• Non ci sono risultati.

PARLAMENTO EUROPEO. Commissione per l'industria, il commercio estero, la ricerca e l'energia DOCUMENTO DI LAVORO

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "PARLAMENTO EUROPEO. Commissione per l'industria, il commercio estero, la ricerca e l'energia DOCUMENTO DI LAVORO"

Copied!
7
0
0

Testo completo

(1)

DT\434202IT.doc PE 302.137

IT IT

PARLAMENTO EUROPEO

1999 «

«««

««

««

««

« «

2004

Commissione per l'industria, il commercio estero, la ricerca e l'energia

18 giugno 2001

DOCUMENTO DI LAVORO

sulla Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo su

L'Europa e lo spazio: comincia un nuovo capitolo

Commissione per l'industria, il commercio estero, la ricerca e l'energia

(COM(2000) 597 - C5-0146/2001 - 2001/2072(COS))

Relatore: Konstantinos Alyssandrakis

(2)

PE 302.137 2/7 DT\434202IT.doc

IT

1. Antefatto

La capacità dell'uomo di andare nello spazio ha prolungato le nostre frontiere ben al di là dell'atmosfera terrestre. L'accesso allo spazio ha portato ad una rivoluzione delle nostre conoscenze sul sole, sul sistema solare, sulle stelle, sulle galassie e sull'intero universo. La conquista dello spazio non soltanto ci ha fornito nuove conoscenze ma anche portato applicazioni pratiche che hanno modificato la nostra vita. L'uso dei satelliti nelle telecomunicazioni, per le previsioni del tempo, per l'osservazione della terra e per la navigazione è così diffuso che è difficile immaginare che queste attività dell'uomo possano continuare senza ricorrere allo spazio. Inoltre gli elevati standard tecnici necessari per le attrezzature spaziali hanno portato a enormi passi avanti tecnologici che gradualmente si sono riversati nella nostra vita quotidiana. Per finire lo spazio ha sempre avuto un'importanza strategica, visto che chiunque controlli lo spazio controlla anche la terra.

Il Consiglio europeo, la Commissione europea e il Parlamento europeo in passato hanno ripetutamente discusso problemi concernenti la politica spaziale. Non ci si è soffermati soltanto su ciò che possono fare le attività basate nello spazio in genere, ma soprattutto quali iniziative possono essere necessarie perché l'Unione europea quale entità a sé stante possa fare un uso efficiente dello spazio nell'attuare le proprie politiche.

Un importante operatore sulla scena internazionale per quanto riguarda l'attività relativa allo spazio è l'Agenzia europea spaziale (ESA) che ha svolto un ruolo critico per promuovere la cooperazione tra i paesi europei nell'esplorazione dello spazio, nelle applicazioni spaziali e nello sviluppo di ricerca basata nello spazio. L'ESA è un organo indipendente, che comprende 14 paesi europei, 12 dei quali membri dell'Unione europea. Era pertanto del tutto naturale che la UE sfruttasse le possibilità offerte dall'ESA.

Il Consiglio ha fatto un importante passo in questa direzione con la sua risoluzione del 22 giugno 19981, nella quale invita la Commissione a prendere misure pratiche per promuovere la cooperazione tra l'Unione europea e l'ESA. La Commissione in risposta aveva preparato un documento di lavoro intitolato "Verso un'impostazione europea coerente per lo spazio". Il Parlamento europeo nella sua risoluzione del 18 maggio 2000 si compiaceva dell'intenzione della Commissione di creare un quadro politico per futuri programmi spaziali, affermando che questo quadro deve "essere sviluppato in seguito a consultazioni ampie e approfondite tra tutte le parti interessate dei settori scientifico, tecnico, industriale, commerciale e politico e tra le agenzie spaziali nazionali". Il Parlamento esprimeva anche il suo vivo desiderio di vedere

"lo spazio utilizzato a fini pacifici a beneficio di tutta l'umanità" e chiedeva "un approccio più equilibrato in materia di spazio" che sostenga contemporaneamente l'uso scientifico e pratico della ricerca spaziale. Esso inoltre procedeva ad una serie di raccomandazioni dettagliate su problemi quali la formazione di scienziati e ingegneri, la cooperazione internazionale, i sistemi di lancio, il suo appoggio al sistema di navigazione satellitare Galileo, l'esigenza di un equilibrio tra i sistemi di comunicazione spaziali e altre tecnologie contemporanee nonché la necessità di non ostacolare attività scientifiche quali la ricerca radioastronomica.

