• Non ci sono risultati.

Non è Natale senza i film che da sempre ci fanno sognare

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Non è Natale senza i film che da sempre ci fanno sognare"

Copied!
7
0
0

Testo completo

(1)

Non è Natale senza i film che da sempre ci fanno sognare

Simona De Bartolomeo (20)

I bambini da qualche anno a questa parte sono abituati a film d’animazione sempre più coinvolgenti e realistici, così andare al cinema diventa per loro (ma anche per gli adulti) un’esperienza ancor più avvincente. Guardare i protagonisti che presto diventeranno i loro eroi, i loro favoriti tra milioni di nuovi personaggi è sempre più magico ed appassionante. La magia è sicuramente favorita dalle tecniche di animazione che migliorano in maniera velocissima di anno in anno e che i registi, ovviamente, sfruttano al meglio per catturare l’attenzione dei ragazzi ed incollarli agli schermi. I film in 3D sono ormai i preferiti tra tutti i film d’animazione e di fantascienza proposti, per vivere al meglio le emozioni che il grande schermo può regalare.

E quale momento migliore se non il Natale per condividere con tutta la famiglia un capolavoro di effetti speciali formato gigante? Sicuramente non sono da condannare i prodigi della tecnologia, ma

“vuoi mettere i bei film di una volta?” (il tanto temuto momento “I remember” è arrivato). Sì, voglio mettere i film di una volta, li voglio proprio mettere nel videoregistratore e vedere e rivedere a ripetizione, dall’Immacolata all’Epifania. Il cinema natalizio dei bambini degli anni ’80/’90 parlava di ragazzini abbandonati soli a casa per le feste, di sogni di riscatto sociale ed economico, di milionari messi a fare i conti con la propria coscienza, insomma, parlava una lingua semplice, fatta di emozioni, calata nella quotidianità e nella realtà, anche quando parlava di piccoli mostri ricevuti in dono per Natale. Le feste natalizie degli anni ottanta e novanta sono, in maniera sacrosanta, rappresentate da maratone televisive, che sempre ci porteremo nel cuore e che ancora oggi

(2)

bramosamente cerchiamo nel disperato palinsesto delle emittenti televisive.

Quando quest’ultime non ci vengono in aiuto, ci si attacca allo streaming o ai dvd, versione moderna di quelle famose vhs registrate con maestria dalla tv, facendo meticolosamente attenzione a premere STOP per non registrare le pubblicità e a ripremere subito REC quando ricominciava il film.

Insomma, qualunque siano i vostri mezzi, i film del Natale per eccellenza, duri a morire, partono dai lontani anni sessanta. L’immancabile film trasmesso sempre la sera della vigilia di Natale è “Mary Poppins”, classico del 1964 diretto da Robert Stevenson, la storia di una tata, scesa dal cielo in casa Banks, interpretata da Julie Andrews che, tra bizzarie e canzoni diventate tormentoni (“Supercalifragilistichespiralidoso” e “Un poco di zucchero”), riporterà in casa la serenità. Un film di Natale che ha molto in comune con Mary Poppins è “Pomi d’ottone e manici di scopa” del 1971;

entrambi i film sono prodotti dalla Walt Disney, entrambi diretti dallo stesso regista e realizzati con la stessa tecnica, la “tecnica mista”, che cinematograficamente indica la compresenza di attori reali (live action) e personaggi animati.

Inoltre una delle attrici candidate ad interpretare il ruolo di Mary Poppins era Angela Lansbury (la famosa Signora in giallo), diventata poi la protagonista di questo film, in cui interpreta Eglantine Price, un’apprendista strega a cui vengono dati in custodia tre bambini, per proteggerli dai bombardamenti tedeschi sulla città di Londra; ben presto la quasi strega e i suoi tre piccoli amici si ritroveranno in viaggio per cercare un libro di formule magiche. Sempre del 1971 è il famosissimo

“Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato” del regista Mel Stuart (Tim Burton realizza il remake “La fabbrica di cioccolato” nel 2005), storia di cinque fortunati ragazzini che hanno l’onore di entrare nella fabbrica del re del cioccolato, il signor Wonka, ma solo l’umile (di rango e di animo) Charlie arriverà intatto alla fine della visita e diverrà l’erede di Willy Wonka, intepretato magistralmente

(3)

dallo scomparso Gene Wilder.

