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IL PROGETTO DI ARCHITETTURA COME INTERSEZIONE DI SAPERI Per una nozione rinnovata di Patrimonio

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Napoli | 21-23 Novembre 2019

IL PROGETTO DI ARCHITETTURA COME INTERSEZIONE DI SAPERI

Per una nozione rinnovata di Patrimonio

Atti dell’VIII Forum ProArch Società Scientifica nazionale dei docenti ICAR 14,15 e 16

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1

IL PROGETTO DI ARCHITETTURA COME INTERSEZIONE DI SAPERI Per una nozione rinnovata di Patrimonio

Atti del VIII Forum ProArch, Società Scientifica nazionale dei docenti di Progettazione Architettonica, SSD ICAR 14, 15 e 16 Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Politecnico di Bari

Napoli, 21-23 novembre 2019

a cura di

Alberto Calderoni, Bruna Di Palma, Antonio Nitti, Gaspare Oliva

(3)

2

Comitato d’onore

Gaetano Manfredi Rettore Università degli Studi di Napoli “Federico II” e presidente CRUI Giuseppe Paolisso Rettore Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Francesco Cupertino Rettore del Politecnico di Bari

Michelangelo Russo Direttore Dipartimento di Architettura_UNINA

Luigi Maffei Direttore Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale_UNICAMPANIA Giorgio Rocco Direttore Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura_

POLIBA

CSSAr_Società scientifica “Centro di Studi per la Storia dell’Architettura”

Giovanni Durbiano ProArch_Società Scientifica nazionale dei docenti di Progettazione Architettonica

Maria Teresa Lucarelli SITdA_Società Italiana della Tecnologia dell’Architettura Stefano Musso SIRA_Società Italiana per il Restauro dell’Architettura Maurizio Tira SIU_Società Italiana degli Urbanisti

Comitato Scientifico e Promotore

Pasquale Miano Dipartimento di Architettura_UNINA Renato Capozzi Dipartimento di Architettura_UNINA Federica Visconti Dipartimento di Architettura_UNINA

Marino Borrelli Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale_UNICAMPANIA Francesco Costanzo Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale_UNICAMPANIA Carlo Moccia Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura_POLIBA Francesco Defilippis Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura_POLIBA Segreteria organizzativa

Marianna Ascolese, Manuela Antoniciello, Adriana Bernieri, Alberto Calderoni, Vanna Cestarello, Francesca Coppolino, Domenico Cristofalo, Tiziano De Venuto, Gennaro Di Costanzo, Bruna Di Palma, Roberta Esposito, Rachele Lomurno, Antonio Nitti, Gaspare Oliva (coordinamento), Michele Pellino, Claudia Sansò (coordinamento), Giuseppe Tupputi

Consiglio Direttivo ProArch

Benno Albrecht Università IUAV di Venezia

Marino Borrelli Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Renato Capozzi Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Emilio Corsaro Università di Camerino

Francesco Costanzo Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Adriano Dessì Università di Cagliari Francesco Defilippis Politecnico di Bari Giovanni Durbiano Politecnico di Torino Massimo Ferrari Politecnico di Milano Andrea Gritti Politecnico di Milano Filippo Lambertucci Sapienza Università di Roma Alessandro Massarente Università degli Studi di Ferrara Carlo Moccia Politecnico di Bari

Segreteria tecnica

Elisabetta Di Prisco Capo Ufficio Area Didattica Architettura SPSB_UNINA Eleonora Di Vicino Segreteria di Direzione DiARC_UNINA

Il Progetto di Architettura come intersezione di saperi. Per una nozione rinnovata di Patrimonio

Atti dell’VIII Forum ProArch, Società Scientifica nazionale dei docenti di Progettazione Architettonica, SSD ICAR 14, 15 e 16.

Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Politecnico di Bari

Napoli, 21-23 novembre 2019

a cura di

Alberto Calderoni, Bruna Di Palma, Antonio Nitti, Gaspare Oliva

Documento a stampa di pubblicazione on line ISBN 978-88-909054-9-0

Copyright © 2019 ProArch

Società Scientifica nazionale dei docenti di Progettazione Architettonica, SSD ICAR 14,15 e16

www.progettazionearchitettonica.eu

Tutti i diritti riservati, è vietata la riproduzione

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3 Ringraziamenti

Un ringraziamento particolare a Federica Visconti, la redazione di questo volume non sarebbe stata possibile senza il suo supporto puntuale e la sua generosa disponibilità. Vorremmo anche ringra- ziare Marino Borrelli, Renato Capozzi, Francesco Costanzo, Francesco Defilippis, Pasquale Miano e Carlo Moccia per averci dato l’opportunità di lavorare insieme e confrontarci con questa comples- sa sfida: la cura degli atti di questo Forum non ha significato soltanto un’operazione redazionale di gruppo, ma ci ha dato l’opportunità di costruire e consolidare un rapporto di collaborazione reciproca che speriamo sia fondamento per future iniziative comuni. Un ringraziamento ad Orfina Fatigato e a Brigitte Bouvier, Direttrice della Fondazione Le Corbusier, per aver reso possibile l’in- serimento all’interno del volume degli schizzi di Le Corbusier.

