenti elementi essenziali

Nominativo del responsabile dell'attuazione del piano di emergenza

( declinazione dei sostituti in caso di assenza)

Compiti e responsabilità di ciascun componente designato per l'attuazione del piano

Gestione delle emergenze. Piano e procedure di emergenza

(48)

Procedure di emergenza

Procedure di emergenza

 Elenco Responsabili Ordine Evacuazione

 Elenco Personale Gestione Emergenze

 Elenco Personale Blocco Falso Allarme Evacuazione

 Numeri di emergenza

 Procedura Segnalazione situazioni di emergenza

Gestione delle emergenze. Piano e procedure di emergenza

(49)

Procedure di emergenza

Procedure di emergenza

 Procedura evacuazione indicazioni generali

 Procedura evacuazione indicazioni studenti

 Procedura evacuazione indicazioni docenti

 Procedura evacuazione indicazioni personale ATA

 Procedura evacuazione incendio

Gestione delle emergenze. Piano e procedure di emergenza

(50)

Dalle planimetrie alla gestione dell’emergenza

DALLE PLANIMETRIE ALLA

GESTIONE DELL’EMERGENZA

(51)

Per la definizione di un piano per la gestione

dell’emergenza le planimetrie svolgono una funzione molto importante.

In fase di progetto consentono:

 Di individuare i vari percorsi di evacuazione

 Di ripartire in modo omogeneo il personale, gli studenti e gli eventuali visitatori.

 Di individuare le zone a maggior rischio

Dalle planimetrie alla gestione dell’emergenza

(52)

Le planimetrie esposte lungo i corridoi e nelle varie aule indicano:

• le vie di fuga in caso di evacuazione

• le uscite di sicurezza

• il punto di raccolta

• i presidi antincendio (estintori, idranti)

• il pulsante di sgancio generale dell’impianto elettrico

• le valvole di intercettazione combustibile dell’impianto termico

• L’infermeria e la cassetta di pronto soccorso

Dalle planimetrie alla gestione dell’emergenza

(53)

Le mappe che indicano i percorsi da

seguire in caso di evacuazione, utilizzano dei simboli che devono essere noti al

personale e agli studenti (formazione di base);

i simboli sono riportati nella legenda e per quanto riguarda i segnali di emergenza e i segnali antiincendio che si trovano

nell’Istituto sono riprodotti nella parte in alto della mappa.

Dalle planimetrie alla gestione dell’emergenza

(54)

Dalle planimetrie alla gestione dell’emergenza

(55)

Le mappe hanno un cartiglio, tabella in alto a sinistra, che contiene i dati dell’Istituto, la data in cui è stata fatta, gli

eventuali aggiornamenti, il nominativo del Dirigente Scolastico (DL Datore di Lavoro della scuola), il nominativo dell’RSPP

(Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione), la descrizione della zona che rappresenta e eventualmente il progettista della struttura.

In basso è specificato il piano dell’edificio (PIANTA SECONDO PIANO) e l’indicazione della porzione del piano rappresentato (AULE ZONA INIZIALE CORRIDOIO)

Dalle planimetrie alla gestione dell’emergenza

(56)

Nella legenda ci sono i

simboli che si trovano sulle planimetrie

Di fianco alla legenda ci sono i segnali di sicurezza e i segnali di antincendio.

Dalle planimetrie alla gestione dell’emergenza

(57)

Questo simbolo indica che in quella posizione è presente un estintore portatile, il cerchio con il numero 9 identifica il reale cartello antincendio che si trova sopra l’estintore portatile

Dalle planimetrie alla gestione dell’emergenza

Questo è il cartello antincendio che si trova sopra l’estintore portatile.

Simboli e cartelli sicurezza e antincendio

(58)

La freccia verde indica la direzione del percorso di evacuazione da seguire e che il percorso è sullo stesso piano in cui si trova il lavoratore o lo studente.

Dalle planimetrie alla gestione dell’emergenza

Simboli e cartelli sicurezza e antincendio

La freccia blu indica che il percorso di evacuazione prevede di salire ad un livello superiore utilizzando o una scala di emergenza o una rampa o scivolo.

La freccia amaranto indica che il percorso di evacuazione prevede di scendere ad un livello inferiore utilizzando o una scala di emergenza o una rampa o scivolo.

Il simbolo indica che la porta è di tipo REI cioè è in grado di

resistere al fuoco per un tempo indica dal numero che segue

la sigla, es. REI 60 la porta può resistere per 60 minuti, REI

120 la porta può resistere per 120 minuti.

(59)

Nelle mappe ci sono vari numeri in un cerchio rosso che indicano segnali di

sicurezza o emergenza messi nella posizione dove sono fisicamente messi i segnali di emergenza.

Dalle planimetrie alla gestione dell’emergenza

Simboli e cartelli sicurezza e antincendio

Questo segnale di emergenza è messo sopra l’uscita di emergenza che si trova sullo stesso piano del punto di raccolta, normalmente il piano terra.

I due segnali di emergenza indicano rispettivamente:

Il segnale con il numero 1 che l’uscita di emergenza si trova a sinistra della persona che guarda il cartello

Il segnale con il numero 2 che l’uscita di emergenza si

trova a destra della persona che guarda il cartello

(60)

Il tratteggio verde individua una scala di emergenza esterna non protetta. Nel caso di figura si deve scendere lungo la scala di emergenza esterna perché le frecce sono di colore

amaranto

Dalle planimetrie alla gestione dell’emergenza

Simboli e cartelli sicurezza e antincendio

Il tratteggio rosa individua una scala protetta che nel caso di figura non viene utilizzata come percorso di

evacuazione perché non ci sono frecce di color amaranto o di colore blu.

La lettera in un cerchio indica la lettera che individua una specifica scala dell’Istituto, se è una scala di emergenza viene individuata da un numero. Ogni scala normale o di emergenza ha la sua lettera o numero identificativo che è univoco

A

(61)

Questo simbolo sulle mappe indica che in quel punto c’è una luce di emergenza che si accende automaticamente quando manca corrente nell’Istituto

Dalle planimetrie alla gestione dell’emergenza

Simboli e cartelli sicurezza e antincendio

Questo simbolo indica che in quel punto c’è un interruttore di sgancio dell’impianto elettrico, schiacciando questo

pulsante si toglie energia elettrica nella zona. .

Su tutte le mappe esiste questo simbolo che indica il posto

dove è appesa al muro la mappa e consente di capire dove

si trova la persona che sta guardando la mappa e quale è il

percorso di evacuazione da seguire.

(62)

Nel caso di figura il percorso di evacuazione prevede di percorrere un tratto di corridoio in piano e poi scendere lungo la scala di

emergenza esterna.

Dalle planimetrie alla gestione dell’emergenza

Simboli e cartelli sicurezza e antincendio

(63)

a

Una mappa molto importante è quella del punto di raccolta dove è indicato dove si devono disporre le varie classi. Il punto di raccolta è un

luogo sicuro dove si radunano le persone durante una

evacuazione.

Dalle planimetrie alla gestione dell’emergenza

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