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L A R I V I S T A D I S A L U T E - B E N E S S E R E - B E L L E Z Z A
QUANDO RIVOLGERSI
AL GERIATRA CAPRICCI
DI PRIMAVERA UOMINI
E DONNE MAL
DI SCHIENA ALIMENTAZIONE E STAGIONI
VANESSA GRAVINA
ATTRICE ELEGANTE
E INCISIVA
EDITORIALE
di Luigi Cavalieri
Direttore ResponsabileÈ stato importante vaccinarsi e aver rispettato le prescrizioni, ma la cautela non è finita
QUANTI
VIROLOGI…
SENZA
SCIENTIFICITÀ
D
urante la pandemia, che, grazie alle vaccinazioni, sta regredendo, le doman- de ricorrenti, quando si era in attesa in un ufficio o in un negozio, erano sem- pre le stesse e riguardavano il vaccino, l’utilità della vac-cinazione e le sue possibili conseguenze.
C’erano in giro molti presunti virologi, trop- pi, molti psicologi, che si sentivano di dover dire la loro, di poter dire la loro, solo perché avevano, magari, letto qualche fake news o avevano sentito il vicino di casa o il com- pagno che lavorava in azienda go- mito a gomito…
Ma ci vuol ben altra preparazione per poter esprimere un’opinione, che abbia della scientificità e non, invece, possa inge- nerare ulteriore confusione. E di questa non c’era proprio assolutamente bisogno.
Peraltro la stessa televisione non sempre ha contribuito a diffondere tranquillità e si- curezza, dando adito a voci contraddit- torie, quando c’era, invece, bisogno di far capire quanto fosse importante vaccinarsi, per poter arrivare alla maggior copertura possibile. Se aggiungiamo, poi, che nella fase iniziale, quando si sarebbe dovuti intervenire con maggior rapidità,
i vaccini mancavano, per cui risultava oggettiva- mente difficile potersi vaccinare…
Abbiamo anche dovuto convivere con diverse va- rianti del virus, per cui i dubbi sulla reale efficacia dei vaccini aumentava.
Da ultimo la Campagna insistente dei no-vax:
manifestazioni di piazza contro il Gre-
en pass, così da co- stringere le autorità governative ad impe- dire l’accesso a taluni luoghi pubblici ai non vaccinati, mentre altri Stati come l’Austria hanno pensato d’introdurre l’obbligo vaccinale. Da noi dal 15 febbraio divieto di recarsi al lavoro senza Su- per Green pass e addio all'obbligo delle mascherine all'aperto.
Ora che il peggio sembra essere passato e si registrano i primi allentamenti delle prescri-
zioni, dobbiamo riconoscere che gli Italiani hanno dimostrato senso di responsabilità arrivando al 90% di vaccinati. Come
dire che gli appelli a vaccinarsi non sono stati inutili e che, insomma, il buon senso ha prevalso.
direzione@profilosalute.it
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IN QUESTO NUMERO
EDITORIALE
3
Quanti virologi... senza scientificità di Luigi CavalieriFOCUS
6
Pubertà precocea cura della Redazione
IL PUNTO
8
AIGO: per una correttagestione delle malattie croniche gastrointestinali
a cura della Redazione
FARMACIA
10
Le vaccinazioni in Farmacia di Antonio MarinelliIL PERSONAGGIO 12
Vanessa Gravinaattrice elegante e incisiva di Anna Chiara Delle Donne
ANZIANI
16
La felicità non ha età di Carmelo Sebastiano Ruggeri, Valentina Busato, Chiara CecchinatoMAMMA E BAMBINO 21
L’educazione: una malattiache guarisce figli e genitori a cura della Redazione
DONNA
27
Tumore al collo dell'utero:nuove linee guida
a cura della Redazione
28
Vulvodinia: mi fa male la vulva!di Claudio Paganotti
31
Cancro al polmone:donne non fumatrici a rischio a cura della Redazione
PARLA LO SPECIALISTA 34
Tallonite e spina calcaneare di Maria Grazia Minicelli37
Obesità: un nuovo modo di vederla e tante novità per curarladi Enrico Filippini
38
Vento e clima secco:anche gli occhi ne risentono di Andrea Russo
41
L'anca della ballerina di Massimiliano Noseda44
Cancro del pancreas:a Verona una nuova terapia in esclusiva italiana
a cura della Redazione
46
Covid, Obesità, Microbiota di Franco Pesciatini48
Consigliabile indossare gli occhiali da sole alla guida?a cura della Redazione
SALUTE E BENESSERE 51
All’Ermitage Medical Hoteldi Abano Terme
a cura della Redazione
54
Un nutraceutico riduce il rischio cardiovascolare del 27%a cura della Redazione
57
Sinusitea cura della Redazione
59
Allenarsi a casaa cura della Redazione
62
Distorsione alla caviglia a cura della Redazione64
Quello che volevi sapere sull’Herpes genitaledi Severo Graifemberghi
66
Verso una nuova Arkopharma a cura della Redazione68
Ictus cerebrale di Laura DaveggiaMEDICINA NATURALE 70
Problemi di stomacoal cambio di stagione di Beatrice Tita
72
Gambe pesanti:quali rimedi sono più utili?
di Antonella Boldini
74
PEA: un nuovo antidolorifico naturaledi Antonio Schiavo
QUANDO RIVOLGERSI AL GERIATRA
A CURA DELLA REDAZIONE
CAPRICCI DI PRIMAVERA
DI MARIA GRANDE
UOMINI E DONNE
DI LISA DAL POZZO
14 23 32
4
Segui le News di ProfiloSalute su Facebook
PROFILOSALUTE
76
Le rughe e gli attivi naturali biotecnologicidi Malva Moncalvo
ALIMENTAZIONE
78
I disturbi del comportamento alimentaredi Elena Scutra
83
La corretta alimentazione:primo passo verso la salute di Silvia Marconi
84
Fragole: rossi e benefici frutti primaverilidi Maria Rosa Macchiella
SPECIALE BELLEZZA 87
Aria di Primavera:nuova vita ai capelli di Maria Grande
88
Medicina Estetica:boom di richieste
per contorno occhi e labbra a cura della Redazione
90
INCI: come scegliere un cosmetico a cura della RedazioneAMICI ANIMALI 92
Tosse dei canilidi Ilaria Castelli
94
Lo specchio della salute del pet a cura della Redazione97
Sempre più trendy i nomi dei cani ispirati alla musica a cura della Redazione98
Impromune ATI PETS a cura della RedazioneSPORT
100
Sport all'aperto di Roberto ScalviniIN PUNTA DI TACCO
102
Super Mario o Super-Mancio?di Attilio Carducci
UNA STORIA VERA 104
Noi e l’Autismodi Antonia Cresceri
LIBRI E CULTURA
106
Dimagrire in pochi giorni a cura della Redazione107
Muovi il corpo per potenziare il cervelloa cura della Redazione
NOVITÀ TECNOLOGICHE 108
Ai tempi del “digito ergo sum”NOTIZIE DALLE AZIENDE 110
Arkopharma112
Karopharma114
A&R PharmaALIMENTAZIONE E STAGIONI
DI BORDIN, BUSATO, CECCHINATO
MAL DI SCHIENA
A CURA DELLA REDAZIONE
80 61
Direttore Responsabile Luigi Cavalieri
direzione@profilosalute.it Editore
Punto Farma srl Via A. Grandi 18 25125 Brescia
Direzione e Amministrazione Punto Farma srl
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da ProfiloSalute deve scrivere a redazione@profilosalute.it
5
I
casi di pubertà precoce o an- ticipata osservati nel semestre marzo-settembre 2020 in Ita- lia sono più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2019: lo dimostra uno studio osservazionale coordinato dall’O- spedale Bambino Gesù, che ha coin- volto i Centri di Endocrinologia pediatrica dell’Ospedale Gaslini di Genova, del Policlinico Federico II di Napoli, dell’Ospedale Pedia- trico Microcitemico di Cagliari e della Clinica Pediatrica Ospedale di Perugia. In totale sono stati rile- vati 338 casi contro i 152 dell’anno precedente, con un aumento pari al 122%. Il fenomeno ha interessato soprattutto bambine di età intorno ai 7 anni. Lo studio, pubblicato da Endocrine Connections, conferma i numeri della precedente ricercadel Reparto di Endocrinologia del Bambino Gesù, guidato dal prof.