Crediti

Foto in copertina: courtesy Giovanni Menna

Disegno p. 6: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 4. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 8: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 17. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 12: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 105. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 14: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 103. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 18: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 47. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 110: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 75. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 208: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 82. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 304: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 125. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 404: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 111. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 510: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 126. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 610: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 74. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 698: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 25. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 786: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 31. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 878: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 11. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 974: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 101. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 1106: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 19. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 1238: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 81. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 1344: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 83. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 1466: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 117. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 1594: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 99. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 1706: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 49. Courtesy ©FLC-SIAE Disegno p. 1828: Le Corbusier, Viaggio in Oriente IV Carnet, p. 71. Courtesy ©FLC-SIAE

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4

S

1,5

Trame interdisciplinari per il Patrimonio 405

Gabriele Ajò | Manuela Antoniciello | Francesco Pio Arcella | Claudia Aveta | Pier Federico Caliari, Greta Allegretti | Valeria Carreras | Francesco Defilippis | Annalucia D’Erchia | Giorgia De Pasquale | Luisa Ferro | Calogero Marzullo, Teresa Campisi | Antonio Nitti | Camillo Orfeo | Andrea Pane | Giorgio Peghin | Enrica Petrucci | Irene Romano | Michele Ugolini, Stefania Varvaro

S

1,6

Strategie compositive per il Patrimonio 511

Ottavio Amaro | Claudia Ascione | Marco Borrelli | Simona Calvagna | Renato Capozzi | Domenico Cristofalo | Marina D’Aprile | Gianluigi de Martino, Giovanni Multari | Gianluigi Freda | Giovanni Iovinella | Bianca Gioia Marino | Enrico Moncalvo | Giulia Annalinda Neglia | Andrea Santacroce | Giuseppina Scavuzzo, Valentina Rodani | Gianluca Sortino | Marina Tornatora, Francesco Leto

S

1,7

Il Patrimonio come proiezione 611

Barbara Angi | Giuseppe Arcidiacono | Carlo Atzeni, Stefano Cadoni, Adriano Dessì, Francesco Marras | Alessandra Capanna, Giampiero Mele | Orazio Carpenzano, Giovanni Rocco Cellini, Angela Fiorelli, Filippo Lambertucci, Manuela Raitano | Giovanni Marco Chiri, Donatella Rita Fiorino | Giovanni Battista Cocco, Adriano Dessì, Caterina Giannattasio | Fabrizio Foti | Andrea Grimaldi, Cristina Imbroglini | Simone Leoni | Olivia Longo, Davide Sigurtà | Edoardo Marchese | Pasquale Mei | Luigi Stendardo, Luigi Siviero | Valerio Tolve | Luigi Veronese, Viviana Saitto

S

1,8

La pratica progettuale per il Patrimonio 699

Antonio Acierno, Maria Cerreta, Pasquale De Toro, Lilia Pagano, Giuliano Poli, Paola Galante, Gianluca Lanzi, Giuseppe Schiattarella | Paolo Belardi | Francesco Felice Buonfantino | Alberto Calderoni | Maria Claudia Clemente | Francesco Costanzo | Elena Fontanella, Fabio Lepratto | Paola Galante | Sara Iaccarino | Ferruccio Izzo | Edoardo Narne | Gaspare Oliva | Michele Pellino | Claudia Pirina | Carlo Quintelli | Fabrizio Rossi Prodi | Marco Russo

S

1,9

Forma in divenire e memoria del Patrimonio 787

Paolo Carlotti | Federica Deo, Claudia Sansò | Ermelinda Di Chiara | Enrico Formato | Giovanna Franco | Francesco Iodice | Francesco Leoni | Luciana Macaluso | Luigi Savio Margagliotta | Giulia Menzietti | Carlo Moccia | Laura Parrivecchio | Anna Lisa Pecora | Renata Picone | Ludovico Romagni | Adriana Sarro

Indice Presentazione 7

Introduzione 9

La call 13

Nota dei curatori 15

S

1,1

Patrimoni fisici ed immateriali 19

Azzurra Acciani, Alberto La Notte | Santi Centineo | Bruna Di Palma, Lucia Alberti | Vincenzo Esposito | Giuseppe Ferrarella | Antonella Indrigo | Alessandro Labriola | Angelo Giuseppe Landi, Alisia Tognon | Giuseppe Mangiafico | Andreina Milan | Iole Nocerino | Delia Alexandra Prisecaru | Manuela Raitano | Francesco Sorrentino | Giovangiuseppe Vannelli | Benedetta Verderosa