Un ulteriore passo in questa direzione è stato compiuto dalla decisione del Consiglio europeo del dicembre 1991, nonché dalla risoluzione del Consiglio ESA a livello ministeriale del maggio 1999, con cui si invitava la Commissione europea e l'esecutivo dell'Agenzia spaziale europea a elaborare una strategia europea spaziale coerente. Il risultato è stato un documento

1 GU C 224 del 17 luglio 1998, pag. 1.

(3)

DT\434202IT.doc 3/7 PE 302.137

IT

comune Commissione-ESA su una strategia spaziale europea, un documento incluso totalmente nella comunicazione della Commissione che stiamo esaminando. Inoltre nella sua risoluzione del 16 novembre 2000, il Consiglio chiedeva alla Commissione di creare quanto prima in cooperazione con l'ESA ed entro la fine del 2000 al massimo, una task force comune di alto livello che coinvolgesse la Commissione e l'esecutivo ESA. In consultazione con gli Stati membri, il ruolo di questa task force, la cui composizione doveva rendere possibile integrare le varie politiche comunitarie nella strategia spaziale, aveva il compito di sviluppare ulteriormente la strategia spaziale europea e presentare proposte per la sua esecuzione.

Infine va menzionato ora che il settore aeronautico e spaziale figura tra le sette zone tematiche prioritarie della proposta della Commissione per il sesto programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico.

Dopo diversi anni di discussione, siamo arrivati al punto di prendere decisioni concrete su quale sia il modo migliore di proseguire per lo sviluppo di una politica spaziale, non a livello degli Stati membri, ma a quello dell'Unione. Pertanto è necessario che il Parlamento esamini la sua posizione attentamente tenuto conto delle idee in discussione sul futuro della politica spaziale europea.

2. Linee d'azione

Il documento della Commissione propone tre linee d'azione, sulle quali il Consiglio ha manifestato il proprio accordo nella sua risoluzione del 16 novembre 2000.

· Consolidare le basi dell'attività spaziale: mantenere un accesso indipendente ed economicamente sostenibile allo spazio e garantire un'ampia base tecnologica alle risorse industriali di progettazione, fabbricazione e gestione di sistemi di satellite e l'associata infrastruttura a terra.

· Approfondire le conoscenze scientifiche per una migliore comprensione del nostro pianeta e della sua atmosfera, del sistema solare e dell'Universo.

· Cogliere i vantaggi per i mercati e la società grazie allo sfruttamento orientato verso la domanda delle competenze tecniche della comunità spaziale.

La prima linea d'azione è una condizione essenziale per qualsiasi attività spaziale. Il documento comune Commissione-ESA nota che "considerando il divario degli investimenti in sistemi spaziali e soluzioni terrestri tra l'Europa e i suoi concorrenti occorre adottare per la tecnologia spaziale un approccio forte e innovativo, basato su un dialogo fruttuoso tra i fornitori di tecnologie e gli utenti". Il documento nota inoltre che "grazie all'ESA, alla ricerca comunitaria e nazionale e ai programmi di sviluppo tecnologico, esiste oggi in Europa una solida base tecnologica presso l'industria, i centri di ricerca le università" e propone di realizzare tre attività, diverse ma coordinate:

· sviluppo di tecnologie di base, essenzialmente mediante il finanziamento pubblico;

· dimostrazione in tempi rapidi di tecnologie sviluppate tramite progetti pilota e attività di convalida a cui partecipino congiuntamente il settore pubblico e gli operatori commerciali;

e

· sviluppo di applicazioni e di servizi orientati al mercato e alla domanda degli utenti.

(4)

PE 302.137 4/7 DT\434202IT.doc

IT

Questi diversi tipi di attività tecnologica saranno sviluppati tenendo conto dei diversi gradi di partecipazione industriale a ciascun livello del ruolo specifico delle PMI nel processo di innovazione.

Il documento sottolinea che "i lanciatori europei devono mantenere una posizione concorrenziale sul mercato mondiale dei servizi di lancio, in rapida e continua evoluzione.

L'arrivo di nuovi operatori di lancio sulla scena mondiale richiede un continuo riadeguamento delle quotazioni europee".