Marco Cappa nell’ambito dell’Unità di Ricerca di Terapie Innovative per le Endocrinopatie (Italian Journal of Pediatrics 2021) e prova a gettare luce sulle cause. Attraverso interviste telefoniche alle famiglie dei pazienti sono stati raccolti i dati necessari per valutare anche i possibili fattori pre- disponenti.
LA PUBERTA’ PRECOCE
L’inizio della maturazione sessuale prima degli 8 anni nelle bambine e prima dei 9 anni nei maschi vie- ne identificata come pubertà preco- ce. È annoverata tra le malattie rare.
In Italia riguarda da 1 a 6 nati ogni 1000. Il corpo del bambino inizia a trasformarsi in adulto prima del tem- po, con un’accelerazione dello svilup-
po dei caratteri sessuali e una rapida chiusura delle cartilagini di accresci- mento osseo: per effetto di questo pro- cesso i bambini crescono velocemente in altezza, ma, poi, il picco si esauri- sce e da adulti hanno una statura in- feriore alla media. Se la diagnosi in- terviene precocemente – prima degli 8 anni – è possibile usare dei farmaci per rallentare la pubertà.
L’INCREMENTO DEI CASI NELLE BAMBINE
Nel nuovo studio multicentrico il maggiore aumento dei casi è stato osservato nelle bambine (328 pa- zienti nel 2020 contro 140 nel 2019, con un incremento del 134%) e so- prattutto nella seconda metà del pe- riodo di osservazione (92 bambine tra marzo e maggio rispetto alle 236 bambine del periodo tra giugno e set-
PUBERTÀ PRECOCE
IN ITALIA RADDOPPIATI I CASI NELLE BAMBINE
DURANTE LA PANDEMIA
a cura della Redazione
Lo stress causato dall’isolamento e la sedentarietà tra le cause più probabili del fenomeno.
Lo studio promosso dal Bambino Gesù insieme
ad altri 4 Centri di Endocrinologia pediatrica
6
FOCUS
tembre 2020, con un incremento del 156%). Non è stato, invece, rilevato un aumento significativo dei casi nei maschi (10 pazienti nel 2010 contro i 12 del 2019).
«Al momento non abbiamo spiegazioni per questa differenza tra i sessi – affer- ma Carla Bizzarri, Pediatra endo- crinologa del Bambino Gesù, che ha coordinato lo studio -. Sappiamo, però, che la pubertà precoce è molto meno co- mune nel maschio rispetto alle femmina ed è più spesso il risultato di mutazioni genetiche predisponenti o disturbi orga- nici dell'asse ipotalamo-ipofisario. Pos- siamo ipotizzare che l'impatto di fattori scatenanti ambientali, quali quelli corre- lati alla pandemia, sia meno significa- tivo sui tempi della pubertà maschile».
L’età media delle bambine osservate per pubertà precoce nello studio mul- ticentrico è intorno ai 7 anni (senza differenze tra il 2019 e il 2020). Con- frontando le popolazioni del 2019 e del 2020 non si evidenziano differen- ze significative dei parametri clinici ed auxologici (ovvero peso, altezza, BMI cioè l’indice di massa corporeo, peso alla nascita, età di inizio dei sintomi). In particolare, a differenza di quanto ci si sarebbe atteso dopo il primo lockdown del 2020, non è stato osservato un aumento significativo del peso e quindi del BMI.
Nel 2020 risulta, invece, un aumen- to significativo dei casi di pubertà precoce a rapida evoluzione, cioè di quelli che richiedono una specifi- ca terapia farmacologica (135 su 328 bambine osservate nel 2020 a fronte di 37 su 140 bambine osservate nel 2019, con una forbice di incremento dal 26% al 41%).
ABITUDINI ALIMENTARI E STILI DI VITA
Nelle interviste alle famiglie delle bambine con pubertà precoce riguar- do le abitudini alimentari e lo stile di
vita, è emerso un aumento significa- tivo dell’uso dei dispositivi elettroni- ci (PC, tablet, smartphone) nel 2020 rispetto al 2019. L’aumento dell’uso complessivo settimanale di questi dispositivi è riconducibile all’intro- duzione della DAD (raramente usa- ta nella scuola primaria prima del 2020), insieme alla persistenza del loro uso per lo svago nel tempo libe- ro. Un uso maggiore dei dispositivi elettronici, d’altra parte, è stato rile- vato, già nel periodo precedente la pandemia, nelle bambine, a cui è sta- ta diagnosticata una pubertà precoce a rapida evoluzione nel 2020.
Il primo lockdown del 2020 ha pro- vocato anche una drastica riduzione dell’attività fisica praticata da bam- bini e ragazzi, a causa del forzato confinamento domestico. In parti- colare, nel sottogruppo con pubertà precoce a rapida evoluzione del 2020, è stato rilevato uno stile di vita più sedentario, già evidente prima della pandemia. Riguardo alle abitudini alimentari, a fronte di un maggior senso di fame nelle pazienti del 2020 riferito dalle famiglie, non corrispon- de un aumento significativo dell’uso di carni bianche o “cibo spazzatura”.
Più della metà delle famiglie delle pazienti osservate nel 2020, infine, ha riferito di cambiamenti nel com- portamento (59%) e segnalato un au- mento rilevante di sintomi correlabili allo stress (63%).
Anche se non è possibile definire un sicuro nesso causale, i risultati sug- geriscono che un evento stressante (come il primo lockdown del 2020) possa aver innescato una precoce at- tivazione puberale in soggetti predi- sposti a causa di uno stile di vita più sedentario già evidente prima della pandemia.
IL RUOLO DELLO STRESS
Diversi studi scientifici hanno ana-
lizzato l'impatto del COVID-19 e dell’isolamento sociale sulla salute mentale di bambini e adolescenti, segnalando un aumento significati- vo dei disturbi comportamentali ed emotivi a seguito della chiusura delle scuole. In particolare, un recente la- voro dell’Unità di Neuropsichiatria Infantile del Bambino Gesù ha de- scritto un disturbo da stress post-trau- matico a causa della quarantena o dell'isolamento sociale nel 30% dei bambini osservati.
«Al di là dell'esercizio fisico in sé – af- ferma la dott.ssa Bizzarri -, diversi studi hanno dimostrato un'associazio- ne positiva tra attività fisica e benes- sere psicologico nei bambini e negli adolescenti. Lo stile di vita sedentario, invece, è stato correlato sia all'aumento della depressione che alla percezione di una qualità di vita meno soddisfacente.
Recentemente, inoltre, si è visto come l'ansia e la tendenza all’isolamento so- ciale nelle ragazze in età prepuberale siano associate a un esordio puberale precoce».