S

1,2

Intervenire sul Patrimonio 111

Vitangelo Ardito | Viola Bertini | Giovanni Battista Cocco, Caterina Giannattasio | Cassandra Cozza | Zaira Dato | Roberta Esposito | Gaetano Fusco | Anna Giovannelli | Mario Losasso | Chiara Occelli, Riccardo Palma | Maurizio Oddo, Antonella Versaci | Giulia Proto | Elisa Prusicki | Gianpaola Spirito | Zeila Tesoriere | Daria Verde | Federica Visconti

S

1,3

Il patrimonio come genius loci 209

Raffaele Amore | Luca Cardani | Gennaro Di Costanzo | Marco Falsetti | Davide Franco, Chiara Frisenna | Lorenzo Giordano | Andrea Iorio | Mariagrazia Leonardi | Rachele Lomurno | Riccardo Lopes | Roberta Lucente | Eliana Martinelli | Alessandro Mauro | Giovanni Menna | Alessandro Oltremarini | Nicola Panzini | Francesca Patrono

S

1,4

Pensare il Patrimonio 305

Marianna Ascolese, Vanna Cestarello | Aldo Aveta | Michele Bagnato | Rosalba Belibani | Marco Bovati, Daniele Villa | Francesca Brancaccio | Alessandro Camiz

| Alessandro Castagnaro | Mattia Cocozza | Riccardo Dalla Negra | Fabrizio De Cesaris, Liliana Ninarello | Alessia Fusciello, Stefano Guadagno | Alessandro Gaiani

| Ludovica Grompone | Matteo Ieva | Antonino Margagliotta, Paolo De Marco | Dina Nencini

(6)

5

S

2,1

I luoghi della dismissione come Patrimonio 879

Maria Pia Amore | Antonella Barbato | Andrea Califano | Andrea Di Franco | Massimo Faiferri, Samanta Bartocci, Lino Cabras, Fabrizio Pusceddu | Donatella Rita Fiorino, Pasqualino Iannotti, Paolo Mellano | Giulio Girasante | Roberta Ingaramo | Giovanni Laino | Marco Lecis, Pier Francesco Cherchi | Nicola Marzot | Manuela Mattone, Elena Vigliocco | L. Carlo Palazzolo | Irene Peron | Francesca Privitera | Francesco Paolo Protomastro | Marianna Sergio | Luigi Stendardo, Luigi Siviero | Roberto Vanacore

S

2,2

Infrastrutture e geografia come Patrimonio 975

Consuelo Isabel Astrella | Mauro Berta, Davide Rolfo | Bruno Billeci, Josep Miás, Antonello Monsù Scolaro, Francesco Spanedda | Emma Buondonno | Maria Fabrizia Clemente | Vincenzo d’Abramo | Giuseppe D’Ascoli | Felice De Silva | Tiziano De Venuto | Corrado Di Domenico | Romeo Farinella, Elena Dorato | Massimo Ferrari

| Dora Francese, Luca Buoninconti | Martina Landsberger, Angelo Lorenzi | Gianni Lobosco | Marco Mannino | Alessandro Mazzotta, Nadia Caruso | Michele Montemurro | Andrea Oldani | Cinzia Paciolla | Giuseppe Tupputi | Margherita Vanore

S

2,3

Luoghi marginali come Patrimonio 1107

Francesca Addario | Marta Averna, Roberto Rizzi | Fabrizia Berlingieri | Francesco Casalbordino | Ivana Coletta | Francesca Coppolino | Mariateresa Giammetti | Vincenzo Gioffrè | Santiago Gomes, Maddalena Barbieri | Marson Korbi | Lucia La Giusa | Jacopo Leveratto, Francesca Gotti | Monica Manfredi | Alessandro Massarente, Alice Gardini | Nicola Parisi | Giorgio Peghin, Adriano Dessì | Massimo Perriccioli, Roberto Ruggiero | Valeria Pezza | Raffaele Pontrandolfi | Sergio Rinaldi, Gianmarco Chiribiri | Antonello Russo | Luca Tommasi

S

2,4

Recuperare Patrimoni rimossi 1239

Paola Ascione, Mariangela Bellomo | Erminia Attaianese, Nunzia Coppola | Carlo Atzeni, Silvia Mocci | Lucia Baima, Elena Guidetti | Fabio Balducci | Francesco Camilli

| Roberto A. Cherubini | Anna Del Monaco | Vito Fortini, Paolo Fortini | Maria Gelvi | Paolo Marcoaldi | Luca Molinari | Filippo Orsini | Caterina Padoa Schioppa, Luca Porqueddu | Laura Anna Pezzetti | Antonio Riondino | Alessio Tamiazzo | Nicoletta Trasi | Michele Ugolini | Ettore Vadini | Giuseppe Verterame