L'importanza di sviluppare la seconda linea d'azione, che promuove le conoscenze scientifiche, si basa sul fatto che lo spazio fornisce possibilità senza pari di esplorare il sistema solare e l'universo, un flusso costante di dati mondiali facilmente comparabili per la comprensione del nostro pianeta e della sua atmosfera e danno accesso alla microgravità. La Commissione e l'ESA sottolineano che "è quindi importante che l'Europa si dedichi alle tematiche di punta della scienza spaziale e ai contributi che lo spazio apporta alla comprensione del clima e del nostro pianta:

· comportamento del Sole e sua influenza sulla Terra; origini del sistema solare ed evoluzione dei suoi pianeti, compreso il nostro; origine ed evoluzione delle stelle, sistemi planetari e pianeti simili alla Terra - compresa la ricerca di eventuali forme di vita;

struttura, evoluzione e destino dell'universo e leggi fondamentali che lo governano;

· e, fattore di crescente importanza, studio dei fenomeni del cambiamento climatico globale e di tutti i principali filoni delle scienze della Terra: interno della Terra, clima fisico, geosfera/biosfera, atmosfera e ambiente marino e loro impatto sull'umanità".

Per quanto riguarda le missioni nello spazio con persone a bordo viene notato poi che l'Europa deve ora concentrarsi per ottimizzare l'uso dell'ISS quale infrastruttura europea di ricerca per tutte le discipline attinenti allo spazio - in particolare scienze della vita, fisica, ricerca applicata, sviluppo tecnologico e convalida - e quale importante strumento educativo e banco di prova per la “prossima tappa” dell'esplorazione umana dello spazio: l'esplorazione del sistema solare.

La terza linea d'azione, quella volta a cogliere i vantaggi per i mercati e la società, rappresenta il nucleo essenziale del documento comune Commissione/ESA. Le comunicazioni via satellite, la navigazione spaziale (in particolare il progetto GALILEO), il controllo dell'ambiente, nonché la politica europea comune in materia di sicurezza e di difesa comprendono questa linea d'azione.

Sebbene le comunicazioni via satellite rappresentino la più ampia singola fonte di gettito nel settore spaziale commerciale, il documento nota che il successo di questo settore è fragile.

Dopo la forte ondata di consolidamento registrata nell'ultimo decennio dall'industria spaziale in tutto il mondo, rimane soltanto una mezza dozzina di costruttori di satelliti in grado di fornire sistemi completi "chiavi in mano". Anche se le comunicazioni via satellite sono orientate al mercato l'Europa deve continuare a favorire lo sviluppo delle applicazioni a valle.

In realtà le politiche sociali di cooperazione nella UE (istruzione, salute, sviluppo regionale, cooperazione con i paesi terzi, e-Europa) possono costituire contesti generali entro cui le comunicazioni via satellite perseguono gli obiettivi prefissi.

(5)

DT\434202IT.doc 5/7 PE 302.137

IT

Il progetto GALILEO ha un ruolo fondamentale per la UE, non solo per la sua importanza nel quadro della navigazione satellitare, ma anche in quanto rappresenta il primo progetto di ampia scala ad essere avviato dall'Unione in quanto tale. Tuttavia poiché esso è oggetto di una discussione specifica in seno al Parlamento, non verrà esaminato dettagliatamente nel contesto della presente relazione.

Il monitoraggio dell'ambiente rappresenta il secondo grande progetto a livello UE.

L'informazione ottenuta dallo spazio fornisce un'importante piattaforma per sviluppare il monitoraggio dei parametri ambientali e di sicurezza e sostenere un'analisi di singoli aspetti e le loro interazioni. Sono in fase di definizione varie iniziative concernenti i sistemi spaziali tra loro concorrenti e complementari che potrebbero essere configurati per fornire i servizi di monitoraggio e di informazione.

Un'iniziativa GMES (Global Monitoring for Environment and Security) deve fare da ponte tra le esigenze politiche dell'Europa e le capacità tecniche e operative avanzate fornite dai satelliti di osservazione. Le attività preparatorie in ambito GMES hanno riunito rappresentanti della Commissione, dell'ESA, delle agenzie spaziali nazionali, di Eumetsat e dell'industria con la finalità di stabilire la metodologia da seguire per acquisire un accesso indipendente all'informazione spaziale.

Secondo questo documento, sono stati identificati tre temi concreti per avviare a livello pratico lo sviluppo di questa iniziativa:

· cambiamento globale,

· stress ambientale e

· catastrofi naturali e di origine umana.

Questa complessa problematica richiede un'iniziativa concreta che sulla base delle attività preparatorie riunisca tutti i soggetti per garantire che l'Europa sviluppi un approccio coerente per l'osservazione dello spazio.