«Sappiamo oggi – prosegue la dott.
ssa Bizzarri - che la secrezione dell’or- mone ipotalamico, che dà inizio allo sviluppo puberale (GnRH), è regolata a livello del cervello, ma i meccanismi re- sponsabili non sono ancora completa- mente noti. Potremmo presumere che una disregolazione dei neurotrasmetti- tori cerebrali indotta dallo stress sia alla base dell'aumento di nuovi casi di pu- bertà precoce osservati durante la pan- demia. Lo stress potrebbe agire come un fattore scatenante più potente sui neuroni che secernono GnRH nelle ra- gazze con ulteriori fattori di rischio, come uno stile di vita sedentario e un eccessivo uso di dispositivi elettronici già evidenti prima della pandemia. La verifica di questa ipotesi apre interes- santi prospettive di sviluppo per la ricer- ca clinica nel campo della pubertà pre- coce dei prossimi anni».
7
FOCUS
L
a gestione della cro- nicità in Gastroente- rologia ha rappresen- tato il focus del Corso Nazionale AIGO (As- sociazione Italiana Gastroenterologi ed Endosco- pisti Digestivi Ospedalieri) a Palermo, Un tema che diventa di fondamentale importanza in questo momento storico, in cui la pandemia Covid ha portato drammaticamente alla ribalta alcune carenze storiche, insieme alla necessità di una rivisitazione della gestione di tali patologie.Sono circa 24 milioni gli italia-
ni, che soffrono di una pato- logia cronica a carico dell'ap- parato digerente, numero in costante aumento con un paral- lelo incremento della spesa sa- nitaria, che attualmente sfiora i 67 miliardi di euro, destinata a superare i 70 in pochi anni, sulla base di una recente proie- zione ISTAT.
"Le malattie dell'apparato digeren- te rappresentano la seconda causa di ricovero in Italia (circa 900 mila/
anno) dopo le malattie cardiovasco- lari" afferma il dr. Fabio Monica, Presidente Nazionale AIGO "sia per patologia acuta che per riacutiz-
zazioni di patologie croniche; queste ultime, infatti, richiedono ospedaliz- zazioni frequenti e ripetute, a volte prolungate, con un impatto rilevan- te sulla salute della popolazione e sui costi di assistenza ospedaliera, indagini specialistiche, e di spesa farmacologica."
AIGO PER UNA CORRETTA GESTIONE DELLE MALATTIE CRONICHE GASTROINTESTINALI
a cura della Redazione
Si tratta
della seconda causa
di ricovero
La soluzione sembra essere un modello di assistenza integrata in rete tra ospedale e territorio
8
IL PUNTO
Le patologie complesse trattate dalla Gastroenterologia ospeda- liera sono numerose e richiedono competenze e specializzazione di- versificate, percorsi chiari e con- divisi.
"Cito a titolo di esempio"- continua il dr. Monica -"un recente studio sui malati affetti da cirrosi epatica, quasi 200mila in Italia, per i qua- li è stata calcolata una media di 1.7 ricoveri/anno a paziente, con costi molto maggiori di quelli per scompenso cardiaco ed insufficien- za respiratoria. Inoltre, in oltre la metà dei casi, le malattie croniche dell'apparato digerente colpiscono persone giovani, in età lavorativa:
un’analisi completa deve tener con- to anche dei costi indiretti dovuti ad una mancata produttività."
Ciò è fondamentale anche a fronte del perdurare dell'emer- genza pandemica, ai ritardi nel- la ripresa di cure e soprattutto di programmi di prevenzione per le principali patologie causati da
essa che si calcola - dal 2020 ad oggi - abbiano determinato una perdita di almeno 15 mesi di aspettativa di vita, disegnando una situazione epidemiologica del Paese in generale peggiora- mento.
AIGO, nell'ambito dell'azione promossa da FISMAD (Federa- zione Italiana Società delle Ma- lattie Apparato Digerente) si è fatta promotrice di una proposta proattiva concreta ed articolata per supportare il Governo, impe- gnato nella definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in ambito Salute e Sanità (Missio- ne 6: Opportunità per il Sistema Sanitario Nazionale e paradigma One Health).
"La medicina di attesa nel contesto delle malattie croniche è fallimenta- re" - conclude il dr. Monica - "Si tratta di un concetto scientificamen- te noto da molti anni ormai, ma che mai ha trovato una soluzione pratica. Occorre un'organizzazione
flessibile, capace di rispondere alle necessità del paziente, che coinvol- ga il medico specialista ospedaliero, il medico di medicina generale, gli infermieri e i caregivers."
La soluzione sembra, dunque, essere un modello di assistenza integrata in rete tra ospedale e territorio, che lasci agli ospeda- li per acuti solo l'accoglienza dei quadri clinici ad alta complessi- tà e non gestibili sul territorio, e che sia, al tempo stesso, efficace nel ridurre il rischio di ricovero stesso.
Un modello organizzativo flessi- bile, con una presa in carico "cir- colare" del paziente, capace di ri- spondere alle sue esigenze, e la creazione di un PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assi- stenziale), che preveda una di- stribuzione omogenea delle risor- se e delle expertise sulla base dell'epidemiologia e della nume- rosità della popolazione in ogni provincia o regione.
9
IL PUNTO
LE VACCINAZIONI IN FARMACIA
Una opportunità di salute
sicura e comoda
N
ell'ora più buia dell'e- mergenza Covid le farmacie sono state l'unico presidio sani- tario territoriale ri- masto "fisicamente"al fianco dei cittadini.
Oltre a non aver mai chiuso i bat- tenti, hanno anche aumentato il ventaglio dei servizi offerti.
Uno dei servizi più importanti è stato certamente la partecipa-
zione alla Campagna vaccinale contro il Covid 19. In tutto il mon- do (e da molti anni) i farmacisti vaccinano all'interno delle farma- cie, con grande vantaggio sia dei pazienti che dei sistemi sanitari.
In Italia, come spesso accade, al- cune decisioni vengono prese solo in seguito ad "emergenze", ma le farmacie si sono immediatamen- te organizzate per ottemperare a questo nuovo compito.
Migliaia di farmacisti hanno con- seguito l'abilitazione e prestato servizio come volontari negli Hub vaccinali di tutta Italia.
Successivamente sono state at- tivate le Farmacie Territoriali come Centri Vaccinali di Pros- simità. È stato una grande van- taggio per il cittadino, che ha così potuto ricevere la vaccinazione in tranquillità, senza doversi sotto- porre a complicate trasferte ed a lunghe code.
Il farmacista di fiducia, che cono- sce i propri pazienti per nome, è stato per molti la "molla", che ha fatto cadere le paure e i pregiudizi verso la Campagna vaccinale.
La sicurezza della vaccinazione in farmacia è garantita dalla prepa- razione professionale dei farma- cisti, che sono tutti stati formati dall'Istituto Superiore di Sanità con un percorso che continua nel tempo.
Nelle farmacie italiane si sommi- nistra anche il vaccino antinfluen- zale contribuendo ad aumentare la copertura contro una patologia potenzialmente altrettanto perico- losa del Covid 19 e che in passato ha causato epidemie mondiali.
a cura di
Antonio Marinelli Farmacista
Le vaccinazioni disponibili in farmacia già prima del Covid19 in Francia, Irlanda e Regno Unito (fonte Utifar)
10
FARMACIA
FOTOGRAFO ANDREA CICCALÈ
Intervista a cura di Anna Chiara Delle Donne Giornalista
V
anessa Gravina èun’attrice elegante e incisiva. Tra cinema, teatro e TV si mette in gioco continuamen- te, raccontando figu- re femminili complesse e reali, che restano indelebili nel cuore degli spettatori. Grazie al personaggio di Adelaide ne Il Paradiso delle Signore ha conquistato il pubbli- co di ogni età.
Tra arte e vita, Vanessa Gravina splende di una luce luminosa e si- gnificativa.
Negli ultimi mesi è tornata a teatro con lo spettacolo 'Tartufo' di Molière, dove ha interpretato Elmira. Che effetto le ha fatto tor- nare sul palcoscenico, in un perio- do così complesso per l'Italia?