S

2,5

Curare Patrimoni fragili 1345

Stefanos Antoniadis, Raffaele Spera | Daniele Balzano, Antonino De Natale | Carlo Berizzi | Adriana Bernieri | Antonio Bosco, Mihaela Bianca Maienza | Cristina Casadei

| Emilio Corsaro, Raffaele Mennella | Angela D’Agostino | Paola De Joanna, Antonio Passaro, Giuseppe Vaccaro | Fabio Di Carlo | Lavinia Dondi | Ruggero Ermini | Maria

Gabriella Errico | Mario Ferrara | Enrico Formato, Anna Attademo | Camillo Frattari

| Fabio Guarrera | Fabrizia Ippolito | Alessandro Lanzetta | Nicoletta Nicolosi | Ciro Priore, Martina Russo | Nicola Davide Selvaggio

S

2,6

Recuperare Patrimoni tra natura e memoria 1467

Gioconda Cafiero, Aurosa Alison | Cristiana Cellucci | Giulia Cervini | Amanzio Farris

| Silvana Kuhtz, Chiara Rizzi | Renzo Lecardane | Federica Marchetti | Antonello Monaco | Federica Morgia | Maria Rita Pinto, Serena Viola, Katia Fabbricatti, Donatella Diano, Anna Onesti, Patrizio De Rosa, Francesca Ciampa, Simona Schiazzano | Enrico Prandi | Laura Pujia | Riccardo Renzi | Gennaro Rossi | Guendalina Salimei, Giusi Ciotoli, Angela Fiorelli, Anna Riciputo con Michele Astone, Martina Fiorentini, Marzia Ortolani | Lea Stazi | Claudia Tinazzi | Fabrizio Toppetti | Giovanni Francesco Tuzzolino | Marco Veneziani | Claudio Zanirato | Annarita Zarrillo

S

2,7

Patrimonio disperso 1595

Francesca Belloni | Marino Borrelli | Marco Burrascano | Nicola Campanile | Luigi Cimmino | Gianluca Cioffi | Alessandra Como | Emilia Corradi, Elena Scattolini | Isotta Cortesi | Paola Veronica Dell’Aira | Lorenzo Di Stefano | Marianna Frangipane | Andrea Gritti | Maurizio Meriggi | Marco Stefano Orsini | Alessandro Raffa | Carlo Ravagnati | Salvatore Rugino | Donatella Scatena | Luisa Smeragliuolo Perrotta

S

2,8

Patrimoni ‘minori’? 1707

Roberta Albiero | Luigiemanuele Amabile | Michele F. Barale, Margherita Valcanover

| Enrico Bascherini | Francesca Capano | Antonio Capestro | Alessandra Carlini | Domenico Chizzoniti | Sara D’Ottavi, Alberto Ulisse | Roberto Dini | Andrea Donelli | Giuseppe Fallacara | Orfina Fatigato, Laura Lieto | Nicola Flora | Rossella Gugliotta

| Marco Maretto, Greta Pitanti | Adelina Picone | Domenico Potenza | Alessandra Pusceddu | Giancarlo Stellabotte | Alberto Ulisse | Giovangiuseppe Vannelli

S

2,9

Teorie e metodi di azione sul Patrimonio 1829

Daniela Buonanno, Carmine Piscopo | Michele Caja | Barbara Coppetti, Sandra Maglio | Dario Costi | Alberto Cuomo | Sebastiano D’Urso, Grazia Maria Nicolosi | Luca Galofaro | Esther Giani | Claudio Marchese | Anna Bruna Menghini, Vito Quadrato | Umberto Minuta | Giancarlo Motta, Andrea Alberto Dutto | Cristiana Penna | Efisio Pitzalis | Anna Maria Puleo | Valentina Radi | Concetta Tavoletta | Vincenzo Valentino

| Massimo Zammerini

(7)
(8)

1107

S

2

Patrimonio: Città e paesaggio

S

2,3

Luoghi marginali come Patrimonio

(9)

1108

S

2

Patrimonio: Città e Paesaggio

In questa sessione s’indaga il ruolo del Progetto di Architettura nella sua capacità di rinvenire e riconoscere ordini e relazioni preesistenti e persistenti alla scala della città e del territorio: antropico, naturale e co- struito. Una interrogazione sulla capacità del Progetto di Architettura di riconoscere relazioni strutturali per la messa in valore dei sistemi natura- paesaggio-città.

S

2,3

Luoghi marginali come Patrimonio

La sotto-sessione “Luoghi marginali come patrimonio” intende riflette- re sulla possibilità di interpretare gli spazi urbani irrisolti e per questo marginali, tra i quali, ad esempio, le periferie costruite negli ultimi cin- quant’anni e che finora hanno costituito una scomoda eredità e un fatto- re di crisi delle nostre città, come una rinnovata risorsa per ripensare la forma e gli spazi della città contemporanea. È possibile individuare del- le teorie della trasformazione urbana, soggiacenti ai progetti di rinnova- mento urbano in atto nelle nostre città? In che modo queste teorie inter- pretano l’eredità del Moderno? A quali nuove idee di città si riferiscono, e attraverso quali tecniche della composizione trovano concretezza?