Non è Natale senza il passaggio in tv di “Una poltrona per due”, esilarante commedia diretta da John Landis nel 1983, con protagonisti due icone dei film anni ottanta, Eddie Murphy e Dan Aykroyd, la cui identità viene scambiata per una scommessa, da due facoltosi fratelli, al fine di capire se sia l’ambiente a determinare gli atteggiamenti di un uomo o la predisposizione genetica.

Tornando ai classici Disney, nel 1983 esce il cortometraggio animato “Canto di Natale di Topolino”, del regista Burny Mattinson, ispirato al racconto “Canto di Natale” di Charles Dickens del 1843, dove il ruolo del protagonista Ebenezer Scrooge è affidato a Paperon de’ Paperoni. Scrooge è un avaro finanziere londinese senza cuore che disprezza il Natale, ma che dopo aver ricevuto la visita di tre spiriti (spirito del Natale passato, presente e futuro), cambia il suo modo di vivere e di rapportarsi con chi lo circonda. Questo particolare personaggio nato dalla penna di Dickens è stato interpretato al cinema da numerosi attori, tra cui Bill Murray in “S.O.S. Fantasmi” (1988) e Jim Carrey in “A Christmas Carol” (2009), film d’animazione in 3D. L’appena citato “S.O.S. Fantasmi”, del regista Richard Donner, è anch’esso un cult del periodo natalizio, con un meraviglioso Bill Murray, che interpreta un cinico direttore di un network televisivo, che cerca di raggiungere l’apice della propria carriera preparando per la vigilia di Natale, un musical dedicato, appunto, al romanzo breve “Canto di Natale”.

Del 1984 due film entrati per sempre nel cuore dei bambini: “La storia infinita” e “Gremlins”. Il primo, un fantasy del regista tedesco Wolfgang Petersen, è la storia del piccolo Bastian che rivive, leggendola, la favola “La storia infinita”, trovata per caso in una libreria, identificandosi con il protagonista Atreyu, giovane arciere in un mondo fantastico popolato da strane creature; il secondo, del regista Joe Dante,

narra la storia di Billy, che per Natale riceve in dono un mogwai, un bizzarro innocuo animaletto, con tre semplici regole da rispettare per allevarlo, regole che saranno tragicamente trasgredite, dando vita agli orribili Gremlins.

In uno scenario di perfetto mix tra fantasy e horror non poteva mancare il re del cinema dark-

(4)

fiabesco (d’animazione e non), il regista Tim Burton, che nel 1990 ci regala la favola drammatica

“Edward mani di forbice”, film da cui parte il sodalizio storico con l’attore Johnny Depp. La pellicola, ispirata al romanzo “Frankenstein” di Mary Shelley, è la storia di Edward, un essere umano artificiale, creato da un inventore che non riuscì a completarlo, lasciandolo con delle forbici al posto delle mani.

Per l’aspetto del protagonista il regista si è ispirato al cantante Robert Smith, leader dei Cure. Tre anni dopo Burton produce e scrive il soggetto di “Nightmare before Christmas” (1993), diretto da Henry Selick, realizzato in stop-motion, tecnica con cui vengono create le immagini muovendo a mano dei pupazzi, realizzando un fotogramma alla volta. Il film racconta la storia di Jack Skeletron, re del paese di Halloween, che, stufo di dover sempre spaventare i bambini, trova per caso l’ingresso al regno di Babbo Natale, che decide di rapire per sostituirsi a lui nella consegna dei regali, che ovviamente saranno mostruosi.

Un capolavoro del 1990 è indubbiamente “Mamma ho perso l’aereo”, commedia americana del regista Chris Columbus, campione d’incassi fino al 2011. E’ un film che ad ogni passaggio televisivo continua sempre a fare un grande numero di spettatori, considerato, quindi, un cult non solo natalizio; è la storia del piccolo Kevin dimenticato a casa dai genitori durante le vacanze di Natale (la vicenda si svolge dal 22 al 25 dicembre), alle prese con due ladri che cercherà in tutti i modi di tenere lontano dalla sua casa. Visto il grande successo di pubblico, vengono girati ben quattro sequel, ma l’unico che riprende la storia con gli stessi attori negli stessi ruoli è “Mamma ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York” (1992), dello stesso regista, sequel all’altezza del primo episodio, che riscuote un enorme successo, ma senza raggiungere il primo film. Questa volta Kevin sbaglia aereo e mentre la sua famiglia arriva a Miami per le vacanze di Natale, lui arriva a New York, dove incontra gli stessi ladri che desiderano ancora vendicarsi di lui.