Ho provato una grande emozio- ne nel rivedere le persone sedute a teatro. Questo periodo ci ha distan- ziati, in qualche modo, dagli altri.
Per me è stato molto forte poter vedere gli spettatori in platea, che avevano voglia di osservare una storia, di ascoltare le vite degli altri dal vivo e non più da remoto e tut- to questo ha una forza incredibile.
In questo momento il pubblico ha bisogno di leggerezza. Dobbiamo portare avanti progetti, che possa- no emozionare, ma anche celebra- re la vita.
VANESSA
GRAVINA
ATTRICE ELEGANTE E INCISIVA
LA SUA ADELAIDE NE IL PARADISO DELLE SIGNORE HA CONQUISTATO
IL PUBBLICO DI OGNI ETÀ
12
IL PERSONAGGIO
A teatro ha interpretato donne come Antigone, Carmen, Medea, Cassandra. Cosa le ha affascinato di donne così spiazzanti?
Di queste donne ho amato la for- za ed il coraggio di stare al mondo, la capacità di cavarsela da sole.
Sono donne, a cui sono stati ucci- si padri, fratelli, figli. Ma ognuna di loro risorge e va avanti. Queste figure mandano avanti la comuni- tà e questa metafora greca è sem- pre attualissima. Abbiamo donne
straordinarie intorno a noi e questi racconti, che ho portato in scena a teatro, sono storie di umanità, che rappresentano le persone.
In TV il pubblico ha amato la sua Adelaide ne Il Paradiso delle Si- gnore. Quanto c'è di questo perso- naggio in lei?
Adelaide è un personaggio meravi- glioso, che, quando parla, ha una capacità di spiazzare senza avere filtri e per me è sempre molto di- vertente poterla interpretare. Io, nella vita quotidiana, sono una persona diplomatica, accomodan- te, che va verso gli altri. Mentre Adelaide non ha paura del giudi- zio del mondo, dice le cose che pen- sa e paga il prezzo delle sue azioni.
Mi regala una grande forza ed è un personaggio molto difficile da interpretare, perchè è sempre diret- ta e incisiva in tutto quello che fa, dice e pensa. Scuote continuamen- te le cose e sento tanto il peso del- la responsabilità di rappresentarla come si deve. Il rigore, l'ordine, ci sono tanti aspetti di lei, che mi ap- partengono. Interpretarla è libera- torio, è bello trasformarsi e rappre- sentare un'altra donna, restando
vera. Adelaide ha la mia faccia, il mio sangue, le mie gambe.
Se l’aspettava tutto questo grande successo televisivo?
Adelaide è una donna insolita, fuo- ri dal tempo, che ha conquistato le persone e non me lo sarei mai aspet- tata. Non pensavo che anche sui social ci fossero così tanti commen- ti entusiasti su questo personaggio.
Sono molto contenta, perchè è un personaggio, che raramente capita nella vita di un'attrice.
Tra teatro e televisione, quanto è importante restare in equilibrio mentalmente e fisicamente per la- vorare, ogni giorno, su un set?
Serve una grande disciplina. Nel momento in cui vieni scelta per un lavoro, vuol dire che sei idonea.
Quindi hai bisogno di rafforzarti continuamente sia mentalmen- te che fisicamente. Serve, secondo me, anche la capacità di restare umile. Per me è necessario mettersi in discussione per essere determi- nata ad ottenere un risultato.
In che modo si prende cura del suo corpo?
Adesso, per esempio, andrò a fare un massaggio alla schiena in una Spa. Cerco di dedicarmi del tempo, nuotando un po' e trovando una piccola libertà, tra le prove di tea- tro ed il set.
Che legame ha con la natura?
Non vedo l'ora di riprendermi gli spazi ed i tempi per essere in con- tatto con la natura dopo ogni lavo- ro. Appena posso, prendo l’auto e vado a venti minuti da Roma per cercare di fare una passeggiata e una corsa di venti minuti all'aria aperta. Durante il giorno ho biso- gno di luce.
Vanessa sul set de "Il Paradiso delle Signore"
(Foto: Pierfrancesco Bruni)
13
IL PERSONAGGIO
C
on l’avanzare dell’età è frequente assistere alla comparsa di qualche lieve distur- bo: il corpo è una macchina, che va te- nuta in allenamento e necessita di frequente manutenzione. Dopo i 75 anni, in assenza di patologie concomitanti, che richiedano un intervento anticipato, è consiglia- bile rivolgersi ad un medico ge- riatria per una valutazione gene- rale dello stato di salute. Si tratta di una figura importantissima, il cui ruolo è quello di accompa- gnare il paziente e monitorare il processo d’invecchiamento al fine di preservare l’autonomia e lafunzionalità del fisico nel modo migliore possibile. È fondamenta- le ricordare che invecchiare non significa ammalarsi: l’invecchia- mento è, infatti, un processo na- turale e fisiologico, rappresenta il declino delle funzionalità corpo- ree non dovuto a traumi o patolo- gie concomitanti. Le malattie in- terferiscono con l’invecchiamento, per cui i pazienti affetti da iper- tensione, disturbi cardiovascolari e diabete dovrebbero richiedere un consulto geriatrico anche pri- ma dei 75 anni, poiché questi fe- nomeni sono capaci di anticipare l’invecchiamento. Il geriatra mo- nitora le terapie farmacologiche assunte dal paziente ed intervie-
ne in caso di necessità. Le capaci- tà di assorbimento e di elimina- zioni dei farmaci cambiano con l’età, soprattutto se sono presenti patologie renali, inoltre farmaci come antidepressivi e ansiolitici, somministrati ai pazienti anzia- ni, possono, in alcuni casi, ina- sprire i sintomi già presenti anzi- ché migliorarli. Il medico geriatra fornisce, dunque, il giu- sto supporto al paziente, garan- tendo un processo d’invecchia- mento quanto più naturale possibile, monitorando le funzio- ni cognitive e fisiologiche ed of- frendo un consiglio puntuale ed adeguato alle esigenze del singo- lo soggetto.
a cura della Redazione
I disturbi aumentano con l’avanzare dell’età
ANZIANI
QUANDO RIVOLGERSI AL GERIATRA
14
ANZIANI
C
he cos’è la felicità?Come possiamo es- sere più felici? Que- ste sono alcune tra le domande più difficili a cui rispondere. Se proviamo a chiederlo a noi stes- si ed a chi ci circonda, potremmo scoprire che ognuno dà una ri- sposta diversa. Tra di esse possia- mo trovare: la felicità è uno stato
d’animo, un’emozione, un senti- mento suscitato da qualcosa che ci fa stare bene, ecc.
La felicità può essere affianca- ta a concetti come il benessere o la soddisfazione di vita. È la ca- pacità che abbiamo di provare emozioni positive e ci permette di raggiungere le nostre aspirazioni, coltivando interessi e talenti per- sonali. Attraverso di essa possia-
mo arrivare a provare un senso generale di soddisfazione e appa- gamento per quello che facciamo durante le nostre giornate.
Negli ultimi anni, e soprattutto in questo periodo vissuto duran- te la pandemia, è diventato un tema sempre più interessante per la società, ma, in particolare, per gli studiosi. Costoro hanno perciò deciso di analizzarne il concetto e
Come possiamo essere più felici?
LA FELICITÀ
NON HA ETÀ
a cura di
Carmelo Sebastiano Ruggeri Medico Geriatra - Psicoterapeuta Valentina Busato
Psicologa - Pedagogista Chiara Cecchinato Psicologa
16
ANZIANI
tutte le sue sfaccettature, proprio per cercare di dare una risposta alle domande, che ci siamo posti all’inizio.