(10)

1109

Francesca Addario

La periferia di Roma e l’ordine della trasformazione. Ipotesi di riconfigurazione urbana

Marta Averna, Roberto Rizzi

Edilizia economico popolare: da patrimonio a bene comune Fabrizia Berlingieri

Sintassi urbane del progetto di Architettura Francesco Casalbordino

Nei dis-ordini urbani di Buenos Aires. Pratiche progettuali glocali, il caso di Adamo-Faiden

Ivana Coletta

Qualità abitativa e innovazioni tecnologiche per la riqualificazione del patrimonio residenziale delle periferie

Francesca Coppolino

Risignificare i patrimoni fragili. Progetti per Castel Volturno Mariateresa Giammetti

Il progetto del vuoto: una nuova visione per la città del futuro Vincenzo Gioffrè

Nuovi paesaggi per la città contemporanea: brevi considerazioni sulla specificità di approcci progettuali, strategie e modalità operative

Santiago Gomes, Maddalena Barbieri Ricorrenze Urbane.

Il progetto per Fontainhas tra morfologia, tipologia e tettonica Marson Korbi

Camera 47. Abitare come studenti e lavoratori intellettuali nelle case collettive del patrimonio pubblico

Lucia La Giusa

Rigenerazione urbana del Quartiere Sbarre Inferiore, Reggio Calabria

Jacopo Leveratto, Francesca Gotti

Memorie fragili: Il progetto per la riattivazione di patrimoni difficili Monica Manfredi

A partire dallo spazio pubblico

Alessandro Massarente, Alice Gardini Esplorare le aree di margine

Nicola Parisi

Progetto tra città e campagna. La rigenerazione delle maglie periferiche Giorgio Peghin, Adriano Dessì

Topografie industriali. Il recupero del deposito del Carbone come nuovo Landmark della grande miniera

Massimo Perriccioli, Roberto Ruggiero Innovazione digitale per nuove forme dell’abitare Valeria Pezza

Architettura prêt-à porter Raffaele Pontrandolfi

Riconoscimento e valorizzazione del patrimonio edilizio residenziale del secondo dopoguerra in Italia di valore storico-testimoniale per un recupero e riuso compatibile tra urbano e periurbano

Sergio Rinaldi, Gianmarco Chiribiri

Nuovi scenari del rapporto tra ideazione e costruzione nel processo edilizio digitalizzato

Antonello Russo La città per isole.

Intersezioni tra architettura, città, pianificazione e paesaggio Luca Tommasi

Leinefelde: la riforma tipologica nell’edilizia pubblica dell’ex DDR

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1122

Sintassi Urbane e Progetto di Architettura

Fabrizia Berlingieri

Politecnico di Milano, DASTU - Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, ricercatore universitario, ICAR 14, fabrizia.berlingieri@polimi.it

L’area disciplinare del Progetto Urbano presenta, fin dai primi tentativi di codificazione agli inizi degli anni Settanta, una condizione plurale ed uno statuto ambiguo. Il suo nascere, secondo Bernard Huet, costitui- sce una reazione critica alla progressiva scissione tra dimensione ar- chitettonica e urbanistica nel progetto della città, proponendosi «come alternativa ad un’urbanistica che si era separata dall’arte urbana dopo l’ultima guerra»1, tanto che, aggiunge, «rivendicare il progetto urbano era rivendicare il progetto contro il piano.»2

Attorno a questa demarcazione, diverse sono state le esperienze pro- gettuali e di ricerca concentratesi sulla necessità di recuperare un lega- me tra architettura e città, individuando nel progetto urbano una scala intermedia capace di riattivare il dialogo interrotto nella Modernità3. Altre ne hanno esplicitato la centralità sul ruolo dello spazio pubblico4 come elemento di riconnessione e necessaria relazione tra gli edifici, altre an- cora ne hanno riconosciuto il valore di metodo operativo5 per definire un insieme di regole coerenti e finalizzate alla stessa costruzione, o rico- struzione, di parti urbane. Una definizione più estesa e comprensiva di questa condizione plurale di significati è espressa ancora dallo stesso Huet, che afferma: «Il progetto urbano non definisce l’involucro di edifici (…) bensì consiste nell’individuazione di quattro elementi costitutivi del tessuto urbano: il tracciato, le gerarchie monumentali, la suddivisione e infine le regole di organizzazione spaziale.»6

Diventa importante qui sottolineare come gli elementi, a partire dai quali è possibile parlare di progetto urbano, hanno un’origine eterono- ma. Tracciati e allineamenti, gerarchie e presenze monumentali, regole e suddivisioni spaziali appartengono ad un ambito di determinazione esterno al progetto di architettura, essi non sono allocati all’interno di quadri compositivi strumentali all’opera, ma al contrario in ciò che la circoscrive. Alcuni anni più tardi e sempre sulle pagine della rivista Lo- tus, attenta nel registrare un importante ritorno teorico alla questione urbana, Manuel de Solà Morales riprende e ulteriormente sviluppa una possibile definizione di progetto urbano, tuttavia in maniera più com- plessa e inaspettata.