La lista sarebbe ancora lunga, e con questo non voglio dire che i film per bambini di oggi non siano belli, emozionanti e con storie di sentimenti reali, ma la certezza che tra molti anni saranno ancora così amati e visti, proprio non riesco ad averla. Sono certa però, che in questi freddi giorni di pranzi e regali, ognuno di noi ha avuto il desiderio di rivedere almeno uno di questi film, ancora trasmessi, anche dopo cinquant’anni.

(5)

Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali - Il Film

Simona De Bartolomeo (20)

Il romanzo “La casa per bambini speciali di Miss Peregrine” dello scrittore americano Ransom Riggs, dopo la fortunata invasione delle librerie, ispira l’ultimo film del regista Tim Burton “Miss P e r e g r i n e – L a c a s a d e i r a g a z z i s p e c i a l i ” (www.youtube.com/watch?v=2J2-2KAzK38), uscito nelle sale il 15 dicembre 2016. Non è la prima volta che il regista ci regala una favola dark per le feste di Natale, ricordiamo “Edward mani di forbice” nel 1990 e “Nightmare before Christmas” da lui scritto e prodotto nel 1993, film diventati cult del periodo natalizio.

Nel cast di Miss Peregrine attori come Samuel L.Jackson, Judi Dench, Rupert Everett, Asa Butterfield, appena diciannovenne, già protagonista di molte famose pellicole, tra cui “Hugo Cabret”

di Martin Scorsese e l’ipnotica Eva Green, alla sua seconda collaborazione con Tim Burton, dopo

“Dark Shadows” del 2012, che pare aver preso il posto di Johnny Depp, attore feticcio del regista americano. La storia racconta del timido adolescente Jacob, che ha difficoltà a farsi degli amici e a rapportarsi con i genitori, cresciuto col nonno Abraham, che riuscì a sfuggire alle persecuzioni naziste e fu accolto in un orfanotrofio. Jacob vede in suo nonno un punto di riferimento e ascolta le bizzarre storie sul suo passato e su una certa Miss Peregrine ed i suoi bambini speciali, dotati di strane peculiarità. Alla misteriosa e improvvisa morte del nonno, Jacob sconvolto vuole indagare sulle cause della sua scomparsa e cercare tracce di quella casa fantastica, che ospitava i ragazzi di

(6)

cui il nonno conservava vecchie fotografie al limite del credibile.

Parte con il padre per questo viaggio in un paesino del Galles e presto si accorge che tutti i racconti del nonno erano reali, trova la casa di Miss Peregrine e tutti i bambini: Emma, una ragazza capace di fluttuare nell’aria; Millard, un ragazzo invisibile; Fiona, con la capacità di comandare le piante;

Horace, con il dono dei sogni premonitori che proietta su uno schermo; i gemelli, completamente coperti da un inquietante costume bianco; Bronwyn, una bambina con una forza mostruosa; Hugh, un ragazzo con delle api che vivono dentro di lui; Olive, capace di controllare il fuoco; Claire, una dolce bambina con un’enorme bocca dietro la testa ed infine Enoch, un ragazzo che sa donare la vita ad ogni oggetto.

Miss Peregrine è una Ymbryne, creatura capace di governare il tempo e creare anelli temporali, per proteggere gli “speciali”, che, infatti sono intrappolati in un’eterna giovinezza, nel giorno 3 settembre 1943, un giorno “tutto sommato” tranquillo. La ymbryne ha il compito di proteggere i bambini da malvagie creature chiamate Vacui, capitanati da Mr.Barron, che vogliono impossessarsi dei loro occhi. Rispetto al romanzo il regista, pur seguendo sempre la storia originale, ha apportato numerose modifiche, tutte approvate dallo scrittore Riggs. Due tra tutte: i poteri delle speciali Emma e Olive per il film sono state scambiate e il personaggio di Mr. Barron è stato creato appositamente per il film, per creare una maggiore tensione e con la sua caccia spietata agli occhi dei bambini, ha sottolineato ancor di più quel significato che l’immagine dell’occhio ha spesso richiamato in molti film, il simbolo dello sguardo dello spettatore e della sua attenzione verso lo schermo (ricordiamo

“Un cane andaluso” di Luis Buñuel).