Recentemente, alcuni scienziati dell’Università di Edimburgo, in Scozia, hanno individuato addi- rittura i fattori, che determinano la nostra felicità. Da questo stu- dio è emerso che il 50% dipende dalla genetica. Ciò significa che una grande fetta della nostra fe- licità proviene da componenti, che non possiamo controllare.
L’8-10% da fattori esterni (come, per esempio, la nostra situazio- ne economica, lo status sociale, l’aspetto fisico, ecc.). Ma, il dato su cui dobbiamo focalizzare l’at- tenzione è sicuramente il restante 40%. È stato scoperto, infatti, che la nostra felicità dipende per il 40% da noi stessi: dal modo in cui pensiamo, in cui affrontia- mo la vita, con cui valutiamo gli eventi che ci accadono, ecc.
Concentriamoci, quindi, su que- sta grande fetta di felicità su cui possiamo lavorare e migliorare ogni giorno.
LA FELICITÀ NELL’ANZIANO Per quanto riguarda le persone più anziane, la terza età è sempre stata vista come un’età costellata di perdite, di malattie, di solitu-
dine, di riduzione delle capacità psico-fisiche. Tutti elementi che possono far pensare che qualsia- si anziano sia meno felice di una persona più giovane. Ciò che dob- biamo sempre ricordare, però, è che la felicità non appartiene affatto ad un’età specifica e che noi stessi possiamo influire su di essa. Addirittura, da numerosi studi, emerge che l’anziano, in questo frangente, ha un’arma in più rispetto al giovane. All’au- mentare dell’età, infatti, accade che vengano considerati mag- giormente gli aspetti positivi di un dato evento rispetto a quelli negativi. Questo viene chiamato effetto positività e sta ad indicare la tendenza dell’anziano a pri- vilegiare i bei ricordi, anche rie- laborando eventi spiacevoli del passato in chiave positiva (Car- stensen e Mikels, 2005). Mentre i giovani, tendono a prestare par- ticolare attenzione alle sfaccetta- ture negative di ciò che gli acca- de. Molto probabilmente questo avviene, perché l’anziano per- cepisce di aver già vissuto molti eventi salienti della sua vita (ad esempio: matrimonio, nascita dei figli, esperienze lavorative …) e sceglie di leggerli in un’ottica mi- gliorativa.
COME ESSERE PIÙ FELICI?
Ogni persona è diversa dalle altre e gli eventi di vita vissuti, positi- vi o negativi che siano, sono tra loro molto diversi. Ciò significa che, anche considerando l’effetto positività, accade frequentemen- te che l’anziano sia alla costan- te ricerca della felicità. Qui di seguito vi proponiamo quindi alcuni piccoli suggerimenti per vivere meglio, perseguendo be- nessere e felicità.
Continua ad avere uno scopo o un progetto per il domani Nella terza e quarta età può ac- cadere di percepire di vivere una serie infinita di giornate sempre uguali e piatte. Nessun progetto, nessuna aspirazione, nessuna voglia di pensare a quello che si potrebbe fare o creare in futuro, sia per quanto riguarda i prossi- mi anni, ma anche per il giorno seguente. In questo modo, però, non si farà altro che entrare in un circolo vizioso, che ci farà sentire sempre meno motivati, più tristi e immobili nel nostro quotidiano.
Per uscire con successo dal vortice negativo non serve avere grandi progetti di vita, ma sono suffi- cienti piccoli esercizi quotidiani.
Ad esempio, ogni sera, prima di andare a dormire, impegnarsi a pensare a cosa potremmo fare il giorno seguente e come farlo.
Coltiva le tue amicizie
Continuare a rimanere in con- tatto con parenti e amici è fon- damentale anche per i più anzia- ni. In questo modo sarà possibile riempire le giornate di vissuti e andare a dormire la sera con la certezza di avere sempre qualcu- no che ci affianca e ci supporta.
Scegli le tue reazioni
Come ben sappiamo, la vita è ricca di eventi, che non possia- mo controllare, sia negativi che positivi. Spetta solo a noi sce- gliere come affrontarli e quale reazioni avere.
Infine, ti consigliamo un libro utile in un percorso personale verso il benessere e la felicità:
Pillole di saggezza. 365 giorni per migliorare la tua vita. Au- tori: Busato, Cecchinato, Rug- geri. Editrice Dapero, 2020.
La nostra felicità dipende per il 40%
da noi stessi: dal modo in cui pensiamo,
in cui affrontiamo la vita, con cui valutiamo
gli eventi
che ci accadono
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ANZIANI
N
on è un altro libro sull’educazione. Ce ne sono moltissimi ed utilissimi in libre- ria, ma una lettura che sia di sostegno, conforto, ma anche di impegno per i genitori, perché non si sco- raggino nel loro compito, ma pos- sano vedere che è bello ed appas- sionante ancora oggi, più ancora oggi, educare un figlio.È un approfondimento di una vi- sione, non ancora del tutto accol- ta neppure dagli addetti ai lavori, che educare un figlio è principal- mente ed assolutamente educare noi genitori, che un figlio non ha problemi, ma si addossa un pro- blema dei genitori, che i figli sono i migliori terapeuti dei genitori.
È meglio, comunque, credere all’impossibile, se si vuole educa- re un figlio alla vita.
È un augurio che è un invito, che
è un impegno di essere orgoglio- si del nostro ruolo, di accettare la sfida educativa in un momento storico, in cui è diventata un’e- mergenza.
Oggi i genitori sono disorientati, dubbiosi, scoraggiati, disarmati.
Il libro di Elsa Belotti è nato dal desiderio di accompagnare i ge- nitori; è un invito rivolto a loro a riprendere in mano l’educazio- ne in modo che la coppia e la fa- miglia ridiventino il luogo privile- giato dell’educazione.
Se per educare un figlio ci vuole tutto il villaggio secondo la sag- gezza africana, oggi vogliamo anche offrire ai nostri figli una comunità educante, che recuperi la speranza per le generazioni a venire.
I genitori hanno in mano le sole lettere dell’alfabeto. I figli com- pongono parole, poesia, musica, danza e... armonia.
Essi ci salvano dalla sterilità e dall’inutilità di una esistenza, che non è aperta alla vita.
a cura della
Redazione
Pensieri disubbidienti per genitori ed educatori nel libro di Elsa Belotti
L’EDUCAZIONE
UNA MALATTIA CHE GUARISCE FIGLI E GENITORI
L’educazione:
una malattia che guarisce figli e genitori
173 pagine Celtis Editore
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MAMMA E BAMBINO
L
a primavera è arriva- ta. Da qualche gior- no il tuo bambino è inspiegabilmente stanco, inappetente ed insonne?Non si tratta di "capricci", ma di
"mal di primavera", detto anche
"sindrome da letargo", ovvero uno stato di malessere, costitui- to da disturbi transitori e di lie- ve entità, legato al passaggio dall'inverno alla primavera.
Questo disturbo stagionale col- pisce ad ogni età, ma a patirne maggiormente gli effetti sono proprio i bambini.
QUALI SONO I SINTOMI?
Dobbiamo innanzitutto distin- guere due tipologie di sintomi, ovvero fisici ed emotivi. Per quel che riguarda i primi, si osserva la tendenza ad addormentarsi frequentemente durante il gior- no mostrando, poi, insonnia in serata.
Altrettanto frequente è il senso di stanchezza al mattino al risve- glio, fanno movimenti lenti, non hanno voglia di camminare e rifiutano di mangiare, richieden- do, invece, cibi ricchi di zuccheri e lamentando sovente mal di te- sta e mal di pancia.
Per quel che riguarda la sfera emotiva, si osservano la difficol- tà di concentrazione, l'irritabilità e la tristezza, spesso accompa- gnate da frequenti attacchi di pianto.
Che fare, quindi, per aiutarli a superare questo momento?