Secondo l’architetto e teorico spagnolo la possibilità di definire un pro- getto, urbano, è data dalla (com)presenza di cinque caratteristiche: la

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capacità di estendere gli effetti e il riverbero del progetto oltre i confi- ni spaziali e di occupazione volumetrica dell’oggetto in sé; una certa complessità del programma funzionale che si pone come obiettivo la mescolanza di usi; la riconoscibilità di una scala e di un tempo intermedi e cioè un ensemble di edifici che possa completarsi in alcuni anni; la presenza di una committenza o di una partecipazione pubblica; infine un «impegno volontariamente assunto di adottare un’architettura urba- na, indipendentemente dall’architettura degli edifici.»7

Proprio l’ultima caratteristica interessa il piano di osservazione che que- sto contributo propone perché sposta il baricentro della discussione, e cioè sulla definizione di progetto urbano, da un’attribuzione esterna all’opera ad una interna, ponendo il problema di un linguaggio archi- tettonico capace di dialogare con la città, meglio ancora di un’opera capace di individuare nella stessa composizione architettonica e nella restituzione volumetrica il suo valore urbano, un’architettura come forma della città.

«Volevo parlare di questo edificio più che della città, che altri possono studiare, eppure mi accorgo che i due termini sono inscindibili.»8

In effetti, questo slittamento di significato è difficile da esporre per di- verse ragioni. Mentre siamo abbastanza sicuri, infatti, del significato del progetto urbano quando parliamo di spazio pubblico o di composizione di più edifici attorno ad uno spazio di relazione, lo siamo molto meno nel riconoscere quando alcune opere considerano la città come bacino del proprio linguaggio formale, superando i confini della costruzione archi- tettonica per influenzare o sovvertire, con la loro presenza, il significato del contesto o le stesse regole dei costrutti urbani. Anche nella storio- grafia e nella critica architettonica del Moderno e del Contemporaneo è difficile rintracciare una riconoscibilità di specifiche strategie progettuali di urbanità al di fuori del nodo tematico del rapporto tra monumento e tessuto9, probabilmente perché meno esplicite nei processi, meno tra- smissibili negli obiettivi e invece molto più ancorate a traiettorie indivi- duali ed autografiche dell’esperienza di architettura10.

Il termine Architetture Urbane fa riferimento ad un’accezione sfuggente che, seppure appare con continuità nell’operato di alcuni architetti dal Novecento ad oggi, definisce artefatti ambigui ed eccezioni difficili da

inquadrare nel nostro campo disciplinare. Il contributo proposto tenta di riconsiderare queste narrazioni frammentarie, queste Architetture Urba- ne, a partire dal significato di Patrimonio in due diverse interpretazioni del Novecento.

La nozione di Patrimonio è assunta quale categoria estesa e per questo suscettibile a considerazioni molto distanti tra loro, ma che presuppone un comune denominatore nella consapevolezza di un dialogo aperto rispetto al pre-esistente e di un processo progettuale rivolto alla sua trasformazione non solo spaziale ma, soprattutto, di senso. Da un lato, quindi, riconosce un ordine formale che sottace al nostro presente e dall’altro la necessità di una sua continua risignificazione, e anche di una manipolazione sostanziale, attraverso il progetto:

«Modificazione in architettura non significa altro che il riconoscimento di caratteristiche e di qualità nella realtà e la loro trasformazione in una nuova forma di realtà. Fondamentalmente non è né più né meno che il costante rinnovo delle forme del pensiero e delle situazioni reali.»11 Due interpretazioni di Patrimonio

La prima delle due interpretazioni proposte insiste su alcune premesse dimenticate dal main stream del Moderno e riferibili alla cultura archi- tettonica e urbana sviluppatasi principalmente in Europa centrale nei primi due decenni del XX secolo, intorno al valore dell’architettura come arte civile; la seconda sul lavoro intellettuale del Post Moderno, per cui il patrimonio urbano diventa materiale linguistico e formale del progetto di architettura, come costruzione attualizzata del divenire12.

Intorno agli inizi del XX secolo, l’immaginario anello atletico del Moderno vedeva sfilare in corsie distinte e parallele diverse tradizioni che sareb- bero confluite in maniera più o meno evidente e diretta nella codifica- zione di un nuovo linguaggio, espresso attraverso importanti manifesti architettonici. Tra queste alcune affermavano un rapporto di continuità tra architettura e città, seguendo modelli e programmi sociali di tipo progressista e comunitario, come ad esempio gli interventi residenziali e urbani delle città olandesi o nei paesi scandinavi.