Il documento comune associa il monitoraggio globale alla politica europea comune in materia di sicurezza e di difesa PECSD: "Per raggiungere gli obiettivi della PECSD, l'UE dovrebbe potersi avvalere di una serie di strutture militari (inizialmente istituite dall'UEO), civili (istituite dall'UE) per i servizi di intelligence e la gestione delle crisi. Lo sfruttamento delle possibilità di duplice uso e il consolidamento dei piani degli Stati membri in materia di comunicazione, dati per i servizi di intelligence, i satelliti di osservazione potrebbero apportare notevoli vantaggi". Essa nota inoltre che "con l'imminente integrazione dell'UEO, il Satellite Centre sarà trasferito all'Unione europea. Si tratterà di un vero guadagno, a condizione che il centro mantenga la duplice natura dei suoi compiti e la possibilità di prestare servizi nel settore civile. Il Centro potrebbe anche assumere nuovi compiti e svolgere vere e proprie mansioni di intelligence al fine di applicare gli aspetti spaziali della PECSD in base ad accordi che restano da definire".

3. Attuazione

Per attuare questa strategia, nonché i futuri progetti, occorrerà sia creare una agenzia spaziale UE o collaborare strettamente con l'ESA. La seconda impostazione presenta ovvi vantaggi, in quanto la UE beneficerà delle strutture e dell'esperienza esistente ed è l'impostazione adottata

(6)

PE 302.137 6/7 DT\434202IT.doc

IT

nel documento comune Commissione/ESA il quale afferma che "occorrono infatti legami ufficiali fra l'Unione e l'ESA per avviare prontamente attività comuni" ed inoltre "il perseguimento di obiettivi comuni in questi progetti richiederà ovviamente l'istituzione di un preciso quadro operativo che consenta all'ESA di agire, oltre che in veste di agenzia spaziale per i suoi Stati membri, anche in qualità di agenzia esecutiva preposta allo sviluppo e all'approvvigionamento del segmento spaziale e dei segmenti a terra associati". La comunicazione inoltre parla della creazione della task force comune cui si riferisce la risoluzione del Consiglio del 16 novembre 2000 e del suo mandato di proporre "accordi permanenti" entro la fine del 2001.

La questione del futuro dell'ESA e dei suoi rapporti con la UE è stata oggetto di una relazione da parte di un gruppo di alto livello, creato dal Direttore generale dell'ESA nel marzo 2000. Il gruppo era formato da Carl Bildt (presidente, già primo ministro di Svezia), Jean Peyrelevade (presidente del Crédit Lyonnais) e Lothar Späth (CEO del JENOPTIK AG e già primo ministro del Baden-Württemburg); la relazione è stata presentata il 20 novembre 2000 e sarà denominata in seguito "relazione Bildt". Essa fissa quattro obiettivi principali:

1. Il Consiglio europeo dovrebbe definire la politica spaziale europea e gli orientamenti per la sua esecuzione ogni cinque anni;

2. L'ESA dovrebbe essere l'agenzia spaziale dell'Europa;

3. La Commissione europea dovrebbe definire il quadro regolamentare nel cui ambito si svolgono le attività spaziali, dovrebbe rappresentare l'Europa nelle sedi mondiali che assegnano le frequenze e definiscono le norme di mercato; dovrebbe inoltre contribuire ai programmi ESA e in quanto tale essere membro del Consiglio ESA;

4. Il Parlamento europeo dovrebbe avere la possibilità di discutere e riesaminare regolarmente la politica spaziale europea.

Ritornando al documento comune esso esamina gli aspetti industriali della politica spaziale.

Esso sottolinea che mediante "la creazione di grandi imprese spaziali l'industria europea si sta rafforzando per rispondere alla sfida del gigante industriale degli Stati Uniti in questo settore", mentre occorre "dedicare un'attenzione particolare alle PMI, che hanno un ruolo decisivo per promuovere l'innovazione". Le partnership pubblico-privato vengono identificate in quanto rappresentano "una formula atta ad impegnare il settore pubblico e l'intera catena industriale in un progetto operativo".

Infine il documento della Commissione discute gli aspetti internazionali, nei quali include missioni scientifiche nello spazio svolte in cooperazione, gli aspetti del commercio internazionale e il coordinamento della posizione europea rispetto alle Nazioni Unite. Esso sottolinea che "l'associazione del Canada all'ESA, il dialogo UE-Russia sullo spazio e la cooperazione di lunga data con gli USA nella scienza spaziale nonché la Stazione spaziale internazionale sono esempi concreti di relazioni privilegiate con paesi terzi cui si deve dare riscontro determinando il modo più efficace di inserire lo spazio nelle politiche di cooperazione internazionale dell'UE". Tutto questo è in linea con la risoluzione del Parlamento del 18 maggio 2000, che sollecitava la Commissione e il Consiglio a promuovere ulteriormente la cooperazione tra la UE e altri paesi.