Il primo suggerimento riguarda l'alimentazione, limitando l'uti- lizzo dei grassi di origine anima- le, farine raffinate e zuccheri, in favore di un maggior apporto di frutta e verdura di stagione, ce- reali integrali e proteine magre come carni bianche, uova, for- maggi freschi e pesce al vapore.
Privilegiare questi alimenti per- mette ai nostri bambini di assi-
milare le Vitamine ed i sali mine- rali, di cui maggiormente hanno bisogno in questo periodo, ovve- ro Vitamine B1, B6 e B12 oltre alle Vitamine C, D, magnesio e potassio.
Per potenziare gli effetti benefici della dieta, nelle giornate più lu- minose, lasciamo vivere ai bam- bini un po' di vita all'aria aperta.
La luce del sole migliora il tono dell'umore e fissa la Vitamina D.
Infine, non forziamo i bambini a rimanere svegli, cerchiamo, inve- ce, di assecondare i loro pisolini.
Con un pizzico di pazienza e qualche piccolo accorgimento, nell'arco di una o due settimane, i nostri bambini potranno godere appieno della bella stagione, la- sciandosi alle spalle questo nor- male momento di transizione.
E, se davvero vogliamo dare una marcia in più alla loro ripresa, possiamo sempre lasciarci consi- gliare dal farmacista un buon in- tegratore alimentare.
CAPRICCI
DI PRIMAVERA
COME SOSTENERE I PIÙ PICCOLI NEL CAMBIO STAGIONALE
Risentono del passaggio stagionale.
Uno stato di malessere con disturbi transitori
e di lieve entità
a cura di Maria Grande Farmacista
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MAMMA E BAMBINO
I
l tumore al collo dell’u- tero è una delle patologie onco-ginecologiche più diffuse. È causato princi- palmente dal papilloma virus umano (HPV) e meno frequentemente può trat- tarsi di un adenocarcinoma.Spesso non presenta sintomi e solo in fase avanzata possono comparire sanguinamento dopo il coito, sanguinamenti spontanei tra una mestruazio- ne e l’altra, perdite vaginali dall’odore intenso, dolore pelvi- co, dolore lombare ed edemi so- prattutto nelle parti inferiori del corpo, causati dalla com- promissione della funzionalità del sistema linfatico. Colpisce più frequentemente le donne
over 50, ma la letteratura ripor- ta anche dei casi precoci in pa- zienti di 20 anni. Tra i principa- li fattori di rischio troviamo frequenti rapporti sessuali in giovane età, il fumo, un nume- ro elevato di partner e la sin- drome da immunodeficienza acquisita. In fase iniziale la te- rapia d’elezione è la resezione chirurgica o la radioterapia, se si tratta di un tumore circoscrit- to, seguono, poi, la radio-che- mioterapia o la sola chemiote- rapia per tumori più aggressivi e che si sono diffusi a distanza.
Lo screening per la ricerca del papilloma virus dovrebbe coinvolgere le donne a partire dai 25 anni d’età o dai 21 anni se necessario, starà, poi, al gi-
necologo valutare con che fre- quenza ripetere l’esame, an- nuale o quinquennale. In alternativa può essere eseguito il PAP-test (test di Papanico- lau), se non disponibili altre tecniche diagnostiche e la biop- sia in caso di esito positivo. Le nuove linee guida per la pre- venzione del tumore al collo dell’utero sono state aggiornate nel 2020, è, pertanto, opportu- no prendere contatti con il pro- prio specialista al fine di pro- grammare i futuri controlli.
Infine è opportuno ricordare che per i ragazzi e le ragazze a partire dagli 11 anni è disponi- bile il vaccino dell’HPV da somministrare, prima che di- ventino sessualmente attivi.
TUMORE AL COLLO
DELL'UTERO
NUOVE LINEE GUIDA
a cura dellaRedazione
Una delle patologie oncologiche
più diffuse
27 DONNA
DONNA
C
HE COS’È LA VULVODINIA?È un dolore vulva- re, descritto anche come bruciore o fastidio, in assenza di una ragione ben identifica- bile, della durata di almeno 3 mesi. Coinvolge il 16-28% del- le donne, in particolare le più giovani.
QUANTI TIPI DI VULVODINIA ESISTONO?
La vulvodinia può essere localiz- zata in una zona ben precisa del- la vulva (nell’80% dei casi al ve- stibolo), più frequentemente nelle giovani, o generalizzata in tutta la vulva, più comune nelle donne di una certa età.
Inoltre può essere provocata da stimoli normalmente non doloro-
Coinvolge il 16-28%
delle donne
La vulvodinia compromette
sensibilmente la qualità della vita, in particolare la sfera sessuale
e affettiva della coppia
VULVODINIA
MI FA MALE LA VULVA!
a cura di
Claudio Paganotti Specialista in Ostetricia e Ginecologia Consulente in Sessuologia Clinica Istituto Clinico "Città di Brescia"
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DONNA
DONNA
si, come il contatto con indumen- ti, il rapporto sessuale, la stazio- ne seduta, o spontanea, quando si manifesta in assenza di stimoli.
La forma più frequente è la vesti- bolodinia provocata.
PERCHÉ LA DONNA SENTE DOLORE?
Il dolore della vulvodinia è di tipo disfunzionale, ossia dovuto ad una disfunzione del sistema nervoso centrale. Le cellule ner- vose del midollo spinale, che ri- cevono gli stimoli dalla periferia del corpo, sono attivate da stimo- li periferici tattili non dolorosi (allodinia). Inoltre inviano segnali dolorosi al cervello anche in assenza di sti- moli periferici.
COME SI FORMA IL DOLORE?
Il dolore disfunzionale è causato da una pre- disposizione centrale (genetica o psicologi- ca), dove alcuni fattori periferici scatenanti, ad esempio un’infezione da Candida, provocano il do- lore, che, poi, persisterà anche quando l’infiammazione sarà ri- solta.
COME È POSSIBILE GIUNGERE ALLA DIAGNOSI?
La diagnosi è posta mediante l’anamnesi, l’esame obiettivo e neurosensoriale. L’anamnesi è la raccolta dei dati riguardanti il do- lore: intensità, durata, sede e fat- tori scatenanti. L’esame obiettivo è finalizzato ad escludere malat- tie vulvari responsabili di dolore vulvare. L’esame neurosensoriale prevede il Q-tip test, cioè l’utilizzo di un cotton-fioc, con cui toccare
alcuni punti specifici della vulva:
se la donna lamenta dolore al tocco, probabilmente è interessa- ta dalla vulvodinia.
QUAL È LA TERAPIA?
La vulvodinia compromette sen- sibilmente la qualità della vita, in particolare la sfera sessuale e affettiva della coppia. Il fine della terapia è di trattare il dolore col ritorno ad una vita “normale”.
È raccomandato un approccio multifattoriale: farmacologi- co, riabilitativo, sessuologico e psicologico, senza dimenticare le norme igieniche comportamen- tali.
COSA SI INTENDE PER MISURE COMPORTAMENTALI?
I consigli igienico-comporta- mentali prevedono di: utilizza- re biancheria intima di cotone, meglio bianca, durante il gior-
no; preferire assorbenti di puro cotone; non impiegare tamponi vaginali e indumenti attillati;
non usare biancheria intima du- rante la notte; detergere la zona intima con acqua tiepida o con detergenti intimi adeguati (evi- tando profumi e deodoranti) una volta al giorno, quindi asciuga- re tamponando senza sfregare;
utilizzare creme o gel lubrifican- ti durante i rapporti sessuali e fare un bidet con acqua fredda dopo i rapporti; non praticare sport irritativi per l'area vulvare (spinning, bicicletta, equitazio-
ne, etc...) e non accavallare le gambe; non trattenere a
lungo l’urina e mantenere un regolare transito inte-
stinale.