Willem Dudok, Pieter Oud e Hendrik Peter Berlage in Olanda, Kay Otto Fisker e Carl Petersen in Danimarca, Sigur Lewerents e Gunnar Asplund

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sono solo alcuni dei protagonisti di un’altra tradizione del Moderno che

«trattano la città come campo aperto alla nuova architettura senza che quest’ultima perda mai la propria connotazione di strumento di struttu- razione urbana.»13

A sostanziare tali posizioni due importanti pubblicazioni, quali quella sulla Civic Art di Hegemann14 e il precedente trattato di Sitte15 sulla co- struzione della città, in qualche modo si scontravano sulle premesse te- oriche e le modalità operative dell’altro Moderno, avvertendo il pericolo di una rottura definitiva tra opera architettonica e costruzione urbana.

Tuttavia, sono da registrare importanti differenze con cui le diverse voci parlano del rapporto architettura e città.

Se, infatti, da un lato Sitte e Hegemann16 lavorano su una tradizione geometrica che risente delle impostazioni più rigide della Beaux Arts, dall’altro lato i protagonisti citati espongono al contrario le ricerche più ambigue ed innovative del momento illuminista di codificazione morfo- tipologica della città attraverso l’architettura. Proprio Durand17 supera il dualismo monumento/tessuto a favore di un nuovo ruolo e una concre- tizzazione spaziale dei cambiamenti sociali e tecnologici sotto la spinta della Rivoluzione Industriale. Il metodo combinatorio di Durand osserva il dato storico attraverso le sue forme in una condizione di sospensione del giudizio di valore, per poterne indagare le leggi interne attraverso un processo binario di scomposizione e montaggio, spogliando quelle stesse forme di ogni propria eroicità.

«Intendere l’edificio come composizione costituisce allora il fondamento di una concezione analitica dell’architettura dove progettare consiste nel decomporre l’immagine unitaria che si offre all’immaginazione per poterne individuare gli elementi costitutivi. Solo dopo questa operazio- ne, ricostruendo con questi stessi elementi, dotati ciascuno di proprie potenzialità espressive, un sistema di relazioni misurabili e determinate, acquistiamo la piena comprensione dell’edificio.»18

La seconda interpretazione prende in considerazione l’importante filone di ricerche europee ed internazionali a partire dal secondo dopoguerra19 e che ha in diversi esponenti, quali ad esempio Oswald Mathias Ungers, James Stirling, Aldo Rossi, John Heyduk, Saverio Muratori e Ludovico Quaroni, seppure con profonde differenze linguistiche e impostazioni

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1125

teorico concettuali, la predominanza del ruolo che la città assume nella composizione architettonica degli edifici.

L’idea di Patrimonio assume un valore di conoscenza tecnica e reper- torio da cui attingere, in maniera diacronica, alle leggi di regolamen- tazione spaziale e di rapporti linguistici che raggiungono sfumature di evocazione nostalgica, a volte di irrigidimento o di travalicamento, tanto da restare spesso ai lati della trasmissibilità storiografica, figure sempre cercate e sempre laterali proprio perché più difficili da restituire.

Montaggi, metafore, analogie

“Osserviamo ora un monumento: il Pantheon. Prescindiamo dalla com- plessità urbana che presiede a questa architettura. In un certo senso noi possiamo riferirci al progetto del Pantheon o addirittura ai suoi principi, agli enunciati logici che presiedono alla sua progettazione, io credo che la lezione che posso prendere da questi enunciati sia del tutto attuale quanto la lezione che noi riceviamo da un’opera dell’architettura moder- na; o possiamo confrontare due opere, e vedere come tutto il discorso dell’architettura, per quanto complesso, possa essere compreso in un solo discorso, ridotto a degli enunciati di base. Allora l’Architettura si presenta come una meditazione sulle cose, sui fatti; i principi sono po- chi e immutabili ma moltissime sono le risposte concrete che l’architetto e la società si danno ai problemi che via via si pongono nel tempo.»20 La lettura e l’analisi del fenomeno urbano, svincolato da suddivisioni storiche e da giudizio di valore sulle sue parti, acquisito nella sua realtà formale come materiale del progetto «offre l’opportunità di operare una serie di montaggi ripresi nei progetti, nelle relazioni e negli schizzi, sin- cronizzando architetture temporalmente anche distanti (…).»21

La differenza tra queste due interpretazioni del Novecento non consiste tanto nelle modalità operative e compositive con cui la nozione stessa di patrimonio è impiegata, quanto forse nell’individuazione dell’utente fina- le, laddove la prima si identifica con la nascente società della borghesia e del proletariato, la seconda con la sua scomparsa definitiva.

Mettendo a confronto queste interpretazioni del progetto architettoni- co fortemente ed indissolubilmente ancorato alla città, emergono alcuni caratteri, a volte sottaciuti, che fanno riferimento alla nozione di storia

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come materiale e di linguaggio diacronico contribuendo entrambi alla formulazione teorica della condizione formale dell’architettura come espressione di un fare collettivo.