Il regista in questa pellicola cita spesso se stesso, non solo in un lontano richiamo alla trama di un suo altro film “Big Fish – Le storie di una vita incredibile” (2003), ma anche nella scena nel giardino di Miss Peregrine, dove c’è una siepe a forma di dinosauro, che cita le creazioni di “arte topiaria” di Edward mani di forbice. Burton verso la fine del film appare anche in un cameo, nella scena del luna park. Mi piace pensare, inoltre, che nella scena in cui Jacob aiuta Emma a non volare via tenendola con una corda, ci sia una citazione al quadro “La passeggiata” del pittore Marc Chagall. Questa

(7)

pellicola non è stata accolta molto positivamente dalla critica e dal pubblico, che accusa Burton di essersi abbassato al cinema commerciale, fatto solo di effetti speciali, di aver perso la magia dei suoi capolavori passati e di aver lasciato da parte le emozioni.

Eppure in quella “spaventosa Mary Poppins” (così ha definito il regista il personaggio di Miss Peregrine) e in quegli scenari dark e fiabeschi (una su tutte la scena sott’acqua), io ritrovo il Tim Burton che abbiamo sempre amato, il regista che ha sempre saputo raccontare storie di creature al limite della realtà, diversi agli occhi della società, speciali e particolari, ognuno a suo modo. La sensazione di essere “particolare” Burton la conosce molto bene e riesce ad esprimerla con tutta la poesia che lo caratterizza, proprio perché sin dall’infanzia ha vissuto questa condizione di bambino un po’ diverso dagli altri, solo perché appassionato di film di mostri e non facilmente catalogabile come gli altri ragazzi.

Il messaggio che il regista vuole comunicare con quest’opera si evince dalle sue parole: “Per me era importante che questi bambini speciali fossero principalmente bambini con tutte le loro emozioni, il loro disagio, i propri sogni e paure…Essere diversi oggi è forse ancora più difficile perché chiunque può dire quello che vuole contro di te: esiste un bullismo senza nome e senza faccia che mi disturba moltissimo.

La tecnologia…ha limitato la possibilità di apprezzare quello che viviamo…non godiamo il presente perché lo viviamo mutuato da un telefono. I ragazzi di oggi valutano se stessi dal numero di like che ottengono su Facebook e questo è triste e allarmante”.

La frase promozionale del film è stata “Stay peculiar” e credo che da sola basti a cogliere tutto ciò che c’è di “speciale” in questa storia.

Riferimenti

Documenti correlati

Dopo la pronuncia della Corte Costituzionale dell'83 e le recenti emanazioni legislative il Consulente Tecnico di Parte può anche essere nominato dal giudice con

Il resto della troupe indulge nei suoi vizi e peccatucci che, accumulandosi tutti assieme, portano sempre più vicino alla catastrofe.. Ma nonostante il pessimismo di fondo, il

Ad esempio la Sicilia (fig. 2) traina in modo molto consistente diversi film che hanno avuto una wide release nazionale e un buon successo complessivo, come quelli di Ficarra e

vicenda, simbolo di un nord dove l’immigrazione non si è mai integrata, ai palazzi della capitale in perenne decadenza, e poi con le case abusive del paesaggio calabrese, il

In albanese troviamo una classificazione abbastanza interessante di questo periodo sulla base del connettivo(cosa che in italiano non lo abbiamo incontrato in nessuna

so degli ultimi 30 anni, si sono rivelate quasi sempre più convenienti di quelle a tasso fisso – anche con­.. siderando che i tassi

Opening/Closing Film Festival Omaggio a Lee Jung-Jae Webtoon e Cinema Orizzonti Coreani Independent Korea K-Documentary. CERIMONIA INAUGURALE Cinema

Il pacchetto di manutenzione MEDIUM include tutte le prestazioni dell’estensione della garanzia e copre inoltre tutti i costi relativi ai lavori di manutenzione prescritti da