QUALI SONO I FARMACI UTILIZZATI?
La terapia orale preve- de farmaci analgesici neuropatici (esempio Amitriptilina, Gabapen- tin e Pregabalin), che agi- scono sui meccanismi della disfunzione del sistema ner- voso centrale, responsabile del dolore vulvare. La terapia topica, come gli anestetici o antinfiam- matori locali, può essere utiliz- zata, ma con cautela, per evitare irritazioni.
QUANDO VANNO UTILIZZATI I TRATTAMENTI RIABILITATIVI?
La riabilitazione perineale con l'eventuale uso di coni vaginali e la TENS (Transcutaneous Electri- cal Nerve Stimulation) sono effi- caci, perché facilitano il rilassa- mento muscolare nei casi di ipercontrattilità dei muscoli del pavimento pelvico.
29 DONNA
DONNA
La probabilità supera
quella associata al tumore al seno
CANCRO
AL POLMONE
DONNE NON FUMATRICI
A RISCHIO
a cura della RedazioneL’
associazione cancro al polmone e fumo di sigaretta è noto da tempo: solo nel 2008 si stima che 160.000 persone siano decedu- te negli Stati Uniti a causa del ta- bagismo ed i dati degli ultimi anni non sono promettenti. La nicotina è la molecola responsa- bile della sensazione di benessere generata dalla sigaretta ed è an- che la ragione, che rende difficile abbandonare questo vizio. Inoltre l’effetto è dose-dipendente, mag- giore è la frequenza ed il numero di sigarette giornaliere, maggiore sarà la sensazione di benessere e altrettanto maggiore sarà il desi- derio di una nuova sigaretta. Si innesca così un circolo vizioso dif-ficile da fermare. Il tumore al polmone può presentarsi anche nei soggetti non fumatori espo- sti al fumo passivo, ma si tratta di fenomeni più contenuti e prin- cipalmente si sviluppa a seguito di numerosi eventi pro-canceroge- nici, dove la causa principale è l’infiammazione. Il tabacco, in- fatti, è capace di generare nu- merose lesioni maligne lungo tutto l’albero bronchiale, che, associate ai mediatori dell’infiam- mazione, generano la patologia oncologica. Recenti dati confer- mano una maggiore predisposi- zione delle donne rispetto agli uomini verso il cancro al pol- mone non solo nelle fumatrici, ma anche nelle non fumatrici.
La probabilità, nel caso delle don-
ne che fumano, è talmente eleva- ta, che supera di gran quella asso- ciata al tumore al seno. È, inoltre, emerso che anche quando nei fu- matori di sesso maschile il consu- mo giornaliero di sigarette supera di molto quello femminile, il ri- schio per le donne rispetto agli uo- mini rimane statisticamente più elevato. La genetica, forse, è alla base di questa differenza tra i due sessi e le ricerche future daranno ulteriori informazioni anche al fine di personalizzare meglio le te- rapie ed adeguarle alle peculiari- tà dei pazienti. Nel frattempo la decisione migliore che si possa prendere per la propria salute è quella di affidarsi ad un dei nu- merosi Centri anti-tabagismo pre- senti sul territorio italiano.
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DONNA
G
li uomini e le donne sono uguali? Quan- do si tratta di patolo- gie la risposta è no.Chi si occupa di studi statistici lo sa bene:
esistono differenze non solo nel modo di ammalarsi, ma anche nella predisposizione a deter- minate patologie. Dall’iperten- sione all’osteoporosi, dalle pato- logie cardiovascolari alle malattie autoimmuni, l’inciden- za varia tra i due sessi. A com- plicare le cose sono, poi, i pregiu- dizi diagnostici, che portano a sottostimare l’incidenza dell’o- steoporosi nell’uomo, considera- ta una patologia a prevalenza femminile, o delle patologie pol- monari croniche a carattere
ostruttivo nella donna. In gene- rale è possibile affermare che le differenze biologiche tra uomo e donna siano responsabili del- la maggior o minor predisposi- zione a manifestare determina- ti disturbi. La stessa differenza nella concentrazione di testoste- rone definisce quali saranno le malattie più frequentemente pre- senti nel sesso femminile e quali in quello maschile. Un esempio:
le donne sono statisticamente meno inclini alle patologie car- diovascolari e, se ricevono una diagnosi di cardiopatia, è proba- bile che vengano trattate con un minor numero di farmaci rispet- to alla loro controparte maschile.
Anche in caso di fibrillazione atriale gli uomini richiedono
spesso protocolli terapeutici più complessi rispetto alle donne, al contrario l’osteoporosi e la de- pressione sono considerate pato- logie più frequenti nel genere femminile. Le patologie corona- riche sembrano, poi, avere mani- festazioni precoci nell’uomo, mentre nella donna si presenta- no anche con 10 anni di ritardo.
Rientrano in questo quadro an- che le forme oncologiche, dove la fisiologia gioca un ruolo fonda- mentale, è il caso del tumore al collo dell’utero e di quello prosta- tico. Non solo i farmaci, ma an- che gli interventi chirurgici hanno esiti diversi a seconda del genere e la medicina dei prossimi anni dovrà sempre più tenerne in considerazione.
UOMINI E DONNE
NON SONO UGUALI
La predisposizione a determinate patologie è diversa
a cura di Lisa Dal Pozzo Farmacista
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DONNA
DONNA
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on il termine sperone o spina calcaneare si intende un’esosto- si del calcagno cioè una crescita esube- rante di osso a livel- lo della tuberosità calcaneare (Fig.1). È una condizione piutto- sto frequente con un'incidenza tra 11% ed il 46%, che aumenta con l’età (Ozan Beytemur e coll.2018). Le persone con spina cal- caneare lamentano, general- mente, un dolore al tallone, una condizione clinica detta tallonite o tallodinia. La parte dolente è la regione plantare del tallone nel punto di inserzione della fa- scia plantare (Fig.2). Chi soffre di tallonite o spina calcaneare la descrive come una patologia a decorso “bizzarro”, perchè il do- lore può durare giorni o mesi per poi risolversi spontaneamente, ri- manendo silente per mesi o anni
e dopo ricomparire nuovamente all’improvviso.
MA COS'È LA FASCIA PLANTARE?
È una struttura, che ha una gran- de importanza funzionale, perché mantiene l’arco longitudinale del piede ed assorbe le forze, che si scaricano sulle teste metatarsa- li, ha, inoltre, un ruolo dinami- co durante il ciclo del passo e fa parte del sistema achilleo-calca- neo-plantare (Fig.3 e Fig.4). Pos- siamo, quindi, dire che, in caso di tallonite, la struttura del pie- de ammalata è proprio la fascia
plantare. Ecco perché è possibile considerare la tallonite e la spi- na calcaneare come rispettiva- mente il sintomo ed il segno di una stessa patologia, che viene chiamata fascite plantare. La diagnosi di questa malattia è cli- nica, cioè basta una visita accura- ta da parte del medico o dello spe- cialista ortopedico. La radiografia e l’ecografia sono solo esami stru- mentali di supporto alla diagno- si. Da un punto di vista stretta- mente medico e biomeccanico, si ipotizza che la fascite plantare sia dovuta ad un sovraccarico meccanico della fascia plantare con microtraumi ripetuti e con una conseguente infiammazione cronica. L’infiammazione croni- ca istologicamente causerebbe un rimodellamento, una fibrosi ed una ossificazione nel punto in cui la fascia si inserisce sul cal- cagno. Alla fascite, quindi, non
TALLONITE E SPINA
CALCANEARE
LE DUE FACCE DI UNA STESSA MEDAGLIA
a cura di
Maria Grazia Minicelli Specialista in Ortopedia e Traumatologia, Patologie del piede Ospedale HUB Pugliese Ciaccio - Catanzaro
Una patologia frequente e invalidante, solo pochi casi necessitano dell’intervento chirurgico
Negli ultimi anni è stato rivalutato l’uso delle onde d’urto nel trattamento della fascite plantare
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PARLA LO SPECIALISTA
corrisponde un quadro istologico di tipo infiammatorio, ma di tipo degenerativo.