L’importanza di questo assunto, travalicando derive ed oblii del post- moderno, sta nella volontaria scelta di lavorare, nella composizione lin- guistica e formale dell’architettura, attraverso l’idea di patrimonio come scrittura operante, e quindi trasmissibile nel nostro campo disciplinare proprio attraverso le sue espressioni e cioè le stesse architetture. Si tratta quindi di lavorare ad un rivelamento delle sintassi urbane che co- struiscono il progetto a partire dal suo valore urbano, e che per questo non deve essere confuso con il dato contestuale come realtà fisica di riferimento. Il tema Architetture Urbane, architetture a partire dalla città, vuole essere una modalità operativa che si costruisce rifondando an- che il significato di patrimonio, non come catalogo di forme ma come analogia, metafora e montaggio. Accettando l’indicibile come parte del processo di trasmissibilità della pratica architettonica e del suo concre- tarsi nel reale.

Note

1Bernard, Huet (2003), “Il progetto urbano e la storia”, in Rassegna di Architettura e Urbanistica, n.110/11, maggio-dicembre 2003, p.38.

2Ibidem, p.38.

3Alcune importanti testimonianze sul lavoro italiano sono contenute nel volume di:

Mario, Ferrari (2005), Il progetto urbano in Italia 1940-1990, Firenze, Alinea Editrice.

4Ignasi, de Solà Morales (1983), “Arte civica contro città funzionale. Problematiche at- tuali dello spazio pubblico”, in Lotus, n.39,p.12.

5Si pensi agli importanti lavori di ricostruzione di brani storici delle città europee come il caso del Chiado a Lisbona, o della Diagonal di Barcellona, in Lotus, n. 51, 1986.

6Bernard, Huet (1984), “La città come spazio abitabile: alternative alla Carta di Atene”, in Lotus, n. 41, p.14.

7Manuel, de Solà Morales (1989), “Un’altra tradizione moderna”, in Lotus, n.64, p.14.

8Citazione di Aldo Rossi, contenuta nella relazione di progetto per la Schutzenstrasse a Berlino, all’interno dell’introduzione di C. Bolognesi al volume di Aldo, ROSSI (1999), Luoghi Urbani, intervista di Cecilia Bolognesi, Milano, Unicopli, p.12.

9Come riferimenti dell’ampio dibattito si considerano, tra molti altri, per il quadro italiano i volumi di Antonio, Monestiroli (1997), Temi Urbani, Milano, Unicopli e Aldo, Rossi (1975), Scritti scelti sull’Architettura e la Città 1956-1972, Milano, Clup.

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10Rafael, Moneo (2007), Inquietudine teorica e strategia progettuale nell’opera di otto architetti contemporanei, Milano, Electa.

11Oswald Mathias, Ungers (1984), “Modificazione come tema”, in Casabella, n.498-499, gennaio/febbraio, p. 28.

12Francesco, Moschini (2013), “Saverio Muratori e Aldo Rossi, le forme dell’architettura e le forme della città”, in Saverio Muratori architetto. Atti del Convegno itinerante Mo- dena 1910 - Roma 1973 a cento anni dalla nascita, a cura di G. Castaldi, Firenze, Aiòn Edizioni, p.172.

13Manuel, de Solà Morales, “op. cit.”, p.8

14Werner, Hegemann (1922), The American Vitruvius: An Architects’ Handbook of Civic Art, New York, The Architectural Book Publishing Co.

15Camillo, Sitte (1889), L’arte di costruire la città. L’urbanistica secondo i suoi fondamenti artistici (I ed.it. 1981), Milano, Jaca Books.

16Charles C., Bohl; Jean Francois, Lejeun (2009), Sitte, Hegemann and the Metropolis.

Modern Civic art and international exchanges, London, Routledge.

17Jean Nicolas Louis, Durand (1809), Précis des leçons d’architecture données à l’École royale polytechnique, Paris.

18Jacques, Gubler (1986), “Progetto vs Composizione: una piccola antologia”, in Casa- bella, n.520-521, gennaio/febbraio, p.6.

19Francesco, Tentori (1984), “L’Architettura urbana in Italia”, in Rassegna di Architettura e Urbanistica, n.58-59-60, p.27.

20Aldo, Rossi (1968), “Architetture per i Musei”, in AA. VV., Teoria della progettazione architettonica, Bari, Dedalo libri.

21Cecilia, Bolognesi (1999), “Introduzione”, in Aldo,ROSSI, Luoghi Urbani, intervista di Cecilia Bolognesi, Milano, Unicopli, p.12.

Didascalie

Fig. 1,2: (Thomas Nemeskeri, Cimitero di Modena, Aldo Rossi/source: flickr cc).

Fig. 3,4: (Thomas Nemeskeri, Monumento a Sandro Pertini, Aldo Rossi/source: flickr cc).

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