(7)

DT\434202IT.doc 7/7 PE 302.137

IT

Va ricordato in questa occasione che l'8 giugno 2001 si è svolta a Mosca una riunione sulla cooperazione spaziale tra la UE e la Russia, cui hanno partecipato membri della Duma russa e del Parlamento europeo, della Commissione, dell'ESA e dell'Agenzia spaziale russa, nonché rappresentanti del mondo industriale di ambedue le parti. Secondo il relatore esistono grandi possibilità di cooperazione che possono risultare vantaggiose per entrambi le parti.

4. L'aspetto politico

Nel preparare la sua risoluzione sul futuro della politica spaziale europea il Parlamento europeo dovrà sicuramente riflettere a lungo e concentrarsi sul processo decisionale riguardante la politica dello spazio e sulle ripercussioni delle misure in discussione. Esso dovrà sollevare l'importante problema delle basi giuridiche su cui poggerà la futura politica spaziale europea.

Il relatore desidera identificare due dei maggiori quesiti sollevati dalla comunicazione che a suo parere meritano un attento esame:

4.1. Quale forma prenderà la collaborazione della UE con l'ESA?

Essenza del problema è se l'ESA continuerà ad esistere nella sua forma attuale o se diventerà l'Agenzia spaziale dell'Unione europea. Nonostante l'assorbimento dell'ESA da parte delle istituzioni UE presenti vantaggi precisi per l'esecuzione della sua politica, non dobbiamo dimenticare che esistono membri dell'ESA che non sono membri dell'UE.

Un altro importantissimo aspetto è l'orientamento dell'ESA. Qualora essa divenga un'istituzione UE il suo orientamento può spostarsi verso applicazioni pratiche e le attività fondamentali di ricerca potrebbero non essere più perseguite con lo stesso vigore di adesso, nonostante l'enfasi data dalla relazione della Commissione alla promozione della ricerca scientifica.

Infine dobbiamo affrontare il problema se la UE sia pronta a assumersi il finanziamento dell'ESA che per adesso è assicurato dal contributo dei suoi Stati membri.

4.2. Quale deve essere il contenuto delle iniziative GMES?

Sebbene l'importanza del monitoraggio spaziale dell'ambiente sia incontestabile, il documento della Commissione aggiunge una dimensione "sicurezza" che va ben oltre la prevenzione e/o l'individuazione di catastrofi naturali o provocate dall'uomo. Essa infatti ha chiaramente un aspetto militare, che comporta servizi di raccolta di dati di intelligence e osservazioni, per cui rappresenterà un primo passo verso attività militari spaziali UE.

Nonostante ad alcuni ciò possa parere un tipo "ridotto" di attività militare essa rappresenta pur tuttavia un'attività militare, che una volta attuata, sicuramente aprirà la strada ad altri dello stesso tipo. Secondo il relatore ciò sarebbe contrario alla risoluzione del Parlamento del 18 maggio 2000 nella quale esso ha manifestato il suo vivo desiderio di vedere "lo spazio utilizzato a fini pacifici a beneficio di tutta l'umanità". Inoltre non sarebbe un passo nella direzione giusta viste le discussioni attuali sulle intenzioni USA di dispiegare il proprio sistema antimissili in violazione del trattato ABM 1972 e le relative obiezioni europee.

Riferimenti

Documenti correlati

Organo: INAIL. Documento:

Il Comitato tecnico grandi invalidi del lavoro, nella seduta del 6 marzo 1986, ha deliberato di aumentare come appresso la misura dell'elargizione in denaro a favore degli

Il Comitato tecnico grandi invalidi del lavoro, nella seduta del 16 marzo 1982, ha deliberato di aumentare come appresso la misura dell'elargizione in denaro a favore degli

53, comma 4 delle Regole di accesso al Mercato Elettronico, il Contratto, composto dalla Offerta del Fornitore Abilitato e dal Documento di Stipula dell'Unità Ordinante, è

gennaio 2014, e per ogni anno civile successivo, ogni costruttore di veicoli commerciali leggeri provvede affinché le informazioni relative alle emissioni specifiche medie di CO 2

[r]

[r]

il "Patto per il lavoro e per il Clima" stabilisce impegni e responsabilità condivisi rispetto ad un percorso comune che migliori la qualità della vita