COME SI CURA
LA FASCITE PLANTARE?
Il trattamento di scelta è quello conservativo, che può consistere nella iniezione locale di cortico- steroidi o nell’utilizzo di una or- tesi notturna nell’alleviare il do-
lore, anche se quest’ultima non sembra essere supportata da va- lide evidenze scientifiche (S. Cut- ts e coll. 2012). Il trattamento conservativo può comprendere anche programmi di stretching muscolare tricipitale, iniezione locale di plasma ricco di pia- strine (PRP) o l’applicazione di onde d’urto. L’obiettivo di tutte queste terapie è quello di alleviare il dolore al tallone. Solo negli ul- timi anni è stato rivalutato l’uso delle onde d’urto nel trattamento della fascite plantare. Sembrereb- be infatti, che nei casi di tallonite le onde d’urto focali siano clinica- mente più efficaci delle iniezioni di corticosteroidi ad un follow up
di 3 mesi. Il razionale dell’utilizzo delle onde d’urto pare sia dovuto al fatto che questa terapia fisica determini nei tessuti degenerati un aumento dei markers angio- genetici, della neoangiogenesi cioè della formazione di nuovi vasi, della sintesi di collagene e la distruzione delle fibre nervose sensoriali non mieliniche (Jiale Sun e coll. 2017).
MA, TRA TUTTE QUESTE CURE, QUALE SEMBREREBBE QUELLA PIÙ EFFICACE?
In letteratura attualmente non c’è alcun consenso, accordo su quale sia, in realtà, la migliore te- rapia. Sia le onde d’urto che l’i- niezione locale di corticosteroidi che di plasma ricco di piastrine migliorano ed alleviano il dolore al tallone e sembrano essere, co- munque, efficaci (M. Ugurlar e coll. 2018). Noi ortopedici consi- gliamo anche l’uso di talloniere in silicone con scarico in gel.
Inoltre anche l’uso di plantari con scarico calcaneare e di una scarpa con tacco idoneo risultano efficaci nella cura della tallonite (A. Folliero e M.G. Minicelli Jour- nal of Orthopedics 2014). Se dopo queste cure il paziente non ha giovamento, può ricorrere al trat- tamento chirurgico. Anche se la fascite plantare è una patologia frequente ed invalidante, solo po- chi casi necessitano dell’interven- to chirurgico. La fascite plantare rimane, comunque, una condi- zione complessa, in cui la bio- meccanica del piede gioca un ruolo fondamentale, non è una malattia acuta, ma cronica dege- nerativa, che può rimanere silen- te per molto tempo, ma esordire all’improvviso in modo veramen- te invalidante.
Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
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PARLA LO SPECIALISTA
C
ome sottolineato dal prof. Lee Kaplan, studioso e direttore dell’Obesity Meta- bolism and Nutri- tion Institute al Massachusetts General Hospi- tal di Boston, l’obesità è una malattia, non una scelta, ed è possibile curarla. Queste parole rafforzano una nuova visione dell’obesità e fanno luce sulle terapie più efficaci.Anzitutto occorre inquadrare l’obesità come una malattia cronica, in grado di aggrava- re numerose patologie, come, ad esempio, il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, le ap- nee notturne e l’insonnia. In quest’ottica, l’obesità è la causa e non l’effetto di queste malattie.
Il rapporto tra obesità ed eccesso di cibo viene ribaltato: non è il secondo a causare la prima, ma
esattamente il contrario.
Alla luce di questo nuovo modo di vedere l’obesità, anche le cure vanno scelte con nuova consa- pevolezza. Il prof. Kaplan sot- tolinea, innanzitutto, come sia errato pensare che le diete per le patologie, causate dall’obesi- tà, siano efficaci contro l’obesità stessa. Ad esempio, la dieta me- diterranea è una valida alleata contro ipertensione, colesterolo e glicemia, ma non ha un effetto dimagrante.
Seconda considerazione impor- tante nella cura dell’obesità è quella relativa al fattore fisio- patologico. L’obesità può avere molte cause: genetiche, cultu- rali, endocrine o metaboliche, e ogni paziente va inquadrato nella propria situazione, anche tenendo conto di eventuali vis- suti fallimentari, legati a diete interrotte o inefficaci.
Il medico deve essere in grado di raccogliere la storia del pazien- te e, consapevole di come ogni intervento funzioni bene solo in un gruppo di soggetti, procede- re a stilare un programma di- magrante, che rappresenti il miglior compromesso tra peso desiderato e peso raggiungibi- le e mantenibile.
In questo senso un intervento personalizzato comprenderà supporto comportamentale, esercizio fisico, miglioramento di sonno e digestione, sostegno psicologico, lotta alla fame e alle comorbidità, considerazio- ne di eventuali problemi endo- crini e metabolici, attacco alle adiposità localizzate e tanto al- tro. Terapie endocrine e farmaci dimagranti, sempre più sicuri ed efficaci, vanno considerati come alleati preziosi nella cura dell’obesità.
Può aggravare numerose malattie come il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, le apnee notturne
e l’insonnia
OBESITÀ
UN NUOVO MODO DI VEDERLA E TANTE NOVITÀ PER CURARLA
a cura di Enrico Filippini Professore a contratto di Nutrizione Clinica Specialista in Endocrinologia www.studiomedicofilippini.it
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PARLA LO SPECIALISTA
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uest’inverno meteoro- logico è stato segnato dalla siccità, special- mente nel nord-ovest del Paese. Le conse- guenze del clima estre- mamente secco e delle frequenti raffiche di vento riguardano an- che la nostra salute, come ben sanno le persone, che soffrono di occhio secco. Il periodo invernale è, già di per sé, un periodo critico per questa patologia, perché gli ambienti riscaldati e secchi crea-no le condizioni per una rapidissi- ma evaporazione di un già scarso film lacrimale.
QUALI SONO I SINTOMI?
L’occhio secco è una patologia, di cui si parla poco, pur essendo sempre più diffusa e anche note- volmente invalidante. Essa si svi- luppa, quando gli occhi non sono più in grado di mantenere un'a- deguata lubrificazione lacrimale.
I sintomi, che ne derivano, sono la sensazione di sabbiolina o cor- po estraneo nell’occhio, accompa- gnata a visione sfocata.
Lacrimazione, fastidio ocula- re, blefarite, irritazioni e brucio- ri sono altre problematiche, che spesso si manifestano.
Ma perché un occhio secco la- crima più di un occhio sano? Si tratta di lacrimazione paradossa, dovuta alla creazione di piccole lesioni corneali, che determinano, per via riflessa, una lacrimazione difensiva della durata di alcuni minuti. È piuttosto frequente l’as- sociazione dell’occhio secco ad altri disturbi come congestione nasale, sinusite, tosse cronica, raf- freddori, allergie e mal di testa.
PERCHÉ SI MANIFESTA?
Una delle ragioni, per cui la sin- drome dell’occhio secco è sem- pre più diffusa, è sicuramente il massivo utilizzo di smartpho- ne, computer e tablet, fattore questo che rende l’insorgenza
Si sviluppa
quando gli occhi non sono più in grado di mantenere
un’adeguata lubrificazione lacrimale
La terapia, che si segue normalmente, è a base di lacrime artificiali
a cura di Andrea Russo Medico Chirurgo Oculista Responsabile
Centro Oculistico Bresciano